RASSEGNA STAMPA. 15 novembre Sommario: Rassegna Associativa. Rassegna Sangue e Emoderivati
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1 RASSEGNA STAMPA 15 novembre 2013 Sommario: Rassegna Associativa Rassegna Sangue e Emoderivati 2 Rassegna Medico-scientifica, politica sanitaria e terzo settore 7 Prime Pagine 15
2 Rassegna sangue e emoderivati
3 SOLE 24 ORE SANITÀ I provvedimenti approvati dalla Stato-Regioni Due i provvedimenti sanitari approvati dalla conferenza Stato-Regioni. Il primo riguarda la proposta di riparto dei euro per il 2013 per realizzare l'obiettivo dell'autosufficienza regionale e nazionale di emocomponenti e plsmaderivati. Gli indici utilizzati per il riparto - tutti riferiti al sono la popolazione, i dati di produzione e consumo di unità di globuli rossi, le Sdo per acuti e il case mix complessivo in regime ordinario. In particolare i dati relativi alla popolazione residente e all'efficienza nella raccolta (indice di donazione) pesano rispettivamente per una quota pari al 25%, mentre il restante 50% è determinato dall'indice di efficienza nella gestione dei consumi di globnuli rossi in relazione ai ricoveri totali (rapporto tra consumo di globuli rossi e dimissioni ospedaliere pesato sulla popolazione). Intesa sulla proposta del Ministero della salute di ripartizione alle Regioni, per l'anno 2013, dei fondi di cui all'articolo 6, comma 1, della legge 21 ottobre 2005, n. 219 Il secondo accordo riguarda invece l'estensione ai dispositivi medico-diagnostici in vitro dell'iscrizione nella banca dati del ministero della Salute che dal 2010 raccoglie le informazioni sulle altre tipologie di dispositivi medici. Lo schema di decreto predisposto dalla Salute coinvlge i produttori e i venditori di dispositivi in vitro che dovranno iscriverli nel repertorio dei dispositivi medici secondo precise modalità tecniche riportate nell'allegato al decreto e che riguardano i meccanismi di notifica e aggiornamento dei dati, le trasmissioni effettuabili solo elettronicamente e secondo modalità diverse indicate sul sito del ministero della Salute, l'identificativo di iscrizione grazie a un numero specifico, la consultazione dei dati con diversi livelli di accesso per garantirne la riservatezza e l'assistenza tecnica agli utenti. Nelle gare per l'acquisizione, a qualsiasi titolo, di dispositivi medico-diagnostici in vitro e, più in generale, nei rapporti commerciali, le strutture direttamente gestite dal Ssn non dovranno chiedere ai fornitori le informazioni disponibili nel repertorio, aggiornata alla data della dichiarazione. Il numero identificativo di iscrizione al repertorio deve essere utilizzato nelle comunicazioni relative ai dispositivi medico-diagnostici in vitro effettuate anche per la vigilanza sugli incidenti. Il ministero della Salute pubblica periodicamente le informazioni identificative dei dispositivi medico-diagnostici in vitro presenti nel repertorio su cui produttori e "mandatari" hanno manifestato la volontà di pubblicazione e alla banca dati europea dei dispositivi medici i dati relativi. Accordo sullo schema di decreto del Ministro della salute recante "Nuove modalità per l'iscrizione dei dispositivi medico-diagnostici in vitro nel Repertorio dei dispositivi medici e per gli adempimenti relativi alla registrazione dei fabbricanti e dei mandatari di dispositivi medico-diagnostici in vitro" All'esame dei governatori anche le richieste di modifica della legge di stabilità. Che per quanto riguarda le questioni finanziarie chiedono in sintesi la garanzia dell'equilibrio di bilancio delle Regioni rispetto alla restituzione allo Stato di 560 milioni di euro da parte delle Regioni a statuto ordinario e 240 milioni di quelle a statuto speciale, l'esclusione dal patto di stabilità del cofinanziamento dei fondi comunitari, una revisione delle regole Patto di stabilità. Sulla sanità sono confermate le richieste messe a punto dalla commissione Salute che riguardano la specifica certa del finanziamento del Ssn per il 2014 (109,9 miliardi), le risorse per gli investimenti per l'edilizia sanitarie la Legge 210/92 sull'indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni 14 novembre 2013
4 QUOTIDIANO SANITÀ.IT Sangue infetto. M5S: Proposta di legge per risarcire le migliaia di esclusi ancora in attesa di indennizzo Lo chiede una proposta di legge, in fase di elaborazione, della deputata grillina Marialucia Lorefice. L'iniziativa terrà distinta la questione dell indennizzo, poche centinaia di euro, dal risarcimento dovuto per danno biologico dopo aver accertato il nesso tra la trasfusione o l assunzione di emoderivati e il contagio. 14 NOV - Trovare dopo anni una soluzione, quantomeno dal punto di vista economico, anche se non potrà compensare le afflizioni subite, per le migliaia di persone contagiate da sangue infetto o emoderivati infetti, ancora adesso escluse dall indennizzo. Questo l obiettivo della proposta di legge a prima firma Marialucia Lorefice, in fase di elaborazione. Lo dichiarano i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Affari Sociali che ieri hanno incontrato il presidente nazionale e del Lazio della Federazione delle Associazioni Emofilici (Fedemo), rispettivamente Gabriele Calizzani e Ottorino Rossi, e l avvocato Massimiliano Renzi. L incontro - spiegano i deputati - è stato organizzato proprio allo scopo di discutere e confrontarci circa la definizione di questa proposta di legge, che intende consentire il giusto risarcimento nei confronti dei soggetti danneggiati da sangue infetto o emoderivati. In particolare, si è parlato delle due importanti transazioni tra lo Stato e i malati avvenute nel 2003 e nel 2007, nonché dei circa sette mila contagiati ancora in attesa di riscontri da parte del ministero della Salute. Soprattutto aggiungono i deputati M5S, è emersa la necessità di tenere distinte la questione dell indennizzo, che si limita a un assegno di poche centinaia di euro e previsto dalla legge 210/92, dal risarcimento, dovuto per il danno biologico subito dopo aver accertato il nesso di causalità tra la trasfusione o l assunzione di emoderivati e il contagio della malattia. Dal risarcimento sono, appunto, ancora adesso esclusi circa settemila soggetti. Per questo i deputati intendono incontrare tutti i soggetti, associazioni o singoli, coinvolti nella vicenda del sangue infetto e interessati ad avere un confronto. Il nostro fine - concludono - è quello di trovare una soluzione per le vittime quantomeno dal punto di vista economico che, sicuramente, non potrà mai compensare le afflizioni subite. 14 novembre 2013
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6 QUOTIDIANO SANITÀ.IT Cellule staminali. Studio Ispo: "Un italiano su due non sa cosa sono" È quanto emerso da un sondaggio realizzato per Assobiotec. La metà degli italiani tra i 20 e i 44 anni ha dichiarato di non essere informata sulla possibilità di donare il sangue cordonale. Palmisano: "Chiediamo un tavolo tecnico pubblico-privato per alfabetizzare sulla rilevanza delle staminali". 14 NOV - Gli italiani non sono informati sulla possibilità di conservare il sangue embrionale: il 48% ha affermato di non sapere esattamente di cosa si tratti e un altro 29% di averne sentito parlare, ma di non essere al corrente della distinzione tra donazione e conservazione. Inoltre, gli italiani confondono le cellule cordonali con quelle embrionali: l'82% ritiene infatti che "quando si sente parlare di cellule embrionali, si intendono proprio quelle del cordone ombelicale" e l'81% che "i problemi di natura etica di cui si sente parlare si riferiscono alle cellule staminali del sangue cordonale ombelicale". È questa in breve la fotografia delle conoscenza delle cellule staminali da parte degli italiani scattata da un sondaggio realizzato su un campione rappresentativo di 600 individui dell'universo 20-44enni italiani (la fascia d'età che dovrebbe essere più esposte alle informazioni relative al sangue cordonale, in quanto in età da figli piccoli) da Ispo ricerche per Assobiotec e presentata questa mattina a Roma. "Dallo studio emerge - ha sostenuto Renato Mennheimer, coordinatore dell'indagine - prima ancora che una scarsa conoscenza della possibilità di utilizzare il sangue cordonale, una totale assenza di consapevolezza circa le cellule staminali da parte degli italiani. Gli italiani mostrano di avere poche e confuse informazioni a riguardo; le risposte relativamente a caratteristiche e utilizzo delle staminali sono fornite il più delle volte in modo orientativo (credo di sì/di no) e, spesso, risultano errate". "Gli italiani 20-44enni - ha aggiunto Mennheimer - non conoscono la distinzione tra cellule staminali neonatali ed embrionali. Le informazioni possedute, quindi, non permettono loro di distinguere con chiarezza tra le diverse fonti di cellule staminali, lasciando intendere che anche i risvolti di tipo etico, spesso protagonisti del dibattito pubblico, difficilmente possono essere correttamente compresi". "Il sondaggio realizzato da Ispo - ha dichiarato il vicepresidente di Assobiotec, Riccardo Palmisano - ci consegna uno spaccato di Paese bisognoso, ma anche desideroso, di maggiore conoscenza su un tema tanto importante e delicato come quello delle cellule staminali". "C'è assoluta necessità - ha affermato Palmisano - di una maggiore cultura scientifica relativa alle staminali e alle biotecnologie, e alle molteplici possibilità che esse aprono per la tutela della salute e l'evoluzione sociale. Non è un caso che oggi in Italia il 97% dei cordoni ombelicali venga gettato, trattato come rifiuto biologico. Per questo l'industria rappresentata da Assobiotec è pronta a fare la propria parte. Ma serve un chiaro e preciso impegno da parte delle Istituzioni pubbliche". "Chiediamo quindi con forza - ha concluso il vicepresidente di Assobiotec - un Tavolo tecnico, a cui siedano pubblico e privato che produca un documento condiviso con poche e corrette informazioni per rendere consapevole e alfabetizzare la popolazione alle staminali, alla loro rilevanza e al loro utilizzo. L'Italia non può rimanere anche in questo campo il fanalino di coda dell'innovazione in Europa". Infine, i rappresentati del mondo politico presenti all'incontro: Lucio Barani (Gal), Marco Carra (Pd) e Vittoria D'Incecco (Pd), hanno dichiarato di aver presentato, rispettivamente al Senato e alla Camera, dei Disegni di legge, tra loro "sovrapponibili per quel che riguarda i contenuti principali", riguardanti la possibilità di riconoscere il prelievo autologo non dedicato, in modo da liberalizzare l'utilizzo del sangue cordonale oggi vincolato da un decreto ministeriale (decreto Sacconi). 14 novembre 2013
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