La filiera Miele. Gianico 19 giugno 2017
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- Maddalena Colombo
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1 La filiera Miele Gianico 19 giugno 2017 Claudio Vertuan AAL Associazione Apicoltori Lombardi Associazione Apicoltori della provincia di Brescia Apibrescia
2 Il miele che arriva sulla nostra tavola è il frutto dei seguenti soggetti: I fiori Le api L apicoltore che operano in sinergia
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5 I fiori da soli non bastano Fornita dell attrezzatura necessaria per la raccolta del nettare
6 e sacca melaria L apparato succhiante-lambente: la ligula
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8 Non serve un ape singola, ma una famiglia di api. La famiglia delle api: un unico organismo composto da: REGINA FUCHI OPERAIE
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10 L apicoltore Presta tutte le sue cure per un corretto sviluppo della famiglia delle api: fa in modo che esse arrivino ad esser produttive al momento giusto, poco prima che una fioritura importante sia in atto (es. la robinia), cura l invernamento a fine stagione.
11 Opera la posa dei melari al momento più opportuno: - per la famiglia delle api, - per raccogliere mieli di tipi diversi (se necessario a questo scopo pratica il nomadismo).
12 Raccoglie il miele per uso umano solo dai melari, non dal nido. Quindi: conserva i melari in ambiente sano, utilizza la griglia escludiregina posizionata fra nido e melario per evitare contaminazioni fra miele e covata
13 Raccoglie i melari al momento opportuno, dopo averli liberati dalle api utilizzando soffiatore o apiscampo.
14 DISOPERCOLATURA CON FORCHETTA, COLTELLO, MACCHINA DISOPERCOLATRICE
15 Centrifugazione Inserimento dei telaini nello smielatore
16 Cura la buona conservazione del prodotto in ambiente idoneo: asciutto, possibilmente buio, in assenza di contaminanti. Usa attrezzature di qualità e pulite.
17 Invasettamento: -A mano - Con invasettatrice meccanica
18 Il miele è pronto per essere messo in tavola e consumato
19 La temperatura non è idonea sotto i 16/17 C I fiori ci sono, ma non producono nettare. Le api volano, ma tornano a mani vuote I fiori producono nettare se il clima è favorevole e la temperatura idonea
20 L ape è soggetta anche a problemi derivanti dal clima: stagioni irregolari repentini cambiamenti di temperatura stagioni siccitose o eccessivamente piovose
21 Influenze negative sulla produzione del nettare hanno: -Le stagioni irregolari -I repentini cambiamenti climatici -Le stagioni siccitose o eccessivamente piovose.
22 Ape Natura Ambiente
23 Ambiente Territorio bresciano pianura Collina Montagna Alta montagna
24 Ambienti naturali e/o modificati: vantaggi e problemi Pianura monocoltura: mais in prevalenza Trattamenti e diserbi
25 Conseguenze Area poco ospitale per le api perché scarseggiano i fiori (diserbate anche rive e cavedagne) Assenza di biodiversità Moria di api per gli agrofarmaci utilizzati
26 In collina e montagna ricchezza di nettari diversificati Maggiore biodiversità Minore inquinamento
27 Le api garantiscono la biodiversità
28 Zone a rischio: frutteti e vigneti pianura e montagna trattamenti=moria di api
29 Nomadismo = transumanza degli alveari Necessaria per Cambiamenti climatici Monocoltura Home Carenza di nettari per carente biodiversità
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34 Produzioni di pianura Tarassaco: ammoniacale, di stalla, infuso di camomilla robinia: delicato, vanigliato, confettato Tiglio: fresco, mentolato, medicinale Millefiori Melata: frutta cotta, caramello
35 Produzioni di collina e montagna rovo: ambrato, delicato, di confetture Castagno: vegetale, tannino, amaro, sapone di marsiglia Tiglio montano: fresco, mentolato, medicinale Lampone: fruttato, di gelatina di frutta, di mele cotte caramellate. Rododendro: propoli, muschio, cosmesi, sciroppo di zucchero, millefiori di montagna millefiori di alta montagna
36 incrementare fioriture per coprire periodi senza fioriture Collina e montagna maggior varietà di fioriture pascolo per le api maggiore e più diversificato Nonostante questo necessità di mantenere le fioriture esistenti Incrementare fioriture a coprire periodi con scarse risorse nettarifere
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38 In collaborazione con APIBRESCIA, è nato ForBee, un progetto che ha lo scopo di preservare e incrementare la flora nettarifera.
39 COSA POSSIAMO FARE?
40 SENSIBILIZZARE FOR BEE EDUCARE Organizzare incontri informativi con le amministrazioni pubbliche, le associazioni e gli enti culturali sul tema della mancanza di flora nettarifera PIANTUMARE VALORIZZARE Promuovere la piantumazione di alberi di interesse apistico, inserendola nelle regolamentazioni comunali, regionali, nazionali (PAC PSR) MANIFESTARE Creare eventi e concorsi che coinvolgano l opinione pubblica nella creazione di un ambiente più accogliente per le api Porre l attenzione sullo sfalcio aggressivo e dare valore all incolto delle aree urbane Diffondere la cultura apistica e floristica presso le scuole promuovendo progetti in collaborazione con gli istituti scolastici
41 ForBee ha promosso la campagna:
42 Scopri quali sono le piante amiche delle API
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44 Lombardia In Lombardia sono presenti 5894 apiari per un totale di alveari Gli apicoltori sono circa 5000 dei quali circa 700 sono professionisti e vivono con il reddito delle api. La produzione di miele oscilla fra le 2540 tonnellate e le 3600 tonnellate a seconda se si calcola 20 o 30 Kg di produzione media per arnia. Valore del settore lombardo circa di.
45 GRAZIE dell ATTENZIONE e BUON LAVORO!
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48 Miele di rododendro, miele di millefiori e melata di abete: sono questi i tre mieli dell arco alpino. Produzioni difficili: una b Soltanto il nettare bottinato al di sopra dei 1200 metri dà miele d alta montagna. Per il millefiori le piante coinvolte sono La melata di abete ha colore molto scuro, quasi nero, con una leggera fluorescenza verdastra. L odore è leggermente re Il miele di rododendro e il millefiori di alta montagna sono freschi e raffinati. Il primo ha colore molto chiaro, che diventa b Nell abbinamento con i formaggi il miele non deve essere cristallizzato (nel caso immergete il barattolo a bagnomaria in
49 Mieli di alta montagna ItaliaLombardiaPiemonteValle d'aostamiele Torna all'archivio > Mieli di alta montagna Miele di rododendro, miele di millefiori e melata di abete: sono questi i tre mieli dell arco alpino. Produzioni difficili: una buona stagione (ogni quattro, cinque anni) offre poche centinaia di quintali. Soltanto il nettare bottinato al di sopra dei 1200 metri dà miele d alta montagna. Per il millefiori le piante coinvolte sono davvero tante: rododendro, campanula, lupinella, trifoglio, lampone, timo serpillo È un prodotto splendido e delicato, sempre diverso, da zona a zona e da un anno all altro. La melata d abete non si fa tutti gli anni. Le api si nutrono del liquido resinoso prodotto dagli afidi alimentati a loro volta dalla linfa dell abete bianco. Il sapore è maltato, caramellato, aromatico, con note resinose di fumo. Il miele di rododendro ha un nome evocativo e proviene da una pianta molto bella e conosciuta. Fresco e raffinato, è particolarmente raro e prodotto quasi esclusivamente nel nostro Paese. La melata di abete ha colore molto scuro, quasi nero, con una leggera fluorescenza verdastra. L odore è leggermente resinato e può ricordare il legno bruciato e lo zucchero caramellato. In bocca è meno dolce dei mieli di nettare e ha note di malto e di balsamico. Il miele di rododendro e il millefiori di alta montagna sono freschi e raffinati. Il primo ha colore molto chiaro, che diventa bianco nel prodotto cristallizzato. Il secondo ha sfumatura giallo ambrate, rossicce e anche più scure a seconda della fioritura. Al naso e in bocca sono delicatissimi, con un leggero aroma che può ricordare la marmellata di piccoli frutti. Nell abbinamento con i formaggi il miele non deve essere cristallizzato (nel caso immergete il barattolo a bagnomaria in acqua tiepida permettendone la liquefazione). La melata, intensa e balsamica, regge bene formaggi di media stagionatura; il miele di rododendro e il millefiori più dolci accompagnano meglio formaggi piccanti: pecorini molto stagionati ed erborinati non troppo potenti.
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54 In collina e montagna
55 Problemi: collina e montagna Cinipide del castagno: Riduce e talvolta dimezza la produzione del miele di castagno
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