LA FAUNA DI FONDO MOBILE E LA PRESSIONE DI PESCA A STRASCICO NELL AREA DELLE TEGNÙE DI CHIOGGIA (ADRIATICO SETTENTRIONALE)
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1 Biol. Mar. Medit. (2006), 13 (1): S. Boscolo 1,2, S. Borromeo 2, G. Franceschini 2, M. Cornello 2 1 Associazione Tegnùe di Chioggia ONLUS, Palazzo Morari Chioggia (VE), Italia. simonettaboscolo@libero.it 2 Istituto Centrale per la Ricerca Applicata al Mare, Loc. Brondolo Chioggia (VE), Italia. LA FAUNA DI FONDO MOBILE E LA PRESSIONE DI PESCA A STRASCICO NELL AREA DELLE TEGNÙE DI CHIOGGIA (ADRIATICO SETTENTRIONALE) SOFT-BOTTOM FAUNA AND TRAWL FISHING PRESSURE IN THE TEGNÙE DI CHIOGGIA (NORTHERN ADRIATIC) Abstract In August 2003 sampling was carried out for a preliminary study on soft-bottom fauna inside a no-take zone off Chioggia. Side Scan Sonar imagery revealed high numbers of trawl tracks in the area before and after the establishment of protection, but an average 38% reduction of fishing pressure was noted. Key-words: benthos, soft-bottoms, trawling, Side Scan Sonar, GIS. Introduzione Al largo di Chioggia, uno dei maggiori porti pescherecci dell Adriatico, vi sono alcune tra le più estese formazioni di coralligeno di piattaforma del Mediterraneo, chiamate tegnùe ; esse sono circondate da fondi mobili, essenzialmente pelitici e pelitico-sabbiosi e giacciono ad una profondità compresa tra i 17 ed i 25 m (Stefanon, 1984; Giovanardi et al., 2003a). Le Tegnùe di Chioggia sono state riconosciute come Zona di Tutela Biologica (ZTB) nel 2002; attualmente tale ZTB consta di 4 aree. Questo lavoro si prefigge di dare una prima descrizione della macrofauna bentonica di fondo mobile presente in alcune zone dell Area 1 della ZTB di Chioggia, confrontando questi dati con i risultati di recenti studi sul benthos di fondo mobile condotti di fronte la foce dell Adige (Giovanardi et al., 2003b). Inoltre, grazie ad una serie di tracciati Side Scan Sonar (SSS) eseguiti nel 2001 (Franceschini et al., 2003) e nel 2003, è stato possibile confrontare la pressione di pesca a strascico nell area di studio prima e dopo l istituzione della ZTB. Materiali e metodi I campioni di benthos sono stati raccolti in 4 stazioni dell Area 1 con una benna Van Veen (0,05 m 2 ) nell agosto 2003 (4 repliche per stazione). Le stazioni sono state disposte a circa 50 m dagli affioramenti rocciosi (staz. A1 e A2) e ad 1 km da esse (B1 e B2; Fig. 1). Tutti gli organismi reperiti sono stati identificati al più basso livello tassonomico possibile. Dai dati di abbondanza numerica e ricchezza specifica sono stati ricavati gli indici di Margalef, Pielou, Shannon e Simpson. Inoltre, i dati sono stati sottoposti a tecniche di analisi multivariata, utilizzando il pacchetto software PRIMER 5. Dopo l estrazione della quarta radice, si è proceduto alla creazione di una matrice di similarità utilizzando l indice di Bray-Curtis; tale matrice è stata sottoposta a cluster analysis, utilizzando il metodo del legame medio, ed a ordinamento MDS (Fig. 2; i clusters sono stati ottenuti al 50% della similarità di Bray-Curtis).
2 Fauna di fondo mobile e pressione di pesca a strascico in nord Adriatico 557 Fig. 1 - Localizzazione delle stazioni di campionamento in Area 1 e nell area di confronto. General map of sampling stations at Area 1 and in the comparison area. Stress: 0.14 SD2B SD3B SD8C SD9C SD1C SD3 SD3 1 SD1 SD2 2 BA8CBA9C SD9C MC1C BA1C MC9C MC9C BA9C MC3B BA3B MC8C BA2BMC2BMC1B BA3 MC3 3 BA1B c1 B1 A2 t2 B2 c2 A1 t1 BA2 BA1 MC1 MC2 Fig. 2 - Plot MDS. Il gruppo 1 raccoglie la maggior parte dei campionamenti effettuati alla stazione SD davanti l Adige, il 2 ed il 3 quelli all impianto (nel 2000 e , rispettivamente). MDS plot. Group 1: most of samplings collected at the SD station; group 2 and 3: samplings carried out at the mussel farm in year 2000 and respectively. Sulla base dei tracciati SSS 2003, eseguiti su una zona sovrapposta del 27% all area indagata nel 2001 (pari a 6 Km 2, localizzati lungo i bordi dei due lati orientali dell Area 1) si è proceduto all identificazione ed al conteggio dei segni di pesca a strascico lasciati sul fondo dagli attrezzi commerciali (rete a strascico con divergenti e rapido ). Tali conteggi sono stati poi importati in un GIS per essere rappresentati in una mappa tematica (Franceschini et al., 2003). Per le 4 stazioni in oggetto, infine, abbiamo mediato tutti i conteggi rilevati in un raggio di 300 m, ottenendo così una misura del disturbo dovuto alla pesca nei luoghi campionati.
3 558 S. Boscolo, S. Borromeo, G. Franceschini, M. Cornello Tab. 1 - Lista faunistica. Faunal list. CNIDARIA Hexacorallia n.i. ANNELIDA PRIAPULIDA Priapulida n.i. MOLLUSCA Abra alba Abra prismatica Acanthocardia paucicostata Akera bullata Anodontia fragilis Aporrhais pespelecani Bullomorpha n.i. Calyptraea chinensis Chamelea gallina Corbula gibba Cylichna cylindracea Dentalium sp. Diodora graeca Eulima glabra Haminoea navicula Hiatella arctica Laevicardium crassum Lima sp. Loripes lacteus Lucinidae n.i. Montacuta ferruginosa Myrtea spinifera Mysia undata Nassarius spp. Nucula nucleus Nuculana pella Pharus legumen Phaxas adriaticus Philine aperta Pitar rudis Polinices nitida Retusa truncatula Tapes decussatus Tellina distorta Tellina pulchella ARTHROPODA Thracia sp. Thyasira flexuosa Timoclea ovata ANNELIDA Ampharete acutifrons Amphitrite sp. Aponuphis bilineata Aponuphis fauveli Arabella geniculata Aricidea spp. Capitellidae n.i. Chaetozone setosa Chirimia biceps Cirratulidae n. i. Drilonereis filum Euclymene oerstedi Euclymene palermitana Euclymene spp. Eunice sp. Eunice vittata Eupolymnia sp. Flabelligeridae n.i. Glycera alba SIPUNCULA Glycera sp. Goniada maculata Levinsenia gracilis Lumbrineris gracilis CHORDATA Lumbrineris latreilli Lumbrineris tetraura Maldanidae n.i. Marphysa bellii Marphysa sanguinea Melinna sp. Monticellina sp. Neanthes succinea Nematonereis unicornis Nephtys hystricis Nereididae n.i. Nereis rava Notomastus latericeus Notomastus spp. Onuphis eremita Owenia fusiformis Paradoneis lyra Paralacydonia paradoxa Pectinaria auricoma Pectinaria koreni Phyllodoce laminosa Phylo sp. Pilargiidae n.i. Pilargis verrucosa Poecilochaetus spp. Polynoidae n.i. Sabellidae n.i. Sabellides octocirrata Sigambra tentaculata Spionidae n.i. Sternaspis scutata Sthenelais boa Sthenolepis yhleni Syllis amica Terebellidae n.i. Terebellides stroemi Alpheus glaber Ampelisca diadema Ampelisca spp. Bodotriidae n.i. Callianassa tyrrhena Cirolana borealis Diastylidae n.i. Harpacticoida n.i. Leucothoe oboa Leucothoe sp. Paguristes oculatus Philocheras spp. Tanaidacea n.i. ECHINODERMATA Amphiura chiajei Amphiura filiformis Astropecten irregularis Labidoplax digitata Ophiothrix fragilis Schizaster canaliferus Thyone cherbonnieri Thyone sp. Trachythyone elongata Aspidosiphon muelleri Golfingia sp. Phascolion strombi Sipunculus nudus Ascidiella sp.
4 Fauna di fondo mobile e pressione di pesca a strascico in nord Adriatico 559 Risultati L analisi faunistica ha permesso di identificare 128 taxa raggruppati in 8 phyla (Tab. 1), corrispondenti ad un totale di 4562 individui. Più del 95% delle specie e del numero degli individui, sia totali che per stazione, è rappresentato, nell ordine, da Molluschi, Anellidi, Echinodermi e Artropodi. La stazione A1 presenta valori più elevati degli indici di Margalef, Pielou, Shannon e Simpson sia rispetto ad A2 sia rispetto alle altre stazioni, mentre in B1 si riscontrano valori più bassi sia rispetto a B2 sia rispetto alle altre stazioni. In B1, B2 ed A2 le due specie che contribuiscono maggiormente alla similarità tra le repliche sono Corbula gibba e Lumbrineris gracilis (dal 55 al 65%), seguite da Montacuta ferruginosa e Amphiura filiformis (A2 e B2, con il 18 ed il 13%) e da Ampelisca spp. e Capitellidi (B1, 10%). In A1, al contributo di C. gibba (28,3%) si affianca quello di Terebellides stroemi, Thyasira flexuosa, A. filiformis ed Ampelisca spp. (27% complessivamente). Confrontando i nostri dati con quelli di uno studio condotto negli anni (Giovanardi et al., 2003b) in tre stazioni distanti tra 6 e 10 Km dalle zone campionate (in prossimità e all interno di un impianto di mitilicoltura, Fig. 1), a parità di mese - agosto - possiamo notare che le nostre stazioni sono più vicine al cluster che raggruppa i campionamenti effettuati all impianto nel biennio (Fig. 2). Per quanto riguarda la pressione di pesca nell Area 1, nel 2003 si è riscontrato, lungo i bordi, un massimo di 14,5 tracce/km 2, che, rispetto al 2001 (25 tracce/ Km 2 ), equivale ad una diminuzione del 38%. Il numero medio di segni di pesca a strascico conteggiato in un raggio di 300 m dalle stazioni campionate è risultato di 12 (B1); 9,5 (B2); 5,7 (A2) e 1,3 (A1). Conclusioni I dati raccolti hanno mostrato come le stazioni più vicine agli affioramenti rocciosi (A1 e A2) siano più ricche in specie, e che quelle sul transetto più verso costa (A1 e B1) presentino le abbondanze più elevate. Domina in tutte le stazioni C. gibba, specie caratteristica della biocenosi dei fondi mobili instabili (MI; Pérès e Picard, 1964) e L. gracilis (tranne che in A1), caratteristica di substrati misti a regime sedimentario variabile con spiccate condizioni di arricchimento organico (Pearson e Rosemberg, 1978). Sebbene questi tratti siano molto simili a quelli dei popolamenti campionati alla foce dell Adige e, soprattutto, nell impianto di mitilicoltura, l MDS evidenzia una specificità degli organismi nell area delle tegnùe che a livello macroscopico è indicata dagli elevati valori di abbondanza ivi riscontrati. Non si può escludere che anche l origine dell arricchimento organico, in un caso naturale e nell altro proveniente dai mitili allevati, abbia un suo ruolo. L area delle tegnùe è, infatti, caratterizzata da un intenso apporto di sedimenti di origine lacustre e fluviale e all interno di essa è stata riscontrata un elevata percentuale di sostanza organica nel sedimento (Soresi, 2003); negli impianti di mitilicoltura, invece, il carico organico, in termini di DOC, è sostenuto dall elevato tasso di degradazione e turnover di feci e pseudofeci dei mitili (La Rosa et al., 2002). Per quanto riguarda la pressione di pesca, infine, il numero di segni conteggiati è risultato molto elevato lungo le zone più esposte della ZTB, ma anche all interno, vicino agli affioramenti rocciosi, non è del tutto trascurabile. Le differenze riscontrate tra A1 ed A2 potrebbero quindi essere spiegate da quest ultimo dato, vista la posizione meno riparata della A2. Parimenti, anche quanto osservato in B1 e B2 potrebbe essere il risultato dell azione di disturbo e stress ambientale dovuto alla pesca.
5 560 S. Boscolo, S. Borromeo, G. Franceschini, M. Cornello Bibliografia FRANCESCHINI G., RAICEVIC S., GIOVANARDI O.,PRANOVI F., MANZUETO L. (2003) - Le Tegnùe di Chioggia: valutazione dell impatto della pesca a strascico con metodi acustici e sistemi informatici. Chioggia - Rivista di studi e ricerche, 23: GIOVANARDI O., CRISTOFALO G., MANZUETO L., FRANCESCHINI G. (2003a) - Le tegnùe di Chioggia: nuovi dati e osservazioni sulla base di campionamenti acustici ad alta definizione (Multibeam e Side Scan Sonar). Chioggia - Rivista di studi e ricerche, 23: GIOVANARDI O., CORNELLO M., TIOZZO K., CASALE M., FRANCESCHINI G. (2003b) - Effetti degli aggregati mucillaginosi sulle comunità macrozoobentoniche al largo di Chioggia. In: Programma di monitoraggio e studio sui processi di formazione delle mucillagini nell Adriatico e Tirreno (MAT). Rapporto finale. ICRAM Ministero dell Ambiente, 3: LA ROSA T., MIRTO S., FAVALORO E., SAVONA B., SARÀ G., DANOVARO R., MAZ- ZOLA A. (2002) - Impact on the water column biogeochemistry of a Mediterranean mussels and fish farm. Water Res., 36: PEARSON T.H., ROSEMBERG R. (1978) - Macrobenthic succession in relation to organic enrichment and pollution of the marine environment. Ocean. Mar. Biol. Annual Review, 16: PÉRÈS G.M., PICARD J. (1964) - Noveau manuel de bionomie bentique de la Mer Mediterranee. Rec. Trav. Stn. Mar. d Endoume Bull., 31: SORESI S. (2003) - Studio della comunità bentonica di un affioramento roccioso in Alto Adriatico di coordinate N E. Tesi di laurea, Università degli Studi di Padova, a.a : 94 pp. STEFANON A. (1984) - Sedimentologia del Mare Adriatico: rapporti tra erosione e sedimentazione olocenica. Bollettino di Oceanologia Teorica e applicata, 2 (4).
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