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1 SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale Scheda di dettaglio del Tipo Forestale CE10X - Cerreta mesofila Superficie totale (ha): 913 Percentuale su superficie boscata regionale (%): 0,1 Descrizione: Popolamenti di ridotta estensione a prevalenza di cerro, in mescolanza con altre querce e latifoglie mesofile. Raramente fustaie, più frequentemente fustaie sopra ceduo, solitamente invecchiate. Cenosi da debolmente mesoxerofile a mesofile, da mesoneutrofile a neutrofile. Localizzazione: Rilievi collinari delle Langhe meridionali (Alta Valle Belbo e Langa Cebana), fino al Monregalese; secondariamente nella bassa Valle Tanaro, Valle Bormida di Spigno e Valle Borbera. Classificazione fitosociologica: Carpinion Issl. 31 em. Oberd. 53. Corine: Habitat Natura 2000:

2 SOTTOTIPI E VARIANTI CODICE DENOMINAZIONE SUPERFICIE (ha) CE10A var. con castagno 155 CE10B var. con latifoglie miste 460 CE10J soprassuolo con residui di arboricoltura da legno CE10K bosco pascolato CE10W soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici CE10Y soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non identificati CE10Z soprassuolo distrutto da incendio Note alla variabilità: Possibili confusioni: Questo Tipo può essere confuso con le Cerrete acidofila mesoxerofila da cui si distingue, rispettivamente, per l'assenza di specie acidofile e la presenza, talora abbondante, di specie mesofile, tra cui il carpino bianco. DATI DENDROMETRICI Numero di piante per ha: Area basimetrica media per ha (mq/ha): Volume medio ad ha (mc/ha): Diametro medio di area basimetrica media (cm): Composizione dendrometrica:

3 DATI SELVICOLTURALI Posizione nel ciclo dinamico e tendenze evolutive: Cenosi di ridotte estensioni, più frequenti nei fondovalle e sui bassi versanti dove sono state sostituite da coltivi o castagneti; attualmente queste formazioni hanno una dinamica evolutiva incerta a causa del ridotto numero di matricine presenti nei cedui e della fitta copertura del castagno che ne inibisce la disseminazione del cerro. Queste cerrete dovrebbero costituire la cenosi forestale matura dei suoli più evoluti delle Langhe e colline del Po. Nei prati abbandonati presenti nell'area potenziale del Tipo, talvolta, si afferma un'abbondante rinnovazione di ciliegio selvatico che, insieme al carpino bianco, dovrebbe rappresentare la composizione potenziale della cerreta matura, il cui aspetto strutturale, presumibilmente, è quello di una formazione mista e pluristratificata. Interventi da evitare: Non si segnalano particolari interventi selvicolturali da evitare per non deteriorare le caratteristiche del Tipo; in tutti i casi sono da evitare la ceduazione sui popolamenti invecchiati, l'asporto dei portaseme di cerro e delle altre querce e l'introduzione di specie non autoctone. Raccomandazioni per la difesa della biodiversità: Benché non si tratti di un habitat d'interesse comunitario, i popolamenti di cerro hanno una notevole valenza a livello regionale per la scarsa diffusione della specie al di fuori dell'ambito appenninico. In tal ottica occorre preservare tutti i portaseme presenti e la rinnovazione, contenendo nel contempo l'invasione da parte di specie altamente concorrenziali come la robinia. Indirizzi di intervento: La gestione di questi popolamenti è strettamente connessa alla loro relittualità e frammentarietà. Gli obiettivi gestionali, quindi, devono essere volti alla progressi naturalizzazione, sia come miglioramento strutturale sia della composizione specifica. In tutti i casi è opportuno assecondare il processo di conversione, attraverso tagli misti di diradamento e conversione, opportunamente adattati in funzione dei diversi stadi evolutivi e delle tendenze dinamiche in atto. Nei popolamenti misti con castagno è possibile il proseguimento della gestione a ceduo con una matricinatura a gruppi.

4 SPECIE PRESENTI Elenco delle specie, in ordine alfabetico, che costituiscono il corredo floristico dell unità tipologica Nome latino Acer campestre L. Acer opulifolium Chaix Acer pseudoplatanus L. Actaea spicata L. Anemone nemorosa L. Arum maculatum L. Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv. Buglossoides purpurocaerulea (L.) Johnston Calamintha sylvatica Bromf. Cardamine bulbifera (L.) Crantz Carex digitata L. Carex flacca Schreber Carex pilosa Scop. Carpinus betulus L. Castanea sativa Miller Cephalanthera damasonium (Miller) Druce Clematis vitalba L. Cornus sanguinea L. Corylus avellana L. Crataegus monogyna Jacq. Crataegus oxyacantha L. Cruciata glabra (L.) Ehrend. Daphne laureola L. Euonymus europaeus L. Euphorbia dulcis L. Festuca heterophylla Lam. Fragaria vesca L. Fraxinus ornus L. Geranium nodosum L. Geum urbanum L. Hedera helix L. Hepatica nobilis Miller Lathyrus montanus Bernh. Ligustrum vulgare L. Lonicera caprifolium L. Luzula nivea (L.) Lam. et DC. Melampyrum italicum (Beauverd) Soó Melica uniflora Retz. Melittis melissophyllum L. Neottia nidus-avis (L.) L.C. Rich. Orchis purpurea Hudson Ostrya carpinifolia Scop. Platanthera bifolia (L.) Rchb. Primula vulgaris Hudson Prunus avium L. Pteridium aquilinum (L.) Kuhn Pulmonaria officinalis L. Quercus cerris L. Quercus pubescens Willd. Rosa arvensis Hudson Rosa gallica L. Nome volgare Acero campestre Acero opalo Acero di monte Carpino bianco Sanguinello Nocciolo Biancospino Fusaggine Orniello Ligustro Carpino nero Ciliegio selvatico Cerro Roverella

5 Salvia glutinosa L. Sanicula europaea L. Silene nutans L. Symphytum tuberosum L. Tamus communis L. Viburnum lantana L. Viola reichenbachiana Jordan ex Boreau Viola riviniana Rchb. Lentaggine Aspetti fisionomici del sottobosco: Lo strato arbustivo è spesso denso ed eterogeneo per composizione con locale dominanza da parte del nocciolo; lo strato erbaceo, invece, non presenta mai particolari aspetti fisionomici o specie dominanti. Rinnovazione: Benché il numero si specie in rinnovazione sia molto numeroso, la loro presenza è scarsa e assai localizzata. Specie: carpino bianco, cerro, ciliegio selvatico, faggio (localizzato), castagno, roverella, arbusti diversi. Note alle specie presenti:

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