Programma per la prevenzione e il contenimento del Legno nero su materiale di moltiplicazione della vite
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1 giunta regionale 8^ legislatura ALLEGATOA1 alla Dgr n del 08 agosto 2008 pag. 1/8 Programma per la prevenzione e il contenimento del Legno nero su materiale di moltiplicazione della vite
2 ALLEGATOA1 alla Dgr n del 08 agosto 2008 pag. 2/8 INTRODUZIONE Il Legno nero (LN) della vite è stato segnalato in Veneto per la prima volta nel 1983 (Egger e Borgo, 1983) e da allora si è lentamente diffuso in tutte le province venete (Sancassani et al., 2005). Dalle indagini condotte nel 2006 è emerso che attualmente è il fitoplasma della vite maggiormente presente in regione con incidenze, nei vigneti indagati, dall 1 al 20% (Sancassani et al, 2007). Le cultivar maggiormente colpite sono risultate appartenenti al gruppo dei Pinot (grigio, bianco, nero), Chardonnay, Raboso Piave e Friularo. Rispetto alla Flavescenza dorata (malattia soggetta a lotta obbligatoria D.M. n del 31 maggio 2000 G.U. n. 159 del 10 Luglio 2000) il controllo del Legno nero risulta molto difficile in quanto sia il fitoplasma agente della malattia (appartenente al gruppo tassonomico 16SrXII-A e qui di seguito denominato Candidatus Phytoplasma solani come recentemente proposto) sia il suo vettore il Cixiide Hyalesthes obsoletus Signoret possono vivere e svilupparsi su molte piante e non solo sulla vite. Studi recenti condotti sul DNA dei fitoplasmi associati a LN e trasmessi da H. obsoletus, hanno permesso di determinare l esistenza di una possibile relazione fra le necessità trofiche dell insetto vettore e il tipo di fitoplasma associato a LN (Langer et al., 2004). In dettaglio, sono stati riscontrati su Urtica dioica e Convolvulus arvensis rispettivamente i tipi VK-I e VK-II, rilevati sia nell insetto sia nella vite, ciò ha fatto supporre che il ciclo naturale Ca. Phytoplasma solani sia C. arvensis - H. obsoletus - V. vinifera per il tipo VK-II; U. dioica - H.obsoletus - V. vinifera, per il tipo VK-I (Langer et. al., 2004). Un terzo gruppo VK-III sarebbe stato riscontrato in Calistegia sepium ma non risulta finora presente in Italia. Uno schema riassuntivo è riportato di seguito a pag. 8. Per il Legno nero non sono previsti interventi fitosanitari specifici e non sono noti finora mezzi di lotta efficaci. Inoltre il fitoplasma del LN è dotato di alti livelli di variabilità rilevabili dallo studio dei geni di riferimento di questo fitoplasma (Langer e Maixner, 2004; Quaglino et al., 2005; 2007). Tale variabilità sembra da attribuire alla nutrita gamma di ospiti, coltivati e spontanei e, probabilmente, al coinvolgimento di più vettori, oltre a H. obsoletus, che sono in grado di trasmettere il fitoplasma agente del LN. É necessario approfondire gli studi in tal senso e chiarire il ruolo di alcuni cixidi per i quali è stata dimostrata la abilità di acquisire il fitoplasma di LN ma del quale non è nota quella di trasmetterlo. Ricerche in corso presso l Università degli Studi di Milano e di Udine hanno evidenziato una buona capacità delle viti colpite da LN di risanare spontaneamente (fenomeno indicato con il termine recovery ). Indagini svolte in vigneti della Franciacorta costituiti da piante appartenenti alla varietà Chardonnay, hanno messo in evidenza il verificarsi di frequenti casi di recovery da parte di viti affette da LN. Spesso, i saggi molecolari indicano l assenza del fitoplasma nella pianta risanata. Le cause che provocano questo fenomeno, e i fattori coinvolti, non sono ancora noti, e sono tuttora oggetto di studio (Osler et al., 2002; 2006; Romanazzi et al., 2007; Zorloni et al., 2008). L assenza del fitoplasma nelle piante risanate ed il fatto che le viti infette non sono fonte di inoculo della malattia porterebbe ad interessanti prospettive di contenimento. Rimane da verificare accuratamente e scrupolosamente se nel materiale (gemme, legno ecc) prelevato dalle PMM e dalle PMP siano effettivamente assenti i fitoplasmi. A tale proposito, sperimentazioni previste all interno dell attività del progetto nazionale sui giallumi della vite sembrano suggerire l idea che le gemme di tralci di viti recovered non siano in grado di trasmettere la malattia alle barbatelle ottenute (Carraro L. comunicazione personale) anche se i dati disponibili si riferiscono alla sola varietà Chardonnay. Il presente programma si propone pertanto di indagare alcuni aspetti della produzione vivaistica che sono interessati della presenza di questi giallumi al fine di studiare alcune possibili forme di contenimento della malattia e fornire utili indicazioni che potranno essere di supporto al processo di certificazione del materiale vivaistico viticolo.
3 ALLEGATOA1 alla Dgr n del 08 agosto 2008 pag. 3/8 STATO DELLE CONOSCENZE In questi ultimi anni nelle regioni nord-est italiane, il Legno nero della vite è in forte e continua espansione (Borgo et al., 2005; Bondavalli et al., 2005; Barba et al., 2006). La lotta insetticida effettuata nei vigneti contro le tignole e gli altri fitofagi della vite non influenza né le densità di popolazione dell insetto vettore Hyalesthes obsoletus Signoret né l incidenza e l incremento della malattia (Mori et al., 2008). La modalità di trasmissione a vite dell agente causale di LN implica il ruolo fondamentale di alcune piante erbacee (es. convolvolo e ortica) che, oltre ad essere piante ospiti dell insetto vettore, fungono da serbatoio del fitoplasma (Arzone et al., 1995; Maixner et al., 1995; Sforza et al, 1998). Considerando l inefficacia della tradizionale lotta insetticida nei vigneti e il ruolo di alcune piante erbacee nell epidemiologia della malattia, l unica forma di lotta efficace contro H. obsoletus sembra essere l eliminazione selettiva di queste ultime (Weber e Maixner, 1998; Pavan e Stefanelli, 2000). Da alcune sperimentazioni condotte nella Regione Emilia Romagna (Milanesi et al., 2005; Mori et al., 2005) con prove di contenimento dello H. obsoletus attraverso i trattamenti erbicidi o insetticidi indirizzati sulle sue piante ospiti, emerge chiaramente che le diverse strategie agronomico-fitoiatriche adottate, abbassando le popolazioni dell insetto vettore hanno ridotto (con significatività statistica alle analisi delle regressioni) l incidenza della malattia nei vigneti trattati. Vista la difficoltà nel contenimento della fitoplasmosi risulta molto importante la prevenzione attraverso il controllo del materiale vivaistico. E dimostrato infatti che i due giallumi possono diffondersi attraverso la commercializzazione del materiale vivaistico in modo più o meno rilevante (dall 1 al 4%) a seconda della sanità del materiale di partenza (Osler et al., 2002) anche se il ruolo del vivaismo rimane comunque marginale per quanto riguarda l incidenza delle piante malate nel materiale vivaistico, ma rilevante qualora tali piante vengano impiantate in aree dove la malattia non è presente (Credi et al., 2007). Recentemente è stata osservata la scomparsa di sintomi in viti precedentemente infette da giallume; questo fenomeno, accertato in diversi lavori (Belli et al., 1978, Osler et al., 2002, Zorloni et al., 2007) necessita però di singole sperimentazioni legate alle diverse cultivar e realtà locali.
4 ALLEGATOA1 alla Dgr n del 08 agosto 2008 pag. 4/8 BIBLIOGRAFIA ARZONE A., ALMA A., BOSCO D., PATETTA A. (1995). MLO-infected weeds in the vineyards of North-western Italy. Journal of Phytopathology, 143: BARBA M., FERRETTI L., PASQUINI G.. (2006). I giallumi della vite: un problema fitosanitario di rilevanza nazionale. Informatore fitopatologico 4: 4-8 BELLI, G., FORTUSINI, A., OSLER, R., Present knowledge of diseases of the type Flavescence dorée in vineyards of Northern Italy. Proc of 6th Meeting ICVG, [Cordoba (Spain), 1976], Monografias INIA 18 (1978), BONDAVALLI R., MILANESI L., CAVALLINI G., MONTERMINIA., MAZIO P., BORTOLOTTI P., CREDI R., VICCHI V., BERTACCINI A.. (2005) - Osservazioni sul vettore del fitoplasma del Legno nero della vite, Hyalesthes obsoletu, in Emilia-Romagna. Atti III Incontro Nazionale sulle Malattie da Fitoplasmi, Milano giugno pp BORGO M., ANGELINI E., FILIPPIN L., BOTTI S., MARZACHì C., CASATI P., QUAGLINO F., ZORLONI A., ALBANESE G., LA ROSA R., TESSITORI M., PASQUINI G., BERTACCINI A. (2005). Monitoraggio dei giallumi della vite e caratterizzazionedei fitoplasmi nell ambito del progetto finalizzato Gia.Vi nel Petria vol.15 (1/2): CREDI R., TERLIZZI F., MILANESI L., BONDAVALLI R., RIZZOLI F., VICCHI V.. (2007). Il Legno nero della vite si trasmette poco con l innesto. L informatore Agrario 40: EGGER E., BORGO M.. (1983). Diffusione di una malattia vir su Chardonnay ed altre cultivar nel Veneto. L informatore agrario (16): GASPARINI L., SANCASSANI GP., MORI N., DAL MOLIN F., GIACOBBI P.. (2005) La Flavescenza dorata in Veneto: diffusione controllo e prevenzione. Scheda fitosanitaria dell Unità Periferica per i Servizi Fitosanitari 6pp. Edizioni Azienda Regionale Veneto Agricoltura LANGER M., MAIXNER M. (2004). Molecular characterisation of grapevine yellows associated phytoplasmas of the stolbur-group based on RFLP-analysis of non-ribosomal DNA. Vitis 43 (4); MAIXNER M., AHRENS U., SEEMULLER E. (1995) - Detection of the German grapevine yellows (Vergilbungskrankheit) MLO in grapevine, alternative host and a vector by a specific PCR procedure. - European Journal of Plant Pathology, 101 (3): MILANESI L., BONDAVALLI R., MORI N., DRADI D., MENOZZI I., BERTACCINI A.. (2005) - Osservazioni sul vettore del fitoplasma del Legno nero della vite, Hyalesthes obsoletu, in Emilia-Romagna. Atti III Incontro Nazionale sulle Malattie da Fitoplasmi, Milano giugno pp MORI N., MILANESI L., BONDAVALLI R., BOTTI S.. (2005) Prove di contenimento del Legno nero della vite. Atti III Incontro Nazionale sulle Malattie da Fitoplasmi Milano giugno pp MORI N., PAVAN F., BONDAVALLI R., REGGIANI N., PALTRINIERI S., BERTACCINI A.. (2008) - Factors affecting the spread of Bois Noir disease in north Italy vineyards. Vitis 47 (1) OSLER R., ZUCCHETTO C., CARRARO L., FRAUSIN C., PAVAN F., VETTORELLO G., GIROLAMI V.. (2002) - Trasmissione di Flavescenza dorata e Legno nero e comportamento delle viti infette. L informatore Agrario 19: 61-65
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6 ALLEGATOA1 alla Dgr n del 08 agosto 2008 pag. 6/8 OBIETTIVI DEL PROGETTO 1. Indagare sul destino delle viti colpite dal fitoplasma associato al LN al fine di valutare la capacità di risanamento delle cv maggiormente presenti nella regione Veneto. 2. Indagare sulla presenza ed ecologia degli insetti vettori e di altre cicaline potenziali vettori del LN nei vigneti coinvolti nella filiera vitivinicola: PMP, PMM, barbatellai. 3. Accertare quali ceppi del fitoplasma responsabile di LN (Ca. Phytoplasma solani) sono presenti nelle piante spontanee individuate nei vigneti di PMM e PMP avendo cura di associare a tali informazioni i dati relativi ai ceppi dello stesso fitoplasma presenti nelle viti malate presenti negli stessi vigneti. 4. Indagare sulla capacità dei portainnesti di trasmettere la malattia a vite europea. Ciclo di FD Vite S. titanus Ciclo di LN Vite Hyalesthes obsoletus Urtica dioica Convolvolus arvensis Calistegia sepium Rappresentazione grafica dei cicli relativi alle due forme di giallume più comuni presenti in Veneto
7 ALLEGATOA1 alla Dgr n del 08 agosto 2008 pag. 7/8 METODOLOGIA APPLICATIVA 1. Indagare sul destino delle viti colpite dal fitoplasma associato al LN al fine di valutare la capacità di risanamento delle cv maggiormente presenti nella regione Veneto A partire dalla stagione vegetativa 2008, per almeno 3 anni consecutivi, saranno seguite annualmente, con rilievi sintomatologici ed analisi molecolari a campione, le viti colpite da LN localizzate e mappate con i monitoraggi condotti negli anni precedenti. In particolare saranno indagate alcune cultivar maggiormente rappresentative nelle diverse province venete. Ogni anno, in ognuno dei vigneti individuati (uno per ciascuna varietà prevista dal progetto), verranno eseguiti due rilievi sintomatologici; il primo nel periodo estivo e un secondo nel periodo autunnale, al fine di rilevare la presenza di sintomi di giallume sulle viti oggetto di studio. Ad ognuna delle viti osservate verrà attribuita una classe sintomatologica, definita in base all intensità dei sintomi osservati, ovvero al numero di tralci colpiti dalla malattia: classe 0, pianta senza sintomi; classe 1, sintomi distribuiti su uno o pochi tralci; classe 2, sintomi distribuiti su circa la metà dei tralci; classe 3, sintomi distribuiti su tutti i tralci della pianta. Per ogni vigneto, verrà disegnata una mappa riportante l esatta posizione di ogni pianta nell appezzamento considerato (numero di filare e posizione della pianta sul filare), e lo stato sanitario osservato per ogni pianta, cioè la classe sintomatologica attribuita. Le mappe di distribuzione della malattia così ottenute, permetteranno di seguire l andamento della malattia da un anno con l altro, cioè la sua diffusione o regressione, in base al numero di nuove infezioni o di casi di viti recovered segnalati. Saranno inoltre considerati gli effetti di alcune pratiche agronomiche quali la potatura di rimonda o la capitozzatura. Durante i sopralluoghi eseguiti nei vigneti, verranno prelevati campioni fogliari da viti sintomatiche, da sottoporre ad analisi diagnostiche di laboratorio (PCR ed RFLP) ed individuare la forma di giallume coinvolta (FD o LN). Sui campioni affetti da LN saranno inoltre eseguite ulteriori analisi al fine di caratterizzare i sottogruppi del fitoplasma individuato. 2. Indagare sulla presenza ed ecologia degli insetti vettori e di altre cicaline potenziali vettori del LN nei vigneti coinvolti nella filiera vitivinicola: PMP, PMM, barbatellai. In alcune realtà vivaistiche localizzate in provincia di Verona e Venezia, verrà organizzato un monitoraggio con strumenti di cattura diretti ed indiretti ogni giorni, da giugno a tutto il mese di agosto. Saranno indagati 4 campi prelievo materiale di propagazione PMM, PMP dove è già stata accertata la presenza di Legno nero e 2 barbatellai di materiale certificato. Per ogni vigneto indagato saranno condotti dei monitoraggi sulle radici e sulla parte aerea delle ortiche e del convolvolo presenti nei vigneto e ai bordi (scoline, fossi, capezzagne, rive, ecc ). Indicativamente saranno effettuati 4-5 scavi e sfalci con l apposito retino entomologico per ogni vigneto. Gli adulti raccolti saranno conservati in frigorifero (non freezer) o sotto alcool 70 ed analizzati con metodiche molecolari come la PCR (Polymerase Chain Reaction) ed RFLP(Restriction Fragment Lenght Polymorphism) per verificare la presenza dei fitoplasmi. 3. Accertare quali ceppi del fitoplasma responsabile di LN sono presenti nelle piante spontanee individuate nei vigneti di PMM e PMP avendo cura di associare a tali informazioni i dati relativi ai ceppi dello stesso fitoplasma presenti nelle viti malate presenti negli stessi vigneti. In due vigneti di PMM e PMP (di varietà sensibili al fitoplasma ) saranno condotte delle indagini sulle viti sintomatiche, sugli insetti vettori e sulle erbe spontanee fonte di inoculo della malattia al fine di chiarire il quadro epidemiologico della malattia. In particolare saranno eseguite le caratterizzazioni dei sottogruppi del fitoplasma individuati per studiare il percorso di Ca. Phytoplasma solani in malerba, insetto. 4. Indagare sulla capacità dei portainnesti di trasmettere la malattia a vite europea. Al fine di evidenziare la capacità del fitoplasma di passare rapidamente dal portainnesto su legno preso da
8 ALLEGATOA1 alla Dgr n del 08 agosto 2008 pag. 8/8 piante affette da LN, verrà innestata una gemma di portainnesto (scelto tra le 5 varietà più comuni1103p, 420A, SO4, Kober 5BB, 41 B); sopra questo bionte verrà ulteriormente innestato una gemma di varietà sensibile (Chardonnay sano). Controlli positivi e negativi verranno inseriti nella sperimentazione. Verranno inoltre inserite se ritenuto opportuno, tesi nelle quali il primo bionte consisterà in spezzoni prelevati da viti recovered. Le viti innestate verranno messe in forzatura, invasate e poste in screenhouse nelle quali saranno tenute sotto controllo sia le popolazioni di insetti sia le malerbe. Osservazioni sintomatologiche ed eventuali saggi molecolari saranno condotti in agosto-settembre. Saggi a campione sulle viti che mostreranno sintomi riferibili a fitoplasmi. Nel caso di tesi con piante asintomatiche verranno effettuati non meno di 10 campioni per tesi. Per quanto riguarda i rilievi diagnostici verranno utilizzati, come saggi di riferimento, la PCR/RFLP utilizzando sia i primers che amplificano la regione 16SrDNA sia altri geni (SecY ovvero FD9). DURATA E FABBISOGNO FINANZIARIO Il programma avrà una durata di 36 mesi a partire dalla stipula della convenzione Descrizione del Progetto Importo onnicomprensivo Indagare sul destino delle viti colpite dal fitoplasma associato al LN al fine di valutare la capacità di risanamento delle cv maggiormente presenti nella regione Veneto 6.500,00 Indagare sulla presenza ed ecologia degli insetti vettori e di altre cicaline potenziali vettori del LN nei vigneti coinvolti nella filiera vitivinicola: PMP, PMM, barbatellai, vivai ,00 Indagini sul percorso di Ca. Phytoplasma solani: corrispondenza ceppi fitoplasmi in malerba, insetto, vite ,00 Indagini sul destino delle viti colpite da LN (prova passaggio innesto) ,00 TOTALE ,00
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