MARIA MONTESSORI DA MEDICO A EDUCATORE. Laureanda Alessia Pacchera

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3 SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA FACOLTÀ DI MEDICINA E PSICOLOGIA CORSO DI LAUREA IN PEDAGOGIA E SCIENZE DELL'EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE TESI DI LAUREA IN PEDAGOGIA GENERALE Laureanda Alessia Pacchera Matricola Relatore Chiar.mo prof. Nicola Siciliani de Cumis Correlatore Chiar.mo prof. Marco Antonio D Arcangeli MARIA MONTESSORI DA MEDICO A EDUCATORE Anno Accademico

4 Composizione grafica a cura dell Autrice

5 Indice Premessa... XI Introduzione... XV Parte prima Maria Montessori e i suoi maestri. Scienziati, formatori e educatori... 1 Capitolo primo Giuseppe Sergi antropologo e maestro Dalla vita L educazione in Sergi Sergi e Montessori Sergi e l antropologia... 8 Capitolo secondo Antonio Labriola filosofo e maestro Dalla vita Labriola e Montessori Antonio Labriola e Dell insegnamento della storia Labriola e il morfologico Capitolo terzo Luigi Credaro pedagogista e politico Dalla vita Credaro Ministro Credaro e la scuola Credaro e l educazione Montessori e Credaro Capitolo quarto Sante De Sanctis neuropsichiatra e pedagogo Dalla vita De Sanctis e Montessori De Sanctis e l educazione De Sanctis e la psicologia De Sanctis e la psicologia dei sogni Parte seconda Maria Montessori da medico a educatore Capitolo primo Recensioni tesi di laurea Recensione del libro di Anna Matellicani Recensione tesi di laurea Emanuela Maiore Recensione del libro di Federica Traversi... 46

6 VI Capitolo secondo Maria Montessori e il suo passaggio da medico ad educatore Dalla vita Contesto storico Il periodo femminista Montessori e la medicina Montessori e l antropologia Montessori e la pedagogia Il metodo e i punti più importanti Fröbel e l educazione Capitolo terzo Medicina e pedagogia in Montessori Medicina e pedagogia in Montessori La mente del bambino La scoperta del bambino Il segreto dell infanzia Educazione per un mondo nuovo Come educare il potenziale umano Capitolo quarto Recensione del libro Maria Montessori Recensione del libro di Foschi Appendice I Labriola Appendice II Federico Froebel Appendice III Indice del libro di Anna Matellicani Appendice IV Indice tesi di laurea di Emanuela Maiore Appendice V Indice del libro di Federica Traversi Appendice VI Indice del libro di Renato Foschi Bibliografia Sitografia

7 VII Indice dei nomi Indice delle tematiche

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9 Alla mia famiglia, che mi è stata sempre accanto durante questo percorso. Ai miei nonni che non possono vivere insieme a me, questo primo, importante traguardo della mia vita.

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11 Premessa Fin da quando ero piccola mi piaceva lavorare con i bambini, e avevo già deciso che quando sarei diventata grande avrei intrapreso la professione d insegnante; infatti alla fine della terza media ho scelto una scuola che mi permettesse di realizzare questo, il liceo socio-psicopedagogico, presso l istituto Giosuè Carducci di Roma. I cinque anni di liceo sono passati velocemente, senza interruzioni scolastiche, tranne che per alcuni mesi dell ultimo anno di scuola in cui ho avuto alcune difficoltà a livello emotivo, tanto da pensare di ritirarmi, ma alla fine, grazie a qualcuno molto speciale, sono riuscita a superare questo momento di crisi. Ho proseguito gli studi ed ho completato il quinquennio conseguendo la maturità magistrale nel luglio del 2002 l esito non è stato dei migliori ma grazie a quel momento sono maturata. Trascorsi alcuni anni dall iscrizione all Università, sono andata a trovare uno dei miei insegnanti delle superiori, facendogli vedere i voti degli esami universitari informandolo circa la media da me raggiunta fino a quel momento. Mi disse: «Forse non eravamo in grado noi di valutarti». Giunta al momento della preparazione della tesi del corso triennale, decisi che l argomento sarebbe stato Maria Montessori e il mio lavoro fu intitolato Il bambino di oggi, l uomo di domani (Maria Montessori). Conseguita la laurea di primo livello mi sono iscritta immediatamente al corso di laurea specialistica in Pedagogia e scienze dell educazione e della formazione, in quanto volevo avere una formazione completa per il mio futuro professionale, nello stesso momento ho incominciato a lavorare con la cooperativa sociale La Lanterna di Diogene, che si occupa dell inserimento degli alunni diversamente abili all interno della scuola, rivestendo il ruolo di educatrice. Dalla mia esperienza lavorativa, è nata l idea della mia tesi di laurea sul ruolo dell educatore. Consigliandomi con il Professore Nicola Siciliani de Cumis, ho deciso di approfondire il tema dell educazione attraverso Maria Montessori. In particolare ho così inteso ricostruire il passaggio da medichessa a educatrice, prima dei bambini problematici e poi con tutti i suoi rapporti con personalità quali : Giuseppe Sergi, Antonio Labriola, Luigi Credaro, Sante De Sanctis poi con i bambini problematici.

12 XII Alla loro lezione, che ha rivestito un importanza fondamentale nella formazione e nelle scelte di vita montessoriane, prima fra tutte quella di occuparsi all educazione dell infanzia, è rivolta la prima parte del presente lavoro. Il passaggio di Montessori da medico a educatore e i motivi che lo hanno determinato costituiscono l argomento precipuo della seconda parte dell elaborato, nella quale ho utilizzato, anche per il chiarimento della terminologia utilizzata dalla pedagogista marchigiana, alcune opere, quali: La mente del bambino. Mente assorbente 1 ; La scoperta del bambino 2 ; Il segreto dell infanzia 3 ; Educazione per un mondo nuovo 4 e Come educare il potenziale umano 5. Sono poi recensiti tre tesi, due di esse divenute libri, ognuna delle quali tratta di un momento o aspetto particolare della vita e dell opera di Montessori, che si avvicinano in un modo o nell altro al tema della mia tesi di laurea. Il primo volume, di Anna Matellicani, riguarda la carriera scolastica e universitaria della studiosa, dalla scelta di frequentare la Facoltà di Medicina e chirurgia sino alla seconda iscrizione alla Sapienza, a Lettere e Filosofia. La seconda recensione è dedicata al lavoro di Emanuela Maiore sul periodo nel quale Maria Montessori ha lavorato con Sante De Sanctis e Giuseppe Montesano presso l ospedale psichiatrico di Roma Santa Maria della Pietà. Infine ho recensito il libro di Federica Traversi dal titolo Lifelong Montessori 6. Conclude questa sezione un ulteriore recensione, concernente un volume uscito di recente, autore Renato Foschi, Maria Montessori 7, che ne propone una breve ma densa biografia. Ho scelto questo argomento, perché, lavorando soprattutto con bambini diversamente abili, volevo capire le varie tematiche, per acquisire conoscenze e competenze atte a migliorare il metodo didattico da sperimentare con gli alunni, ed approfondire le strategie, i mezzi che Montessori ha messo in atto per aiutarli, affinché anche essi abbiano un futuro migliore; obbiettivo che io vorrei raggiungere con il mio lavoro EAD. M. MONTESSORI, La mente del bambino. Mente assorbente, Milano, Garzanti, 2 M. MONTESSORI, La scoperta del bambino, Milano, Garzanti, M. MONTESSORI, Il segreto dell infanzia, Milano, Garzanti, M. MONTESSORI, Educazione per un mondo nuovo, Milano, Garzanti, M. MONTESSORI, Come educare il potenziale umano, Milano, Garzanti, F. TRAVERSI, Lifelong Montessori, Roma, Aracne, R. FOSCHI, Maria Montessori, Roma, Ediesse, 2012.

13 XIII Mi piace ringraziare in modo particolare i professori che ho incontrato durante questi anni all università, in particolar modo il Professor Nicola Siciliani de Cumis. I ragazzi e le ragazze, che hanno seguito insieme il corso del sabato per la preparazione alla tesi. La mia famiglia che mi è rimasta sempre accanto, spronandomi a far si che i miei sogni si avverassero; mia zia che mi ha aiutato in quest ultimo periodo. Un ultimo ringraziamento va a quei bambini che ho incontrato durante questi anni di studio e di lavoro, i quali mi hanno lasciato più di quanto possano immaginare.

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15 Introduzione Il titolo di questa tesi è Maria Montessori da medico a educatore si è chiarito tale passaggio attraverso i suoi maestri universitari. La tesi di laurea è divisa in due parti composte rispettivamente da quattro capitoli nella prima parte, quattro nella seconda e seguite da sei appendici conclusive. La prima parte è dedicata ai Maestri della medichessa: in maniera particolare a coloro i quali hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione e nella carriera della giovane Montessori. Il primo capitolo riguarda Giuseppe Sergi: la sua concezione dell antropologia, disciplina di cui fu esponente di gran rilievo; il suo modo di vedere l educazione, strettamente connessa alla prima; il suo rapporto con la pedagogista di Chiaravalle. Il secondo riguarda Antonio Labriola e quanto lo lega a Montessori e al rapporto che intercorre tra Labriola e la pedagogista marchigiana per quanto riguarda la parola morfologia, utilizzato da entrambi nel loro pensiero pedagogico. Il terzo capitolo tratta di Luigi Credaro, uomo politico, pedagogista e maestro di Maria Montessori durante il suo secondo periodo universitario, quando cioè la medichessa si iscrisse alla Facoltà di Filosofia e Lettere all Università di Roma la Sapienza. Si è esaminata in questo capitolo la vita politica e istituzionale di Credaro e il rapporto con Montessori. Il quarto ed ultimo capitolo della prima parte riguarda Sante De Sanctis, uno dei principali esponenti della psicologia e neuropsichiatria infantile in Italia, che collaborò con Montessori alla stesura della tesi di laurea in Medicina della studiosa. Entrambi collaborarono con Giuseppe Montesano all ospedale psichiatrico il Santa Maria della Pietà a Roma. In particolare il capitolo mette in luce il rapporto che esiste tra i due studiosi: e sottolinea il tema dell educazione in De Sanctis in connessione con la psicologia quella dei sogni in particolare. La seconda parte dell elaborato analizza il passaggio di Maria Montessori dalla medicina alla pedagogia e presenta le recensioni di tre tesi di laurea due delle quali divenuti libri e una biografia il cui argomento principale è Maria Montessori. Infine, sono stati consultati alcuni libri scritti dalla medichessa di Chiaravalle, nei quali si trovano termini medici, riportati all interno dell elaborato sotto forma di citazioni. Il primo capitolo della seconda parte si occupa come su accennato, delle recensioni di tesi di laurea su Maria Montessori, relative a vari pe-

16 XVI riodi della sua vita: anzitutto, Anna Matellicani, che esamina tutto il periodo universitario della pedagogista dalla sua iscrizione alla Facoltà di Medicina (non senza problemi) alla sua iscrizione alla Facoltà di Filosofia e Lettere, e analizza inoltre l adesione al femminismo, sino all apertura della prima Casa dei Bambini nel Altro elaborato di laurea recensito è quello di Emanuela Maiore, che analizza il periodo in cui Montessori lavora all interno del Santa Maria della Pietà con i bambini frenastenici, in collaborazione con Sante De Sanctis e Giuseppe Montesano. Infine viene considerato il libro di Federica Traversi, che mette in luce il metodo Montessori come insegnamento per tutto l arco della vita, dove utilizza anche delle interviste degli ex alunni dei suoi i- stituti. Il secondo capitolo della seconda parte riguarda il passaggio della Montessori dalla medicina alla pedagogia, e gli elementi che hanno guidato la sua scelta. Il terzo capitolo comprende le citazioni prese in considerazione di alcuni libri di Montessori quali: La mente del bambino; La scoperta del bambino; Il segreto dell infanzia; Educazione per un mondo nuovo e Come educare il potenziale umano. Infine, nel quarto ed ultimo capitolo, si è recensito il libro di Renato Foschi dal titolo Maria Montessori, ultima biografia, in ordine di tempo, riguardante la pedagogista di Chiaravalle. L elaborato si conclude con sei appendici così suddivise: Appendice uno: un libro su Labriola di Nicola Siciliani de Cumis. Appendice due: Froebel e l educazione attraverso un libro di Aldo Visalberghi. Le appendici tre, quattro, cinque e sei riguardano gli indici degli elaborati di laurea e il libro di Foschi, recensiti nei capitoli precedenti.

17 Parte prima MARIA MONTESSORI E I SUOI MAESTRI Scienziati, formatori e educatori

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19 Capitolo primo Giuseppe Sergi antropologo e maestro Dalla vita Giuseppe Sergi nasce nel 1841 a Messina e muore a Roma nel Insegnante di filosofia nei licei, approda all Università di Bologna alla cattedra di antropologia, nella Facoltà di Lettere. Negli anni seguenti, si trasferisce all Università La Sapienza di Roma dove, nel suo laboratorio di antropologia e psicologia sperimentale, crea un programma di ricerche nell ambito della psicologia e antropologia sperimentale. È durante questo periodo che incontra come sua allieva prima e come collega poi, Maria Montessori L educazione in Sergi Fondamentale nella pedagogia di Sergi è lo sviluppo dell istruzione, volto a delineare una crescita culturale di tutta la nazione. Egli, come altri studiosi laici, considerando il dominio culturale e ideologico della Chiesa all epoca, sostiene che l istituzione religiosa in questione fosse causa di un ritardo di scolarizzazione tra le classi sociali, poiché dà più valore e prestigio alla borghesia. Il pedagogista, invece, invoca il sorgere del libero pensiero, attraverso il quale si punta alla rinascita della cultura italiana, con il quale si vuol promuovere una lotta contro l analfabetismo, onde migliorare la cultura dei ceti più bassi della popolazione. A questo proposito, Sergi afferma che lo Stato deve impegnarsi nella costruzione di scuole, nella formazione di insegnanti, nel migliorare la 8 Cfr. G. SERGI, Alcune idee sull educazione, Roma, «Nuova Antologia», 1 marzo 1914, pp G. SERGI, Per l educazione del carattere, Milano, Dumolard, G. SERGI, Educazione ed istruzione. Pensieri, Milano, Trevisini, [ultima consultazione il 28 ottobre 2012]. [ultima consultazione il 5 marzo 2012].

20 4 Parte prima Capitolo primo loro condizione economica; dà molta importanza a tutte le materie insegnate a scuola, in modo tale che il bambino, oltre ad imparare possa apprendere, il significato profondo e il rispetto per ognuna di esse. Si sofferma, inoltre, sul valore educativo del lavoro di gruppo, quasi anticipando e superando le successive idee montessoriane: Secondo il nostro modo di comprendere la scuola, questo metodo è falso, è condannabile, non può educare che all egoismo, alla lotta personale, alla sopraffazione, come avviene costantemente nella compagine sociale. E si dovrebbe educare, invece, per lenire queste tendenze, se non sopprimerle, con la cooperazione nella scuola, per la quale anche mentalmente vi sarebbe un guadagno. Quante volte ho veduto giovanetti, e anche giovani i quali si preparano ad esami, a concorsi, lavorando insieme, leggendo e commentando in compagnia; perché non possono, non devono far questo gli scolari? Due vedono più di uno, e ciascuno vede per due, si moltiplica cioè nell intelligenza e guadagna nella sociabilità. Ma questo finora non si comprende, come non si comprende che la scuola d istruzione più che a servire per riempire la mente di cognizioni semplici, dovrebbe servire a svilupparla in alcune direzioni e renderla atta ai metodi di ricerca e di acquisto di cognizioni. Perché, è ben saputo, che la gran parte di quel che si apprende nella scuola, si perde, perché non si assimila, e quindi va nell oblio assoluto; quel che rimane, è la formazione della mente, cioè l acquisto della capacità ad apprendere con metodo, con ordine, insieme con l attitudine a svolgere nuove idee, ad inventare e ad applicare nella vita pratica quanto si è capaci di sapere Sergi e Montessori Montessori, come già affermato in precedenza, è stata prima allieva di Sergi e poi sua collaboratrice nella Scuola Magistrale Ortofrenica e nella Scuola Pedagogica di Roma. Sergi analizza sia il metodo educativo della Montessori sia quello di Froebel, criticandoli apertamente; del metodo Montessori ne parla con grande enfasi, mentre nei confronti del metodo frobeliano dei Giardini d infanzia e attorno al tema della religione egli afferma: 9 G. SERGI, Alcune idee sull educazione,1914, in F. PESCI, Antropologia e Pedagogia a Roma Da Giuseppe Sergi a Maria Montessori, letture per il laboratorio di Storia della Pedagogia, Roma, Aracne, 2002, p. 88.

21 Giuseppe Sergi antropologo e maestro 5 Io non voglio rifare la storia lunga e penosa della scuola infantile in Italia, non voglio parlare di nostre tradizioni italiane, di istitutori che primi tentarono l educazione della prima età su basi razionali; tale compito non è oggetto di questo lavoro. Io voglio, invece, ricordare quel che avviene nel momento presente fra noi, che, come comunemente si dice, manchiamo di un metodo, d una scuola educativa naturale e sana a tipo italiano, l introduzione, cioè, della scuola a metodo froebeliano, con una febbre di propaganda che ha vinto molti ostacoli e vince ogni ripugnanza di accettazione in ogni classe di persone e d istitutori. Coloro che hanno proposto e propugnato questo metodo, sono mossi da intendimenti lodevoli, da fini elevati e patriottici, perché hanno veduto quanto male derivi da altro tipo di scuole infantili, che hanno direzione educatrice clericale, portando una bandiera, che è pur degna d ammirazione nel fondatore filantropo, qual fu l Aporti, oda scuole che non hanno nessun metodo e nessun metodo e nessuna educatrice; Froebel, quindi,col suo metodo, per alcuni rappresenterebbe la scuola liberale. Sia pure questo l intendimento, ma la via è falsa, perché sotto tale apparenza si può nascondere qualunque altro fine particolare, e non è ragionevole neppure, perché la direzione liberale o reazionaria è data dagli uomini e può essere data a qualunque tipo di scuola e di metodo. Tanto è vero che le scuole dirette da suore oggi si governano anche a metodo froebeliano, e qui in Roma abbiamo molti esempi. 10 E continua: In Italia il frobelianismo è stato introdotto, d origine, coi soli giuochetti, fatti coi celebri quattro doni, secondo il metodo e il formalismo originario dell inventore, ma senza lo spirito dei giuochi che Froebel aveva creato nel suo fantastico cervello. In seguito si volle trovare una interpretazione dei giuochi, in parte dedotta da quel poco che si sapeva di Froebel e di seconda mano, perché fino a qualche anno indietro non si erano letti gli scritti di Froebel da nessuno istitutore frobeliano, e in parte da quel che ciascuno andava pensando per dar corpo di dottrina alla pratica scolastica. Il fenomeno curioso che si produce in questo modo fra noi, è che, conosciuta la dottrina, per così dire, del Froebel, da parte dei sostenitori del metodo pratico, persone del resto intelligenti, si è ripudiata come fantastica e come quella che non può essere il fondamento al metodo 10 G. SERGI, Educazione ed istruzione. Pensieri,1892, in F. PESCI, Antropologia e Pedagogia a Roma Da Giuseppe Sergi a Maria Montessori, letture per il laboratorio di Storia della Pedagogia, cit., pp

22 6 Parte prima Capitolo primo pratico; così che, accettato questo, si va in cerca della base razionale, lasciamo star scientifica: fenomeno un po singolare! Ma dai più intelligenti ammiratori del metodo froebeliano si pensò che fosse utile di stabilire una scuola matrice di froebeliani ortodossi, visto che, in verità, in Italia vi era adulterazione, perché vosì venisse propagato il metodo puro o il verbo froebeliano. 11 Per quanto riguarda il metodo Montessori, Sergi visita la «Casa dei bambini» e elogia la libertà che i bambini hanno nella scelta dei materiali con cui giocare oppure parlare con chi vogliono; soprattutto elogia l armonia perfetta che si viene a creare all interno della Casa dove non esistono ripicche, avversioni gelosie. Parlando in questo modo Sergi libera il metodo Montessori da una critica che lo vorrebbe troppo individualizzato e meno rivolto all educazione sociale. Durante la sua visita Sergi ha notato quanto segue: Ora si presenta nel campo educativo della scuola infantile un nuovo metodo che appunto poggia i suoi cardini sulla libertà del piccolo alunno. Mi proverò a descrivere la scuola che ho veduto funzionare accompagnato dall inventrice stessa, la Dr. Maria Montessori. I bambini, maschi e femmine, non sono seduti in fila come in tutte le scuole infantili ed elementari, ma qua e là sui banchi collocati in varie direzioni, specialmente verso le pareti per lasciare la sala un poco libera. Ogni bambino giuoca con quel giuoco che preferisce, e piglia gli oggetti in un armadio che ne contiene vari e differenti. Se si stanca di un giuoco, ne piglia un altro, e se per un momento non vuol giuocare, passeggia e va a sedere in disparte, o parla con compagni. V è un momento che la maestra, la quale non ha altro ufficio che di sorvegliare e di dare spiegazioni d un giuoco, di chiedere risultati di essi, quando è compiuto, raccoglie a suon di musica i bambini e per farli camminare, o saltare, o cantare. Ebbene, anche in questo, nessuna costrizione ho veduto, chè alcuni sedevano, mentre la maggior parte cantava, o saltava ritmicamente, altri continuavano a giuocare. I giuochi sono vari e servono all educazione dei sensi e allo sviluppo dell intelligenza. Timbri sonori vari da riconoscere, colori da collocare secondo le gradazioni, piramidi da costruire, stoffe da distinguere col tatto soltanto, movimenti su lettere in rilievo e imitazione da eseguire su lavagna e così via: tutto 11 Ivi, pp

23 Giuseppe Sergi antropologo e maestro 7 ciò sotto la sorveglianza della maestra che non deve suggerire o comandare i giuochi e la loro esecuzione. Libertà dunque come in casa come in casa propria, comunicazione continua di tutti fra loro, così da sviluppare quel sentimento sociale che porta alla simpatia ed all amore reciproco. Non ho veduto un minimo segno di avversione fra i bambini, nessun segno di dispetto o di contrasto, ma un armonia perfetta, perché non esiste concorrenza nei giuochi, nei luoghi da occupare, nel muoversi e agire in qualche direzione: sembra una piccola società bene armonizzata. Da parte di che dirige la compagnia scolastica, non vi è altro lavoro se non la sorveglianza e qualche spiegazione preliminare su gli oggetti che si presentano al bambino, o qualcuna dagli stessi bambini richiesta. 12 E continua: Così che più che ad una scuola secondo le vecchie abitudini, con coercizioni, con immobilità obbligata, o con movimenti comandati, o con giuochi e lavori uguali per tutti, sembra assistere ad una piccola festa di famiglia, nella quale soltanto i bambini giuocano nella loro massima libertà, mentre la mamma dal canto suo può leggere e lavorare tranquillamente, e per qualche istante volgere la sua attenzione agli atti dei piccoli. Io che ho conosciuto intimamente i giardini d infanzia froebeliani e per molto tempo, affermo decisamente che la scuola iniziata dalla Dr. Montessori mi ha soddisfatto pienamente, perché essa soddisfa a tutte le esigenze desiderabili d una educazione infantile: è la vera e legittima forma familiare di scuola per la prima età, nella quale si può risvegliare e sviluppare l intelligenza che va formandosi e liberamente senza alcuna costrizione o imposizione; si sviluppa anche il sentimento di scelta e di preferenza, insieme con la simpatia e la sociabilità. Emergere così l individualità che nel futuro sarà il sentimento di personalità e di iniziativa, perché tutto è lasciato alla spontanea manifestazione di ogni bambino. In questo si potranno trovare le prime radici della pianta uomo nel campo sociale. Sono certamente questi i motivi che la scuola Montessori ha avuto tanto grande successo presso i popoli anglo-sassoni, in Inghilterra e nel Nord America; sono questi popoli che hanno sviluppato al sommo grado il sentimento della personalità che pongono a base della responsabilità e dell iniziativa nella vita sociale attiva. E questo sentimento bisogna sviluppare presso di noi, dove il carattere è tanto oscillante e variabile. 12 Ivi, pp

24 8 Parte prima Capitolo primo Cominciamo dall infanzia. 13 Per una accurata riflessione, è bene sottolineare che i punti che avvicinano Sergi a Montessori sono i seguenti: Sensibilità verso la popolazione più povera; Educazione alla libertà; Educazione alla pace; La preparazione degli insegnanti. È la stessa Montessori ad affermare che Sergi ha influenzato i suoi primi impulsi pedagogici che successivamente l hanno portata ad inventare il suo metodo didattico/pedagogico. Grazie all influenza di Sergi, Montessori, nel 1907, approda alla libera docenza in antropologia Sergi e l antropologia Uno dei principali esponenti dell antropologia ottocentesca in Italia è stato Sergi, che viene considerato come capofila della ricerca antropologica all Università di Roma; tuttavia rispetto agli antropologi italiani dell epoca, egli si occupa anche delle questioni socio-politiche del paese. Il suo pensiero riguardo alle questione femminile, non è positivo, in quanto lo studioso considera la donna debole sotto l aspetto anatomofisiologico, anche se pensa che le condizioni lavorative e salariali andavano migliorate. Sergi e l antropologia romana sono stati molto importanti anche per quanto riguarda la pedagogia: da un lato per la sensibilità ai problemi riguardanti l educazione nel migliorare e sviluppare la società, dall altro per lo spazio dato al pensiero della pedagogista, che ha influenzato di più il Novecento, Montessori. Sergi prima, Montessori poi, hanno trasferito i metodi impiegati dall antropologia, nella pedagogia, come ad esempio l osservazione del bambino, infatti un metodo che lo studioso vuole che si utilizzasse all interno delle scuole è la Carta Biografica, uno strumento di rilevazione scientifica, con esse, l insegnante deve registrare i progressi degli a- lunni, come afferma lo studioso, in uno dei suoi scritti: 13 Ivi, pp

25 Giuseppe Sergi antropologo e maestro 9 Non vi può essere un rimedio a ciò? Sì che vi ha rimedio, ed ecco come. Il bambino quando entra nella scuola, dovrebbe portare con sé una carta di ammissione, nella quale oltre all età ed alla fede medica di vaccinazione, si trovasse descritto, con formole chiare e intellegibili, lo stato dei suoi organi sensori, della vista e dell udito principalmente. Ciò è facilissimo coi piccoli strumenti che oggi esistono per indagare la condizione visiva dei colori e la miopia o presbitia, e per quella auditiva. Accanto alla descrizione degli organi sensori, dovrebbe trovarsi quello delle tendenze come sentimenti, e la celerità o la lentezza dei suoi movimenti muscolari, infine il carattere iniziale, innato che egli possiede. Il maestro ha così una biografia del piccolo scolaro, e può da esso prendere norma ad istruirlo ed educarlo, prima con vari esperimenti, poi con direzione definitiva. 14 Sergi continua affermando: Da ciò che si è detto, si rileva che il maestro non è in grado di riempire la carta di ammissione del suo alunno come vorremmo sia fatta, come non è in grado di capire il significato ed il valore di queste osservazioni, quando non abbia fatto uno studio elementare degli organi dei sensi, e se questo studio non sia soltanto una descrizione presa nel libro di testo, senza aver veduto un occhio, un organo d udito, e conosciute le funzioni più cospicue della vita di relazione. Non è parimenti in grado di comprendere la corrispondenza della sensibilità fisica alla morale, la varia espressione delle emozioni, così legata alla vita dei sentimenti, se non empiricamente o troppo superficialmente per giovarsene come mezzo di educazione. Sotto questo punto di vista, le scuole elementari sono male costituite, e l educazione del carattere che noi includiamo, è cosa molto difficile, per non dire impossibile, frattanto che noi pensiamo che nella tenera età deve cominciare la direzione delle tendenze che si svolgono, e dove è molto difficile spesso trovarvi questa direzione per l instabilità della psiche infantile G. SERGI, Per l educazione del carattere,1893, in F. PESCI, Antropologia e Pedagogia a Roma Da Giuseppe Sergi a Maria Montessori, letture per il laboratorio di Storia della Pedagogia, cit., p Ivi, pp

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27 Capitolo secondo Antonio Labriola filosofo e maestro Dalla vita Labriola nasce a Cassino nel 1843 e muore a Roma nel Insegna all Università La Sapienza di Roma Filosofia morale e pedagogia, nel 1874 dopo aver pubblicato Dell insegnamento della storia, all interno del quale troviamo tutto il suo pensiero soprattutto quello pedagogico, rivolto in maniera particolare all istruzione delle classi meno abbienti Labriola e Montessori Come è noto Labriola e Montessori si incontrarono, durante il secondo periodo universitario della pedagogia quando ella si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia frequentando le lezioni di filosofia teoretica tenute dal Professor Labriola. Nell opera Dell insegnamento della storia si può notare quanto il pensiero di Labriola sia simile al pensiero della Montessori, entrambi, infatti, danno molta importanza all educazione dei ceti più bassi della popolazione, all infanzia, allo stato sociale e all educazione alla pace. In riferimento all educazione dei ceti meno abbienti lo studioso, nel suo secondo saggio, afferma che bisogna prendere esempio dagli eventi passati per capire gli errori, cercando in questo modo di non ripeterli più. Durante le lezioni all Università che lo studioso spiega il suo modo di vedere la storia: 16 Cfr. A. LABRIOLA, Dell insegnamento della storia, Torino-Roma-Firenze, Loescher, S. MICCOLIS, Labriola Antonio in dizionario bibliografico degli italiani, Roma, istituto dell enciclopedia italiana Treccani, 2004, volume 62, pp [ultima consultazione il 28 ottobre 2012]. [ultima consultazione il 27 gennaio 2012].

28 12 Parte prima Capitolo secondo motore della storia è l azione dei gruppi umani consapevoli e organizzati, cioè il materialismo storico, [ ], non elimina la radice volontaristica della praxis ed esclude che la classe rivoluzionaria possa esistere come pura entità sociologica, indipendente dal grado di presa di coscienza dei singoli. 17 Nella Montessori questa visione la porta ad aprire nel 1907 la prima «Casa dei bambini» nel quartiere in quel periodo più povero di Roma San Lorenzo o ad occuparsi del problema d igiene delle donne durante il periodo dei suoi studi di antropologia Antonio Labriola e Dell insegnamento della storia Nel saggio Dell insegnamento della storia Labriola ha posto le basi della futura riflessione gramsciana, intesa come un organismo sociale complesso: è impossibile capirla solo studiandone i processi economici, vanno studiati anche quelli della psicologia sociale cioè la conoscenza degli uomini. Il saggio è considerato da vari intellettuali e pensatore il primo vero libro di Labriola che tratta sistematicamente di pedagogia applicata. Labriola vede l educazione popolare come strumento per l emancipazione sociale dei ceti più poveri, soprattutto nel Meridione d Italia. Il 1876 e il 1877 sono anni importanti a livello politico anche per l autore stesso e per l Italia per i quali lo studioso mostra particolare interesse e impegno verso il miglioramento del livello professionale degli insegnanti e la diffusione dell insegnamento di base della popolazione, inteso come primo passo per una maggiore democrazia, dal punto di vista storico. Uno dei concetti fondamentali del pensiero dell autore è proprio che la storia si ripeta ed è per questo motivo che bisogna studiarla attentamente, affinché non si ripetano più gli errori del passato: «Non si può negare, che negl infiniti intrecci del vivere un esame giudizioso dei caratteri e delle situazioni può scoprire parecchi casi di analogia coi fatti, che la storia dei tempi passati ci ha tramandati.» A. MATELLICANI, La Sapienza di Maria Montessori. Dagli studi universitari alla docenza ,Presentazione di Nicola Siciliani de Cumis, Furio Pesci e Marco Antonio D Arcangeli Postfazione di Giacomo Cives, Roma, Aracne, 2007, p A. LABRIOLA, Dell insegnamento della storia. Studio pedagogico, cit., p. 44.

29 Antonio Labriola filosofo e maestro 13 Il saggio si occupa principalmente di storia come materia dell insegnamento, come cultura generale e inserisce al suo interno alcune parti riguardanti l insegnamento della geografia, la quale deve mirare, come la storia, al miglioramento dell uomo. Labriola delucida il concetto di educazione, mettendo in evidenza il rapporto che si istaura tra educatore ed educando (l alunno). Se l educatore o l insegnante non ha dentro di sé l amore per l insegnamento e non lo trasmette all alunno, non merita di essere definito docente. Questo è un altro aspetto molto importante per l autore che all interno del testo spiega: E in prima l educatore non merita cotal nome se non ha nell animo un certo concetto della vita e del mondo, che gli appresti come meta a raggiunger la quale l educando debba essere ammaestrato. 19 Chi vuole svolgere un efficace funzione pedagogica, deve prima di tutto riconoscere che i diversi insegnamenti non hanno nessun criterio di eccellenza o pregio educativo, pertanto il fine stesso della didattica è il conseguimento del fine educativo. Oltre all insegnamento, l altro compito principale che spetta all istruzione è quello di correggere, ampliare e migliorare tutto ciò che si deve apprendere. Secondo Labriola, il fine stesso dell educatore è mirare e suscitare negli individui tutto ciò che è nobile e degno e la materia che sviluppa nell animo le inclinazioni sociali è la storia: La storia, che è materia ad isviluppare nell animo inclinazioni sociali, per cui si trionfa dell egoismo, gli è altresì efficace ad ingegnare gli abiti di concezione estetica che vivono la natia rozzezza e dan forma di gusto all apprezzamento degli uomini e delle cose. 20 Nell opera lo studioso distingue due insegnamenti molto importanti, paradossalmente uniti e divisi fra loro: l insegnamento della geografia e della storia. Egli mostrando come le due materie vadano fatte apprendere ai ragazzi, e come esse siano importanti per la costruzione di una buona cultura; fa notare, inoltre, gli aspetti che hanno in comune come ad esempio, lo studio per i popoli che comprende sia gli aspetti storici di 19 Ivi, p Ivi, p

30 14 Parte prima Capitolo secondo un determinato popolo sia gli aspetti geografici come la nazione a cui appartengono. In particolare l insegnamento della geografia deve suscitare, nell animo degli alunni, curiosità per tutte le cose naturali e storiche, che fanno parte della storia della Terra inoltre deve creare nei discenti l intuizione per tutto ciò che avviene sulla Terra, per fare in modo che l alunno impari tutto quello che riguarda la storia della terra, le piante, gli animali, i minerali, i paesi e le città, compresa la cultura dei popoli che vi abitano. Per quanto riguarda l insegnamento della storia, Labriola afferma che spesso si vuole insegnare questa materia si può cadere nell errore, in quanto la disciplina storica viene utilizzata con lo scopo di far leggere e di spiegare libri mediocri, scritti in maniera frettolosa. I libri di questo tipo sono fatti con sufficiente riflessione sulla successione cronologica e sul sincronismo, non dando così importanza a ciò che si sta studiando: Gli è grande errore a credere che all insegnamento della storia possa darsi valore educativo, quando si usa di spiegare e di far poi leggere dei manuali complicati alla men trista da mediocri collettori ed ordinatori di notizie. 21 Per l autore, quindi l insegnamento della storia consiste proprio nell apprendere il vero valore e il significato di ciò che si sta studiando, avvalendosi e supportandosi con dei libri scritti in maniera adeguata, ma immagini, documenti e altri materiali che descrivono il periodo di cui si sta parlando. Questo è il valore educativo che la storia deve avere. L insegnamento della storia deve diventare con il tempo, nel corso dell istruzione educativa, una materia distintiva e peculiare all interno del percorso scolastico e possedere una sua specificità. Secondo Labriola, nell insegnamento della storia, l educatore o l insegnante deve trarre profitto dalle abitudini intellettive; mentre per l insegnamento della geografia e la descrizione di essa non deve scompagnarsi nel racconto delle mutazioni, la forma del suolo, il mondo e come questo è diviso. Labriola all interno di questo saggio divide in quattro gradi le scuole: elementarissima, elementare, professionale e classica. Nell ultimo capitolo Labriola spiega i quattro gradi delle scuole, cominciando dalla scuola elementarissima o popolare. Secondo l autore l ordinamento di questo grado va riformato non soltanto per quanto ri- 21 Ivi, p. 72.

31 Antonio Labriola filosofo e maestro 15 guarda la preparazione alla scuola superiore, ma cercando di dare spazio all interesse dei discenti. Nella scuola elementare possiamo trovare gli alunni, che per il momento non hanno ancora abbandonato la scuola, ma che, a causa delle condizioni economiche delle loro famiglie, l abbandoneranno. I discenti di questa scuola avanzeranno nelle difficoltà, arrivando a possedere un ricco patrimonio di terminologie e i fondamenti principali dei fenomeni naturali; acquisiranno una cultura generale sui principali aspetti della vita umana ed un orientamento completo almeno nella forma degli interessi spirituali ; i limiti dell insegnamento della storia sono dovuti alla mancanza di conoscenze fondamentali delle lingue classiche e moderne. Il grado superiore per Labriola si divide in professionale e classico. Per Labriola, nella scuola professionale lo studio avviene come nella scuola elementare, anche se il livello dello studio dipende molto dal tipo di scuola professionale che lo studente intraprende, facendo prevalere lo studio delle materie tecniche. Per quanto riguarda la scuola classica si fanno studi atti promuovere la cultura dell intelletto dell animo, lo studio, anche della storia, sarà molto approfondito Labriola e il morfologico La parola morfologico viene usata da Labriola nel 1895 nel libro In memoria del manifesto dei Comunisti e sembra avere una funzione di chiarimento del passato e di cambiamento di ciò che si sta vivendo. Questa parola viene usata in quanto ci porta al concetto di epigenesi, ovvero teoria epigenetica della storia, che si proietta sull individuo e sulla collettività, sull educativo, sul politico-sociale. Il processo genetico che porta all origine del criterio del morfologico. Il morfologico, per essere capito, necessita di analisi e strumenti di intervento: C è si un analisi, che, separando astrattamente i fattori di un organismo, li distrugge in quanto elementi concorrenti nella unità del complesso: - ma c è n è un altra di analisi, ed essa ha valore per l intelligenza della storia, ed è quella

32 16 Parte prima Capitolo secondo che distingue e separa gli elementi soltanto per ravvisarvi la necessità obiettiva della conoscenza loro nel resultato. 22 Labriola parla del morfologico intendendo l aspetto formativo delle cose, va a toccare tutti gli aspetti della storia, dei suoi processi, con attività di «formazione-neoformazione-informazione-preformazione conformazione-deformazione-trasformazione». 23 L incontro tra Montessori e Labriola avviene allorché la medichessa frequenta le lezioni di Filosofia teoretica che Labriola tenne all Università degli studi di Roma La Sapienza, negli anni accademici e In entrambi si ritrovano gli stessi interessi: tematiche sull infanzia, sensibilità verso i fanciulli, i vecchi, gli inabili ammalati. Montessori, come Labriola, si domanda quale posto l uomo occupi nella natura, delle sue relazioni con le cose, riflette sull uomo da educare, sulla crescita e progressione di tutto l organismo, in forza del «parallelismo tra la stigmate morfologica e quella psichica, tra la forma esterna del corpo e quella del carattere morale» (dell «uomo nuovo») 24. Mentre per Labriola la parola morfologico può avere significati, nella Montessori non è così, in quanto per la medichessa di Chiaravalle alla parola morfologico ha un significato più medico. 22 A. LABRIOLA, Saggi sul materialismo storico, a cura di V. GERRATANA e A. GUERRA, Roma, Editori Riuniti, 1977, pp , in N. SICILIANI DE CUMIS, Labriola dopo Labriola. Tra nuove carte d archivio, ricerche, didattica, postfazione di G. MASTROIANNI, Pisa, ETS, 2011, p Ivi, p M. MONTESSORI, Antropologia pedagogica, Milano, Villardi, 1903, pp

33 Capitolo terzo Luigi Credaro pedagogista e politico Dalla vita Luigi Credaro nasce nel 1860 a Sondrio e muore a Roma nel Si laurea in filosofia all Università di Pavia e insegna nei licei anno nel quale avendo vinto una borsa di studio della Fondazione Ghislieri per un soggiorno di perfezionamento all estero, si reca a Lipsia ove approfondisce le dottrine filosofiche e pedagogiche di Herbart ( ); tornato in Italia nel 1889 vince per concorso la cattedra di Storia della filosofia all università di Pavia. Nel maggio 1902 viene chiamato a ricoprire la cattedra di Pedagogia all Università di Roma La Sapienza, l anno seguente ha fra i suoi allievi Maria Montessori. Oltre che studioso e docente universitario, Credaro è anche uomo politico, con una brillante carriera. Deputato dal 1895 con il Partito radicale, è Ministro della Pubblica Istruzione dal 1910 al 1914; lega il suo nome alla realizzazione nel 1911, di una fondamentale riforma della scuola di elementare. Fonda nel 1907, la «Rivista pedagogica»; la dirige quasi ininterrottamente sino al La sua scomparsa segna la cessazione delle pubblicazioni del periodico Credaro Ministro Eletto Presidente dell Associazione della Stampa Scolastica nell anno 1900, Credaro intraprende una vivace battaglia per il rinnovamento dell Istruzione, attraverso varie iniziative, volte a far nascere negli insegnanti italiani una piena coscienza dell importanza del proprio ruolo. 25 P. GUARNIERI, Credaro Luigi in dizionario bibliografico degli italiani, Roma, istituto dell enciclopedia italiana Treccani, 1984, volume 30, pp [ultima consultazione il 28 ottobre 2012]. [ultima consultazione il 19 gennaio 2011].

34 18 Parte prima Capitolo terzo Nel 1901 nasce l Unione Magistrale Nazionale, prima organizzazione unitaria degli insegnanti elementari italiani, ai quali è affidato il cruciale compito d istruire il popolo, consentendo ad ogni cittadino il raggiungimento del possesso dei rudimenti del sapere, ma le cui condizioni di lavoro, sotto il profitto retributivo, della stabilità d impiego, della pubblica considerazione ecc. sono caratterizzate per lo più da estrema miseria e precarietà. I maestri devono avere una seria preparazione professionale. Con la legge Nasi del 1903 n 45 ai maestri viene riconosciuto uno stato giuridico, la loro nomina scaturisce dall esito di un concorso dopo tre anni di lodevole servizio doveva essere loro riconosciuta la stabilità dell incarico. Credaro diventa sottosegretario alla Pubblica Istruzione col Governo Sonnino; con l intervento legislativo del luglio 1906, vengono istituite le Scuole Elementari dello Stato nelle frazioni e borgate dei Comuni del meridione e delle isole, puntando alla statizzazione della scuola. Giolitti, invece, è contrario, pensa che la statizzazione portati ad un peggioramento della situazione, in alcune zone ci sarebbe stato ancora analfabetismo, invece lui pensa a che tutto il popolo abbia un adeguata educazione. L educazione permette la nascita di un governo democratico e diventa strumento di forza e di lotta, necessaria all esistenza del governo stesso. Credaro è Ministro della Pubblica Istruzione dal 1910 al 1914, promuovendo nel 1911 la riforma scolastica che passa alla storia come la legge Daneo-Credaro. Con questo intervento legislativo la gestione delle scuole elementari, e di conseguenza la retribuzione dei maestri, passano ai comuni (eccetto quelli capoluogo di provincia e di circondario) allo Stato. La legge Daneo-Credaro determina una drastica riduzione dell analfabetismo a inizio 900 ancora molto elevati, specie nel Mezzogiorno. Purtroppo l intervento dell Italia nella prima Guerra Mondiale, nel 1915, segna una battuta d arresto nei processi di diffusione dell istruzione, in specie popolare, avviati nel nostro Paese durante l età giolittiana. Nel 1914, tuttavia, sempre Il Ministro della Pubblica Istruzione Credaro promuove un altra fondamentale innovazione, con l approvazione tramite Regio Decreto: «delle istruzioni, programmi e o- rari per gli asili infantili e i giardini d infanzia» U. AVALLE, E. CASSOLA, M. MARANZANA, Cultura Pedagogica la storia, Torino, Paravia, 1997, p. 562.

35 Luigi Credaro pedagogista e politico 19 Da questo momento in poi lo Stato italiano inizia ad intervenire nell ordine oggi denominato della scuola dell infanzia, introducendo almeno tre elementi innovativi: 1. Il superamento della concezione popolare e ottocentesca dell asilo come «luogo ove si lasciano i bambini»; 2. L affermazione del concetto di scuola infantile come istituto di e- ducazione e, di conseguenza, l eliminazione della preoccupazione puramente istruttiva; 3. La difesa della libertà e della creatività infantile, intesa peraltro non come assoluta, ma come sviluppantesi concretamente nell ambito del rispetto della libertà altrui dell autorità dell educatore, delle e- sigenze imposte dal mondo esterno. 27 Il 1914 è come vedremo molto importante anche per quanto riguarda il rapporto tra Montessori e Credaro Credaro e la scuola Nella sua relazione al Congresso del partito radicale del 1909, Riforme urgenti della scuola, Credaro espone chiaramente i principi che ispirano le sue iniziative riformatrici: l educazione costituisce per uno Stato democratico il [ ] maggiore strumento di forza e di lotta, la necessità della sua esistenza. La democrazia italiana doveva fondersi sull istruzione e sulla cultura nazionale, estese effettivamente a tutti i cittadini o rinunciare, per molti decenni ancora, ad avere una parte importante nella vita pubblica. 28 E seguiva: «Senza educazione popolare, senza cultura seria, universale, non può sussistere governo democratico.» 29 I valori fondamentali della democrazia, la fratellanza, la solidarietà non possono affermarsi se non per mezzo dell istruzione, alla scuola 27 Ibidem. 28 LC, Riforme urgenti della scuola, in Rivista pedagogica, gennaio 1910, pp. 2-15, in M. A. D ARCANGELI, L impegno necessario. Filosofia, politica educazione in Luigi Credaro ( ), Roma, Anicia, 2004, pp M. A. D ARCANGELI, op cit., p. 242.

36 20 Parte prima Capitolo terzo spetta il compito di operare nelle coscienze al fine di promuovere la diffusione degli ideali democratici. Partendo da questi presupposti, Credaro effettua un esame della situazione in cui vertono le istituzioni scolastiche in Italia, dividendole per gli ordini e gradi nei quali possono essere differenziate, iniziando con le problematiche dell educazione dei diversamente abili e minorati psichici. Credaro afferma che per loro si fa poco e questo poco lo si deve alla Chiesa e agli Istituti fondati dai Governi Assoluti. Egli crede che sia compito dello Stato e delle Autorità locali istituire scuole speciali in tutte le città; devono provvedere e preparare personale docente qualificato, che porti a termine questo compito. Per quanto riguarda gli asili e i Giardini d Infanzia, questi non vengono più considerati luoghi di custodia, ma una necessaria preparazione alla scuola elementare. Scuola elementare che rappresenta il problema più importante per Luigi Credaro. Se le leggi emanate nel corso degli anni, che la concernono, non sono mai state applicate, le cause risiedono per Credaro nel disinteresse del popolo per le sorti della scuola e nelle titubanze e lentezze dell azione, politica e finanziaria dello Stato. La scuola elementare è affidata ad un maestro, che mostra rancore verso lo Stato, non avendo uno stipendio adeguato. Nelle scuole mancano le aule. Da qui l urgenza di una riforma: scuole e maestri al servizio del bene pubblico. Punto centrale del suo pensiero è l adeguata preparazione degli insegnanti di ogni ordine e grado, l aumento degli stipendi degli insegnanti ma anche l incremento del loro orario di lavoro (in specie quello dei docenti medi). Il pedagogista vuole risolvere il problema legato alla scuola elementare, anche perché influenzato dal parlamentare Giuseppe Marcara, il quale si batte per la statizzazione della scuola. Va ricordato che il pedagogista si allontana dal suo stesso partito, avvicinandosi e condividendo con Giolitti un atteggiamento di moderata apertura nei confronti della Chiesa e del mondo cattolico in genere. La scuola elementare viene statalizzata, come si è detto grazie alla legge Daneo-Credaro. Tutta l azione legislativa di Credaro è nella direzione di un maggiore accertamento di poteri e funzioni da parte dello Stato attraverso gli Ispettori, Direttori Didattici, Provveditori che hanno fra l altro il compito di tenere sotto controllo gli istituti Privati. Grazie a questa legge si ha, per la prima volta nella storia unitaria, un decremento dell analfabetismo, nel Meridione percentualmente più consistente che nel centro e nel Settentrione del nostro Paese.

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