INTESTINO TENUE. DUODENO (Parte fissa) DIGIUNO. INTESTINO MESENTERICO (Parte mobile) ILEO

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2 INTESTINO TENUE DUODENO (Parte fissa) INTESTINO MESENTERICO (Parte mobile) DIGIUNO ILEO

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5 Le tre modalità con cui la superficie dell intestino tenue viene aumentata rispetto a quella di un cilindro semplice di dimensioni uguali a quelle dell intestino tenue (280 cm di lunghezza e 4 cm di diametro)

6 INTESTINO CRASSO INTESTINO CIECO (cui è annessa l appendice vermiforme) COLON RETTO Parte pelvica che forma l ampolla rettale Parte perineale

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11 L intestino cieco è interamente rivestito dal peritoneo, per cui è mobile. Il colon è la parte più estesa del crasso e comprende: il colon ascendente, la flessura destra del colon, il colon trasverso, la flessura sinistra del colon, il colon discendente, il colon iliaco e il colon pelvico. Il colon ascendente è fisso poichè è rivestito dal peritoneo in avanti, medialmente e lateralmente, ma non posteriormente. La flessura destra del colon corrisponde al punto in cui il colon ascendente si ripiega medialmente per continuarsi nel colon trasverso. E mobile poichè è interamente rivestita dal peritoneo. Il colon trasverso è mobile perchè rivestito dal peritoneo. La flessura sinistra del colon, corrisponde al punto in cui il colon trasverso si ripiega verso il basso per continuarsi nel colon discendente. E fissa poichè posteriormente non è rivestita dal peritoneo. Il colon discendente è anch esso fisso. Il colon iliaco è situato nella fossa iliaca interna sinistra ed è fisso. Il colon pelvico (o sigma colon) si continua con l intestino retto ed è dotato di mobilità.

12 FUNZIONI DELL INTESTINO TENUE DIGESTIVA ASSORBENTE MOTORIA ENDOCRINA

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17 FUNZIONI DELL INTESTINO CRASSO ASSORBENTE SECRETORIA MOTORIA PARZIALE DIGESTIONE DEI RESIDUI ALIMENTARI

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21 MOTILITA INTESTINALE MOVIMENTI DI MESCOLAMENTO MOVIMENTI PROPULSIVI

22 MOVIMENTI DEL COLON MOVIMENTI DI MESCOLAMENTO SEGMENTAZIONE AUSTRAZIONE MOVIMENTI PROPULSIVI PERISTALSI MOVIMENTI DI MASSA DEFECAZIONE FASE PROPULSIVA FASE DI SVUOTAMENTO

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25 PERISTALSI

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31 GLUCIDI COME ALIMENTI Fonti alimentari Vegetali Animali (latte e derivati) Classificazione Monosaccaridi (glucosio, fruttosio) Oligosaccaridi (saccarosio, lattosio) Polisaccaridi (amidi, glicogeno, cellulosa) Funzioni Essenzialmente energetica Plastiche o strutturali (glicoproteine, mucopolisaccaridi) Riserva (glicogeno muscolare ed epatico) Trasformazione in altri metaboliti (lipidi ed aminoacidi non essenziali) Consentono l utilizzazione ottimale degli acidi grassi Valore nutritivo Glucidi a rapido assorbimento (oligosaccaridi) Glucidi a lento assorbimento (amido) Indice glicemico, cioè la diversa capacità iperglicemizzante di alimenti isoglucidici: 1) Stato di idratazione e grandezza delle particelle 2) Forma dell alimento 3) Tipo e grado di cottura 4) Tipo e grado di fibre alimentari associate alla dieta 5) Entità dell apporto lipidico e proteico Fabbisogno: 60% delle calorie (45-48% carboidrati complessi, 12-15% carboidrati a rapido assorbimento Valore calorico: 4 cal/g

32 PRIMO GRUPPO DI GLUCIDI Assorbimento molto rapido (circa 5 minuti); sono gli zuccheri semplici formati da una sola molecola a 6 atomi di carbonio (monosaccaridi)

33 SECONDO GRUPPO DI GLUCIDI Assorbimento rapido (circa 10 minuti); sono gli zuccheri formati da 2 molecole di monosaccaridi (disaccaridi)

34 TERZO GRUPPO DI GLUCIDI Assorbimento lento; sono gli zuccheri formati da una catena composta da un numero superiore di molecole semplici (polisaccaridi) e sono chiamati in maniera diversa a seconda della lunghezza della catena e della loro costituzione A questo gruppo appartengono le fibre alimentari.

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41 PROTIDI COME ALIMENTI Fonti alimentari Vegetali Animali Funzioni Plastiche Catalitiche (enzimi) Difensive (Ig) Di regolazione (ormoni) Neurotrasmettitori Trasformazione in altri metaboliti Energetiche Valore nutritivo Contenuto in aminoacidi essenziali Digeribilità ed assorbibilità Fabbisogno: 0,8 g/kg p.c. (mx 1-1,3 g/kg p.c.), 1/3 di origine animale Valore calorico: 4 cal/g

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46 LIPIDI COME ALIMENTI Fonti alimentari Classificazione Animali (grasso visibile e grasso invisibile) Vegetali (olii) Trigliceridi Fosfolipidi Glicolipidi Esteri di colesterolo Lipidi ad elevato contenuto di acidi grassi saturi (burro, lardo, strutto) Lipidi a contenuto prevalente di acidi grassi monoinsaturi (olio di oliva) Lipidi a contenuto prevalente di acidi grassi polinsaturi (oli di semi, pesce) Funzioni Energetiche Plastiche (membrane) Riserva Condimenti Trasporto di vitamine liposolubili (A, D, E, K) Valore nutritivo I grassi saturi sono più nocivi Più alta è la catena carboniosa, più elevata è la nocività I grassi cotti sono più nocivi dei crudi I grassi animali (acidi grassi saturi e colesterolo) sono più nocivi di quelli vegetali Polinsaturi: acidi grassi essenziali Fabbisogno: 1-1,1 g/kg p.c., fabbisogno di acidi grassi essenziali: 2-3% delle calorie totali Valore calorico: 9 cal/g

47 CARATTERISTICHE DELLA FIBRA ALIMENTARE E PREVALENTI UTILIZZAZIONI CLINICHE A) ALLA CAPACITA DI FISSARE ACQUA TIPICA DELLA LIGNINA E DI NUMEROSE EMICELLULOSE SI DEVE : AUMENTO DELLA MASSA FECALE ACCELERATO TRANSITO INTESTINALE MINORE PRESSIONE ENDOLUMINALE INDICAZIONI GASTRO-ENTEROLOGICHE B) ALLA PROPRIETA DI FORMARE GEL TIPICA DI PECTINE, GOMME, GUAR SI DEVE: RALLENTATO SVUOTAMENTO GASTRICO RALLENTATO TRANSITO INTESTINALE INTERFERENZA SU ASSORBIMENTO DI NUTRIENTI INDICAZIONI METABOLICHE

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49 10% 7% 8% Saturi Polinsaturi Altri QUOTE RACCOMANDATE 16% 4% 16% Saturi Polinsaturi Altri QUOTE RILEVATE

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55 CARATTERISTICHE DI UNA DIETA 1. Deve apportare quantità di energia sufficiente per coprire il Fabbisogno Energetico dell organismo (ASPETTO QUANTITATIVO) 2. Deve contenere protidi, lipidi e glucidi in proporzioni opportune (ASPETTO QUALITATIVO) 3. Deve contenere vitamine e sali minerali in quantità sufficienti 4. Deve essere ben digeribile, gradevole e ben preparata (APPETIBILITA DELLA DIETA)

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57 La digestione è quel processo chimico, meccanico e fisiologico mediante il quale un organismo eterotrofo trasforma il cibo in sostanze strutturalmente più semplici e più facilmente assimilabili.

58 La digestione avviene mediante processi meccanici e chimici. Con la digestione meccanica le grosse particelle di cibo, attraverso l'azione di masticazione dei denti, vengono sminuzzate in frammenti più piccoli che poi sono impastati vigorosamente mediante i movimenti del tubo digerente, detti movimenti peristaltici. Questi trattamenti non provocano cambiamenti nella composizione molecolare del cibo, ma hanno la funzione di rendere più rapida ed efficiente la successiva digestione chimica operata dai succhi digestivi prodotti dalle ghiandole dislocate lungo il canale digerente. L'azione chimica dei succhi digestivi è dovuta al contenuto di enzimi che agiscono sul cibo già sminuzzato e lo trasformano in molecole adatte ad entrare all'interno delle cellule.

59 Digestione dei glucidi

60 La digestione dei glucidi della dieta umana è compiuta sia da enzimi presenti nel lume del tubo gastroenterico (enzimi intraluminali) che da enzimi localizzati nelle cellule della mucosa intestinale (enzimi intracellulari). I primi (αamilasi) sono secreti coi succhi digestivi e determinano l idrolisi dei polisaccaridi alimentari; i secondi (oligo-saccaridasi) sono localizzati nella membrana della superficie dei microvilli delle cellule epiteliali della mucosa intestinale (enterociti) ed operano l'idrolisi degli oligosaccaridi.

61 α-amilasi salivare (ptialina) α-amilasi pancreatica

62 β-galattosidasi (la lattasi che scinde il lattosio) Oligosaccaridasi (Enterociti maturi) 3 diverse α-glucosidasi: -glucoamilasi, -saccarasi- α-destrinasi -trealasi)

63 Monosaccaridi (glucosio, fruttosio) Oligosaccaridi (saccarosio, lattosio) Polisaccaridi (amidi, glicogeno, cellulosa)

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65 Digestione dei protidi

66 La digestione intraluminale dei protidi avviene, pur con aspetti quantitativi diversi, a due livelli: nello stomaco, ad opera delle proteasi secrete nel succo gastrico (pepsine); e nell intestino tenue, ad opera delle proteasi secrete nel succo pancreatico (tripsina, chimotripsina, elastasi e carbossipeptidasi). Nella digestione dei protidi si distinguono 2 fasi (una fase gastrica ed una intestinale): la prima, solo intraluminale; la seconda, intraluminare ed intracellulare.

67 FASE GASTRICA In questa fase intervengono nella digestione dei protidi: l acido cloridrico e le pepsine. L acido cloridrico contribuisce alla denaturazione dei protidi, rendendone così i legami peptidici più accessibili alle proteasi. Le pepsine, invece, operano l idrolisi di alcuni di questi legami, iniziando in tal modo la demolizione delle molecole proteiche che sarà compiuta, assai più efficacemente e completamente, nell intestino tenue dalle proteasi del succo pancreatico.

68 FASE INTESTINALE La digestione intraluminale dei protidi è importante ai fini del loro assorbimento, infatti porta alla loro ampia idrolisi. La digestione intracellulare dei protidi è peptidasi degli enterociti. operata dalle

69 Digestione dei lipidi

70 I lipidi dell alimentazione umana sono prevalentemente insolubili in acqua e comprendono trigliceridi, fosfolipidi, colesterolo e steroli vegetali

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72 FASE GASTRICA: lipasi gastrica FASE INTESTINALE. Nel duodeno, l olio formato dai lipidi alimentari si mescola ai lipidi (lecitine e colesterolo) secreti nella bile, formando un emulsione (FASE OLEOSA) I Sali biliari hanno la caratteristica di interagire con i lipidi formando le micelle (FASE ACQUOSA)

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