PROMUOVERE L INTERCULTURA NELLE SCUOLE Per una progettazione curricolare nell ottica interculturale

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1 Piano Territoriale per l'integrazione Azioni di integrazione sociale e scolastica Conferenza dei Sindaci U.L.S.S.13 Azienda U.L.S.S.13 e Cooperativa Giuseppe Olivotti di Mira PROMUOVERE L INTERCULTURA NELLE SCUOLE Per una progettazione curricolare nell ottica interculturale Psicologa coordinatrice del Progetto: dott.ssa Renata Lovison Mediatrice Linguistico-culturale: dott.ssa Nadia Spiridon Facilitatrice Linguistica : dott.ssa Fairus Souliman

2 L'ufficio per la mediazione linguistico - culturale immigrazione.olivotti@gmail.com è attivo da lunedì 2 settembre 2013 fino a lunedì 30 giugno 2014 È un ufficio telematico al quale le assistenti sociali dei Comuni possono richiedere l'intervento di mediazione linguistico-culturale via

3 Le assistenti sociali dei Comuni possono richiedere interventi di: Mediazione sociale - fondi del Piano territoriale per l'integrazione (ex L9/90) Mediazione socio-sanitaria - fondi del Piano territoriale per l'integrazione (ex L9/90)

4 PROGETTO MEDIAZIONE A SCUOLA PRIORITA' 1 : ALUNNI NEO-ARRIVATI Alunni NAI,, neo arrivati poco o nulla italofoni o inseriti nella scuola da meno di due anni. é previsto per ogni alunno neo-arrivato un ciclo di 9 ore, che può essere ridotto o reiterato in caso di particolare necessità, su accertamento da parte del mediatore

5 L'intervento assicura: la collaborazione con gli insegnanti per concordare e progettare l intervento sulla base delle esigenze del singolo alunno; la prima accoglienza e l'inserimento del minore immigrato a scuola e nel gruppo-classe; il supporto alla segreteria della scuola nella comprensione della documentazione relativa all'alunno e nella comunicazione con la famiglia; la ricostruzione delle competenze scolastiche e del percorso di studi pregresso dell'alunno; il sostegno e la consulenza agli insegnanti per facilitare la costruzione di un rapporto di fiducia e la comunicazione con la famiglia dell'alunno.

6 PROGETTO MEDIAZIONE A SCUOLA PRIORITA' 1 : ALUNNI STRANIERI Colloqui scuola -famiglia Traduzioni scritte avvisi - documenti L intervento (n di ore) sarà calibrato rispetto alla richiesta inoltrata.

7 PROGETTO MEDIAZIONE A SCUOLA PRIORITA' 2 : CONSULENZA la consulenza e l'aggiornamento degli insegnanti con la proposta di incontri di formazione da proporre a tutti gli Istituti; la consulenza su singoli alunni o situazioni di classe da parte dei mediatori e della psicologa che operano per l'ufficio mediazione; la consulenza su materiali utili per l'apprendimento della lingua italiana da parte dei facilitatori linguistici che operano per l'ufficio mediazione; la traduzione scritta di materiali utili alla scuola e all'accoglienza e inserimento di alunni stranieri.

8 PROGETTO MEDIAZIONE A SCUOLA PRIORITA' 3 : FACILITAZIONE LINGUISTICA E INSEGNAMENTO DELLA LINGUA ITALIANA SOLO A PARTIRE DAL MESE DI MARZO/APRILE 2014 e SOLO SE DISPONIBILE UN BUDGET RESIDUALE A Scuola l'intervento di un facilitatore linguistico può assicurare: la collaborazione con gli insegnanti per concordare e progettare l intervento sulla base delle esigenze del singolo alunno e/o degli alunni; la facilitazione linguistica l insegnamento lingua italiana (possibilmente organizzata per piccoli gruppi per limitare i costi).

9 Il mediatore culturale in ambito educativo L analisi dei bisogni di mediazione con specifico riferimento alla presenza di alunni stranieri nella scuola italiana tiene conto: Della specifica cultura di provenienza dell alunno Della causa che sta all origine del percorso migratorio della famiglia Dell esistenza o meno di una famiglia (es. minori non accompagnati) Del tipo di inserimento che la famiglia sta vivendo in Italia Del tipo di ipotesi identitaria assunta dal contesto famigliare

10 Profilo delle competenze- Profilo professionale del mediatore culturale A. Nei confronti di alunni - figli di migranti o Sostenere la prima fase di accoglienza e di inserimento o Ricostruire il profilo scolastico-linguistico dell alunno o Rendere esplicite le regole della scuola confrontandole con quelle del paese di provenienza o Ridurre l ansia e il disagio da sradicamento o Ridurre le occasioni di conflitti legati alle diversità di abitudini e culture e gli episodi di razzismo o Fornire visibilità e valorizzare le culture di appartenenza o Costituire un modello positivo di riferimento e di identificazione o Facilitare il primo approccio all apprendimento della lingua italiana

11 Profilo delle competenze Profilo professionale del mediatore culturale B. Nei confronti delle famiglie migranti o Incontrare le famiglie all inizio della presa in carico dell alunno o Informare e facilitare l accesso all uso dei servizi educativi mettendo in relazione i partners educativi o Tradurre materiali informativi, avvisi, cartellonistica ecc o Intervenire in situazioni di conflitto (incidenti interculturali e/o fraintendimenti) o Orientare il genitore neo-arrivato o in difficoltà

12 Profilo delle competenze- Profilo professionale del mediatore culturale C. Nei confronti degli insegnanti, operatori e istituzioni educative o Contribuire a risolvere difficoltà comunicative nella prima fase di inserimento e durante il percorso scolastico o Fornire informazioni sulla storia dell alunno, sui modelli formativi e scolastici del paese d origine o Fornire informazioni sulla cultura d origine dell alunno o Tradurre informazioni e comunicazioni o Sostenere l insegnamento della seconda lingua

13 Profilo delle competenze- Profilo professionale del mediatore culturale D. Nei confronti di alunni italiani o Presentare culture altre o Fornire un immagine positiva dei paesi d immigrazione e delle loro tradizioni e culture. o Narrare e proporre animazioni interculturali o Creare situazioni e dare spazio a confronti costruttivi, evidenziare analogie e differenze tra i diversi paesi, al fine di favorire il dialogo e i rapporti con i loro compagni stranieri

14 Modelli di educazione interculturale Modello culturalista Punta sulla valorizzazione delle culture d origine utilizzando regolarmente la presenza dei mediatori culturali; Insiste sulle informazioni che riguardano i paesi di origine; Tende a rendere coscienti i soggetti della loro differente appartenenza. Modello personalista Valorizza la persona non vincolata alla cultura originaria; Predispone che il lavoro sulle culture, sui conflitti culturali e sulle lingue straniere venga svolto in presenza del mediatore da tutta la classe nel suo insieme, in un clima socializzante che punti a evidenziare le similitudini, senza escludere le differenze.

15 Il mediatore culturale e la scuola La scuola e il mediatore culturale svolgono in maniera coordinata e complementare le seguenti attività educative, di apprendimento e di sostegno degli alunni: di accoglienza e di inserimento per gli alunni immigrati; di aggiornamento curricolare e cognitivo in progetti di mirati e personalizzati incluso l evoluzione delle competenze linguistiche individuali; di sensibilizzazione valoriale verso i temi della cittadinanza attiva, dell integrazione socio-culturale ; di esercizio attivo e costante di un dialogo interculturale stabile mediante la presenza permanente e solerte del mediatore culturale, in stretta collaborazione con la famiglia e i singoli insegnanti.

16 Dal mediatore al facilitatore Il mediatore linguistico culturale è una figura che crea un ponte fra l allievo immigrato ed il mondo della scuola ed agevola l inserimento dell alunno nell istituzione scolastica. La fase successiva all intervento di mediazione linguistico-culturale è la facilitazione linguistica,, che punta a far acquisire all alunno straniero le necessarie competenze linguistiche ed è condotta da esperti nell insegnamento dell italiano lingua seconda (L2).

17 La figura del facilitatore linguistico è prevista dalla normativa. D.P.R. n. 394 del 31 agosto art «Iscrizione scolastica» : «[ ] Il consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua italiana può essere realizzato mediate l attivazione di corsi intensivi di italiano L2» Circolare ministeriale n. 24 del 1 marzo 2006 «Linee guida per l accoglienza e l integrazione degli alunni stranieri» «[ ] lo studio della lingua italiana deve essere inserito nella quotidianità dell apprendimento e della vita scolastica degli alunni stranieri, con attività di laboratorio linguistico». La priorità dell insegnamento è per gli alunni NAI,, neo arrivati poco o nulla italofoni o inseriti nella scuola da meno di due anni.

18 Lingua materna lingua seconda lingua straniera La lingua materna L1,, prima lingua parlata, lingua degli affetti. La lingua seconda L2, si apprende successivamente alla lingua materna (L1), nel luogo e nel contesto in cui la lingua L2 è utilizzata. La lingua straniera LS,, si apprende nel proprio luogo di vita in situazione scolastica, di apprendimento formale. Le differenze tra l'apprendimento della L2 e di una LS riguardano in particolare le modalità di acquisizione e i bisogni linguistici. Gli alunni stranieri apprendono l'italiano come seconda lingua in una situazione mista,, con momenti di acquisizione formale e guidata all interno della scuola e del laboratorio di italiano e con momenti informali e spontanei.

19 Lingua per comunicare lingua per studiare Nell apprendimento dell italiano L2, si distinguono le abilità comunicative di base (BICS) dalle competenze linguistiche e cognitive necessarie allo studio delle materie scolastiche (CALP). Il saper parlare una lingua piuttosto correttamente non significa saperla usare come strumento cognitivo ed esser capace di riassumere o studiare un testo storico o letterario e affrontare lo studio delle discipline scolastiche.

20 Il ruolo del facilitatore linguistico Valutazione iniziale delle competenze linguistiche dell alunno straniero; collaborare con gli insegnanti nella decisione degli obiettivi comuni da raggiungere per l apprendimento della lingua per comunicare e per studiare le diverse discipline scolastiche; programmare un percorso didattico coerente con le competenze e i bisogni rilevati dell alunno e con gli obiettivi comuni di apprendimento linguistico e disciplinare; facilitare l apprendimento della lingua all interno dei laboratori di italiano L2, valutare e documentare i risultati ottenuti e gli obiettivi raggiunti dagli allievi; essere di supporto didattico agli insegnanti supporto didattico agli insegnanti fornendo materiali e strumenti utili e per l insegnamento dell italiano L2.

21 La valutazione iniziale degli alunni stranieri La rilevazione di abilità e competenze in ingresso ha lo scopo di definire il piano didattico personale dell alunno straniero. Materiali per la rilevazione iniziale : Tutti uguali e tutti diversi USR Lombardia Materiali del Centro DARI di Padova Materiali del Centro Come di Milano QCER (Quadro Comune di Riferimento Europeo), rappresenta una linea guida impiegata per descrivere i risultati conseguiti da chi studia le lingue straniere in Europa.

22 Il Piano Didattico Personalizzato la riduzione: : prevede di proporre gli stessi contenuti del curricolo comune ma in forma più semplice e ridotta, identificando «obiettivi minimi ; la sostituzione: : nell insegnamento delle lingue straniere, si può proporre la lingua madre dell alunno straniero (se prevista); l integrazione: : prevede di inserire nel piano personale competenze e abilità già acquisite nella lingua madre. la sospensione temporanea di alcuni insegnamenti.

23 La specificità dei testi disciplinari L apprendimento di una disciplina comporta non solo l apprendimento dei suoi contenuti ma anche del linguaggio specifico. I testi scolastici presentano un indice di complessità elevato per quel che riguarda la comprensione del testo (l indice di leggibilità GULPEASE) Le difficoltà linguistiche sono riconducibili al piano lessicale, morfosintattico e testuale.

24 La specificità dei testi disciplinari Presenza di termini astratti non appartenenti al Vocabolario di Base ; polisemia di molte parole che nel linguaggio comune, assumono un significato diverso; presenza di sinonimie ; forme passive e forme impersonali ; tempi e modi verbali (come il passato remoto, il gerundio ) poco utilizzati nel linguaggio comune; conoscenze pregresse, prerequisiti disciplinari, che sono stati oggetto di insegnamento in cicli scolastici precedenti; conoscenze di natura culturale, legate ad una certa visione del mondo e della realtà.

25 Il laboratorio di italiano L2 Strutturato quale attività aggiuntiva extracurricolare o durante l orario di lezione; organizzato prevalentemente per gruppi di livello di conoscenza della lingua italiana; intensivo ( 2 ore al giorno) o più diluito nel tempo (2-4 ore settimanali); l ambiente è confortevole ed accogliente; vi sono i segni delle provenienze e delle appartenenze: immagini, scritte, libri nelle lingue materne; contiene giochi linguistici, materiali multimediali; favorisce la socializzazione, la collaborazione, l aiuto e il rispetto reciproco; non deve essere uno spazio chiuso e isolato, i lavori prodotti devono essere diffusi nei diversi luoghi della scuola per creare continuità; metodologie principalmente a mediazione sociale didattica ludica apprendimento cooperativo.

26 Bibliografia Arici M., Cristofori S., Maniotti P. (2006), Apprendere e insegnare la lingua per studiare, IPRASE Trentino, Trento. Bettinelli, G., Favaro, G., Anche in italiano. Percorsi di apprendimento di italiano seconda lingua per bambini stranieri.,nicola Milano Editore, Bologna, Caon F., Rutka S., La lingua in gioco. Attività ludiche per l insegnamento dell italiano L2, Guerra Edizioni, Perugia, 2004 Debenedetto G. (2003), L italiano per imparare a scuola, in Micciarelli E. (a cura di), Nuovi compagni di banco, Franco Angeli, Milano. Gatti A., Benvenuto in classe, Percorsi di letto-scrittura e di apprendimento intensivo della L2 per bambini stranieri, Erickson, Trento, 2006 Grassi R. (2003), Compiti dell insegnante disciplinare in classi plurilingue: la facilitazione dei testi scritti, in Luise M. (a cura di), Italiano lingua seconda: fondamenti e metodi, Guerra Edizioni, Perugia, pp Vedovelli M., Guida all italiano per stranieri La prospettiva del Quadro comune europeo per le lingue, Carocci Editore, Roma, 2002.

27 Sitografia

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