IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Prof Avv. Diego Corapi Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario

Transcript

1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Dott.ssa Claudia Rossi... Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Pietro Sirena Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Prof Avv. Diego Corapi Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario Prof. Avv. Marco Marinaro Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 26/10/2012, dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica; Fatto Il ricorrente ha affermato: -che in base alla liquidazione delle competenze del periodo dal 1 aprile 2011 al 30 giugno 2011 sarebbe stato riscontrato un errore nel calcolo degli interessi debitori, in quanto sarebbe stato applicato il tasso extra fido anche sulla parte non eccedente il fido concessogli di ,00; -che a seguito di segnalazione, la banca avrebbe ammesso il proprio errore e avrebbe provveduto ad accreditare il 7 settembre 2011 la somma di 516,00, con valuta del 7 settembre 2011, a storno parziale degli interessi addebitati; -che ciononostante nelle competenze del periodo dal 1 luglio 2011 al 30 settembre 2011 sarebbe stato ancora riscontrato il medesimo errore, in Pag. 2/7

2 quanto sarebbe stato nuovamente applicato il tasso extra fido anche sulla parte non eccedente il fido concessogli di ,00; -che tale errore avrebbe comportato un addebito di interessi corrispettivi in eccesso di 994,00; -che a seguito di segnalazione, la banca si sarebbe dichiarata disponibile a stornare gli interessi addebitati in eccesso, come aveva già fatto per le competenze del 30 giugno 2011; -che a seguito dell interruzione dei rapporti e del trasferimento presso un altro intermediario, la banca si sarebbe tuttavia rifiutata di dare seguito al suddetto storno, dichiarando che vi avrebbe provveduto nel solo caso in cui il ricorrente fosse rimasto proprio cliente. Prendendo posizione sulla risposta negativa ricevuta dalla banca al proprio reclamo, il ricorrente ha precisato inoltre: -che non avrebbe ricevuto alcuna comunicazione di variazione del tasso debitorio mediante l estratto conto del 31 dicembre Ciò posto, il ricorrente ha chiesto di ottenere il rimborso degli interessi addebitati sul suo conto corrente bancario fino alla concorrenza di 994,00. La banca ha resistito al ricorso, affermando nelle proprie controdeduzioni: -che non si sarebbe verificato alcun errore nel calcolo degli interessi debitori, né alcuno storno; -che dal 1 aprile 2010 sarebbe stata introdotta in tutti i contratti da essa stipulati la clausola secondo cui, in caso di utilizzi oltre il fido concesso che si protraggano per un periodo superiore a tre giorni consecutivi, sarebbe applicabile un tasso debitorio maggiorato (c.d. extra-fido) sull intero ammontare dell utilizzo, e non soltanto sulla parte eccedente il fido; -che, ai sensi dell art. 118 t.u.b. e tenuto conto dell art. 16 del contratto di conto corrente stipulato tra le parti il 19 settembre 1991, il ricorrente Pag. 3/7

3 avrebbe ricevuto tramite l estratto conto al 31 dicembre 2009 una apposita proposta di modifica unilaterale del contratto con decorrenza dal 1 aprile 2010; -che non sarebbe stato allegato dal ricorrente di non aver ricevuto la documentazione contabile, né tanto meno gli estratti conto trimestrali, né la suddetta informativa; -che il ricorrente avrebbe chiesto da anni che tutta la corrispondenza con la banca fosse domiciliata presso la filiale, in un apposita casella postale, della quale avrebbe detenuto la chiave personalmente; -che il ricorrente non avrebbe mai contestato la stessa modalità di calcolo del tasso debitorio extra-fido; -che la restituzione di 516,00 effettuata al cliente il 7 settembre 2011 a parziale storno di competenze a debito costituirebbe un abbuono eccezionalmente concesso nell ottica di rafforzare i buoni rapporti instaurati da anni tra le parti. Ciò posto, la banca ha chiesto che il ricorso sia rigettato. Diritto Si deve premettere che la clausola contrattuale la quale, in caso di sconfinamento rispetto all importo dell apertura di credito concessa al cliente, prevede che il tasso c.d. extra-fido sia applicabile non soltanto allo sconfinamento stesso, ma anche all importo utilizzato dell apertura di credito, è stata dichiarata nulla da questo Arbitro per difetto causale concreto (decisioni ABF, Collegio di Roma, n.267/2011 e n.2853/2012), anche indipendentemente dal fatto che il nuovo art. 117-bis t.u.b., il quale era ratione temporis inapplicabile a quei ricorsi (come lo è a quello esaminato in questa sede), s indirizza appunto nel senso di tale nullità. In un altra occasione, questo Arbitro si è altresì pronunciato nel senso che l applicazione del maggior tasso di sconfinamento non soltanto all extrafido, ma anche all importo accordato, in aggiunta all addebito della commissione fissa percentuale denominata corrispettivo sull accordato, Pag. 4/7

4 costituisca un lucro ingiustificato per il cliente, costituendo una inammissibile duplicazione della remunerazione del servizio prestato (decisioni ABF, Collegio di Milano, n.273/2012) Nel caso di specie, la questione della nullità della clausola di cui si tratta è assorbita in quella relativa al suo mancato inserimento nell accordo contrattuale tra le parti contraenti, il quale fa sì che il tasso c.d. extra-fido non sia in alcun caso applicabile e, ove invece lo sia stato, gli interessi addebitati al cliente debbano essere restituiti dalla banca a titolo di pagamento dell indebito (art c.c.). Premesso che la clausola di cui si tratta non è riportata nel testo del contratto originariamente stipulato con il ricorrente il 19 settembre 1991, la banca resistente ha affermato nelle proprie controdeduzioni (e già nella risposta negativa al reclamo del ricorrente) di averla unilateralmente inserita esercitando il ius variandi a essa attribuito dall art. 16 del medesimo contratto e dandone comunicazione al ricorrente in occasione dell estratto conto del 31 dicembre 2009 (che ha depositato nel presente giudizio), secondo quanto preveduto dall art. 118, 2 comma, t.u.b. Si deve tuttavia rilevare che, come si è esposto nelle premesse, il ricorrente ha specificamente contestato di aver ricevuto tale comunicazione. A tale proposito, si deve premettere che, secondo la regola generale di cui all art c.c., la comunicazione di cui si tratta produce i propri effetti dal momento in cui perviene a conoscenza del cliente; ai sensi dell art c.c., la medesima comunicazione si presume conosciuta dal cliente nel momento in cui giunga al suo indirizzo, a meno che egli non provi di essersi trovato senza sua colpa nell impossibilità di averne notizia. Ne consegue che grava sulla banca la quale alleghi di aver modificato unilateralmente il contratto l onere di provare che la comunicazione di cui all art. 118, 2 comma, t.u.b. è giunta all indirizzo del cliente. Secondo i principî di diritto enunciati dal Collegio di Coordinamento di questo Arbitro nelle decisioni n. 3499/2012 e n. 3500/2012, i quali, sebbene enunciati con specifico riguardo a una fattispecie diversa, sono Pag. 5/7

5 pur sempre applicabili al caso di specie, tale onere probatorio è senz altro soddisfatto, laddove la banca dia la prova di aver inviato la comunicazione mediante lettera raccomandata, depositando la relativa ricevuta rilasciata dall ufficio posta di spedizione; laddove invece la medesima comunicazione sia stata inviata mediante posta ordinaria, la ricezione potrà considerarsi provata soltanto in virtù del prudente apprezzamento da parte del Collegio di tutti gli elementi di conoscenza dei fatti che gli atti della controversia offrono. Le Istruzioni di vigilanza impartite dalla Banca d Italia a proposito della trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari espressamente precisano che la comunicazione di cui all art. 118, 2 comma, t.u.b. deve essere fatta «per iscritto presso il domicilio indicato dal cliente» (circolare n. 229 del 21 aprile 1999 e successivi aggiornamenti, tit. X, cap. 1, sez. IV, par. 2). Nel caso di specie, la comunicazione di cui all art. 118, 2 comma, t.u.b. risulta espressamente indirizzata al ricorrente presso una cassetta postale, poiché, secondo quanto affermato dalla banca resistente, il ricorrente avrebbe chiesto da anni che tutta la corrispondenza con la banca stessa fosse domiciliata presso la filiale, in un apposita casella postale, della quale avrebbe detenuto la chiave personalmente. Tale assunto è tuttavia rimasto sfornito di qualsiasi prova. Infatti, il modulo che è stato depositato dalla banca resistente prevede sì che, in deroga a quanto previsto dall art. 2 delle condizioni generali del contratto di conto corrente bancario, la banca sia autorizzata, nei casi in cui lo ritenga opportuno, «a depositare la corrispondenza a me/noi indirizzata presso la cassetta messa a mia/nostra disposizione presso di Voi» (p. 1) e che «la consegna di documentazione e/o le eventuali comunicazioni possono essermi/ci fatte con pieno effetto mediante deposito nella cassetta» (art. 3, p. 1). Ma il medesimo modulo risulta essere stato sottoscritto (peraltro in modo illeggibile) in nome e per conto di una ragione sociale, quale intestataria del conto corrente bancario, e non invece dal ricorrente in proprio. Pag. 6/7

6 Ne consegue che, non essendo stato depositato un atto scritto dal quale risulti che, ai sensi dell art. 47 c.c., il ricorrente abbia eletto domicilio presso la banca, l inserimento della comunicazione di variazione unilaterale del contratto nella suddetta cassetta bancaria non è idoneo a costituire il fattobase della presunzione legale di cui all art c.c., né sussistono indizi gravi, precisi e concordanti i quali, ai sensi dell art c.c., inducano il Collegio a presumere che la medesima comunicazione sia stata comunque conosciuta dal ricorrente. Ne consegue che, ai sensi dell art. 118, 3 comma, t.u.b., la variazione unilaterale del contratto che è stata invocata dalla banca resistente riguardo al tasso debitorio per l utilizzo oltre il fido concesso è inefficace, in quanto sfavorevole al ricorrente. In accoglimento del ricorso, il Collegio dispone pertanto che la banca ridetermini in base al tasso precedentemente pattuito gli interessi dovuti dal ricorrente per lo sconfinamento, anche nella parte in cui esso è pari all importo massimo dell affidamento, restituendo al ricorrente fino al limite massimo di 994,00 (oggetto della domanda a questo Arbitro) l eventuale eccedenza che gli sia stata addebitata. P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 7/7