Misure di conservazione per i siti Natura 2000 delle dorsali del Monte San Vicino e del Monte Rogedano Gioco del Pallone BOZZA

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1 Misure di conservazione per i siti Natura 2000 delle dorsali del Monte San Vicino e del Monte Rogedano Gioco del Pallone BOZZA Fabriano

2 Sistema degli arbusteti Habitat : 5130 Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli Specie principali: nessuna specie di interesse comunitario è legata a questi ecosistemi. Criticità: Per gli arbusteti Habitat la maggiore criticità è l evoluzione verso il bosco che ne determina la scomparsa. Per le altre tipologie di arbusteto (in quanto habitat per la fauna) non sono rilevabili criticità. Obiettivi: La gestione degli arbusteti ha come obiettivo la conservazione di quelli Habitat di interesse comunitario attraverso interventi che ne impediscano l evoluzione. Per le altre tipologie l obiettivo è la loro riduzione per favorire il recupero delle formazioni erbacee.

3 Sistema degli arbusteti Habitat : 5130 Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli Misura regolamentare: Decespugliamento parziale degli arbusti (da realizzare entro 5 anni dall entrata in vigore del Piano), quando la relativa copertura supera il 50% della superficie dell habitat (quest obbligo può essere derogato in presenza di Piani di Gestione redatti dall Azienda o consorzi d Azienda, ovvero dall Ente Gestore in accordo con gli stakeholders locali). Dovrà essere rilasciato un numero di arbusti sufficiente a garantire la copertura compresa tra 10-30% mediante soprattutto il rilascio degli esemplari più alti di 1,50 m e possibilmente raggruppati ad isole. Non dovranno essere oggetto di intervento le fasce ecotonali (margini di formazioni forestali e pre-forestali) e le zone arbustate che si interpongono tra lingue forestali. Il taglio degli arbusti dovrà essere effettuato al livello del colletto. Il materiale di risulta dovrà essere completamente asportato. Gli interventi non potranno essere realizzati nel periodo 15 aprile-15 luglio. Misure contrattuali: Piani di Gestione Aziendali o per consorzi di aziende che devono riguardare l intero complesso degli arbusteti e delle aree aperte. Altri arbusteti Misura regolamentare: Decespugliamento parziale degli arbusti (da realizzare entro 5 anni dall entrata in vigore del Piano, quando la relativa copertura supera il 50% della superficie dell habitat (quest obbligo può essere derogato in presenza di Piani di Gestione redatti dall Azienda o consorzi d Azienda, ovvero dall Ente Gestore in accordo con gli stakeholders locali) con gli stessi criteri definiti per l Habitat In presenza di ginestra questa deve essere eliminata prioritariamente. Il Piano aziendale per i ginestreti può prevedere la deroga all obbligo del rilascio per garantire una copertura di almeno il 10% consendone la completa asportazione.

4 Sistema delle praterie Habitat :6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine * Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell'alysso-sedion albi 6220 Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea Specie principali: Falco pecchiaiolo, Biancone, Aquila reale, Succiacapre, Tottavilla, Calandro, Averla piccola, Criticità: Alterazione della composizione e della struttura in particolare per l invasione del falasco e degli arbusti dovuta all abbandono o al sottoutilizzo. Obiettivi: Favorire la permanenza e ove possibile l incremento del numero di capi per garantire la conservazione delle formazioni erbacee e ove possibile il recupero di quelle degradate.

5 Sistema delle praterie Habitat : Tutti Misura regolamentare: Nelle praterie al di sopra di 1000 m di quota, l attività di pascolo dovrà avere inizio dopo il primo di Giugno e potrà proseguire sino al 15 Dicembre (quest obbligo può essere derogato se in presenza di Piani di Gestione) Gestione delle popolazioni di brachipodio, secondo le indicazioni fornite, quando la relativa copertura supera il 50% della superficie dell habitat (quest obbligo può essere derogato se in presenza di Piani di Gestione). Gli interventi dovranno avvenire entro 5 anni dall entrata in vigore del Piano (La misura potrà essere estesa anche ai cardi e ad altre specie che alterano la struttura della prateria). Decespugliamento parziale degli arbusti, secondo le indicazioni fornite per gli arbusteti, quando la relativa copertura è costituita da ginepri, rosacee ed altri arbusti e supera il 50% della superficie dell habitat (quest obbligo può essere derogato se in presenza di Piani di Gestione. ). Gli interventi dovranno avvenire entro 5 anni dall entrata in vigore del Piano. Misure contrattuali: Piani di Gestione Aziendali o per consorzi di aziende che devono riguardare l intero complesso degli arbusteti e delle aree aperte. Garantire un carico minimo non inferiore a 0,4-0,5 UBA/ha e non superiore a 1,5-2,0 UBA/ha. Favorire lo sfalcio nel periodo compreso tra il 15 Giugno e il 30 Luglio, laddove le condizioni di produttività lo consentano (versanti poco acclivi esposti a Nord) e garantire poi un pascolo per almeno giorni con un carico minimo di 0,2 UBA/ha. Limitare fenomeni da sovraccarico nelle aree di abbeveraggio (raccolte d acqua, abbeveratoi) realizzando nelle aree a maggiore intensità di pascolamento un numero di punti d'acqua congruo con il numero di capi e omogeneamente distribuito sul territorio; I punti d acqua dovranno avere anche caratteristiche idonee all insediamento di anfibi e all utilizzo da parte dei chirotteri.

6 Sistema dei prati falciabili Habitat : 6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis) Specie principali: Falco pecchiaiolo, Biancone, Aquila reale, Succiacapre, Tottavilla, Averla piccola, Criticità: Alterazione della composizione e della struttura a causa dell abbandono Obiettivi: Favorire la permanenza dello sfalcio e della gestione tradizionale dell ecosistema.

7 Sistema dei prati falciabili Habitat : Tutti Misura regolamentare: Obbligo di sfalcio nelle aree indicate da apposita cartografia individuata nel Piano di gestione aziendale predisposto per gli Accordi Agroambientali (quest obbligo può essere derogato se in presenza di Piani di Gestione finalizzati alla gestione conservativa degli ambiti con rischio di abbandono o cattivo utilizzo). (Solo per l Habitat 6510) Divieto di trasemina (esclusi i prati di impianto artificiale e già soggetti regolarmente a questa attività) Misure contrattuali: Piani di Gestione Aziendali o per consorzi di aziende che devono riguardare l intero complesso degli arbusteti e delle aree aperte. Favorire il pascolo dopo che lo sfalcio sia avvenuto per un periodo di almeno giorni, con un carico di 0,2 UBA/ha Favorire la messa a dimora di arbusti e siepi ai margini delle particelle

8 Sistema delle praterie Cinghiale: Densità massima ammissibile 2 capi/100 ha prevedendo, nelle aree precluse all attività venatoria, l avvio di piani di gestione con le modalità previste da ISPRA per le aree protette. Lupo: Finanziare le aziende per la messa in atto degli opportuni interventi volti alla prevenzione del rischio di predazioni. Le attività da finanziare dovranno essere definite di volta in volta sulla base delle specifiche esigenze dei singoli operatori.

9 Sistema dei boschi Habitat : 9180 Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion - 91AA Boschi orientali di quercia bianca - 91L0 Querceti di rovere illirici (Erythronio-Carpinion) Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex Boschi di Castanea sativa Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia Specie principali: Falco pecchiaiolo, Biancone, Balia dal collare, Chirotteri, Salamandrina di Savi, Insetti saproxilofagi Criticità: Struttura delle formazioni di scarsa qualità con presenza non adeguata di alberi morti e di grandi dimensioni. Per i castagneti da frutto il principale problema è l abbandono. Obiettivi: Favorire nelle formazioni di interesse comunitario l evoluzione verso assetti più maturi. Incrementare la dotazione di alberi di grandi dimensioni e di legno morto.

10 Sistema dei boschi Misura regolamentare: Mappare e georeferenziare in fase di predisposizione del progetto di taglio gli alberi lasciati alla libera evoluzione previsti dalle Prescrizioni di massima e polizia forestale regionali e norme per la gestione dei boschi marchigiani. È vietato il taglio delle formazioni del Tilio-Acerion (9180) e del Carpino betuli-coryletum avellanae; è vietato il taglio delle leccete in stazioni rupestri. Fatti salvi gli interventi finalizzati alla conservazione dell habitat. Nelle faggete è vietato il taglio di Sorbus aucuparia, Fraxinus excelsior, Ilex aquifolium etaxus baccata; nei querceti è vietato il taglio di Buxus sempervirens. Fatti salvi gli interventi finalizzati alla conservazione delle specie. Misure regolamentari per l allevamento brado di suidi domestici e selvatici È vietato il taglio della vegetazione adiacente ai corsi d acqua perenni e temporanei, fossi e valloni, per una fascia della profondità minima di 20 metri dalla linea di impluvio, qualora non si ravvisino problemi legati alla prevenzione del dissesto idrogeologico e dei danni legati ad eventi meteorologici eccezionali; è inoltre vietato il taglio in prossimità di sorgenti, pozze d acqua e ingressi di grotte e cavità per un raggio di 10 metri dalle sponde (quest obbligo può essere derogato se in presenza di un Piano di assestamento/gestione) Le tagliate devono avere forme irregolari a contorno curvilineo disposte con il lato maggiore lungo le curve di livello (quest obbligo può essere derogato se in presenza di un Piano di assestamento/gestione). Il taglio è vietato nei periodi previsti dalla vigente normativa regionale. Tale divieto può essere derogato in presenza di opportuna relazione che certifichi l assenza nell area di intervento di specie di interesse comunitario. Nel caso di accertata presenza di tali specie il divieto si estende per il rispettivo periodo riproduttivo È vietato il pascolo di animali domestici, fatta eccezione per le zone immediatamente adiacenti i pascoli (non oltre 50 m dal margine del bosco).

11 Sistema dei boschi Misure contrattuali: Piani di Gestione/Assestamento forestale per aziende o per consorzi di aziende che devono rispondere ai criteri indicati dal Piano. Mappare e georeferenziare gli alberi vetusti e/o monumentali Nei boschi cedui favorire una matricinatura a gruppi, più e meno densi, dispersi in modo disomogeneo all interno della tagliata Favorire il governo a fustaia con trattamento del taglio a scelta per piccoli gruppi (quattro-otto individui) per le faggete e cerrete. Favorire il governo a fustaia con trattamento del taglio a scelta per piccoli gruppi (quattro-otto individui) per le leccete e querceti. Dopo il taglio di maturità, rilasciare in situ una quantità di rami con diametro maggiore di 10 cm, la quale dovrà essere riunita in una/due cataste per ettaro (lunghezza e larghezza almeno un metro ed altezza di 40 cm). Aumento ad 8-10 degli alberi lasciati alla libera evoluzione Avviare progetti tesi ad incrementare le caratteristiche ecologico-funzionali tipiche dei boschi maturi (presenza di alberi vetusti, legno morto, alternanza di strutture aperte e chiuse, diversificazione della volta arborea, ecc.) anche attraverso l installazzione di strutture artificiali (es. cassette nido, bat box, ecc.) Piantumazione a piccoli nuclei di Abies alba nelle faggete. Realizzare vivai in situ, per l allevamento e la diffusione delle provenienze locali delle specie di interesse (abete bianco, tasso, agrifoglio) Promuovere corsi di formazione forestale rivolti agli operatori del settore (così come riportato nell art. 8 della L.R. 6/2005). Promuovere progetti di ecocertificazione forestale (così come sostenuto dall art. 5 della L.R. 6/2005). Nell ambito dei Piani di Gestione/assestamento prevedere idonea cartografia degli habitat forestali e indigini puntuali sulla presenza di specie faunistiche legate a questi ecosistemi. Favorire il recupero dei castagneti da frutto

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