Interventi Educativi Domiciliari
|
|
- Marianna Fantoni
- 6 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 FS Area SOCIO ASSISTENZIALE Interventi Educativi Domiciliari CARTA dei SERVIZI 1
2 PREMESSE DI PENSIERO AL PROGETTO Superati i pregiudizi, piuttosto diffusi negli anni che imputavano prevalentemente alla famiglia (e in particolare alla figura materna) la causa delle disfunzionalità infantili, oggi la letteratura scientifica internazionale è concorde nell individuarne le cause in una concorrenza di fattori di tipo personale, relazionale, sociale, politico, secondo il modello ecologico (OMS 2002). Ciò che permane, ed è presente alla coscienza dei servizi, è piuttosto la consapevolezza che le relazioni coniugali, comunque costituite, presentino dati di crescente fragilità con un ampia area di famiglie monogenitoriali. In questa fragilità sono ineludibilmente invischiati i figli, esposti a ritardi o devianze nello sviluppo, sul piano affettivo, cognitivo, relazionale, sociale. La risposta a questo stato di cose non è la ricerca di colpe, ma l organizzazione di reti di sostegno, un sostegno che, a partire dalla segnalazione di un bisogno o di una disfunzionalità del singolo (in generale il figlio, in quanto soggetto debole e a rischio evolutivo) si fa carico di migliorare la qualità della relazione genitoriale, quindi del nucleo o di quanto resta di esso, per valorizzarne le potenzialità e correggerne o attenuarne le carenze. Su questa linea è impegnata la Cooperativa Sociale Il Germoglio, che mette a disposizione dei servizi sociali dedicati alla tutela dei minori e al sostegno alla famiglia alcuni servizi pensati non solo a partire dalla letteratura in materia, ma anche dall esperienza diretta accumulata negli anni di gestione di Centri socio-educativi per ragazzi e adolescenti. Il progetto educativo domiciliare ha come obiettivo non l educazione di uno dei componenti del nucleo, ma il miglioramento della qualità delle relazioni che intercorrono tra i suoi vari componenti, persone che spesso si vogliono bene ma che spesso, per 2
3 le vicende della vita, per storie faticose pregresse, per mancanza di esperienza di felicità familiare, non riescono a sviluppare una qualità di rapporti sufficientemente buona, tale da tutelare tutti i bisogni in gioco, e specialmente quelli dei soggetti più deboli. A tale progetto è sotteso pertanto il principio di salvaguardare il diritto alla cura e all educazione del bambino e/o del ragazzo che non dispone di una capacità genitoriale adeguata nelle figure adulte della famiglia di origine; l idea di un sostegno educativo domiciliare nasce da concrete difficoltà riscontrate quotidianamente nel lavoro sociale dove spesso avere strumenti alternativi di intervento potrebbe evitare l allontanamento del figlio dal nucleo familiare di origine e il rischio della sua istituzionalizzazione. Il presente progetto si avvale dell esperienza, già svolta negli anni in modo sperimentale, di alcuni accompagnamenti individuali e familiari e di un corso di formazione-supervisione agli educatori dedicati, svolti da un esperta in materia. PREMESSE NORMATIVE AL PROGETTO Il Progetto Educativo Domiciliare di sostegno alla domiciliarità persegue finalità e principi che fanno riferimento al seguente quadro normativo: - Legge 285/97 art.4 comma c): prevede azioni di sostegno al minore e ai componenti della famiglia al fine di realizzare un efficace azione di prevenzione delle situazioni di crisi e di rischio psico-sociale anche mediante il potenziamento di servizi di rete per interventi domiciliari. - Legge 328/2000 art. 16, ( Valorizzazione e sostegno delle responsabilità familiari ) prevede: prestazioni di aiuto e sostegno domiciliare (c.3,d)). - Legge 149/2001: sancisce il diritto del minore a crescere in famiglia. 3
4 - Direttiva in materia di affidamento familiare e accoglienza in comunità di bambini e ragazzi deliberazione della giunta regionale dell Emilia Romagna 11 giugno 2007, n Legge 2/2003 Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali : all art. 9 ( Politiche familiari ) prevede forme di sostegno alla famiglia e all art. 20 il coinvolgimento di soggetti del Terzo Settore ed altri soggetti senza scopo di lucro. - WHO- ISPCAN/2006: Preventing child maltreatment, trad. Ital.: Linee guida per la prevenzione della violenza all infanzia, in corso di pubblicazione. - Legge regionale 28 luglio 2008, n. 14 Norme in materia di politiche per le giovani generazioni che, nell ambito di direttive sull Educazione alla salute e promozione di stili di vita sani incentiva e sostiene progetti ed interventi, promossi da enti locali, AUSL e terzo settore volti allo sviluppo della relazione madre-bambino, di relazioni positive tra genitori e figli fin dai primi anni di vita, di condivisione delle responsabilità tra madre e padre. OBIETTIVI DEL SERVIZIO 1. prevenire l istituzionalizzazione e/o l allontanamento dal nucleo familiare; 2. sviluppare nei componenti il nucleo familiare capacità di cura e accudimento dei figli attraverso una guida che possa sostenere, orientare e potenziare la relazione educativa. Tale relazione infatti, per essere efficace nelle esperienze di prossimità deve essere nutrita di affetto. 4
5 CARATTERISTICHE E PRESTAZIONI DEL SERVIZIO Gli interventi, svolti in ambito domiciliare e nel contesto di vita allargato del minore, si caratterizzano come segue: Sostegno alla genitorialità nella prima infanzia (0-6 anni). L Home Visiting è un intervento attivo da tempo nei Paesi anglofoni e si caratterizza come sostegno domiciliare a famiglie che risultano carenti o in grave difficoltà a svolgere le funzioni genitoriali. L operatore svolge un attività di affiancamento e rinforzo degli adulti nella cura dei figli (tutoraggio familiare, affiancamento alle neo-madri, sostegno ai genitori nei momenti di rientro del bambino in famiglia dopo un allontanamento, accompagnamento nell educazione e nell accudimento anche igienico), a seconda delle necessità e dei casi. Concretamente si tratta di educazione e sostegno alla genitorialità fragile. Sostegno alla genitorialità nella seconda infanzia (6 18 anni): affiancamento educativo-domiciliare nell ambito di problematiche sociali e di comportamento. Nel sostegno diretto al bambino/ragazzo, l operatore svolge una funzione di accompagnamento alle esperienze di crescita, alle opportunità di socializzazione facilitando anche l accesso ad una rete di rapporti esterni alla famiglia (svolgimento dei compiti scolastici ed accompagnamento nelle attività del tempo libero). Sostegno alla disabilità: affiancamento educativo-domiciliare a famiglie al cui interno sono presenti minori e/o persone diversamente abili. 5
6 Sostegno alla famiglia per supportare situazioni di problematicità di bambini e/o ragazzi con gravi disabilità, in cui sono necessari specifici approcci e interventi di matrice psico-pedagogica. DESTINATARI DEL SERVIZIO Destinatari del servizio sono nuclei familiari che si trovino: - in stato di disagio sociale, - a rischio di disadattamento o emarginazione - in situazioni multiproblematiche o in difficoltà anche temporanea ad esercitare la funzione educativa genitoriale. I nuclei familiari sono in carico ai servizi sociali territoriali con i quali si condivide il progetto educativo. Non sono escluse, previa valutazione della cooperativa, ammissioni di famiglie che richiedano spontaneamente e privatamente l attivazione di un percorso di sostegno. OPERATORI COINVOLTI NEL SERVIZIO Per la realizzazione del progetto si prevede il coinvolgimento delle seguenti figure professionali: - operatori educativi domiciliari qualificati in possesso di diploma e/o laurea attinente - un coordinatore, punto di riferimento per gli operatori in servizio, che ha il compito di organizzare, verificare e controllare l attività degli educatori stessi. PIANO DI FORMAZIONE AGGIORNAMENTO SUPERVISIONE DEL SERVIZIO 6
7 Per garantire un migliore svolgimento del lavoro educativo/formativo del gruppo degli operatori sono previste le seguenti modalità formative: - Percorsi di autoformazione interni al gruppo - Momenti individuali di confronto con il coordinatore - Supervisione periodica del lavoro svolto con una figura di psicoterapeuta - Incontri di verifica tra il gruppo di educatori, la coordinatrice della cooperativa e la responsabile del servizio sociale. ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO Procedure per la presa in carico: 1. Segnalazione Avviene su richiesta diretta al coordinatore da parte del Centro Servizi alla Persona. Altri committenti possibili sono: scuole, comuni e famiglie private. È responsabilità dell AS referente del caso (o di chi per lei) produrre appropriata documentazione per una approfondita conoscenza della situazione: relazione di presentazione del caso; scheda dei dati anamnestici; eventuali autorizzazioni per i contatti con la scuola, e/o con figure significative che ruotano attorno al minore (pediatra, referenti di altri servizi territoriali ecc..). 2.Presentazione del caso, con la descrizione della situazione di partenza e degli obiettivi da raggiungere. 3.Presentazione del progetto di sostegno elaborato dal Servizio territoriale, eventualmente in ottemperanza a un decreto, con la fissazione di obiettivi e di tappe intermedie. 4.Abbinamento educatore-nucleo da accompagnare, a cura del coordinatore dell équipe. 7
8 In fase di assegnazione di incarico verrà presentata la metodologia di presa in carico e la modalità di compilazione della modulistica progettuale. 5.Incontro presso il servizio per la presentazione della situazione con i referenti tecnici, l educatore, il coordinatore della cooperativa. In questa sede verrà condivisa la strutturazione dell intervento (tempi, modalità, primi obiettivi, modalità di verifiche successive); saranno chiaramente e dettagliatamente condivise le modalità di presentazione del progetto agli interessati, per evitare equivoci sul senso del servizio erogato, e compilati tutti i documenti necessari. Verrà inoltre fissato il primo incontro di conoscenza con la famiglia previa valutazione dell opportunità o meno della presenza del coordinatore. 6.Incontro con la famiglia per la condivisione del progetto: - presentazione dell educatore; - esplicitazione del ruolo educativo e regole comportamentali; - condivisione degli obiettivi e della strutturazione del progetto; - stesura del contratto educativo (eventualmente scritto) con la famiglia. - individuazione delle modalità di verifica 7.Stesura del progetto a cura dell educatore e del coordinatore che verrà poi consegnato ai referenti tecnici dopo almeno un mese di osservazione. Durante la realizzazione del progetto verranno: - mantenuti contatti periodici (almeno quindicinali) tra l educatore e il coordinatore per la verifica ed eventualmente la ricalibrazione degli obiettivi; - mantenuti contatti periodici (almeno mensili) tra l educatore, l assistente sociale o chi per lei, ed eventualmente il coordinatore per l aggiornamento del progetto; 8
9 - consegnate mensilmente via mail al coordinatore le schede di sintesi intervento compilate a cura dell educatore; - compilate le relazioni di andamento a cura dell educatore (la cadenza è concordata con l assistente sociale). Sarà cura del coordinatore inviarle al servizio competente; - stese le relazioni conclusive al termine dell intervento. LA DOCUMENTAZIONE RELATIVA AL SERVIZIO Presso gli uffici della cooperativa, conservati a norma di legge, sono presenti le cartelle personali di ogni singola situazione. Tali cartelle contengono: - Verbali degli incontri con i referenti tecnici - Scheda di Avvio Progetto - Progetto Educativo - Schede mensili di intervento, con specificazione dell orario osservato - Relazioni dei servizi - Varie ALLEGATI: modulistica utilizzata per la realizzazione del progetto. 9
REGOLAMENTO SERVIZIO EDUCATIVO DOMICILIARE
COMUNE DI MARCON VENEZIA REGOLAMENTO SERVIZIO EDUCATIVO DOMICILIARE Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. del REGOLAMENTO SERVIZIO EDUCATIVO DOMICILIARE CAPO I DISPOSIZIONI GENERALI Art.
DettagliFondo Famiglia 2015 Progetto Conferenza dei Sindaci ASL 3 Genovese
Fondo Famiglia 2015 Progetto Conferenza dei Sindaci ASL 3 Genovese Tenendo conto di quanto indicato dal Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del 14 ottobre 2015 e dall allegato D delle
DettagliALLEGATO A 1. RIFERIMENTI. Ambito territoriale XX Porto Sant Elpidio. Referente territoriale per i servizi di sostegno alla famiglia: Cognome Ranieri
ALLEGATO A DGR 583/08 Finanziamento progetti finalizzati alla riorganizzazione dei consultori per ampliare e potenziare gli interventi sociali a favore delle famiglie. Ambito Sociale XX e Distretto 1 1.
DettagliL ASSISTENTE SOCIALE PROFESSIONISTA NELLO SCENARIO DELLE STRUTTURE DI TIPO RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE PER ANZIANI
L ASSISTENTE SOCIALE PROFESSIONISTA NELLO SCENARIO DELLE STRUTTURE DI TIPO RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE PER ANZIANI a cura di Annalisa Fidaleo, assistente sociale In base alla legge LEGGE REGIONALE
DettagliCURRICULUM SOCIETA COOPERATIVA SOCIALE
CURRICULUM SOCIETA COOPERATIVA SOCIALE Copia non ufficiale 1 CURRICULUM COOPERATIVA SOCIALE EDIFICANDO La Edificando Società Cooperativa Sociale nasce nel mese di febbraio 2003 dall incontro di alcuni
DettagliIl Progetto Cicogna Comunità Sperimentale con Famiglie Accoglienti in Rete. Poli Piera
Il Progetto Cicogna Comunità Sperimentale con Famiglie Accoglienti in Rete Poli Piera Il contesto Il progetto nasce nel 2004 a Bologna all interno di un sistema diversificato di servizi rivolti a minori
DettagliCOMUNE DI MILANO. Griglia di osservazione dei segnali di rischio: Milano. uno strumento co-costruito per i MSNA e il suo utilizzo nella rete
COMUNE DI MILANO Griglia di osservazione dei segnali di rischio: uno strumento co-costruito per i MSNA e il suo utilizzo nella rete 2016 Comune di Milano. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Il presente documento
DettagliSEMINARIO DI LAVORO PER L AVVIO E LA COSTITUZIONE DI «RETI DI SCUOLE»
PROGRAMMA P.I.P.P.I. Programma di Intervento Per la Prevenzione dell Istituzionalizzazione di bambini e ragazzi che vivono in famiglie negligenti SEMINARIO DI LAVORO PER L AVVIO E LA COSTITUZIONE DI «RETI
DettagliREGOLAMENTO DISCIPLINANTE IL FUNZIONAMENTO DEL CENTRO PER LE FAMIGLIE DEL DISTRETTO SOCIALE S10
REGOLAMENTO DISCIPLINANTE IL FUNZIONAMENTO DEL CENTRO PER LE FAMIGLIE DEL DISTRETTO SOCIALE S10 APPROVATO CON DELIBERAZIONE DEL COORDINAMENTO ISTITUZIONALE N. 28 DEL 13.10.2010 INDICE Art.1 definizione
DettagliProgetto di azioni formative rivolte alla famiglia ( parte sperimentale del Programma Domus)
Progetto di azioni formative rivolte alla famiglia ( parte sperimentale del Programma Domus) Premessa Il progetto presentato si muove nell ambito di una strategia di sostegno delle famiglie romane, realizzando:
DettagliP.I.P.P.I. Una preziosa opportunità per ripensare il sistema di protezione e tutela dell infanzia ed il sostegno alla genitorialità
P.I.P.P.I. Una preziosa opportunità per ripensare il sistema di protezione e tutela dell infanzia ed il sostegno alla genitorialità Monica Pedroni Regione Emilia-Romagna Roma 10 settembre 2014 Ministero
DettagliLINEE GUIDA PER GLI INTERVENTI INTEGRATI DEL SERVIZIO SPECIALISTICO TUTELA MINORI E DEL SERVIZIO SOCIALE COMUNALE DI BASE
LINEE GUIDA PER GLI INTERVENTI INTEGRATI DEL SERVIZIO SPECIALISTICO TUTELA MINORI E DEL SERVIZIO SOCIALE COMUNALE DI BASE AREA SOGGETTO/ DESTINATARIO MANDATO/ COMPITO AZIONE/ INTERVENTO RESPONSABILITA
DettagliLe persone di minore età in Emilia-Romagna: i numeri in gioco
Le persone di minore età in Emilia-Romagna: i numeri in gioco Gino Passarini Responsabile Servizio Politiche familiari, infanzia e adolescenza Bologna, 20 novembre 2013 traccia della presentazione 1. Bambini
DettagliGESTIONE ASILO NIDO IL MIRTO E LA FARFALLA COMUNE DI POGGIO MIRTETO. Le Nuove Chimere Cooperativa Sociale
GESTIONE ASILO NIDO IL MIRTO E LA FARFALLA COMUNE DI POGGIO MIRTETO Le Nuove Chimere Cooperativa Sociale LE NUOVE CHIMERE Nasce come estensione della Cooperativa Cult, impresa storica del territorio sabino
Dettagli1 Premio Al Comune di Nuoro per il progetto I Pugni in tasca ritenuto uno delle sei migliori buone prassi nel sociale.
Direzione generale politiche sociali 1 Premio Al Comune di Nuoro per il progetto I Pugni in tasca ritenuto uno delle sei migliori buone prassi nel sociale. Il progetto nasce nell ottobre 1998 con l obiettivo
DettagliLa Grande Casa La cooperazione sociale che sostiene e promuove i diritti di cittadinanza.
Accoglienza, per tutti e per ciascuno La Grande Casa La cooperazione sociale che sostiene e promuove i diritti di cittadinanza. Accoglienza, Per Tutti E Per Ciascuno La nostra cooperativa è nata con l
DettagliCARTA DEI SERVIZI CENTRI BOLLEBLU
CARTA DEI SERVIZI CENTRI BOLLEBLU 1 I Centri Bolle Blu rendono disponibile, diffondono e distribuiscono agli utenti e ai loro familiari materiale informativo riguardante il o ed il suo funzionamento: Carta
DettagliAmbito Territoriale N 19 Afragola (Capofila) Caivano Cardito- Crispano - ASL Na2 Nord
Regolamento per l'organizzazione e Funzionamento del Servizio di Segretariato Sociale Ambito Territoriale N 19 ART. 1 ISTITUZIONE DEL SERVIZIO DI SEGRETARIATO SOCIALE In conformità al quadro normativo
DettagliLa struttura Centro Diurno Aurora 1 è un articolazione funzionale del Centro di Salute Mentale Nord, con sede a Valdagno.
CENTRO DIURNO AURORA 1 FINALITA E FUNZIONI GENERALI La struttura Centro Diurno Aurora 1 è un articolazione funzionale del Centro di Salute Mentale Nord, con sede a Valdagno. La struttura ha finalità riabilitative
DettagliMINORI E FAMIGLIA CoDeBri - SERVIZIO PIENAMENTE INCARDINATO NELL ENTE LOCALE TITOLARE DELLA FUNZIONE.
ALLEGATO -1 SCHEMA DI SINTESI MODELLO OPERATIVO - AMBITO MINORI E FAMIGLIA A.s.c. Consorzio Desio Brianza/Ambito Territoriale Desio MINORI E FAMIGLIA CoDeBri - SERVIZIO PIENAMENTE INCARDINATO NELL ENTE
DettagliCARTA DEI SERVIZI REPORT INDICATORI I SEMESTRE 2014
Servizio Tutela Minori Tempestività CARTA DEI SERVIZI REPORT INDICATORI I SEMESTRE 2014 + I casi valutati come urgenti dall equipe sono presi in carico entro 48 ore dalla segnalazione. intervento personalizzato
DettagliPromuovere la salute e il benessere della persona di ogni età.
Promuovere la salute e il benessere della persona di ogni età. LA COOPERATIVA SOCIALE ONLUS LA BOTTEGA DEI RAGAZZI NASCE NEL 2004. REALIZZA SERVIZI CHE SOSTENGONO IL CAMBIAMENTO E I PERCORSI DI CRESCITA
DettagliAlunni Diversamente Abili (DVA)
Alunni Diversamente Abili (DVA) Protocollo per l inclusione degli studenti diversamente abili Finalità: garantire il diritto all istruzione e i necessari supporti agli alunni; inserire gli alunni diversamente
DettagliPEI PROGETTO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO
PEI PROGETTO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO PER IL MINORE data dall ammissione in comunità data del presente progetto Le informazioni contenute in questo documento sono tutelate dalla legge sulla privacy in
DettagliCOMUNITA ALLOGGIO e di Pronto Accoglimento per MINORI VIAREGGIO (LU) CARTA DEL SERVIZIO
COMUNITA ALLOGGIO e di Pronto Accoglimento per MINORI VIAREGGIO (LU) CARTA DEL SERVIZIO Sommario C.RE.A. società cooperativa sociale Pag. 02 Che cosa è la Comunità Alloggio per Minori Pag. 02 Destinatari
DettagliGESTIRE A CASA IL FAMILIARE NON AUTOSUFFICIENTE: COSA FARE? CHI MI PUO AIUTARE?
GESTIRE A CASA IL FAMILIARE NON AUTOSUFFICIENTE: COSA FARE? CHI MI PUO AIUTARE? Assistente Sociale Barbara Miscoria Cividale del Friuli 16 gennaio 2012 L AMBITO DISTRETTUALE Si riferisce a una realtà territoriale
DettagliREQUISITI PER L ACCREDITAMENTO UNITA D OFFERTA SOCIALE STRUTTURE SOCIALI DI ACCOGLIENZA RESIDENZIALE PER MINORI
REQUISITI PER L ACCREDITAMENTO UNITA D OFFERTA SOCIALE STRUTTURE SOCIALI DI ACCOGLIENZA RESIDENZIALE PER MINORI STRUTTURE SOCIALI DI ACCOGLIENZA RESIDENZIALE PER MINORI COMUNITA EDUCATIVE: strutture di
DettagliSCHEDA PRESA IN CARICO PER LA SPERIMENTAZIONE DELLA NUOVA CARTA ACQUISTI
SCHEDA PRESA IN CARICO PER LA SPERIMENTAZIONE DELLA NUOVA CARTA ACQUISTI a) Sezione I - Anagrafica b) Sezione II - Analisi della domanda c) Sezione III - Progetto personalizzato 1 SEZIONE I - ANAGRAFICA
DettagliI Gruppi Cicogna : l integrazione fra politiche e servizi sociali e sanitari
Il Percorso Nascita nella Regione Emilia Romagna. L esperienza del territorio forlivese: i Gruppi Cicogna e non solo Nadia Bertozzi Centro Famiglie Comune di Forlì Forlì 23-24 febbraio 2007 1 I Gruppi
DettagliDirezione Didattica 2 circolo di Santarcangelo di Romagna. L INTEGRAZIONE SCOLASTICA: i Gruppi di lavoro la documentazione. A cura di Barbara Tosi
Direzione Didattica 2 circolo di Santarcangelo di Romagna L INTEGRAZIONE SCOLASTICA: i Gruppi di lavoro la documentazione A cura di Barbara Tosi 1 I GRUPPI DI LAVORO GLH DI ISTITUTO GLH OPERATIVO COMMISSIONE
DettagliIL WELFARE E I SERVIZI AI CITTADINI
IL WELFARE E I SERVIZI AI CITTADINI 92 IL SISTEMA EDUCATIVO 93 94 Linee programmatiche o Mantenere l'eccellenza nei servizi per l'infanzia aumentandone la quantità. Potenziare i servizi esistenti riducendo
DettagliEnte: CARITAS CARPI. Obiettivi del progetto
Ente: CARITAS CARPI Titolo del Progetto: OBIETTIVO COMUNITA - CARPI Obiettivi del Settore e Area d'intervento Impegno settimanale Sedi operative Azioni progettuali previste Ruolo e attività previste per
DettagliAdozione e sostegno alle famiglie
Adozione e sostegno alle famiglie Firenze, 19 aprile 2017 «Il lavoro nelle adozioni come pratica di sostegno alla genitorialità: nuovi indirizzi e nuovi strumenti» Regione Toscana Settore Innovazione Sociale
DettagliProgetto di affido professionale
Progetto di affido professionale Patto tra Servizio Sociale Famiglia Affidataria Cooperativa Famiglia del minore Nel quadro delle norme di riferimento del Servizio Affido Professionale, i soggetti coinvolti
DettagliSUCCESSO FORMATIVO 4.1 SUCCESSO FORMATIVO: PROGETTAZIONE 4.2 SUCCESSO FORMATIVO: RILEVAZIONE, ELABORAZIONE DATI E
SUCCESSO FORMATIVO 4.1 SUCCESSO FORMATIVO: PROGETTAZIONE Rilevare bisogni e pianificare azioni congrue; Rispondere ai Bandi MIUR, enti locali e circoscrizione con elaborazione e presentazione progetti,
DettagliI centri per le famiglie in Piemonte. Antonella Caprioglio Maria Celeste Anglesio Direzione Coesione Sociale. 31 marzo 2016
ASSESSORATO POLITICHE SOCIALI, DELLA FAMIGLIA E DELLA CASA I centri per le famiglie in Piemonte Antonella Caprioglio Maria Celeste Anglesio Direzione Coesione Sociale 31 marzo 2016 Italia e Piemonte: alcune
DettagliSCHEDA DI MONITORAGGIO DEL PROGETTO N 4
SCHEDA DI MONITORAGGIO DEL PROGETTO N 4 PERIODO IN ESAME: Gennaio 2006 DICEMBRE 2006 DATA COMPILAZIONE SCHEDA: APRILE 2007 Nome Progetto BAMBINI E NUOVE CULTURE Mission (finalità del Progetto) Il progetto
DettagliART.1 (Definizione) ART.2 (Obiettivi e finalità)
ART.1 (Definizione) Il Centro diurno per disabili Thalita Kumi Società Cooperativa Sociale Onlus è una struttura che persegue lo scopo di offrire una risposta qualificata ai bisogni di autonomia e di inclusione
DettagliScheda per la redazione del Progetto
ALLEGATO A Scheda per la redazione del Progetto 1. RIFERIMENTI Ambito territoriale: n. 17 SAN SEVERINO MARCHE / MATELICA Referente territoriale per i servizi di sostegno alla famiglia: Cognome Valeriani
DettagliGRUPPO GLH è un gruppo di studio e di lavoro del Collegio dei Docenti, aperto alla componente dei genitori e alle Agenzie territoriali, che si occupa
PERSONE: GRUPPO GLH è un gruppo di studio e di lavoro del Collegio dei Docenti, aperto alla componente dei genitori e alle Agenzie territoriali, che si occupa dell integrazione delle persone disabili.
DettagliServizi di sostegno alla funzione
Servizi di sostegno alla funzione genitoriale Associazione italiana per l educazione demografica Sezione di Roma In molti Paesi del Nord Europa e degli Stati Uniti il sostegno all esercizio della funzione
DettagliBANDI AREA SOCIALE. 27 Settembre Casa del Volontariato di Monza
BANDI AREA SOCIALE 27 Settembre 2011 - Casa del Volontariato di Monza 4 BANDI AREA SOCIALE B. 2011.6 Relazioni familiari e crescita delle competenze genitoriali- Problematiche minorili B. 2011.7 Disabilità
DettagliComunità Terapeutica Specialistica Madre Bambino
Casa Aurora Comunità Terapeutica Specialistica Madre Bambino CASA AURORA Casa Aurora è una Comunità terapeutica specialistica che accoglie diadi madre/ bambino, con madri portatrici di problematiche di
DettagliLa nascita colora la vita. sinergie e collaborazioni fra mondo educativo, sociale e sanitario
La nascita colora la vita sinergie e collaborazioni fra mondo educativo, sociale e sanitario Bologna, 15 maggio 2012 L oggetto, i primi protagonisti, la proposta attuale Anni 99/2000: prende corpo l idea
DettagliPROTOCOLLO PRESA IN CARICO UTENTE E MONITORAGGIO
PROTOCOLLO PRESA IN CARICO UTENTE E MONITORAGGIO PERSONALE INTERESSATO Direzione Coordinatori Coordinatore Operatore del servizio ELENCO ALLEGATI MOD-SER-003 MOD-SER-004 MOD-SER-005 MOD-SER-006 MOD-SER-007
DettagliIl Tavolo congiunto sociale-lavoro
Il Tavolo congiunto sociale-lavoro Tavolo di confronto e concertazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, delle Regioni e Province Autonome e dell ANCI, per l attuazione delle politiche
DettagliFormazione per tirocini AREA PRIMA e SECONDA INFANZIA
Formazione per tirocini AREA PRIMA e SECONDA INFANZIA Sabato 8 marzo 2008 Dott.sse Francesca Bianchi, Teresa Pandolfo, Francesca Salvi Quali sono i servizi alle famiglie e ai bambini? ma io, in tutto questo,
DettagliLa prevenzione degli effetti sulla salute delle ondate di calore
La prevenzione degli effetti sulla salute delle ondate di calore L esperienza della regione Emilia-Romagna a cura di Clara Curcetti Roma, 18 aprile 2007 Linee regionali di intervento per mitigare l impatto
DettagliPIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO
! MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA IC n. 6 Scuola... LA SPEZIA PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO P.E.I. (Ai sensi dell articolo 12 - L. 104/92) Alunno/a Classe Docente/i di sostegno
DettagliDIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE, PSICOLOGIA, COMUNICAZIONE A.A. 2015/2016
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE, PSICOLOGIA, COMUNICAZIONE www.forpsicom.uniba.it A.A. 2015/2016 CORSO DI STUDIO IN SCIENZE DELL'EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE CLASSE L-19 Coordinatore: prof. Silvana
DettagliIL VADEMECUM DELL INSEGNANTE DI SOSTEGNO I.C. UGO FOSCOLO DI VESCOVATO
IL VADEMECUM DELL INSEGNANTE DI SOSTEGNO I.C. UGO FOSCOLO DI VESCOVATO Il ruolo del docente per le attività di sostegno Il docente per le attività di sostegno è un docente specializzato nel particolare
DettagliFISM VENEZIA Formazione insegnanti scuola dell'infanzia INSIEME PER EDUCARE. La corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia
FISM VENEZIA Formazione insegnanti scuola dell'infanzia INSIEME PER EDUCARE La corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia 16 febbraio 2016 Manuela Vanin Per far crescere un bambino ci vuole un villaggio
DettagliDa oltre trent anni al servizio dei cittadini.
CARTA DEI SERVIZI Da oltre trent anni al servizio dei cittadini. [.] il servizio è costituito dal coordinatore, dagli operatori e, ove previsto, dalla struttura. Per servizio si intende un organizzazione
DettagliRuolo dell A.S. del D.P.
Ruolo dell A.S. del D.P. Le attività svolte dall A.S. sono quelle inerenti alle funzioni del servizio: prevenzione, terapia e riabilitazione, attività di consulenza e formazione, come previsto dal D.P.R.
DettagliServizio di Assistenza Domiciliare a favore di soggetti anziani e disabili. ALL. C Procedure tecniche per assistenti sociali
Servizio di Assistenza Domiciliare a favore di soggetti anziani e disabili ALL. C Procedure tecniche per assistenti sociali Distretto di Crema I. PREMESSA In linea con quanto espresso nelle Linee guida
DettagliLEGGE 112/2016 SUL DOPO DI NOI
I N C O N T R O D I S T U D I O LEGGE 112/2016 SUL DOPO DI NOI ASSISTENZA IN FAVORE DI PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE PRIVE DEL SOSTEGNO FAMILIARE, AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO, TRUST, VINCOLI DI DESTINAZIONE
DettagliProcedure ACCOGLIENZA RESIDENZIALE
Procedure ACCOGLIENZA RESIDENZIALE Sede legale: via al Deserto, 2-23022 Chiavenna (SO) PROCEDURE di ACCOGLIENZA RESIDENZIALE GENERALITA e SCOPO Generalità e scopo... pag. 3 APPLICABILITA e RESPONSABILITA
DettagliDIPARTIMENTO DISTRETTO Unità Operativa Tutela Età Evolutiva Adolescenti e Giovani APPUNTI DAL SERVIZIO INTEGRAZIONE SCOLASTICA E SOCIALE
AZIENDA U.L.S.S. 21 DIPARTIMENTO DISTRETTO Unità Operativa Tutela Età Evolutiva Adolescenti e Giovani APPUNTI DAL REGOLAMENTO OPERATORI SOCIO SANITARI SERVIZIO INTEGRAZIONE SCOLASTICA E SOCIALE PROGETTO
DettagliPercorsi e strumenti per l accoglienza e l integrazionel
Percorsi e strumenti per l accoglienza l e l integrazionel Approfondimenti Servizio Centrale SPRAR L affidamento familiare per i minori stranieri non accompagnati L AFFIDAMENTO FAMILIARE Legge 184/1983,
DettagliINFORMAZIONI PERSONALI ESPERIENZA LAVORATIVA ISTRUZIONE E FORMAZIONE. italiana
F O R M A T O E U R O P E O P E R I L C U R R I C U L U M V I T A E INFORMAZIONI PERSONALI Nome MARIA TERESA AGOSTINELLI Indirizzo Via Madonna degli Angeli n. 130 VELLETRI Telefono 9632573 Fax E-mail teresa.agostinelli@comune.velletri.rm
DettagliUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA
ATTIVITA DI TIROCINIO FORMATIVO nella PROFESSIONE EDUCATIVA Il Corso di laurea in Scienze dell Educazione dell Università degli Studi di Perugia, si è prefisso l obiettivo di valorizzare e potenziare l
DettagliLa famiglia di origine e la Comunità per minori. A cura di Dott. Giacomo Dal Gesso
! La famiglia di origine e la Comunità per minori A cura di Dott. Giacomo Dal Gesso Il Minore Il minore non è il problema della famiglia, che si manifesta attraverso le difficoltà scolastiche o comportamentali
Dettaglitra la Regione Toscana e l Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana Deliberazione GR 996 del 10 novembre 2014
ADOZIONE SCUOLA Percorso per l attuazione l del Protocollo d Intesa d tra la Regione Toscana e l Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana Deliberazione GR 996 del 10 novembre 2014 LE FINALITA Promuovere
DettagliREGOLAMENTO PER IL SERVIZIO DI AFFIDO FAMILIARE
Comune Comune di Comune di Comune di Comune di Comune di Comune di Comune di Comune di Comune di Comune di Comune di Maglie Bagnolo del Cannole Castrignano Corigliano Cursi Giurdignano Melpignano Muro
DettagliENTE I.S.P.E.F. - Istituto di Scienze Psicologiche dell Educazione e della Formazione.
PRESENTAZIONE delle INIZIATIVE di FORMAZIONE ORGANIZZATE dai SOGGETTI ACCREDITATI o RICONOSCIUTI COME QUALIFICATI ( DM 177/2000, art. 4 ) ENTE I.S.P.E.F. - Istituto di Scienze Psicologiche dell Educazione
DettagliProgetti area minori e famiglie presentati nell annualit. annualità Incontro 31 gennaio 2014
Progetti area minori e famiglie presentati nell annualit annualità 2012 Incontro 31 gennaio 2014 Firenze Regione Toscana Sede Giunta Regionale I Macroambiti previsti dalla deliberazione GR n. 393 / 2012
DettagliDISTRETTO SOCIO-ASSISTENZIALE A
DISTRETTO SOCIO-ASSISTENZIALE A PROGETTO BIANCANEVE Legge Regionale 29/04/04 nr. 6 D.G.R. 29/05/07 nr. 359 ESIGENZE DEI PICCOLI COMUNI 1. Titolo del Progetto: BIANCANEVE 2. Premessa Il progetto intende
DettagliCOMUNITA ALLOGGIO PER MINORI REGOLAMENTO INTERNO
1 Blasone famiglia Pastore - Vannucci S.Pietro Statua del Serpotta Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza OPERE PIE RIUNITE PASTORE E SAN PIETRO ALCAMO - TP COMUNITA ALLOGGIO PER MINORI REGOLAMENTO
DettagliChi è e cosa fa lo Psicologo
Chi è e cosa fa lo Psicologo L articolo 1 della Legge 18/2/1989 n. 56 Ordinamento della professione di psicologo recita: La professione di Psicologo comprende l uso degli strumenti conoscitivi e di intervento
DettagliSCHEDA TECNICA PROGETTUALE CENTRI DIURNI DISABILI
SCHEDA TECNICA PROGETTUALE 1. TITOLO AZIONE CENTRI DIURNI DISABILI 2. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ Descrivere sinteticamente le attività che si intendono realizzare all interno dell azione di riferimento,
DettagliCENTRO BAMBINI E GENITORI. Servizio di Ludoteca Comunale
CENTRO BAMBINI E GENITORI Servizio di Ludoteca Comunale REGOLAMENTO Art. 1 Finalità Il Comune di Pianoro sostiene e valorizza nelle famiglie i compiti di cura e di crescita dei figli, assicurando un sistema
DettagliComune di Bardolino Provincia di Verona REGOLAMENTO AFFIDI FAMILIARI
Comune di Bardolino Provincia di Verona REGOLAMENTO AFFIDI FAMILIARI Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 38 del 08.07.2002 Articolo 1 Oggetto Oggetto del presente regolamento è la gestione
DettagliScuola: Istituto Paritario Maria Ausiliatrice (Lugo RA) a.s. 2016/2017
Scuola: Istituto Paritario Maria Ausiliatrice (Lugo RA) a.s. 2016/2017 Piano Annuale per l Inclusione Parte I analisi dei punti di forza e di criticità A. Rilevazione dei BES presenti: n 1. disabilità
DettagliREGIONANDO 2000 REGIONE EMILIA ROMAGNA AZIENDA UNITA SANITARIA DI PARMA DISTRETTO SUD EST G.I.S. (GRUPPO PER L INTEGRAZIONE TRA I SERVIZI)
REGIONANDO 2000 REGIONE EMILIA ROMAGNA AZIENDA UNITA SANITARIA DI PARMA DISTRETTO SUD EST G.I.S. (GRUPPO PER L INTEGRAZIONE TRA I SERVIZI) Il Progetto G.I.S. (Gruppo per l Integrazione tra i Servizi) nasce
DettagliCOMUNE DI ANDRIA PROGETTO ASSISTENZIALE INDIVIDUALE Servizio di Assistenza Domiciliare ed Educativa Domiciliare minori e nuclei familiari.
COMUNE DI ANDRIA PROGETTO ASSISTENZIALE INDIVIDUALE Servizio di Assistenza ed Educativa minori e nuclei familiari. Modello n. 4 Cognome Nome Luogo di nascita Data di nascita CF Genitore beneficiario diretto
Dettaglicooperativa sociale comunità del giambellino CARTA DEI SERVIZI Ver ottobre 2010
cooperativa sociale comunità del giambellino CARTA DEI SERVIZI housing sociale Ver. 1 19 ottobre 2010 housing@giambellino.org Cooperativa sociale Comunità del Giambellino via Gentile Bellini 6-20146 Milano
DettagliLa psicologia clinica e di comunità, strumenti ed opportunità per l'integrazione socio-sanitaria. sanitaria. 14 Maggio Roma
La psicologia clinica e di comunità, strumenti ed opportunità per l'integrazione socio-sanitaria sanitaria 14 Maggio 2009- Roma Dr.ssa Maria M. Russo Direttore Programma di Psicologia AUSL Rimini 1 Riferimenti
DettagliRequisiti di accreditamento per le Unità d'offerta Sociale per la prima infanzia
Requisiti di accreditamento per le Unità d'offerta Sociale per la prima infanzia Approvato dall'assemblea dei Sindaci del Distretto Sociale 6 ASL Milano 2 in data 9 febbraio 2011 Premessa: L accreditamento
DettagliPROGETTO DEL CENTRO DI AGGREGAZIONE GIOVANILE TEMPO INSIEME
PROGETTO DEL CENTRO DI AGGREGAZIONE GIOVANILE TEMPO INSIEME Il C.A.G. Tempo insieme è un luogo/spazio educativo, di inclusione sociale, di aggregazione e di sostegno rivolto alla fascia di età 6/18 anni,
DettagliSERVIZIO SEGRETARIATO SOCIALE UOC
COMUNE DI SERVIZIO SEGRETARIATO SOCIALE UOC Ufficio Distrettuale di Piano Accreditamenti Sostegno Genitorialità Infanzia e Adolescenza Centro per la Famiglia L attività svolta dalla UOC Ufficio Distrettuale
DettagliTEMPI SUPPLEMENTARI. Corso di formazione. Percorsi di accompagnamento allo studio fra scuola e territorio. Area Education & Social Work
Corso di formazione TEMPI SUPPLEMENTARI Percorsi di accompagnamento allo studio fra scuola e territorio Area Education & Social Work FORMAZIONE PERMANENTE CENTRO STUDI E RICERCHE SULLE POLITICHE DELLA
DettagliLEGGE REGIONALE N. 28 DEL REGIONE UMBRIA. Interventi per il sostegno e la qualificazione dell attività di assistenza familiare domiciliare.
LEGGE REGIONALE N. 28 DEL 03-10-2007 REGIONE UMBRIA Interventi per il sostegno e la qualificazione dell attività di assistenza familiare domiciliare. Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE UMBRIA N.
DettagliIl mio lavoro, Tra counselling e pedagogia
Il momento del cambiamento è l unica poesia. A. Rich Il mio lavoro, Tra counselling e pedagogia conosciamoci! Mi chiamo Alessia e sono una pedagogista e counsellor. Scopo del mio lavoro è aiutarti a stare
Dettagli«Cyberbullismo e cittadinanza digitale»
«Cyberbullismo e cittadinanza digitale» FIDAE «Cyberbullismo: una sfida educativa» Istituto Gonzaga, Milano Simona Chinelli, referente cyberbullismo per l USR Lombardia L intervento 1. I documenti di riferimento
DettagliLeggere fa bene alla salute. La costruzione di una buona pratica di comunità
Leggere fa bene alla salute La costruzione di una buona pratica di comunità La Regione Umbria e la «lettura» La Regione Umbria riconosce nella «lettura» una risorsa strategica su cui investire per lo sviluppo
DettagliANNO SCOLASTICO Parte I analisi dei punti di forza e di criticità
tel. +39 0426-631742 fa 0426 322199 Parte I analisi dei punti di forza e di criticità A. RILEVAZIONE DEI BES PRESENTI: n 1. Disabilità con D.F. (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) 48 Minorati vista 1 Minorati
DettagliFormulario Progetti Doposcuola 2016/2017
Formulario Progetti Doposcuola 2016/2017 Sez. A - Informazioni preliminari 1. Titolo e sottotitolo (Inserire il titolo del progetto ed un eventuale sottotitolo) Doposcuola?! un gioco da ragazzi!" 2. Comune
DettagliPiano Annuale per l Inclusione del Liceo Scientifico A.S. 2016/2017
Piano Annuale per l Inclusione del Liceo Scientifico A.S. 2016/2017 Parte I analisi dei punti di forza e di criticità A. Rilevazione dei BES presenti: n 1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3,
DettagliISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ALDO MORO. Tel. 0124/ Cod. Fisc URL:
ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ALDO MORO Liceo Scientifico Istituto Tecnico Via Gallo Pecca n.4/6 10086 RIVAROLO CANAVESE Tel. 0124/45.45.11 - Cod. Fisc. 85502120018 E-mail: segreteria@istitutomoro.it
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO ELEONORA D ARBOREA VILLANOVA MONTELEONE PAIDEIA PERCORSO DI AUTOFORMAZIONE PER L INCLUSIONE DSA
ISTITUTO COMPRENSIVO ELEONORA D ARBOREA VILLANOVA MONTELEONE PAIDEIA PERCORSO DI AUTOFORMAZIONE PER L INCLUSIONE DSA Il progetto è volto a riconsiderare la scuola come spazio in cui intrecciare relazioni,
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO STATALE di Scuola dell Infanzia, Primaria e Secondaria di 1 grado SAN GIOVANNI TEATINO (CH)
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE di Scuola dell Infanzia, Primaria e Secondaria di 1 grado www.istitutocomprensivosgt.it SAN GIOVANNI TEATINO (CH) Dalla parte dell Educazione Progetto di Formazione Scuola-
DettagliModalità operative Risorse e Punti di Forza Dirigente Scolastico: Insegnanti dell alunno ed educatori: GLH d Istituto Counsellor
L'inclusione di alunni con diverse abilità, con svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale, alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento(DSA) e disturbi evolutivi specifiche coinvolge soggetti
DettagliPROCEDURA SOMMARIO COD:PRSAS REV. 0.0 Pagina 2/
Pagina 1/ TITOLO Professioni: Tecniche della Prevenzione (Tecnici e Infermieristiche nel Dipartimento di Prevenzione P.O. Resp. Area Prevenzione ed Educazione alla Salute Dott.ssa Chiara Gentile P.O. Dipartimento
DettagliCENTRO PER LE FAMIGLIE DISTRETTO DI PONENTE
CENTRO PER LE FAMIGLIE DISTRETTO DI PONENTE AREE DI ATTIVITÀ ANNO 2015 1 SPORTELLO INFORMAFAMIGLIE E BAMBINI RIVOLTO A: prioritariamente famiglie con figli, nonché operatori dei servizi presenti sul territorio.
DettagliScuola Istituto Achille Ricci a.s Piano Annuale per l Inclusione
Scuola Istituto Achille Ricci a.s. 2016-2017 Piano Annuale per l Inclusione Parte I analisi dei punti di forza e di criticità A. Rilevazione dei BES presenti: n 1. disabilità certificate (Legge 104/92
DettagliLAVORARE IN RETE PER L INCLUSIONE DI ALUNNI CON AUTISMO A SCUOLA: LABORATORIO DI STRATEGIE DIDATTICHE ED EDUCATIVE
LAVORARE IN RETE PER L INCLUSIONE DI ALUNNI CON AUTISMO A SCUOLA: LABORATORIO DI STRATEGIE DIDATTICHE ED EDUCATIVE PERCORSO DI FORMAZIONE PER INSEGNANTI E ASSISTENTI EDUCATIVI DALLA SCUOLA DELL INFANZIA,
DettagliANNO SCOLASTICO 2016/17 FUNZIONE STRUMENTALE AREA SOSTEGNO
ANNO SCOLASTICO 2016/17 FUNZIONE STRUMENTALE AREA SOSTEGNO : DOCENTE: ORLANDI DONATELLA DATA: 29/09/2016 FIRMA DESCRIZIONE SINTETICA DEL L integrazione degli alunni portatori di handicap come di quelli
DettagliCome nasce l idea di DivertInMente Doposcuola creativo
Come nasce l idea di DivertInMente Doposcuola creativo Analisi del bisogno L idea guida di questo progetto è l attivazione di un Doposcuola per creare un luogo e uno spazio che accolga bambini e genitori
DettagliÉQUIPE MULTIDISCIPLINARE. MALTRATTAMENTO TRASCURATEZZA E ABUSO (M.T.A.) ex ASL. 7
ÉQUIPE MULTIDISCIPLINARE MALTRATTAMENTO TRASCURATEZZA E ABUSO (M.T.A.) ex ASL. 7 In linea con la normativa regionale (DGR n. 42-29997 del 02.05.2000) L ex ASL 7 ha costituito con delibera del 24.04.2002
Dettagli1. La Carta dei servizi finalità e principi
1. La Carta dei servizi finalità e principi 1. La Carta dei servizi finalità e principi La Carta dei servizi educativi 0-3, realizzata attraverso un percorso di costruzione partecipata tra genitori, educatori,
Dettagli