SICUREZZA E PROTEZIONE
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- Iolanda Mauri
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1 C.d.L. SCIENZE DELL INVESTIGAZIONE E PROTEZIONE DELLE PERSONE, DELLE COSE, DELLE ISTITUZIONI Docenti: Prof. Avv, Luigi VINCENZO Prof. Carmelo LAVORINO E PROTEZIONE DELLE PERSONE, DELLE COSE, DELLE ISTITUZIONI Centro Studi Investigazione Criminale ANTI INVESTIGAZIONE CRIMINALE Modulo 1-2 1
2 ANTI INVESTIGAZIONE CRIMINALE Modulo di Sicurezza e protezione delle persone, degli eventi, delle istituzioni Area didattica: Scienze dell Investigazione) ORDINAMENTO E Normativa di riferimento Costituzione Codice penale Legislazione penale speciale Legge , n Codice di procedura penale misure cautelari. T.U.L.P.S. (R.D , n. 773) Beni primari di rango costituzionale; principio di tutela. Teoria generale del reato; pene principali ed accessorie (artt ); misure di sicurezza (artt ); reati e relativi beni tutelati. Reati speciali. Misure di prevenzione. Polizia Giudiziaria; persona offesa dal reato; Pubblica Sicurezza. S = f(b, M, P)Si S = B = BENE P =PROTETTORE M = MINACCIA SI = SITUAZIONE Modulo 1-2 2
3 INVESTIGAZIONE NUCLEO C.S.I. INVESTIGAZIONE si organizza per aggredire il Bene e per le misure autoconservative INVESTIGAZIONE Modulo 1-2 3
4 INVESTIGAZIONE si organizza per evitare il Danno al Bene protetto da parte della Minaccia e S = f(b, M, P)Si B = BENE P = PROTETTORE M = MINACCIA SI = SITUAZIONE In un contesto di sicurezza, questi tre elementi devono essere tutti presenti ed interagenti. Senza un Bene, non ci sarebbe nulla da proteggere, senza una Minaccia a quel Bene non ve ne sarebbe ragione, senza un Protettore di quel Bene da quella Minaccia non vi sarebbe chi traduce il desiderio di sicurezza in atto. Però, la mera presenza dei tre elementi non basta: bisogna che questi interagiscano tra di loro in una determinata Situazione. S = f(b, M, P)Si B = BENE P = PROTETTORE M = MINACCIA SI = SITUAZIONE In un contesto di sicurezza, questi tre elementi devono essere tutti presenti ed interagenti. Senza un Bene, non ci sarebbe nulla da proteggere, senza una Minaccia a quel Bene non ve ne sarebbe ragione, senza un Protettore di quel Bene da quella Minaccia non vi sarebbe chi traduce il desiderio di sicurezza in atto. Però, la mera presenza dei tre elementi non basta: bisogna che questi interagiscano tra di loro in una determinata Situazione. Modulo 1-2 4
5 INVESTIGAZIONE si organizza per individuare la combinazione criminale ed assicurarla alla giustizia NUCLEO C.S.I. INVESTIGAZIONE Il NUCLEO DEL C.S.I. inizia il suo CICLO VITALE con l'incontro Minaccia Protettore Bene sino al termine delle attività investigative e giudiziarie DEFINIZIONE DI IL è l AGGRESSIONE MALIGNA a un BENE PROTETTO che produce DANNO al BENE e/o al suo DI DIFESA e/o al PROTETTORE DEL BENE. È portatore di MINACCIA Modulo 1-2 5
6 BENE AGGREDITO Il bene aggredito può essere la vita, la salute, l incolumità, il patrimonio, i diritti, la reputazione, l immagine, la sicurezza, lo stato psichico, la sessualità, il modus vivendi, gli affetti, i sentimenti, le emozioni, la privacy, i dati di qualunque genere, tutto ciò che è aggredibile e danneggiabile e ritenuta meritevole di protezione. STALKING E VIOLENZA SESSUALE: è l ATTACCO a un BENE PROTETTO che produce DANNO (EFFETTO AGGRESSIONE) al BENE e/o al suo DIFENSIVO COMPLESSO ATTACCO BENE PROTETTO SPINTA MOTIVAZIONALE PRODOTTA DA BISOGNO, IMPULSO, STIMOLO CON LO SCOPO DI SODDISFARLI (BIS) PER OTTENERE GRATIFICAZIONE PSICOLOGICA, BIOLOGICA E/O ECONOMICA DANNO a: - BENE - PROTETTORE - DIFENSIVO ATTACCO CON SUPERAMENTO DEL DIFENSIVO CONTRO IL BENE PROTETTO CHE PROCURA DANNO - al BENE IL - al PROTETTORE DEL BENE - al DIFENSIVO Modulo 1-2 6
7 LA MINACCIA La minaccia è una potenziale fonte di pericolo con tre significati di logica di sicurezza e investigativa: 1) è un atto compiuto intenzionalmente, per incutere il timore di un danno, 2) è rappresentata da qualunque entità vivente considerata come motivata, intenzionata e capace di causare un danno al bene, cioè, alla vittima, al protettore del bene ed al sistema difensivo; 3) è una situazione di pericolo probabile o incombente che grava sulla vittima e/o che viene avvertita da questa. La minaccia è per l offender l intenzione di recare danno alla vittima tramite aggressione; è la sorgente del danno contro la vittima; l entità capace (o ritenuta tale) di produrre danno al bene; è un atto compiuto intenzionalmente per incutere timore di un danno. Il COME PROCESSO STRUTTURATO IL È UN PROCESSO STRUTTURATO di elementi concreti ed astratti in uno spazio fisico e concettuale che presenta una successione di eventi che generano risultati definitivi -> DANNO AL BENE AGGREDITO E/O AL PROTETTIVO E/O AL PROTETTORE DEL BENE. DEFINIZIONE DEL CODICE CCM Omicidio Incendio doloso - Attentato dinamitardo Stupro e aggressione a sfondo sex Minacce - CNL - Crimini Non Letali Stalking Rapina 420 Furto 430 Aggressione 440 Percosse / Abuso 450 Crimini informatici Ricatto xx Cattura della Vittima - Rapimento Modulo 1-2 7
8 Il COME PROCESSO STRUTTURATO Il è commesso per ottenere uno SCOPO/OBIETTIVO FINALE, in seguito a una SPINTA MOTIVAZIONALE e/o per una GRATIFICAZIONE, il tutto in CIRCOSTANZE, SITUAZIONI, AMBIENTI e LOGICHE SPECIALI, con PREMEDITAZIONE e ORGANIZZAZIONE variabili, con LOGISTICA e TEMPISTICA variabili -> a danno della VITTIMA, del PROTETTORE DEL BENE e del TITOLARE DEL BENE su un TERRITORIO/SPAZIO FISICO CONCETTUALE. SPINTA MOTIVAZIONALE prodotta da - BISOGNO - PULSIONE - STIMOLO Il COME PROCESSO STRUTTURATO CON LO SCOPO DI SODDISFARE - BISOGNO - PULSIONE - STIMOLO PER OTTENERE GRATIFICAZIONE PSICOLOGICA, BIOLOGICA, ECONOMICA, STRATEGICA, TATTICA Il è UN PROCESSO STRUTTURATO: progetto criminale; modello decisionale; interazione diadica; attività prima, durante, dopo l evento; organizzazione logistica; correlazione mezzi, strumenti, sistemi, circostanze e scopo finale inteso come danno al bene aggredito DI ELEMENTI CONCRETI ED ASTRATTI: attività, sistemi, strumenti, procedure, skills, stati psichici, decisioni, analisi ed azioni IN UNO SPAZIO FISICO E CONCETTUALE: scene del crimine, territorio delle vicende; ambiente sociale, criminale, virtuale e di processo d'astrazione CHE PRESENTA UNA SUCCESSIONE DI EVENTI: ideazione, attività prodromiche, esecutive e di presa distanza dal crimine; attività strategiche e tattiche; approccio, contatto, aggressione, fuga e depistaggi CHE GENERANO RISULTATI DEFINITIVI DI DANNO AL BENE AGGREDITO, AL DIFENSIVO, AL TITOLARE ED AL PROTETTORE DEL BENE, ALLE SCENE DEL Diade: (Aggressore + Minaccia) + (Bene aggredito + Protettore) Modulo 1-2 8
9 Il è composto dai seguenti DIECI FATTORI/ELEMENTI 1. l'entità ideatrice ed esecutrice (uno o più soggetti) del crimine 2. uno spazio fisico territoriale e concettuale detto scena 3. una vittima (o più vittime) e un bene aggredito e danneggiato 4. attività speciali e peculiari per l attuazione del progetto 5. uno o più moventi 6. uno o più intenti primari 7. uno o più contestie uno o più ambiti 8. un livello di volontà 9. un certo tipo di organizzazione, di logistica e di competenza criminali 10. un insieme di circostanze c.d. occasionalità situazionale I. Fase immaginifica ideativa. II. Fase volitiva. III. Fase della fusione. LE SETTE FASI DEL MODELLO DECISIONALE CRIMINALE IV. Fase dell analisi situazionale. V. Fase del punto attuale. VI. Fase della scelta finale. VII. Fase attuativa o di desistenza. Si consiglia di esercitarsi a ipotizzare diversi scenari di modelli decisionali riferiti a crimini diversi per tipologia e vittima, e creare per ogni fase del modello decisonale le appropriate attribuzioni. Ad es., tre scenari omicidiari con moventi e contesti diversi; tre tipi di rapine diversi per modus operandi e target; tre tipi di furti in luoghi e ambienti diversi con vittime diverse per età e fisicità, e così via. Le sette fasi del modello decisionale criminale I. Fase immaginifica ideativa. Ideazione del crimine e puntamento della vittima in seguito a una decisione, un bisogno, un impulso, un emozione, uno stimolo o una scelta. Individuazione dell obiettivo in seguito all ideazione del crimine. II. Fase volitiva. Decisione di commettere il crimine in seguito a una motivazione ben precisa, oppure in seguito alla scelta di un obiettivo principale, oppure in seguito ad una o più circostanze che in quel momento spingono a commettere il crimine. III. Fase della fusione. Unificazione psico-logica e volontaristica delle fasi I e II (fase immaginifica ideativa e fase volitiva) con il movente, l intento primario e le circostanze. IV. Fase dell analisi situazionale. Valutazione delle possibilità di commettere il crimine con tutti i pro e i contro, verifica delle opportunità, delle risorse, della logistica. L offender è in zona operativa e la vittima è in zona pericolo (le due zone possono coincidere). V. Fase del punto attuale. Punto della situazione in funzione delle possibilità, delle opportunità, delle convenienze e del proprio stato psichico, fisico e logistico. L offender è in zona operativa e la vittima è in zona pericolo (le due zone possono coincidere). VI. Fase della scelta finale. Decisione finale se commettere o non commettere il crimine. L offender è in zona operativa e la vittima è in zona pericolo (le due zone possono coincidere). VII. Fase attuativa o di desistenza. Attuazione del progetto, oppure, con eventuale ritorno alla prima fase: ulteriore attesa, cambio obiettivo o ritirata. L offender è in zona operativa e la vittima è in zona pericolo ((le due zone possono coincidere). Modulo 1-2 9
10 L'AUTORE DEL L'autore del crimine, ovvero soggetto ignoto, aggressore/offender o combinazione criminale, è l'entità "fonte intenzionale di minaccia" che ha prodotto il Danno al Bene e che al termine dell investigazione deve essere identificato nel CHI. È la stessa entità che il deve inibire, disattivare, fare desistere, dissaudere dall'aggredire il Bene. L'AUTORE DEL L'entità "autore del crimine" può rivestire uno o più dei seguenti ruoli: 1. esecutore che mette in atto il crimine 2. ideatore 3. committente 4. intermediario per l ingaggio dell'autore o dei fiancheggiatori 5. complice nell esecuzione del crimine: fiancheggiatore, palo, basista, sensore, talpa, copertura, osservatore, ricettatore. TIPOLOGIE DI AGGRESSORE SECONDO LA TERNA CATEGORIA + STRUTTURA + MOVENTE DEL I crimini sono commessi da undici tipologie di autori con caratteristiche categoriali, strutturali e di moventi diversi. Fra alcune categorie possono esserci sovrapposizioni, confluenze, collegamenti gerarchici o funzionali (anche se a compartimenti stagno). Ad es., la tipologia N 2 (mediocriminalità) si avvale di un intermediario per l ingaggio di un sicario (tipologia 5 sub B). 1. Grande criminalità organizzata 2. Mediocriminalità di soggetti aggregatisi attorno a un progetto criminale 3. Microcriminalità 4. Soggetti settari 5. Soggetto aduso al crimine 6. Soggetto non criminale 7. Soggetto in stato di alterazione psichica 8. Gruppo di soggetti non criminali 9. Gruppo misto 10. Soggetto/gruppo non criminale committente 11. Gruppo criminale committente Modulo
11 IL DANNO AL BENE AGGREDITO Il Danno è l'effetto dell'aggressione al Bene, al suo sistema difensivo ed all'ambiente fisico, sociale ed affettivo connesso. Consideriamo Danno qualsiasi cambiamento nello stato del Bene che è causato dalla Minaccia e che è contrario al volere del suo Titolare. Da "Scena del Crimine e Tracce Criminali": "È Danno al bene aggredito (effetto aggressione) è ogni effetto che l UNSUB/combinazione criminale ha causato sulla/alla vittima ed al bene aggredito: il danno è l'effetto dell'aggressione al bene. Il bene aggredito può subire uno o più dei seguenti tipi di danno: danno di privazione: perdita, lesione, distruzione (della vita, della incolumità, della proprietà, di oggetti, di valori, di denaro, di processi, di informazioni, di immagini, di quote di mercato, di credibilità, dell'onore, delle posizioni di potere, di collegamenti di qualunque tipo, ecc.). ANTI DEFINIZIONI E CONCETTI DI è condizione artificiale di assenza e/o libertà da timori, pericoli, minacce, voluta, conseguita e mantenuta entro i limiti della ragionevole certezza mediante un insieme sistematico di attività concettuali ed organizzative, di provvedimenti, comportamenti e circostanze. Si entra nel contesto di allorché il timore di un danno a un certo bene del quale ci si considera titolari è tale da motivare la volontà di agire per evitarlo. Modulo
12 DEFINIZIONI E CONCETTI DI Il DI è un insieme organizzato di intelligence, persone, strutture, tecnologie, attività e metodologie, volto a contrastare le fonti di minaccia identificate e consistenti in un sistema adeguato di contromisure mirate ad equilibrare le perdite potenziali, tenendo conto dei costi d impiego dei fattori umani ed economici. DEFINIZIONI E CONCETTI DI è condizione artificiale di assenza e/o libertà da timori, pericoli, minacce, voluta, conseguita e mantenuta entro L esperienza, la letteratura e la cronaca supportano l ipotesi che l atto decisorio che trasforma il desiderio di sicurezza in volontà di protezione sia la condicio sine qua non grazie alla quale si può cominciare a parlare di un contesto di sicurezza. In un processo cosciente e razionale questa volontà è necessariamente riferita dal Protettore a un Bene chiaramente identificato, e nei confronti della Minaccia temuta. Però, la volontà da sola non basta a produrre sicurezza. Perché il contesto di sicurezza divenga operativo, questa volontà di Protezione deve materializzarsi in opportune attività di sicurezza. DEFINIZIONI E CONCETTI DI La è risk-adverse e basata sul criterio d utilità (proteggere finché utile), e sul principio che la paura e l aggressività sono controbilanciate dall interesse. Il concetto stesso di (come network organizzato di attività) è basato sul controllo, sull accertare tempestivamente che qualcosa di pericoloso, o indesiderato, sta accadendo, o sta per accadere. Modulo
13 DEFINIZIONI E CONCETTI DI La sicurezza operativa si basa sul diniego, ossia sull impedire le condizioni che agevolano l'accadimento dell evento indesiderato. Il Contesto di Sicurezza è un sistema aperto, nel quale tre attori principali (Bene, Protettore, Minaccia) interagiscono tra loro, influenzando, ed essendo influenzati dall'l ambiente interno ed esterno (Situazione). DEFINIZIONI E CONCETTI DI La condizione risultante dalla presenza ed interazione di un bene (B), una fonte di minaccia (M), un protettore (P) nella loro specifica situazione (Si), conferma e sintetizza il concetto nella definizione formale: S=f (B, M, P) Si, con: S = Sicurezza; B = Bene; M = Minaccia; P = Protettore; Si = Situazione DAI SEGUENTI QUATTRO PRINCIPI 1. Esiste un titolare, o responsabile, del bene; 2. Il bene è in qualche modo vulnerabile al danno; 3. La fonte di pericolo o di minaccia è da ritenere plausibile e capace di produrre un danno; 4. È il timore di tale danno a produrre volontà di sicurezza. Si perviene alla Definizione Formale dell'equazione fondamentale della : S=f (B, M, P) Si Le componenti fondamentali da considerare sono quindi il Bene, la Minaccia, il Protettore e la Situazione. La loro presenza ed interazione costituiscono il criterio discriminante per accertare l esistenza, o l assenza, di un contesto di sicurezza. Modulo
14 S = f(b, M, P)Si B = BENE P = PROTETTORE M = MINACCIA SI = SITUAZIONE In un contesto di sicurezza, questi tre elementi devono essere tutti presenti ed interagenti. Senza un Bene, non ci sarebbe nulla da proteggere, senza una Minaccia a quel Bene non ve ne sarebbe ragione, senza un Protettore di quel Bene da quella Minaccia non vi sarebbe chi traduce il desiderio di sicurezza in atto. Però, la mera presenza dei tre elementi non basta: bisogna che questi interagiscano tra di loro in una determinata Situazione. STRUMENTI DEL Intelligence Persone Strutture Sistemi tecnologici Procedure Controllo METODI RISOLUTIVI PROBLEMI OPERATIVI PRINCIPI DELLA Elusione Dissuasione Riduzione di opportunità Divieto Ritardo Difesa FUNZIONI DELLA Prevenzione Protezione Deterrenza Rivelazione Allarme Risposta Management FATTO, EVENTO, AVVENIMENTO, VICENDA CON VITTIMA, DANNO, AGGRESSIONE AL BENE, SUPERAMENTO DEL DIFENSIVO CON TEMPI, LUOGHI, AZIONI, SITUAZIONI, COMPORTAMENTI, SITUAZIONI, PERSONE SPECIFICI DEL FATTO Modulo
15 FATTO, EVENTO, AVVENIMENTO, VICENDA CON VITTIMA, DANNO, AGGRESSIONE AL BENE, SUPERAMENTO DEL DIFENSIVO CON TEMPI, LUOGHI, AZIONI, SITUAZIONI, COMPORTAMENTI, SITUAZIONI, PERSONE SPECIFICI DEL FATTO Attacco/Aggressione Danno è l ATTACCO a un BENE PROTETTO che produce DANNO (EFFETTO AGGRESSIONE) al BENE e/o al suo DIFENSIVO COMPLESSO ATTACCO BENE PROTETTO SPINTA MOTIVAZIONALE PRODOTTA DA BISOGNO, IMPULSO, STIMOLO CON LO SCOPO DI SODDISFARLI (BIS) PER OTTENERE GRATIFICAZIONE PSICOLOGICA, BIOLOGICA E/O ECONOMICA TATTICA - STRATEGICA DANNO a: - BENE - PROTETTORE - DIFENSIVO è l ATTACCO a un BENE PROTETTO che produce DANNO (EFFETTO AGGRESSIONE) al BENE e/o al suo DIFENSIVO COMPLESSO Modulo
16 DEFINIZIONE DEL CODICE CCM Omicidio Incendio doloso - Attentato dinamitardo Stupro e aggressione a sfondo sex Minacce - CNL - Crimini Non Letali Stalking Rapina 420 Furto 430 Aggressione 440 Percosse / Abuso 450 Crimini informatici Ricatto xx Cattura della Vittima - Rapimento DEFINIZIONE DEL CODICE CCM Omicidio Incendio doloso - Attentato dinamitardo Stupro e aggressione a sfondo sex Minacce - CNL - Crimini Non Letali Stalking Rapina 420 Furto 430 Aggressione 440 Percosse / Abuso 450 Crimini informatici Ricatto xx Cattura della Vittima - Rapimento Modulo 7 ESSE 7 S Strategy Structure Skills Shared Value Systems Staff Style Modulo
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