Maria Montessori e l attivismo italiano

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1 Maria Montessori in un francobollo commemorativo Capitolo 4 Maria Montessori e l attivismo italiano 1. Maria Montessori 2. Le sorelle Agazzi 3. Giuseppina Pizzigoni 4. Maria Boschetti Alberti A fine Ottocento si avverte in Italia la necessità di una riforma dell educazione della prima infanzia. Il metodo diffuso, una contaminazione di quello di Ferrante Aporti e di quello di Fröbel, mostra sempre più i suoi limiti: poco spazio dato all attività spontanea dei bambini e molto alle parole della maestra, ambienti non sempre adeguati, un insegnamento spesso artificioso e mnemonico. Il rinnovamento necessario non tarda a giungere, e sarà un rinnovamento vigoroso, che porterà il nostro paese all avanguardia mondiale nell educazione della prima infanzia. Il merito è di Maria Montessori, la protagonista indiscussa della pedagogia italiana del Novecento. La sua ricerca non ha dato solo un contributo fondamentale alla fondazione scientifica della pedagogia, ma è giunta alla elaborazione di un metodo che, sperimentato con successo, si è diffuso in tutto il mondo, mantenendo nel tempo la sua vitalità ed il suo valore. La pedagogia montessoriana interpreta uno dei temi più vivi dell attivismo: quello della liberazione dell infanzia dal peso dell educazion tradizionale, che ne disconosce le esigenze eed i diritti. La scienza è messa al servizio di una finalità umanistica, che è quella di restituire libertà, gioia e creatività all infanzia, ponendo così, al contempo, le basi per una società mi- gliore, pacifica e serena. Ma Maria Montessori non è l unica protagonista dell attivismo italiano. Figure meno note, e tuttavia meritevoli ancora oggi di attenzione, sono quelle delle sorelle Agazzi (il cui metodo è stato per anni contrapposto a quello Montessori), di Giuseppina Pizzigoni e di Maria Boschetti Alberti. Se Montessori ha creato delle istituzioni educative autonome, le altre autrici che studieremo in questo capitolo si sono mosse, con differenti gradi di autonomia, nell ambito della scuola pubblica, stimolando con la loro sperimentazione coraggiosa il rinnovamento delle nostre istituzioni scolastiche. 1. Maria Montessori Nota biografica Maria Montessori nasce a Chiaravalle, nelle Marche, nel Cinque anni dopo si trasferisce con la famiglia a Roma, dove frequenta il Regio Istituto Tecnico Leonardo Da Vinci, ottenendo il diploma nel In contrasto con il padre e con gran parte dell opinione pubblica dell epoca, che considerava gli studi tecnicoscientifici inadatti alle donne, decide di iscriversi al corso di laurea in medidica dell Università La Sapienza, dove si laurea nel 1896, prima donna italiana laureata in medicina. Lo stesso anno è a Berlino, dove interviene al Congresso femminile in rappresentanza delle donne italiane, sostenendo il diritto delle donne ad avere un 1

2 Maria Montessori Keiron. Pedagogia 2.0 La pedagogia di Montessori ha in origine una impostazione rigorosamente scientifica e positivistica, cui si affiancherà con gli anni una più ampia visione filosofica, etica e perfino religiosa, cui non sarà estranea l influenza della teosofia. Come abbiamo visto, al Congresso Pedagogico del 1898 Montessori pone il problema dell educazione dei bambini con deficit intellettivi, che allora si definivano frenastenici. Convinta della possibilità di ottenere risultati notevoli con questi bambini attraverso una educazione guidata da rigorosi principi scientifici, Montessori visita gli istituti all avanguardia in Inghilterra ed in Francia. Viene così a conoscenza dell opera dei medici francesi Jean Marc Gaspard Itard e Édouard Séguin, che considererà i suoi maestri. Il primo era noto per il caso di Victor dell Aveyron, un ragazzo cresciuto in una foreuguale salario a parità di lavoro. Nel 1898 interviene a Torino al primo Congresso Pedagogico Nazionale, proponendo un ordine del giorno con il quale chiede che la scuola si occupi dei bambini con difficoltà di apprendimento attraverso l istituzione di classi aggiuntive, mentre per i bambini con deficit più gravi propone la creazione di istituti medicopedagogici, ponendo al contempo il problema della formazione scientifica degli insegnanti. Quale risposta alle esigenze poste dall ordine del giorno nasce la Scuola Magistrale Ortofrenica, che ha il compito di preparare gli insegnanti specializzati nel lavoro con bambini con deficit intellettivi, che Montessori dirige per due anni. Nel 1898 dalla relazione con un assistente di psichiatria, Giuseppe Montesano, nasce il figlio Mario; la coppia decide di non sposarsi ed il bambino viene affidato ad una famiglia che vive in campagna. Tornerà a vivere con la madre nel Nel 1899 è presente a Londra, su invito del ministro Baccelli, per rappresentare l Italia all International Council of Woman. Dopo aver conseguito una seconda laurea in filosofia, viene nominata docente di igiene e di antropologia presso il Magistero di Roma. Nel 1906 si impegna per la concessione alla donne del diritto di voto, firmando un proclama affisso in diverse città italiane e facendo domanda di iscrizione alle liste elettorali. come è noto, in Italia le donne acquisiranno il diritto al voto solo dopo la caduta del fascismo, nel Il 6 gennaio 1907 inaugura a Roma, nel popolare quartiere San Lorenzo, la prima Casa dei bambini, seguita da una seconda ad aprile, sempre nello stesso quartiere, mentre ad ottobre apre una Casa nel quartiere Umanitaria a Milano. In un volume intitolato Il metodo della pedagogia scientifica (1909), che avrà grandissimo successo anche all estero, mette a punto quello che da allora si chiamerà Metodo Montessori. Per diffonerlo, nasce nel 1924 l Opera Nazionale Montessori. Il rapporto col fascismo, buono all inizio, si deteriora inevitabilmente, anche in seguito alle critiche fatte da Giuseppe Lombardo Radice, che sostiene la superiorità e maggiore italianità della pedagogia delle sorelle Agazzi e la scarsa originalità di quella di Montessori. Nel 1934 si arriva alla chiusura delle scuole Montessori da parte del regime; lo stesso anno Montessori si dimette dall Opera Nazionale e in compagnia del figlio viaggia all estero: prima in Spagna, poi in Inghilterra, infine in India, dove approfondisce i rapporti con la Società Teosofica, cui si era iscritta già nel In una serie di opere approfondisce il significato pedagogico e psicologico del suo metodo: Il segreto dell infanzia (1936), La scoperta del bambino (1948), Educazione e pace (1949), La mente del bambino (1949) Muore nel 1952 a Noodwyk, in Olanda L educazione dei bambini frenastenici 2

3 Vincenzo Irolli, Il riposo dello scolaretto 4. Maria Montessori e l attivismo italiano A spingere Montessori verso lo studio dell educazione dei bambini frenastenici c è una preoccupazione umanitaria: quella di lavorare per l emancipazione, la crescita, il miglioramento di soggetti che sono al margine dell umanità, relagati tradizionalmente nei manicomi e considerati irrecuperabili. C è una continuità tra la sua lotta politico-culturale in favore delle donne e la sua ricerca scientifica nel campo dell educazione dei bambini frenastenici. In entrambi i casi si tratta di un lavoro per la liberazione e l integrazione nella società di soggetti esclusi. Ma sono soltanto le donne ed i bambini frenastenici in questa condizione di esclusione? Ben presto Montessori si rende conto che il soggetto escluso e marginalizzato per eccellenza nella società è il bambino; non solo quello frenastenico, ma anche quello in salute fisica e mentale. La società ha fatto progressi enormi nel riconoscimento dei diritti personali degli adulti, ma non si può dire lo stesso dei diritti del bambino. In nome della stessa educazione si sono compiute e si compiono violenze sui bambini. È normale rivolgersi al bambino con durezza e sottoporlo a castighi; se è vero che le punizioni corporali sono sempre meno accettate, è anche vero che spesso i genitori si credono in dovere di dare ai figli qualche schiaffo. Eppure scrive Montessori nel Segreto dell infanzia si sono aboliti i castighi corporali per gli adulti, perché avviliscono la dignità umana e sono una vergosta ed in tutto e per tutto simile alle bestie, che Itard aveva cercato di rieducare. Séguin, allievo di Itard, aveva elaborato un metodo per l educazione dei bambini frenastenici che cercava di riattivare in loro gradualmente l intelligenza stimolando i sensi e la muscolatura con esercizi e materiali adatti. Questa gradualità si ritrova anche nelle lezioni tenuta da Montesori alla Scuola Magistrale Ortofrenica, pubblicate ne L autoeducazione nelle scuole elementari (1919). Prima di educare un bambino frenastetico bisogna occuparsi del suo corpo, ristabilire delle condizioni di benessere e stimolare i sensi. Con dei bagni freddi o caldi e massaggi si svilupperà la sensibilità, con una dieta attenta e regolata si eviteranno i disturbi intestinali, quindi con una serie di esercizi appositi si stimolerà prima la muscolatura e poi i diversi sensi. A questo punto è possibile passare all educazione intellettuale, cominciando dall apprendimento della lettura, che avverrà attraverso lettere in legno che il bambino dovrà toccare, abituandosi al gesto della scrittura; si passa quindi a quelle che Montessori chiama lezioni oggettive, nelle quali si mostrerà in modo breve ed essenziale, ma ripetuto nel tempo e con diverse prospettive, un oggetto vicino all esperienza del bambino. Momen- to culminante è l educazione morale, intesa come educazione della volontà e del sentimento. In questo periodo Montessori ritiene indispensabile che l educatore eserciti la propria autorità sul bambino e lo costringa all ubbidienza attraverso il comando. Il maestro che comanda - scrive - è una volontà che s impone al bambino deficiente, il quale manca di volontà; e si sostituisce alla sua o spingendolo all azione o inibendo i suoi impulsi. Per essere efficace il maestro deve fare attenzione a non comandare ciò che non può ottenere, e deve curare la voce, il gesto e la minica La liberazione del bambino 3

4 Keiron. Pedagogia 2.0 gna sociale. Ma esiste villania maggiore dell offendere e battere un bambino? È evidente che la coscienza dell umanità è sommersa in un sonno profondo. Luogo di violenza per il bambino è anche la scuola. Le scuole, i luoghi in cui si compie il lavoro delicatissimo e cruciale dell educazione, sono edifici squallidi, pensati e progettati dal punto di vista dell adulto, sì che un bambino vi si perde. Con indosso una uniforme, il bambino dovrà sedere ad un banco per ore ed ore, immobile, in potere della maestra, costretta a sottomettersi all insegnamento, più che ad apprendere realmente. Tale è la sua condizione, che Montessori lo paragona al Cristo: il banco è come la croce, che costringe a subire immobile il supplizio. Ma come il Cristo il bambino risorge: Come ha detto Emerson, il bambino è l eterno Messia, che sempre ritorna fra gli uomini decaduti, per condurli nel regno dei Cieli. Questo paragone non sembri eccessivo. Per Montessori è nel bambino che risiede ogni possibilità di cambiamento e di riscatto per l umanità. L unica possibilità di avere una umanità felice, libera dal flagello della violenza e della guerra, risiede nel bambino, nella sua possibilità di prendere una direzione diversa rispetto a quella che è stata presa dai suoi genitori e dai suoi insegnanti. Come è evidente, l educazione non deve dunque replicare nel bambino l adulto, riprodurre il mondo esistente con i suoi limiti, ma deve essere occasione per una trasformazione e liberazione radicale. Perché ciò sia possibile, occorre da un lato il senso profondo del rispetto verso il bambino e la coscienza dei suoi diritti, e dall altro lo sguardo scientifico, che consente di liberare l infanzia dal peso di superstizioni, errate credenze, suggestioni apparentemente rispettose dell infanzia, e che in realtà l alienano. Quando non è costretto a stare immobile in un banco, il bambino viene fatto vivere in un mondo di balocchi, di fantasie, di fiabe, di immaginazione. Si ritiene che questo sia il mondo proprio del bambino. Nulla di più falso, per Montessori. Il bambino, quando non si trova in condizioni di alienazione, non si perde in fantasie, ma si concentra e lavora in modo disciplinato ed attento. Affinché emerga questo aspetto dell infanzia, occorre che al bambino venga offerto un ambiente adatto, che non abbia nulla della violenza strutturale delle scuole tradizionali e gli dia la possibilità di fare esperienze creative autonome La Casa dei bambini Le prime due Case dei bambini nascono a Roma in un quartiere, il San Lorenzo, caratterizzato da degrado abitativo e da una forte criminalità, in cui i bambini molti bambini crescevano per strada. La scelta non è casuale, ma risponde all intento di contribuire al risanamento del quartiere, avviato dall Istituto Romano di Beni Stabili con il restauro delle abitazioni. Per affrontare il degrado sociale si pensa di istituire degli asili infantili, affidandone l organizzazione a Montessori. La proposta le consente di mettere in pratica le sue idee pedagogiche, realizzando anche i suoi ideali umanitari e di liberazione femminile. La Casa dei bambini è pensata come una struttura educativa al servizio del cambiamento del territorio. La direttrice della Casa ha l obbligo di risiedere nel quartiere e di mettere a disposizione della sua gente la sua cultura e le sue competenze; è una sorta di operatrice per lo sviluppo comunitario. Il regolamento della Casa impone ai genitori alcuni obblighi: dovranno portare i figli puliti e collaborare con le maestre nel loro lavoro educativo. Così le Case avviano la trasformazione delle famiglie, tolgono i bambini dalle strade, offrono alle donne la possibilità di affrancarsi dalle incombenze legate alla cura dei figli e di dedicarsi a sé stesse. C è, dietro questa impostazione, la consapevolezza che non è sufficiente studiare scientificamente il bambino per giungere ad una educazione efficace; occorre considerare anche l ambiente familiare e sociale in cui cresce. Come afferma nel discorso inaugurale della seconda Casa dei bambini, invano cercherà la pedagogia scientifica di migliorare le nuove generazioni se non giunge ad influire anche sull ambiente ove le nuove generazioni sorgono e crescono. Tuttavia questa esigenza di apertura all ambiente sociale, realmente essenziale, non ha trovato in Montessori un adeguato sviluppo, e restauna affermazione di principio, più che una direzione 4

5 4. Maria Montessori e l attivismo italiano d azione. Il bambino, più che partecipare attivamente alla vita sociale del quartiere, resta legato al suo materiale, impegnato nel suo processo di autoeducazione. Dal punto di vista strutturale, la Casa dei bambini è l esatto contrario delle scuole. Se queste, come abbiamo visto, sono pensate e progettate dal punto di vista dell adulto, la Casa dei bambini, ed è questa una grande novità, è realmente a misura di bambino: le sedie, i tavoli, tutto l arredamento è proporzionato alle misure dei bambini. I tavolini, oltre che piccoli, sono leggeri, in modo che i bambini stessi possano trasportarli. Le credenze sono ad altezza di bambino, e così anche il lavabo. Alle pareti ci sono dei piccoli quadri ed una grande riproduzione della Madonna della Seggiola di Raffaello, che per Montessori è l emblema delle Case dei bambini. Questa scelta innovativa riguardante il setting scolastico esprime concretamente la centralità del bambino nell educazione. L altra innovazione della Casa è il materiale Il materiale e gli esercizi La scuola tradizionale ha il suo fondamento nel- la parola dell insegnante, che spiega alla classe gli argomenti che di volta in volta intende proporre agli studenti. La lezione può far ricorso anche a dei materiali di supporto, il cosiddetto materiale oggettivo, che però è ancora legato alle esigenze dell insegnante, più che a quelle degli alunni. Gli oggetti fanno riferimento agli argomenti da spiegare, e non hanno alcun rapporto con le esigenze psichiche dei bambini. Al contrario, il materiale montessoriano nasce dalla ricerca scientifrica sullo sviluppo sensoriale ed intellettuale dei bambini, ed è progettato affinché i bambini possano usarlo da soli, sviluppando attraverso l esercizio le proprie facoltà e al tempo stesso riflettendo sulle proprie strategie cognitive. Esso, afferma Montessori, è per il bambino come una scala che di grado in grado lo aiuta a salire. Ogni materiale è adatto ad una determinata fase di sviluppo, ed al tempo stesso aiuta il bambino a passare alla fase successiva. Il bambino non dipende più dalla voce dalla maestra, non è più il destinatario passivo della sua lezione, ma costruisce da sé i proprio apprendimenti, conquistando il senso dell autonomia ed acquisendo fiducia in sé stesso. MAria Montessori in una Casa dei bambini 5

6 Keiron. Pedagogia 2.0 Maria Montessori in compagnia dei bambini Il materiale montessoriano nasce da una lunga sperimentazione e da un progressivo raffinamento, a partire dal materiale usato da Itard e Séguin nell educazione dei bambini frenastenici. Lo scopo del materiale è quello di avviare l educazione dei sensi mettendo ordine nel caos delle impressioni che il bambino riceve normalmente, ed intervenendo anche tempestivamente per correggere eventuali disfunzioni. Solo questo lavoro prelimirare sui sensi per Montessori consentirà poi in modo naturale lo sviluppo dell intelligenza. Il materiale non è in alcun modo imposto al bambino, ma suscita il suo immediato interesse, poiché risponde ad un suo bisogno funzionale. Per questo il bambino nella Casa è libero di scegliere il materiale che preferisce, che sarà anche quello più adatto ai suoi bisogni di crescita. La maestra vigilerà soltanto sul suo uso corretto. Gli oggetti che costituiscono il materiale sono ordinati secondo una specifica qualità fisica e sensoriale: vi sono oggetti che riguardano la forma, altri il colore, altri ancora il suono, il peso, la ruvidezza, e così via. Il materiale isola una sola qualità e la presenta in forma graduale, andando da un minimo ad un massimo, in modo che il bambino possa affinare la propria capacità di percezione cogliendo la differenza di intensità degli stimoli sensoriali. Per far acquisire al bambino la capacità di riconoscere i colori si useranno così delle tavolette intorno alle quali sono avvolti dei fili di seta colorati con nove tinte diverse, ognuna delle quali presentata in sette diverse gradazioni, per un totale di 63 tavolette. Con questo materiale è possibile organizzare diversi giochi, chiamando i bambini a disporre le tavolette secondo il colore e l intensità della gradazione. Per educare il tatto si usano tavolette ricoperte di carta liscia o vetrata e smerigliata, anche qui con diverse gradazioni; i bambini le sfiorano con le dita e gli occhi chiusi, riconoscendo le differenze. Per educare la percezione dei suoni si fa ricorso a scatole cilindriche che contengono oggetti che fanno rumori diversi (sabbia, pietre ecc.) ed a campane che emettono suoni corrispondenti alle sette note. E così via. Gli esercizi con i materiali si svolgono secondo tre momenti. Al principio il bambino deve riconoscere l identità, mettendo insieme oggetti simili; in seguito è portato a riconoscere i contrasti, individuando gli estremi di ogni gradazione; infine dovrà saper distinguere le somiglianze, ordinando il materiale secondo la gradazione. Il materiale è costruito con forme attraenti e colori vivaci, in modo da attirare spontaneamente il bambino; inoltre è fatto per stimolare l attività del bambino, per essere cioè spostato, manipolato eccetera. Molti oggetti poi sono autocorrettivi, ossia sono costruiti in modo tale che il bambino può rendersi conto immediatamente dell errore. Ciò fa sì che il bambino, mentre usa il materiale, possa riflettere sui suoi errori ed imparare da essi, giungendo autonomamente alla soluzione. Oltre agli esercizi con il materiale nella Casa vi sono esercizi di vita pratica, che riguardano il mantenimento dell ordine e della pulizia dell ambiente e della persona. Il bambino dovrà così imparare a muovere silenziosamente le sedie, a trasportare gli oggetti, a camminare in punta di piedi, a spolverare, a versare acqua nei recipienti, a vestirsi e lavarsi da sé, a mangiare usando le posate, ad apparecchiare la tavola, a marciare ritmicamente eccetera La maestra Come già accennato, il ruolo della maestra nella Casa è principalmente quello di vigilare sull uso corretto del materiale da parte dei bambini. Si 6

7 4. Maria Montessori e l attivismo italiano tratta di un ruolo ben diverso da quello tradizionale. L educazione nella Casa è sostanzialmente autoeducazione: i bambini si educano da sé lavorando con il materiale, non dipendono dalla maestra e dalle sue lezioni. Nella scuola tradizionale l iniziativa spetta all insegnante; ora invece l insegnante è chiamata a farsi da parte, ed a lasciare che il bambino faccia da sé. Scrive Montessori: Gli oggetti e non l insegnamento della maestra sono la cosa principale: ed essendo il bambino che li usa, egli, il bambino, è l entità attiva e non la maestra. Il suo compito è di fare da collegamento tra il bambino ed il materiale, che naturalmente dovrà conoscere bene, non in modo esteriore, ma per averlo adoperato lei stessa a lungo, sperimentandone in prima persona le caratteristiche e le difficoltà. Presenterà il materiale ai bambini mostrando loro l uso corretto e vigilerà sul suo uso corretto. Nel caso in cui qualche bambino ne faccia un uso errato, la maestra deve intervenire: in modo dolce, se il bambino è tale, in modo più energico ed autirevole, se il bambino mostra una certa disposizione al disordine. L ordine, l armonia, l operosità silenziosa caratterizzano l atmosfera dalle Casa dei bambini. Per custodire questa atmosfera, la maestra deve vigilare anche affinché il bambino che sta assorto nel suo lavoro non sia disturbato da nessun compagno. Come è stato osservato da non pochi critici, questo che a Montessori appare come un disturbo può essere nulla più che l espressione di una esigenza di socialità, che nella Casa viene sacrificata allo sviluppo sensoriale attraverso il lavoro individuale. Del resto, nella Casa dei bambini è raro che si verifichino problemi disciplinari. Nelle classi, affollate anche da cinquanta bambini, vige l ordine più assoluto. Un risultato che non è ottenuto con rimproveri e comandi, mezzi che per Montessori sono privi di utilità per raggiungere lo scopo, ma semplicemente con il lavoro. I bambini non si abbandonano al disordine perché sono concentrati nelle loro attività, intenti al lavoro. se un bambino esprime irrequietez- za muscolare, non serve a molto intimargli di star fermo, poiché quel suo comportamento è espressione di un bisogno di coordinamento motorio che dev essere soddisfatto. Bisognerà cercare dunque gli esercizi adatti a rendere armoniosi i suoi movimenti, raggiungendo al contempo l obiettivo di ristabilire la disciplina turbata dal suo comportamento Lo sviluppo infantile Il profondo ripensamento del ruolo della maestra che abbiamo appena visto è in Montessori la conseguenza della sua concezione scientifica dello sviluppo infantile. Una convinzione diffusa vuole che il bambino venga costruito, plasmato dall adulto, che dirige la sua evoluzione psichica. Per Montessori non è solo un errore: è una forma di arroganza, con la quale l adulto si attribuisce un potere quasi divino sul bambino. E una convinzione pericolosa, perché può ostacolare il naturale processo di sviluppo psichico e personale, che Montessori con un termine che ha qualcosa di religioso, chiama incarnazione. Considerare il bambino come un essere che si incarna vuol dire scorgere in lui un progetto originario, una serie di inclinazioni che esistono già alla nascita, e che si svilupperanno con il tempo. Gli animali riescono poco tempo dopo la nascita a raggiungere l autonomia, mentre i neonati restano a lungo non autosufficienti. Ma l animale non fa che replicare la sua specie, mentre l essere umano è un individuo irripetibile. Si potrebbe dire, scrive Montessori nel Segreto dell infanzia, che l animale è un oggetto fabbricato in serie, mentre l uomo è come un oggetto lavorato a mano: ognuno è diverso dall altro, ognuno ha un proprio spirito creatore, che ne fa un opera d arte della natura. Questo spirito creatore, questa molla interiore che, attraverso un processo che durerà anni, creerà l individuo unico ed irripetibile, è chiamato da Montessori embrione spirituale. E una energia misteriosa e creativa, che presiede all opera della autocreazione del bambino; una forza che ha bisogno di 7

8 Nicolai Petrovich Bogdanov Belski, Un esercizio complicato mazioni che sono necessarie per la sua crescita. Questa capacità è per Montessori il fatto fondamentale per comprendere lo sviluppo psichico nei primi tre anni di vita. La mente del bambino, a differenza di quella dell adulto (che per imparare deve far ricorso alla volontà ed all attenzione) ha la capacità di imparare acquisendo in modo inconscio dall ambiente ciò di cui ha bisogno. Montessori la chiama, per questo, mente assorbente, precisando che il modo in cui la mente assorbe è diverso da quello della spugna, che assorbe l acqua senza riuscire poi a trattenerla. La mente del bambino assorbe informazioni che resteranno per tutta la vita e costituiscono la base del suo carattere futuro. Questo assorbimento non avviene in modo casuale, ma segue delle leggi ben precise ed alcuni periodi sensitivi. Esistono nel bambino delle energie che gli consentono di assorbire in modo inconscio dall ambiente le informazioni di cui ha bisogno, e che Montessori chiama nebule. Quando una nebula si attiva, il bambino è sensibile in modo particolare ad alcuni stimoli, quelli che in quel momento sono importanti per la sua crescita. Quando ad esempio giunge il momento della nebula del linguaggio, il bambino riesce improvvisamente a distinguere il linguaggio umano dagli altri suoni e rumori, e se qualcuno gli parla prova un piacere che manifesta con il sorriso. Emerge con chiarezza l importanza assoluta dell ambiente per lo sviluppo psichico del bambino. Se, quando è attiva una particolare nebula, il bambino non riceve dall ambiente gli stimoli necessari, accade un ritardo nello sviluppo che può essere difficile colmare in seguito. Fino all età di tre anni dunque l educazione coincide con la vita stessa. In questa fase psicoembrionale il bambino assorbe inconsciamente dall ambiente ciò di cui ha bisogno. Non occorre che qualcuno ad esempio gli insegni a parlare: impara da sé. Da adulti non ricorderemo le cose avvenute in questa fase, perché la personalità non era ancora completa. Le cose cambiano verso i tre anni d età con l emergere della co- Keiron. Pedagogia 2.0 un ambiente positivo per compiere la sua opera, esattamente come l embrione fisico ha bisogno dell ambiente del ventre materno per svilupparsi. Lo sviluppo è l impresa faticosa con la quale l embione spirituale costruisce l individuo assimilando progressivamente l ambiente. Sapere questo, vuol dire guardare il bambino con occhi nuovi, imparare un nuovo rispetto: Quel corpicciuolo tenero e grazioso che adoriamo ricolmandolo di cure soltanto fisiche e che è quasi un giocattolo nelle nostre mani, assume un altro aspetto e incute riverenza, Multa debetur puero reverentia. La massima di Quintiliano acquista ora un nuovo valore: il bambino incute rispetto per la grandiosità della sua impresa, perché costruendo sé stesso il bambino costruisce al contempo anche l umanità. Non è vero, afferma Montessori, che l uomo è il padre del bambino. E vero il contrario. Bisognerebbe dire: l uomo è stato costruito dal bambino: costui è il padre dell uomo. Il bambino alla nascita non è guidato da schemi di comportamento innati, ma non è nemmeno totalmente in balia dell ambiente. Piuttosto, ha la capacità di acquisire dall ambiente le infor- 8

9 4. Maria Montessori e l attivismo italiano scienza. Nella prima fase il bambino ha creato le funzioni fondamentali; ora queste vengono sviluppate e condotte all unità. Se prima si limitava ad assorbire l ambiente circostante, anche se in modo creativo, ora ha una sua volontà, e dunque agisce consapevolmente sull ambiente. Adesso il bambino mostra una naturale attitudine alla astrazione ed a seguire l ordine e l esattezza dei procedimenti logici: sviluppa quella che Montessori chiama mente matematica. Le difficoltà che molti bambini hanno con la matematica sono il segno di un cattivo procedimento educativo. Se vengono messi a contatto con del materiale adatto, come quello montessoriano, e si assegnano loro dei compiti che richiedono precisione ed esattezza, i bambini mostrano una spontanea attrattiva per la matematica e lavorano con interesse ed attenzione La normalizzazione Uno dei problemi eterni della pedagogia è quello del rapporto tra autorità e libertà. Da una parte v è chi pensa che il bambino, lasciato a sé, si abbandonerebbe alle proprie tendenze negative, per cui è necessario l intervento correttivo dell adulto; dall altra si obietta che è l autorità a deviare il naturale svolgimento delle facoltà del bambino, che solo nella libertà possono svilupparsi in modo armonico. Dal punto di vista di Montessori questa è una falsa alternativa. Gli educatori autoritari impongono un ordine ed una disciplina che sono inevitabilmente falsi, perché legati solo alla paura ed all imposizione dell adulto. Quando questi limiti vengono eliminati da un approccio libertario si ha, nota Montessori, uno scatenamento disordinato di impulsi non più controllati perché erano stati prima controllati soltanto dalla volontà degli adulti. Questa non è vera libertà, e non favorisce la crescita del bambino. Nella Casa dei bambini avviene qualcosa di diverso. Regna una disciplina che tuttavia nonha alcun bisogno del ricorso all autorità. Come è possibile? Grazie al lavoro. I bambini sono chiassosi, disordinati, distratti, capricciosi, pigri se non hanno qualcosa da fare; qualcosa, s intende, che sia importante per loro. Nella Casa trovano molte attività interessanti da fare e si concentrano facilmente nel lavoro. Il bambino viene così disciplinato non dall intervento autoritario della maestra, ma dall ambiente stesso, che non gli consente di distrarsi perché ad ogni passo esige la sua attenzione. Montessori chiama normalizzazione questa riconquista delle sue qualità positive da parte del bambino. Il bambino disciplinato, che lavora e si concentra (e si apre all altro, diventando socievole ed altruista), è null altro che il bambino vero, il bambino normale. Deviato è invece il bambino che le tendenze disgregatrici e diseducative dovute all ambiente esterno ed all intervento dell adulto costringono ad una fuga nella fantasia. E un bambino spezzato, perche non gli si consente di incarnare l intelligenza nell azione, esprimendosi attraverso il movimento e facendo esperienze concrete; non gli resta dunque che la via dell immaginazione. La Casa dei bambini si configura dunque come un luogo di guarigione. Si direbbe - conclude Montessori ne La mente del bambino - che i bambini fanno esercizi di vita spirituale, avendo trovato una via di perfezionamento e di ascesa Una pedagogia per la pace Nella sua lunga vita Maria Montessori ha assistito alle due guerre mondiali, all affermarsi dei nazionalismi, delle persecuzioni razziali, dell odio in tutte le sue forme. Una delle preoccupazioni costanti della sua ricerca è quella della pace; ed è significativo che la sua ultima opera, La mente del bambino, si chiuda con una riflessione sull amore. Per quanto sembri essere stato cacciato via dal mondo, l amore è in realtà una grande energia cosmica, anzi è l universo stesso, il principio che guida il mondo inanimato e quello animato, spingendo costantemente verso l armonia e l unità. Anche quando i cuori 9

10 Rosa Agazzi Keiron. Pedagogia 2.0 La formazione e le prime esperienze educative delle sorelle Agazzi avvengono all insegna del fröbelismo, metodo di cui tuttavia non tardano a cogliere i limiti, soprattutto per come esso si presenta nei suoi continuatori ed epigoni. Intervenendo nel 1898 al congresso pedagogico di Torino (lo stesso cui partecipa Maria Montessori), Rosa Agazzi propone la sua critica al fröbelismo, che è in realtà soprattutto una critica all applicazione formale e stanca che del metodo fanno le maestre. Non bisognava rinunciare a Fröbel, ma reinterpretarne lo spirito, sfrondandolo invece dagli elementi più astratti ed intellettualistici, come il misticismo ed un uso rigido del materiale (i doni). Il punto di partensembrano essersi inariditi, c è un modo semplice ed infallibile per riscoprire l amore: guardare un bambino. Ovunque il bambino suscita immediatamente amore, dolcezza, tenerezza. Il bambino - scrive - è una sorgente d amore; quando lo si tocca, si tocca l amore. Se si cerca poi di comprendere l amore, si scoprono affinità significative con la mente assorbente. L amore è la capacità di accettare senza giudicare, di comprendere, di armonizzare. Non è forse questo che fa il bambino?alla fine del suo percorso, Montessori mostra così che gli adulti, che hanno la pretesa di educare i bambini, dovranno imparare da loro ciò che è assolutamente indispensabile per la sopravvivenza della specie. Lo studio dell amore e la sua utilizzazione ci porteranno alla sorgente dalla quale esso zampilla: il Bambino. Questa è la strada che l uomo dovrà percorrere nel suo affanno e nei suoi travagli, se egli, come aspira, vuole raggiungere la salvezza e la unione dell umanità. 2. Le sorelle Agazzi Nota biografica Le sorelle Rosa ( ) e Carolina Agazzi ( ) sono nate a Vologno, in provincia di Cremona, figlie di un artigiano del legno con la passione per la musica. essersi Dopo diplomate entrambe alla Scuola normale di Brescia hanno iniziato ad insegnare nel 1899 nella stessa scuola di Nave, un paese del bresciano: Rosa era insegnante ele- mentare (in una classe con 73 bambini), mentre a Carolina furono affidati circa 125 bambini dell asilo. Successivamente si sono spostare in diversi asili della zona, ispirandosi al metodo aportiano ed a quello fröbeliano, non mancando di introdurre elementi originali, come la musica al pianoforte. Nel 1895 le due sorelle si ritrovano a lavorare insieme all asilo della borgata di Mompiano, grazie all intervento di Pietro Pasquali, pedagogista fröbeliano e direttore delle scuole elementari di Brescia, che diventerà il principale sostenitore del metodo Agazzi. All asilo di Mompiano le sorelle metteranno a punto il loro metodo sperimentale, che presto riceverà ampi riconoscimenti ufficiali ed influenzerà anche la politica scolastica dello Stato, pur senza raggiungere la notorietà e la diffusione internazionale del metodo Montessori. Contribuirà allla diffusione del metodo la casa editrice La Scuola, una delle più importanti realtà editoriali italiane nel campo dell educazione. Carolina Agazzi è autrice di un libro di Consigli alle famiglie (1903), mentre la sorella, più prolifica, ha scritto tra l altro: La lingua parlata (1910), L arte delle piccole mani (1927), Guida per le educatrici dell infanzia (1929) e Conversazioni sulla scuola materna (1950) Il metodo 10

11 4. Maria Montessori e l attivismo italiano za di questo ripensamento non poteva essere che il bambino: occorreva tornare a considerare la realtà del bambino nella sua autenticità e freschezza e rispettarne soprattutto la libertà. Non più il bambino sottoposto ad infiniti esercizi per modellarne il comportamento, ma il bambino che vive nell asilo come a casa propria: e la denominazione di scuola materna vuole evidenziare questa continuità. I bambini sono operosi non meno che nelle Case dei bambini montessoriane, ma in questo caso si tratta soprattutto di attività di vita pratica. I bambini non sono assistiti, ma devono occuparsi loro stessi di tutto ciò di cui ha bisogno la scuola. Da un lato, dunque, devono prendersi cura di sé (lavarsi cosa cui si riserva una cura particolare pettinarsi, vestirsi ecc) ed aiutare i bimbi più piccoli che non sono autonomi, dall altro devono compiere tutte le attività necessarie alla vita collettiva: andare a prendere l acqua, lavare le stoviglie, sistemare la provvista della legna, pulire le suppellettivi... I bambini sono costantemente all opera, sotto lo sguardo attento dell educatrice, che vigila che tutto si svolga in ordine. In queste attività pratiche si incarna l ideale di una vita operosa e solidale, che è un ideale al tempo stesso etico ed estetico. I bambini apprendono l importanza e la bellezza dell ordine e dell armonia tanto delle cose quanto degli atti, e si aprono alla collaborazione ed al sostegno reciproco. Sanno di avere la responsabilità della casa che abitano; quelli più grandi, di cinque o sei anni, hanno inoltre la responsabilità di insegnare a quelli più piccoli, di tre anni, la cura personale. In un simile ambiente educativo la massima libertà individuale si armonizza così naturalmente con la collaborazione ed il lavoro comune. Anche la scuola materna agazziana ha il suo materiale. Non si tratta di materiale scientifico, appositamente preparato, ma proprio degli oggetti di uso comune e collettivo, che i bambini imparano ad usare nelle loro attività quotidiane. Vi sono poi gli oggetti personali, ognuno dei quali ha un suo contrassegno, una immagine facilmente riconoscibile (oggetti comuni per i più piccoli, forme g e o m e t r i c h e per i più grandi), che è segno distintivo di ogni bambino ed indica la sua proprietà dell oggetto. Atteaverso i contrassegni i bambini imparano a riconoscere e rispettare il principio di proprietà, ma non solo. Ogni contrassegno ha un nome, che viene ripetuto più volte. Ascoltando il nome del proprio contrassegno e quello dei contrassegni altrui, il bambino arricchiscono il proprio lessico, associando il nome all immagine. Si avvia così l educazione linguistica, che verrà completata con il dialogo vivo con la maestra. In fine, vi sono le cianfrusaglie senza brevetto, cose di nessuna importanza che si trovano normalmente nelle tasche dei bambini: bottoni, pezzi di spago, conchiglie, scatolette, tappi di sughero e così via. Questo materiale eterogeneo e povero dà vita ad un vero museo delle cianfrusaglie ed è la base per una grande varietà di esercizi che permettono l affinamento della percezione sensoriale e del gusto estetico. I materiali casuali raccolti in una scatola possono ad esempio servire per un esercizio di discriminazione e riconoscimento dei colori, oppure possono essere divisi in base al materiale, o ancora in base alla grandezza. Tutto è affidato alla creatività della maestra e dei bambini, che sapranno trarre di volta in volta le migliori occasioni di esperienza dal materiale disponibile. Ogni attività è accompagnata dal dialogo e dalla discussione. La maestra stimola l espressione spontanea dei bambini, senza però fermarsi ad essa, ma invitandoli anche a riflettere sulle parole, distinguendo ad esempio le parole di due sillabe da quelle di tre sillabe, o analizzando i diversi accenti. L espressione Carolina Agazzi 11

12 Keiron. Pedagogia 2.0 linguistica si sublima poi nel canto, che ha una importanza centrale nel metodo agazziano. anche in questo caso, i bambini vengono invitati al canto spontaneo attraverso l imitazione della maestra, e gradualmente sono indotti a riflettere sulla giusta intonazione ed affinano la propria voce, fino a giungere all armonia del canto comune. Se Montessori, partita da una visione rigorosamente scientista, è approdata con gli anni ad una spiritualità non priva di influenze orientali, la pedagogia delle sorelle Agazzi si inserisce nella cornice della tradizione cattolica: un dato da considerare, se ci si interroga sulle ragioni del successo del metodo agazzano in quell Italia fascista che invece ha considerato con sospetto, fino a rifiutarlo come una visione del mondo estranea ed eterodossa, il pensiero montessoriano. 3. Giuseppina Pizzigoni Nota biografica Giuseppina Pizzigoni ( ) è nata a Milano. Conseguito a diciotto anni il diploma di maestra, vince un concorso pubblico e inizia a lavorare come maestra. Dopo diverse esperienze didattiche, che vedono il suo entusiasmo educativo scontrarsi con la noia della routine delle scuole pubbliche, matura l idea di una scuola nuova, in cui l insegnamento sia basato sull esperienza. Avevo idea chiara e volontà forte, scrive ma non potevo pensare di rinunciare al mio posto in Comune per dedicarmi al mio ideale. Sapevo anche che, se mi fossi presentata ai miei superiori, dicendo il mio sogno di capovolgere il metodo in uso nelle scuole elementari, mi sarei molto probabilmente sentita rispondere : Faccia il suo dovere e non sogni tanto! Stia, stia quieta per carità!.troppo ardito appariva allora il mio sogno! Pensai che saggio era presentarsi alle Autorità scolastiche, ag- guerrita di appoggi sicuri e di fondi. Fra i miei amici (ne avevo allora meno di oggi, ma allora avevo anche meno nemici) riuscii a formare un Comitato promotore per l attuazione del mio sogno didattico; ed ebbi subito con me personalità non dubbie e uomini di fede e di scienza.... Grazie a questi sostenitori, tra i quali un ministro e diversi scienziati, riesce a fondare nel 1911, nel quartiere popolare della Ghisolfa a Milano, la scuola sredimentale Rinnovata, che comincia con due sole sezioni e 64 studenti e cresce progressivamente, fino a quando si rende necessaria la costruzione di un nuovo edificio. Quest ultimo, progettato secondo le precise indicazioni pedagogiche di Pizzigoni, viene inaugurato nel 1927 ed è ancora oggi la sede della scuola. Lo stesso anno nasce l Opera Pizzigoni, con il compito di promuovere la diffusione del suo metodo. Tra gli scritti di Pizzigoni: La scuola elementare rinnovata secondo il metodo sperimentale (1914); Linee fondamentali e programmi della scuola elementare rinnovata secondo il metodo sperimentale (1922); Le mie lezioni ai maestri delle scuole elementari d Italia (1931) La Rinnovata La scuola di Pizzigoni nasce da alcune intuizioni pedagogiche supportate da uno sguardo attento alle innovazioni educative nelle diverse parti del mondo. Maestra nella scuola pubblica, ha parole molto dure per il suo verbalismo, l inerzia, la scarsa salubrità dell ambiente stesso, che non è adatto a formare persone in salute. Non c è da meravigliarsi se i bambini cercano di fuggire da scuola: Il bambino che vorrebbe per ogni nonnulla marinare la scuola, quello che ci va piangendo, quello che progredisce in pallore o che si fa miope o nervoso, si ribellano attivamente o passivamente a uno stato di cose incompatibile con la loro natura, ma nello stesso tempo ci ammoniscono. La scuola è un ambiente insano perché costringe all immobilità e ad una disciplina militare che confligge con il 12

13 4. Maria Montessori e l attivismo italiano bisogno di libertà, e non consente una esperienza concreta del mondo ed una vera vita sociale. Alla base dell idea sperimentale della Rinnovata c è l esigenza di tutelare la salute dei bambini, offrendo un ambiente igienico e salubre, ma soprattutto favorendo la vita all aperto ed il contatto con la natura. Gli ampi spazi all aperto che fanno parte della struttura della Rinnovata sono parte integrante della scuola e costituiscono una risorsa educativa fondamentale. Le uscite in giardino servono per osservare da vicino quella natura che nella scuola tradizionale si studia sui libri; ma anche la vita sociale va osservata e studiata, ed a questo servono le uscite in città. La Rinnovata adotta quello che poi si chiamerà tempo pieno, protraendo le attività scolastiche fino alle sei del pomeriggio ed eliminando sia il doposcuola che i compiti a casa. In questo modo sarà permesso anche ai figli dei poveri fare, a scuola, quelle attività che i figli dei ricchi fanno fuori dalla scuola. Motivato da preoccupazioni igieniche e salutiste è anche il rifiuto di ogni precocizzazione nell apprendimento del leggere e dello scrivere. Pur dichiarando di condividere l impostazione pedagogica di Maria Montessori (al punto di sostenere che i piccoli studenti provenienti dalle Case dei bambini montessoriane potranno continuare utilmente la loro educazione nella Rinnovata), Pizzigoni è nettamente in disaccordo su questo punto. Io trovo nelle statistiche che il difetto della miopia ha una frequenza del 3, del 5% avanti l ingresso nella scuola, e diventa oltre il 20% durante la scuola. L occhio del bambino, che è di regola ipermetropico, per lo sforzo di accomodamento si avvia alla miopia. C è tanto da fare, a mio parere, senza preoccuparsi del meccanismo del leggere e dello scrivere!. Il bambino imparerà a leggere quando sarà il momento opportuno, senza alcuna forzatura, con la consapevolezza che nel frattempo potrà imparare molte altre cose. Alle lezioni verbali nella Rinnovata si sostituiscono le lezioni basate sull osservazione e sull esperiemento. Ecco come Pizzigoni descri- ve una di queste lezioni: Devo parlare in 5 a classe della pressione atmosferica che si esercita in ogni senso. Perché mi appoggerò tutta alla fede che gli scolari hanno in me? Ecco invece una latta vuota in cui ho versato un mezzo bicchier d acqua; la metto sopra una fiamma a spirito. Gli scolari si rendono conto del vapore che esce dall apertura superiore della latta; capiscono che, dopo qualche tempo, l acqua se ne è andata quasi tutta in vapore, scacciando l aria dall interno del recipiente. Ora la latta è piena di vapor acqueo. Chiudo l apertura, tolgo la latta dal fuoco e spengo la fiamma. I ragazzi sono tutt occhi... Pum! pim! pam!... La latta cede a destra, a sinistra, di su, di giù si storta, si piega, si contorce con movimenti inaspettati e rapidi... L attenzione e l allegria sono al colmo; e tutti a una voce gridano: E la pressione dell aria!. E, senza dubbio, il racconto di una leziona alternativa, in grado di tener desta l attenzione degli studenti. Tuttavia mancano ancora il fare in prima persona degli studenti, l esperimento e l osservazione diretta; la maestra resta una mediatrice indispensabile tra gli studenti e gli oggetti da conoscere. Va però considerata, riguardo al fare, l importanza che nella Rinnovata ha il lavoro, che è tra i suoi aspetti più innovativi ed interessanti. Lavoro che sarà diverso a seconda dei sessi, anche se alla Rinnovata vige la coeducazione di ragazzi e ragazze: i maschi si dedicheranno al lavoro della terra e della materia (legno, plastilina ecc.), mentre le ragazzine impareranno a cucinare ed a fare i lavori domestici. Se giunge alla intuizione dello stretto legame Un cortile della Rinnovata 13

14 Keiron. Pedagogia 2.0 tra lavoro intellettuale e lavoro manuale, e del valore formativo di quest ultimo, Giuseppina Pizzigoni non riesce a concepire il lavoro al di fuori degli schemi di genere; e chiederle di più vuol dire forse non tenere in debito conto la situazione storica nella quale si è sviluppata la sua esperienza educativa. Nonostante la sua impostazione sperimentale, la scuola di Pizzigoni non rinuncia all educazione religiosa, che è naturalmente quella cattolica, anche se ricondotta a quelle massime della morale evengelica che possono essere considerate anche quale base dell etica civile. Oltre alle lezioni di morale religiosa sono previste delle lezioni di catechismo vere e proprie, alle quali però sono dispensati dal partecipare gli studenti non cattolici. 4. Maria Boschetti Alberti Nota biografica Nata a Montevideo in Uruguay da una famiglia di emigrati svizzeri e formatasi alla Scuola Normale di Locarno, Maria Boschetti Alberti ( ) ha cominciato giovanissima, a quindici anni, la sua carriera di maestra itinerante in alcuni paesini svizzeri. L inizio non è dei migliori: insegna secondo l uso corrente, ma ciò la annoia e ne spegne ogni entusiasmo. La scuola le sembra rigida, fredda, un luogo privo di gioia e di reale contatto umano. Scriverà nel Diario di Muzzano (1939), la sua opera principale: In quei tempi fino al 1916 non avevo amore per i miei scolari. Eravamo anzi nemici. Io, da una parte, sulla cattedra, ritta, severa come una divinità antica: loro, dall altra, separati da me da un muro di ghiaccio. Non potendo amare i miei alunni, non amavo neanche la scuola. Decisa a reagire a questo stato di cose, intraprende del 1916 un viaggio in Italia, al fine di conoscere le innovazioni pedagogiche del nostro paese e trarne ispirazione. A Milano e Roma visita scuole per bambini anormali, ma è soprattutto il metodo Montessori a richiamare la sua attenzione. A Milano visita l Umanitaria, una scuola per poveri retta secondo il metodo montessoriano, e ne viene fortemente colpita. Nominata maestra a Muzzano (presso Lugano), nel 1917, comincia subito la sua sperimentazione educativa, provando ad adattare il metodo montessoriano alla scuola pubblica. Le sue innovazioni suscitano nell ambiente del paese una ostilità che sfocia in una indagine richiesta dai genitori degli alunni, in base alla quale le vengono contestate una serie di mancanze di carattere formale e burocratico. si trasferisce quindi ad Agno, dove ha modo di sviluppare le proprie sperimentazioni educative rendendosi progressivamente autonoma dal metodo Montessori e dando vita a quella che, con un termine di Lombardo Radice, chiamerà scuola serena, che presto suscita interesse e consensi di alcuni autorevoli esponenti del mondo pedagogico, tra i quali Adolphe Ferrière. Tra le sue opere, oltre al citato Diario di Muzzano: La disciplina nella libertà (1927), La scuola serena di Agno (1928), Ricordi della scuola di Agno (1938) La scuola serena Tra le cose che Boschetti Alberti aveva ammirato maggiormente all Umanitaria c era la serenità, l ordine, il piacere spontaneo con il quale i ragazzi si dedicavano al lavoro scolastico, così apertamente in contrapposizione con la noia ed il malessere che aveva sperimentato nella sua scuola. Come fare per introdurre anche nella Maria Boschetti Alberti 14

15 4. Maria Montessori e l attivismo italiano scuola pubblica questo clima sereno e positivo? Boschetti Alberti cominciò, a Muzzano, con alcune innovazioni ispirate al metodo Montessori. La vita scolastica cerca di armonizzare le esigenze del singolo e della comunità. Di qui i due principi fondamentali dell ordine, che è rispetto della vita comune, e della libertà, che è la salvaguardia dei bisogni individuali. Per favorire l apprendimento vengono introdotti dei materiali ispirati a quelli montessoriani, anche se meno raffinati ed autoprodotti, ma le innovazioni più importanti sono con ogni probabilità quelle che riguardano la relazione tra la maestra e gli studenti. Con grande cura e sensibilità Boschetti Alberti cerca di creare degli spazi di confronto e di espressione, dedicando del tempo alla libera conversazione con gli studenti per lo più figli di contadini e mettendo a loro disposizione un quaderno sul quale potranno annotare tutto ciò che vorranno. I risultati furono negativi, giudicati con i parametri della scuola di allora: e di qui le ostilità di cui s è detto. Ma Boschetti Alberti operava ad un livello più profondo: risvegliare negli studenti un amore reale per il sapere, rispettarne l identità culturale e la differenza, dar loro la parola. Ad Agno il suo metodo si fa più consapevole. Il senso della scuola le si chiarisce come segue: far passare alcune ore del giorno in un ambiente di calma a questi poveri ragazzi che vivono fra persone affaticate e stanche in un ambiente nervoso; far conoscere il bello, inebriare del bello questi poveri tipi che hanno tanto di lurido e di squallido intorno a loro; far respirare in un ambiente di educazione e di finezza queste povere anime che già conoscono parecchie, troppe brutture della vita e che di educazione e di finezza non hanno alcuna idea. Viene in primo piano, nella riflessione di Boschetti Alberti, il tema della qualità della vita scolastica, che in genere viene sacrificato al risultato, al sistema di apprendimenti che si chiede alla scuola di far raggiungere agli studenti. La scuola non è vera scuola se non vi si sta bene; e non educa, ossia non fa crescere nella verità e nella bellezza, se non v è il massimo rispetto della individualità degli alunni. L autoritarismo, la freddezza nei rapporti umani, le punizioni ed i ricatti, che così tristemente caratterizzano spesso la scuola, sono incompatibili con qualsiasi autentica educazione. La scuola serena esige anche un setting adeguato. Quello tradizionale (i banchi e la cattedra) è pensato in base ad esigenze non educative, ma di controllo. Che fare? In una scuola privata sperimentale si possono ripensare gli spazi; nella scuola pubblica basta mettere i banchi lungo le pareti e liberare lo spazio, come Boschetti Alberti fece. La giornata scolastica ad Agno comincia con la preghiera, cui segue l accademia, un ora dedicata al bello ed al bene affidata interamente alla creatività degli studenti. Durante quest ora potevano leggere una poesia, mostrare un disegno, allestire insieme una rappresentazione teatrale, curando anche l aspetto dell aula. E la scuola libera da ogni impaccio burocratico, pura espressione; ed è, anche, l educazione etica ed estetica sfondata da ogni moralismo e da ogni passiva trasmissione di valori e regole morali. I bambini si appassionano spontaneamente al bello, perfezionano il gusto, riflettono sul bene attraverso le storie, entrano con leggerezza nel mondo dei valori. Il problema di conciliare la necessità di seguire un programma ministeriale con il bisogno di rispettare i ritmi e la libertà di apprendimento di ciascuno studente è risolto da Boschetti Alberti redigendo un programma per ogni disciplina, con una sreie di temi tra i quali lo studente poteva scegliere quelli più vicini ai suoi interessi. I progressi compiuti venivano verificati durante il controllo del lavoro, che seguiva l accademia. Non si trattava di un controllo dei compiti svolti, ma del necessario intervento di indirizzo e di sostegno al lavoro autonomo. Lo studente è il protagonista del suo apprendimento; ma la maestra gli dà suggerimenti, gli indica gli errori, lo incoraggia e stimola interessi ulteriori. Lo studente apprende realmente, se parte da propri interessi; e può partire dai propri interessi solo 15

16 Keiron. Pedagogia 2.0 se viene lasciato libero. E su questa intuizione che si basa tutto il lavoro della scuola di Agno. Dopo il controllo del lavoro è il momento della lettura da parte della maestra, cui seguiva il lavoro libero. Boschetti Alberti distingue due aspetti della libertà del lavoro scolastico: la libertà di modo e la libertà di tempo. La prima è la libertà di lavorare secondo il metodo preferito, senza alcuna necessità di uniformità. Gli studenti possono lavorare da soli o in gruppo, usare il quaderno o la lavagna, e così via. La libertà di tempo è la possibilità di seguire i propri personali tempi di apprendimento, scegliendo quanto tempo dedicare ad un argomento o ad un esercizio. Nel pomeriggio le lezioni continuano con la conferenza di uno studente a turno su un argomento specifico. La disciplina della conferenza è fissa (ogni giorno è dedicato interamente ad una delle tredici materie di stu dio), ma anche in questo caso lo studente ha la libertà di scegliere quale argomento trattare all interno di quella disciplina. La giornata scolastica si conclude con una nuova sessione di lavoro libero. Come si vede, si tratta di una scuola che ha al centro lo studente, con i suoi bisogni ed interessi, secondo la grande lezione dell attivismo. La scuola pubblica viene liberata dall interno, per così dire, con un azione che mostra la possibilità di aprire le iestituzioni anche quando esse paiono ormai sclerotizzate, di introdurre in esse il soffio dell innovazione e la possibilità della gioia. 16

17 4. Maria Montessori e l attivismo italiano Testi 1. Il bambino costruttore dell uomo In questo passo de La mente del bambino Montessori opera un vero rovesciamento della visione dominante del bambino: non è più debole, passivo, destinatario delle cure dei genitori, ma capace di acquisire autonomamente le conoscenze e le informazioni di cui ha bisogno. Il rapporto tra adulto e bambino si rovescia: non è l adulto che costruisce il bambino, attraverso le cure e l educazione, ma è il bambino che, con il suo grande lavoro di crescita, costruisce l uomo futuro. Consideriamo le relazioni di diversi psicologi che hanno studiato il bambino dal primo anno di vita. Che cosa se ne deduce? Che la crescenza dell individuo, in luogo di essere affidata al caso, deve essere diretta scientificamente con migliore cura; il che consentirà di raggiungere un migliore sviluppo dell individuo. L idea in cui tutti concordano è che l individuo più curato e assistito è destinato a crescere più forte, più equilibrato mentalmente e con un carattere più energico. In altre parole, il concetto conclusivo è che oltre che dall igiene fisica il bambino dovrà essere protetto da un igiene mentale. La scienza ha fatto altre scoperte intorno al primo periodo della vita: nel bambino si sono rese manifeste energie assai maggiori di quanto generalmente non s immagini. Al suo nascere, psichicamente parlando, il bimbo è nulla; e non solo psichicamente, giacché al suo nascere egli è incapace di movimenti coordinati e la quasi immobilità degli arti non gli consente di far nulla; né può parlare, anche se vede quello che accade intorno a lui. Dopo un dato periodo di tempo, il bambino parla, cammina, e passa da una conquista ad un altra fino a costruire l uomo in tutta la sua grandezza e intelligenza. Ed ecco che una verità si fa strada; il bambino non è un essere vuoto, che deve a noi tutto ciò che sa e di cui l abbiamo riempito. No, il bambino è costruttore dell uomo, e non esiste uomo che non sia stato formato dal bambino che egli era una volta. Le grandi energie costruttive del bambino, di cui abbiamo già più volte detto, e che hanno attratto l attenzione degli scienziati, sono rimaste sinora celate sotto un complesso di idee formatesi intorno alla maternità; si diceva: la mamma ha formato il bambino, essa gli insegna a parlare, a camminare, ecc. Ora tutto questo non è affatto opera della madre, ma conquista del bambino. Ciò che la madre crea è il neonato, ma è il neonato che produce l uomo. Se la madre muore, il bambino cresce ugualmente e compie la costruzione dell uomo. Un bambino indiano condotto in America e affidato alle cure di americani imparerà la lingua inglese e non l indiana. Non dalla madre, quindi, viene la conoscenza del linguaggio, ma è il bambino che si appropria del linguaggio come si appropria delle abitudini e dei costumi della gente fra cui si trova a vivere. Non vi è dunque in queste acquisizioni alcunché di ereditario, e il bambino, assorbendo dall ambiente che gli è intorno, plasma da se stesso l uomo futuro. Riconoscere questa grande opera del bambino non significa diminuire l autorità dei genitori; quando essi si persuaderanno di non essere i costruttori, ma semplicemente i collaboratori della costruzione, tanto meglio potranno compiere il proprio dovere e aiuteranno il bambino con una più vasta visione. Soltanto se questo aiuto è dato convenientemente il bambino realizzerà una buona costruzione; così l autorità dei genitori non si fonda su una dignità a sé stante, ma sull aiuto che essi danno ai loro figli, ed è questa la vera e grande autorità e dignità dei genitori. Ma consideriamo anche da un altro punto di vista il bambino nella società umana. L idea marxista ha disegnato la figura dell operaio, quale è modernamente acquisita dalla nostra coscienza : l operaio produttore di benessere e ricchezza, collaboratore essenziale nella grande opera del vivere civile, riconosciuto tale 17

18 Keiron. Pedagogia 2.0 dalla società agli effetti dei suoi valori morali ed economici, avente diritto moralmente ed economicamente a essere provveduto dei mezzi e materiali necessari a compiere il suo lavoro. Ora portiamo quest idea nel nostro campo. Rendiamoci conto che il bambino è un operaio e che il fine del suo lavoro è di produrre l uomo. I genitori provvedono, è vero, a questo lavoratore i mezzi essenziali di vita e di lavoro costruttivo, ma il problema sociale nei riguardi dell infanzia va considerato di ben maggiore importanza, perché il lavoro dei bambini non produce un oggetto materiale, ma crea l umanità stessa: non una razza, una casta, un gruppo sociale, ma l intera umanità. Se si considera questo fatto, risulta chiaro che la società deve prendere in considerazione il bambino, riconoscendone i diritti e provvedendo ai suoi bisogni. Quando noi prenderemo la vita stessa a oggetto della nostra attenzione e del nostro studio, potremo giungere a toccare il segreto dell umanità e avremo nelle nostre mani il potere di governare e aiutare l umanità. Anche noi, quando parliamo di educazione, predichiamo una rivoluzione, in quanto grazie ad essa ogni cosa che noi oggi conosciamo verrà trasformata. Io considero questa l ultima rivoluzione: una rivoluzione non violenta, e tanto meno cruenta, che esclude anzi ogni benché minima violenza, perché quando vi fosse ombra di violenza la costruzione psichica del bambino sarebbe ferita a morte. La costruzione della normalità umana va difesa. Tutti i nostri sforzi non hanno forse mirato a rimuovere gli ostacoli sulla via dello sviluppo del bambino e ad allontanarne i pericoli e le incomprensioni che lo circondavano? Questa è l educazione intesa come aiuto alla vita; un educazione dalla nascita, che alimenti una rivoluzione scevra di ogni violenza e che unisca tutti per un fine comune e li attragga verso un solo centro. Madri, padri, uomini di stato, tutti converrano nel rispettare e nell aiutare questa delicata costruzione, elaborata in condizioni psichicamente misteriose, sotto la guida di un maestro interiore. È questa la nuova luminosa speranza dell umanità. Non ricostruzione, ma aiuto alla costruzione che l anima umana è chiamata a condurre a termine, costruzione intesa come sviluppo di tutte le immense potenzialità di cui il bambino, figlio dell uomo, è dotato. (M. Montessori, La mente del bambino, Garzanti, Milano 1999, pp ) 2. L embrione spirituale Ogni bambino ha in sé, fin dalla nascita, l oscuro progetto di quello che sarà, e che potrà realizzare solo se troverà un ambiente favorevole, che gli offra il nutrimento culturale di cui ha bisogno senza soffocarlo imponendogli un progetto estraneo. Di qui l importanza dell assoluto rispetto del bambino e della sua autonomia. Il fenomeno del bambino inerte alla nascita è sempre stato constatato, dando luogo a riflessioni filosofiche: ma non ha finora attirato l attenzione dei medici, né dei psicologi, né degli educatori: è rimasto uno dei tanti fatti evidenti per i quali non c è altro da fare che constatarli. Molti fatti restano così per lungo tempo messi da un lato, chiusi a chiave tra i depositi del subconscio. Nella pratica della vita consueta, però, queste condizioni della natura infantile hanno portato molte conseguenze, che rappresentano un gran pericolo per la vita psichica del bambino. Esse hanno fatto pensare erroneamente che non fossero passivi soltanto i muscoli, cioè che non fosse inerte soltanto la carne: ma che il bambino stesso fosse inerte, un essere passivo e vuoto di vita psichica. E innanzi allo spettacolo magnifico sì, ma tardivo del suo manifestarsi, l adulto osò farsi la convinzione erronea di essere lui ad avere animato il bambino con le sue cure, coi suoi aiuti. Se ne fece un dovere e una responsabilità; l adulto apparì a se stesso come il plasmatore del bambino e il costruttore della sua vita psichica. Suppose di poter compiere dal di 18

19 4. Maria Montessori e l attivismo italiano fuori un opera creativa, dando stimoli, direttive e suggestioni, affinché si svolgano nel bambino intelligenza, sentimento e volontà. L adulto si è attribuito un potere quasi divino: ha finito per credere di essere lui il Dio del bambino e pensò di se stesso come è detto nella Genesi : «Io creerò l uomo a mia immagine e somiglianza». La superbia è stato il primo peccato dell uomo: quel sostituirsi a Dio è stato la causa della miseria di tutta la discendenza. Infatti se il bambino porta in sé la chiave del suo proprio enigma individuale, se ha un disegno psichico e delle direttive di sviluppo, esse debbono essere potenziali ed estremamente delicate nei tentativi di realizzazione. E allora l intervento intempestivo dell individuo adulto, volitivo ed esaltato dal suo illusorio potere, può cancellare quei disegni o deviarne le occulte realizzazioni. L adulto può veramente cancellare il divino disegno fin dalle origini dell uomo, e sempre, di generazione in generazione, l uomo crescerà deformato nella sua incarnazione. Questo è il grande, è il fondamentale tra i problemi pratici dell umanità. Tutta la questione è qui: che il bambino possegga una vita psichica attiva anche quando non può manifestarla, perché deve a lungo elaborare nel segreto le sue difficili realizzazioni. Questo concetto suggerisce una visione impressionante: quella di un anima imprigionata, oscura, che cerca di venire in luce, di nascere e di crescere e che va a poco a poco animando la carne inerte, chiamandola col grido della volontà, affacciandosi alla luce della coscienza con lo sforzo di un essere che nasce. E nell ambiente lo attende l altro essere dal potere enorme, gigantesco, che lo afferra e quasi lo stritola. Nell ambiente nulla è preparato per ricevere quel fatto grandioso che è l incarnazione di un uomo: perché nessuno lo vede e perciò nessuno l aspetta (non v è nessuna protezione per lui, nessun aiuto). Il bambino che si incarna è un embrione spirituale che deve vivere a spese dell ambiente, ma come l embrione fisico ha bisogno di un ambiente speciale quale è il seno materno, così questo embrione spirituale ha bisogno di essere protetto da un ambiente esterno animato, caldo d amore, ricco di nutrimento: dove tutto è fatto per accogliere e niente per ostacolare. Una volta che sia compresa questa realtà, l attitudine dell adulto verso il bambino deve cambiare. La figura del bambino, embrione spirituale che si sta incarnando, ci scuote, ci impone nuove responsabilità. Quel corpicciuolo tenero e grazioso che adoriamo ricolmandolo di cure soltanto fisiche e che è quasi un giocattolo nelle nostre mani, assume un altro aspetto e incute riverenza. Multa debetur puero reverentia. L incarnazione avviene attraverso occulte fatiche: tutto attorno a questo lavoro creativo sta un dramma sconosciuto, che non fu ancora scritto. A nessun essere creato spetta quella sensazione faticosa del volere che ancora non esiste, ma che dovrà comandare: e dovrà comandare cose inerti, per farle attive e disciplinate. Una vita incerta e delicata affiora appena alla coscienza, mettendo i sensi in rapporto con l ambiente, e subito si propaga attraverso i muscoli, nel perpetuo sforzo di realizzarsi. Avviene uno scambio fra l individuo, o meglio l embrione spirituale, e l ambiente; grazie ad esso l individuo si forma e si perfeziona. Cotesta attività primordiale, costruttiva, è analoga alla funzione di quella vescichetta che nell embrione fisico rappresenta il cuore, e che assicura lo sviluppo e la nutrizione di tutte le parti del corpo dell embrione, in quanto si alimenta attraverso i vasi sanguigni della madre, suo ambiente vitale. L individualità psichica si sviluppa e si organizza per l azione di cotesto motore in relazione con l ambiente. Il bambino si sforza di assimilare l ambiente, e da tali sforzi nasce l unità profonda della sua personalità. Questa lenta e graduale azione costituisce un continuo appropriarsi dello strumento da parte dello spirito, il quale deve continuamente vegliare, con sforzo, per la sua sovranità, affinché 19

20 Keiron. Pedagogia 2.0 il movimento non muoia nell inerzia e non si meccanizzi. Esso deve comandare continuamente affinché il movimento, libero dal dominio d un istinto fisso non conduca al caos. L esercizio di questo sforzo produce uno sviluppo sempre attivo di energia costruttiva e contribuisce all opera perpetua dell incarnazione spirituale. Così si forma, da sola, la personalità umana, come l embrione e il bambino si trasformano nel creatore d uomini, nel Padre dell uomo. In realtà, che cosa hanno fatto il padre e la madre? Il padre ha agito unicamente dando una cellula invisibile. La madre, oltre a una cellula germinativa, ha dato l ambiente vivo adatto, con i requisiti necessari alla protezione e allo sviluppo, affinché la cellula germinativa si segmentasse tranquillamente per attività propria, producendo il neonato inerte e muto. Quando si dice che il padre e la madre hanno costruito il figlio, si ripete un espressione inesatta. Bisognerebbe dire: l uomo è stato costruito dal bambino: costui è il padre dell uomo. Si deve considerare sacro lo sforzo occulto dell infanzia: quella laboriosa manifestazione merita un accogliente aspettativa, poiché in questo periodo di formazione si determina la personalità futura dell individuo. Da tale responsabilità nasce il dovere di studiare e penetrare con approfondimento scientifico le necessità psichiche del bambino e di preparargli un ambiente vitale. Siamo ai primi balbettii di una scienza che si deve sviluppare molto, e alla quale l adulto deve fornire la collaborazione della sua intelligenza per conseguire, attraverso lunghi sforzi, l ultima parola nella conoscenza della formazione dell uomo. (M. Montessori, Il segreto dell infanzia, Garzanti, Milano 1989, pp ) 3. La disciplina attiva Nella scuola tradizionale la disciplina è intesa come silenzio ed ordine, cose che si possono ottenere con dei bambini soltanto al prezzo dell imposizione. nella Casa dei bambini la libertà ha il solo limite del rispetto degli altri, e l insegnante evita ogni intervento che possa soffocare la spontaneità dei bambini. Ecco un altra obiezione facile nei seguaci della scuola comune. Come ottenere la disciplina in una classe di fanciulli liberi di muoversi? Certamente nel nostro sistema abbiamo un concetto diverso della disciplina; la disciplina, anch essa, deve essere attiva. Non è detto che sia disciplinato solo un individuo allorché si è reso artificialmente silenzioso come un muto e immobile come un paralitico. Quello è un individuo annientato, non disciplinato. Noi chiamiamo disciplinato un individuo che è padrone di se stesso e quindi può disporre di sé ove occorra seguire una regola di vita. Tale concetto di disciplina attiva non è facile né a comprendersi, né ad attuarsi ma certo esso contiene un alto principio educativo: ben diverso dalla coercizione assoluta e indiscussa alla immobilità. E necessaria alla maestra una tecnica speciale per condurre il fanciullo su tale via di disciplina, ove esso dovrà poi camminare tutta la vita, avanzando indefinitamente verso la perfezione. Come il bambino, allorché impara a muoversi anziché a star fermo, si prepara non alla scuola, ma alla vita, sì che diviene un individuo corretto per abitudine e per pratica anche nelle sue manifestazioni sociali consuete; così il bambino si abitua ora a una disciplina non limitata all ambiente scuola, ma estesa alla società. La libertà del bambino deve avere come limite l interesse collettivo: come forma ciò che noi chiamiamo educazione delle maniere e degli atti. Dobbiamo quindi impedire al fanciullo tutto quanto può offendere o nuocere agli altri, o quanto ha significato di atto indecoroso o sgarbato. Ma tutto il resto ogni manifestazione avente uno scopo utile qualunque essa sia e sotto qualsiasi forma esplicata deve essergli non solo permesso, ma deve venire osserva- 20

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