Dal 4 al 10 luglio 2015

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1 SELEZIONE DELLA RASSEGNA STAMPA GARDESANA Dal 4 al 10 luglio 2015 da BRESCIA OGGI dal GIORNALE DI BRESCIA da L ARENA da L ADIGE dal TRENTINO dalla GAZZETTA DI MANTOVA dal CORRIERE DELLA SERA In evidenza (a cura di Aventino Frau da BRESCIA OGGI domenica 05 luglio 2015 ECONOMIA Pagina 37 «Gli imprenditori agricoli lombardi sono pronti a fare muro contro ogni tentativo di produrre i «Gli imprenditori agricoli lombardi sono pronti a fare muro contro ogni tentativo di produrre i formaggi con la polvere, come vorrebbe l Unione Europea». Questa la decisa reazione del presidente di Coldiretti Lombardia, Ettore Prandini, alle recenti decisioni assunte da Bruxelles che ha definito la legge italiana in materia contraria alla libera concorrenza in quanto, già dal 1974, impone l utilizzo esclusivo del latte per la produzione di referenze casearie per tutelare i consumatori e l alta qualità. «Se fino a oggi le manifestazioni che abbiamo organizzato al Brennero erano pacifiche - aggiunge Prandini - ora siamo pronti a bloccare le frontiere se non verrà riconosciuta la distintività delle nostre produzioni e l obbligo dell origine». Il presidente commenta anche l indiscrezione secondo la quale, a

2 sollecitare la diffida della Commissione Europea nei confronti dell Italia sia stata l associazione delle Industrie lattiero casearie (Assolatte). Un sospetto confermato parzialmente dal Commissario europeo Phil Hogan, che parla di una reazione comunitaria alla protesta di un produttore italiano durante l audizione congiunta delle commissioni Agricoltura di Politiche europee di Senato e Camera.«Siamo di fronte a un caso di altro tradimento del made in Italy da parte di una associazione che ha agito contro gli interessi del Paese e forse di parte dei suoi stessi associati impegnati nel garantire la qualità e la tipicità della produzione lattiero casearia nazionale - ha detto Prandini -. Come se non bastasse, coloro che chiedono all Unione Europea di produrre il formaggio con la polvere sono gli stessi che pagano la materia prima ai nostri allevatori con prezzi che non coprono neanche i costi dell alimentazione del bestiame».per il leader Coldiretti, questa manovra «fa comodo a chi vuol continuare a importare prodotti dall estero da spacciare come nazionali per la mancanza di un adeguato sistema di etichettatura sull origine. Il risultato è che dall inizio della crisi hanno chiuso in Italia oltre diecimila stalle con la perdita di posti di lavoro, di reddito ma anche di un ruolo insostituibile di presidio del territorio. Occorre battersi contro una visione miope che non possiamo accettare, soprattutto in Lombardia dove le aziende stanno resistendo contro il crollo delle quotazioni del latte arrivate a 36 centesimi al litro» sabato 04 luglio 2015 CRONACA Pagina 12 TRASPORTI. Congelato il parere sul testo che presenta molti passaggi da rivedere e suscita più di una perplessità - Aeroporti, il piano nazionale si incaglia in commissione Dubbi sull inserimento di Montichiari nel sistema del Nord Ovest A poche settimane dalla lettera di intenti, Bergamo stringe i tempi Il piano nazionale aeroporti presentato in commissione trasporti a Roma è stato congelato, per la necessità di approfondire alcuni aspetti che toccano direttamente il sistema degli scali del Garda: il Catullo e il D Annunzio di Montichiari. Il primo luogo a dare adito a dubbi è stata la collocazione del D Annunzio tra gli aeroporti del Nord- Ovest, indicandolo come scalo a vocazione postale. Come non si fosse tenuto conto del legame con la società veronese proprietaria dello scalo monteclarense, che invece lo farebbe gravitare più sul bacino di traffico del Nord-Est in cui sono inseriti Venezia, Treviso, Verona e Trieste. Il piano presenta anche altri passi falsi, che incidono sia sul Catullo che su Montichiari. Intanto quando parla dell aerostazione di Villafranca e delle sue potenzialità, lo fa sulla base di un piano di sviluppo superato, perchè nel frattempo aggiornato dopo l ingresso di Save. Poi fa un quadro dei collegamenti infrastrutturali sia presenti che futuri impreciso. Vi si citano infrastrutture come la Ti.Bre., la Tirreno- Brennero, e il nuova casello autostradale dedicato all aeroporto veronese che sono lontanissimi dal vedere la luce o addirittura sono progetti accantonati. Ad esempio, a pagina 105 si legge che «nel breve periodo, entro il 2016, è prevista l entrata in funzione di due progetti attualmente cantierati, entrambi interamente finanziati». Quali? «L asse autostradale Valdastico sud» e come detto, «il completamento dell asse autostradale Tirreno-Brennero», cantiere che in realtà non può essere in fase di completamento perché non è mai partito.a conferma dei limiti del Piano si trova tra le opere da realizzare il piazzale «Margherita nord», area che la nuova gestione della Catullo non ritiene più strategica e sulla quale non intende investire. «In sei mesi non siamo riusciti a capire a cosa dovrebbe servire», aveva dichiarato il presidente di Save, Enrico Marchi. E ANCORA: secondo il Piano nazionale entro un anno sarebbe pronto il collegamento ferroviario dell aeroporto Catullo alla linea Modena-Verona e soprattutto viene ancora dato per vivo il progetto per il nuovo casello autostradale dedicato sull A22, progetto che in realtà è sparito da almeno cinque anni fa.copyrightil rinvio in commissione arriva a poche settimane dalla lettera di intenti tra Catullo e Abem, insieme a Save (azionista di Catullo con il 40,3 percento del capitale) e Aerogest (che controlla un altro 47 per cento di Catullo)

3 per realizzare entro il 30 settembre una partnership per la gestione dell aeroporto di Brescia Montichiari. Ieri intanto, a margine di un convegno, il direttore generale di Sacbo (Aeroporti di Bergamo) Emilio Bellingardi, ha detto: «Sono necessari tempi abbastanza stretti per compiere qualsiasi tipo di aggregazione nel sistema aeroportuale». E il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha confermato che Bergamo «sta guardando a est, allo scalo di Montichiari da gestire insieme a Save». Insomma, sulla scacchiera aeroportuale, con al centro il D Annunzio, tutti i pezzi sono in movimento. sabato 04 luglio 2015 PROVINCIA Pagina 33 POLITICA & TERRITORIO. Viaggia a gonfie vele la realtà amministrativa che unisce Padenghe, Moniga, Soiano e Manerba Valtenesi, l Unione f a la forza Bilancio ok e pioggia di opere Semaforo verde a un consuntivo che da solo vale 23 milioni di euro Previsti interventi su porti, scuole, castelli e strade per circa 6 milioni Desenzano, guardati le spalle. Perché arriverà forse il giorno in cui la capitale del Garda sarà spodestata dal suo trono. Da chi? Pochi chilometri più in là - ma ancora a qualche migliaio di abitanti e qualche palata di euro di distanza - l Unione della Valtenesi ha approvato il suo bilancio preventivo, che vale quasi 23 milioni: più di Gavardo. Potenzialmente l Unione è già il secondo Comune del Garda bresciano per estensione - seconda solo a Lonato - e il terzo per popolazione. Manerba, Padenghe, Moniga e Soiano: tutti insieme fanno più di 14mila abitanti, a cui potrebbe aggiungersi un serbatoio di altri 13mila. Sono i Comuni che al momento dall Unione ne stanno fuori: Puegnago, San Felice, Polpenazze - ha abbandonato nel e, perché no, Calvagese. Ma l Unione che c è intanto ha presentato il bilancio di un esperimento ancora da affinare ma che comincia a dare i suoi frutti.i NUMERI non mentono: le entrate sfiorano i 21 milioni, quasi 6 milioni in più rispetto al Spiccano i trasferimenti statali per 676mila euro - la Valtenesi è la prima Unione in Italia per contributi -, una tassa di soggiorno che ne vale 455mila, per quasi un milione di pernottamenti, multe previste per 388mila, praticamente il doppio dello scorso anno. L Unione fa la forza, e non è il solito modo di dire: aumentano anche le spese (da 15 milioni a 21) ma diminuiscono di 300mila euro quelle relative alla gestione della macchina amministrativa.confermati gli investimenti per cultura e turismo, quasi 1 milione, per viabilità e trasporti (1.3 milioni), per la gestione dei rifiuti (3.7), per il sociale (1.7). Sarà un triennio intenso per le opere pubbliche: via libera a Moniga per la realizzazione della nuova materna, fondi reperiti grazie all alienazione del vecchio asilo. Entro la fine dell anno via ai lavori del porto di Padenghe (300mila euro) e della sala polivalente di piazza D Annunzio (200mila).Doppio intervento a Manerba per le palestre: quella delle scuole dovrà essere adeguata sismicamente (500mila euro), quella comunale invece aspetta una nuova copertura. Nel 2016 lavori annunciati a Manerba al porto Torchio, dove con 550mila euro verranno realizzati il nuovo molo e il nuovo imbarco. Nel 2017 a Moniga 340mila euro per la rotatoria tra via Tre Santi e via Magenta. In ordine sparso l adeguamento della scuola media di Padenghe (240mila) o i lavori annunciati al castello di Moniga, per 375mila: in tutto, e in tre anni, l Unione della Valtenesi investirà quasi 6 milioni. Anche la forma è consolidata: non più una sede unica ma assessorati e competenze distribuiti tra i quattro municipi. E mentre si aspettano le nomine degli assessori di domani, l assemblea ha eletto il nuovo vicepresidente: è Flaviano Matteotti, vicesindaco di Manerba.Immutate le altre cariche: Lorella Lavo resta presidente dell assemblea, Paolo Festa è il presidente dell Unione. E proprio il «pres» è il più carico di tutti: «Stavolta ce la facciamo per davvero». sabato 04 luglio 2015 SPETTACOLI Pagina 49

4 GARDONE RIVIERA. Dalle 21.15, per la rassegna «I suoni e i sapori del Garda» - Dorela Cela con l Afea Quartet Concerto soprano per quartetto strumentale, questa sera alle 21.15, per la rassegna de «I suoni e i sapori del Garda» organizzata in collaborazione con la Comunità del Garda e il Comune di Gardone Riviera, promosso da Brixia Symphony Orchestra.Il settimo concerto della rassegna si terrà nella Chiesa Evangelica Luterana di Gardone Riviera, come sempre a ingresso libero e ne sarà protagonista l Afea Quartet formato da Arturo Garra e Roberta Cristini al clarinetto, Francesca Gelfi al clarinetto e corno di bassetto, Edoardo Lega al clarinetto basso, cui si aggiungerà la voce del soprano Dorela Cela.IL PROGRAMMA inizia col Rossini dell Ouverture da «Il Barbiere di Siviglia» e la celebre Cavatina di Rosina «Una voce poco fa» dal primo atto, e proseguirà con la Sonata in sol minore di Albinoni, l Aria di Musetta «Quando men vo» dalla Bohème pucciniana, l «Aragonaise» dalla Carmen Ouverture di Bizet, la Cavatina di Norina «Quel guardo il cavaliere» dal Don Pasquale di Donizetti per tornare ancora a Rossini con la Sonata a 4 n. 1; e per finire Dorela Cela come Gilda per «Caro nome» da Rigoletto di Verdi e nel celebre «Il bacio» di Luigi Arditi.L Afea Quartet, nato una decina d anni fa dall incontro di quattro giovani musicisti del Conservatorio Verdi di Milano, nel 2011 ha vinto il concorso Sound Track di Foligno e si è esibito in numerosi concerti a Milano.Il soprano Dorela Cela, vincitrice del concorso «Toti Dal Monte», ha recentemente debuttato nel ruolo di Carolina per «Il Matrimonio Segreto» di Domenico Cimarosa al Teatro Comunale di Treviso.L.FERT Torna all elenco dei quotidiani dal GIORNALE DI BRESCIA

5 Torna all elenco dei quotidiani Rassegna stampa gardesana

6 da L ARENA giovedì 09 luglio 2015 PROVINCIA Pagina 36 L'anno scorso il problema erano le piogge abbondanti e continue, mentre in queste settimane l'attenzione è per le temperature record L'anno scorso il problema erano le piogge abbondanti e continue, mentre in queste settimane l'attenzione è per le temperature record e l'assenza di precipitazioni, col rischio che un uso indiscriminato di acqua prosciughi le falde che alimentano gli acquedotti.su indicazione di Azienda gardesana servizi (Ags) alcuni Comuni stanno così correndo ai ripari. Ieri il sindaco di Lazise Luca Sebastiano ha emanato un'ordinanza «urgente» che prevede il divieto di usare acqua dell'acquedotto comunale per innaffiare prati, orti, giardini e qualsiasi pertinenza esterna nella fascia oraria 2-24, lasciando quindi la possibilità di innaffiare da mezzanotte alle 2. Il divieto ha decorrenza immediata e sarà in vigore fino al 15 settembre. Ai trasgressori «sarà comminata una sanzione amministrativa da 25 a 500 euro». Nell'ordinanza si precisa come la limitazione si renda necessaria dato «il forte e crescente consumo di acqua» per consumo umano «dovuto all'aumento dell'afflusso turistico e soprattutto a uno sregolato uso della stessa» con abbassamento delle falde idriche». Nel basso lago la restrizione è stata applicata solo a Lazise e Cavaion (fino al 15 agosto con divieto nelle fasce orarie e 18-21). «A Lazise si sono registrati cali di portata in una zona alta e in orari circoscritti, ora risolti grazie al nostro intervento», spiega l'architetto Luca Aurola, responsabile per Ags dell'area operativa del basso lago. «Non c'è un rischio siccità», rassicura, «si tratta di interventi per evitare problemi nel caso in cui caldo e assenza di piogge si protraggano nel tempo».ok.f. mercoledì 08 luglio 2015 PROVINCIA Pagina 35 MALCESINE. Il Comune ha incaricato una ditta per l'intervento Cipressi bruciati contro l'afide alberi sotto flebo Emanuele Zanini In un foro nel tronco viene iniettato un liquido antiparassitario: colpite 338 piante sulle 574 censite, previste altre cure la prossima primavera Cipressi colpiti dall'afide a Malcesine FOTO AMATO L'afide del cipresso colpisce anche Malcesine. Nel paese dell'alto Garda, come nella maggior parte degli altri Comuni della Riviera degli Ulivi, è scattata l'emergenza. Le piante infestate dal parassita, che ne provoca il progressivo disseccamento, sono state messe sotto «flebo» come un vero e proprio paziente bisognoso di cure, da una ditta esterna incaricata dal Comune. Sul tronco dell'albero malato viene creato un piccolo foro all'interno del quale viene iniettato un liquido antiparassitario, che è assorbito dalla pianta in poche ore.con quest'intervento l'amministrazione spera di fermare l'attacco parassitario e prevenirlo per le prossime stagioni. Le cure sono partite lunedì dalla zona più a sud, al confine con Brenzone, dalla frazione di Cassone, per proseguire quindi verso Val di Sogno. Nel corso della settimana i trattamenti continueranno fino a coprire tutto il Comune fino al confine con il Trentino.L'ufficio ecologia del municipio ha effettuato un censimento dei cipressi di Malcesine individuando anche gli esemplari colpiti dall'epidemia, che si sta diffondendo non solo sul lago di Garda ma un po' in tutta la provincia.dei 574 alberi individuati (di cui 549 accertati) quasi il 60 per cento è malato: sono infatti ben 338 i cipressi con una presenza della malattia su almeno il 25 per cento della pianta. Su questi il trattamento contro l'afide verrà fatto immediatamente. I restanti 236 alberi sani o colpiti in maniera lieve dal parassita verranno curati più avanti, probabilmente la prossima primavera.il sindaco Nicola Marchesini, attraverso un avviso pubblico, ha informato la popolazione della presenza sul territorio comunale della «cinara cupressi», questo il nome scientifico dell'insetto. Una comunicazione che potrà

7 servire anche ai privati che nei propri giardini e proprietà hanno siepi o cipressi, che potrebbero essere stati a loro volta colpiti dall'afide. L'epidemia è stata favorita dalle particolari condizioni meteo degli ultimi anni con inverni poco freddi ed estati umide. Lo stesso micidiale mix climatico che ha favorito lo sviluppo di altre patologie su altre specie, come ulivi e bossi.nello specifico, la femmina dell'insetto trascorre la stagione invernale nel tronco del cipresso per ripararsi dal freddo, mentre in primavera esce allo scoperto attaccando i germogli e colpendo con delle punture i piccoli rami del cipresso e, attraverso la saliva, iniettando nella linfa delle sostanze tossiche.il disseccamento dei rami indebolisce la pianta a tal punto che in alcuni casi può essere attaccata anche dal cancro, che può portare anche alla morte dell'esemplare. L'afide si è ormai diffuso in maniera massiccia su tutto il Garda, che rischia così di veder compromessa buona parte di una delle specie arboree caratteristiche del suo paesaggio.alcune settimane fa il Comune di Torri ha scritto a tutte le amministrazioni dei paesi gardesani proponendosi come paese capofila per stilare un protocollo unico e condiviso, anche in collaborazione con il servizio fitosanitario della Regione, per definire i criteri idonei per cercare di scongiurare la proliferazione del parassita. «Abbiamo aderito alla proposta di Torri», precisa Marchesini, «ma nel frattempo come Comune ci siamo mossi in maniera indipendente per arginare il più in fretta possibile il fenomeno. Per fermare l'epidemia e prevenirla in futuro bisogna agire al più presto».sul tema è intervenuto anche il gruppo di minoranza Vivere Malcesine che ha inviato un'interrogazione al sindaco con richiesta di risposta scritta per chiedergli quali misure intende adottare al riguardo. Torna all elenco dei quotidiani da L ADIGE Comunità, la sfida tra Malfer e Lorenzi Alle urne per eleggere oggi il nuovo presidente PAOLA MALCOTTI Sono due i candidati alla presidenza della Comunità di valle che nell'elezione di oggi si contenderanno la nomina per la guida dell'ente istituzionale che rappresenta l'alto Garda e Ledro, quello di Emanuela Lorenzi e Mauro Malfer, sostenuti da una lista ciascuno, da cui i 61 grandi elettori designati dai sette Consigli comunali (44 nomi scelti tra le maggioranze e 17 dalle minoranze) pescheranno i 22 candidati che andranno a comporre la nuova assemblea della Comunità di valle. «Onestà, partecipazione e ambiente» i punti sui quali si basa il programma della lista che con i suoi 17 aspiranti consiglieri comunitari appoggia Lorenzi, «ben consapevole che i "giochi" sono stati fatti e già si è deciso tutto prima del voto dei grandi elettori. Si è convinti infatti - scrive in una nota - che l'elezione indiretta degli organi istituzionali della Comunità, introdotta dalla legge provinciale, tolga la possibilità ai cittadini di scegliere. I candidati della mia lista che verranno tuttavia eletti svolgeranno le attività nel consiglio di Comunità e nelle commissioni fornendo il loro contributo partecipato sui temi rilevanti dell'elaborazione del Piano territoriale di Comunità, dell'implementazione del Distretto agricolo, del Ciclo dei rifiuti e dell'acqua, del Comune unico e del welfare. Si ritiene importante - continuano - che su tali argomenti vengano coinvolti i cittadini, non solo formalmente ma in maniera concreta, così come previsto dalla stessa legge di riforma della Comunità. Si svolgerà altresì una determinata e ferma opposizione a tutti i tentativi di imporre decisioni calate dall'alto, ridurre le aree agricole a favore della cementificazione, adottare soluzioni per la mobilità basate sulla motorizzazione privata a scapito del trasporto pubblico e della mobilità collettiva e alternativa, mantenere un atteggiamento ostruzionistico come negli anni passati per la realizzazione del Distretto agricolo, non perseguire la raccolta dei rifiuti porta-a-porta per il raggiungimento di obiettivi di raccolta differenziata virtuosi, non procedere alla definitiva bonifica della discarica della Maza, non avviare politiche concrete verso un welfare che sappia rispettare la dignità di chi vive nel bisogno. Si ritiene, infine, auspicabile un cambiamento di rotta

8 nelle decisioni che interessano il nostro territorio, che non potrà più essere depauperato con le speculazioni edilizie fin qui svolte: dovranno invece essere messe in atto politiche di economia sostenibile e di custodia degli ecosistemi». Silenzio stampa invece in queste ore da parte di Mauro Malfer, per correttezza nei confronti delle maggioranze consiliari dei sette Comuni dell'alto Garda e Ledro che appoggiano in toto il suo nominativo. «Ho predisposto un programma come richiesto dalla legge - dice -, un documento condiviso da tutti i sette sindaci, ma solo negli ultimi giorni anticipato anche ai vari consiglieri. In realtà il mio è stato più che altro un contributo alla stesura del programma, considerato che grossa voce in capitolo l'hanno avuta le varie amministrazioni comunali. Ed è proprio per rispetto nei loro confronti che non dirò nulla fino alla conclusione dell'elezione e del relativo spoglio». Uno spoglio che - salvo clamorose ed alquanto improbabili sorprese dell'ultimo minuto - assegnerà al nome di Mauro Malfer la presidenza della Comunità di valle. Una designazione quindi matematicamente scontata e che fin d'ora permette a Malfer e sostenitori di dormire sonni tranquilli. Domani mattina infine la presentazione della nuova giunta. Valandro: «Pronto a tornare in campo» Il presidente uscente fa sintesi sul mandato PAOLA MALCOTTI «Non ho alcuna intenzione di appendere la politica al chiodo. Anzi: sono troppo giovane per "la pensione". Ora mi prendo una pausa ma a settembre torno. Da uomo libero». Il presidente uscente della Comunità di valle Salvador Valandro non si dà dunque per vinto e già ora annuncia il suo rientro nella vita politico-amministrativa dell'alto Garda e Ledro. «Il quadro provinciale sta aprendo scenari interessanti - dice sereno, seppur in vista dell'elezione di domani con l'insediamento di un nuovo vertice comunitario - e dà spazio a dei ragionamenti. La mia volontà è quella di continuare a fare politica, a fianco di quella gente che vuole davvero concretizzare qualcosa per questo territorio, e - a prescindere dalle appartenenze ideologiche - guardare al suo sviluppo futuro, non alla scadenza elettorale del Già in molti me lo hanno chiesto: io ci sono!». Quindi uno sguardo a colui che - salvo stravolgimenti clamorosi dell'ultimo minuto - sarà il suo successore. Mauro Malfer. «Siamo sempre stati in ottimi rapporti, sia durante i tempi del Consiglio comunale rivano sia in questi anni in via Rosmini: io presidente e lui vice, ma sempre aperti l'un l'altro in un confronto alla pari. Anche con il resto della giunta ho lavorato in serenità, senza screzi né attriti: le difficoltà le abbiamo superate insieme; per me è stata un'occasione per conoscere meglio tutti quanti, sia sul piano politico che personale: il rapporto con loro continuerà. Sono contento che sia Mauro Malfer a sostituirmi, anche se credo di essere il primo quarantenne in Italia ad essere rottamato da un quasi sessantenne - ironizza - per me è un piacere sapere di avere lui come riferimento. Se ci sarà bisogno di me, sarò disponibile. Ho ricevuto collaborazione infine da parte di tutti i dipendenti della Comunità di valle, cui va il mio grazie». Un mandato che, per forza di cose, volge dunque al termine. Il bilancio di quanto fatto. «Tre i punti che siamo riusciti a concretizzare con gran soddisfazione - continua Valandro - tre quelli così così. Tre poi le idee che vorrei suggerire alla nuova giunta e che credo valga la pena elaborare. Tra i progetti realizzati con successo, il Piano territoriale, un percorso che ci ha restituito un documento importante. Spetterà ora alla nuova amministrazione - in sinergia con le amministrazioni comunali - mettere in atto quanto pensato per l'alto Garda e Ledro del futuro. Quindi il sociale: nella crisi, abbiamo gestito al meglio i servizi essenziali e creato da zero percorsi virtuosi rivolti alle famiglie, invidiati da tutto il Trentino. Abbiamo operato bene anche sul tema del lavoro, creato momenti di inserimento per i giovani e le persone svantaggiate (Azione 19, Progettone, Giovani nella comunità). Tra le cose che ci rattristano, il Parco agricolo, intralciato non da noi bensì da altri. Noi ci credevamo: peccato che non tutti i soggetti partecipanti fossero in linea con i nostri intenti. Il progetto non deve tuttavia rimanere nel cassetto! Spiace anche che, a causa della mancanza di lungimiranza di alcune amministrazioni comunali, non si sia riusciti a completare l'implementazione del servizio di

9 raccolta rifiuti con il sistema porta-a-porta, servizio che non partirà nemmeno nel Infine il piano-casa: se avessimo avuto più collaborazione da parte di Itea spa non ci troveremmo oggi di fronte ad un'emergenza alloggi. Concludo con le idee legate al territorio e il suggerimento a chi verrà di occuparsi del recupero di risorse in Europa, di appoggiare il progetto di fusione dei Comuni (la Cdv dovrà essere la palestra in cui lavorare in maniera seria), di tenere aperte le porte e fare in modo che i cittadini partecipino alla vita dell'ente. L'idea del "fare comunità" non deve tramontare!». Le bombe Nato nel lago di Garda un silenzio lungo sedici anni Se ne riparla in Parlamento con una interrogazione della deputata Basilio (M5S) Sab, 04/07/ :04 Le sei bombe/missili sganciate da un caccia F15 statunitense il 16 aprile 1999 nel lago di Garda, approdano di nuovo in Parlamento. La deputata bresciana del Movimento 5 stelle, Tatiana Basilio, ha presentato un interrogazione al governo per sapere degli ordigni e della loro eventuale pericolosità. Il 16 aprile 1999, durante la guerra in Kosovo, un F15 Nato in difficoltà in fase di atterraggio all aeroporto militare di Ghedi, sganciò nelle acque benacensi al largo di Toscolano Maderno il suo carico di sei bombe. «In relazione al tipo di ordigni sganciati dall F15 sussiste la possibilità, più o meno concreta, della rottura del contenitore detto canister all impatto con l acqua e della contemporanea presenza all interno delle acque del lago di Garda di numerose bomblet che possono essersi armate sulla base di una semplice rotazione». Questo scriveva il 9 giugno 1999 il procuratore di Brescia, Giancarlo Tarquini, che dispose la ricerca dei dispositivi bellici. Si riferiva alle cosiddette bombe a grappolo o a frammentazione o cluster. Tre delle sei sganciate. Che si aprono e liberano circa 200 bombette. Le bomblets, se non scoppiano all impatto sono pericolose come mine antiuomo. Da allora furono effettuate ricerche durate mesi in tutto il basso lago. Riemerse materiale bellico di ogni tipo. Ma non gli ordigni Nato. Nessuna autorità civile o militare comunicò mai nulla ai sindaci gardesani. Da allora sono passati più di 16 anni, e degli ordigni ormai subacquei non si è avuta più notizia. «Il comportamento del ministero della Difesa è inaudito scrive Basilio e chiediamo che risolva al più presto questa situazione». Le bombe a grappolo sono pericolose come le mine antiuomo. Tre pescatori del peschereccio Profeta di Chioggia il 10 maggio 1999 rimasero feriti per l esplosione di una di queste bombette gialle, poco più grandi di una lattina Fanta. L avevano pescata con le reti nell Adriatico, era scoppiata sul ponte dell imbarcazione. Del caso si occupò anche una commissione d inchiesta parlamentare. Torna all elenco dei quotidiani dal TRENTINO Crollato il livello: colpa dell enorme richiesta di energia legata al caldo. Grande preoccupazione tra gli operatori turistici La centrale «prosciuga» il lago di Ledro LEDRO Il caldo canicolare d impronta africana di questi giorni ha causato un enorme consumo di energia elettrica e la conseguente accresciuta produzione a discapito della quantità d acqua dei bacini che alimentano le varie centrali. E quanto sta avvenendo per il lago di Ledro che dal lontano 1927 è l unico polmone della centrale elettrica di Riva del Garda: in circa una settimana il livello è sceso di un metro ed ottanta centimetri e potrebbe proseguire nel caso di torride temperature. La situazione anomala ovviamente non è passata inosservata tra gli abitanti della valle che ricordano un accordo stipulato tra gli allora comuni rivieraschi di Molina e Pieve e l Enel, l ente che gestiva la struttura

10 benacense, il quale si impegnava nei mesi estivi a mantenere l invaso al massimo livello. Diverse persone hanno illustrato al sindaco Renato Girardi l accaduto chiedendo il suo intervento che è avvenuto immediatamente. Il primo cittadino ha contattato il competente Servizio Risorse Idriche ed Energetiche della Provincia informandosi della situazione del lago e se dai loro riscontri tecnici sono rispettati i parametri dell accordo in essere (scadrà tra tre anni) sulle quote dello specchio d acqua, diventato alla stregua di un bacino idroelettrico con tutte le conseguenze che ne derivano. La risposta amara è stata che, salvo qualche leggera difformità di pochi centimetri, si è nella norma del capitolato della convenzione tra gli allora comuni rivieraschi e l Enel. Il sindaco Renato Girardi si è impegnato con i suoi concittadini a seguire costantemente questa importante vicenda. I più preoccupati del rapido abbassamento del lago sono gli operatori turistici allarmati del possibile degrado della principale attrattiva del loro territorio ed i pescatori (i tesserati della associazione locale sono circa 250) assillati dalla prospettiva del depauperamento della fauna ittica già accaduto in passato in situazioni meno appariscenti. «Lo sguardo della gente commentano diversi ledrensi - è colpito dalla lunga fascia brulla di terriccio di quasi due metri lungo la riva. Pure tra i pescatori il clima non è dei più tranquilli. Si è nel periodo della riproduzione della varie specie di pesci e qualcuna di esse, come i persici, depone le uova sul bagnaasciuga. In passato abbiamo accertato che con una alternanza di sole alcune decine di centimetri del livello delle acque una infinità di uova di persici e degli altri ciprinidi sono arrostite rammentano diversi appassionati della lenza Figuriamoci i danni che causerà il calo di quasi due metri». (a.cad.) Torna all elenco dei quotidiani dalla GAZZETTA DI MANTOVA MEDOLE Inquinamento del Seriola Appello del vicesindaco MEDOLE Dopo l emergenza di giovedì che ha visto l inquinamento delle acque della Seriola Marchionale di Medole, con moria in massa del pesce che aveva ripopolato il corso d acqua, il territorio si interroga sulla necessità di maggiori controlli. «Il lavoro che stiamo facendo di coordinamento delle varie amministrazioni e dei vari enti competenti - spiega il vice sindaco di Castiglione Claudio Leoci - è volto proprio a cercare di tutelare la rete idrica di superficie, ma ci rendiamo conto che c è ancora molto da fare se, poi, ci si ritrova, periodicamente, in queste situazioni. Tuttavia la gestione idrica in rete è necessaria e, anzi, è uno dei modi per cercare di tutelare al meglio il nostro territorio. Per questo, oltre al lavoro degli enti competenti, è necessaria la collaborazione di tutti, per un ulteriore controllo e denuncia di situazioni che poi portano a criticità come quelle che ci troviamo ad affrontare». I comuni, infatti, hanno firmato, nei mesi scorsi, un protocollo di intesa per il controllo e la gestione delle acque, ma la vigilanza deve essere sempre attiva perché è chiaro che l episodio che vede coinvolto il territorio di Medole dimostra che l attenzione per questi reati deve essere alta. Medole. La rabbia del sindaco che attacca l Arpa: risultati solo fra un mese Il rimpallo di telefonate e responsabilità in attesa delle analisi biologiche Seriola ancora inquinato Nuova strage di pesci MEDOLE Ancora una volta Medole deve fare i conti con l inquinamento dei corsi d acqua. Le parole di rabbia e sconforto del sindaco Giambattista Ruzzenenti sono il riassunto del caso singolo ma anche di dinamiche che, purtroppo, si ripetono. «Viviamo in un mondo di persone disoneste, e quelle oneste ne pagano le conseguenze. Ancora una volta ci troviamo a fare i conti con incuria e arroganza, e il nostro territorio ne paga le conseguenze»

11 afferma Ruzzenenti. Alle 18 di giovedì arriva il primo allarme: l acqua della Seriola Marchionale è marrone, il pesce sta morendo. Il sindaco e l assessore all ecologia Enrico Zara stanno tornando da Mantova, si precipitano sul corso dell acqua e vedono il disastro. «Si parla di quintali di pesce a nostro avviso, ogni ponte è pieno di pesce morto», affermano. Anche gli agricoltori sono costretti a smettere di irrigare, perché l acqua puzza e non è utilizzabile. «Siamo partiti subito con le telefonate e ci tengo a denunciare l inefficienza dell Arpa. Oltre al giro infinito di telefonate per arrivare a parlare con loro, quando i tecnici sono arrivati hanno fatto un solo prelievo e sono ripartiti; forse, fra un mese, sapremo i risultati. Non si può lavorare in questo modo, non si tutela il territorio così e, soprattutto, non si fa giustizia in questo modo» afferma Ruzzenenti che, dalle 18, si mette al telefono e chiama il 112, che dirotta la telefonata ai carabinieri di Castiglione che, a loro volta, dirottano il sindaco all Arpa di Milano che, di nuovo, a loro volta dirotta il sindaco a Mantova. Qui, dopo una lunga conversazione, i funzionari decidono di far intervenire la squadra. «Nel frattempo abbiamo risalito il corso d acqua e a Castiglione, a monte della ditta ex Bassi a Gozzolina l acqua era limpida; all uscita dell azienda suinicola, invece, l acqua era marrone. Se si considera, inoltre, che dopo quell impianto, dove si fondono i due corsi d acqua, la Marchionale e il vaso Gozzolina, ci sono anche gli scarichi del depuratore di Castiglione, che però non sono così dannosi, è facile pensare che da lì arrivino il danno e lo sversamento che ha causato questo disastro. Non ci resta però che attendere le analisi, quando arriveranno, per conoscere la verità» conclude Ruzzenenti fra la rabbia e lo sconforto che le sue parole non nascondono. La Seriola Marchionale in questo ultimo periodo si era ripopolata di pesce. Fatto che, conclude Zara, «ci ha fatto ben sperare che, finalmente, le acqua fossero tornate pulite, invece ancora una volta ci troviamo a gestire un emergenza dopo il grave fatto dello scorso anno che vide l inquinamento, causa liquami di suini, di tutti i corsi d acqua». Ieri mattina l acqua tornava, lentamente, limpida, lasciando sul fondo migliaia di pesci morti. Luca Cremonesi Torna all elenco dei quotidiani dal CORRIERE DELLA SERA Giovedì 9 Luglio, CORRIERE DEL VENETO VERONA Sicurezza sul lago A Garda nuovo presidio della Guardia Costiera (in forma ridotta) GARDA La costa veneta del lago più grande d Italia si conquista un presidio della Guardia Costiera. Sarà il Comune di Garda ad ospitare i militari marittimi, sebbene ancora in forma ridotta, con un servizio in luglio ed agosto solo nei fine settimana. Ma la prospettiva è che già ad agosto di quest anno, o dal 2016, il servizio sarà potenziato per tutti i giorni della settimana grazie all incremento di un nuovo mezzo navale. Lo ha annunciato ieri mattina il comandante della Capitaneria di Porto di Venezia Tiberio Piattelli, accolto dal sindaco Antonio Pasotti, a cui si è unito anche quello di Torri Stefano Nicotra, alla sua prima uscita ufficiale come sindaco dopo l annullamento della sospensione dall incarico. Nel 2014 la sede centrale di Salò ha ricevuto 1560 chiamate, di queste 533 dalla costa veronese. Sono circa un terzo, quindi, le operazioni eseguite sulla costa orientale del lago. In totale sono stati: 80 gli interventi, 196 le persone soccorse e 41 le unità recuperate, 21 servizi congiunti, 3 incagli e 4 affondamenti, sei i decessi e un disperso, 3 i feriti; 273 le sanzioni amministrative e 830 i controlli effettuati. Nel 2015, fino al 6 luglio: 657 le chiamate ricevute (285 dalla provincia di Verona), 45 gli interventi, 76 le persone soccorse, 23 le barche recuperate, 3 i decessi (di cui 2 nella costa veronese la scorsa settimana). Sono tre le sedi della Guardia Costiera sul Lago di Garda: a Salò la sede permanente aperta tutti i giorni dell anno; un altra estiva a Gargnano, sempre nel Bresciano, aperta da Pasqua a fine settembre; ed ora anche Garda con un ormeggio riservato dal Comune al porto nuovo e un ufficio in municipio. Un servizio partito l anno scorso in via sperimentale, «ma che da quest anno è definitivo e che rimarrà sempre -ha

12 sottolineato il Contrammiraglio Piattelli- Stiamo lavorando con il comando generale per aggiungere una motovedetta classe 700 e faremo il possibile per averla tutti i giorni già da questo agosto. Se non ci riusciremo ci sarà sicuramente dall anno prossimo». E non sono «promesse da marinaio», è il caso di dire, bensì certezze che giungono dalla capitaneria di Venezia. Da quest anno, inoltre, anche Torri ha aggiunto il suo contributo: con «Lago Sicuro», il Comune ha attivato alla domenica un gommone della protezione civile per il pattugliamento delle spiagge in coordinamento con il comando della Guardia Costiera. Il comando di Salò coordina, infatti, anche tutti gli altri corpi e mezzi di soccorso che agiscono in acqua e risponde al numero Annamaria Schiano Martedì 7 Luglio, CORRIERE DEL TRENTINO TRENTO Tutela delle acque, definita la bozza dei criteri Il tavolo sull energia prevede quattro categorie: dai fiumi sensibili a quelli sfruttabili Bolzano Dopo la seduta dello scorso 23 giugno, gli esperti presenti al tavolo sull energia si sono ritrovati ieri per confrontarsi sulla seconda bozza dei criteri per la tutela delle acque. Al centro della discussione è stata la seconda bozza, rielaborata dopo l ultima riunione del tavolo, relativa ai criteri per la definizione dei tratti sensibili dei corsi d acqua, presentata dal coordinatore del tavolo Flavio Ruffini e da Ernesto Scarperi, dell Ufficio tutela delle acque. Quest ultimo ha sottolineato che i criteri valgono solo per i nuovi progetti e per quelli già inoltrati ma non ancora pubblicati in quanto sottoposti a procedura di approvazione. I criteri non trovano invece applicazione per i progetti che hanno già ottenuto una concessione. La bozza rielaborata prevede quattro categorie di classificazione dei corsi d acqua anziché due: quelli particolarmente sensibili, nei quali le derivazioni per sfruttamento idroelettrico non sono compatibili dal punto di vista dell ecologia del corso d acqua; quelli sensibili, nei quali nuove derivazioni sono ammesse soltanto se può essere salvaguardato l ottimo stato ecologico; la terza categoria riguarda i corsi d acqua potenzialmente sensibili, nei quali le derivazioni sono ammesse solo a fronte del mantenimento del buono stato ecologico del corso d acqua; infine i tratti non sensibili, dove si prevede che un utilizzo idroelettrico sia ancora compatibile sul piano ecologico. «Con questi criteri vogliamo creare uno strumento per la gestione sostenibile dell utilizzo idroelettrico e della tutela dell ambiente» ha sottolineato il coordinatore Ruffini. L assessore provinciale Richard Theiner ha ricordato il grande significato che attribuisce alla disponibilità di tutti i rappresentanti di interesse accanto a quelli del settore energetico e del Consorzio dei comuni anche le associazioni ambientaliste e l Unione agricoltori di partecipare al confronto per discutere assieme i criteri di tutela. In conclusione i membri effettivi del tavolo sull energia hanno elaborato la presa di posizione in vista della decisione della Giunta provinciale. Il tavolo ha unanimemente concordato su una valutazione positiva dell approccio scelto e della cultura della discussione che ha dominato i lavori. Tutti i membri hanno confermato la necessità di un simile strumento di pianificazione, a maggioranza sono state definite ulteriori singole richieste di modifica dei criteri. Come prevede la legge provinciale del 15 gennaio scorso sulle nuove disposizioni per le piccole e medie derivazioni idroelettriche, prima di deliberare in via definitiva i criteri per la determinazione dei corsi d acqua sensibili, la giunta provinciale deve raccogliere le prese di posizione degli esperti del tavolo sull energia, delle organizzazioni ambientaliste e del Consiglio dei Comuni. Domenica 5 Luglio, 2015 BRESCIA Costume Nei paesi del basso lago fioriscono gli spazi attrezzati ma non sempre sono puliti e accessibili anche ai disabili Attrezzate sì, ma non sempre pulite. Nelle spiagge del basso Garda è facile noleggiare lettini o pedalò, si trovano quasi sempre bar e servizi igienici e, in molti casi, le barriere architettoniche sono state eliminate o ridotte. In due

13 punti, entrambi a Desenzano (Spiaggia d oro e Rivoltella), i disabili possono arrivare anche sull arenile ed entrare in acqua grazie ad un accesso apposito. E se questa novità dimostra crescente sensibilità e attenzione per un turismo che sia per tutti, è pur vero che, a volte, non mancano situazioni paradossali, come sul litorale di Sirmione. Sirmione Una delle acque più belle del Garda è quella che si gode sotto le Grotte di Catullo sembra quasi caraibica, ma arrivarci significa transitare su una passeggiata dove le onde trascinano a riva alghe maleodoranti e incontrare canneti e cespugli dove bagnanti incivili gettano sacchi di plastica e rifiuti di ogni tipo. Se fosse più curato, il «Lido delle bionde» sarebbe ancora più bello. Le sdraio poggiano su un ghiaietto dove cresce qualche erbaccia, ma i clienti non sembrano curarsene. Più avanti, un altra donna in bikini rosso prende il sole accanto a tre tubi di ferro che lambiscono le onde. Se però è pieno di gente, un motivo c è: sotto le Grotte di Catullo, poco più in là, si incontra un acqua azzurra. Pulitissima. Il panorama è impagabile, bisogna fare attenzione a non scivolare sulla pietra calcarea sottostante. Desenzano A Rivoltella la spiaggia «del Porto» è un litorale libero e molto frequentato, anche se l acqua non è certo cristallina come a Sirmione. Vi si arriva attraverso una stradina in discesa, un po impervia, ma accessibile anche ai disabili. Da alcune settimane, infatti, anche chi ha problemi motori trova qui quattro sedie sdraio adatte per i disabili e due carrozzine attrezzate per scendere in acqua: tutte acquistate dall associazione «Amici di Mauri». Anche alla spiaggia d Oro si trova la medesima attrezzatura, e arrivare in riva al lago con la carrozzina non è più impossibile. E mentre a Rivoltella il comune ha investito sulle spiagge, nel centro storico niente restyling. Il Desenzanino è un lido attrezzato (bar, ristorante, lettini, docce), ma secondo il presidente degli albergatori, Marco Polettini, andrebbe modernizzato. In realtà, lui critica duramente la situazione di tutte le spiagge di Desenzano, ma tra queste è la Feltrinelli quella meno felice. Spiaggia «storica», si sviluppa intorno ad un vecchio pontile di cemento, usato dai ragazzi che amano tuffarsi. L acqua, anche in questi giorni, è poco pulita e le docce sono nascoste dietro un cespuglio, a fianco della strada. L arenile di ghiaia è piccolo e non c è parcheggio. Insomma, poco pretese. Lonato Per trovare la sabbia, come sull Adriatico, bisogna prendere l auto e arrivare a Lonato. Il «Coco beach» è un lido attrezzato, con lettini in mezzo alle palme, qualche ombrellone, bar, ristorante e tanta musica. Tutto è curato nei minimi dettagli, ma si entra solo pagando: dal lunedì al venerdì sono 10 euro (compreso lettino e asciugamano), 20 nel fine settimana. Frequentato dagli stranieri, si riempie di giovani anche grazie alla discoteca. La spiaggia classica, quella aperta a tutti, si riduce invece ad una striscia di 5 metri di ghiaia. Chi non paga, insomma, deve fare il bagno in un piccolo bagnasciuga, ridotto al limite dalle case costruite a ridosso della riva e dalla vicina nautica. Padenghe Per trovare spazi liberi a sufficienza bisogna raggiungere Padenghe (via del Lido). L area è ben tenuta, l acqua pulita e non mancano i servizi: ombrelloni, lettini, chiosco-bar, pedalò. C è anche una passeggiata che arriva a Moniga, adatta alle carrozzine. Con i disabili si può arrivare in spiaggia, ma non scendere in acqua. Quasi tutto perfetto. Se però cercate il ristorante, niente da fare: l edificio bianco sulla spiaggia (L Orange) è andato distrutto in un incendio l estate scorsa. Insomma, nel Basso Garda i litorali sono attrezzati, ma con qualche accorgimento in più la situazione potrebbe migliorare. Matteo Trebeschi Sabato 4 Luglio, 2015 BRESCIA Olivicoltura, Brescia da record Puegnago è la sua «capitale» La superficie coltivata rappresenta il 69% del totale regionale

14 L olivicoltura lombarda di cui quella bresciana è l indiscussa regina con il quasi 70% della superficie olivetata regionale è stata di recente oggetto di un attenta ricerca scientifica condotta da Gabriella Amiotti e Guido Lucarno, docenti di geografia dell Università Cattolica (attivi anche nella sede di Brescia), che è diventata un volume «L olivicoltura in Lombardia. Atlante della coltivazione e della produzione» edito dall Aipol, l associazione degli olivicoltori lombardi. Con questa pubblicazione è stata scientificamente fotografata, per la prima volta, la realtà olivicola lombarda. Certo una piccola entità quanto ad economia ma che costituisce uno straordinario valore storico-culturale e paesaggistico che connota e caratterizza soprattutto i laghi, e in particolare il Garda e il Sebino, che aprono prospettive agrituristiche (ancora poco praticate) potenzialmente significative in quanto gli ulivi sono vissuti dal visitatore come «i più antichi testimoni viventi di un passato legato al presente che, con i loro prodotti, richiamano una tradizione alimentare sempre più apprezzata da forme di turismo lente, sensibili al valore culturale del territorio». In quest ottica importante la presenza, anche questa andrebbe meglio valorizzata, dei resti di due frantoi romani a Desenzano e Padenghe. Nel bresciano, in tutte le sue forme, l olivo è presente in 61 comuni. Puegnago sul Garda, che vanta ben il 10% del territorio comunale (quindi non solo di quello agricolo) ad oliveto, è l indiscussa capitale dell olivicoltura lombarda. Piluccando fra i dati troviamo che Brescia esibisce 8 aziende per 6,13 ettari di uliveto; Botticino 15 aziende e 5,80 ettari, Cellatica 5 aziende e 2,45 ettari. Sul Garda, Puegnago «regna» con 78 aziende e 11 ettari; a Desenzano troviamo 57 aziende con 58,80 ettari, mentre Gargnano evidenzia 58 aziende con 67,90 ettari. Sul Sebino, Iseo annovera 29 aziende con 29,50 ettari, mentre Marone, che fa parte dell associazione nazionale «Città dell olio», conta 45 aziende con 31,90 ettari. Fra le «sorprese», non poche, le 6 aziende e i 4,05 ettari allocati ad esempio a Darfo Boario Terme, le 24 aziende e i 16,50 ettari di Gavardo e le 9 aziende con 12,50 ettari di Vobarno. Nella nostra provincia la superficie totale ad oliveto è di ettari (69,2% del totale regionale) per aziende (64,4%); la superficie media per azienda è di 1,09 ettari. Significativa la presenza, fra le piccole aziende, di quelle a carattere hobbistico, per lo più dedite all autoconsumo. La piccola (ettari in tutta la regione) quanto interessante e sconosciuta nicchia delle olive da tavola parla essenzialmente bresciano in quanto copre oltre il 60% della superficie regionale. Le coltivazioni biologiche (poco meno del 10%), sempre in ambito provinciale, si estendono su 131 ettari; quelle afferenti la Denominazione di Origine Protetta quota 193 ettari (14%). Per quanto concerne l olio, si stima che sul Garda il 60% sia destinato all autoconsumo o alla piccola vendita fra privati e il 40% alla commercializzazione vera e propria; sul Sebino l autoconsumo è al 70%, la vendita al 30 per cento. Le aziende che vendono olio, per lo più direttamente in azienda, sono 495 sparse in 52 comuni. Ben 23 (su 26 censiti a livello regionale) i frantoi: numerosissimi, 17, quelli in area gardesana, 6 sul Sebino. Completa la pubblicazione l allegato opuscolo «Olivicoltura e politica del territorio», a firma di Innocenzo Gorlani, avvocato ben noto e amministratore pubblico di lungo corso: un saggio dedicato alla valenza normativa, in chiave protezionistica, dell olivicoltura che trasuda dottrina giuridica e cultura classica. Domenica 5 Luglio, CORRIERE DEL VENETO VERONA Brescia, metro di superficie e Tav Piano aeroporti: i punti da rivedere Il Pd: «Solo così nel 2030 si arriverà ai 6 milioni di viaggiatori» VERONA Dopo tutti quegli strafalcioni, ora si tenta di rimediare. Il deputato veronese del Pd, Vincenzo d Arienzo, aveva denunciato nei giorni scorsi la vagonata di errori contenuti nel Piano nazionale degli Aeroporti (presentato dall Enac) per quanto riguarda Verona. E adesso, insieme al capogruppo comunale, Michele Bertucco, propone appunto le correzioni. A partire, ovviamente, dall inserimento dello scalo di Montichiari (di proprietà dell aeroporto di Verona) nel sistema del Nordest e non in quello del Nordovest, come assurdamente ha scritto l Enac nel Piano. Ma non basta. L Enac (i cui vertici sembrano avere idee assai vaghe sulla realtà dello scalo di Verona) hanno scritto nel

15 Piano che è già finanziato il nuovo casello stradale dedicato all aeroporto (che invece è stato cancellato da ogni progetto da diversi anni) e ci sarebbero i soldi anche per il collegamento con la Tirreno-Brennero (progetto fermo e mai finanziato). Una corbelleria dietro l altra, insomma. Per rimediare alle quali, D Arienzo ha già concordato con il presidente della commissione Trasporti, Vincenzo Garofalo (Ncd) la presentazione, nei prossimi giorni, di una serie di controproposte. In particolare, si chiederà (oltre alla collocazione di Montichiari nel sistema di cui fa già parte, quello del Nordest) di creare una metropolitana di superficie (spostando e riusando i binari ferroviari della Verona Mantova), di sviluppare il collegamento tra il Catullo e il casello di Verona Nord (che esiste realmente, a differenza di quello inventato dall Enac), di potenziare la tangenziale sud in prossimità dell aeroporto, di allungare la pista di Montichiari (in modo da consentire l atterraggio e il decollo anche dei voli cargo più importanti). La proposta chiederà invece di cancellare l ipotesi di prolungamento della pista del Catullo e lo sviluppo sull area della cosiddetta Margherita Nord (entrambi già bocciati dai vertici veronesi). D Arienzo chiederà anche di rivedere le previsioni di Enac relative alla Tav (i supertreni ad alta velocità) visto che nel Piano sta scritto che Venezia ha bisogno di un collegamento Tav con il suo scalo, mentre di Verona (dove la Tav arriverà prima che in Laguna) nulla si dice e nulla sembra sapersi. D Arienzo e Bertucco hanno sottolineato che solo se si agirà in questo senso sarà possibile, sia pure con fatica, arrivare all obiettivo di registrare nel 2030 ad un numero di viaggiatori su Verona (previsto dallo stesso Piano Enac) tra un minimo di 5,4 e un massimo di 6,3 milioni, visto che oggi siamo attorno a quota 3 milioni. Lillo Aldegheri Torna all elenco dei quotidiani In evidenza questa settimana Bombe venete o lombarde? Da oltre 16 anni, dai tempi della guerra del Kosovo, sei missili bomba giacciono, carichi ma inoffensivi, nel lago di Garda e in zone non troppo lontane dalla riva. Furono scaricate nel lago da un F 15 della Nato che non poteva atterrare così armato all'aeroporto militare di Ghedi. Come spesso accade nei grandi bacini, in occasione di guerre e conflitti vari, si scaricano in acqua e continuano per molto tempo a giacervi, armi, navigli, residui bellici e bombe inesplose. È avvenuto di recente, in mare, tra l'albania e Brindisi, l'affondamento di una nave con molti, oltre un paio di centinaia, passeggeri a bordo. A fini di conoscenza giudiziaria, si è ordinato il ben costoso recupero, purtroppo di inoffensivi cadaveri. Le nostre sei bombe invece sono ancora in fondo al lago, corredate della assicurazione della Nato della loro non pericolosità, come del resto avviene per le bombe che sì ritrovano a terra e che, una volta scoperte, vengono recuperate e fatte brillare con le dovute precauzioni. Queste invece sembrano ben alloggiate dove sono, e pare che non interessi a nessuno il loro recupero e la loro eliminazione. Se ne occupò a suo tempo ed energicamente la Comunità del Garda ed il sindaco di Toscolano Maderno, Paolo Elena. Ebbero dalla Nato assicurazioni ma poi nulla è avvenuto. E gli albergatori sembravano contenti così: l'importante era non parlarne, non fare la cattiva pubblicità, come per tutte le cose che non vanno, dalle fonti inquinanti ai possibili danni ambientali. Una buona bottega non deve vendere prodotti buoni ma che appaiano belli, invitanti, indipendentemente dalle possibili sorprese. Inoltre c'è sempre il

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