Interventi Educativi Domiciliari

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1 FS Area SOCIO ASSISTENZIALE Interventi Educativi Domiciliari CARTA dei SERVIZI 1

2 PREMESSE DI PENSIERO AL PROGETTO Superati i pregiudizi, piuttosto diffusi negli anni che imputavano prevalentemente alla famiglia (e in particolare alla figura materna) la causa delle disfunzionalità infantili, oggi la letteratura scientifica internazionale è concorde nell individuarne le cause in una concorrenza di fattori di tipo personale, relazionale, sociale, politico, secondo il modello ecologico (OMS 2002). Ciò che permane, ed è presente alla coscienza dei servizi, è piuttosto la consapevolezza che le relazioni coniugali, comunque costituite, presentino dati di crescente fragilità con un ampia area di famiglie monogenitoriali. In questa fragilità sono ineludibilmente invischiati i figli, esposti a ritardi o devianze nello sviluppo, sul piano affettivo, cognitivo, relazionale, sociale. La risposta a questo stato di cose non è la ricerca di colpe, ma l organizzazione di reti di sostegno, un sostegno che, a partire dalla segnalazione di un bisogno o di una disfunzionalità del singolo (in generale il figlio, in quanto soggetto debole e a rischio evolutivo) si fa carico di migliorare la qualità della relazione genitoriale, quindi del nucleo o di quanto resta di esso, per valorizzarne le potenzialità e correggerne o attenuarne le carenze. Su questa linea è impegnata la Cooperativa Sociale Il Germoglio, che mette a disposizione dei servizi sociali dedicati alla tutela dei minori e al sostegno alla famiglia alcuni servizi pensati non solo a partire dalla letteratura in materia, ma anche dall esperienza diretta accumulata negli anni di gestione di Centri socio-educativi per ragazzi e adolescenti. Il progetto educativo domiciliare ha come obiettivo non l educazione di uno dei componenti del nucleo, ma il miglioramento della qualità delle relazioni che intercorrono tra i suoi vari componenti, persone che spesso si vogliono bene ma che spesso, per 2

3 le vicende della vita, per storie faticose pregresse, per mancanza di esperienza di felicità familiare, non riescono a sviluppare una qualità di rapporti sufficientemente buona, tale da tutelare tutti i bisogni in gioco, e specialmente quelli dei soggetti più deboli. A tale progetto è sotteso pertanto il principio di salvaguardare il diritto alla cura e all educazione del bambino e/o del ragazzo che non dispone di una capacità genitoriale adeguata nelle figure adulte della famiglia di origine; l idea di un sostegno educativo domiciliare nasce da concrete difficoltà riscontrate quotidianamente nel lavoro sociale dove spesso avere strumenti alternativi di intervento potrebbe evitare l allontanamento del figlio dal nucleo familiare di origine e il rischio della sua istituzionalizzazione. Il presente progetto si avvale dell esperienza, già svolta negli anni in modo sperimentale, di alcuni accompagnamenti individuali e familiari e di un corso di formazione-supervisione agli educatori dedicati, svolti da un esperta in materia. PREMESSE NORMATIVE AL PROGETTO Il Progetto Educativo Domiciliare di sostegno alla domiciliarità persegue finalità e principi che fanno riferimento al seguente quadro normativo: - Legge 285/97 art.4 comma c): prevede azioni di sostegno al minore e ai componenti della famiglia al fine di realizzare un efficace azione di prevenzione delle situazioni di crisi e di rischio psico-sociale anche mediante il potenziamento di servizi di rete per interventi domiciliari. - Legge 328/2000 art. 16, ( Valorizzazione e sostegno delle responsabilità familiari ) prevede: prestazioni di aiuto e sostegno domiciliare (c.3,d)). - Legge 149/2001: sancisce il diritto del minore a crescere in famiglia. 3

4 - Direttiva in materia di affidamento familiare e accoglienza in comunità di bambini e ragazzi deliberazione della giunta regionale dell Emilia Romagna 11 giugno 2007, n Legge 2/2003 Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali : all art. 9 ( Politiche familiari ) prevede forme di sostegno alla famiglia e all art. 20 il coinvolgimento di soggetti del Terzo Settore ed altri soggetti senza scopo di lucro. - WHO- ISPCAN/2006: Preventing child maltreatment, trad. Ital.: Linee guida per la prevenzione della violenza all infanzia, in corso di pubblicazione. - Legge regionale 28 luglio 2008, n. 14 Norme in materia di politiche per le giovani generazioni che, nell ambito di direttive sull Educazione alla salute e promozione di stili di vita sani incentiva e sostiene progetti ed interventi, promossi da enti locali, AUSL e terzo settore volti allo sviluppo della relazione madre-bambino, di relazioni positive tra genitori e figli fin dai primi anni di vita, di condivisione delle responsabilità tra madre e padre. OBIETTIVI DEL SERVIZIO 1. prevenire l istituzionalizzazione e/o l allontanamento dal nucleo familiare; 2. sviluppare nei componenti il nucleo familiare capacità di cura e accudimento dei figli attraverso una guida che possa sostenere, orientare e potenziare la relazione educativa. Tale relazione infatti, per essere efficace nelle esperienze di prossimità deve essere nutrita di affetto. 4

5 CARATTERISTICHE E PRESTAZIONI DEL SERVIZIO Gli interventi, svolti in ambito domiciliare e nel contesto di vita allargato del minore, si caratterizzano come segue: Sostegno alla genitorialità nella prima infanzia (0-6 anni). L Home Visiting è un intervento attivo da tempo nei Paesi anglofoni e si caratterizza come sostegno domiciliare a famiglie che risultano carenti o in grave difficoltà a svolgere le funzioni genitoriali. L operatore svolge un attività di affiancamento e rinforzo degli adulti nella cura dei figli (tutoraggio familiare, affiancamento alle neo-madri, sostegno ai genitori nei momenti di rientro del bambino in famiglia dopo un allontanamento, accompagnamento nell educazione e nell accudimento anche igienico), a seconda delle necessità e dei casi. Concretamente si tratta di educazione e sostegno alla genitorialità fragile. Sostegno alla genitorialità nella seconda infanzia (6 18 anni): affiancamento educativo-domiciliare nell ambito di problematiche sociali e di comportamento. Nel sostegno diretto al bambino/ragazzo, l operatore svolge una funzione di accompagnamento alle esperienze di crescita, alle opportunità di socializzazione facilitando anche l accesso ad una rete di rapporti esterni alla famiglia (svolgimento dei compiti scolastici ed accompagnamento nelle attività del tempo libero). Sostegno alla disabilità: affiancamento educativo-domiciliare a famiglie al cui interno sono presenti minori e/o persone diversamente abili. 5

6 Sostegno alla famiglia per supportare situazioni di problematicità di bambini e/o ragazzi con gravi disabilità, in cui sono necessari specifici approcci e interventi di matrice psico-pedagogica. DESTINATARI DEL SERVIZIO Destinatari del servizio sono nuclei familiari che si trovino: - in stato di disagio sociale, - a rischio di disadattamento o emarginazione - in situazioni multiproblematiche o in difficoltà anche temporanea ad esercitare la funzione educativa genitoriale. I nuclei familiari sono in carico ai servizi sociali territoriali con i quali si condivide il progetto educativo. Non sono escluse, previa valutazione della cooperativa, ammissioni di famiglie che richiedano spontaneamente e privatamente l attivazione di un percorso di sostegno. OPERATORI COINVOLTI NEL SERVIZIO Per la realizzazione del progetto si prevede il coinvolgimento delle seguenti figure professionali: - operatori educativi domiciliari qualificati in possesso di diploma e/o laurea attinente - un coordinatore, punto di riferimento per gli operatori in servizio, che ha il compito di organizzare, verificare e controllare l attività degli educatori stessi. PIANO DI FORMAZIONE AGGIORNAMENTO SUPERVISIONE DEL SERVIZIO 6

7 Per garantire un migliore svolgimento del lavoro educativo/formativo del gruppo degli operatori sono previste le seguenti modalità formative: - Percorsi di autoformazione interni al gruppo - Momenti individuali di confronto con il coordinatore - Supervisione periodica del lavoro svolto con una figura di psicoterapeuta - Incontri di verifica tra il gruppo di educatori, la coordinatrice della cooperativa e la responsabile del servizio sociale. ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO Procedure per la presa in carico: 1. Segnalazione Avviene su richiesta diretta al coordinatore da parte del Centro Servizi alla Persona. Altri committenti possibili sono: scuole, comuni e famiglie private. È responsabilità dell AS referente del caso (o di chi per lei) produrre appropriata documentazione per una approfondita conoscenza della situazione: relazione di presentazione del caso; scheda dei dati anamnestici; eventuali autorizzazioni per i contatti con la scuola, e/o con figure significative che ruotano attorno al minore (pediatra, referenti di altri servizi territoriali ecc..). 2.Presentazione del caso, con la descrizione della situazione di partenza e degli obiettivi da raggiungere. 3.Presentazione del progetto di sostegno elaborato dal Servizio territoriale, eventualmente in ottemperanza a un decreto, con la fissazione di obiettivi e di tappe intermedie. 4.Abbinamento educatore-nucleo da accompagnare, a cura del coordinatore dell équipe. 7

8 In fase di assegnazione di incarico verrà presentata la metodologia di presa in carico e la modalità di compilazione della modulistica progettuale. 5.Incontro presso il servizio per la presentazione della situazione con i referenti tecnici, l educatore, il coordinatore della cooperativa. In questa sede verrà condivisa la strutturazione dell intervento (tempi, modalità, primi obiettivi, modalità di verifiche successive); saranno chiaramente e dettagliatamente condivise le modalità di presentazione del progetto agli interessati, per evitare equivoci sul senso del servizio erogato, e compilati tutti i documenti necessari. Verrà inoltre fissato il primo incontro di conoscenza con la famiglia previa valutazione dell opportunità o meno della presenza del coordinatore. 6.Incontro con la famiglia per la condivisione del progetto: - presentazione dell educatore; - esplicitazione del ruolo educativo e regole comportamentali; - condivisione degli obiettivi e della strutturazione del progetto; - stesura del contratto educativo (eventualmente scritto) con la famiglia. - individuazione delle modalità di verifica 7.Stesura del progetto a cura dell educatore e del coordinatore che verrà poi consegnato ai referenti tecnici dopo almeno un mese di osservazione. Durante la realizzazione del progetto verranno: - mantenuti contatti periodici (almeno quindicinali) tra l educatore e il coordinatore per la verifica ed eventualmente la ricalibrazione degli obiettivi; - mantenuti contatti periodici (almeno mensili) tra l educatore, l assistente sociale o chi per lei, ed eventualmente il coordinatore per l aggiornamento del progetto; 8

9 - consegnate mensilmente via mail al coordinatore le schede di sintesi intervento compilate a cura dell educatore; - compilate le relazioni di andamento a cura dell educatore (la cadenza è concordata con l assistente sociale). Sarà cura del coordinatore inviarle al servizio competente; - stese le relazioni conclusive al termine dell intervento. LA DOCUMENTAZIONE RELATIVA AL SERVIZIO Presso gli uffici della cooperativa, conservati a norma di legge, sono presenti le cartelle personali di ogni singola situazione. Tali cartelle contengono: - Verbali degli incontri con i referenti tecnici - Scheda di Avvio Progetto - Progetto Educativo - Schede mensili di intervento, con specificazione dell orario osservato - Relazioni dei servizi - Varie ALLEGATI: modulistica utilizzata per la realizzazione del progetto. 9

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