LA VITE N 3 del 8 maggio 2017

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1 LA VITE N 3 del 8 maggio 2017 Fase fenologica Pur con una certa differenza tra i diversi vigneti, in tutte le aree viticole lombarde la vite si trova ormai tra le fasi fenologiche di 3-4 foglie distese (stadi secondo la scala BBCH) e quella di ingrossamento delle infiorescenze (stadio 55 BBCH). Aggiornamenti nella difesa contro l oidio della vite L epoca di inizio delle infezioni oidiche e la loro gravità è correlata ad una serie di condizioni ambientali e della coltura, che riassumiamo in ordine di importanza. Il più importante dei fattori è rappresentato dalla gravità delle infezioni di mal bianco osservate verso la fine della stagione precedente: è infatti ormai riconosciuta l importanza come fonte di inoculo primaverile degli organi di svernamento specializzati di questo fungo, i cleistoteci. Si tratta di strutture in grado di sopravvivere a temperature anche di molti gradi sotto lo zero, che in primavera liberano precocemente le spore agenti delle infezioni primarie sulla nuova vegetazione. Importanti infezioni tardive di questo fungo portano alla formazione di un elevato numero di cleistoteci e ciò può essere la premessa per gravi attacchi precoci nella primavera successiva. Posizione del vigneto: l oidio predilige per il proprio sviluppo climi caldo umidi con ridotte precipitazioni ed elevata ventilazione, condizioni che si trovano più frequentemente

2 nelle aree collinari e pedecollinari. I vigneti di queste aree sono quelli in cui la malattia può esprimere tutto il suo potenziale, che vengono quindi indicati come zone ad alto rischio, mentre nelle zone viticole di pianura generalmente è più raro osservare forti attacchi di oidio. Condizioni meteo: in primavera i cleistoteci liberano le ascospore non appena la temperatura raggiunge i 10 C ed in presenza di piogge leggere (almeno 2,5 mm) e con ore di bagnatura fogliare. Primavere asciutte con temperature medie ed umidità relativa elevata per alcuni giorni consecutivi possono favorire lo sviluppo anticipato della malattia. Sensibilità varietale: anche nei confronti di questa patologia esiste una diversa suscettibilità da parte delle varietà di vite, con possibili differenze sulla sensibilità all attacco riscontrabili anche tra foglie e grappoli. MOLTO SENSIBILI SENSIBILI POCO SENSIBILI Moscato bianco B. Trebbiano toscano B. Syrah N. Sauvignon B. Pinot bianco B. Pinot nero N. Cabernet Franc N., Cabernet Sauvignon N Croatina N. Schiava N. Chardonnay B. Merlot N. Marzemino N. Barbera N. Groppello gentile N. Nebbiolo N. Riesling B. Stadio fenologico della vite: nella realtà questa è forse la condizione meno condizionante, in quanto i germogli risultano suscettibili all attacco dell oidio già allo stadio di 1-2 foglie distese, per cui molto precocemente. Un ulteriore elemento che nel corso della stagione può complicare la gestione di questa malattia nel vigneto è l eccessivo rigoglio vegetativo; dove si creano affastellamenti della vegetazione, con zone troppo ombrose, il patogeno può infatti svilupparsi più facilmente, anche favorito dal fatto che in queste aree i trattamenti penetrano più difficilmente. È perciò utile adottare pratiche agronomiche di contenimento della vigoria delle piante ed effettuare anche tempestivi interventi di potatura verde, al fine di favorire l arieggiamento della vegetazione e ottimizzare la distribuzione dei prodotti fungicidi. Nella tabella seguente vengono riportate le principali caratteristiche dei principi attivi utilizzabili per il contenimento del mal bianco della vite inseriti nei disciplinari di difesa integrata della Regione Lombardia; rispetto allo scorso anno non sono presenti novità.

3 Indicazioni FRAC Sostanza attiva Gruppo/codice FRAC Caratteristiche del formulato BIO Rischio resistenza Strategia antiresistenza Zolfo Inorganici copertura Si basso non necessaria Meptildinocap Dinitrofenoli /C5 copertura No non indicato non necessaria Quinoxifen fenossiquinoline / E1 Copertura affinità con le cere cuticolari No medio necessaria Boscalid Piridino-carbossamidi / C2 translaminare No medio-alto necessaria Bupirimate Idrossi-pirimidine / A2 citotropico-translaminare No medio necessaria translaminare Trifloxystrobin Strobilurine / No elevato necessaria QoI affinità con le cere cuticolari C3 incrociato Pyraclostrobin translaminare No Metrafenone Benzofenoni sistemia locale No medio necessaria Cyflufenamide Amidossime / U6 sistemia locale affinità con le cere cuticolari No medio necessaria Ciproconazolo Difenconazolo Fenbuconazolo Inibitori della Biosintesi Miclobutanil dell Ergosterolo IBE medio-alto Sistemici No Penconazolo incrociato necessaria Propiconazolo G1 Tebuconazolo Tetraconazolo Spiroxamina spirochetalamine / G2 Sistemico No basso-medio necessaria Bicarbonato di potassio Inorganici Di contatto Si Non noto No indicazioni Olio essenziale di arancio dolce Origine biologica Di contatto Si Non noto No indicazioni Ampelomyces quisqualis microrganismo Si Non noto No indicazioni Nelle zone a maggior rischio di oidio, la difesa dovrebbe essere iniziata precocemente, fin da quando la vite raggiunge lo stadio di suscettibilità all attacco della malattia, soprattutto se nella passata stagione si sono registrati forti attacchi. A puro scopo orientativo, un programma di difesa potrebbe essere organizzato in funzione delle fasi fenologiche come di seguito esemplificato. Da inizio suscettibilità della vite (1-2 foglie distese) alla pre-fioritura: con temperature basse impiegare meptildinocap o spiroxamina, poi può essere utilizzato anche lo zolfo. Periodo a cavallo della fioritura: anche nei confronti dell oidio è il momento migliore per l utilizzo dei prodotti sistemici, sempre associati a un altro principio attivo con differente meccanismo d azione.

4 Dall allegagione all invaiatura: proseguire la difesa alternando i diversi p.a., zolfo compreso, in funzione del loro meccanismo d azione e dell aggressività del patogeno. In generale, in questa fase trovano il momento migliore di applicazione quei principi attivi in grado di fissarsi tenacemente alle cere presenti sugli acini, migliorando in tal modo la protezione degli stessi. In pre-chiusura del grappolo (BBCH 75-77) potrebbe risultare utile un trattamento con lo zolfo in polvere, per proteggere una parte del grappolo difficilmente raggiungibile in seguito con i trattamenti fungicidi. Eventuali trattamenti successivi: zolfo (sospendere i trattamenti qualche settimana prima della vendemmia, per evitare residui di zolfo che nel vino possono aumentare la formazione di idrogeno solforato). Nelle zone a rischio meno elevato solitamente è possibile iniziare la difesa dallo stadio di bottoni fiorali separati, utilizzando zolfo o spiroxamina, per proseguire poi come già descritto. Se in agricoltura integrata le pratiche colturali e agronomiche di contenimento della vigoria delle piante e gli interventi al verde per arieggiare i grappoli sono importanti, in agricoltura biologica tali operazioni risultano indispensabili, visto il limitato numero di prodotti fitosanitari disponibili. La difesa contro questa patologia si basa essenzialmente sull impiego dello zolfo, affiancato negli ultimi anni da alcuni altri formulati, secondo una strategia di difesa preventiva per tutto il periodo di suscettibilità al fungo. Nelle zone solitamente più colpite e con varietà molto sensibili è opportuno cominciare i trattamenti allo stadio di 2-3 foglie con zolfo in polvere, se le temperature risultano superiori ai C. La difesa può poi proseguire con zolfo bagnabile a cadenza variabile a seconda della pressione della malattia, con interventi ravvicinati di massimo 6-7 giorni soprattutto nelle fasi più critiche (dalla prefioritura alla fase di grano di pepe ). Sulle varietà più sensibili e/o nelle zone più a rischio può essere opportuno un intervento con zolfo in polvere in pre-chiusura del grappolo, proseguendo quindi con lo zolfo bagnabile fino all invaiatura. In seguito è bene limitare l uso dello zolfo, per evitare la comparsa di sentori anomali nel vino (idrogeno solforato). Negli ultimi anni, come già accennato, allo zolfo si sono aggiunti alcuni altri formulati impiegabili in difesa biologica, ma che possono essere inseriti anche nelle strategie di difesa integrata per ridurre i rischi di resistenze e i residui di prodotti fitosanitari sull uva; di seguito ne ricordiamo brevemente le principali caratteristiche di azione e di impiego.

5 Ampelomyces quisqualis: è un fungo in grado di parassitizzare le cellule dell oidio devitalizzandole; perché questo microrganismo si insedi in modo ottimale sulla vegetazione è necessario effettuare almeno due interventi a distanza di 5-10 giorni. Può essere utilizzato in tutte le fasi vegetative della vite, ma in presenza di bassi gradi di attacco (meno del 3% di foglie attaccate). Il suo utilizzo è particolarmente indicato a fine stagione, quando può attaccare e devitalizzare i cleistoteci dell oidio destinati a svernare, riducendo quindi il potenziale di inoculo per la stagione successiva. Olio essenziale di arancio dolce: si tratta di un insetticida/fungicida che agisce in modo fisico provocando il disseccamento della parete cellulare degli organi dei funghi che si trovano all esterno della vegetazione. Essendo Erysiphe necator, agente del mal bianco della vite, un fungo epifita, risulta particolarmente sensibile alla forte azione di contatto di questo principio attivo, il quale può essere impiegato in molte delle fasi di sviluppo vegetativo della vite. Ad inizio stagione può aiutare a combattere le infezioni primarie, nel corso della stagione a contenere infezioni già in atto, associato ad altri principi attivi, e a fine stagione a ridurre il numero dei cleistoteci svernanti, soprattutto in caso di forti attacchi tardivi della malattia. Bicarbonato di potassio: esplica un azione rapida e diretta sul patogeno variando la pressione osmotica, innalzando il ph e rilasciando anioni bicarbonato. In aggiunta, inattiva gli enzimi idrolitici fungini, inibisce la crescita del micelio con collasso delle spore e disidrata le ife del patogeno. Avendo un meccanismo d azione multi-sito è ideale per le strategie di difesa antiresistenza. Può essere impiegato in fase preventiva e/o alla prima comparsa dei sintomi da dopo la fioritura alla fase di ingrossamento acino, nonché in sostituzione dello zolfo per i trattamenti di fine stagione (ha anche una buona efficacia nel controllo della botrite). Dal momento che alcune di queste sostanze, se non usate correttamente, possono presentare problemi di fitotossicità, rimane comunque indispensabile attenersi scrupolosamente alle prescrizioni riportate sull etichetta per quanto riguarda i tempi di utilizzo, i dosaggi ad ettolitro e ad ettaro, gli intervalli fra i trattamenti e il loro numero massimo, nonché eventuali altre specifiche indicazioni. Andamento meteorologico Per le informazioni agrometeorologiche e le previsioni meteorologiche più aggiornate fare riferimento, rispettivamente, ai due link presenti all interno del sito istituzionale di ARPA Lombardia:

6 (aggiornato ogni martedì); agine/default.aspx (aggiornato tutti i giorni alle tranne la domenica). A cura del Servizio Fitosanitario Regionale in collaborazione con CO.PRO.VI Casteggio, CO.DI.MA Mantova, Fondazione Fojanini Sondrio, Condifesa Lombardia Nord-Est, Consorzio Tutela Valcalepio, Consorzio Volontario Vino D.O.C. San Colombano e ARPA Lombardia