Carola Feltrinelli, Silvana Serra

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1 Centro per l innovazione e la sperimentazione educativa Milano Istituto di ricerca della Provincia di Milano e dell Unione delle Province d Italia IDEI e IDEE Indagine sul recupero scolastico Carola Feltrinelli, Silvana Serra Febbraio 2014

2 Centro per l innovazione e la sperimentazione educativa Milano Istituto di ricerca della Provincia di Milano e dell Unione delle Province d Italia Idei e Idee Indagine sul recupero scolastico Indice Premessa Parte prima l quadro legislativo Leggi, decreti e circolari Parte seconda I focus group 1. La metodologia della ricerca 2. I postulati della ricerca Le interviste 1. Organizzazione e curricolo 2. La comunicazione 3. Le scelte metodologiche e didattiche 4. La verifica e la valutazione Bibliografia

3 Idei e Idee Indagine sul recupero scolastico Premessa Il problema L indagine sul recupero scolastico si prefigge lo scopo di studiare i principali nodi problematici relativi alle caratteristiche dei corsi di recupero pianificati nelle scuole superiori di Milano e provincia, concentrando l attenzione sul tipo di recupero prevalentemente effettuato - per conoscenze? per abilità/competenze? - nonché sulle modalità organizzative, di verifica e sui soggetti attuatori. Nell'ambito dell'indagine il gruppo di ricerca ha inteso mettere a fuoco un aspetto spesso ufficialmente trascurato e poco soggetto a monitoraggio ma che alla luce dell'esperienza quotidiana appare rivestire un interesse particolare: quali spazi possibili, al di là della nuova normativa, occupano realmente le iniziative e le pratiche di recupero anche non formalizzato nell'ambito dell'attività curricolare? Come di fatto nella quotidiana realtà didattica operano i docenti per rafforzare conoscenze e competenze ben oltre le poche ore che concesse dall'attuale normativa per le attività ufficialmente dedicate al recupero? Gli obiettivi L indagine sul recupero scolastico si è proposta di perseguire i seguenti obiettivi: tracciare un quadro aggiornato della situazione in relazione alla normativa; fornire un'analisi puntuale rispetto anche ad alcuni aspetti meno esplorati del problema; compilare un Profilo ragionato e elaborato sulle questioni emerse; estrapolare e sottoporre all'attenzione degli operatori esempi di "buone pratiche" aprire un confronto e una discussione sui risultati dell'indagine. 3

4 l metodo L attività di ricerca si è fondata sul metodo qualitativo che è strumento privilegiato al fine di esplorare, in profondità e in situazione, le questioni connesse a vario titolo e a vari livelli con la problematica del recupero scolastico. A tal fine la strategia di ricerca identificata come la più conveniente dal gruppo di lavoro è stata appunto il focus group: esso infatti consente di ottenere informazioni sul fenomeno in tempi brevi e a costi molto contenuti e di attingere a un tipo di conoscenza concreta dalla quale è possibile derivare spunti e suggerimenti di "buone pratiche" operativamente sviluppabili anche in diversi contesti. I criteri di fondo per la selezione dei partecipanti (dirigenti e docenti) al progetto sono rappresentati dalla loro appartenenza a ordini differenti (licei, istituti tecnici, istituti professionali) e dalla esperienza nel campo indagato anche a livello organizzativo. Definita l'ipotesi di ricerca, il gruppo di studio ha declinato i postulati dell'indagine e con riferimento ad essi ha costruito gli strumenti per l'analisi. Si sono tenuti due incontri nella sede del Cisem: I incontro: focus con i dirigenti scolastici utile a fornire lo sfondo, il contesto di cui deve tener conto lo sviluppo dell''indagine; II incontro: focus con i docenti esperti Gli strumenti Per la realizzazione e la lettura dei focus group il gruppo di studio ha elaborato i seguenti strumenti che possono anche essere riutilizzati in differenti contesti per un eventuale approfondimento delle questioni emerse: schema di conduzione del focus group per il moderatore scheda di confronto e sintesi tra il moderatore e l'osservatore del focus 4

5 L'analisi dei dati Successivamente alla realizzazione dei focus, il gruppo di ricerca ha proceduto all analisi dei dati dei cui risultati si procede alla divulgazione attraverso: Documento finale, contenente i punti salienti della questione emersi dai focus in relazione ai postulati della ricerca o concernenti aspetti inattesi ma di particolare rilievo; Organizzazione di un confronto aperto alle scuole del territorio. Il gruppo di ricerca Carola Feltrinelli Silvana Serra 5

6 Il quadro legislativo Leggi, decreti e circolari Nel 1995 vengono aboliti anche per le scuole superiori gli esami di riparazione. Di conseguenza allo scrutinio di giugno gli studenti risultano ammessi o non ammessi e fra gli ammessi il consiglio di classe promuove alunni con una o più carenze nelle discipline sulla base dei criteri stabiliti dal collegio docenti. Ben inteso che tali carenze non debbono inficiare la preparazione globale e che debbono essere colmate durante l anno grazie ad attività di recupero opportunamente organizzate dalla scuola, al termine delle quali la scuola verrà verificato l effettivo recupero. La novità viene accolta inizialmente con un certo entusiasmo per una serie di motivi: innanzitutto si vede nel provvedimento una sorta di blocco all uso e all abuso delle cosiddette lezioni private, che verrebbero sostituite da attività offerte gratuitamente dallo stato a favore delle famiglie in secondo luogo l istituzione degli IDEI (interventi didattici educativi integrativi) sembrano offrire l occasione per sperimentare formule innovative di insegnamento e di organizzazione curricolare, non solo per gli studenti che mostrano di avere carenze nella preparazione, ma anche nei confronti di coloro che, raggiunta una preparazione soddisfacente, meritano di essere ulteriormente stimolati con attività integrative e di approfondimento; per la prima volta sembra che si ponga interesse anche ai meritevoli i quali hanno pur diritto a trovare risposte alle loro esigenze di ampliamento culturale. Negli anni successivi, anche grazie all affermazione dell autonomia delle scuole, da una parte si amplia la gamma e le modalità delle attività e delle occasioni offerte per il recupero, dall altra tuttavia, si assiste ad una sorta di anarchia del recupero che porta a gravi conseguenze: innanzitutto si parla solo di recupero e non più di attività integrative rivolte anche ai meritevoli ogni collegio, nella definizione di criteri per il recupero agisce autonomamente: alcuni offrono agli studenti una sola occasione di recupero all inizio dell anno scolastico successivo, altri più d una così da occupare quasi tutto l arco dell anno scolastico successivo per rimediare alle carenze dell anno precedente, con il risultato di non colmare alcuna carenza, ma anzi di accumularle in molti casi, se le carenze riguardano una sola disciplina, si corre il rischio che lo studente venga promosso ogni anno con una solo debito e si ritrovi però alle soglie dell esame di maturità con gravi lacune magari proprio in una materia professionale a tutto ciò va aggiunto che le sempre più esigue risorse finanziarie non permettono di organizzare e realizzare corsi significativi Di fatto lo stesso ministero afferma che il 42% degli studenti viene promosso con debiti e solo 1 su 4 li recupera Una svolta importante avviene nel 2007, l anno in cui con la legge n.1 vengono sanciti opportuni cambiamenti che riguardano l esame di stato; fra l altro si stabilisce che non potranno essere 6

7 ammessi all esame di stato gli alunni che non avranno colmato tutti i debiti formativi. Nello stesso anno il decreto n. 80 del 3 ottobre ripristina l esame di riparazione, se pur formalmente definito sotto altra veste e l ordinanza 92 del 5 novembre disciplina le attività di recupero e fissa determinati momenti dell anno scolastico in cui debbono svolgersi: dopo lo scrutinio del primo quadrimestre e nel periodo estivo, a cura dei docenti dello stesso consiglio di classe o di altri docenti opportunamente individuati. Ovviamente non siamo di fronte alla soluzione dei problemi, ma se ne pongono di nuovi: innanzitutto il periodo di svolgimento degli esami: entro il 31 agosto e comunque prima dell inizio dell anno scolastico successivo; il che pare in contrasto con il diritto al godimento delle ferie soprattutto per i docenti che fino alla metà di luglio sono impegnati negli esami di stato. Spostare gli esami all inizio di settembre è possibile, ma fa emergere altri tipi di difficoltà: il consiglio di classe potrebbe non essere lo stesso di giugno se qualche insegnante ad esempio, è andato in pensione; oppure alcun famiglie, soprattutto di studenti stranieri potrebbero avere difficoltà a rientrare prima dalle vacanze estive, soprattutto se hanno scelto voli low cost per ritornare al paese di origine altre problematiche nascono dal fatto che gli insegnanti della classe o della scuola non sono obbligati a tenere i corsi di recupero per i loro studenti. In questo caso la scuola può e deve affidarli ad altri con tutte le difficoltà che nascono dalla necessità di creare un canale di comunicazione tra docenti che hanno riscontrato le lacune e docenti che debbono provvedere a colmarle viene di fatto ripristinato il sistema delle lezioni private, anche perché le famiglie hanno diritto di provvedere in proprio al recupero, dichiarandolo preventivamente alla scuola, che esonera così lo studente dall obbligo della frequenza dei corsi estivi E da dire, tuttavia, che questa nuova situazione produce migliori risultati e che difficilmente a settembre gli studenti vengono bocciati, poiché risulta un generale impegno a recuperare Seguono, negli anni successivi, una serie di circolari che richiamando le varie disposizioni, ricordano e mettono ordine nell insieme delle attività didattiche che si possono svolgere a favore degli studenti, finalizzate proprio al successo formativo nel quadro dell autonomia, successo formativo che non vuol dire promozione a tutti i cosi, ma individuazione del proprio progetto di vita. Ne citiamo alcune fra le più significative: utilizzo del 20% dell autonomia sportello didattico attività on line educazione fra pari 7

8 legge n. 352 dell 8 agosto 1995 Abolizione esami di riparazione a settembre A giugno: ammessi non ammessi ammessi con debito Istituzione Recupero debito Attività integrative Tempi, criteri, tipologie diversi da scuola a scuola. Si crea una sorta di anarchia a scapito della qualità D.M. n. 80/2007 O. M. n. 92/2007 Sospensione giudizio a giugno Esami per verifica superamento debito formativo Tempi certi per attività recupero Proposte metodologico didattiche 8

9 Decreto Legge 28 giugno 1995, n. 253 coordinato con la Legge di conversione 8 agosto 1995, n. 352 recante: «Disposizioni urgenti concernenti abolizione degli esami di riparazione e di seconda sessione ed attivazione dei relativi interventi di sostegno e di recupero» Le norme per l'istruzione, regolamentate dai "regi" decreti degli anni '20, prevedevano gli esami di riparazione per gli studenti che non conseguivano la sufficienza alla fine dell anno. Nel 1977, con la Legge n. 517 del 4 agosto, fra l altro, vengono aboliti gli esami di riparazione per le scuole elementari e medie. Viene introdotta una nuova forma di valutazione degli alunni. Nelle scuole secondarie superiori gli esami di riparazione vengono aboliti nel 1995 con la legge n. 352 dell'8 agosto. In sostituzione degli esami di riparazione viene disposto l'obbligo di frequentare appositi corsi di recupero organizzati dalle scuole per gli studenti in debito formativo che non hanno raggiunto i livelli di apprendimento previsti in alcune discipline di studio. La legge introduce, nella scuola secondaria superiore, importanti elementi innovativi che valorizzano l autonomia delle singole istituzioni scolastiche e le responsabilità dei docenti e disciplina tutte quelle attività che si ritengono necessarie per migliorare la qualità del servizio scolastico e per offrire a ciascun allievo le migliori opportunità per la sua crescita culturale. In tale prospettiva la legge individua nella flessibilità del calendario scolastico e nella autonoma organizzazione delle attività didattiche da parte del singolo Istituto gli strumenti più idonei al conseguimento degli obiettivi assegnati agli interventi integrativi. Circolare Ministeriale 4 agosto 1995, n. 273 Al fine di favorire la più ampia conoscenza delle innovazioni introdotte dalla legge e di assicurare l adozione di criteri omogenei nella attuazione delle varie attività, i Provveditori sono invitati a promuovere apposite conferenze di servizio dei Capi di istituto con la presenza degli Ispettori operanti nel territorio. I Provveditori cureranno altresì, nell ambito dei Piani Provinciali per l Aggiornamento a suo tempo predisposti, la realizzazione, in favore del personale docente della scuola secondaria superiore, di organiche azioni formative a supporto degli interventi didattici ed educativi in argomento. A tal fine potranno anche essere utilizzati, nell ambito delle indicazioni già fornite con la direttiva n. 130 del 12 aprile 1995, recante le norme applicative del P.N.A., i materiali didattici indicati come disponibili dalla C.M. n. 51 del

10 Sempre nell intento di assicurare la più ampia diffusione delle modalità di organizzazione degli interventi didattici integrativi, questo Ministero ha intenzione di realizzare specifici interventi informativi e formativi a carattere nazionale, anche avvalendosi, ove possibile, della collaborazione della R.A.I.. Di tali interventi si darà a suo tempo tempestiva notizia. Sviluppando l azione già svolta nel corso dell a.s. 1994/1995, gli Ispettori tecnici operanti sul territorio regionale programmeranno, a seguito di apposite conferenze di servizio e all interno dei piani di lavoro concordati, specifiche attività di consulenza e assistenza alle istituzioni scolastiche impegnate nello svolgimento delle suddette iniziative. C.M. n del 15/11/95 I corsi di recupero, definiti IDEI dalla C.M. n del 15/11/95, hanno costituito, e ancora oggi costituiscono, il mezzo predisposto dalle scuole per offrire agli alunni la possibilità di raggiungere il successo formativo. La C.M /95 impartisce precise istruzioni sulla programmazione e realizzazione di tali corsi, prescrivendo che devono essere destinati a gruppi di studenti mediamente non superiori a dieci, anche di classe appartenenti a corsi diversi e osservando che le scuole si possono avvalere degli strumenti di flessibilità didattica, rispetto all ordinaria e normale articolazione del curriculum, attraverso la specifica deliberazione del Collegio dei Docenti, ai sensi dell art.177 del D.Lgs n.297/94. Circolare Ministeriale 7 agosto 1996, n. 492 Oggetto: Interventi didattici ed educativi integrativi nella fase iniziale dell'anno scolastico 1996/97. Indicazioni operative Quanto alle modalità, è lasciata ampia discrezionalità organizzativa alle scuole, anche se il Ministero non ha rinunciato a delineare ipotesi operative, come stabilito dalla C.M. n.492 del 7/8/96: pausa didattica, per favorire il recupero e consolidamento delle conoscenze riduzione dell unità oraria delle lezioni e conseguente impiego delle frazioni residue a favore dei corsi di recupero L'esperienza maturata nelle scuole ha messo in luce l'esistenza di difficoltà e limiti ma anche, nel contempo, una ricchezza d'impegno e di iniziative suscitate proprio dagli accresciuti spazi di flessibilità e di autonomia offerti dalla nuova disciplina e da quella -ad essa correlatasul calendario scolastico. Ne deriva che, per un'efficace azione di recupero, non sono sufficienti semplici iniziative "aggiuntive", ma occorre ripensare l'intera programmazione didattica ed educativa - comprensiva dell'offerta formativa aggiuntiva- secondo i concreti bisogni di una didattica differenziata che tenga conto delle esigenze di recupero come di quelle di approfondimento. 10

11 In tale prospettiva si muovono gli interventi strutturali di riforma che, per quanto riguarda la materia in esame, presuppongono la sostituzione dei "corsi di recupero" con una più ampia strategia di individualizzazione dell'insegnamento e di verifica periodica dell'apprendimento, da realizzarsi nei confronti di tutti gli studenti -e non solo di quelli in difficoltà- nell'ambito di un organico sistema di debiti e crediti formativi, correlati ad un quadro di "saperi minimi" per ogni disciplina. In particolare l'autonomia scolastica, fondata essenzialmente sull'autonomia didattica, dovrebbe favorire la scelta libera e programmata di metodologie, strumenti, organizzazione e tempi di insegnamento, come espressione della libertà progettuale di ciascun istituto, nel rispetto degli obiettivi formativi generali e del monte orario complessivo previsto per ciascun curricolo e ciascuna disciplina nonché sulla base di un nuovo sistema di valutazione. C.M. n.175 del 2/4/98 Dichiara che gli studenti hanno l obbligo di saldare il debito formativo, partecipando produttivamente alle attività didattiche principali e a quelle integrative organizzate dagli istituti. Per quanto riguarda l obbligo, si precisa che i dettati normativi individuano quali destinatari dell obbligo la scuola e gli studenti. Il Regolamento dell autonomia all art. 4, comma 4 ribadisce l obbligo degli interventi integrativi in corso d anno, secondo il piano predisposto dalle scuole nell esercizio della loro autonomia didattica. Tuttavia l obbligo è contraddetto dall attuale giurisprudenza amministrativa, secondo la quale non costituisce motivo di illegittimità o violazione di legge la mancata realizzazione di corsi di recupero in caso di deliberazione di non ammissione alla classe successiva (C.S. Sez. VI N.172/2002 contro TAR Calabria e Sardegna). L obbligo riguarda, comunque, la scuola e non i docenti, che per condizioni pattizie non sono obbligati alla prestazione di attività aggiuntive, ancorché deliberate, come hanno stabilito le CC.MM. n.38/95 e n.283/94. Art. 5 del DPR 275/99 Il concetto di flessibilità didattica è stato elaborato dall art.5 del DPR 275/99, che consente alle scuole alcune soluzioni per l attuazione degli interventi integrativi: 1. scansione flessibile delle lezioni in modo da alternare momenti di recupero a momenti didattici ordinari; 2. adattamento del calendario scolastico, prevedendo anche la sospensione delle lezioni per destinare i giorni aggiuntivi agli alunni che presentano insufficienze da colmare; 3. utilizzo di spazi pomeridiani. 11

12 Legge 11 gennaio 2007, n.1 Con la nuova normativa, regolata dalla legge n. 1 dell'11 gennaio 2007, cambiano le modalità di ammissione agli esami di stato, di assegnazione del punteggio e di gestione dei debiti formativi. L'obiettivo di questa riforma dell'esame di Stato è spiegato chiaramente nella sezione dedicata sul sito della Pubblica Istruzione: "Nell'ottica di restituire prestigio e credibilità all'esame di maturità come strumento per la costruzione di una consapevole progettualità individuale, la legge n.1 dell'11 gennaio 2007 ha avviato il processo innovativo dell'esame di Stato italiano. Tale processo rappresenta uno dei passi più significativi sulla strada di una serie di trasformazioni graduali, necessarie e soprattutto condivise con l'intero mondo della scuola. Sulla scia delle innovazioni messe in atto dall'amministrazione sin dalla metà degli anni novanta, l'esame di Stato rappresenta quella che maggiormente è destinata ad influenzare le scelte future degli studenti. I cambiamenti proposti dalla legge sono graduali e prevedono una sorta di flessibilità sul campo prima di passare a regime nel corso dell'anno scolastico " D.M. 22 maggio 2007, n. 42 Prevede i criteri per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie nel caso dell attivazione di specifici corsi di recupero. Il Consiglio di istituto, su proposta del Collegio dei docenti, con propria delibera, approva annualmente il piano di fattibilità degli interventi di recupero sulla base: della consistenza delle risorse a tal fine disponibili nel fondo di istituto; delle erogazioni liberali di cui all'art. 13 del decreto legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito nella legge n. 40 del 6 aprile 2007 delle altre eventuali risorse provenienti da collaborazioni esterne finalizzate a garantire nelle scelte la centralità dei bisogni formativi dello studente. Decreto Ministeriale 3 ottobre 2007, n. 80 Con l entrata in vigore del D.M. n. 80/2007 si istituisce nuovamente, dopo l abolizione degli esami di riparazione a settembre nelle scuole secondarie di secondo grado, la sospensione del giudizio per gli alunni non meritevoli di ammissione a giugno. Si introduce in buona sostanza un esame valutativo delle carenze riscontrate a giugno, da espletare entro la fine dell anno scolastico e quindi entro il 31 agosto di ogni anno, per decidere l ammissione o la non ammissione alla classe successiva. L art. 6 di tale decreto ministeriale spiega che il giudizio finale interverrà, a cura dello stesso consiglio di classe, a conclusione degli interventi didattici proposti obbligatoriamente dalla scuola, dopo esami di verifica scritti ed orali e di norma entro il 31 agosto dell anno scolastico di riferimento, salvo particolari esigenze organizzative delle istituzioni scolastiche, e comunque non oltre la data di inizio delle lezioni dell anno scolastico successivo. 12

13 Nella programmazione annuale di ogni consiglio di classe, sulla base degli indirizzi generali forniti dal Collegio dei docenti, sono previste - in forma esplicita - tutte le iniziative promosse per sostenere e favorire l apprendimento di ciascun alunno; tali iniziative vengono puntualmente comunicate ai genitori degli allievi; le iniziative in questione possono essere realizzate attraverso i modelli didattici della flessibilità, ossia integrando opportunamente:le indicazioni riportate dall articolo 2, comma 82 della Ordinanza Ministeriale n. 92/2007; la utilizzazione della quota del 20% prevista dal D.M. n. 47 del 13 giugno 2006; altre soluzioni didattiche autonomamente definite dai docenti del Consiglio di classe. Tra le forme di supporto all apprendimento va menzionata la possibilità dell istituzione del cosiddetto sportello didattico. In numerose situazioni esso è risultato piuttosto efficace perché: ha consentito un più diretto rapporto docente-studente; ha favorito un attenzione più mirata nei confronti dei bisogni cognitivi e metodologici del singolo allievo in difficoltà. Ma va pure positivamente segnalata la possibilità di programmare periodi di attività didattica dedicati espressamente al recupero, al sostegno e al potenziamento. Essi possono essere previsti secondo scadenze opportunamente scaglionate e organizzati anche per temporanei gruppi classe. Tali gruppi potranno, ad esempio, essere costituiti: da studenti omogenei per le carenze dimostrate nelle stesse discipline, provenienti da classi parallele; da studenti con livelli di preparazione omogeneo, provenienti da classi parallele, che necessitino di un adeguata azione di mantenimento; da studenti con livelli di preparazione consolidata, provenienti da classi parallele. Per essi può essere prevista una proficua azione di approfondimento. Ma non va esclusa una loro funzione di assistenza e di tutoraggio nei due gruppi classe precedenti. Ordinanza Ministeriale 92 del 5 novembre Recupero debito scolastico Detta puntuali disposizioni per il recupero delle carenze formative, attraverso istruzioni operative e indicazioni organizzative che restano tuttora valide. Ecco i punti principali - Corsi di recupero Devono essere obbligatoriamente attivati dalle scuole Non possono avere una durata inferiore alle 15 ore ciascuno. La frequenza è obbligatoria a meno che le famiglie intendano non avvalersene - Verifiche intermedie Gli studenti, indipendentemente dalla frequenza dei corsi, hanno l'obbligo di sottoporsi alle verifiche organizzate dal Consiglio - Sportello di consulenza Previsto per chi vuole optare per lo studio individuale. Ogni consiglio di classe individuerà gli insegnanti a cui affidarne la gestione - Scrutinio finale In caso di insufficienze, il consiglio di classe può dare la possibilità di un ultimo appello. 13

14 Nell'albo dell'istituto sarà riportata l'indicazione "sospensione del giudizio" - Verifiche finali Devono essere svolte entro l'inizio delle lezioni dell'anno scolastico successivo In base all'esito, che terrà conto anche dei risultati conseguiti nel corso dell'anno, il consiglio di classe può decidere per l'ammissione o non ammissione dello studente alla classe successiva. CIRCOLARE PROT. N DEL ATTIVITÀ DI RECUPERO E SCRUTINI FINALI Negli interventi di sostegno e di recupero per il saldo dei debiti scolastici sono state evidenziate criticità da più parti. Tenuto conto che l anno scolastico è ormai nella fase conclusiva e in considerazione altresì del lavoro compiuto dalle scuole nell ambito della loro autonomia progettuale, risulta, allo stato attuale, impraticabile una modifica dell impianto definito dalle disposizioni vigenti e, in particolare, dal D.M. n. 80/2007. E evidente, tuttavia, che prima dell inizio del nuovo anno scolastico si dovrà procedere ad un ampia riflessione sulle criticità emerse nel corrente anno e rilevate anche dal monitoraggio in atto. L analisi da promuovere dovrà, fra l altro, riguardare la presenza delle condizioni per la piena realizzazione del principio secondo cui le attività di sostegno e di recupero costituiscono parte ordinaria e permanente del piano dell offerta formativa. Le eventuali ipotesi emendative saranno poi oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali di categoria, le associazioni professionali, le associazioni dei genitori, le consulte e le associazioni degli studenti. In considerazione della complessità degli interventi promossi o da promuovere e per venire incontro alle richieste delle scuole, l Amministrazione ha destinato all attuazione degli stessi risorse finanziarie. Ciò premesso, si ravvisa l opportunità di sottolineare che il D.M. n. 80/2007 e, soprattutto, l O.M. n. 92/2007, fissano criteri da assumersi di norma, lasciando in definitiva all autonomia della scuola le scelte organizzative inerenti gli aspetti fondamentali, quali ad esempio: consistenza oraria dei corsi; modalità di utilizzo dei docenti, anche di classi diverse; modelli di intervento (corsi di recupero, assistenza allo studio individuale, utilizzo della quota del 20% dell orario curricolare, ecc.). Un aspetto particolare riguarda i tempi di realizzazione degli interventi e delle conseguenti verifiche. Al riguardo, nel rispetto della programmazione già definita da parte delle singole istituzioni scolastiche, si precisa che entrambe le disposizioni richiamate prevedono che di norma i suddetti interventi e le conseguenti verifiche si concludano, salva ovviamente la possibilità da parte delle scuole di anticipare tale data, entro il 31 agosto. Eventuali proroghe, motivate da particolari esigenze organizzative, saranno adeguatamente valutate anche in relazione alle implicazioni correlate all avvio del nuovo anno scolastico. Le iniziative di recupero e la loro valutazione dovranno, comunque, concludersi entro la data di inizio delle lezioni. 14

15 MIURAOODGOS prot. n. 926 /R.U.U Roma, 2 febbraio 2009 Circolare n. 12 Istituti di istruzione secondaria di II grado. Attività di recupero delle carenze formative per l anno scolastico 2008/2009. Presenta una sorta di riepilogo dei principi generali e delle indicazioni normative finora enunciati. Si ricordano quelle principali: nella programmazione annuale di ogni consiglio di classe, sulla base degli indirizzi generali forniti dal Collegio dei docenti, sono previste - in forma esplicita - tutte le iniziative promosse per sostenere e favorire l apprendimento di ciascun alunno; tali iniziative vengono puntualmente comunicate ai genitori degli allievi; le iniziative in questione possono essere realizzate attraverso i modelli didattici della flessibilità, ossia integrando opportunamente: le indicazioni riportate dall articolo 2, comma 82 della Ordinanza Ministeriale n. 92/2007; la utilizzazione della quota del 20% prevista dal D.M. n. 47 del 13 giugno 2006; altre soluzioni didattiche autonomamente definite dai docenti del Consiglio di classe. Tra le forme di supporto all apprendimento va menzionata la possibilità dell istituzione del cosiddetto sportello didattico. In numerose situazioni esso è risultato piuttosto efficace perché: ha consentito un più diretto rapporto docente-studente; ha favorito un attenzione più mirata nei confronti dei bisogni cognitivi e metodologici del singolo allievo in difficoltà. Ma va pure positivamente segnalata la possibilità di programmare periodi di attività didattica dedicati espressamente al recupero, al sostegno e al potenziamento. Essi possono essere previsti secondo scadenze opportunamente scaglionate e organizzati anche per temporanei gruppi classe. Tali gruppi potranno, ad esempio, essere costituiti: da studenti omogenei per le carenze dimostrate nelle stesse discipline, provenienti da classi parallele; da studenti con livelli di preparazione omogeneo, provenienti da classi parallele, che necessitino di un adeguata azione di mantenimento; da studenti con livelli di preparazione consolidata, provenienti da classi parallele. Per essi può essere prevista una proficua azione di approfondimento. Ma non va esclusa una loro funzione di assistenza e di tutoraggio nei due gruppi classe precedenti. Per quanto riguarda gli aspetti finanziari si ribadisce che in sintesi, per l a. s. 2008/2009 le istituzioni scolastiche possono avvalersi di: a) fondi residui relativi alle risorse finanziarie assegnate alle istituzioni scolastiche nell anno decorso; b) fondo di istituto secondo quanto indicato all art. 11 della O.M. n. 92/2007; c) fondi per il miglioramento dell offerta formativa; d) risorse finanziarie aggiuntive, pari a 55 milioni di euro, in corso di trasferimento a questo Ministero da parte del Ministero dell economia e finanze, che saranno quanto prima erogati alle singole istituzioni scolastiche. 15

16 I focus group 1. La metodologia della ricerca La tecnica utilizzata per la ricerca sul recupero è quella del focus group, un intervista diffusa nella ricerca sociale a partire dagli anni quaranta, quando fu applicata nella forma di focussed interiews nell ambito della ricerca sulla comunicazione di massa e di marketing. Si tratta di una tecnica di ricerca a basso livello di strutturazione che rappresenta non un vero e proprio strumento valutativo ma piuttosto un sorta di giudizio informato, finalizzato a migliorare i processi decisionali. Lo strumento rientra nelle indagini di tipo qualitativo, fondate sull'osservazione diretta e condotte sul campo, cioè in un contesto reale che consente di osservare un fenomeno piuttosto in profondità che in ampiezza, senza alcuna pretesa generalizzante. E' utilizzato frequentemente in ricerche da sviluppare in tempi brevi nelle quali ci si ripropone di rilevare opinioni complesse non facilmente condensabili nelle domande strutturate proprie degli studi quantitativi. Proprio grazie a queste caratteristiche la tecnica è sempre più spesso impiegata nella ricerca educativa. utilità del Focus Group si sviluppa più in profondità che in ampiezzza indaga NON quanto ma se perché come in comportamenti complessi per rilevare descrizioni della realtà messe in condivisione dagli attori 16

17 Attraverso il focus group si intendono far emergere le motivazioni sottese a situazioni complesse, rappresentate da uno o più gruppi di persone interagenti, che esprimono con libertà le proprie opinioni in merito ad un problema dato. Per tali caratteristiche, il focus group è uno strumento particolarmente utile se si desidera esplorare un argomento in modo diverso e complementare a quello rappresentato dalla ricerca quantitativa rigidamente strutturata. La sua efficacia si rivela nella possibilità che offre di articolare sulla questione esaminata un giudizio complesso, in grado appunto di integrare i dati eventualmente forniti da questionari propri della ricerca quantitativa. Il focus group permette di registrare empiricamente descrizioni della realtà condivise da più attori. L interazione fra i partecipanti genera una produzione condivisa di conoscenza di natura pragmatica che rappresenta il valore aggiunto di questo tipo di esperienza. L intervista viene condotta da un moderatore il quale ha il compito, oltre che di registrare gli interventi, di osservare le modalità di interrelazione del gruppo. La durata può variare da un minimo di un ora ad un massimo di tre ore, a seconda delle situazione e del clima che in concreto si viene a creare. Il ruolo del moderatore è quello di favorire il più possibile lo scambio di libere opinioni, di creare un clima favorevole al dibattito, con uno stile di conduzione il meno direttivo possibile. Perciò il moderatore interviene raramente e con poche domande; infatti, quanto minore è il numero delle domande dirette, più limitato è il ruolo direttivo del conduttore, più ampia la gamma degli interventi e tanto maggiore risulta il valore aggiunto dell informazione. descrizione del del Focus Group giudizio informato per per migliorare il il processo decisionale composizione durata caratteristiche scopo scopo moderatore gruppo di di persone omologhe da da 2 a 23 a ore 3 ore variabile in in rapporto al al clima clima flessibilità interazione stile stile di di conduzione poco poco direttivo esplorativo Le informazioni ricavate dalla discussione costituiscono una verifica dei postulati, cioè delle ipotesi formulate all'inizio dell'indagine, utilizzate come filtri per definire le linee guida della ricerca: non è detto, infatti, che i postulati, sulla base dei quali si costruisce la check list per la lettura dei focus, coincidano con quanto emerge dal dibattito. Ciò è successo anche nel caso della presente ricerca durante la quale aspetti del problema posti in rilievo nei postulati, si sono rivelati di secondo piano nella prassi emersa dal dibattito, mentre altri aspetti, poco considerati a livello di ipotesi, sono emersi come primari e innovativi, come, per esempio, lo scarso peso dato alle forme della comunicazione esterna e interna alla scuola o la diffusione di un tipo di recupero non formalizzato secondo i canoni, ma attuato per vie alternative e spesso molto innovative. 17

18 Nel caso dell'attuale ricerca, sulla base dei criteri esposti, si sono organizzati due focus group, intervistati dal medesimo moderatore, ai quali hanno partecipato dirigenti e docenti in numero limitato in modo che a tutti si potesse concedere ampio spazio di intervento. il gruppo gruppo di individui interattivi con comunità di interessi A.E. Goldman,1987 dirigenti F G volontario collaborativo coinvolto nel problema omogeneo docenti rappresentativo in misura significativa I due gruppi omogenei, composti dallo stesso numero di dirigenti scolastici e docenti, sono stati intervistati separatamente, in qualità di esperti del problema, ma da punti di vista diversi e complementari, sulla base del presupposto che un' osservazione risulta tanto più attendibile quanto più osservatori diversi descrivono in modo analogo un fenomeno. A tale criterio ha riposto anche la scelta di dirigenti e docenti provenienti da scuole secondarie di secondo grado di diversa tipologia: Licei, Istituti Tecnici e Professionali, in modo da verificare se a differenti impostazioni corrispondessero - e in che misura - differenti scelte relative alle attività di recupero. La traccia di intervista è stata studiata in funzione del tipo di interazione desiderata. Il moderatore ha esposto in modo molto sintetico il problema su cui avrebbe dovuto vertere la discussione, ha illustrato brevemente finalità e aree della ricerca, presentata come un tentativo di fotografare la situazione esistente al fine di riflettere su quanto realmente si sta facendo riguardo al recupero. L'invito ai partecipanti è stato di evidenziare soprattutto i punti critici, entro quali limiti l'azione di recupero è costretta e quali sono le cause di tali limiti ma anche quali sono le potenzialità che la possibilità di trovare soluzioni in autonomia nei singoli istituti apre in termini di innovazione e di rapporto con gli studenti. Il moderatore ha quindi illustrato informalmente ma con precisione le aree della ricerca delineate nei postulati e le ha richiamate con apparente casualità quando la discussione - come spesso accade quando la conduzione del focus è poco direttiva - tendeva a prendere una piega spontanea che segue piuttosto gli interessi personali di chi interviene che le linee disegnate nel 18

19 progetto di ricerca e le ipotesi che si cerca di verificare. E' quindi intervenuto solo sporadicamente non solo quando si è reso necessario mantenere l'aderenza del gruppo al tema o di guidarlo a trattare anche le aree meno spontaneamente affrontate per evitare sconfinamenti ma anche per agevolare l'intervento dei partecipanti più timidi. la traccia del FG domanda introduttiva a carattere generale aree nucleo della discussione conclusione sintesi del moderatore + commenti liberi dei partecipanti al FG 2. I postulati della ricerca Parlare di recupero significa affrontare nel merito una serie di questioni che esulano dagli aspetti meramente organizzativi della scuola e investono appieno l'analisi delle strategie didattiche, non solo curricolari ma anche para ed extracurricolari e gli ambiti della motivazione e del successo scolastico. La progettazione delle attività di recupero coinvolge infatti una serie di problematiche articolate e complesse che riguardano tutta la pianificazione educativa della scuola, compresi il rapporto dello studente col contesto e della scuola con la famiglia, problematiche che sono fra loro sistemicamente interconnesse. organizzazione motivazione didattica continuità comunicazione contesto pianificazione condivisione Il problema del recupero si presenta con caratteristiche di particolare urgenza nella scuola superiore. Nel ciclo di studi secondario superiore è spesso necessario stimolare o rinforzare abilità cognitive poco o male utilizzate nel ciclo precedente degli studi ma comunque potenzialmente presenti in soggetti che spesso si iscrivono agli istituti superiori spesso senza la minima contezza 19

20 dei motivi della loro scelta. Questa osservazione vale per il biennio; e già da sola è sufficiente ad introdurre una prima riflessione che, del resto, tanto posto occupa nei focus: non si può parlare di un solo tipo di "recupero", ma piuttosto di recuperi diversificati a seconda che si tratti del biennio, a prevalente carattere formativo, o del triennio, in cui i compiti di apprendimento sono connessi strettamente con la specificità disciplinare. Così questioni organizzative dell attività scolastica come, per esempio, il rapporto tra accoglienza, orientamento e recupero, si intrecciano con l analisi dei fattori motivazionali e delle dinamiche cognitive, con cui a loro volta si intrecciano quelle metacognitive. Tale natura complessa del recupero chiama ovviamente in causa la capacità dei docenti di impostare strategie didattiche diverse da quelle curricolari e opportunamente articolate a seconda degli obiettivi da perseguire e, quindi, chiama in causa la loro formazione non solo disciplinare ma anche pedagogica e la loro abilità di mediazione. Se è vero infatti che la pianificazione del recupero non può prescindere dall'esame analitico della disciplina, è altrettanto vero che non è eludibile un approccio procedurale trasversale e comunicativo se si vuole procedere, come è apertamente dichiarato nella maggior parte dei POF esaminati nella fase preliminare della ricerca, all'attivazione di competenze. Questo breve accenno alla complessità della questione "recupero" - che per altro emerge con molta chiarezza dagli interventi dei partecipanti ai focus - può risultare utile a comprendere l'impostazione delle ipotesi di ricerca, certamente non esaustive ma mirate a far emergere alcuni aspetti problematici di fondo. Le ipotesi che hanno costituito le linee guida della ricerca sono state formulate sulla base dell'esame della letteratura esistente e di quanto è contenuto in merito al problema nei POF delle scuole secondarie di secondo grado di Milano e provincia. Dall'analisi dei documenti sono emersi come punti forti per l'articolazione dei postulati della ricerca tre aree o ambiti di ricerca: a) organizzazione e curricolo La questione del recupero, per i diversi aspetti che coinvolge, implica una riflessione a tutto campo sia sulla progettazione delle attività scolastiche, anche quelle curricolari, che sulle modalità organizzative vincolate da limiti di ogni tipo, economici e logistici. Le prime ipotesi riguardano le strategie di intervento che potrebbero e dovrebbero essere studiate e calibrate in considerazione dei particolari bisogni e obiettivi di ciascuna istituzione scolastica, caratterizzati dal rapporto col territorio e con l'utenza. Fra le modalità organizzative una delle più importanti riguarda l'impiego di docenti interni o esterni all'istituzione poiché ciò comporta una serie di problemi relativi anche ai rapporti fra docenti e fra docenti e studenti all'interno della scuola. L'organizzazione dei tempi di recupero in rispondenza alle esigenze del singolo istituto dovrebbe rivelare l'adeguatezza delle soluzioni ai bisogni e alle risorse; in quest'area è stata dedicata particolare attenzione all'eventuale impiego del 20% della quota regionale del curricolo. Un secondo settore di ipotesi concerne la comunicazione interna ed esterna alla scuola:le modalità con cui si avvisano le famiglie della necessità del recupero, le modalità di comunicazione con la scuola di provenienza dello studente o con altri istituti eventualmente in rete, con particolare riguardo al raccordo con il ciclo inferiore per il recupero di conoscenze e abilità che i docenti del secondo ciclo lamentano spesso inadeguate in ingresso nel biennio 20

21 I risultati dell'indagine hanno rivelato per questa area un sostanziale adeguamento al dettato della normativa e l'assenza di iniziative particolarmente originali. La quota del 20% del curricolo regionale non viene mai utilizzata. Poco spazio e interesse è riservato ai modi della comunicazione interna ed esterna. b. Scelte metodologiche e didattiche La seconda area di indagine riguarda la scelta degli strumenti maggiormente utilizzati, con particolare attenzione alle metodologie impiegate appositamente per il recupero che dovrebbero essere sensibilmente diverse da quelle curricolari e alternative alla lezione frontale. Si è anche ipotizzato che potessero esistere all'interno dello stesso istituto forme di modellizzazione o comunque di condivisione delle strategie di intervento tali da rendere omologa l'azione per i gruppi di recupero. Altrettanto importante è sembrato, in una scuola finalizzata dalle riforme allo sviluppo di competenze e di abilità anche metacognitive, verificare alcune ipotesi di fondo relative alla tipologia del recupero stesso: quale posto ancora occupa il possesso di conoscenze? Per quali discipline si agisce soprattutto sul recupero di abilità anche trasversali? La questione investe direttamente l'impiego di approcci innovativi atti a chiarire negli studenti le loro inclinazioni e le effettive possibilità di successo. E' l'area che ha destato il maggior interesse e ha ottenuto il maggior successo nei focus. Particolarmente degno di nota è come il recupero passi spesso piuttosto per vie informali, non ad esso specificamente dedicate, piuttosto che attraverso soluzioni formalmente etichettate; sono emerse numerose esperienze interessanti che potrebbero costituire esempi di buone pratiche spendibili in diverse realtà. Si è manifestata soprattutto una grande attenzione per il recupero di tipo motivazionale - marginale nei postulati - che ha suscitato un ampio dibattito sulla necessità di innovare e aggiornare con continuità la professionalità dei docenti, spesso inadeguata a rispondere ai nuovi bisogni che la scuola presenta. c. Verifica e valutazione Il primo settore di indagine riguarda il monitoraggio che dovrebbe essere effettuato a monte dell'azione di recupero, la sua estensione (per classe o all'intera scuola), le modalità della su realizzazione ( prove per livello, rilevazioni sulla base di criteri prestabiliti, etc...). Considerata l'istituzione dei Dipartimenti e la presenza di figure strumentali, ormai presenti da molti anni come gangli dell'organizzazione della scuola, si è ipotizzata una loro funzione importante ai fini del monitoraggio dei risultati e dell'impostazione del recupero. 21

22 gli strumenti monitorare criteri comuni rilevazioni prove per livello prove trasversali intervenire c r e a n d o nuove forme di comunicazione e documentazione riorganizza Quanto alla valutazione si è ipotizzata la presenza di modalità diverse da quelle curricolari, modalità adeguate alla verifica dell'efficacia dell'azione di recupero e tali da garantire omogeneità di criteri di verifica per tutti i recuperandi, a seconda delle lacune rilevate. Le ipotesi investono l'esistenza di criteri comuni di definizione delle prove e della loro tipologia, parametri condivisi circa la ricaduta e il peso attribuito all'esito delle prove stesse e delle azioni di recupero, nonché circa la loro efficacia e riproducibilità e una loro eventuale ricaduta in termini innovativi sulla valutazione curricolare. L'area, dopo l'argomento della comunicazione, è quella che ha suscitato minor interesse. Il monitoraggio, là dove esiste, o è effettuato a titolo personale o, quando investe l'intero Collegio dei Docenti, suscita scarsissimo interesse. Quanto alla valutazione, le forme e il peso che ad essa si attribuisce variano di caso in caso e paiono comunque affidati in esclusiva alla sensibilità del singolo docente e del Consiglio di classe. 22

23 Le interviste Il recupero è proprio diventato qualcosa di estremamente critico. E' uno strumento che viene usato con le vecchie premesse Fioroni e con le vecchie disponibilità economiche in un contesto completamente diverso. Le utenze sono diverse. Non sempre il recupero deriva dalla incapacità dello studente. In qualche caso può essere: "Ho seguito fino qui: mi manca qualche passaggio".in qualche caso:"non ho seguito mai perché sono qui pensando di essere da un' altra parte e però quando mi ci metterò recupererò tutto". Bisogna incrementare la presa di consapevolezza dello studente perché se no lo studente spesso pensa che con la sua presenza quel pomeriggio al corso di recupero ha risolto la sua colpa... Il recupero è visto dallo studente come una pena: " Perché sono un peccatore però con la presenza io sano la mia colpa." Il recupero dipende da altri fattori oltre che dalle conoscenze disciplinari : la motivazione e l'impegno. Il discorso pesante del recupero è proprio che uno si porta sempre dietro l'insuccesso e non rinasce mai a nuova vita e si sente sempre inadeguato, mentre si dovrebbe dire a un certo punto: basta e adesso ci muoviamo sul potenziamento. Il punto è che nel recupero cambia il ruolo dell'insegnante e questo lo spiazza e ne provoca la resistenza ad adottare nuove strategie Sono poche le scuole che fanno monitoraggio su tutte le attività - non soltanto sul recupero. Il recupero molto spesso è uno strumento per mettersi un po' in pace con la coscienza. Dobbiamo trovare un modo per valorizzare il momento del recupero perché allo Stato costa parecchio, alle energie dei docenti anche....e' una questione di serietà... I ragazzi devono anche capire. 1. Organizzazione e curricolo Nell'affrontare i problemi organizzativi del recupero i partecipanti ai focus concordano tacitamente su un punto preliminare: dirigenti e docenti condividono l'opinione che il Collegio dei Docenti delibera ogni anno su base standard le modalità di organizzazione del recupero e le eventuali variazioni rispetto agli anni precedenti. Qualcuno cita come parametro per le eventuali variazioni gli esiti monitorati, ma, come meglio si vedrà nell'ambito dell'apposita area di indagine, il monitoraggio risulta raramente formalizzato e comunque preso in seria considerazione dal 23

24 Collegio, ma piuttosto è spesso operato sulla base di personali impegni e riscontri di dirigenti o docenti. In ogni caso, quanto ai criteri adottati, viene fatto riferimento a quelli presenti nel POF. Evidentemente il riferimento al POF è d'ufficio, ma i partecipanti ai focus hanno ben presente la pratica di gestione degli interventi nei loro istituti tant'è vero che, se si esaminano i singoli POF, poche informazioni interessanti se ne possono trarre rispetto alla ricchezza di informazioni che emerge nel corso del dibattito A proposito dell'esame dei POF è interessante notare quanto segue: in alcuni POF non sono neppure esplicitati i criteri di attuazione dei corso di recupero. Gli IDEI vengono semplicemente citati in relazione agli esiti positivi o meno al fini della valutazione finale; ma nulla è specificato rispetto alla loro organizzazione. Si fa semplicemente riferimento alla normativa per legittimare la scelta di non scrutinare ma rimandare a settembre gli alunni con insufficienze in una o più materie con la formula della sospensione del giudizio. Nella valutazione finale si terrà conto dell'esito delle prove scritte o orali effettuate nei giorni immediatamente precedenti all'orario scolastico; in altri POF vengono semplicemente elencate le iniziative relative al recupero; in alcuni casi non sono previsti IDEI, per indisponibilità dei docenti interni, ma interventi di recupero, non meglio identificati, dopo il primo scrutinio dell'anno da effettuarsi durante la pausa didattica o durante il periodo estivo. Neanche in questo caso si specificano quali siano i criteri a cui far riferimento per effettuare i corsi; in qualche caso viene dettagliato il piano delle iniziative di recupero differenziando fra recupero in itinere - che riguarda tutte le discipline in orario curricolare - e corsi specifici estivi, limitati ad un numero ristretto di discipline in orario pomeridiano o antimeridiano. Si specifica altresì la composizione dei gruppi di studenti ammessi e la durata dei corsi. I singoli Consigli di Classe sono delegati alla determinazione delle carenze e degli obiettivi dell azione di recupero e alla scelta delle discipline interessate. In rari casi nel POF sono esplicitati e giustificati criteri di tipo metodologico (il recupero e il potenziamento relativo al metodo di studio per le discipline umanistiche; la pratica del tutoring applicata nelle classi quinte in vista dell'elaborazione delle tesine d'esame, etc.). L'analisi dei POF giustifica alcune riflessioni di fondo preliminari in considerazione del fatto che il recupero riguarda la maggior parte degli studenti e che necessita, come dirigenti e docenti sottolineano con forza, di strategie particolari e diverse da quelle messe in opera nell'insegnamento curricolare: il POF costituisce il documento costitutivo dell identità culturale e progettuale della scuola; le attività di recupero dovrebbero pertanto occuparvi un posto di particolare rilevanza, visto che gli studenti promossi a giugno costituiscono di norma non la maggioranza, ma la minoranza degli utenti e il recupero si configura, dunque, come un problema generalizzato e di vitale importanza per il funzionamento della scuola stessa ; è nello spirito dell'autonomia scolastica che, per rispetto della centralità della persona, il POF preveda un'organizzazione della didattica individualizzata, tale da consentire il successo formativo di ogni studente, ponendo al centro dell'interesse la formazione, con particolare attenzione per le fasce più deboli dell'utenza; tant'è vero che ogni POF ha spazi specifici riservati all'integrazione o al sostegno e all'orientamento in ingresso o in uscita. Ma durante l'intero percorso scolastico l'attenzione sembra piuttosto concentrata sulle modalità 24

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