REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto. (Sezione Terza) ha pronunciato la presente

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Serena Falco
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1 N /2015 REG.PROV.COLL. N /2014 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Terza) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 454 del 2014, proposto da: **, rappresentato e difeso dagli avv. Andrea Tirondola, Sonia Melissa Negro, con domicilio eletto presso Segreteria T.A.R. Veneto in Venezia, Cannaregio 2277/2278; contro Ministero dell'interno - Questura di Vicenza, rappresentato e difeso dall'avvocatura Distrett. Stato, domiciliataria per legge in Venezia, San Marco, 63; per l'annullamento

2 per l'annullamento del provvedimento di rigetto dell'istanza di rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato, CAT. A.12/Immigrazione n. 20/2014 emesso dal Questore di Vicenza in data 28 gennaio 2014 Visti il ricorso e i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione in giudizio del Ministero dell'interno; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nell'udienza pubblica del giorno 7 ottobre 2015 la dott.ssa Oria Settesoldi e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Con il provvedimento impugnato è stata rigettata l'istanza di rilascio del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato al cittadino straniero ricorrente che era entrato in Italia nel 2010 con visto di ingresso rilasciato dalla ambasciata italiana in Ghana. Il diniego viene motivato con la mancata decorrenza dei cinque anni dalla esecuzione del provvedimento di espulsione emesso dal prefetto di Como il 3 luglio 2001, nell'assunto che lo straniero avrebbe abbandonato il territorio nazionale solamente in data e pertanto non avrebbe potuto rientrare nei territori Schengen fino al 12/10/2014. Si sostiene infatti che il decreto di espulsione di cui trattasi è stato eseguito in data e che, pertanto, sia il nulla osta per lavoro subordinato che il

3 conseguente visto di ingresso, sarebbero stati ottenuti dallo straniero omettendo di essere gravato da decreto di espulsione, peraltro, adottato sotto altre generalità perché con una diversa data di nascita e che quindi, se conosciuto, ne avrebbe impedito il rilascio. Il ricorso deduce il vizio di eccesso di potere per travisamento ed erronea valutazione dei fatti e ingiustizia manifesta nell assunto che il presupposto principale della decisione, vale a dire il mancato decorso del periodo di cinque anni dall'ottemperanza all'espulsione, sarebbe viziato per erroneità perché il ricorrente aveva lasciato spontaneamente l Italia ancora prima che gli fosse notificato il decreto di espulsione del luglio 2001 e quindi vi aveva ottemperato immediatamente e non solo nel Inoltre il rilievo che il ricorrente avrebbe ottenuto il visto d'ingresso nel 2009 "omettendo di essere gravato da decreto di espulsione sotto altre generalità" viene contestato anche nell'assunto che il ricorrente era correttamente convinto di poter richiedere il visto, avendo ottemperato nel 2001 all'ordine di espulsione e le diverse generalità sarebbero comunque prive di rilievo, perché la data di nascita, riportata nell espulsione come 11/9/1967 anziché 11/8/1979, non potrebbe essere che un errore attribuibile alla autorità italiana dato che una differenza di età di ben 12 anni non sarebbe potuta passare inosservata. Come secondo motivo di ricorso viene invece dedotta la nullità dell'atto per la mancata traduzione del provvedimento in lingua conosciuta allo straniero.

4 Con ordinanza n. 281/2014 il provvedimento impugnato è stato sospeso. Ritiene il collegio che, come già preannunciato nell'ordinanza di accoglimento dell'istanza di sospensione, la prima doglianza sopra riportata si riveli fondata perché, in effetti, parte ricorrente dimostra, se non altro con la esibizione di un passaporto rilasciato in data 4 dicembre 2007, che, quanto meno a quella data, non si trovava più in Italia, mentre l'amministrazione, dal canto suo, non fornisce prova alcuna del fatto che il decreto di espulsione non fosse stato ottemperato anteriormente alla data del Per quanto sopra il primo motivo di ricorso si rivela fondato e assorbente mentre il secondo era comunque infondato dato che per giurisprudenza costante la mancata traduzione di un atto che sia stato comunque impugnato nei termini non comporta di per sé alcuna conseguenza viziante. Le spese seguono la soccombenza e sono liquidate come in dispositivo. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Terza) definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e per l effetto annulla l atto impugnato.

5 Condanna la resistente amministrazione a rifondere a parte ricorrente le spese e competenze di giudizio liquidate in complessivi oneri di legge oltre alla rifusione del contributo unificato. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Venezia nella camera di consiglio del giorno 7 ottobre 2015 con l'intervento dei magistrati: Oria Settesoldi, Presidente, Estensore Riccardo Savoia, Consigliere Giovanni Ricchiuto, Referendario IL PRESIDENTE, ESTENSORE DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 15/10/2015 IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

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