Il mercato del lavoro in Veneto e in Italia nel 2002: lavoriamo di più per produrre lo stesso ammontare di beni e servizi?

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1 Il mercato del lavoro in Veneto e in Italia nel 2002: lavoriamo di più per produrre lo stesso ammontare di beni e servizi? Bruno Anastasia, ricercatore Veneto Lavoro I temi di interesse L Istat ha reso noto, un paio di giorni prima di Natale, i risultati della quarta ed ultima rilevazione trimestrale sulle forze di lavoro con riferimento al Siamo dunque in grado sia di tracciare un primo bilancio complessivo dell andamento dell occupazione e della disoccupazione per l anno che sta finendo, sia di puntualizzarne il profilo congiunturale, con particolare attenzione al momento attuale, segnato da dinamiche economiche sostanzialmente di stagnazione. Tre sono, in questa fase, gli interrogativi cruciali: 1. quale ripercussione ha avuto sul mercato del lavoro la progressiva decelerazione delle dinamiche di crescita intervenuta negli ultimi due anni? 2. negli anni passati in tutta Europa erano stati ottenuti risultati significativi sul fronte dell occupazione pur in presenza di bassi tassi di crescita del pil, evidenziando un elasticità crescente dell occupazione rispetto alle dinamiche del prodotto. Questa tendenza portatrice anche di preoccupazioni per la competitività è tuttora operante? 3. nel 2001, con grande sorpresa di quasi tutti, l occupazione permanente era cresciuta più dell occupazione temporanea, ridimensionando la rilevanza della crescita dei lavori atipici e dei rapporti flessibili. Si è trattato di un trend effimero, dovuto a motivazioni contingenti, o si è prolungato nel 2002? Proviamo a fornire qualche indicazione di risposta. 1. Dal mercato del lavoro segnali ancora sostanzialmente positivi Secondo il dato medio del 2002 l occupazione in Veneto è ancora cresciuta: occupati; nella media italiana (tab. 1). La dinamica positiva ha interessato sia i maschi che le femmine. Sotto il profilo settoriale (tab. 2) è interessante rilevare la crescita del settore delle costruzioni che ha più che bilanciato il leggero arretramento dell industria manifatturiera. Inoltre il lavoro indipendente risulta essere cresciuto più di quello dipendente. Quanto alla disoccupazione, essa risulta stabile in Veneto in valore assoluto attorno alle unità (di cui solo in cerca di prima occupazione), cosicché il tasso di disoccupazione è ancora sceso (3,4% contro il 3,5%; 5,2% per le donne). Visti così, dunque, i grandi aggregati mostrano un evidenza indubbiamente positiva: il mercato del lavoro, sia veneto che italiano, risulta aver debolmente registrato l impatto della fase assai poco brillante dell economia internazionale e nazionale. Certo, gli incrementi dell occupazione di trimestre in trimestre si vanno assottigliando (graf. 1): dal 3% di fine 2000 si è passati a distanza di due anni a qualcosa meno dell 1%. Ma si tratta pur sempre di crescita (tanto più che queste statistiche tengono conto solo dei residenti e non, ad esempio, dei numerosi occupati extracomunitari che ancora la residenza non ce l hanno)!

2 Quanto poi al fatto che sistematicamente il dato italiano sia superiore a quello veneto, non ci si deve certo meravigliare: è noto ed auspicabile che l espansione della base produttiva del Mezzogiorno ha maggior bisogno ed anche maggiori disponibilità, in termini di risorse umane, per crescere più in fretta delle regioni del Nord ormai da tempo in una condizione di piena occupazione. 2. Crescita esangue del pil e ottima performance dell occupazione: qualche serio problema cova sotto la cenere? Le previsioni più recenti accreditano una crescita del pil italiano nel 2002 pari allo 0,4%. Il dato veneto non dovrebbe discostarsi significativamente, tenendo conto delle dinamiche della domanda (l export veneto ad es. nei primi 9 mesi dell anno è calato del 4,2% e quello italiano del 3,9%). Una crescita degli occupati come quella registrata - dell 1,5% in Italia e dello 0,9% in Veneto è ancora perfettamente coerente con quanto osservato a partire dalla seconda metà degli anni 90 soprattutto in Europa: bastano impulsi economici modesti, dal lato della domanda, per ottenere risultati significativi per quanto riguarda l occupazione. Varie sono le spiegazioni addotte per rendere ragione di questa dinamica: la crescita prevalente del terziario, strutturalmente a bassa dinamica della produttività; il contesto di piena occupazione che impone il ricorso a nuovi lavoratori poco qualificati e poco motivati; la moderazione salariale e la convenienza per le imprese di impiegare estensivamente lavoro anziché capitale; il pattern di specializzazione dell Italia. Sia come sia (e tenendo conto pure della prudenza imposta dai gravi problemi di misura comparata della produttività), si può certo essere soddisfatti dell aspetto distributivo (ci dividiamo il lavoro fra un numero maggiore di persone) ma non di quello produttivo (lavoriamo di più per produrre un medesimo ammontare di beni e di servizi). Alla lunga, inoltre, una dinamica di questo genere è destinata ad avere ripercussioni inevitabili sul fronte della competitività, che risulta logorata oppure mantenuta solo a prezzo di un arcigna compressione salariale. 3. Il lavoro atipico motore della crescita dell occupazione? Sulla tipologia contrattuale del nuovo lavoro, i dati emergenti sono questi (tab. 2, graf. 2 e graf. 3): a. la crescita dell occupazione in Veneto risulta quasi esclusivamente trainata dalla diffusione del part time, mentre il lavoro temporaneo è rimasto fermo sui livelli del 2001 (la quota del Veneto, pari al 7,3%, è, assieme a Liguria e Lombardia tra le più basse a livello nazionale); si nota che nelle regioni nordestine si ha la massima diffusione (oltre il 10% dell occupazione totale) del part time in Italia, tanto che la quota di occupati con tale regime di orario è qui nettamente maggiore della media nazionale (8,6%); b. in Italia si registra un ruolo minore del lavoro a part time; quanto all occupazione temporanea essa risulta in crescita (circa dipendenti nella media annua) ma comunque con una dinamica analoga a quella dell occupazione dipendente permanente, aumentata di quasi unità. Secondo i dati Istat, in definitiva, l espansione occupazionale è frutto di una crescita rilevante del part time al Nord, mentre il lavoro temporaneo, che incide maggiormente nelle regioni del Sud, si è andato espandendo, negli ultimi due anni, con un ritmo analogo a quello dell occupazione permanente, grazie anche agli incentivi che sono stati previsti a favore dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato.

3 Grafici e Tabelle TABELLA 1 - POPOLAZIONE PER CONDIZIONE PROFESSIONALE E SESSO - VENETO (dati assoluti in migliaia) FORZE DI LAVORO NON FORZE DI LAVORO OCCUPA TI Disocc. PERSONE IN CERCA DI OCCUPAZIONE In cerca di 1^ Altri in cerca Totale TOTALE Non Cercano cercano ma lav. non att. disp. Non disp. Non forze < 15 anni Non forze > 64 anni Totale POPOL. Tassi di att. Tassi di dis. MASCHI E FEMMINE Ottobre ,8 4,1 Gennaio ,4 4,2 Aprile ,9 4,1 Luglio ,6 3,2 Ottobre ,8 3,5 Gennaio ,2 3,7 Aprile ,3 3,7 Luglio ,1 3,1 Ottobre ,6 3,3 Gennaio ,5 3,7 Aprile ,5 3,8 Luglio ,0 2,9 Ottobre ,9 3,2 media ,5 3,5 media ,7 3,4 var. 2002/ (2) 1 (1) 16 (3) (37) var. ott. 2002/ott 16 (3) 0 2 (0) 15 1 (35) (6) 9 var. 2002/2001 % 0,9% 2,3% -17,3% 2,1% -1,0% 0,8% -9,1% -39,7% 3,3% 0,8% 1,0% 0,2% 0,5% var. ott. 2002/ott 0,8% -8,7% 1,1% 8,5% -0,6% 0,7% 5,4% -42,7% 2,0% 0,4% 0,8% -0,3% 0,2% MASCHI Ottobre ,9 2,4 Gennaio ,4 2,6 Aprile ,5 2,6 Luglio ,0 1,7 Ottobre ,6 1,9 Gennaio ,4 2,5 Aprile ,5 2,1 Luglio ,7 2,0 Ottobre ,9 2,0 Gennaio ,8 2,8 Aprile ,8 2,5 Luglio ,3 1,6 Ottobre ,2 1,8 media ,9 2,1 media ,0 2,2 var. 2002/ (2) (1) (11) var. ott. 2002/ott 11 (1) (1) 0 (2) 9 (3) (6) (4) 5 var. 2002/2001 % 0,7% 0,0% -28,8% 25,1% 1,7% 0,7% -14,1% -40,0% 3,1% 0,9% 0,8% 0,3% 0,5% var. ott. 2002/ott 0,9% -10,6% -23,4% 5,5% -10,2% 0,7% -28,2% -29,4% 0,7% 0,4% 0,5% -0,4% 0,2% FEMMINE Ottobre ,4 6,6 Gennaio ,2 6,5 Aprile ,0 6,5 Luglio ,0 5,5 Ottobre ,9 5,9 Gennaio ,6 5,6 Aprile ,7 6,1 Luglio ,1 4,8 Ottobre ,0 5,2 Gennaio ,9 5,2 Aprile ,0 5,7 Luglio ,4 4,7 Ottobre ,2 5,4 media ,9 5,4 media ,1 5,2 var. 2002/ var. ott. 2002/ott var. 2002/2001 % 4 (1) 0 0 (0) 4 3 (8) (3) 1 var. ott. 2002/ott 6 (3) 1 (2) (4) (5) (0) (3) (3) (0) Luglio 0,5% -4,5% 8,4% 1,4% -0,1% 0,4% 14,1% -15,7% 0,3% 0,0% 0,1% -0,2% 0,0% Ottobre 0,8% -15,1% 25,6% -7,5% -7,6% 0,3% 8,3% 9,8% -0,8% 0,0% -0,6% -0,2% 0,0% Fonte: elab. Veneto Lavoro su dati Istat

4 GRAF. 1 - VARIAZIONI TENDENZIALI DELL'OCCUPAZIONE - VENETO E ITALIA (DINAMICA RISPETTO AL TRIMESTRE CORRISPONDENTE DELL'ANNO PRECEDENTE) 4,0% 3,5% 3,0% 2,5% Italia Veneto 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% 0,0% Ottobre 2000 Gennaio 2001 Aprile Luglio Ottobre Gennaio 2002 Aprile Luglio Ottobre FONTE: ELAB. VENETO LAVORO SU DATI ISTAT GRAF. 2 - Tendenze dell'occupazione a tempo parziale e a tempo determinato in Veneto e in Italia (numeri indice gennaio 2001 = 100 sulle medie mobili ultimi 4 trimestri) Tempo parziale - Veneto TOTALE - Veneto Con occupazione permanente - Veneto Con occupazione temporanea - Veneto Tempo parziale TOTALE Con occupazione permanente Con occupazione temporanea / / / / / / / /2002

5 TABELLA 2 - OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITA' ECONOMICA E POSIZIONE NELLA PROFESSIONE - VENETO (dati in migliaia) Periodo AGRICOLTURA INDUSTRIA ALTRE ATTIVITA' TOTALE di TOTALE di cui Costruzioni TOTALE di cui Commercio riferimento riferimento Dipendenti Indipendenti Totale Dipendenti Indipendenti Totale Dipendenti Indipendenti Totale Dipendenti Indipendenti Totale Dipendenti Indipendenti Totale Dipendenti Indipendenti Totale MASCHI E FEMMINE Ottobre Gennaio Aprile Luglio Ottobre Gennaio Aprile Luglio Ottobre Gennaio Aprile Luglio Ottobre media media var. 2002/ var. ott. 2002/ott var. 2002/2001 % -2,6% -3,9% -3,7% -0,8% 2,1% -0,2% 7,7% 4,2% 6,1% 1,2% 3,8% 2,0% 8,6% 4,7% 6,6% 0,2% 2,4% 0,9% var. ott. 2002/ott % -2,9% 3,0% 1,7% 2,3% -1,0% 1,7% 20,0% -0,4% 11,2% 0,5% -0,8% 0,1% 7,0% 0,7% 3,8% 1,3% -0,4% 0,8% Fonte: elab. Veneto Lavoro su dati Istat

6 GRAF. 3 -QUOTA DI OCCUPAZIONE A TEMPO PARZIALE OTTOBRE % 12% 10% 8% 6% 4% 2% 0% Trentino-Alto Adige Veneto Valle d'aosta Friuli-Venezia Giulia Lombardia Marche Toscana Sicilia Calabria Emilia-Romagna ITALIA Liguria Piemonte Sardegna Umbria Lazio Molise Basilicata Puglia Abruzzo Campania FONTE: ELAB. VENETO LAVORO SU DATI ISTAT