Dipartimento di Anestesiologia e Rianimazione

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1 Dipartimento di Anestesiologia e Rianimazione Referente Unico Dipartimento Anestesia e Rianimazione Dott. Biagio Di Girolamo PROTOCOLLO PER IL TRATTAMENTO DEL DOLORE ACUTO POST-OPERATORIO IN UROLOGIA Dott. Antonio. FOSCHI IINTRODUZIONE Il dolore postoperatorio è un dolore acuto e spesso estremamente intenso che presenta caratteristiche di complessità legate all età, al sesso, al peso del paziente, a patologie preesistenti, alla sua integrazione affettiva (ansia e/o depressione), alle tecniche anestesiologiche, al tipo, alla sede, alla tecnica chirurgica e alla durata dell intervento. E definitivamente dimostrato che tale dolore va trattato come una vera entità patogena nell ambito del periodo postoperatorio e che le alterazioni neuroendocrine, metaboliche, fisiche ed emozionali indotte da tale sintomatologia algica possono incidere in maniera significativa sul decorso clinico, sulla durata della degenza, sull outcome del paziente chirurgico. Il Dipartimento dei Anestesia e Rianimazione, in collaborazione con il DAIORT, è impegnato ad ottemperare aggi obblighi di legge relativi al monitoraggio ed al trattamento del dolore in particolare nel periodo postoperatorio. SCOPO Pianificare strategia di trattamento terapeutico che comprendano protocolli ed attività di monitoraggio condivisi tra anestesisti, chirurghi ed infermieri rendendoli contesto sensibili; ovvero ottimizzati alle invasività delle specialistiche chirurgiche. Pagina 1 di 5

2 DESCRIZIONE Al momento della visita preoperatoria, quindi già in preospedalizzazione, il paziente riceve dall anestesista e dall infermiere informazioni sul dolore postoperatorio e gli viene presentata la scheda VAS (scala analogico-visiva) NO PAIN EXTREME PAIN 1. A fine intervento chirurgico, utilizzando la scheda predisposta attualmente su modello cartaceo, l anestesista segna il livello di dolore misurato con il VAS all uscita dalla S.O. Nessun paziente dovrebbe essere inviato in reparto con VAS >4. 2. La terapia analgesica, sempre utilizzando la scheda predisposta attualmente su cartaceo, viene prescritta dall anestesista in ogni suo dettaglio ed ha valore per ore a seconda del tipo d intervento 3. All arrivo in reparto l infermiere rivaluta il paziente continuando l attività di monitoraggio e cura con tempistica e prescrizioni prescritte in scheda. 4. Il protocollo antalgico prevede indicatori di performance: 1) Attività erogata (numero pazienti trattati, tipologie di trattamento, farmaci utilizzati e dosaggi relativi) 2) Livello di efficienza (pain relief raggiunto) 3) Livello di sicurezza (frequenza di effetti collaterali e capacità interventuali del team) 4) Gradimento del paziente e del personale Pagina 2 di 5

3 5) Il protocollo antalgico prevede individuazione e trattamento eventi sentinella 1) Nausea e vomito 2) Dolore VAS >4 3) Ritenzione urinaria 6) Nel controllo del dolore postoperatorio devono essere coinvolti anestesisti, chirurghi, infermieri di anestesia e di reparto che in riunioni periodiche analizzano risultati, adeguano i protocolli se necessario, esaminano e gestiscono eventuali criticità o prassi in contrasto con le procedure condivise. PROTOCOLLO OPERATIVO DEDICATO In collaborazione con i colleghi urologi della UOC di Urologia 2 si è standardizzata una sorta di protocollo antalgico, di fatto già applicato per la maggior parte dei casi trattati, così articolato: Interventi di Chirurgia Urologica minore (cistoscopia diagnostica, varicocele,e TURP) A1: dolore lieve: 1) Paracetamolo 1g/6-8 ore per os se si alimentano 2) Perfalgan 1g/6-8 ore e.v. Protezione gastrica: omeprazolo 20mg/per os A2: dolore lieve: In pazienti con patologia ulcerosa gastro-intestinale e/o insufficienza renale: paracetamolo 1g/6-8 ore e.v.(max 4g/die) B1: dolore medio: 2) Perfalgan 1g 30 minuti prima della fine dell intervento 3) Perfalgan 1g/6-8 ore e.v. Dose aggiuntiva: ketolorac 30mg/8 ore e.v. Protezione gastrica: omeprazolo 20mg/per os B2: dolore medio:pz con patologia ulcerosa gastro-intestinale e/o insufficienza renale: 2) 30 minuti prima della fine intervento perfalgan 1g/e.v. 3) Infusione continua con pompa elastomerica d 48ml a 2ml/h con: - Ketolorac 60mg - Ondansedrone 4mg - Soluzione fisiologica Associata a paracetamolo 1g/6h/e.v. Dose aggiuntiva : morfina 20mg+ondansetrone 8mg soluzione fisiologica qb a 48ml totale Pagina 3 di 5

4 Interventi di chirurgia urologica maggiore (nefro-ureterectomia, surrenalectomia, prostatectomia radicale con linfoadenectomia robotica videolaparo open e cistectomia radicale) I protocolli del dolore elevato sono ordinati in ordine crescente di complessità. C1: dolore elevato; infusione continua 2) 30 minuti prima della fine intervento: morfina 0,1-0,15 mg/kg/e.v. 3) Infusione continua con pompa elastomerica da 48 ml a 2ml/h con ketolorac 60mg, ondansatrone 4mg soluzione fisiologica qb a 48ml totale Rescue: morfina 20mg+ondansetrone 8mg soluzione fisiologica qb a 48ml totale C2: dolore elevato: 2) 30 minuti prima della fine intervento: morfina 0,1-0,15 mg/kg/e.v. 3) Infusione continua con pompa elastomerica da 48 ml a 2ml/h con morfina 10mg, ketolorac 60mg, ondansatrone 4mg soluzione fisiologica qb a 48ml totale Le dosi devono essere ridotte del 30% in caso di età > di 70 anni DOLORE ELEVATO: infusione continua di oppiacei in pazienti con patologia gastrointestinale e/o insufficienza renale: non è raccomandata di routine perché può richiedere dosaggi elevati con rischio di tolleranza e depressione respiratoria. Se applicata richiede un adattamento individuale in base ad età, intervento, situazione clinica ed uno stretto monitoraggio C3: dolore elevato: (pazienti con patologia ulcerosa gastrointestinale e/o insufficienza renale) 2) 30 minuti prima della fine intervento: morfina mg/kg/e.v. 3) Paracetamolo 1g 6h/e.v. Per ogni livello di dolore le dosi dei farmaci somministrati, sia in bolo che in infuzione, devono essere ridotte del 30% in caso di: 1. Insufficienza epatica o renale grave 2. Età > 70 anni 3. Pero corporeo < 50kg 4. ASA III-IV Pagina 4 di 5

5 Controindicazioni e precauzioni: il paracetamolo è controindicato nei pazienti con grave insufficienza epatica. Sebbene la maggior parte dei pazienti possa assumere 4g/die senza effetti collaterali, va posta cautela nei pazienti a lungo digiuni, in quelli che assumono contemporaneamente isoniazide, zidovudina o un barbiturico oppure quelli che consumano elevate quantità di alcool. Attenzione al volume infuso per la diluizione del farmaco: 100m/g. La morfina nell adulto va dosata più in funzione dell età che del peso corporeo. Una formula approssimativa è la seguente: fabbisogno di morfina (in mg) in pazienti di età compresa fra 20 e 70 anni nelle prime 24h dall intervento di chirurgia maggiore =100-età. Il ketorolac è controindicato nei pazienti con patologia ulcerosa gastro-duodenale, nell insufficienza renale con creatinine mia >1.8, nei pazienti con disordini della coagulazione o che assumono terapia anticoagulante o antiaggregante piastrinica, nel sanguinamento cerebrale recente, nella gravidanza, nell allattamento, uso massimo 3gg e.v., 5gg per os. Dose massima 60mg/die, 30mg in pazienti >65 anni. Eventi sentinella 1. Controllo del livello di analgesia con la tempistica della scheda raccolta dati predisposta 2. Mantenere VAS <4; se si rileva VAS più elevato somministrare la dose aggiuntiva e riverificare dopo il risultato registrando di nuovo il VAS. Se ancora elevato modificare il piano di trattamento del dolore con protocollo farmacologico di grado superiore ed allertare l anestesista reperibile o di turno. 3. Nei pazienti in trattamento con morfina con elastomero, se nausea o vomito somministrare metoclopramide 10mg o ondansetrone 4mg e.v. Riguardo l utilizzo delle procedure antalgiche loco regionali per il controllo del dolore postoperatorio pur avendo una loro valenza non sono state volutamente utilizzate perché presuppongono tempi tecnici e forze lavoro che al momento non sono disponibile e strategicamente sono utilizzate solo per le procedure chirurgiche e non per il controllo del dolore postoperatorio nei pazienti della UOC di Urologia II Pagina 5 di 5

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