Fauna e sfruttamento sostenibile delle risorse ambientali. Verbale dell Assemblea Annuale dei Soci. Il progetto galliformi.

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1 Periodico di cultura venatoria e gestione faunistico-ambientale del Comprensorio Venatorio Alpino Valle Brembana - Poste italiane S.p.A spedizione in A.P. - 70% - DCB Bergamo - Cod. ISSN contiene IP Maggio 2008 Anno XII - n. 33 Verbale dell Assemblea Annuale dei Soci Fauna e sfruttamento sostenibile delle risorse ambientali Il progetto galliformi L aquila reale

2 Mag gio 2008 Sommario Direttore responsabile: Enrico Bonzi Coordinatore: Flavio Galizzi Redazione: Flavio Galizzi, Lino E. Ceruti, Giambattista Gozzi, Luigi Capitanio, Piergiacomo Oberti Hanno collaborato: Tiziano Ambrosi, Martino Bianchi Marzoli, Gianantonio Bonetti, Angelo Bonzi, Giuseppe Bordogna, Carlo Calvetti, Luigi Capitanio, Lino E. Ceruti, Annibale Facchini, Sergio Facchini, Flavio Galizzi, Gianbattista Gozzi, Cristian Midali, Piergiacomo Oberti, Graziella Palazzi, Luca Pellicioli, Stefania Pendezza, Luigi Poleni, Diego Vassalli Direzione e redazione Lenna (Bg) - Piazza IV Novembre, 10 Tel. e Fax 0345/ comprensorio: Info@comprensorioalpinovb.it Progetto grafi co: Manuele Anghileri Impaginazione e stampa: Diliddo Grafi ca&stampa, San Pellegrino Terme Editore: Comprensorio Venatorio Alpino Valle Brembana Registrazione presso il Tribunale di Bergamo, n 29/97 del 22/07/97 Rivista dei Soci del Comprensorio Venatorio Alpino Valle Brembana La rivista si avvale della collaborazione di tutti i Soci, con scritti e materiale grafi co fotografi co, senza impegni da parte della Redazione, che si riserva di vagliare ed eventualmente modifi care quanto pervenuto, e tratterrà il materiale nel proprio archivio. La riproduzione anche parziale è vietata, salvo il consenso degli autori e del Comitato di Gestione Foto: A. Galizzi, Archivio Diliddo, M. Bianchi, B. Midali (BM), R. Pesenti Foto retro copertina: A. Galizzi Allegati: I galliformi alpini e la lepre bianca della Valle Brembana (Bergamo) a cura di Ivano Artuso Statuto e regolamento del Comprensorio Venatorio Alpino Valle Brembana 2 CACCIAINVALBREMBANA L editoriale Enrico Bonzi 3 ATTUALITÀ Cacciatori moderni e collaborazioni 4 COMMISSIONI Tipica Alpina Piergiacomo Oberti 6 Ungulati Gianantonio Bonetti 7 Lepre Cristian Midali 8 Ripopolabile Luigi Poleni 8 Capanno Umberto Arioli 8 ARTICOLI Verbale dell Assemblea Annuale dei Soci Lino E. Ceruti 10 Il progetto galliformi G.B. Gozzi 15 Fauna e sfruttamento sostenibile delle risorse ambientali Luigi Capitanio 17 L aquila reale Flavio Galizzi 19 RUBRICHE Appunti di biologia animale Tiziano Ambrosi 21 Armi e balistica Sergio Facchini 23 La ricarica Martino Bianchi Marzoli 26 Educazione Faunistica Stefania Pendezza 29 Pagine d Autore Annibale Facchini 31 Racconti Giuseppe Bordogna - Graziella Palazzi 32 Curiosità Flavio Galizzi 35 Proposte di lettura Luigi Capitanio 36 In cucina Carlo Calvetti 37 Informazioni e scadenze 38 Conduttori cani da traccia Diego Vassalli 38 Il gallo cedrone nelle Alpi Orobie Bergamasche Luca Pellicioli 39 Cerco/Offro 42

3 Amici cacciatori, la stagione primaverile coincide con la stagione dei bilanci, si tirano un po le somme del lavoro fatto nell anno trascorso e ci si dedica alla programmazione tecnico-amministrativa per la prossima stagione venatoria. Gli impegni sono tanti, così come i problemi e le responsabilità, ma le motivazioni profonde che ci hanno fatto cacciatori ci sostengono nell impegno. Un grazie di cuore a tutti i cacciatori presenti all Assemblea, che con l approvazione del bilancio hanno condiviso le scelte per il futuro nella gestione del Comprensorio. La proiezione sull attività amministrativa da parte del segretario è stata accolta con entusiasmo, soprattutto perché molto chiara e comprensiva, quindi non intendo ripetermi in quanto la troverete ampiamente illustrata all interno della rivista. Mi limito a sottolineare che purtroppo, assieme alle soddisfazioni, si vivono anche momenti difficili per la gestione della caccia; le motivazioni possono essere varie, a volte condivisibili, altre volte meno, in particolare quando si inseriscono aspetti personali, che dovrebbero stare sempre fuori dalla porta, piccole gelosie, ambizioni, incomprensioni, che finiscono solamente con innescare quel meccanismo, diffuso nel mondo venatorio, di lamentele e contrapposizioni, che rappresentano ulteriori difficoltà da superare per chi ha il compito di gestire. Mi auguro che tutti i dirigenti del mondo venatorio, ai diversi livelli di responsabilità, comprendano le difficoltà attuali riferite all approvazione del nuovo Piano Faunistico Provinciale, senza il quale a caccia non va nessuno! Riflettiamo! La caccia in Zona Alpi è un attività particolare e necessita di regolamenti per la salvaguardia delle specie autoctone presenti sul territorio, incontrando problemi sempre più complessi e in aumento, come l escursionismo estivo in compagnia del cane, anche sguinzagliato, e la motorizzazione, che recano sicuramente danni nei periodi delle covate. La stagione preparatoria della caccia è quella più densa di impegni dell anno. Le responsabilità gestionali sono tante, sia da parte del C.T.G. che dei cacciatori, in primo luogo l attività delicata e di grande responsabilità dei Censimenti, dall esito dalle quali dipendono le nostre atti- vità venatorie autunnali. La correttezza e la scientificità con cui vengono svolti sono un marchio di credibilità rispetto alle esigenze di tutela del patrimonio faunistico richiestoci dalla collettività; è una esigenza assoluta per una corretta formulazione dei piani di prelievo. Ricordando a tutti l importanza della partecipazione anche ai momenti importanti della Mostra dei trofei e della presentazione del Progetto Galliformi, oltre che alle altre manifestazioni venatorie, auguro a tutti di cuore buon lavoro. Il Presidente del Comprensorio Enrico Bonzi

4 Attualità Cacciatori moderni e collaborazioni Da diversi anni ormai il nostro Comprensorio ha tracciato e intrapreso una strada di rinnovamento culturale e di apertura che in qualche modo sembra risalire la corrente. È la strada delle collaborazioni e partecipazioni ad iniziative di studio e di valorizzazione del territorio e delle sue risorse che forse sono passate un po in sordina sotto gli occhi senza che molti abbiano avuto la precisa percezione della loro importanza. Tutto ha inizio nel 1996, con l avvio del Progetto galliformi, voluto dal Comprensorio e portato avanti con determinazione e spirito di collaborazione dalla Commissione Tipica Alpina e dai cacciatori che praticavano questa specializzazione la cui dimensione è a dir poco straordinaria. Un progetto che voleva chiudere un epoca in cui le cose si facevano perché le si erano sempre fatte prima, e ne avviava una nuova, in cui si doveva iniziare a prendere coscienza di un nuovo modo di rapportarsi all ambiente e alle risorse disponibili, con la consapevolezza di avere tra le mani qualcosa di estremamente importante, delicato e di grande valore, che richiedeva la giusta attenzione e valorizzazione. Ricordo l entusiasmo di quegli anni, le difficoltà psicologiche da affrontare, come sempre quando si intraprende qualcosa di nuovo, e le prese di posizione contrarie di chi diffidava, di chi rifiutava di vivere l esperienza del passaggio, immaginando che si potesse in eterno essere come si era sempre stati, senza cogliere minimamente il segno dei tempi e la nuova sensibilità ambientale che il cacciatore doveva fare propria per essere degno della fiducia che lo Stato e i cittadini tutti gli davano nel momento che lo rendevano soggetto determinante della gestione del patrimonio faunistico. Pian piano si è avviato un percorso di cambiamento. L anno successivo, siamo ancora nel 1997, è nato il nostro periodico Caccia in Val Brembana, che si assumeva il compito delicato di dare voce alla necessità ormai inderogabile di accompagnare queste nuove esperienze con una documentazione puntuale e aperta della trasformazione in atto, e di essere strumento di comunicazione di questi valori con uno spirito coinvolgente e partecipativo. Una esperienza resa possibile dalla partecipazione al progetto editoriale da parte di molti soci cacciatori che hanno condiviso questa sfida, ne hanno percepito l importanza e hanno offerto il loro personale contributo di esperienze, di conoscenze e di capacità mettendolo a disposizione del Comprensorio e di tutti i Soci. Questo spirito di rinnovamento spinse alla ricerca di nuove collaborazioni con Enti scientifici, e si privilegiò l Istituto Zooprofilattico di Bergamo, al quale i cacciatori di Selezione potevano mettere a disposizioni una notevole quantità di reperti per studi sulle malattie degli ungulati. Un iniziativa che la Commissione Ungulati intraprese con l entusiasmo di chi ne comprendeva l importanza e l opportunità di crescita per quanti praticavano questa forma di caccia. Un collegamento con il territorio e le sue Istituzioni che pian piano si ampliava, coinvolgendo un altro grande numero di cacciatori, tutti diventati di nuovo alunni con la voglia di saperne di più sugli animali che cacciavano, e che naturalmente volevano stessero in buona salute. Questo percorso, di cui anche la Provincia ha saputo coglierne l importanza arrivando a stipulare con l Istituto, dopo alcuni anni, un efficace e moderno protocollo di collaborazione stabile, col tempo si è trasformato in una presa di coscienza, da parte dei cacciatori di selezione, dell importanza di approfondire sempre più la conoscenza delle specie cacciate con una visione scientifica e approfondita, non superficiale, per conoscenza indiretta o per il dire di qualcuno. Un percorso di maturazione che ha fatto sì che la maggior parte di noi tutti veda oggi la caccia come i tempi moderni richiedono: un intervento di gestione di cui si deve avere coscienza e conoscenza, serio e responsabile, in cui i primi soggetti da tutelare siano proprio quelli cacciati, e il cacciatore venga doverosamente in secondo piano. Un passaggio che la politica non sa ancora fare fino in fondo. Vi sono oggi nuovi spazi d impegno e di partecipazione collaborativa per tutti; tutte le specializzazioni hanno opportunità di approfondire, con l adesione a progetti di ricerca, le loro conoscenze in campo naturalistico. Da quest anno, e qui mi rivolgo ai 4 CACCIAINVALBREMBANA

5 Attualità cacciatori di penna, in particolare ai capannisti, inizia un ambizioso e importante progetto di ricerca sugli Uccelli nidificanti in provincia di Bergamo per la realizzazione di un Atlante ornitologico della provincia di Bergamo, portato avanti dal gruppo Ornitologico Bergamasco che ha appena concluso una ricerca conclusa con la pubblicazione dell Atlante degli uccelli di Bergamo. Cosa c è di meglio che potersi occupare, nel tempo libero, di un argomento, quello dell avifauna nidificante sul nostro territorio orobico, che tanto già appassiona in termini venatori? Non si farà altro che aggiungere conoscenza a quanto l esperienza ci ha permesso di sapere e di scoprire, per comprendere quanto grande e affascinate sia questo mondo, un po oltre quelli che sono i nostri interessi specifici venatori. Certo è una sfida, un impegno che richiede tempo, passione e dedizione, ma che può interessare molti cacciatori, o i loro figli, o i loro amici Voglio ricordare, a tal proposito, con senso di profonda simpatia e riconoscenza, le lettere che il nostro più illustre naturalista bergamasco, il Sac. Prof. Enrico Caffi, fondatore e direttore del Museo di Scienze di Bergamo, scambiava con il dott. Bonandrini, medico condotto in alta valle Brembana; due illustri figure di elevata statura morale e culturale. In queste lettere si scambiavano opinioni e dissertavano con passione, nei lunghi intervalli di tempo in cui per motivi di lavoro era loro impossibile incontrarsi, sulle catture particolari di specie rare o strane di uccelli silvani nei periodi autunnali, che i cacciatori facevano loro pervenire, ed ogni volta ne uscivano note degne di approfondimenti scientifici. Quella era certamente cultura d altri tempi, ma furono proprio i cacciatori a dare un importante contributo alla conoscenza e allo studio degli uccelli del bergamasco, che il Caffi pubblicò poi in un libro ancora oggi fondamentale per i dati e le informazioni contenute. Credo che parte di quello spirito meriti di essere riproposto, di essere rivissuto. Chissà! Il progetto durerà 5 anni, e da qui ad allora mi auguro che qualcuno se la senta di farsi coinvolgere. Sarebbe un onore per tutti i cacciatori del Comprensorio sapere che qualcuno di noi c era e ha collaborato anche a questo progetto. Una sollecitazione ed un augurio. Flavio Galizzi CACCIAINVALBREMBANA 5

6 Le Commissioni Commissione Tipica Alpina All inizio di quest anno la commissione ha concentrato la sua attività principalmente su due temi: l organizzazione dell annuale Assemblea di categoria, che si è svolta il 18 Gennaio, e l organizzazione per il prossimo 31 Maggio della presentazione ufficiale del libro Galliformi Alpini della Valle Brembana. Alla nostra assemblea, che ha registrato una buona presenza di cacciatori, sono stati riepilogati una serie di dati in riferimento all andamento generale della scorsa stagione (partecipazione ai censimenti, percentuale delle aree censite, piani di prelievo con relative percentuali applicate sul censito, abbattimenti ecc.) il tutto già dettagliatamente pubblicato sul n. 32 della nostra rivista. L assemblea si è svolta secondo le aspettative della Commissione, infatti la discussione e gli interventi sono stati affrontati in modo pacato, e hanno toccato svariati argomenti tecnici nell intento di individuare soluzioni migliorative da adottare per la nostra forma di caccia, anche se in seguito non sono mancati interventi critici e di dissenso rivolti ai vertici del C.T.G. presenti, su tematiche di primaria importanza e specialmente in materia di ammissioni a questa forma di caccia. Generalmente ritengo che qualsiasi tipo di assemblea rappresenti forse l unico, o quantomeno uno dei pochi momenti di confronto/dialogo con la base degli associati, dove a tutti deve essere garantito il diritto di esprimere il proprio pensiero, formulare proposte, chiedere delucidazioni, e possibilmente ricevere risposte inequivocabili, perché queste sono regole fondamentali per coinvolgere, responsabilizzare e motivare sempre di più gli associati nel rispetto delle norme che regolano la gestione della fauna. Fatta questa considerazione, ritengo utile riportare sinteticamente le principali proposte/richieste venute dalla platea. In particolare si suggerisce di: - proseguire nel controllo sanitario a campione sui capi abbattuti (7/10 capi complessivi) in zone diverse. - Individuare un metodo per quantificare le perdite invernali subite dalla selvaggina Tipica, e in seguito intervenire per contenerle. - Aumentare a 4 il numero dei censimenti estivi obbligatori. - Privilegiare le immissioni di selvaggina ripopolabile immediatamente prima dell apertura e/o in periodo di caccia. - I dati dei censimenti raccolti nelle Oasi o altre zone di divieto, vengano considerati ai fini del piano di prelievo. - Utilizzo del cane da ferma fino al 31 Dicembre. - Al fine di aumentare le giornate di caccia viene proposto di vietare o limitare l uso di veicoli a motore per recarsi sul luogo di caccia, come analogamente adottato in alcuni comprensori alpini. - Estendere i censimenti fino al 31 dicembre. - Viene proposto che la caccia alla beccaccia venga concessa solo ai cacciatori dell avifauna tipica e della vagante in zona B. - Viene proposto che nella quota dei capi ungulati destinati all ospitalità venatoria, vengano inseriti anche i cacciatori della tipica in possesso dell abilitazione. - Vengono chieste spiegazioni sui criteri adottati per le ammissioni alla tipica nel 2007, e alla concessione della caccia alla selvaggina migratoria dal 15 Ottobre, a chi pratica la caccia agli ungulati. Le proposte dei soci saranno attentamente valutate dalla Commissione, per quanto di sua competenza, nelle prossime riunioni. In quest ultimo periodo la Commissione è impegnata ad organizzare, in collaborazione con il C.T.G. e la Commissione ungulati, nel miglior modo possibile, la presentazione ufficiale della pubblicazione I Galliformi Alpini e la Lepre Bianca della Valle Brembana, che si svolgerà a Branzi, sabato 31 Maggio. Quest evento, che si prospetta impegnativo sotto l aspetto organizzativo, deve rappresentare la degna e meritata conclusione di un percorso iniziato da oltre dieci anni dall allora Comitato di Gestione, e sostenuto specialmente dai tanti cacciatori della tipica che hanno creduto nei valori di una ricerca scientifica mirata a monitorare, conoscere, studiare e poi gestire quel bene prezioso e raro che è la selvaggina tipica di monte. Pertanto ai componenti delle varie Commissioni che si sono succedute nel tempo, 6 CACCIAINVALBREMBANA

7 e a tutti i cacciatori della tipica che hanno raccolto negli anni un enorme mole di dati utili e necessari per la ricerca, va il mio plauso e sincero ringraziamento. Mi auguro che la pubblicazione, già apprezzata dal mondo scientifico e venatorio, venga appropriatamente usata non solo per essere mostrata, ma per essere utilizzata da tutti coloro che si impegnano nella salvaguardia e nelle gestione della selvaggina. Infine ricordo a tutti gli interessati che sono in corso di svolgimento i censimenti primaverili, con le stesse modalità e tempi dello scorso anno: fino al 30 Aprile con l uso del cane da ferma, dal 1 al 31 Maggio sulle arene di canto e con l uso del richiamo acustico. Il Presidente Piergiacomo Oberti Commissione Ungulati In questi mesi la Commissione ha lavorato in vista degli impegni primaverili. In particolare sono stati predisposti i programmi di censimento delle singole specie, per i quali si raccomanda la massima partecipazione e serietà nello svolgimento dell attività. Oltre alle comunicazioni individuali, si ricorda che è possibile accedere alle informazioni attraverso il sito del Comprensorio: nella pagina delle Commissioni. Un altro appuntamento molto importante sarà quello della Mostra di gestione Venatoria, che si terrà quest anno a Branzi, settore 4, nelle giornate dal 31 maggio al 2 giugno. A tale riguardo si raccomanda vivamente che tutti consegnino i trofei dello scorso anno correttamente preparati, in particolare sotto il profilo igienico. Il depliant con il programma dettagliato, è presente su questo numero e disponibile presso la sede del Comprensorio. Per quanto riguarda la gara di tiro che il Comprensorio vuole organizzare, e la Commissione sta predisponendo, che sarà per molti l occasione per tarare le armi, e ancor più un momento di festa collettiva, senza spirito agonistico, ma semplicemente partecipativo, si comunica che la data prevista è la domenica successiva a quella della mostra, l 8 giugno, in località ancora da definire, essendo venuta meno la disponibilità di svolgerla al Monte Avaro. La partecipazione alla gara darà diritto ai Soci del Comprensorio che praticano la Caccia di selezione di partecipare al sorteggio di un capo di Camoscio J da prelevare nel proprio settore nel corso della prossima stagione venatoria. La Commissione sta in questi giorni esaminando le proposte di modifica del regolamento Provinciale per la Caccia di Selezione agli Ungulati, predisposto dalla Provincia, resesi necessarie in conseguenza dell adeguamento dei calendari del prelievo venatorio alle nuove disposizioni di legge. Il Presidente Gianantonio Bonetti Le Commissioni CACCIAINVALBREMBANA 7

8 Le Commissioni Commissione Lepre La caccia alla lepre st anno si è conclusa un po in queanticipo rispetto al calendario venatorio, con il raggiungimento del piano di abbattimento che è stato di 120 lepri, di cui 67M, 45F e 8 n.d.. Devo dire che c è stato un maggior prelievo nelle zone più vocate, dunque di maggior pressione venatoria, ma le valutazioni possono essere comunque positive. A dicembre c è stato il solito lancio delle lepri: n 115, con la speranza che ci sia una buona percentuale di sopravvivenza; lo vedremo dai prossimi censimenti primaverili. La Commissione sta lavorando per individuare una zona per l addestramento dei segugi, cosa che mi sembra molto importante, visto che nel nostro Comprensorio non ce ne sono. Se vogliamo allenare i nostri cani dobbiamo andare altrove, anche molto lontano; speriamo di riuscire a realizzare questo nostro progetto. Commissione Ripopolabile Il Presidente Cristian Midali Come ogni inizio anno, la Commissione ha regolarmente ripreso la propria attività che si è da subito focalizzata sulla stesura del piano di lancio della selvaggina ripopolabile. I capi per i quali è stato richiesto al C.T.G. un adeguato impegno di spesa sono 1.500, a cui ne sono stati aggiunti altri 50 che lo scorso anno erano stati defalcati dall ultimo lancio a causa di incomprensioni con il C.T.G. stesso. Sappiamo bene che 50 capi sono un numero irrisorio, ma, a tutela di tutti i cacciatori che rappresentiamo, riteniamo opportuno e doveroso che quest anno il C.T.G. accolga nella sua totalità la nostra richiesta. Ad oggi il piano risulta quasi completo. Come nelle passate stagioni, i lanci saranno suddivisi in tre fasi: - primo lancio: agosto - secondo lancio: ottobre - terzo e ultimo lancio: novembre. Per l immissione del mese di agosto, viene introdotta una modifica sostanziale alla modalità di lancio: l individuazione di 7/8 zone all interno del C.A. dove immettere la selvaggina. Quest ultima proposta rappresenta la vera novità della stagione venatoria 2008 ed è stata presa dopo attenta ed approfondita analisi. In questo modo, infatti, la Commissione auspica di ottenere delle porzioni di territorio in cui sarà presente un cospicuo numero di capi, così da rendere più piacevole e proficuo il periodo di addestramento cani. Sappiamo che solleveremo delle critiche, ma ci auguriamo che la maggior parte dei soci esercitanti la caccia con il cane da ferma saprà apprezzare questa novità. Precisiamo inoltre che, ad oggi, siamo in attesa di ricevere l approvazione del Comitato Tecnico di Gestione per poter rendere attiva la nostra proposta. Per quanto riguarda le immissioni, denominate pronta caccia, i capi saranno immessi su tutto il territorio con i criteri e le modalità adottate per le passate stagioni venatorie. Nel prossimo numero, prima dell inizio dell attività venatoria, sarà nostra cura informavi sulle date prescelte e sull accettazione o meno delle nostre proposte avanzate al C.T.G. Commissione Capanno Il Presidente Luigi Poleni Come ogni anno (ricorsi permettendo) vi informo dei risultati ottenuti dall attività di cattura dei roccoli. Siamo finalmente riusciti dopo diverse stagioni avverse a completare i piani di cattura che l amministrazione provinciale ci ha assegnato, solo per la specie tordo sassello, pochi soci del Comprensorio hanno dovuto rinviare l assegnazione alla stagione seguente. In qualità di rappresentante del C.A. all interno della commissione migratoristi ringrazio personalmente, anche a nome del Comprensorio, tutte le persone che hanno collaborato alla gestione di questo servizio. Da diverse stagioni venatorie l amministrazione Provinciale, utilizza per la ripartizione dei roccoli tra i diversi A.T.C e C.A., dei parametri percentuali concordati prioritariamente all apertura degli impianti abilitati, pertanto nel susseguirsi delle annate venatorie risultano differenti nel tempo i roccoli assegnati annualmente. Dopo questa breve premessa, informo chi ancora non abbia avuto possibilità di esserne a conoscenza, che per la stagione venatoria 2006/2007 al C.A.Valle Brembana sono stati assegnati per la distribuzione presicci, tre roccoli: il roccolo Pigola nel Comune di Valtorta, il roccolo Ceresola, sempre nel Comune di Valtorta ed il roccolo Meschino in Comune di Roncobello. Dai grafici che ho riportato potete constatare, come la stagione scorsa sia stata favorevole ai flussi migratori nella nostra Provincia, consentendo ai tenditori e pertanto ai capannisti, di usufruire di un discreto numero di presicci; se consideriamo che anche l allevamento a scopo amatoriale è diventato per passione ma anche per necessità, una prerogativa dei cacciatori da capanno, possiamo dire di essere soddisfatti dei risultati ottenuti. Tuttavia come voi tutti sapete per arrivare ad avere una buona batteria di richiami, servono anni di selezione, pertanto insisteremo affinché gli enti preposti, si facciano promotori, di iniziative atte ad incrementare numerica- mente le catture, o ad agevolare iniziative che ne favoriscano la stessa. Vorrei aggiungere alcune considerazioni tecniche per analizzare meglio questi dati, e dare modo a tutti di capi- 8 CACCIAINVALBREMBANA

9 re come vengono distribuiti i presicci. Nel C.A. Valle Brembana sono stati catturati e consegnati al centro distribuzione presicci 2054 capi, dei quali 90 non sono stati distribuiti perché non in condizioni idonee (32 liberati e 58 deceduti) considerato che i titolari di autorizzazione da appostamento fisso del C.A. nella stagione 2007/2008 erano 475, ogni cacciatore ha avuto una percentuale di 4,1 soggetti pro capite. Come potete constatare abbiamo avuto un notevole incremento rispetto alle stagioni antecedenti. A tutti un caloroso saluto. Per la commissione migratoristi Bonzi Angelo Le Commissioni CACCIAINVALBREMBANA 9

10 Verbale dell Assemblea Annuale dei soci - Lino E. Ceruti Riunita in seduta ORDINARIA il giorno di Venerdì 28 marzo 2008 a seguito della convocazione in data prot. 31/EB/ar nel Cine-Teatro Nuovo di Piazza Brembana in via Tasso IN SECONDA CONVOCAZIONE Alle ore 20,30 sono presenti: n 264 Soci del Comprensorio Alpino di Valle Brembana del Comitato Tecnico di Gestione sono presenti: Enrico Bonzi, Giuseppe Bonomi, Lino Emilio Ceruti, Pietro Milesi, Angelo Bonzi, Atos Curti, Bruno Calvi; Sono assenti giustificati: Carlo Milesi, Teofano Boffelli, Gianni Morali, Francesco Locatelli, Sperandio Colombo; Sono presenti: Delio Assi (revisore dei conti) e l Assessore Provinciale alla Caccia Luigi Pisoni. 10 CACCIAINVALBREMBANA

11 Punto n 1 dell o.d.g.: Relazione del Presidente. Il Presidente dichiara che la sua relazione sarà decisamente spartana visti gli argomenti posti all o.d.g. Ringrazia tutti per la partecipazione: a) i componenti delle commissioni per il lavoro svolto per il comprensorio; b) ai volontari impegnati al completamento dei lavori della nuova sede; c) i componenti del CTG; d) l assessore provinciale Luigi Pisoni sempre presente a favore dei cacciatori anche nel sostegno economico elencandone gli interventi a favore della sede, a favore della stampa del libro progetto galliformi, corsi, programmi, piantine di sorbo ; Sottolinea il ringraziamento verso i componenti del CTG per i lavori e le opere importanti che hanno contribuito a portare a termine consentendo allo stesso CTG di mantenere le promesse fatte all inizio del suo insediamento. Si riferisce all apertura di un conto corrente postale per facilitare quei Soci che non hanno a disposizione una banca nei paesi dove abitano passa al progetto galliformi illustrando la costante e caparbia volontà di superare le difficoltà prima di arrivare alla sua pubblicazione Lamenta i comportamenti di qualche Socio che costringe la segreteria e lo stesso CTG a spendere tempo ed energie solo su argomentazioni di carattere burocratico e legale. Ringraziando nuovamente i Soci presenti, si dichiara a disposizione dell Assemblea per eventuali richieste e/o delucidazioni su qualsiasi argomento e concede la parola all Assessore provinciale Luigi Pisoni che porta i saluti suoi e del Presidente Valerio Bettoni. Parla del Piano Faunistico Provinciale ringraziando della collaborazione che il Comprensorio Venatorio Alpino di Valle Brembana ha, fin ora dimostrato, nei confronti dei problemi della caccia. Informa che le difficoltà della Provincia non sono poche visto che dal 2000 al 2008 sono stati varati ben 5 piani faunistici. Il nuovo dovrebbe essere varato entro luglio. Invita, infine, il mondo venatorio ad una concordia di intenti e comportamenti. La relazione del Presidente Kiko Bonzi non è sottoposta a votazione. Punto n 2 dell o.d.g.: Relazione del Segretario. Lino E. Ceruti con l ausilio del proiettore del comprensorio, proietta le slide in Power Point relative all attività del CTG dal suo insediamento fino ad oggi. Attività riguardanti le opere realizzate con i relativi costi, le delibere licenziate e quelle riguardanti le commissioni. Tutte le slide saranno messe sul sito del comprensorio all indirizzo Qui sotto si copiano-incollano alcune più significative slide La relazione del Segretario Lino E Ceruti non è sottoposta a votazione. Sulle due relazioni chiede di intervenire il Socio Giambattista Gozzi che lamenta i tempi lunghi a cui il CTG lo costringe per ottenere le documentazioni che richiede. Lamenta pure il comportamento, non opportuno, che il CTG avrebbe tenuto sulla vicenda legale che ha visto un Socio del Comprensorio ottenere una sentenza favorevole al TAR di Brescia circa la sua ammissione alla caccia tipica alpina, e il conseguente ricorso al Consiglio di Stato, avverso a quella sentenza, avviato dal CTG. CACCIAINVALBREMBANA 11

12 Anche nei confronti del Segretario avanza critiche sul modo di stendere i verbali augurandogli che il Presidente della Provincia (di cui è rappresentante) non abbia mai a leggerne uno per non correre il rischio di ribaltare dalla sua poltrona. Risponde prima Lino Ceruti che tranquillizza il Socio Gianbattista Gozzi con: Non preoccuparti del possibile rischio di ribaltamento- del Presidente della Provincia nel caso dovesse leggere i miei verbali la sua stazza gli offre una stabilità invidiabile In merito alla situazione del ricorso della ricorrente, risponde l avv. Raffaella Sonzogni che illustra all Assemblea i vari passaggi della questione non senza ricordare al Socio Giambattista Gozzi che le fasi del ricorso sono state portate avanti anche con la fattiva collaborazione dello stesso Gozzi, all epoca vicepresidente del Comprensorio. L argomento si chiude dopo un intervento di Pierino Milesi che rimprovera a Gozzi il suo attuale comportamento, nei confronti del CTG, decisamente opposto a quanto sosteneva durante la sua vicepresidenza all interno della quale ha sempre avuto carta bianca da parte dei componenti dello stesso Comitato di Gestione. Punto n 3 dell o.d.g.: Approvazione del bilancio consuntivo Prende la parola il Revisore dei Conti Delio Assi che legge la relazione dei Revisori che riconoscono corretta la gestione Passa, quindi, ad illustrare le singole voci di bilancio consuntivo ed alla fine dichiara di essere a disposizione dei presenti per chiarimenti e/o delucidazioni. Si sviluppano interventi di Giambattista Gozzi in merito alla gestione della sede in più anni e di Diego Bonaldi in merito alla consistenza del disavanzo di bilancio. Delio Assi risponde ad entrambi e il Presidente Kiko Bonzi mette a votazione il bilancio consuntivo 2007 ottenendo il seguente risultato: ESITO DELLA VOTAZIONE Favorevoli Contrari Astenuti Il presente punto all ordine del giorno è Approvato all unanimità Approvato a maggioranza X Respinto all unanimità Respinto a maggioranza Punto n 4 dell o.d.g.: Approvazione del bilancio preventivo Il Presidente Kiko Bonzi affida l illustrazione tecnica del bilancio preventivo al Revisore dei Conti, nonché Socio del Comprensorio, Delio Assi il quale con dovizia di particolari ne illustra il contenuto sottolineando le voci che riguardano gli introiti e le spese previsti. Non risultando interventi da parte dei Soci presenti, il Presidente mette a votazione l approvazione del bilancio preventivo 2008 ottenendo il seguente risultato: 12 CACCIAINVALBREMBANA

13 ESITO DELLA VOTAZIONE Favorevoli Contrari Astenuti Approvato all unanimità Il presente punto all ordine del giorno è Approvato a maggioranza X Respinto all unanimità Respinto a maggioranza Punto n 4 dell o.d.g.: Proposte di modifica al Regolamento di Attuazione e allo Statuto. Il Presidente Kiko Bonzi concede la parola al Segretario Lino Ceruti che, attraverso la proiezione sullo schermo del cinema, proietta le proposte di modifica allo Statuto del Comprensorio Venatorio Alpino di Valle Brembana approvate dal CTG in apposita seduta. Dopo alcuni interventi di richieste delucidative e proposte dei presenti, le modifiche allo Statuto vengono messe a votazione. Prima della votazione si è notato che diversi Soci, vista l ora tarda, avevano abbandonato l Assemblea. Si è stimato che il numero di Soci rimasti poteva corrispondere a circa un centinaio. La votazione ha dato il seguente risultato: n 1 Astenuto; n 0 contrari; i restanti hanno votato favorevole. LO STATUTO È STATO APPROVATO A MAGGIORANZA DAI PRESENTI Lo Statuto modificato risulta il seguente: (vedasi allegato) Il Presidente Kiko Bonzi riconcede la parola al Segretario Lino Ceruti che, attraverso la proiezione sullo schermo del cinema, proietta le proposte di modifica al Regolamento di Attuazione del Comprensorio Venatorio Alpino di Valle Brembana approvate dal CTG in apposita seduta. Dopo alcuni interventi di richieste delucidative e proposte dei presenti, le modifiche allo Statuto vengono messe a votazione. Prima della votazione si è notato che diversi Soci, vista l ora tarda, avevano abbandonato l Assemblea. Si è stimato che il numero di Soci rimasti poteva corrispondere ad circa un ottantina. La votazione ha dato il seguente risultato: n 0 Astenuto; n 1 contrari; i restanti hanno votato favorevole. IL REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE È STATO APPROVATO A MAG- GIORANZA DAI PRESENTI Il Regolamento di Attuazione modificato risulta il seguente: (vedasi allegato) Alle ore 01,00 circa, vista l ora, non vengono discussi i punti 6 (proposte dei Soci) e 7 (varie ed eventuali) dell o.d.g. e il Presidente Kiko Bonzi dichiara chiusa l Assemblea. Il Presidente: Bonzi Enrico Il Segretario: Lino E. Ceruti CACCIAINVALBREMBANA 13

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15 IL PROGETTO GALLIFORMI R I F L E S S I O N I S U D I E C I A N N I D I L AV O R O E S U L L E P R O S P E T T I V E F U T U R E - GB Gozzi Ho sfogliato con estremo interesse la pubblicazione del Progetto Galliformi apprezzandone veramente la veste grafica e l ampia documentazione fotografica che contribuiscono ad aumentare il prestigio del volume. Ma sarei ingenuo se mi soffermassi all aspetto esteriore di questa pubblicazione, e tralasciassi il vero significato tecnico e scientifico del contenuto, non solo, ma anche se trascurassi una riflessione su ciò che questa prestigiosa pubblicazione rappresenta. La sera della distribuzione in coincidenza dell Assemblea dei Soci, ho condiviso con il relatore il suo giusto orgoglio per aver portato alla stampa, con notevole impegno e superando enormi difficoltà, questo volume che sarà destinato a lasciare sicuramente una traccia ed una testimonianza di come il cacciatore sappia operare anche al di fuori della pura attività venatoria. Vi sarà una presentazione ufficiale nella quale saranno affrontati gli aspetti tecnici specifici, ma trovandomelo tra le mani, non ho potuto ridisegnarne mentalmente la storia, che sicuramente non da interprete, ma da voce critica, ho seguito e vissuto per tutti questi lunghi 12 anni! Mi sono allora reso conto che questo volume racchiude anche un profondo significato affettivo, perché rappresenta la vera storia del nostro Comprensorio. Una storia fatta di confronti e di scontri a volte anche durissimi; una storia fatta di rinunce, di sofferenze, di aspettative disattese, di profonde delusioni, di decisioni durissime ed impopolari, ma mirate a perseguire quell obiettivo che era stato prefissato. Il ricordo mi ha portato inevitabilmente al 1995, quando l allora Comitato di Gestione intendendo scegliere prioritariamente una gestione della selvaggina Tipica di Monte attenta e consapevole, percepisce la necessità di intraprendere essenzialmente un percorso di tutela di questa selvaggina e prende la prima decisione forte, unica, drastica; si inizia con il ridurre la pressione venatoria su queste specie. Da oltre 200 cacciatori ammessi a praticarla, si scende a 170 in un solo colpo, con inevitabili strascichi di forti polemiche e contestazioni (per altro non ancora concluse!). Però si decide e si attua! Decisione giusta? Sbagliata? Non spetta a me rispondere, posso solo dire a distanza di anni che c è voluto molto coraggio nell assumere questo provvedimento e soprattutto nel sostenerlo. Ma posso anche dire che il fine giustifica il mezzo: quando gli obiettivi sono chiari e seri, ogni decisione trova la giustificazione. Sferrato questo primo colpo, la Commissione, delegata dal Comitato alla gestione della Tipica Alpina, si rende conto che questo nostro patrimonio di fauna selvatica unica ed insostituibile, prima di essere oggetto di abbattimento, deve essere conosciuto, studiato, capito nelle abitu- CACCIAINVALBREMBANA 15

16 dini e nei comportamenti. Nel 1996, viene dato incarico al Prof. Ivano Artuso già ricercatore e specialista del settore, di organizzare uno studio ed una ricerca sulla Tipica Alpina presente nel nostro Comprensorio. Parte il progetto che successivamente prenderà il nome di Progetto Artuso. I cacciatori vengono chiamati ad una collaborazione specifica, e diventano i protagonisti della ricerca. Si imposta il lavoro, ma si opera con difficoltà, non tutti sono convinti di questa scelta, non tutti partecipano con il dovuto spirito, i censimenti diventano l asse portante della ricerca, ed i dati non confluiscono sempre con la necessaria continuità. Si deve cambiare registro, serve più impegno e tra il 99 ed il 2000 si fraziona il territorio in sette settori, suddividendo i cacciatori entro uno specifico territorio di competenza per l effettuazione dei censimenti. Non mancano le critiche, le polemiche, le incomprensioni, ma si va avanti sempre con coraggio e determinazione. Nel 2001 altra svolta; la Commissione, che gode dell incondizionato appoggio del Comitato di Gestione, propone un nuovo regolamento per l esecuzione dei censimenti e per le ammissioni a questa forma di caccia. Viene introdotto il criterio meritocratico per il mantenimento della forma di caccia Tipica Alpina, subordinato alla partecipazione obbligatoria ai censimenti primaverili ed estivi. E un altro duro regol a m e n t o che con la sua applic a z i o n e vede più cacciatori estromessi che non accolti, ma è anche uno strumento necessario per qualificare, gratificare e selezionare. L obiettivo rimane immutato, perseguire una gestione equilibrata, misurata, compatibile con la reale disponibilità. E poiché la crescita biologica di queste specie è stazionaria, se non in regressione, sono necessari interventi volti alla tutela, con la riduzione della pressione venatoria, e con la predisposizione di piani di prelievo indirizzati alla prudenza e formulati strettamente sui dati oggettivi dei censimenti. Sono anni duri di incomprensioni e di contestazioni. Chi è escluso non se ne fa una ragione, e chi è ammesso mal sopporta gli obblighi e gli adempimenti, ma le decisioni del Comitato di Gestione sono energiche ed inappellabili. Sono partecipe anch io di alcune discussioni di carattere tecnico rivolte alla conduzione di questo progetto, e porto delle osservazioni tecniche che mi procurano non poche critiche e minacce, ma lo faccio attraverso un confronto aperto sia in Comitato di Gestione che in Commissione Tipica, e in più di una circostanza anche nelle riunioni annuali di specializzazione. Oggi, a distanza di alcuni anni, trovo che i temi che allora proponevo sono ancora di attualità (parlavo di tecnicità e di attendibilità dei censimenti) e ci si potrebbe confrontare con dei seri dibattiti, con proposte innovative e quanto altro! Passano gli anni, cambiano i Comitati, la tensione e l attenzione si allentano, sorgono difficoltà per il completamento del lavoro, i contatti con l autore si fanno difficili (non per colpa sua), vi sono contrattempi e tutta una serie di problematiche che ne ritardano notevolmente la conclusione e quindi la pubblicazione. La mia ricostruzione è necessariamente sommaria, ma è legata ai ricordi delle serate passate a discutere, delle cocenti delusioni, delle contestazioni anche a certi metodi di gestione magari sbrigativi ma improntati al decisionismo. Quel che conta è che ora abbiamo tra le mani questa importante testimonianza di uno scorcio di nostra vita vissuta. E merito dei promotori di questo progetto e naturalmente al Prof. Ivano Artuso, ai quali va il nostro ringraziamento e la nostra riconoscenza, alla loro tenacia e volontà nel portare avanti il loro modello gestionale nel quale hanno creduto e tuttora credono, se oggi noi possiamo veramente riconoscerci con orgoglio come cacciatori del Comprensorio Alpino Valle Brembana. E non mi lascio spaventare nemmeno dal costo complessivo del Progetto di euro in 12 anni; sono meno di quanto il Comprensorio ha speso nello stesso periodo per immettere lepri, senza peraltro avere mai avuto alcun riscontro di rendimento! Concedetemi un ultima osservazione, a questo punto critica. Nell apprezzare queste bellissime immagini, queste foto introduttive così accattivanti, queste prefazioni così ricche e prestigiose, siamo sicuri che tutti, in particolare il C.T.G., ne abbiano colto anche il significato, e ne condividano soprattutto il modello di gestione? Qualche legittimo dubbio mi viene rileggendo la Delibera del Comitato Tecnico di Gestione del 6 ottobre 2007, la quale, a fronte di un calo della selvaggina del 20% desunto dai censimenti, ha autorizzato l ammissione alla specializzazione della Tipica di monte ben 12 nuovi Soci, portandoli da 167 a 179! 16 CACCIAINVALBREMBANA

17 Fauna e sfruttamento sostenibile delle Risorse ambientali - Luigi Capitanio Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita considerevole delle popolazioni di ungulati nel nostro comprensorio. Questo evento ha portato notevoli vantaggi al mondo venatorio per ovvi motivi legati alla maggiore disponibilità di selvaggina. Di questa situazione ne trae pure vantaggio il comparto turistico nel suo insieme, dove in misura sempre maggiore vengono apprezzate quelle combinazioni dove la presenza di ungulati si associa alla bellezza ambientale; caratteristica questa che alle nostre montagne non manca di certo. La presenza di selvaggina da pelo di grosse dimensioni nelle nostre vallate non è certo storia recente. Anzi. A memoria d uomo (pardon di cacciatore!) soprattutto il camoscio, sia pur con densità altalenanti, non ha mai cessato di esistere, neppure durante l ultima guerra, quando non erano solo i cacciatori a darsi un gran da fare per portarsi in tavola questo ben di dio. Il che è tutto dire. Oggi fortunatamente le cose sono cambiate, di camosci ne abbiamo davvero tanti e, a differenza di alcuni anni fa dove la preoccupazione maggiore era di favorirne la crescita, oggi ci troviamo a valutare con grande attenzione ogni piccolo elemento che potrebbe farceli diminuire, a fare i conti con un ambiente che si trasforma a vista d occhio, dove le strade stanno prendendo il posto dei sentieri, dove i fruitori degli spazi alpini, spesso domenicali e schiamazzanti, si moltiplicano quasi per incivile clonazione. Ogni più piccolo elemento negativo ha dunque grande importanza per i veri appassionati; e non si pensi che questo interesse sia dovuto alla sola voglia di prendere ad ogni stagione di caccia qualcosa in più, niente affatto, è il desiderio, o meglio, la certezza di sapere che comunque i camosci ci sono, che quando esci da quel bosco e guardi in quel pascolo o in quel ghiaione te li ritrovi lì, al loro posto, e vivi la speranza che ci siano anche in futuro. Negli ultimi tempi però i problemi sanitari che inevitabilmente una popolazione in crescita si porta con sé cominciano a dare più di qualche preoccupazione. Forse le malattie a cui abbiamo assistito negli ultimi anni, culminati con la morìa subita nell inverno duemilauno, è un ricordo ancora vivo e ad ogni piccolo segnale d allarme diveniamo un po tutti apprensivi. Eccoci allora a consultare libri, trattati di veterinaria e modelli di gestione; non tanto alla ricerca di soluzioni sanitarie che paiono improbabili, ma nel tentativo di comprendere come sia possibile evitare alcuni di questi pericoli, cercando almeno di limitarne gli effetti. Qualche idea in proposito tutti noi ce la siamo fatta; ad esempio abbiamo ben compreso come lo stato di salute e il mantenimento numerico degli animali sia strettamente legato ad alcuni fattori quali la struttura della popolazione, l alimentazione, la tranquillità dei territori. Altri elementi contribuiscono a mantenere le popolazioni in condizioni ottimali, ma certamente questi appena citati sono preponderanti, e lo scadimento della qualità alimentare reperita e utilizzata, che può essere anche solo il risultato di una modifica del territorio o di un suo utilizzo errato, innesca un processo negativo nelle popolazioni selvatiche, che si concretizza sempre con la loro sofferenza e con una riduzione degli effettivi. Primo fra tutti a patire di questa condizione appare proprio il camoscio nonostante all apparenza dimostri di essere un animale particolarmente rustico. Se consideriamo come fattore principale dello scadimento qualitativo del camoscio la sua alimentazione e mettiamo in secondo ordine le altre cause, appare subito chiaro come l abbandono dell agricoltura di montagna non sia un elemento di poco conto nel sistema animale-territorio. Non è certo cosa nuova e non voglio entrare nel merito dei problemi sociali che hanno caratterizzato questo abbandono già dagli anni settanta. Al riguardo voglio solo ricordare come il territorio della nostra provincia sia costituito per il 63% da montagne, dal 12% di colline e solo dal 25% di zone pianeggianti; ne consegue che l agricoltura, così come intesa sino alla sua recente industrializzazione, sia stata praticata in zone svantaggiate sia sotto l aspetto climatico che di accessibilità. A questo si è sopperito soprattutto attraverso l allevamento del bestiame vaccino, e il territorio, in virtù del suo utilizzo, ha subito nel corso degli anni una sostanziale modifica da parte dell uomo, attraverso un continuo disboscamento per la creazione di nuovi spazi destinati alla produzione di foraggio. La nostra valle è molto ricca di questi luoghi, basta salire in quota per vederne gli esempi. Il recente e parziale abbandono della montagna da parte del bestiame vac- CACCIAINVALBREMBANA 17

18 cino, almeno nelle zone più disagiate, hanno inizialmente creato le condizioni alimentari ideali per il camoscio. Infatti le zone di transizione o di ecotono offrono una qualità di foraggio particolarmente gradito agli ungulati selvatici. Questa situazione, associata a una normativa di gestione intelligente, ha permesso al camoscio di raggiungere densità medie molto elevate. Al riguardo recentemente la nostra provincia ha pubblicato i risultati di un indagine conoscitiva racchiusa in tre volumi, la carta delle vocazioni faunistiche, nella quale gli autori inducono a ritenere che la capacità portante del comprensorio Valle brembana, per quanto riguarda il camoscio, sia di circa 3500 capi. Ora, alcune considerazioni sono necessarie per comprendere come sarà il futuro per il camoscio nel nostro comprensorio. I censimenti e le relative stime di presenza effettuate nel 2006 accreditano la valle brembana di oltre 4100 camosci. Circa 600 in più della capacità portante del nostro territorio secondo lo studio appena citato, (il 17% in più.) A questo si aggiunga che negli ultimi anni sulle nostre montagne si è ripreso l allevamento della capra, pratica che in tante, troppe occasioni, si traduce in erratismo e allevamento brado. Un vero e proprio disordine. Mentre per la monticazione del bestiame vaccino esistono dei tempi di durata dell alpeggio, con delle piccole variazioni di tempo in funzione della quantità di animali e della localizzazione dei pascoli, che comunque è contenuto entro la fine di settembre, per quanto riguarda l utilizzo del territorio per il pascolo delle capre le uniche disposizioni riguardano la tutela del bosco e, per quando riguarda il periodo di utilizzo dell alpeggio si demanda al buon senso d allevatore. Spesso però questa filosofia non paga e l alpeggio viene sfruttato all inverosimile, tanto che in alcune occasioni si è arrivati alla distruzione della cotica erbosa. Per quanto concerne l utilizzo degli alpeggi da parte del bestiame ovicaprino, è doveroso precisare che sulle nostre montagne esistono due tipologie di monticazione. La prima è rappresentata da greggi di medie dimensioni (da alcune centinaia a più di mille capi) condotti da pastori di professione a tempo pieno, che utilizzano gli spazi alpini nel periodo estivo e trascorrono poi il restante periodo dell anno in pianura. Solitamente sfruttano i pascoli mediante spostamenti giornalieri da giugno a settembre, con piccolissimi scostamenti dovuti all anticipo o al ritardo nella crescita delle erbe. La seconda tipologia, diffusa in modo capillare nella nostra valle, è costituita da piccoli gruppi di poche unità caratteristiche di un allevamento a conduzione familiare. Questi vengono solitamente indirizzati su un solo pascolo senza grandi spostamenti, ne consegue che proprio questi ultimi, nonostante siano numericamente irrilevanti, esercitino un impatto negativo maggiore. Anche l aspetto sanitario è decisamente a favore delle greggi monticanti accompagnati da pastori professionisti, infatti i trattamenti antielmintici, indispensabili per evitare la diffusione di parassiti sugli alpeggi, sono normalmente programmati ed eseguiti prima e dopo la monticazione. Lo stesso non si può dire per i secondi che generalmente non vengono sottoposti a nessuna attenzione per quanto riguarda l aspetto sanitario. Le greggi di ovicaprini, come dimostrato da uno studio effettuato nel nostro comprensorio, fungono da serbatoio per alcune malattie che colpiscono il camoscio, (cheratocongiuntivite ecc.) a questo si aggiunga che i pascoli utilizzati dalle capre fino ad inverno inoltrato sono gli stessi che il camoscio dovrebbe utilizzare per lo svernamento. Appare evidente che costringere un nucleo di camosci a trascorrere l inverno su versanti non idonei e senza adeguate riserve di grasso, significa esporre quella popolazione ad una vera difficoltà di sopravvivenza. A questo punto una domanda pare legittima: I documenti di programmazione e di pianificazione che riguardano il camoscio, tengono in debito conto l utilizzo e lo sfruttamento degli spazi anche dagli animali domestici? E pur vero che l estate offre foraggio a tutti gli ungulati, selvatici e domestici, (entro certi limiti ovvio!) ma l inverno? Anche l aspetto sanitario pone seri interrogativi: la rogna sarcoptica è poco distante, potremo e sapremo affrontarla in queste condizioni? 18 CACCIAINVALBREMBANA

19 L AQUILA REALE Foto: B. M. P E R C O N O S C E R L A M E G L I O E R I S P E T TA R L A - Flavio Galizzi L immagine di questo splendido rapace, il più grande tra le aquile europee, il sentimento che è in grado di destare in tutti noi, ha un fascino arcano, un mix di timore e di riverenza, di meraviglia e di profondo rispetto. L aquila non appartiene solamente al patrimonio naturale più prezioso custodito tra i picchi e le vallate delle nostre Alpi, ma rappresenta anche un aspetto del patrimonio storico culturale di tutti i popoli della montagna, senza il quale ci sentiremmo tutti un po orfani. Basta pensare alla mitologia greca, al mito dell origine del fuoco, secondo il quale, per rubarlo agli Dei e donarlo agli uomini Prometeo subì un crudele supplizio proprio per ordine di Giove: incatenato ad una rupe un aquila gli straziava ogni giorno il costato; oppure al mito di Icaro, le cui ali di penne rubate ad un aquila non ressero al volo verso il sole e la libertà, un sogno negato agli uomini. Due immagini emblematiche, l una che sottolinea la crudele giustizia divina, l altra legata all irraggiungibile sogno di volare degli uomini. Anche le insegne degli eserciti più grandi portavano un vessillo con l immagine di un aquila, così i Romani, e non solo in Europa. Molte sono state le culture che vedevano nell aquila un immagine divina, una sorta di messaggera degli Dei, da oriente al nuovo continente, dalle culture precolombiane agli indiani d America. Potente e maestosa l aquila continua a solcare i cieli delle nostre Alpi, con il suo volo elegante, possente, maestoso. Non sembra subire più alcun affronto né minaccia, anche se nella seconda metà del secolo scorso ha dovuto affrontare massicce aggressioni da parte del suo unico vero nemico naturale: l uomo. I tempi sono fortunatamente cambiati e la conoscenza ecologica maturata nei giovani ha fatto sì che l ostilità nei suoi confronti sia oggi solamente un triste ricordo: le coppie nidificanti sono in aumento, e sono ricomparse anche in quei comparti alpini dove da anni erano scomparse, come le nostre Orobie, godono di buona salute ed è stato accertato, negli ultimi anni, un buon successo riproduttivo. Un segnale positivo e confortante dei tempi che cambiano e delle coscienze che maturano. Se vi sono dei meriti da attribuire, non vanno ascritti solamente a quanti hanno promosso politiche di protezione e di conoscenza del mondo dei rapaci, ma anche, e forse in più grande misura di quanto siamo in genere disposti ad ammettere, alla gente di montagna, non solo di chi vive la montagna e la frequenta, ma di chi ci vive. Se l immagine che per prima ci colpisce è quella della sua potenza, ad essa dobbiamo subito associare l immagine della sua riservatezza e solitaria esistenza. Non ama la presenza dell uomo, né di altre specie con cui potrebbe entrare in competizione. È riservata, e le coppie, che restano unite per la vita, si distribuiscono sul territorio delle nostre montagne su spazi anche molto vasti, di parecchie decine o centinaia di chilometri quadrati, a seconda della disponibilità di prede. È proprio questa disponibilità che sta decretando il suo successo, una regola abbastanza costante nello studio della dinamica delle popolazioni che ricoprono i vertici delle catene alimentari. Se analizziamo la questione con uno sguardo ampio, che comprenda quanto più possibile il vasto contesto ecologico del territorio alpino, vedremo come molte altre specie stiano godendo di un successo significativo, in particolare quegli erbivori che rappresentano per loro fonte di alimentazione. Le popolazioni di grossi ungulati, a partire dai camosci e dai caprioli, ma anche CACCIAINVALBREMBANA 19

20 SCHEDA ZOOLOGICA AQUILA REALE Nome scientifico: Aquila chrysaëtos Dati biometrici Lunghezza: 80/95 cm. Apertura alare: 190/220 cm. Peso: g. La sagoma dell aquila è compatta, con coda larga e quadrata e con le estremità delle ali a dita. Il becco è nero, con la cera gialla. L occhio è bruno, lucente come l ambra del Baltico. I tarsi sono ricoperti di piume fino alle dita, mentre le dita sono ricoperte di squame gialle, armate di potenti artigli. Il colore del piumaggio è generalmente marrone, più chiaro e uniforme nei soggetti adulti, mentre nei giovani si presenta con tonalità più scure e sono chiaramente visibili delle macchie bianche sotto le ali e sulla coda. La femmina, come per gli altri rapaci, raggiunge dimensioni superiori a quelle dei maschi. La sua vista è almeno 10 volte superiore alla nostra. Nella caccia predilige la sorpresa; essa viene esercitata con un volo radente sulle praterie alpine, cercando di non farsi scorgere approfittando delle asperità del terreno e della rara vegetazione, con l obiettivo di far fuggire le prede, intimorite dalla sua improvvisa apparizione, per ghermirle con le sue terribili zampe, armate di un artiglio, sul pollice, che arriva a misurare anche 8 centimetri; un arma veramente letale e infallibile. degli stambecchi, stanno gradatamente aumentando le loro consistenze, e non dimentichiamo che un aquila, nella necessità di dover procurarsi del cibo, in particolare nel corso dell inverno, può agevolmente predare i piccoli di queste specie, o più frequentemente usufruire delle loro morti accidentali. Le specie che rappresentano però una sicura fonte di cibo, e sono più strettamente legate alla scelta di insediarsi in un determinato comparto alpino, anziché altrove, sono senza dubbio le marmotte. Dove questi roditori sono diffusi rappresentano anche il 90% delle prede portate al nido, così che non è raro che giungano all involo entrambi i piccoli della covata. L aquila, al vertice della catena alimentare, si riproduce una sola volta all anno, depone in media due sole uova e generalmente solo uno dei piccoli riesce a completare il suo sviluppo e a conquistare il dominio dei cieli. La deposizione delle uova avviene normalmente a tre quattro giorni di distanza l uno dall altro, ma l incubazione inizia subito dopo la deposizione del primo. Tale fatto determina la nascita differenziata dei piccoli e la prevalenza costante del più grande, e poiché la loro crescita, come avviene in genere negli uccelli, è assai rapida, questa differenza, in caso di carenza di cibo, va a svantaggio del più piccolo, che non riesce a soddisfare il suo bisogno alimentare e spesso muore, a volte addirittura in seguito all aggressione del suo stesso fratello; un fenomeno che nel linguaggio scientifico è definito cainismo. Se a ciò si aggiunge il fatto che la maturità sessuale viene raggiunta verso il 4-5 anno di vita, si può comprendere come, all aspetto di potenza e di forza che sprigiona, si associ, per contrasto, una certa fragilità del suo sistema biologico. Laddove la presenza delle marmotte è molto limitata, o sono assenti, le prede più frequenti sono rappresentate da lepri, volpi, galli forcelli, pernici bianche o piccoli mammiferi, ma non sono infrequenti catture di piccoli di camoscio, di stambecco o di capriolo. Le aquile scelgono, per costruire il loro nido, anfratti e cenge rocciose del tutto inaccessibili, collocate di preferenza ad una altitudine al di sotto della fascia del pascolo, che rappresenta per loro un territorio ideale ed esclusivo di caccia; ciò permette, con un minimo dispendio di energie, di portare al nido anche prede di considerevole peso. Spesso le coppie di aquile, insediate da anni in un determinato territorio, dispongono di più nidi, che si sono succeduti negli anni, in modo da poter scegliere, secondo le annate, le migliori collocazioni; questi vengono costruiti con ramoscelli raccolti o strappati con il potente becco, e di anno in anno crescono di dimensione. La cova e le cure parentali sono la principale occupazione della femmina per tutto il periodo primaverile. Dalla deposizione delle uova, che avviene verso marzo o i primi giorni di aprile, all incubazione, che dura circa sei settimane e mezza, fino al completo svezzamento, la femmina lascia molto raramente il nido, affidando quasi esclusivamente al maschio l incombenza della caccia e del trasporto al nido delle prede. I piccoli quando nascono sono ricoperti di un fitto piumino candido, e completano il loro sviluppo dopo circa due mesi e mezzo, quando le remiganti si sono sufficientemente sviluppate da poterli sostenere e sono quindi in grado di lasciare il nido per i primi voli, pur rimanendo dipendenti dai genitori per altri 2 o 3 mesi. Si staccano definitivamente dai genitori verso la fine dell inverno, quando gli adulti si apprestano ai preparativi per una nuova nidiata e non sopportano più la loro presenza. Durante le parate nuziali le aquile si esibiscono in stupende evoluzioni, durante le quali si assiste a finte picchiate dei maschi in direzione delle femmine, che a loro volta ruotano improvvisamente sul ventre e toccano, senza afferrarle, le zampe del partner. Se pensiamo alla maestosità di questo rapace, agli spazi immensi, alle nostre montagne, ai profondi silenzi che regnano sulle nostre vallate alpine, non possiamo che restare affascinati e rapiti dalle sensazioni che la regina dei cieli riesce a farci provare. Non possiamo non sentirci spinti a riflessioni serie su come comportarci, su come intervenire in questi delicati equilibri montani, e su come impegnarci per far crescere una cultura di rispetto e di amore verso questi tesori della natura. 20 CACCIAINVALBREMBANA

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