Delinquenza e identità nei giovani adulti. Cristiano Occelli

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1 Delinquenza e identità nei giovani adulti Cristiano Occelli Abstract Questa ricerca si configura come uno studio pilota che esplora aspetti dell identità connessi con il tema della delinquenza. A due gruppi di ragazzi d età compresa fra 17 e 22 anni (un gruppo che aveva avuto problemi con la giustizia e un gruppo di controllo) sono stati sottoposti due questionari: un Self- Reported Delinquency (Gatti et al. 1994) che si proponeva di indagare gli atti criminali autodenunciati dai giovani adulti, e il Possible Selves Measure (Oyserman, Markus 1990a, Zara 2001b), uno strumento che permette di individuare elementi dell identità legati al futuro. I Sé possibili sono infatti dei costrutti che rappresentano le proiezioni del Sé attuale nel futuro. Lo scopo dello studio era quello di individuare possibili differenze e peculiarità nella gestione di questo aspetto dell identità nei due gruppi di ragazzi. In particolar modo si è preso in considerazione il concetto di bilanciamento fra Sé possibili, in quanto sembra che un mancato bilanciamento fra coppie di Sé possibili nello stesso ambito possa caratterizzare gli individui che mettono in atto comportamenti delinquenziali (Oyserman, Markus 1990a). I risultati del presente studio sembrano confermare questa ipotesi, mettendo in luce anche aspetti tipici della delinquenza collegati alla particolare fascia d età presa in considerazione. 1. Adolescenti e giovani adulti Il tema della delinquenza giovanile rappresenta ormai da anni il fulcro di molti dibattiti. La discussione si arricchisce di nuovi e molteplici temi di interesse in quanto i concetti di devianza e di delinquenza non sono statici, ma al contrario ridefiniti nel tempo a seconda del periodo storico e del contesto socioculturale in cui si è inseriti (Froggio 2002). Analogamente si può osservare come il periodo adolescenziale e giovanile non possano essere racchiusi entro 1

2 limiti precisi e definiti (Palmonari 2001): inevitabilmente quindi si dovranno prendere in considerazione diversi e molteplici aspetti dei problemi connessi con gli atti delinquenziali che vedono come protagonisti i giovani. Per riuscire a comprendere l adolescenza è necessario considerare l ambito sociale e culturale in cui i giovani crescono, le sue norme, i suoi valori di riferimento e il suo modo di organizzare la famiglia e il lavoro (Bonino, Cattelino 2000). La fascia d età adolescenziale sembra essersi allargata verso l alto negli ultimi anni, tanto che Arnett (2000) ha proposto di considerare i giovani che hanno tra i 18 e i 25 anni degli adulti emergenti. Questi sono infatti ragazzi che attraversano un periodo della loro vita in cui non si sentono più adolescenti e, allo stesso tempo, non si considerano adulti a tutti gli effetti, in quanto spesso non hanno raggiunto quell emancipazione economica e quella autonomia che sono necessarie per sentirsi indipendenti dalla famiglia d origine. In questa fase della vita si devono affrontare alcuni importanti cambiamenti per ricercare e impostare possibili traiettorie di vita future (nella nostra società occidentale questi sono alcuni degli standard culturali di riferimento): l uscita dal mondo della scuola, la costruzione di una relazione emotiva stabile, la scelta matrimoniale, la ricerca di una sistemazione abitativa, la formazione di una famiglia, l eventuale disoccupazione, sono tutti eventi che spesso devono essere fronteggiati dagli adulti emergenti. A questo proposito il concetto del Sé ed i suoi aspetti futuri acquistano una importanza particolare. 2. Sé e Sé possibili Il Sé è quel costrutto psicologico che racchiude le molteplici sfaccettature dell identità della persona. Secondo la concezione di Mead (1966), il Sé si forma attraverso i legami che l individuo instaura con i propri simili, facendo esperienze ed interpretando diversi ruoli: il Sé viene quindi a configurarsi come l insieme delle percezioni che un individuo ha circa l esito delle proprie azioni e circa le reazioni delle altre persone ai suoi comportamenti. Sembra significativo il fatto che nel processo di costruzione del Sé non sono tanto importanti le opinioni che gli altri si formano su di noi e su quello che facciamo, quanto la nostra percezione di tali opinioni (Andersen 1987). 2

3 Sembra che il Sé sia composto da diverse dimensioni: vi sono Sé che organizzano l esperienza attuale dell individuo, altri che definiscono il passato ed il futuro; alcuni sono di stampo positivo, altri di stampo negativo. Maruna (1997) ricorda come il Sé sia essenzialmente la costruzione di una storia. Lo scopo del presente studio è quello di prendere in considerazione soprattutto quella parte di storia che si deve ancora scrivere, legata cioè agli aspetti futuri. I Sé possibili (Markus, Nurius 1986) sono proiezioni del Sé attuale nel futuro e rappresentano pertanto aspetti che riguardano quello che una persona è, quello che vorrebbe essere, quello che dovrebbe essere, quello che spera di diventare e quello che non vuole diventare. I Sé possibili derivano dalle rappresentazioni del Sé passato e sono strettamente interconnessi con il Sé del presente, ma riguardano fantasie, speranze e paure legate al futuro. Proprio per questo motivo sono un collegamento cruciale fra il concetto di Sé e la motivazione: i Sé possibili sono quegli elementi cognitivi ed affettivi che guidano ed attivano i comportamenti (Markus, Ruvolo 1989). Un aspetto significativo che caratterizza i Sé possibili è il loro bilanciamento (Oyserman, Markus 1990a): questo concetto si riferisce alla relazione che si stabilisce fra coppie di Sé possibili positivi e negativi relativi allo stesso ambito. Pensiamo ad un ragazzo che debba sostenere l esame per ottenere la patente di guida. Se i suoi Sé possibili sono bilanciati, avrà aspettative positive rispetto al fatto di prendere la patente (essere più autonomo, portare in giro gli amici, etc.), ma si raffigurerà allo stesso tempo le possibili conseguenze di un suo fallimento (fare brutta figura con i suoi compagni, non avere a disposizione la macchina per le prossime vacanze, etc.). L ipotesi avanzata da Oyserman e Markus (1990a) è che uno squilibrio fra aspettative e paure possa essere una caratteristica degli individui che manifestano comportamenti delinquenziali. Al contrario, se gli aspetti negativi e temuti del Sé sono controbilanciati da quelli positivi, la motivazione a perseguire determinati obiettivi non devianti subirà un incremento. Se non c è un bilanciamento fra Sé possibili sperati e temuti nello stesso dominio, i comportamenti di un individuo possono risultare disorganizzati o eccessivamente influenzabili da fattori esterni: la mancanza di simmetria tra aspettative e speranze da un lato e paure dall altro, può causare una sorta di 3

4 disorganizzazione progettuale (Zara 1995), provocata da un insufficiente investimento psicologico che dovrebbe servire a superare le avversità e a raggiungere gli obiettivi previsti. Un individuo sarà invece più motivato a realizzare un Sé possibile positivo se riesce ad immaginarsi con chiarezza quello che succederebbe se questo non venisse realizzato. Un Sé possibile positivo può essere efficace nell indirizzare il comportamento; spesso però più Sé positivi vengono a trovarsi in concorrenza tra di loro. In questi casi potrebbero figurare tra i Sé positivi anche alternative di tipo criminale. Il bilanciamento si rivela utile soprattutto in quelle situazioni in cui più Sé possibili vengono a trovarsi in competizione fra di loro (Oyserman, Markus 1990b), aiutando così l individuo a valutare più attentamente le conseguenze positive e negative dei suoi comportamenti volti al raggiungimento degli obiettivi, in modo da ri-orientare gli interessi e accrescere la motivazione per raggiungere mete caratterizzate positivamente. Le risorse motivazionali aggiuntive potranno così contribuire a distogliere l individuo dal compiere attività delinquenziali: queste ultime infatti possono offrire vantaggi a breve scadenza, ma a lungo termine possono incidere negativamente. 3. Self attainability e Sé delinquenziale Un altro concetto chiave che può aiutare a comprendere la delinquenza e a cui verrà data particolare rilevanza nel presente studio è quello della selfattainability (Zara 2001b, in corso di pubblicazione). Esso esprime il modo in cui un individuo cerca di realizzare i propri obiettivi, collegandosi così fortemente con il costrutto dei Sé possibili. Sono necessari schemi e piani d azione per raggiungere gli obiettivi che ci si è preposti: la self-attainability si basa su una conoscenza di tipo procedurale, comprensiva di strategie d azione, regole di condotta, inferenze riguardanti il futuro, e aiuta l individuo a decidere, attuare e porre fine ad azioni, in modo da poter avvicinare quanto più possibile i Sé sperati ed evitare i Sé temuti. A volte i ragazzi che sono coinvolti in maniera persistente in attività delinquenziali sviluppano quello che viene chiamato Sé delinquenziale (Zara 2002a), con il quale ritrovano un senso di continuità tra il fare e l essere. In questi casi la delinquenza verrebbe a configurarsi come qualcosa in cui potersi 4

5 riconoscere ed in base alla quale costruire la propria identità: il rischio è quello che anche i Sé possibili potrebbero essere costruiti in quest ottica, e quindi strutturare il futuro del giovane in un ambito che continua ad essere di tipo criminale. Le aspettative che permeano la visione del futuro in queste circostanze possono incidere così anche sul modo di strutturare gli schemi d azione per raggiungere gli obiettivi previsti. Il giovane delinquente si può convincere che la sua vita presente, caratterizzata da attività criminali, non potrà che protrarsi con le stesse modalità anche in futuro, creando in tal modo le premesse per non poter sperimentare alternative al percorso deviante. Questo si ripercuoterà sul modo in cui l individuo cercherà di raggiungere le proprie mete, i propri desideri e i propri Sé possibili, contribuendo così, in una sorta di circolo vizioso, al mantenimento e al rafforzamento del Sé delinquenziale. 4. Lo studio esplorativo I quesiti empirici che ci si è posti in questo studio esplorativo sono i seguenti: come sostiene la letteratura internazionale (Moffitt 1997, Emler, Reicher 2000), possiamo affermare che nella fase adolescenziale un certo grado di attività illecite vengono commesse da gran parte dei giovani e si possano quindi considerare nella norma? Si riescono ad individuare fattori di rischio (individuali, familiari, psicologici, sociali) che possano aiutare a comprendere meglio la dinamica del fenomeno delinquenziale? I Sé possibili dei ragazzi delinquenti sono diversi per natura da quelli dei giovani che non hanno mai avuto problemi con la giustizia? Il bilanciamento fra aspetti del Sé nello stesso ambito può aiutare a differenziare i due gruppi di ragazzi (delinquenti e non)? Esistono delle differenze e/o delle similarità nel modo in cui i due gruppi di giovani elaborano delle strategie e dei piani d azione per cercare di raggiungere certi obiettivi? Per cercare di analizzare questi interrogativi si è preso in considerazione un campione costituito da 33 individui, suddivisi in due gruppi: 18 giovani delinquenti, intervistati all interno del carcere minorile di Torino Ferrante Aporti (N=5) e all Ufficio dei Servizi Sociali per i Minorenni (USSM) della stessa città (N=13); altri 15 ragazzi, che ufficialmente non avevano mai avuto a che fare 5

6 con la giustizia e i suoi organismi, studenti di un centro di formazione professionale. L età dei partecipanti era compresa fra i 17 e i 22 anni (M = 19,2). Nella scelta dei ragazzi si è cercato di individuare giovani che potessero avere caratteristiche socio-culturali simili. Quasi tutti i giovani contattati erano di sesso maschile: le ragazze erano presenti in maniera minima in entrambi i gruppi, tre nel gruppo dei delinquenti e due nell altro gruppo. Tutti i ragazzi erano residenti in Piemonte, la grande maggioranza a Torino e provincia. Gran parte dei giovani era di nazionalità italiana, anche se era presente qualche straniero (quattro in entrambi i gruppi) Strumenti Gli strumenti empirici utilizzati sono due: il Self-Reported Delinquency (SRD) (Gatti et al. 1994) e il Possible Selves Measure (PSM) (Oyserman, Markus 1990a, Zara 2001b). Il SRD utilizzato è stato adattato da quello elaborato da Gatti e colleghi (1994), uno strumento italiano che ben si adattava a essere utilizzato per la nostra indagine. Il questionario si componeva di due parti principali: la prima richiedeva agli individui intervistati di fornire un quadro della loro condizione socio-economico-culturale, mentre la seconda si occupava di indagare i loro comportamenti devianti e delinquenziali. La prima sezione è stata creata ex novo, mentre la seconda parte riporta items relativi a vari reati, suddivisi in quattro grandi categorie: comportamenti illeciti, atti di vandalismo, reati contro la proprietà e comportamenti violenti. Il secondo strumento utilizzato è il PSM, che ha permesso di indagare i Sé possibili fantasticati, sperati, aspettati e temuti dei ragazzi dei due gruppi. Il questionario è quello originariamente impiegato da Oyserman e Markus (1990b) negli Stati Uniti, poi da Zara (2001b, 2002b, 2003) in Inghilterra, tradotto e successivamente adattato alla realtà italiana. Anche questo strumento era suddiviso in due parti differenti. In quella iniziale, strutturata in quattro domande aperte, i ragazzi erano invitati a indicare e a scrivere tre Sé possibili che, per quanto piacevoli, sapevano che non si sarebbero mai realizzati (Sé fantasticati); poi dovevano essere indicati tre Sé possibili futuri, ma in questo caso dovevano essere realistici o comunque sperati (Sé sperati). Successivamente gli 6

7 intervistati erano invitati a riportare tre aspettative (Sé aspettati) e tre paure o eventi temuti (Sé temuti) che avrebbero potuto caratterizzare il loro futuro immediato (6-12 mesi). In questi ultimi tre casi i ragazzi dovevano anche descrivere in che modo pensavano di raggiungere i loro Sé possibili positivi ed evitare quelli negativi, in modo da poter valutare il livello di self-attainability. La seconda parte del PSM era invece formata da 18 items strutturati in forma di domanda chiusa, che proponevano degli attributi positivi e negativi sul Sé ( sono felice, mi sento solo, ecc.). I giovani erano invitati a pensarsi in vari momenti della loro vita (passato, presente, futuro probabile e futuro che vorrebbero), cercando di valutare quanto questi items li descrivevano nei vari ambiti temporali. La valutazione era compiuta dagli intervistati per mezzo di una scala Likert a 5 punti. La somministrazione dei due questionari è avvenuta faccia a faccia, ed individualmente nei casi in cui ciò si è rivelato possibile. 4.2 Risultati Per analizzare i dati si è utilizzato il test del chi-quadrato, dove non è indicato diversamente. Una delle differenze che si sono potute constatare fra i due gruppi di giovani è stata quella relativa all uso di bevande alcoliche. Sembra infatti che i ragazzi delinquenti ne facciano un uso più frequente (p < 0.05) e, soprattutto, ne abusino maggiormente (p < 0.001). La letteratura internazionale sull argomento (Bigelow 2000) evidenzia come spesso l abuso di alcol sia associato alla delinquenza, essendo considerato spesso un buon predittore di crimini violenti (Eggleston, Laub 2002). Anche per quanto riguarda l uso di sostanze stupefacenti si sono potute rilevare delle differenze: le risposte date al questionario sembrano evidenziare un associazione statisticamente significativa (p < 0.001) tra droga (cocaina, allucinogeni e sostanze sintetiche) e delinquenza. Dall analisi delle risposte fornite al SRD emergono delle diversità a seconda degli ambiti presi in esame. I risultati ottenuti sono riassunti nella Tabella 1. I comportamenti considerati di minore gravità, quali ad esempio marinare la scuola, prendere il bus senza biglietto, duplicare CD senza autorizzazione, 7

8 ecc., sono rappresentati con un alta percentuale in entrambi i gruppi. Questo dato può supportare l ipotesi che in età giovanile certe manifestazioni devianti e delinquenziali possono essere considerate normative e proprie della fase esplorativa che contraddistingue questo periodo dello sviluppo (Moffitt 1997, Emler, Reicher 2000). Nonostante ciò, alcuni reati che caratterizzano i due gruppi presentano segnali preoccupanti: ad esempio non si registrano differenze significative nel fare gare di corsa con veicoli, in zone dove questo non è consentito tra un gruppo e l altro (p = 0.240), ma la percentuale di risposte affermative non è indifferente (38.9% fra i ragazzi delinquenti e 26.7% fra gli altri), testimoniando l attualità di questo tipo di comportamento a rischio. Le divergenze più consistenti fra i due gruppi riguardano invece i comportamenti violenti. Picchiare qualcuno tanto da rendere necessarie cure mediche (p < 0.01), ferire qualcuno con un arma (p < 0.001), portare armi (p < 0.001), sono tutte azioni che contraddistinguono in modo evidente i giovani delinquenti. Spesso alla base dei comportamenti violenti possono esserci abuso di alcol e di sostanze stupefacenti (Garnier, Stein 2002): la relazione trovata in precedenza fra uso e abuso di sostanze e di alcol potrebbe essere letta come rinforzante i meccanismi antisociali, anche se vi possono essere altri possibili predittori dell atteggiamento violento, quali l esposizione a forme di violenza o maltrattamenti (Dodge, Zelli 2000, Tarolla et al. 2002). 8

9 Tabella 1: SRD Gruppi Gruppo ufficialmente deviante a Psicologia e Giustizia Gruppo ufficialmente non deviante a 2 (df=1) SRD F % F % Marinare la scuola n.s. Andare via da casa * Prendere bus senza biglietto n.s. Prendere treno senza biglietto ** Guidare senza patente n.s. Fare gare di corsa con veicoli n.s. Fare graffiti con vernice * Fare telefonate oscene o minacciose n.s. Danneggiare pensilina n.s. Danneggiare cartello stradale n.s. Danneggiare finestra n.s. Danneggiare cestino spazzatura n.s. Danneggiare lampione * Danneggiare mobili od oggetti a scuola * Danneggiare giardino n.s. Danneggiare sedile autobus n.s. Danneggiare auto o veicolo ** Danneggiare bici n.s. Danneggiare cassetta lettere n.s. Danneggiare cose allo stadio n.s. Danneggiare cabina telefonica ** Danneggiare oggetti altrui * Danneggiare distributori per prendere soldi n.s. Portare via oggetti da negozi senza pagare n.s. Rubare a scuola ** Rubare al lavoro n.s. Rubare a casa * Rubare bici n.s. Rubare auto o altro veicolo *** Rubare da auto o altro veicolo * Rubare da bici n.s. Sfilare portafoglio * Scippare * Entrare senza permesso * Comprare cose rubate * Vendere cose rubate ** Duplicare cd senza autorizzazione n.s. Portare armi *** Minacciare con armi per farsi dare soldi * Risse n.s. Dare fuoco ** Picchiare qualcuno non della famiglia * Picchiare qualcuno della famiglia n.s. Ferire con arma *** F = frequenza %= percentuale n.s. = non significativo a N = ragazzi che hanno ammesso di aver compiuto le azioni elencate *p < 0.05 **p < 0.01 ***p <

10 Nella seconda parte dell analisi si sono presi in considerazione i Sé possibili dei giovani intervistati. In generale i due gruppi non sembrano presentare rilevanti differenze per quanto riguarda i Sé fantasticati (Sé possibili che, per quanto piacevoli, l intervistato sa che non si realizzeranno mai). Per quanto riguarda invece i Sé possibili più realistici (Sé sperati), mentre nel gruppo di controllo le risposte si riferivano soprattutto a guadagni e a beni materiali, i Sé dei giovani delinquenti si distribuivano su più piani, comprendendo anche aspettative che riguardanti temi connessi con i comportamenti delinquenziali ( non vorrei tornare in prigione, vorrei smettere di rubare, etc.). Questo può fornire un supporto all ipotesi secondo la quale l ambiente in cui una persona vive influenza la formazione del Sé: per questo motivo, se un individuo vive in una realtà di tipo criminale sarà maggiormente portato a costruire i suoi Sé possibili a partire da un contesto delinquenziale, e molti giovani potrebbero così sviluppare dei modi di percepire e di percepirsi improntati sul fare deviante (Zara 2002a). Analoghe considerazioni possono essere fatte per i Sé sperati (che riguardavano aspettative positive di un futuro prossimo) e soprattutto dei Sé temuti (paure rispetto a un futuro prossimo): la maggioranza dei giovani delinquenti infatti ha elaborato dei Sé possibili nell ambito della delinquenza, della morte, della cattiva salute. La situazione attuale vissuta condiziona la formazione di Sé possibili futuri, in quanto è la percezione dell individuo su chi egli è stato ed è che indirizza il modo di pensare e di agire (Gulotta, Zara 1997). In un contesto delinquenziale la percezione del futuro può essere così caratterizzata da elementi che rimandano ad un ambito deviante, situazione in cui il ragazzo sembra presentare meno risorse motivazionali per uscire dal circuito delinquenziale. Per quanto riguarda il numero dei bilanciamenti si è riscontrata una significativa differenza fra i due gruppi (p < 0.001): i ragazzi coinvolti in episodi delinquenziali hanno avuto molte più difficoltà ad esplicitare Sé possibili aspettati e temuti bilanciati, a conferma di una delle ipotesi di partenza. Meno visibile, ma pur sempre significativo, il dato riguardante la self-attainability, che mostra come i giovani delinquenti manifestino maggiori difficoltà, rispetto al gruppo di controllo, a costruire piani d azione strategici per cercare di 10

11 raggiungere i loro obiettivi (Mann-Whitney *, U = , p < 0.07). Sono tuttavia necessari ulteriori studi per esplorare l applicazione di questi costrutti e ulteriori ricerche su campioni più ampi per poter estendere i risultati alla popolazione generale. Analizzando la seconda parte del PSM, le uniche differenze che si registrano tra i due gruppi riguardano i Sé negativi del passato e i Sé positivi del futuro probabile e voluto. I ragazzi del gruppo deviante hanno una percezione di se stessi e di quello che sono stati fino a ieri più negativa rispetto agli altri ragazzi. Questo fatto potrebbe in parte spiegare il loro coinvolgimento nella delinquenza, in quanto situazioni di deprivazione e disagio sperimentate in passato possono aver gettato le basi per i comportamenti criminali messi in atto da questi ragazzi. Essi, inoltre, immaginano il futuro in un ottica più positiva rispetto al gruppo dei ragazzi non devianti, forse in contrapposizione alla loro posizione attuale, facendo pensare che molti di loro possano essersi impegnati in un percorso di cambiamento e di riscatto. 4.3 Discussione Attraverso il SRD si è potuto osservare come molti comportamenti, anche se spesso considerati come azioni di poca gravità, siano comuni ai due gruppi presi in considerazione. I comportamenti antisociali e prosociali possono essere considerati come gli estremi di un continuum che presenta molte tappe intermedie (Zara 2003). In questo contesto è assai difficile differenziare i buoni dai cattivi ; spesso si possono individuare solo le categorie degli individui che sono venuti a contatto con gli organi di controllo sociale e quelli che, pur avendo commesso reati, non sono stati scoperti. L abuso di alcol e di sostanze stupefacenti si sono rivelati due indicatori che caratterizzano in maniera abbastanza marcata il gruppo dei ragazzi delinquenti, configurandosi così come due possibili fattori di rischio, o almeno degli eventi correlati ad una situazione di tipo delinquenziale. Le differenze emerse per quel che riguarda l attainability, significative ma non così marcate come ci si sarebbe potuto aspettare, possono far intravedere un elemento di speranza nel gruppo dei giovani delinquenti. Indipendentemente * Mann-Whitney: test non parametrico 11

12 dalla significatività statistica dei risultati, si è creduto di individuare una significatività psicologica nelle risposte date al PSM, in quanto molti partecipanti sembravano aver sviluppato un senso delle loro possibilità tale per cui indirizzavano i loro Sé possibili aspettati verso obiettivi molto pragmatici, raggiungibili, evidenziando un lucido esame di realtà. Attraverso un percorso definito dai ragazzi che si prefigge il raggiungimento di obiettivi reali e non troppo difficili da conseguire, si potrebbero individuare in questi giovani le risorse necessarie che li aiutino ad uscire dal circuito delinquenziale. Nonostante questo, in alcuni casi sembrava che i ragazzi delinquenti non differenziassero abbastanza fra aspettative e speranze: certi giovani affermavano infatti che non c erano differenze fra questi due casi, in quanto sarebbero diventati quello che volevano, evidenziando in questo caso un insufficiente esame di realtà. Analizzando la seconda parte del PSM si è notato che i ragazzi delinquenti sembrano manifestare aspettative positive per quanto riguarda quello che vorrebbero essere in futuro. Questo potrebbe esprimere il fatto che alcuni ragazzi, dopo l esperienza dell arresto e in alcuni casi della detenzione, abbiano riflettuto sulla loro condizione presente vivendola, percependola e giudicandola in maniera negativa; nel momento in cui li si è aiutati a pensare al futuro voluto, potrebbero aver così accentuato le differenze con il loro presente considerato poco dignitoso. In questo contesto potrebbero essere emersi anche quei secondi Sé (Zara 2001a) che permettono all individuo di manifestare gli aspetti della propria personalità non utilizzati, ma indispensabili per poter dare un svolta (in senso non deviante) alla propria vita. I risultati del presente studio possono quindi essere visti in un ottica positiva: spesso infatti i ragazzi delinquenti immaginano il loro futuro uguale al passato e al presente, in una prospettiva negativa legata alla criminalità (Zara, in corso di pubblicazione), mentre in questo caso si percepisce, attraverso le risposte che i giovani hanno fornito, un senso di ottimismo verso gli aspetti futuri della loro esistenza. 12

13 5. Conclusioni Psicologia e Giustizia Nell illustrare i risultati abbiamo già sottolineato il fatto che in questo studio esplorativo possono essere individuati alcuni limiti metodologici che non permettono di fare generalizzazioni, ma solamente considerazioni preliminari. Si è cercato di coinvolgere i giovani attraverso una prospettiva che potesse considerare il loro punto di vista. Capire che cosa cercano di raggiungere i ragazzi coinvolti in episodi delinquenziali può aiutare a trovare delle strategie preventive per orientarli ad indirizzare le proprie risorse verso percorsi alternativi. Solo attraverso il recupero della persona umana che sta dietro alla maschera di ogni delinquente si possono ricercare spiegazioni e possibili soluzioni al problema della criminalità (Maruna 1997). La ricerca dovrebbe allora interessarsi maggiormente a quelli che sono gli aspetti peculiari della realtà psicologica degli individui che manifestano comportamenti delinquenziali, per cercare di far luce su quei processi cognitivi, emozionali, psicologici che stanno alla base dell agire criminale e che, interagendo con gli eventi ambientali, contribuiscono alla messa in atto di comportamenti di tipo criminale. Bibliografia ANDERSEN S. M. (1987), The Role of Cultural Assumptions in Self-Concept Development, in K. Yardley, T. Honess (eds.), Self and Identity: Psychosocial Perspectives, John Wiley and Sons Ltd, Chicester, ARNETT J. J. (2000), Emerging Adulthood: A Theory of Development from the Late Teens through the Twenties, American Psychologist, 55 (5), BIGELOW B. J. (2000), Delinquency, Current Opinion in Psychiatry, 13 (6), BONINO S., CATTELINO E. (2000), L'adolescenza tra opportunità e rischio. L'uso di sostanze psicoattive, in G. V. Caprara, A. Fonzi, L età sospesa. Itinerari nel viaggio adolescenziale, Giunti, Firenze, DODGE K. A., ZELLI A. (2000), La violenza nei giovani: tendenza, sviluppo e prevenzione, in G. V. Caprara, A. Fonzi, L età sospesa. Itinerari nel viaggio adolescenziale, Giunti, Firenze,

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