L Unità di Crisi. Tiziano Barone VENETO LAVORO
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- Gabriele Marrone
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1 L Unità di Crisi Tiziano Barone VENETO LAVORO
2 Il progetto Le risorse Fondo POR - FSE Asse I: Occupabilità DGR n. 788/2015 Finalità accompagnare le aziende in crisi favorendo processi di innovazione, riorganizzazione e riqualificazione delle competenze aziendali; diminuire il numero di lavoratori espulsi dal mercato del lavoro. Affidamento a Veneto Lavoro 2
3 Il progetto Unità di Crisi: obiettivi Supportare la Direzione Lavoro e l Assessorato al Lavoro nel miglioramento delle procedure di conciliazione delle controversie e nelle attività volte ad accompagnare il presidio di governo regionale ai tavoli di crisi; Approntare specifici monitoraggi delle crisi territoriali che coinvolgono le imprese venete e delle relative politiche attive e passive; Sperimentare e avviare strumenti innovativi per favorire azioni di reindustrializzazione e di ricollocazione dei lavoratori coinvolti; Il progetto Unità di Crisi: attività La gestione delle crisi aziendali di natura complessa che interessano il territorio regionale L Analisi e monitoraggio quantitativo e qualitativo circa l evoluzione e le tendenze della situazione socio economica del Veneto L Elaborazione e l implementazione di strumenti di prevenzione e di contrasto alle crisi aziendali 3
4 Monitoraggio crisi aziendali Report Trimestrale sulle crisi aziendali La reindustrializzazione: Metodi, prassi ed esperienze italiane ed europee La gestione delle crisi aziendali in Veneto: mappatura dei soggetti e descrizione dei servizi 4
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6 Fonte: Barometro dell economia regionale, Unioncamere Veneto, Maggio
7 Strumenti di prevenzione Indice Crisi Potenziale ICP-SCORE Modello di profilazione degli indicatori predittivi della crisi finanziaria nelle aziende venete Elaborazione degli indicatori predittivi di scenari di crisi utili alla predizione della Probabily Default aziendale, sulla base dei parametri espressi dalla normativa Basilea 2 e 3. 7
8 Assistenza Tecnica alla gestione delle crisi A. Accoglimento delle istanze per l avvio dell istruttoria B. Avvio dell istruttoria: valutazione preliminare e presa incarico del caso aziendale C. Coordinamento istituzionale a livello regionale D. Mediazione e coordinamento degli attori locali E. Coordinamento istituzionale a livello locale F. Eventuale Coinvolgimento e coordinamento con Istituzioni Nazionali G. Costituzione del tavolo tecnico regionale ACCORDO QUADRO Segnalazioni informali/ formali sull esistenza della crisi d impresa da parte di attori locali. Analisi preliminare del contesto di difficoltà, eventuale presa in carico. Raccordo con: Area Capitale Umano e Cultura; Area Sviluppo Economico; Veneto Sviluppo. Raccordo con: Organizzazioni e Rappresentanze sindacali; Azienda in crisi Associazioni datoriali. Raccordo con: Comuni; Province; Altri soggetti istituzional i locali; Raccordo con: MISE; MDL; Invitalia. Approfondimento e completamento dell istruttoria. Definizione degli interventi e delle modalità di attuazione diffusione, controllo e monitoraggio. 8
9 A. Accoglimento delle istanze per l avvio dell istruttoria Gli stakeholder locali, portatori di specifici interessi rispetto all esistenza di una crisi di impresa contattano formalmente o informalmente l Unità di crisi: Le Organizzazioni sindacali e le Rappresentanze dei lavoratori sono gli stakeholder più attivi seguiti dagli enti locali in cui sono situate le unità operative delle imprese in crisi. Rappresentanze dei Lavoratori Lavoratori Organizzazioni Sindacali Istituzioni Locali Azienda Unità di Crisi aziendali, territoriali e di settore Organizzazioni datoriali
10 B. Valutazione preliminare e eventuale presa incarico del caso aziendale Valutazione preliminare Analisi Azienda Proprietà Forma e Struttura societaria Settore Caratteristiche (n. dip. Unità operative) Principali dati finanziari, economici e operativi Etc. Analisi dello stato di crisi Descrizione: Cause Stadio della crisi Reversibilità Utilizzo di ammortizzatori sociali Etc. Analisi dell impatto sul territorio Effetti diretti: impatto occupazionale aziendale Effetti indiretti: sull indotto e/o sul distretto Etc.
11 C. Coordinamento istituzionale a livello regionale AREA CAPITALE UMANO E CULTURA AREA SVILUPPO ECONOMICO VENETO SVILUPPO ALTRE STRUTTURE REGIONALI - Fondi regionali - Fondi POR FSE - Fondi regionali - Fondi POR FESR - Analisi e supporto ai progetti di ristrutturazione - Mediazione con le banche - Utilizzo di fondi specifici, fondi di garanzia e compartecipazione Quadro aggiornato degli strumenti regionali disponibili
12 D. Mediazione e coordinamento degli attori locali ORGANIZZAZIONI SINDACALI / RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI - Interesse per la salvaguardia occupazionale; - richieste di ammortizzatori sociali riqualificazione/adattamento competenze e attività di ricollocamento della forza lavoro; - Controllo obiettivi, contenuti e modalità di gestione del piano industriale di ristrutturazione. IMPRESE /ASSOCIAZIONI DATORIALI - Strategie di rilancio e Piano industriale di ristrutturazione; - accesso a incentivi pubblici; - accesso a Fondi interprofessionali per la Formazione.
13 E. Coordinamento istituzionale a livello locale Comuni Segnalazione situazioni di crisi Semplificazioni burocratiche e amministrative Incentivi strutturali, fiscali Controllo e Monitoraggio Comunicazione ai cittadini Province Altri soggetti in evoluzione in considerazione della specificità del caso aziendale Segnalazione situazioni di crisi Trasferimento informazioni relative al caso aziendale Dati e analisi di contesto territoriale Controllo e monitoraggio Comunicazione ai cittadini attraverso uffici stampa e URP
14 F. Coinvolgimento e coordinamento con Istituzioni Nazionali Ministero del Lavoro: - Gestione degli Ammortizzatori Sociali nazionali Eventuali altri Ministeri in considerazione delle specificità del caso aziendale Ministero dello Sviluppo Economico - Unità di Gestione Vertenze (UGV): - Gestione Tavoli di confronto -Attivazione di strumenti finanziari (Es. Fondo crescita sostenibile ) - Riconoscimento Aree di crisi complessa / non complesse -Coinvolgimento di Invitalia S.p.A.
15 G. Costituzione del tavolo tecnico regionale Il ruolo dell Unità di Crisi nei tavoli tecnici Unità di Crisi Attore terzo con l obiettivo di facilitare una conclusione positiva della vertenza Accesso agli strumenti per il sostegno al reddito ed alla ricollocazione Ruolo di garanzia in ordine alla credibilità dei piani industriali e delle misure di rilancio dell impresa Suggerimento/indirizzamento delle strategie aziendali, verso un intervento non esclusivamente difensivo e creando le condizioni per una capacità di intervento di più ampio respiro e con un ruolo propositivo. Azienda Datori di lavoro Approfondimento e completamento dell istruttoria Definizione degli interventi e delle modalità di attuazione, diffusione, controllo e monitoraggio Area Capitale Umano e Cultura ACCORDO QUADRO Altri soggetti OOSS Enti Locali
16 La conclusione del processo coincide con la definizione di un accordo tra le Parti nel quale vengono definiti: - gli interventi di natura industriale (ristrutturazione, conversione del sito produttivo, progetti di ricerca e sviluppo, credito e finanza ); - gli interventi in termini di politiche formative e occupazionali (processi di riqualificazione, aggiornamento adattamento delle competenze dei lavoratori e azioni di outplacement). - i tempi di realizzazione e gli indicatori di risultato degli interventi definiti; - le modalità per il monitoraggio dello stato di avanzamento. - le modalità di gestione della comunicazione e/o coinvolgimento di soggetti terzi rispetto al tavolo (singoli lavoratori, media e altri). Promozione della costituzione di comitati socio istituzionali. 16
17 L efficacia dell azione di sistema messa in campo al fine del superamento di una data crisi aziendale è subordinata a condizioni strettamente connesse alle Parti direttamente coinvolte. Si evidenzia inoltre che attualmente sussistono limiti strutturali al processo di gestione, riconducibili all impossibilità di rendere cogenti gli impegni sottoscritti tra le Parti e spesso alla mancata presenza ai tavoli di soggetti appartenenti al mondo finanziario. Condizioni Gestione tempestiva della situazione di crisi Disponibilità concreta da parte dell Azienda a collaborare Disponibilità delle Istituzioni e delle OO.SS. Sottoscrizione di un protocollo di impegni tra tutte le Parti interessate Costituzione di una cabina di regia guidata da una delle Istituzioni impegnate Limiti Gli impegni sottoscritti dalle Parti non costituiscono obblighi Non tutti gli stakeholder sono coinvolti o coinvolgibili (ad esempio il sistema finanziario) 17
18 Le crisi aziendali in numeri Nel periodo l Unità di Crisi ha seguito e/o partecipato attivamente a tavoli regionali, provinciali e nazionali di 93 casi di crisi aziendali complesse di cui 21 gestite con il MISE. Nel 2016 le crisi aziendali complesse seguite ammontano a 63, di cui 27 gestite con il MISE. Gli incontri per la gestione delle crisi sono stati più di 100. I lavoratori direttamente coinvolti sono stimati in almeno Unità Gestione Vertenze (MISE) Unità di Crisi (Regione Veneto) 18
19 I settori maggiormente interessati dalle situazioni di crisi affrontate ( ) Metalmeccanico Tessile Edilizia Grande distribuzione Trasporto Aereo Crisi aziendali ( ) per numero di dipendenti < >500 19
20 I tempi di gestione delle crisi variano a seconda della complessità dei casi e degli strumenti attivabili. Nella maggior parte dei casi gli interventi e le conseguenti attività di monitoraggio hanno una durata complessiva non superiore all anno. Non mancano tuttavia situazioni la cui complessità richiede anche vari anni di intervento. Numero casi aziendali ( ) numero casi aziendali ( ) casi ancora seguiti anno 2anni 3anni 4anni 20
21 La maggior parte dei casi oggetto di attenzione ha riguardato imprese interessate da una fase di rilancio aziendale (riorganizzazione, conversione, ristrutturazione ) con la presenza di lavoratori in esubero e quindi da ricollocare nel mercato del lavoro. Numero casi aziendali ( ) numero casi aziendali ( ) casi ancora seguiti Rilancio aziendale Rilancio aziendale / Ricollocamento lavoratori Ricollocamento lavoratori 21
22 Direttrici di intervento per il miglioramento del processo di gestione delle crisi aziendali Rafforzamento dell azione di sistema Intensificare le sinergie con le strutture ministeriali competenti nella gestione delle situazioni di crisi. Favorire l integrazione delle politiche regionali. Favorire il processo di crescita dei soggetti che operano nel Mercato del Lavoro locale e che possono concorre alla risoluzione di situazioni di difficoltà aziendali, settoriali e territoriali. Delega al Governo per la riforma organica delle discipline della crisi di impresa e dell insolvenza 22
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