Piattaforma per il rinnovo dell accordo sulla previdenza complementare per i post 93

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1 Piattaforma per il rinnovo dell accordo sulla previdenza complementare per i post 93 Le pensioni debbono essere protette e debbono garantire condizioni di vita dignitose MANIFESTO DI ATENE (12 CONGRESSO CES)

2 In Banca d Italia, uno schema previdenziale per i lavoratori assunti dal 1993 è stato previsto solo a partire dal La realizzazione dell impianto previdenziale ha richiesto una gestazione lunga 8 anni; l avvio è stato connotato da previsioni coerenti con il quadro di riferimento e lo spirito del tempo, sulle quali è apparso tuttavia opportuno aprire, ben presto, una profonda riflessione al fine di avviare un processo capace di perseguire l obiettivo di assicurare, agli aderenti al Fondo, una copertura previdenziale adeguata e fondamentalmente in linea con il trattamento spettante al restante personale. La conversione dell I.F.R. nell assai meno vantaggioso T.F.R., la contribuzione a carico della Banca piuttosto contenuta e la totale assenza di meccanismi per tutelare i singoli aderenti dalle avverse vicende dei mercati avevano, infatti, determinato condizioni di partenza non ottimali. Da lì, una lunga stagione rivendicativa, incentrata sull azione sindacale unitaria, per assicurare ai più giovani i giusti trattamenti, anche in una logica di ricomposizione generazionale. In questa ottica sono da leggere i due importanti rinnovi contrattuali dell aprile del 2006 e del giugno Le rivendicazioni, contenute in una piattaforma unitaria delle sette sigle presenti in Banca nel 2003, hanno portato alla ridefinizione di tutti i parametri fondamentali per il funzionamento del Fondo Complementare, determinando un rinnovato schema incentrato su un contributo datoriale passato dal 2,4% al 7,3% (a fronte di un versamento del lavoratore pari al 2,5%) e sulla previsione di una garanzia di rendimento per tutti gli aderenti al Fondo. L acquisizione del principio della necessità di una garanzia di rendimento ha costituito un sensibile passo in avanti, anche per tempistica se si tiene conto che le nuove prescrizioni sono state introdotte proprio alla vigilia della gravissima crisi nella quale il mondo è completamente immerso ormai da quasi 3 anni. Di altrettanto rilievo è pure stata, da un punto di vista più strettamente sindacale, la scelta di fare solidarietà intergenerazionale stornando parte del monte salari complessivo (in particolare una quota delle risorse destinate a remunerare gli incrementi di produttività) a favore esclusivo degli aderenti al Fondo Complementare. Oggi, in Banca come nel Paese, la situazione si presenta molto difficile. Sul piano generale si susseguono le scelte dell Esecutivo tese a colpire nel profondo il lavoro, tutto il lavoro. All interno il vertice dell Istituto si distingue per il recepimento piatto e acritico anche in Banca d Italia, di scelte che penalizzano tutti i lavoratori, ma in particolare i più giovani, nonché per la mancanza di consapevolezza della complessiva condizione lavorativa, frutto in buona parte di un processo di riorganizzazione attento prevalentemente ai soli aspetti mediatici. Complessa per il fronte sindacale che, nonostante la gravità del momento e gli sforzi compiuto in più occasioni dalla Fisac CGIL, continua a presentarsi frammentato al confronto con la Banca. Anche sul tema della previdenza complementare sul quale in passato, proprio la definizione di un percorso comune, aveva consentito di raggiungere fondamentali risultati in termini di acquisizioni positive per gli aderenti. Quella che segue è la piattaforma rivendicativa elaborata, nel contesto dato dalla Fisac-CGIL Banca d Italia per addivenire al rinnovo dell accordo concernente la previdenza complementare dei lavoratori assunti a partire dal 28 aprile La piattaforma è aperta al contributo propositivo di tutti. L auspicio è, ovviamente, che il documento possa essere di stimolo a nuove progressive interazioni con tutte le Sigle presenti in Banca e che tali interazioni siano il preludio di una nuova fase unitaria che agevoli il confronto negoziale, nell esclusivo interesse dei lavoratori. 2

3 1. CONTRIBUTO A CARICO DELLA BANCA AL 7,5% Il contributo a carico della Banca al 7,5% configurava nella precedente piattaforma unitaria uno dei due pilastri sui quali costruire l equivalenza finanziaria minimale tra i due istituti dell I.F.R. e del Fondo Complementare. L obiettivo, ora, non può che essere riconfermato e lo strumento, ovviamente, risulta sicuramente ancora appropriato. Si impongono, però, alcune precisazioni. 1.a. Il livello del 7,5% dovrà raggiungersi prescindendo da qualsiasi decisione contingente. Si dovrà pertanto prevedere di non fare più affidamento su alcun contributo intergenerazionale e/o intragenerazionale. Si libererebbero, così, anche alcune risorse che, per quanto di limitata entità, dato il quadro di triste austerità voluto dall Esecutivo, configurerebbero le uniche possibili fonti cui attingere per generare qualche incremento salariale per i lavoratori tutti, giovani e non. 1.b. Al 7,5% si dovrà arrivare evitando di conteggiare inappropriati oneri per i lavoratori concernenti la garanzia di rendimento che dovrà, invece, essere a totale carico della Banca. 1.c. Nell attestarsi al 7,5% non dovrà tenersi conto del contributo a carico del singolo lavoratore. A prescindere che quest ultimo versi anche solo lo 0,5%, la Banca dovrà versare il 7,5%. Solo per la fase di applicazione del blocco della contrattazione, transitoriamente, al fine di neutralizzare almeno parzialmente per i dipendenti più giovani gli effetti previdenziali del decreto anticrisi, si può valutare di mantenere in vita l attuale vincolo del contributo minimo del 2,5% a carico del lavoratore per usufruire del versamento massimo a carico della Banca. Nel farlo, occorrerà, però prevedere che la Banca si faccia carico anche del 2% di differenza tra lo 0,5% e il 2,5%. In sintesi, il contributo al 7,5% dovrà essere integralmente strutturale e dovrà confluire senza alcuna decurtazione al conto individuale di ciascun aderente. Per il prossimo triennio, inoltre, al 7,5% si affiancherà un ulteriore 2,5% che farà capo al singolo lavoratore solo per lo 0,5%, mentre la Banca si addosserà l ulteriore onere del 2%. 2. GARANZIA DI RENDIMENTO MAGGIORATA E DIFFERENZIATA Il secondo pilastro della precedente piattaforma unitaria, accanto all aumento del contributo al 7,5%, era costituito dalla definizione di un rendimento minimo per ciascuno dei due comparti in cui, allora, il Fondo Complementare si articolava. Ad oggi, rinunciando a formulare qualsiasi considerazione sul terzo comparto (quello monetario), quella rivendicazione sindacale e la conseguente apertura aziendale si segnalano per la lungimiranza che connotò il nostro agire. Ne deriva l esigenza di dover consolidare il meccanismo, prevedendo tassi di rendimento garantito più elevati e che tengano conto dell effettiva dinamica inflattiva. L intento, in questa fase, deve essere quello di garantire un rendimento reale coerente con il profilo di rischio prescelto. 3

4 In questa prospettiva, il tasso di rendimento garantito base dovrà essere definito dalla somma del tasso annuale di variazione dei prezzi al consumo per l area dell euro e dal tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali della BCE, così come desumibili dalle apposite tavole annualmente pubblicate dall Istituto nell Appendice alla Relazione. Il tasso base sarà, ovviamente, quello da utilizzare per fornire la garanzia agli aderenti al comparto azionario; per l obbligazionario, invece, il tasso base dovrà essere aumentato dell 1,5% coerentemente con quanto attualmente previsto nello schema che già regola la previdenza complementare in Banca d Italia. A mero titolo esemplificativo, qui di seguito si riproduce la tabella di calcolo che avremmo dovuto utilizzare nello scorso decennio per attenerci al metodo di calcolo proposto. PREZZI AL CONSUMO TASSO DI RIFERIMENTO TASSO GARANTITO BASE TASSO GARANTITO (+1,5%) ,40 3,25 5,65 7, ,30 2,75 5,05 6, ,10 2,00 4,10 5, ,20 2,00 4,20 5, ,20 2,25 4,45 5, ,20 3,50 5,70 7, ,10 4,00 6,10 7, ,30 2,50 5,80 7, ,30 1,00 1,30 2, ,90 1,00 2,90 4,40 media 2,10 2,43 4,53 6,03 L obiettivo, in definitiva, è quello di rafforzare l importante principio della garanzia di rendimento, intervenendo per migliorare ed efficientare i meccanismi tecnici di determinazione della garanzia stessa. 3. COEFFICIENTI DI CONVERSIONE DEFINITI EX-ANTE E NON PREVEDENDO MODIFICHE UNILATERALI Sin dalla strutturazione dello schema previdenziale per i dipendenti più giovani la Banca non si è distinta per scelte particolarmente illuminate dal punto di vista attuariale. Sul tema, ad oggi si rende necessario un altro tipo di interazione tra Sindacato e Istituto. Non si può più attendere l esito nefasto di revisioni unilaterali volute dalla Banca per i coefficienti di conversione in rendita delle posizioni individuali. Tali revisioni, assolutamente discrezionali, andrebbero infatti a neutralizzare larga parte delle eventuali acquisizioni in termini di accresciuti contributi. Ecco allora che, anche coerentemente a quanto sostenuto in letteratura, è necessario definire dei coefficienti validi per ciascun lavoratore all atto dell adesione e non modificabili discrezionalmente dalla Banca per tutta la sua vita lavorativa. 4

5 Ovviamente, in caso di modifiche sensibili del quadro demografico di riferimento, se ne dovrà prevedere una sua attenta analisi, ma qualunque intervento sui coefficienti potrà realizzarsi solo con l accordo del sindacato e dopo che i lavoratori, chiamati ad esprimersi sulla vicenda, abbiano espresso il loro voto favorevole. 4. PENSIONI INDICIZZATE ALL INFLAZIONE Le pensioni debbono essere protette e debbono garantire condizioni di vita dignitose. Questo slogan adottato come sottotitolo del nostro lavoro è mutuato dal Manifesto stilato dai Sindacati Europei riuniti ad Atene nei giorni scorsi per il loro 12 Congresso. Si tratta sicuramente di uno dei capisaldi del sindacalismo unitario in qualunque paese democratico ed in qualunque fase storica si voglia esaminare. Per quanto concerne il nostro Fondo Complementare, tenuto conto che i primi aderenti hanno ormai alle spalle più anni di lavoro di quanti ne abbiano davanti, accanto a quanto già previsto nelle pagine precedenti per la fase di accumulazione e di conversione in rendita, sono ormai maturi i tempi per valutare di fornire adeguate sicurezze anche per la fase di erogazione delle prestazioni. L approccio da noi proposto è molto semplice: senza immaginare improbabili meccanismi di super-indicizzazione che tengano conto della crescita reale o dei tassi di rendimento dei mercati finanziari durante il pensionamento del singolo, si ritiene però che tutte le pensioni debbano essere pienamente indicizzate per tutto il periodo di erogazione al tasso di inflazione, scegliendo di utilizzare il già indicato tasso annuale di variazione dei prezzi al consumo per l area dell euro. Alla Banca la scelta di come gestire le risorse accumulate durante tutta la vita attiva di ognuno, ma a ognuno la certezza della prestazione dopo il pensionamento. 5. TAVOLO TECNICO PER LA REINTRODUZIONE DELL R.T.Q. Questo paragrafo si incentrerà unicamente su una enunciazione di principio. È tempo per tornare ad avere la possibilità per i post 93 di fruire delle medesime previsioni dell R.T.Q. che, in vigore per tutti sino al 28 aprile 1993, lo sono solo per gli ante 93 da quel lontano giorno. Ovviamente, il riferimento non è indistintamente e velleitariamente a tutte le previsioni presenti nell R.T.Q., ma solo a quelle per le quali non esiste alcun impedimento normativo esterno alla loro reintroduzione. A mero titolo esemplificativo, si consideri la profonda iniquità derivante dalla non applicazione dell articolo 22 dell R.T.Q. nei casi di premorienza e inabilità per i soli dipendenti post 93. Iniquità, però, facilmente superabile laddove, appunto, l applicazione dell articolo in questione fosse estesa a tutti, ante e post 93. 5

6 In questa prospettiva, sarà opportuno prevedere l istituzione di un tavolo tecnico al quale Banca e Sindacato (possibilmente unitariamente) si confrontino sui singoli articoli dell R.T.Q., valutando ciò che è effettivamente proibito e ciò che non lo è. 6. PENSIONE COMPLEMENTARE E INDENNITÀ Nel parlare dei due pilastri fondamentali della precedente piattaforma unitaria, si è specificato come l aumento del contributo a carico della Banca e la concessione della garanzia di rendimento fossero, appunto, le fondamenta sulle quali costruire l edificio della equivalenza finanziaria minimale tra i due istituti dell I.F.R. e del Fondo Complementare. Ora, è venuto il momento di andare oltre prevedendo, in analogia con quanto accade per tutti i lavoratori ante 93, un ulteriore Istituto previdenziale che si affianchi al Fondo Complementare. Non sfugge, infatti, ad alcuno di noi che la strutturazione dello schema di previdenza complementare così come proposto sin qui in questo documento rivendicativo configura solo un primo passo per portare sullo stesso piano ante e post 93. Per giungere a una piena confrontabilità occorre reintrodurre le tre annualità. All atto del lasciare la Banca, un lavoratore ante 93 ha diritto all I.F.R.. Ha poi diritto alla pensione integrativa a carico dell apposito fondo T.Q.P. o, qualora non abbia maturato il diritto e ricorrano determinate circostanze, ha titolo a percepire una somma pari a tre annualità di stipendio. Ebbene, occorrerà muoversi in assoluta analogia per i post 93. All atto del lasciare la Banca, un lavoratore post 93 avrà diritto alla pensione a valere sulla sua posizione individuale al Fondo Complementare o, qualora non abbia maturato i requisiti, avrà diritto a spostare tale posizione ad altro Fondo. Avrà poi diritto a percepire una somma pari ad un quindicesimo dello stipendio annuo per ciascun anno di adesione al Fondo, prescindendo da altre specifiche circostanze. Nel procedere in questa prospettiva sarà forse opportuno rimuovere l ostacolo delle circostanze necessarie perché il lavoratore ante 93 possa esercitare il suo diritto. Ma ancor più rilevante, nell intento di ricondurre ad assoluta unità la platea dei post 93, sarà l adozione di regole tali da consentire effettivamente a tutti di poter aderire al Fondo Complementare. Per chi sino ad oggi non abbia aderito al Fondo, non prevedendosi il riversamento al Fondo dell I.F.R. maturato dalla data di assunzione, si dovrà procedere alla liquidazione in contanti di tale indennità. Dal giorno successivo scatterà l adesione al Fondo Complementare e, contestualmente, inizierà a maturare il diritto alla percezione della nuova indennità così come si è proposto di costruirla (un quindicesimo dello stipendio annuo per ciascun anno di adesione al Fondo). Ovviamente, per tutti gli altri post 93 già aderenti al Fondo, l indennità sarà ricalcolata tenendo conto della loro data di ingresso nello schema previdenziale. 6

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