Progetto Identithings Relazione socio-demografica Rosita Forastiere
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- Luciana Molteni
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1 Territorio e popolazione La Basilicata può essere considerata una regione prevalentemente rurale, con una superficie di circa kmq, quasi totalmente collinare o montana, occupata in buona parte da attività agricole. Attività che garantiscono presidio del territorio, cura dell ambiente e qualità della vita. La superficie forestale rappresenta il 35% di quella regionale e il 3,5% della superficie forestale nazionale. Il 23% del territorio lucano ricade in aree protette: parchi nazionali, regionali, riserve naturali, aree SIC e ZPS. 53 i siti della Rete Natura Il tessuto industriale è scarso mentre gli habitat naturali, così come i paesaggi agrari, sono di grande pregio. Al patrimonio naturalistico e paesaggistico della regione si affianca sicuramente quello storico-culturale per il quale non può mancare il riferimento a Matera, ma che è solo il centro più conosciuto accanto al quale potremmo citarne molti altri, a titolo di esempio Melfi, Lagopesole o i paesi sede di Parchi letterari: Valsinni, Aliano e Tursi. La regione è scarsamente abitata (in media meno di 58 abitanti per kmq) e, specialmente nelle aree montane, interne e ultraperiferiche, presenta un costante trend negativo della popolazione con evidenti ripercussioni a livello economico e sociale, in particolar modo rispetto alla sostenibilità dei servizi di base. Gli ultimi dati disponibili parlano, se pur non egualmente in tutto il territorio, di tasso di natalità, numero medio di figli e percentuale di popolazione 0-14 anni in costante calo; aumenta, al contrario, la percentuale degli ultrasessantacinquenni, l indice di vecchiaia (per il quale la Basilicata si classifica tra le regioni meridionali con il più alto valore) e l età media. Anche i dati relativi al saldo demografico non sono positivi per effetto del peggioramento del saldo naturale che, diversamente dal resto del paese, non viene sufficientemente controbilanciato dai flussi migratori in entrata. Il numero di stranieri nell ultimo decennio è aumentato, ma rimane un fenomeno abbastanza limitato. Dei abitanti in meno degli ultimi 40 anni, la gran parte si registra nell ultimo decennio. Allo spopolamento di gran parte del territorio lucano si contrappongono aree che negli ultimi anni hanno registrato incrementi di popolazione: l hinterland dei capoluoghi, il Vulture, Matera e la pianura del metapontino, dove si 1
2 registrano anche livelli più alti di sviluppo socio economico in quanto aree limitrofe e più sensibili agli stimoli provenienti da altri territori. I circa lucani registrati dall Istat nel 2014, rappresentano poco meno dell 1% della popolazione nazionale, di questi il 20% vive in comuni con meno di abitanti. Economia Il calo occupazionale sta raggiungendo livelli preoccupanti in Basilicata. La regione mostra un trend di crescita stagnante, se confrontato con quello nazionale e del Mezzogiorno; un trend dovuto alla crisi che stiamo vivendo da alcuni anni, ma soprattutto alla scarsa internazionalizzazione del mercato (fatta eccezione per alcuni comparti), alla forte dipendenza dal mercato interno. Le esportazioni lucane negli ultimi anni stanno crescendo ma sono ancora lontane dai dati nazionali. La riduzione dell occupazione si accompagna a un aumento del lavoro irregolare (specialmente in agricoltura), che in Basilicata ha superato il dato nazionale ma anche quello del Sud Italia. Il tasso di occupazione è lontano dalla media nazionale. Il tasso di disoccupazione tra i giovani (15-24 anni) raggiunge il 50%. La partecipazione dei lucani al mercato del lavoro tende a diminuire, sia perché diminuisce la popolazione in età da lavoro sia perché aumentano gli inattivi. Tra il 2000 e il 2013 gli occupati si sono ridotti di unità (- 15% circa). Il livello di inattività delle donne è ancora superiore rispetto a quello degli uomini, anche se il gap va restringendosi. Negli ultimi anni l indice di povertà è cresciuto. Il valore medio di reddito pro-capite in Basilicata è pari al 78% di quello nazionale. Reddito basso e distribuito in modo non equo. Questo vuol dire ampie fasce di povertà. I settori più colpiti dalla crisi sono quello manifatturiero e delle costruzioni ma, dopo il 2007, anche la crescita del turismo si è arrestata. I rami in cui si registrano dinamiche positive sono: servizi culturali e ricreativi, servizi domestici, trasporti, logistica, servizi privati di assistenza sociale. Nonostante tutto, negli ultimi anni è in crescita il tasso di lavoro autonomo, quasi pari al dato nazionale; dal punto di vista delle iscrizioni di nuove imprese, è da evidenziare la 2
3 vivacità nel settore primario, nei servizi artistici, sportivi e di intrattenimento, così come l informatica e la comunicazione, i servizi finanziari e assicurativi e quelli immobiliari. Assente invece l edilizia a causa della grave crisi che ha colpito il settore. La Basilicata dispone di un elevato capitale umano (diplomati e laureati) inutilizzato, che l impresa locale tipica non riesce ad assorbire e valorizzare. La partecipazione dei laureti al processo produttivo è molto limitata, questo determina un problema di conversione della conoscenza in valore economico e capacità di sviluppo. Non solo, la disoccupazione intellettuale si accompagna a fenomeni significativi di emigrazione, in questo modo parte della ricchezza locale è investita a beneficio di economie esterne e più competitive, parte non si trasforma in valore per il territorio. La distribuzione degli occupati nei vari settori produttivi, in Basilicata, mostra delle differenze rispetto ad altre aree: la percentuale di occupati nel settore agricoltura è maggiore rispetto al mezzogiorno, all Italia e all Europa. Nonostante la contrazione degli ultimi anni, il settore agricolo assorbe quasi il 10% degli occupati in Basilicata; ciò conferma il carattere fortemente rurale della regione. Ciononostante, in controtendenza con il dato nazionale e del mezzogiorno, negli ultimi anni in Basilicata si registra un calo nelle produzioni biologiche dovuto all interruzione degli aiuti comunitari e a inadeguati canali di commercializzazione. Coloro che proseguono su questa strada preferiscono operare in una logica di filiera corta, rispondendo in questo modo anche alle nuove esigenze del mercato. Purtroppo tra gli imprenditori del settore di età compresa tra i 35 e 54 anni, forte è la carenza formativa completa, che superi quella di base e l esperienza pratica; nonostante si senta parlare ogni tanto di ritorno alla terra, solo il 5% del totale degli imprenditori agricoli lucani ha un età inferiore ai 35 anni, questo comporta una progressiva senilizzazione del settore rispetto alla quale la regione sta rispondendo con timidi segnali. Quei pochi giovani che si dedicano al settore primario, hanno per la maggior parte un diploma o la laurea e, potenzialmente, un apertura verso i cambiamenti che potrebbe tradursi in innovazione per il settore. E interessante sottolineare che il Gal Cosvel, che opera nell area del Basso Sinni e Metapontino, sta provando a diffondere la responsabilità 3
4 ambientale, sociale ed etica tra i produttori mediante un sistema di qualificazione volontaria. Al 2012 in regione risultano iscritte 140 aziende agrituristiche; al fattorie didattiche. Oltre alla ricettività, queste aziende forniscono servizi escursionistici, percorsi, laboratori ecc. Nonostante la crisi, nonostante la concentrazione nei periodi estivi e nonostante sia ancora dominato dagli italiani, il turismo cresce. Non solo quello legato al pacchetto balneare, anche quello culturale e naturalistico. Il settore turistico, negli ultimi anni, ha registrato un innalzamento del numero e della qualità delle strutture ricettive, con effetti positivi anche sul numero di addetti e sul numero di arrivi e presenze. L immagine turistica della Basilicata, negli ultimi, ha subito un cambiamento grazie agli investimenti in comunicazione e promozione e grazie ad alcune operazioni (attrattori) che, se pur discutibili, hanno mirato al grande pubblico. A titolo di esempio citiamo il Parco della Grancia, il Volo dell Angelo, ma anche la produzione del film Basilicata Coast to Coast. Nel 2009 la Basilicata ha puntato anche su un binomio insolito, quello tra arte e natura, con il progetto innovativo ArtePollino UnAltroSud, tramite il quale la regione ha voluto incrementare il flusso turistico nel Parco Nazionale del Pollino attraverso l arte contemporanea. Un binomio che, da quel momento in poi, ritroviamo anche in altre sperimentazioni come il programma Naturarte. Per chi ama il turismo in natura, la Basilicata offre numerose opportunità: 2 parchi nazionali, Pollino e Val d Agri Lagonegrese; 2 parchi regionali, Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane e Murgia Materana; 8 Riserve Naturali Statali, 7 Riserve Naturali Regionali, 53 siti della Rete Natura 2000 (50 aree SIC, 17 aree ZPS, alcune aree sono insieme SIC e ZPS). Questo tipo di turismo, opportunamente gestito, può portare grossi vantaggi nelle aree rurali e positive ricadute sull occupazione. I prodotti tipici È questo un settore che merita una piccola parentesi, vista l importanza a livello regionale, non solo in termini economici. Il settore agroalimentare lucano può contare su un discreto 4
5 numero di prodotti tradizionali e prodotti tipici di qualità, ancora di nicchia, poco conosciuti e poco valorizzati soprattutto a causa della frammentazione dell offerta. Nove i prodotti lucani che hanno ottenuto il riconoscimento comunitario: Caciocavallo Silano DOP, Canestrato di Moliterno IGP, Fagioli Bianchi di Rotonda DOP, Fagiolo di Sarconi IGP, Melanzana Rossa di Rotonda DOP, Peperone di Senise IGP, Pane di Matera IGP, Pecorino di Filiano DOP, Olio extravergine di olive Vulture DOP. A questi bisogna aggiungere l Aglianico del Vulture. DOC e DOCG e altri tre vini DOC. Tra i tanti prodotti agroalimentari tradizionali PAT (i cui metodi di lavorazione, conservazione stagionatura risultino omogenee e consolidate nel tempo, secondo regole tradizionali), un peso maggiore ce l hanno i formaggi, i prodotti della panetteria e pasticceria, le carni e i salumi e i prodotti ortofrutticoli. Quattro i presidi slow food in regione: caciocavallo podolico, pezzente, oliva infornata di Ferrandina e fagiolo scritto di Pignola. Cinque le Locande slow food. Tante le specie genetiche autoctone vegetali a rischio di erosione genetica a causa dell abbandono, per le quali esistono programmi di recupero. Infrastrutture A parte i due capoluoghi, che comunque non possono essere certamente definite aree metropolitane vere e proprie, la maggior parte della regione si caratterizza per gradi diversi di perifericità in base alla prossimità ai servizi essenziali. In alcune aree questo aspetto raggiunge livelli critici. Molti i comuni con meno di residenti (circa il 48%) e densità abitativa molto bassa (25), maggiormente in provincia di Potenza nel cui territorio è presente il comune più piccolo, San Paolo Albanese, con 296 abitanti (dati 2014). Rispetto alla media delle regioni meridionali, la Basilicata dispone di un patrimonio infrastrutturale più limitata: a parte la rete portuale e aeroportuale, rispetto alla quale risultano problematici anche i collegamenti, poco sviluppati sono gli impianti e le reti energetico-ambientali, la rete ferroviaria e stradale, le reti per la telefonia. La movimentazione delle merci avviene su strada, con tutti i costi ambientali e sociali che ne derivano. 5
6 Infrastrutture sociali Rispetto ai servizi sanitari, in particolare alle strutture di ricovero, è da rilevare in Basilicata, a differenza dell Italia e del Mezzogiorno, una preponderante gestione pubblica del settore, nonostante l offerta di posti letto si sia ridotta nel tempo. Secondo la valutazione del Comitato LEA per la verifica dell erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, istituito presso il Ministero della Salute, nel 2012 la Basilicata si è classificata prima tra le regioni meridionali e al settimo posto a livello nazionale. Rispetto alle altre regioni del sud, la Basilicata possiede un buon sistema socio assistenziale (se pur lontano dalle medie nazionali) sia rispetto all assistenza domiciliare integrata sia per i servizi all infanzia. L assistenza domiciliare è un settore nel quale la Basilicata ha raggiunto buoni livelli di sperimentazione, rendendo il servizio abbastanza omogeneo su tutto il territorio regionale. Secondo i dati Istat del 2010, in Basilicata la percentuali di Comuni che offre il servizio di assistenza domiciliare per famiglie, minori, disabili è più elevata rispetto all Italia. Purtroppo è al di sotto del dato nazionale per quel che concerne gli anziani, i senza fissa dimora o persone che vivono in condizioni di povertà e disagio. Piuttosto bassa anche la percentuale di Comuni che offre servizi per la prima infanzia, come asili nido. Buona la propensione dei lucani al volontariato e all associazionismo. La Basilicata, a differenza delle altre regioni meridionali, non ha un problema acuto di dispersione scolastica. Emerge però il bisogno di elevare la qualità dei processi di apprendimento e internazionalizzarli con apertura verso l estero. Sostenibilità Notevole è il patrimonio idrico della regione, che fornisce acqua ad altre regioni meridionali. Si tratta di una regione con una pressione antropica e produttiva contenuta, pertanto i valori di emissioni sono bassi e le risorse ambientali notevoli. La produzione energetica regionale viene in gran parte effettuata da fonti rinnovabili, più di quanto avviene in Italia. Tra il 2000 e il 2012 la produzione di energia da fonti rinnovabili, soprattutto eoliche e 6
7 meno da biomasse, ha avuto un incremento del 688%, al di sopra della media nazionale e del Mezzogiorno. Così, anche i consumi di energia da fonti rinnovabili. Tuttavia, le misure messe in atto per il risparmio energetico non sono ancora sufficienti per raggiungere gli standard richiesti dall Europa. Importante il ruolo della Basilicata nel settore energetico: con le estrazioni di petrolio la regione soddisfa il 10% del fabbisogno energetico nazionale. D altro canto il territorio regionale è soggetto a rilevanti rischi idrogeologici e sismici. Nonostante l aumento della produzione di rifiuti solidi urbani negli ultimi quindici anni risulti nettamente inferiore rispetto al dato nazionale e leggermente inferiore rispetto a quello meridionale, e nonostante l incremento della raccolta differenziata negli ultimi anni, i rifiuti urbani differenziati, raccolti con metodi diversi nei vari Comuni, raggiungono appena il 22% (inferiore al dato del meridione e della nazione intera): lievemente superiore nella provincia di Potenza (24%). Due i Comuni che superano la soglia del 50%, Montescaglioso (62%) e Montalbano Jonico (57%). 17 i Comuni che non raggiungono il 5%. Non esistono in regione impianti per lo sviluppo del ciclo integrato dei rifiuti. Si tratta di un territorio interessato tanto dal rischio desertificazione quanto dal dissesto idrogeologico. Le cause sono da ricercare principalmente nei cambiamenti climatici, negli incendi e nella pressione esercitata dal pascolo. Conclusioni Punti di forza della regione possono essere considerati, quindi, il peso significativo del settore agricolo, la qualità di alcuni prodotti agroalimentari, lo sviluppo del settore turistico, la scarsa diffusione della criminalità, la qualità ambientale, i buoni livelli nei servizi sociali di base, la propensione diffusa al volontariato e all associazionismo, la bassa dispersione scolastica, l incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili. Costituiscono delle opportunità il patrimonio idrico, il patrimonio boschivo, la bassa pressione antropica sull ambiente, la buona dotazione di risorse ambientali, il patrimonio storico culturale, la domanda turistica in crescita, le nicchie di mercato nel turismo 7
8 enogastronomico e filiere agroindustriali, l essere collegamento trasversale tra le regioni meridionali. I punti di debolezza, invece, sono rappresentati dalla crescita strutturale bassa, la scarsa apertura verso l estero, l invecchiamento della popolazione, la diffusione del lavoro irregolare, la forte emigrazione della popolazione, la scarsa qualità dei collegamenti e dell accessibilità, l assenza di impianti per lo sviluppo del ciclo integrato dei rifiuti, la scarsa integrazione tra percorsi scolastici e imprese. Il sistema lucano è minacciato dalla crisi economica, dall aumento del disagio sociale, dal rischio idrogeologico e rischi climatici, dagli incendi, dal modello abitativo disperso che rende costosi l erogazione dei servizi. 8
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