Gli aspetti finanziari e i rischi per l autonomia

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1 Gli aspetti finanziari e i rischi per l autonomia G. Sircana, 26 settembre 2006 Università degli Studi di Sassari II Conferenza sulla Didattica Buongiorno a tutti, e a tutti, in anticipo, le mie scuse. Mi scuso perché potrò sembrare eccessivamente critico, e forse anche un po irriverente. Lo farò per essere efficace. Al Direttore Amministrativo di norma competono gli aspetti finanziari e da Lui si vorrebbero apprendere buone nuove. E un desiderio che non posso soddisfare. Ho qui trattato l argomento finanziario già un paio di volte e rischio un po di ripetermi, però qualche elemento di novità è possibile presentarlo e così pure una conferma delle precedenti previsioni. Nel gennaio del 2003, in quella prima conferenza di Ateneo, mettevo a confronto il FFO e le spese per il personale del periodo per sottolinearne il diverso incremento percentuale. 1

2 La spesa per gli stipendi, in quei cinque anni, è cresciuta del 24,6%, mentre il FFO del 14,5%, con una differenza negativa del 10,1%. Per esemplificare dissi che gli stipendi correvano a 100, mentre il FFO a 60. Prima o poi, avvertivo, senza correttivi avremmo rischiato di rimanere senza benzina. 2

3 L aggiornamento dei dati, purtroppo mi dà ragione, e conferma quella spiacevole previsione. L assenza di correttivi e la politica ministeriale portano ormai le due principali voci di entrata e spesa a sovrapporsi fra loro. Come potete notare ci sono due diverse previsioni di spesa per il 2007: una prende come base di calcolo quanto già consolidato e cioè gli stipendi ad agosto 2006, l altra prende anche in considerazione, per 1 milione di euro, le 40 assunzioni di personale T.A. in programma, e per 1 milione e mezzo di euro il maggior onere previsto per le prese in servizio di altro personale docente: ricercatori e professori esterni. Non prende in considerazione le chiamate per mobilità e gli avanzamenti degli interni, ma nemmeno, a compensazione, i pensionamenti. 3

4 Anche il FFO potrebbe essere calcolato in modo diverso, sia per il 2006 che per il 2007, se si prende in considerazione il prelevamento coatto del Tesoro sui consumi intermedi 10% per il 2006 e 20% per il L Università assiste in silenzio, ad un fulgido esempio di finanza creativa. Mi si impone in pratica in quale misura debbo risparmiare e contemporaneamente il versamento di quel risparmio nelle casse dello Stato. Viva l Autonomia! Ma non sarebbe stato più semplice e chiaro ridurre direttamente il FFO? Lasciamo a parte i commenti e prendiamo invece atto e conoscenza della nostra realtà. La figura che vi propongo evidenzia ancor più la nostra situazione. 4

5 L area compresa fra le due curve rappresenta, in milioni di euro, la differenza fra le due voci principali del nostro bilancio: ben 115 milioni di in 10 anni. Una disponibilità della quale abbiamo usufruito e che vedo molto difficile far rivivere. Nel periodo preso in considerazione, le spese per il personale Docente, da 32 milioni di Euro passano a ; quelle del personale Tecnico- Amministrativo da milioni a Per il Personale Tecnico-Amministrativo l incremento si contiene entro il 14%, diversamente per il personale Docente, che raggiunge l 80%. Un investimento relativamente massiccio, non supportato però dai risultati, che mette in pregiudizio l equilibrio del nostro Bilancio. 5

6 Ma come, dirà qualcuno, le assunzioni non stanno all interno del 90% del FFO? Non c è anche il Ministero che approva e autorizza gli incrementi di organico?. Certo, ma quel 90% è solo teorico, è virtuale, perché il nostro ateneo come tanti altri usufruisce di una forte franchigia per la presenza della Facoltà di Medicina. Le spese del personale convenzionato e di quello del Policlinico vengono calcolate per 1/3. E così i conti tornano. Sulla carta, naturalmente. Dovrebbe assumere solo chi ha altri soldi; ma, con quella franchigia, anche chi non ne ha la tentazione di fare la stessa cosa. E le tentazioni, come voi sapete, sono forti. Ci si mettono tutti; tanto, si suol dire, le responsabilità sono degli altri. Non possiamo ritenerci soddisfatti. Penso che il prof. Golzio sia stato sufficientemente incisivo nel mettere in luce i risultati e i risvolti della nostra attività. Non stiamo andando bene ed è proprio sulla didattica, purtroppo, che si gioca in massima misura il destino finanziario degli Atenei. L attenzione (afferma qui il Rettore), sarà particolarmente concentrata sulla correzione delle inefficienze. Abbiamo il dovere di intervenire e siamo in forte ritardo. Da più parti oggi si dice che l Università è un Azienda. 6

7 E allora iniziamo ad usare termini e strumenti aziendali. A tutti è conosciuto, per fare un esempio, il termine fatturato; ci si costruisce la graduatoria delle imprese, ma è anche un riferimento con il quale si ricavano vari indicatori di efficienza e produttività. Proviamo ora a fare qualche accostamento. Se non per le prestazioni a pagamento non possiamo certo dire che vendiamo e quindi fatturiamo le nostre attività. Le tasse scolastiche, ad esempio, rappresentano un semplice contributo. Ed il FFO? Le assegnazioni tramite le quote di riequilibrio, di accelerazione e di incentivazione dello stesso stanno ormai portando, inesorabilmente, alla determinazione e contabilizzazione dei trasferimenti in misura direttamente correlata ai risultati, con particolare riferimento a quelli didattici. Il prezzo che il Ministero intende pagare è teso a confondersi in buona misura, anche se al ribasso, con il costo standard per studente. Senza utili d impresa naturalmente. O meglio: guadagna chi riesce a produrre ad un costo inferiore alla media degli altri, perde invece chi, come noi, produce a maggiori costi. Possiamo quindi assimilare, con l accostamento che vi voglio proporre, il FFO al nostro fatturato ed il personale al suo costo. 7

8 Non è certo esatto, però sappiamo che queste due voci con il loro peso rappresentano e contraddistinguono in assoluto, le Entrate e le Spese del nostro Bilancio. E allora vediamo cosa succede se rapportiamo fatturato e costo, e cioè: FFO e Personale. Come possiamo constatare, per ogni milione di euro di spesa per il personale, il Ministero ci ha riconosciuto fatture per in più nel 1997 e, secondo le previsioni, solo per il prossimo 2007: un trend veramente negativo e allarmante: da oltre mezzo miliardo a poco più di 12 milioni di vecchie Lire. Vediamo l andamento in termini percentuali, prendendo come riferimento l anno 1997 e quindi facendo pari a 100 quell anno. 8

9 La tabella ci permette di trarre informazioni più chiare e di maggior dettaglio. Nell insieme il nostro fatturato (FF0), rapportato ai costi (Pers), si riduce nel 1998 del 2,33% sino a raggiungere nel 2007 il 22,02%. Se il fatturato lo si rapporta con il costo del personale docente, la perdita si quantifica nella misura del 33%. Si salva il Personale Tecnico Amministrativo che, pur con le previste assunzioni di oltre 40 unità, conserva un risultato positivo pari al 6,38%. La situazione è più evidente con il grafico che segue: le due curve parlano da sole. Quelle punte, per il personale Tecnico-Amministrativo, sono 9

10 dovute alle applicazioni dei contratti a cadenza superiore all anno, e quindi comprensive degli arretrati. Più lineare l andamento relativo al personale Docente, ma, aimé, piuttosto negativo. La domanda è spontanea: Cos è successo? Abbiamo ritenuto che il personale tecnico amministrativo fosse in misura superiore alle esigenze e che quindi occorreva sfoltirlo. I risultati ci danno ragione, con meno personale siamo riusciti a garantire un attività addirittura maggiore incrementandone la produttività. Per il personale docente si è invece ritenuto utile un incremento. 10

11 Il risultato è però di segno opposto: a maggiori investimenti corrispondono minori ricavi. Lo segnalava in altro modo anche il Presidente Golzio: ad un numero pari a 597 docenti nell Anno Accademico 97/98, corrispondevano studenti in corso, mentre invece nell Anno Accademico 2004/2005, a 711 docenti corrispondevano solo studenti in corso. I docenti si erano incrementati del 19%, mentre al contrario gli studenti in corso erano diminuiti del 26%. C è qualcosa che non va. Lo sforzo organizzativo in atto (scrive in questo deplian il Rettore) ha portato ad un notevole miglioramento delle strutture e ad un consistente 11

12 aumento del numero dei docenti e io aggiungo: ad una loro forte incentivazione. I miei pronostici per i concorsi in atto sono questi: - 90% di interni per gli ordinari - 80% di interni per gli associati. Cosa altro si vuole? Riflettendo ad alta voce, come ipotetico proprietario di questa azienda, mi pongo altre domande. Cosa debbo fare? Se continuo così vado in fallimento. A meno che il Governo, la Regione e gli studenti non provvedono in qualche modo a coprire le mie inefficienze. Posso sperare? Mi pare proprio di no. Anzi si sono fatti tutti più agguerriti e meno fiduciosi, vogliono sapere non solo dove, ma come spendo i loro soldi. Il Governo mi dice addirittura dove e quanto devo risparmiare. E non basta, mi impone di trasferirgli quei risparmi. Ma l autonomia dove sta? Si è sempre pensato all Università come luogo di libertà dove ognuno, ricercatore e docente, ha il pieno e costituzionale diritto di esercitare la propria attività senza vincoli ed impedimenti e tanto meno controlli. Devo rendere conto alla mia coscienza, si usa dire, al massimo alla Comunità scientifica! Produttività, efficienza: cosa sono questi termini? 12

13 Sono solo numeri, roba da ragionieri! La ricerca e la didattica non hanno prezzo: costano e basta! Adesso mi sentono! L altra volta, e mi metto nei panni dei Rettori, ho minacciato le dimissioni e mi sono presentato al Paese; questa volta, come alcuni avevano allora suggerito, mi metto in ermellino e mi dimetto veramente. Beh forse è meno rischioso adeguarmi. Ma no, cosa sto dicendo? Abbiamo la fiducia del nostro Ministro; alla Conferenza dei Rettori ci ha dato ragione, e ci ha anche rassicurati. Per quest anno non posso fare niente, ma il prossimo dovranno ascoltarmi, ha minacciato, Altrimenti dovranno cercare un altro Ministro. Parole sante; peccato però, l affermazione successiva, di alcuni giorni fa: L università è un emerito bordello. Chi vuole investire in questa Università? In effetti devo ammettere di avere un po approfittato dell autonomia e qualche volta ne ho anche abusato. Devo ammettere, mettendomi nei panni altrui, che se metto i soldi devo averne anche il controllo, almeno in termini di risultati. Non mi interessa come li ottieni; non mi interessa il processo e le sue variabili; quelli ti appartiengono:sono la tua autonomia. A me interessano solo ed esclusivamente i risultati! 13

14 In tempi migliori potevo anche permettermi di far finta di essere soddisfatto e di ritenere sufficiente ricevere a rendiconto un insieme di belle parole, tanto più incisive quanto più numerose e dispersive. Oggi no, le mie finanze non se lo possono permettere. Vuoi essere autonomo? Fallo con i tuoi soldi! Per i miei, non ho bisogno di grandi relazioni, mi bastano pochi numeri, in sequenza, rapportati fra loro. Ecco, secondo me, dove va la nostra autonomia. Il dott. Masia, nel soffermarsi sulla politica ministeriale, confermerà o meno questa mia visione. Occorre ora procedere ad una fase operativa afferma in questo pieghevole il Rettore. Questa Conferenza, continua il Rettore è anche un occasione per presentare le grandi scelte strategiche e gli strumenti operativi per attuarle. Certo molte cose non vanno, ma non sono poche quelle che meritano apprezzamento. Ci sono anche corsi attivi, che producono introiti, in termini di FFO, superiori ai loro costi. Analizziamone i punti di forza e vediamo anche come replicarli. Ce ne sono altri però irrimediabilmente perdenti, irrecuperabili, fuori mercato. 14

15 E allora?, Un po di coraggio non ce li ha ordinati il medico. Eliminiamoli! Senza addossarne le colpe. Non serve a niente cercare colpevoli e comunque tutti in qualche misura ne siamo responsabili. E i docenti che vi insegnano? E un problema relativo: abbiamo sufficiente fantasia per trovare loro una onorevole e utile alternativa, lo abbiamo già dimostrato quando abbiamo disegnato corsi e cattedre. Il Rettore ha più volte parlato di interventi per addizione. Oggi ho più di un dubbio: forse saremo costretti ad intervenire per sottrazione. Senza allarmismi e traumi, con gradualità e ponderatezza, ma con determinazione. La politica dei budget, non ha dato i risultati sperati. L autonomia delle strutture e le logiche che ne regolano la gestione hanno avuto buon gioco, più di una volta, sui buoni propositi. Vogliamo strategicamente adottare una gestione per obiettivi? Bene, e allora il budget ha un altro significato. Mi è stato insegnato che il Budget non è altro che una semplice correlazione di risorse e risultati, quantificati in via preventiva e successiva in termini numerici. 15

16 E sia: ad ognuno il suo bilancio, a costi e ricavi come in qualsiasi azienda che voglia chiamarsi tale. Un bilancio che non potrà usufruire di risorse fisse, consolidate, ma, per quanto possibile, variabile in funzione delle scelte che il Governo dell Università vorrà portare avanti e, lo sottolineo, della credibilità verificata che il gestore saprà conquistarsi. Non è necessario andare alla lira, non serve. Volete un esempio? Torniamo indietro al grafico sull efficienza FFO/Spese per il Personale. 16

17 Ebbene, abbiamo forse qualche problema per disaggregare quelle curve in tante altre quante sono ad esempio le Facoltà e i Corsi di Laurea? Ben poco, solo alcuni limitati casi di spese in comune a più Facoltà e Corsi di laurea. Dati comunque non significativi, che non possono svilire la bontà e la sostanza di numeri ben più rappresentativi. Lo avevo già fatto quattro anni fa, se lo ricorderà la Dott.ssa Sedda che mi diede una mano, poi tutto rimase nel cassetto. I tempi non erano ancora maturi, forse oggi lo sono e magari siamo anche in ritardo. Grazie, Giovannino Sircana 26 Settembre