Aprile 2011 La previdenza complementare

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1 Aprile 2011 La previdenza complementare Area Pianificazione Strategica, Research & IR

2 Indice Presentazione pag Key points pag Evoluzione dello scenario al 2050 pag Quadro normativo pag Adesioni pag Risorse pag Fondi pensione aperti (Fpa) pag Andamento delle gestioni pag Prospettive ( ) pag Glossario pag. 24 pag. 2

3 Presentazione La ricerca sulla previdenza complementare si articola lungo il seguente percorso: l evoluzione del contesto di riferimento al 2050 sotto il profilo dei cd. rischi demografici ; i principali aspetti del quadro normativo in materia di previdenza complementare; la fotografia del settore in termini di adesioni e risorse delle varie forme pensionistiche complementari: fondi pensione negoziali (Fpn), fondi pensione aperti (Fpa) e piani pensionistici individuali (Pip); il focus sul mercato dei Fpa con riferimento ai canali, alle linee di investimento e al patrimonio con un approfondimento sui 7 maggiori operatori che vantano una market share di oltre il 50% in termini di iscritti, nel ambitodi un comparto forte di quasi 60 competitors; l andamentodelle gestioni di Fpa e Fpn confrontato con il rendimento del Tfr sia nel 2010 sia nel quinquennio ; il confronto internazionale che sottolinea gli ampi spazi di crescita dei fondi pensione in Italia, le cui attività hanno un incidenza sul Pil attorno al 5% contro valori di Regno Unito e Stati Uniti sul 70%; le prospettive del mercato del risparmio gestito nel triennio , in cui spicca proprio la dinamica dei piani pensionistici che, insieme ai prodotti assicurativi vita, sono destinati a svolgere un ruolo essenziale. Lo studio è completato da un glossario sui principali termini previdenza complementare. che interessano la pag. 3

4 1. Key points (1/3) Rischi demografici Quadro normativo La popolazione in età da lavoro (compresa fra 15 e 64 anni) è attesa ridursi del 16% entro il 2050 in Europa. Al contrario la popolazione anziana (di età maggiore od uguale a 65 anni) aumenterà drasticamente del 77% nello stesso periodo. L invecchiamento eserciterà pressioni sempre più forti sulla spesa pubblica con un forte impatto sul equilibriodei regimi pensionistici e di protezione sociale in generale. La riforma della previdenza complementare (dlgs. 252 del 2005) mira, da un lato, alla valorizzazione di profili demandati alla scelta del singolo e, dal altro,alla promozione di un maggior grado di concorrenza tra gli operatori, in un quadro di rafforzata tutela degli aderenti. A sostegno dello sviluppo del settore, il Legislatore ha promosso una tassazione favorevole. Vantaggi fiscali Tra i vantaggi fiscali, si segnala la possibilità di dedurre dal reddito complessivo i contributi versati, fino al limite dì 5.164,57 euro al anno; i rendimenti sono tassati al 11% rispetto al 12.5% delle forme di risparmio finanziario; l aliquota diminuisce al crescere degli anni di partecipazione alla previdenza complementare. In particolare, per i primi 15 anni l aliquotaè pari al 15%; dal sedicesimo anno si riduce di 0,30 punti percentuali per ogni anno di partecipazione, fino al limite massimo di 6 punti percentuali. Con almeno 35 anni di partecipazione l aliquotascende quindi al 9%. pag. 4

5 Key points (2/3) Adesioni Gli iscritti alle forme pensionistiche complementari sfiorano i 5,3 milioni I fondi pensione negoziali sono la forma previdenziale con il maggior numero di adesioni: poco più di 2 milioni, quasi esclusivamente lavoratori dipendenti del settore privato; i fondi pensione aperti hanno raggiunto gli iscritti mentre i Pip nuovi,in sensibile crescita, hanno ormai superato il milione. Risorse Le risorse gestite della previdenza complementare si collocano attorno ai 78 miliardi a fine 2010 (+6% sul 2009), pari al 5% del Pil contro valori attorno al 70% di Stati Uniti e Regno Unito, a conferma degli ampi spazi di crescita del settore. Andamento delle gestioni Il confronto sui 5 anni evidenzia che, nonostante la gravità della crisi finanziaria, il calo dei rendimenti dei fondi pensione al apicedella crisi è stato contenuto e si è poi registrato un pronto recupero. Fondi pensione aperti (Fpa) In termini di iscritti, i primi 7 operatori (Arca Sgr, Intesa Previdenza, Axa-Mps Vita, Allianz Ras, Carifirenze, Eurizon Vita, Carige Am) vantano una market share di oltre il 50%, nel ambitodi un mercato dei fondi pensione aperti forte di quasi 60 competitors. pag. 5

6 Key points (3/3) Canali (Fpa) A livello di canali, delle oltre adesioni del 2010 circa il 65% provengono dagli sportelli bancari con una crescita del 50% rispetto al 2009 a fronte di una sostanziale stazionarietà degli agenti e di un calo del apportodel canale promotori. Linee di investimento e patrimonio (Fpa) Tra le linee di investimento, il peso delle bilanciate resta preponderante anche se in termini di tassi di crescita delle adesioni la leadership nel 2010 spetta ai comparti con garanzia. Relativamente al patrimonio, l ativo netto destinato a prestazioni dei fondi pensione aperti ha raggiunto quasi quota 7,5 mld. con un incidenza delle linee bilanciate del 53% contro il 20% delle garantite e il 19% delle azionarie. Il patrimonio medio per aderente è pari a circa euro. Prospettive L evoluzione del prossimo triennio del segmento dei fondi pensione, nel ambitodel risparmio gestito, dovrebbe essere caratterizzato da un assestamento attorno a tassi di crescita attorno al 10-11%. I piani pensionistici, insieme ai prodotti assicurativi vita, sono insomma destinati a svolgere nei prossimi anni un ruolo particolarmente importante per le potenzialità che ancora esistono nel mercato italiano per i prodotti di finalizzazione del risparmio. pag. 6

7 2. L invecchiamento dela popolazione: anno 2007 e. Percentuale della popolazione di età superiore o uguale a 65 anni (anno 2007) Inferiore a 5% Tra 5% e 9% Tra 10% e 14% Superiore o uguale a 15% Fonte: Population Reference Bureau, 2007 World Population Data Sheet L invecchiamento della popolazione è un fenomeno che negli ultimi anni ha interessato soprattutto l Europa ed il Giappone. Al 2007, infatti, la popolazione di età superiore ai 65 anni in gran parte dei paesi europei superava il 15%. pag. 7

8 . proiezioni demografiche al 2050 La percentuale di popolazione di età maggiore o uguale a 65 anni nel tempo Mondo Economie avanzate Economie emergenti Europa Nord America Oceania America Latina e Caraibi Asia Africa L old-age dependency ratio, indicatore che misura il rapporto tra la popolazione di età maggiore o uguale ai 65 anni sulla popolazione compresa fra i 15 ed i 65 anni, è stimato raddoppiare entro il Mentre Italia e Giappone risultano sia nel 2005 sia nel 2045, le Nazioni più vecchie, nel arco del prossimo quarantennio il terzo posto della Germania (che nel 2045 scompare dalla classifica) viene occupato dalla Spagna. La popolazione Europea sarà relativamente inferiore ma significativamente più vecchia nel Le aspettative di vita alla nascita, cresciute di 8 anni dal 1960, sono attese aumentare di altri 6 anni nel prossimo cinquantennio. I flussi di migrazione interni solo marginalmente influenzeranno tali trend. A partire dal 2010 la popolazione in età da lavoro (compresa fra 15 e 64 anni) è attesa ridursi del 16% entro il Al contrario la popolazione anziana (di età maggiore od uguale a 65 anni) aumenterà drasticamente del 77% nello stesso periodo. I 10 Paesi più anziani del Mondo secondo il Conventional Old-Age Dependency Ratio (OADR) 2005 OADR 2045 OADR Italia 0,327 Italia 0,757 Giappone 0,323 Giappone 0,750 Germania 0,308 Spagna 0,678 Belgio 0,294 Repubblica di Corea 0,634 Grecia 0,293 Singapore 0,619 Svezia 0,293 Cuba 0,599 Francia 0,282 Slovenia 0,598 Croazia 0,282 Austria 0,584 Lettonia 0,28 Repubblica Ceca 0,582 Portogallo 0,278 Portogallo 0,576 Fonte: Population Reference Bureau, Population Bulletin, Dicembre 2008, 2007 World Population Data Sheet pag. 8

9 Uno sguardo al Europa e al Italia L evoluzione demografica in Europa (milioni) Europa Francia 61,7 66,1 70,0 Germania 82,3 79,6 71,4 Italia 59,3 58,7 55,9 Piramide del età dela popolazione italiana, confronto Malgrado un flusso crescente di immigrazione il basso tasso di natalità limita le possibilità di crescita della popolazione Europea. La popolazione in Europa al 2050 sarà di 669 Mln di persone rispetto ai 733 del Tra i principali paesi europei continuerà a crescere solo la popolazione francese dove i tassi di fertilità rimarranno più elevati (circa 2 figli per donna anche nel 2050, rispetto ad 1,4 e 1,5 di Italia e Germania rispettivamente). Il basso tasso di natalità ed il progressivo invecchiamento della popolazione ha generato negli anni uno spostamento della piramide della popolazione. La base rappresentata dai giovani si sta progressivamente assottigliando, mentre le generazioni del baby boom nel 2050 peseranno sulle nuove generazioni confluendo nelle future classi di anziani. La piramide assumerà una forma cosiddetta a fungo. Fonte: Istat, Population Reference Bureau, 2007 World Population Data Sheet pag. 9

10 L invecchiamento dela popolazione e la spesa pensionistica Numero di lavoratori / pensionati Variazione % Area Euro 3,7 1,9-2 Italia 3,5 1,6-1,9 Germania 3,7 1,9-1,8 Francia 4 2,2-1,8 Spesa pensionistica dei Governi (in % del PIL) Variazione % Area Euro 11,5 14,1 2,6 Germania 11,1 13,1 2 Francia 12,8 14,8 2 Italia 14,3 14,7 0,4 L Europa passerà dagli attuali 4 lavoratori circa per ogni anziano di oggi ad un rapporto tra lavoratori e retired pari a 2 entro il In base alle politiche attuali l'invecchiamento eserciterà pressioni sempre più forti sulla spesa pubblica anche se la situazione varierà ampiamente in funzione dei paesi. Per quanto riguarda l areaeuro, le proiezioni indicano un aumento della spesa pubblica legata all'età poco inferiore a 3 punti di PIL tra il 2005 ed il 2050, pari ad un incremento quasi il 10% della spesa pubblica. Queste pressioni al rialzo, già evidenti a partire dal 2010, saranno particolarmente intense tra il 2020 ed il Esse riguarderanno oltre alle le pensioni, anche la salute ed i servizi agli anziani. Le finanze pubbliche globali rischiano di diventare insostenibili in molti paesi e di compromettere quindi il futuro equilibrio dei regimi pensionistici e di protezione sociale in generale. Lasciare che la spesa pubblica connessa all'invecchiamento provochi disavanzi di bilancio di tale entità condurrebbe ad una spirale di indebitamento insostenibile. Le conseguenze pregiudicherebbero il potenziale di crescita economica, comprometterebbero il funzionamento della moneta unica e richiederebbero con il tempo una rimessa in discussione delle pensioni e delle prestazioni sanitarie, il che si ripercuoterebbe negativamente sul futuro benessere dei pensionati e dei contribuenti. Fonte: Irving Fisher Committee, Bulletin n.28 Agosto 2008 pag. 10

11 Scenari di spesa pensionistica al 2040 Proiezioni debito pubblico/pil Germania Italia Scenario base Aggiustamento graduale Aggiustamento graduale e mantenimento costante dela spesa colegata al invecchiamento In un recente paper pubblicato dalla Banca dei Regolamenti Internazionali (Cecchetti e Zampolli, marzo 2010) viene effettuata una proiezione della spesa collegata al invecchiamento della popolazione per i prossimi 30 anni. Lo scenario base ipotizza che le entrate pubbliche e la spesa primaria non collegata al invecchiamento della popolazione rimangano costanti sul Pil al livello del 2011 stimato dal OCSE. Il costo del funding viene ipotizzato costante e pari alla media ed il Pil potenziale viene ipotizzato uguale a quello calcolato dal Ocsenegli anni pre-crisi. In questo caso il deficit primario/pil per i principali paesi Ocse crescerebbe vertiginosamente. Entro il 2020 l Irlandaavrebbe un rapporto del 13%, e tra l 8 ed il 10% il rapporto di Usa, UK, Spagna e Giappone. Fa eccezione l Italia. Il bel paese grazie a politiche prudenti duranti la crisi avrebbe un bilancio primario molto contenuto con conseguente contenimento della dinamica del debito che, come mostra la figura nella pagina, crescerebbe meno di quanto non dovrebbe fare quello tedesco. Nel caso poi di un graduale aggiustamento e di una spesa collegata al invecchiamentoche venisse mantenuta costante al 2040 il debito pubblico italiano scenderebbe al di sotto del 50% del Pil. Fonte: BIS, The future of public debt: prospects and implications, Mohanty, Cecchetti e Zampolli pag. 11

12 3. La previdenza in Italia: il quadro normativo (1/3) Nei primi anni 90, è iniziato il processo di riforma del sistema pensionistico italiano in presenza di un progressivo aumento della vita media (che determina di conseguenza un allungamento del periodo di pagamento delle pensioni) e il rallentamento della crescita economica (che causa una riduzione del ammontare dei contributi necessari a pagare le pensioni). Questi, in sintesi, i principali passaggi della riforma: sono state innalzate sia l età richiesta per andare in pensione sia l anzianità contributiva minima; l importo della pensione viene collegato: a) al ammontare dei contributi versati durante tutta la vita lavorativa e non più alle ultime retribuzioni percepite; b) alla crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL); c) alla durata media del periodo di pagamento della pensione (la cosiddetta speranza di vita al momento del pensionamento); la pensione viene rivalutata unicamente sulla base del inflazione(cioè del aumento dei prezzi dei beni e dei servizi) e non più in base al aumentodelle retribuzioni che, generalmente, è più elevato. Tali modifiche fanno si che, nel futuro, le nuove pensioni saranno via via più basse in rapporto al ultima retribuzione percepita (il cosiddetto tasso di sostituzione : vedi Glossario). E questa la ragione principale per cui alla previdenza obbligatoria viene affiancato il secondo pilastro del sistema: la previdenza complementare. Il quadro normativo di riferimento della previdenza complementare è attualmente delineato nel Decreto Legislativo 252 del pag. 12

13 La previdenza in Italia: il quadro normativo (2/3) L obietivodella riforma della previdenza complementare è quello di promuovere la crescita delle adesioni e l aumento del finanziamento delle forme pensionistiche complementari, mediante la possibilità di conferimento del TFR, nonché quello di predisporre strumenti che favoriscano una più consapevole partecipazione dei lavoratori. Le diverse tipologie di forma pensionistica complementare sono: Fondi pensione negoziali (Fpn): sono forme pensionistiche complementari istituite dai rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavori nel ambito della contrattazione nazionale, di settore o aziendale. A questa tipologia appartengono anche i fondi pensione cosiddetti territoriali, istituiti cioè in base ad accordi tra datori di lavoro e lavoratori appartenenti a un determinato territorio o area geografica; Fondi pensione aperti (Fpa): sono forme pensionistiche complementari istituite da banche, imprese di assicurazione, società di gestione del risparmio (SGR) e società di Intermediazione mobiliare (SIM); Piani Individuali Pensionistici di tipo assicurativo (Pip): sono forme pensionistiche complementari istituite dalle imprese di assicurazione; Fondi pensione preesistenti: sono forme pensionistiche così chiamate perché risultavano già istituite prima del Decreto Legislativo 124 del 1993 che ha disciplinato la previdenza complementare per la prima volta. pag. 13

14 La previdenza in Italia: il quadro normativo (3/3) Il nuovo assetto di regole mira insomma, da un lato, alla valorizzazione di profili demandati alla scelta del singolo e, dal altro,alla promozione di un maggior grado di concorrenza tra gli operatori, in un quadro di rafforzata tutela degli aderenti. A sostegno dello sviluppo del settore, il Legislatore ha definito una tassazione favorevole, basata sui seguenti aspetti: a)contribuzione: consente di dedurre dal reddito complessivo i contributi versati, fino al limite dì 5.164,57 euro al anno. Tale importo comprende l eventualecontributo del datore di lavoro ed eventuali versamenti effettuati a favore dei soggetti fiscalmente a carico; è esclusa la quota del TFR; b)rendimenti: sono tassati al 11% rispetto al 12.5% che si applica invece alle forme di risparmio finanziario; c) pagamento della pensione complementare: l aliquotasi riduce al crescere degli anni di partecipazione alla previdenza complementare. In particolare, per i primi 15 anni l aliquotaè pari al 15%; dal sedicesimo anno si riduce di 0,30 punti percentuali per ogni anno di partecipazione, fino al limite massimo di 6 punti percentuali. Con almeno 35 anni di partecipazione l aliquotascende quindi al 9%. pag. 14

15 4. Le adesioni (1/3) Alla fine di novembre 2010, gli iscritti alle forme pensionistiche complementari sfiorano i 5,3 milioni con una crescita del 4,4% su dicembre I fondi pensione negoziali sono la forma previdenziale con il maggior numero di adesioni: poco più di 2 milioni (-1,5% su dicembre 2009), quasi esclusivamente lavoratori dipendenti del settore privato. I fondi pensione aperti hanno raggiunto gli iscritti, mentre, con riferimento al 3 pilastro, i PIP nuovi hanno ormai superato il milione, con un progresso del 23,2% su dicembre Fondi pensione negoziali Fondi pensione aperti Fondi pensione preesistenti PIP "nuovi" PIP "vecchi" Totale (*) La previdenza complementare: iscritti (dati di fine periodo ) 2010 Nov Var. % nov10/ dic ,5% ,7% ,2% ,4% (*) Nel totale i dati includono FONDINPS Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati COVIP pag. 15

16 Le adesioni (2/3) Più in dettaglio, nel 2010 si è accentuato, con riferimento alle forme istituite dagli intermediari finanziari abilitati, il divario nella crescita tra i PIP che hanno registrato oltre nuove adesioni e FPA con nuovi iscritti. Relativamente al comparto dei FPN, si registra addirittura un calo di circa adesioni, riconducibile anche alle persistenti difficoltà del mercato del lavoro. Sottoscrizioni 2010 (% sul totale) FPN 11% FPA 12% Sottoscrizioni (da inizio attività) (% sul totale) PIP 38% FPN 44% PIP 77% FPA 18% Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati IAMA pag. 16

17 Le adesioni (3/3) Il tasso di adesione, calcolato come rapporto tra iscritti e occupati, alla fine del 2009 è risultato del 26,9% per i lavoratori dipendenti del settore privato e del 21,7% per i lavoratori autonomi, che aderiscono, per quasi la totalità, ai fondi pensione aperti e ai PIP. Marginale, intorno al 4%, è invece il tasso di adesione dei lavoratori dipendenti del settore pubblico: tali iscritti fanno capo al unico fondo pensione negoziale destinato al settore del pubblico impiego (comparto scuola), a due fondi pensione preesistenti destinati al personale delle università, nonché ai fondi territoriali aperti alle adesioni anche di questa categoria di lavoratori. Tipologia di lavoratori Dipendenti del settore privato Totale (*) La previdenza complementare: tassi di adesione Dipendenti del settore pubblico Autonomi Adesioni Occupazione Tasso di adesione (%) ,9% ,9% ,7% ,1% (*) Dati di fine Fonte: Elaborazioni Servizio Research BMPS su dati Covip e Istat pag. 17

18 5. Le risorse (1/2) Sul piano del offerta, sempre con riferimento ai fondi pensione aperti e pip, è confermata la tendenza al consolidamento e alla razionalizzazione delle iniziative previdenziali: fusioni, cessione di fondi, riorganizzazione societarie ecc. Sul fronte dei fondi pensione negoziali, si registra una sostanziale situazione di stallo: ormai quasi tutti i settori del lavoro dipendente privato sono già interessati da forme di origine negoziale mentre resta scarsa la copertura del settore del pubblico impiego ed al lavoro autonomo è dedicata solo una forma negoziale. La previdenza complementare: risorse (dati di fine periodo-importi in mln. ) Fondi 2010 Sett 2009 Var. % set10/ dic09 Fondi pensione negoziali Fondi pensione aperti Fondi pensione preesistenti PIP "nuovi" PIP "vecchi" Totale (*) ,1% ,7% ,4% ,4% (*) Nel totale i dati includono FONDINPS Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati COVIP pag. 18

19 La previdenza complementare in Italia: (2/2) Il grafico riepiloga la crescita del settore in termini di iscritti e risorse. In particolare, spicca il salto nel biennio , a seguito della riforma, e il successivo rallentamento del numero degli iscritti. Ciò conferma la necessità di adottare ulteriori iniziative per favorire una ripresa delle adesioni a cominciare dalle categorie il cui futuro previdenziale presenta maggiori incertezze: donne, giovani, lavoratori delle Pmi, i residenti nelle regioni meridionali. Tra le linee di intervento, si evidenzia: la razionalizzazione delle agevolazioni fiscali, da allineare a quelle degli altri paesi; l avvio dei fondi di previdenza complementare nel pubblico impiego; l introduzione di incentivi volti ad accrescere la diffusione delle prestazioni in forma di rendita; l ampliamentodello spettro di investimenti consentiti ai fondi pensione; la razionalizzazione del mercato attraverso fusioni e concentrazioni. La previdenza complementare in Italia Num. Iscritti (migliaia; sc.sin) Risorse (mln ; sc.ds) (set) Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati COVIP pag. 19

20 6. FPA: i numeri dei maggiori competitors da inizio attività In termini di iscritti, i primi 7 operatori vantano una market share di oltre il 50% nel ambito di un mercato dei fondi pensione aperti forte di quasi 60 competitors. A livello di canali, delle oltre adesioni del 2010 circa il 65% provengono dagli sportelli bancari con una crescita del 50% rispetto al 2009 a fronte di una sostanziale stazionarietà degli agenti e di un calo del apporto del canale promotori. Tra le linee di investimento, il peso delle bilanciate resta preponderante anche se in termini di tassi di crescita delle adesioni la leadership nel 2010 spetta ai comparti con garanzia. Relativamente al patrimonio, l ativo netto destinato a prestazioni dei fondi pensione aperti ha raggiunto quasi quota 7,5 mld. con un incidenza delle linee bilanciate del 53% contro il 20% delle garantite e il 19% delle azionarie. Il patrimonio medio per aderente è pari a circa euro. Arca Sgr ,09% ,76% ,50% Intesa Previdenza ,64% ,88% ,78% Axa-Mps Vita Allianz Ras Carifirenze Eurizon Vita Carige Am Società (*) Importo:.000 Classifica dei principali competitors (da inizio attività al 30 novembre 2010 ) Iscritti Numero Mkt share Contributi Importo (*) Mkt share Patrimonio Importo (*) Mkt share ,65% ,41% ,44% ,10% ,17% ,29% ,49% ,55% ,15% ,42% ,94% ,52% ,10% ,42% ,81% Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati IAMA pag. 20

21 7. FPN e FPA: l andamento dele gestioni nel 2010 Il 2010 è stato un anno positivo per le gestioni dei fondi pensione di categoria (+3,05% il rendimento medio ponderato per patrimonio sui diversi comparti) e per quelli aperti (+3,3% - media semplice della performance) come evidenziato dal confronto con inflazione (+1,5% nella media del 2010 e +1,9% a dicembre) e Tfr (75% del inflazione+ 1,5%). Il confronto sui 5 anni evidenzia che, nonostante la gravità della crisi finanziaria, il calo dei rendimenti dei fondi pensione al apicedella crisi è stato contenuto e si è poi registrato un pronto recupero. Andamento delle gestioni Rendimento 2010 Rendimento Fondi pensione aperti (Fpa) 1,15% 3,30% Fondi pensione negoziali (Fpn) 2,27% 3,05% Trattamento di fine rapporto (Tfr) 2,61% 2,57% Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati Assofondipensione pag. 21

22 8. Prospettive: confronto internazionale (1/2) Dal confronto internazionale emergono gli ampi spazi di crescita dei fondi pensione in Italia. In valori assoluti il mercato più ampio tra i paesi del Ocseè quello statunitense, le cui attività ammontano a miliardi di dollari, pari a oltre il 57% degli asset complessivi. Seguono il Regno Unito con miliardi di Usd e una quota del 9,5%, i Paesi Bassi e il Giappone entrambi con circa miliardi di Usd pari al 6,2% del totale, e l Australiae il Canada ambedue con 800 miliardi di Usd e il 4,8% del totale. I primi sei paesi detengono oltre l 89% delle attività totali, gli altri, tra cui tutte le grandi economie del area euro, compresa l Italia, insieme superano di poco il 10%. Anche in base al rapporto Fondi pensione/pil, spiccano il Regno Unito (73%) e Stati Uniti (67,8%) mentre le grandi economie europee, Germania, Francia e Italia rimangono su valori compresi tra il 4% e il 5%. Australia 5% Giappone 6% Paesi Bassi 6% Regno Unito 10% Attività dei fondi pensione nei paesi Ocse (% sul totale) Canada 5% Altri paesi 11% Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati Ocse Stati Uniti 57% pag. 22

23 Prospettive: (2/2) L evoluzione del prossimo triennio del segmento dei fondi pensione, nel ambitodel risparmio gestito, dovrebbe essere caratterizzato da un assestamento attorno a tassi di crescita attorno al 10-11%. I piani pensionistici, insieme ai prodotti assicurativi vita, sono insomma destinati a svolgere nei prossimi anni un ruolo particolarmente importante per le potenzialità che ancora esistono nel mercato italiano per i prodotti di finalizzazione del risparmio, nel ambitodi un maggiore orientamento verso un orizzonte temporale di medio e lungo termine. Fondi pensione e mercato del risparmio gestito (consistenze in mld. e var. %) Fondi comuni 600,3 394,2 430,4 447,2 476,6 508,5 547,3 var. % -6,2-34,3 9,2 3,9 6,6 6,7 7,6 Gestioni patrimoniali 522,9 414,3 450,4 488,2 525,0 565,9 609,8 var. % -4,5-20,8 8,6 8,4 7,5 7,8 7,8 Fondi pensione 52,0 54,7 64,0 71,0 78,8 87,1 96,5 var. % 10,5 5,2 17,0 10,9 11,1 10,5 10,8 Riserve ramo vita 397,9 374,0 420,3 452,4 490,3 535,6 608,7 var. % -0,6-6,0 12,4 7,6 8,4 9,2 13,6 Fonte: elaborazioni Servizio Research BMPS su dati Prometeia pag. 23

24 9. Glossario (1/5) Adesione collettiva Modalità di adesione alle forme pensionistiche complementari definita sulla base di accordi collettivi a qualunque livello, anche aziendali, che intervengono tra datori di lavoro e lavoratori; l adesionecollettiva a fondi pensione aperti è possibile anche in presenza di fondi negoziali di riferimento. Adesione tacita Adesione dei lavoratori dipendenti del settore privato che non esprimono alcuna volontà nei tempi e nei modi fissati dal Dlgs. 252/2005 per il conferimento del TFR maturando alla previdenza complementare; tali lavoratori vengono comunque iscritti a un fondo pensione secondo i criteri definiti dal Decreto (vedi Conferimento TFR). Capitalizzazione individuale Sistema tecnico finanziario in base al quale il montante accumulato sul conto individuale di ciascun iscritto costituisce la base per il pagamento della prestazione pensionistica. Conferimento del TFR Conferimento esplicito: avviene in base a una scelta esplicita del lavoratore dipendente e può riguardare tutte le forme di previdenza complementare. Conferimento tacito: avviene qualora il lavoratore non effettui nei termini di legge una scelta esplicita relativamente al conferimento del TFR maturando. In questo caso il datore di lavoro trasferisce il TFR alla forma pensionistica collettiva di riferimento cioè a un fondo negoziale oppure a un fondo pensione aperto individuato in base ad accordi collettivi. Fondo pensione a contribuzione definita Fondo pensione nei quale l entità della prestazione pensionistica complementare dipende dai contributi versati e dai risultati della gestione finanziaria. pag. 24

25 Glossario (2/5) Fondo pensione a prestazione definita Fondi pensione aperti (FPA) Fondo pensione nel quale l entità della prestazione pensionistica complementare è preventivamente determinata, di norma, con riferimento a quella del trattamento pensionistico obbligatorio. L importo del contributo può conseguentemente variare nel tempo in modo tale da poter assicurare l erogazionedella prestazione prefissata. Fondi pensione istituiti da banche, SGR. SIM e imprese di assicurazione rivolti, in linea di principio, a tutti i lavoratori. L adesione è consentita su base individuale ovvero su base collettiva. Possono aderire a tali fondi anche soggetti che non svolgono attività di lavoro. I fondi pensione aperti sono istituiti come patrimonio di destinazione ai sensi del art del codice civile, con delibera del organo di amministrazione della società. Fondi pensione negoziali (FPN) Fondi pensione costituiti in base al iniziativadelle parti sociali mediante contratti o accordi collettivi a qualunque livello, regolamenti aziendali, accordi tra lavoratori autonomi o liberi professionisti promossi dai sindacati o dalle associazioni di categoria. Sono aperti al adesione dei lavoratori appartenenti ad aziende, gruppi di aziende o enti, settori o categorie o comparti per i quali trova applicazione il contratto o l accordostipulato. Fondi pensione preesistenti Fondi pensione già istituiti alla data del 15 novembre 1992, quando entrò in vigore la legge delega in base alla quale fu poi emanato il Dlgs. 124/1993. Con DM Economia 62/2007 è stata dettata la disciplina per l adeguamento alla nuova normativa di sistema introdotta dal Dlgs. 252/2005. Sono denominati fondi pensione preesistenti autonomi quelli dotati di soggettività giuridica. Sono denominati fondi pensione preesistenti interni quelli costituiti come poste di bilancio o patrimonio di destinazione delle imprese - banche, imprese di assicurazione e società non finanziarie - presso cui sono occupati i destinatari dei fondi stessi pag. 25

26 Glossario (3/5) Fondinps Indicatore sintetico dei costi (ISC) PIP Forma di previdenza complementare a contribuzione definita prevista dal art. 1 (c. 2) della l. 243/2004 (Legge delega di riforma del sistema previdenziale) la cui costituzione presso l INPS è stabilita dal art. 9 del Dlgs. 252/2005 per accogliere il TFR relativo alle adesioni tacite quando non vi sia una forma collettiva di riferimento. Indicatore che fornisce una rappresentazione immediata del incidenza, sulla posizione individuale maturata, dei costi sostenuti dal aderentedurante la fase di accumulo. E calcolato secondo una metodologia definita dalla COVIP in modo analogo per tutte le forme dl previdenza complementare di nuova istituzione. In particolare, è dato dalla differenza tra due tassi di rendimento (entrambi al netto del prelievo fiscale): quello relativo a un ipotetico piano di investimento che non prevede costi e il tasso interno di un piano che li considera. Sul sito della COVIP viene pubblicato l elenco del ISC dei fondi pensione negoziali, dei fondi pensione aperti e dei PIP. Forme pensionistiche individuali realizzate attraverso contratti di assicurazione sulla vita. Non possono essere destinatari di conferimento con modalità tacite del TFR. L impresadi assicurazione può prevedere che la posizione individuale del aderente sia collegata a gestioni separate di ramo I e/o a fondi interni assicurativi oppure a OlCR (unit linked rientranti nel ramo III). Non è invece possibile istituire PIP mediante prodotti index linked, pure rientranti nel ramo III. Sono denominati PIP nuovi i PIP conformi al Dlgs. 252/2005 e iscritti al Albo tenuto dalla COVIP. Possono essere PIP vecchi successivamente adeguati o PIP istituiti successivamente al Sono denominati PIP vecchi i PIP relativi a contratti stipulati fino al per i quali l impresadi assicurazione non abbia provveduto agli adeguamenti di cui al art. 23, comma 3 del Dlgs. 252/2005. pag. 26

27 Glossario (4/5) Sistema contributivo Sistema di calcolo della prestazione pensionistica che si basa sui contributi versati nel corso del intera vita lavorativa, rivalutati annualmente con un coefficiente di capitalizzazione, e sul età al momento del pensionamento. Per ottenere il valore della prestazione il montante cosi ottenuto viene correlato, mediante coefficienti di trasformazione, alla speranza di vita dei soggetto al momento del pensionamento. Sistema pensionistico a ripartizione Sistema finanziario di gestione nel quale i contributi previdenziali versati nel anno solare di riferimento per i lavoratori attivi sono utilizzati per finanziare l erogazione delle prestazioni previdenziali ai pensionati; in tal modo non c è alcuna accumulazione di risorse finanziarie e la gestione è puramente amministrativo/contabile. Sistema pensionistico a capitalizzazione Sistema finanziario di gestione nel quale i contributi versati per i lavoratori attivi vengono accantonati, anche in conti individuali, e vengono gestiti secondo le tecniche del investimentofinanziario con la finalità di costituire un montante per la successiva erogazione della pensione. Sistema retributivo Sistema di calcolo della prestazione pensionistica che si basa sulla anzianità contributiva acquisita e sulla retribuzione percepita nel periodo lavorativo. pag. 27

28 Glossario (5/5) Tasso di copertura (sostituzione) Detto anche tasso di sostituzione, esprime il rapporto fra la prima rata annua di pensione erogata e l ultimaretribuzione annua percepita. Trasferimento Facoltà riconosciuta al iscritodi trasferire la posizione individuale ad un altraforma pensionistica complementare: in caso di accesso a una nuova attività lavorativa, in qualsiasi momento (trasferimento per perdita dei requisisti di partecipazione); volontariamente, decorsi due anni di iscrizione alla forma pensionistica. Il trasferimento non comporta tassazione e implica anche il trasferimento del anzianità di iscrizione maturata presso la forma pensionistica di precedente appartenenza. Trattamento di fine rapporto (TFR) Ammontare corrisposto dal datore di lavoro al lavoratore dipendente ai termine del rapporto di lavoro, calcolato sommando per ciascun anno di servizio una quota pari e comunque non superiore al importo della retribuzione dovuta per l anno stesso divisa per 13,5; la complessiva somma accantonata viene rivalutata al 31 dicembre di ogni anno, con l applicazionedi un tasso costituito dal 1,5% in misura fissa e dal 75% del aumento del indice dei prezzi al consumo ISTAT rispetto al mese di dicembre del annoprecedente. Vecchi iscritti Soggetti iscritti alla previdenza obbligatoria primo del 29 aprile 1995 e iscritti alla previdenza complementare prima della data di entrata in vigore della Legge 421/1992. La condizione di vecchioiscrito si perde in caso di riscatto del intera posizione maturata. pag. 28

29 Contatti Area Pianificazione Strategica, Research & Investor Relations Alessandro Santoni Research Investor Relations Pianificazione Strategica e Business Development Stefano Cianferotti Elisabetta Pozzi Marco Torre Macroeconomia e Congiuntura Rating e Debito Pianificazione Strategica Antonio Cillis Laura Governi Catia Polli Lucia Lorenzoni Nicola Zambli Simone Maggi Paola Fabretti Anna Di Giuliano Mercati Creditizi Distretti e Territori Business Development Marcello Lucci Antonella Rigacci Pietro Ripa Giuseppe Alfano Giovanni Papiro Guido Poli Raffaella Stirpe Claudia Ticci Cesare Limone Lorenzo Burelli Autori Pubblicazione Stefano Cianferotti stefano.cianferotti@banca.mps.it Tel: Si ringrazia Lucia Lorenzoni e Antonella Rigacci per la preziosa collaborazione alla realizzazione del report Disclaimer This analysis has been prepared solely for information purposes. This document does not constitute an offer or invitation for the sale or purchase of securities or any assets, business or undertaking described herein and shall not form the basis of any contract. The information set out above should not be relied upon for any purpose. Banca Monte dei Paschi has not independently verified any of the information and does not make any representation or warranty, express or implied, as to the accuracy or completeness of the information contained herein and it (including any of its respective directors, partners, employees or advisers or any other person) shall not have, to the extent permitted by law, any liability for the information contained herein or any omissions therefrom or for any reliance that any party may seek to place upon such information. Banca Monte dei Paschi undertakes no obligation to provide the recipient with access to any additional information or to update or correct the information. This information may not be excerpted from, summarized, distributed, reproduced or used without the consent of Banca Monte dei Paschi. Neither the receipt of this information by any person, nor any information contained herein constitutes, or shall be relied upon as constituting, the giving of investment advice by Banca Monte dei Paschi to any such person. Under no circumstances should Banca Monte dei Paschi and their shareholders and subsidiaries or any of their employees be directly contacted in connection with this information pag. 29

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