Corso di Macroeconomia. Lezione 2 : Misurazione del sistema economico
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- Cristoforo Corso
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1 Corso di Macroeconomia Lezione 2 : Misurazione del sistema economico
2 Flussi e stock in macroeconomia Un flusso è una variabile che ha una dimensione temporale e viene misurata nell unità di tempo (quantità di beni prodotti in un trimestre o anno) Esempi: PIL reale, tasso interesse, spesa pubblica, Consumi. Uno stock è invece una variabile che è misurata in un determinato istante. Esempi: debito pubblico, capitale fisico, tasso disoccupazione.
3 1. Tasso di cambio complessivo Tasso di cambio bilaterale Def.: tasso di cambio di una valuta con un altra. Es.: dollaro USA-euro, dollaro USA-yen, dollaro USA-sterlina, dollaro USA-franco svizzero, etc. Nota: è il dato che troviamo normalmente sui giornali! Tasso di cambio complessivo (o effettivo) Def: il tasso di cambio della valuta di un paese rispetto a tutte le valute dei paesi con cui si effettuano scambi. Costruzione: è una media ponderata su base commerciale. Si sceglie un anno base, supponiamo che questo sia il 2000, il numero indice sarà: tasso di cambio anno corrente numeroindice = 100* quota del commercio nel 2000 tasso di cambio nel 2000 tutti i paesi
4 2. Indici del mercato azionario Valore nominale : è calcolato da agenzie di informazione; è quello che normalmente troviamo sui giornali! Valore reale : è ottenuto dividendo il valore nominale per qualche misura del livello dei prezzi (ad es.: deflatore del PIL o indice dei prezzi al consumo) Tipi di investimento nel mercato azionario Obbligazioni Azioni
5 Obbligazioni Def.: certificati cartacei che conferiscono al portatore (obbligazionista) il diritto di: ricevere il pagamento di interessi (periodicamente); ricevere il rimborso del capitale investito (alla scadenza). Tasso di rendimento di un obbligazione: È anche chiamato tasso di interesse reale (r). E calcolato come il rapporto tra il pagamento effettuato dall emittente dell obbligazione ed il prezzo dell obbligazione stessa: r = prezzo rendim ento dell' obbligazione
6 Azioni Def.: quote di proprietà di una società di capitali. Conferiscono al possessore il diritto alla partecipazione agli utili di quella società. Tasso di rendimento di un azione S E s P E S : quota di utile societario dell azione (E significa earnings, mentre la S stock, cioè azione); P S : rappresenta il prezzo dell azione.,
7 Azioni o obbligazioni? Gli investitori sceglieranno solo azioni se S E S P > r +σ dove σ indica il premio per il rischio; r il tasso di rendimento di un obbligazione. S Gli investitori sceglieranno solo obbligazioni se S E S P < r +σ S.,
8 Condizione di equilibrio Poiché gli investitori detengono sia azioni sia obbligazioni, dovrà valere: S E S P Dalla precedente deriviamo il prezzo di un azione: P S = ( r = r E +σ Questo risulta sintetizzare in un solo numero: livello corrente degli utili o profitti; le aspettative degli investitori finanziari sulla profittabilità futura dell impresa rispetto a quella corrente ; il costo corrente del capitale (denotato da r, se r è basso vuol dire che il capitale è poco costoso e viceversa) gli atteggiamenti verso il rischio (se σ S è alto gli agenti sono avversi al rischio e viceversa quando σ S è basso). S +σ S S )
9 Utile contabile e utile permanente (o effettivo) Utile contabile (E a ) Valore contabile fornito dall impresa Valore riportato dai giornali! Utile permanente (E s ) Media di lungo periodo degli utili futuri attesi E il valore che interessa gli investitori.
10 3. Tasso di interesse Def.: il prezzo al quale il potere di acquisto può essere trasferito dal presente al futuro. E una variabile di flusso: è una grandezza che deve essere riferita ad un unità di tempo. Diversi tassi di interesse, in base a: r = rischio del prestito; durata del prestito; trattamento fiscale. Tasso di interesse reale (approssimativamente) = = tasso interesse nominale tasso inflazione.
11 4. Livello dei prezzi e inflazione Tasso di inflazione, aumento (in percentuale) nell anno del livello generale dei prezzi di beni e servizi: π t = (P t P t-1 ) / P t-1. Variabile di flusso: viene riferito ad un periodo di tempo. Altri concetti: disinflazione: una riduzione del tasso di crescita dei prezzi; deflazione: una riduzione del livello generale dei prezzi. Come misuriamo il livello generale dei prezzi? Deflatore del PIL; IPC : Indice Prezzi al Consumo.
12 Deflatore del PIL Def.: rapporto tra PIL a prezzi correnti e PIL a prezzi costanti per lo stesso anno dà la variazione dei prezzi tra l anno corrente e l anno base. Esempio: PIL corrente(2001) = P 2011 Y 2011 = 1510; PIL costante (2001,2000)= P 2010 Y 2011 = 1410; Deflatore del PIL: [(P 2011 Y 2011 / P 2010 Y 2011 )-1]*100= 7.09%
13 IPC Indice Prezzi al Consumo (IPC): valore di un paniere di beni di consumo di una famiglia tipo costante nel tempo. Differenze tra deflatore e IPC: l IPC comprende beni importati, il deflatore solo beni nazionali; l IPC ha pesi fissi (quelli dei beni compresi nel paniere), i pesi del deflatore (quantità beni prodotti) cambiano
14 5. Disoccupazione Legge di Okun Relazione empirica tra il tasso di disoccupazione e il tasso di crescita del PIL reale. Def.: PIL reale= % produzione potenziale-2.5* % u Nota : il tasso di crescita della produzione potenziale (di lungo periodo ) è determinato dal tasso di crescita della popolazione e dal progresso tecnico. %
15 Un esempio relativo alla legge di Okun Supponiamo che il tasso di disoccupazione cresca dall 8 al 10%: % u= 2% % produzione potenziale = 3 % % PIL reale = 3-2,5 x (10-8 )= -2% Se la disoccupazione cresce di 2 punti percentuali, il PIL reale diminuisce del 2%.
16 Formulazione della legge di Okun Si può inferire cosa accade al tasso di disoccupazione se sappiamo il tasso di crescita del PIl tendenziale e effettivo. La legge di Okun infatti si può anche esprimere come: u- u N = -α (g y - g y * ) u- u N = la deviazione della disoccupazione corrente dal suo livello di equilibrio; g y - g y * = la deviazione del tasso di crescita del reddito effettivo dal tasso di crescita tendenziale o di lungo periodo.
17 Altre definizioni utili Popolazione = Popolazione attiva + Popolazione non attiva Popolazione attiva = Forza Lavoro + Lavoratori scoraggiati Lavoratori scoraggiati: persone che desideravano un posto di lavoro, ma non ne avevano cercato uno in quanto credevano di non essere in grado di trovarlo. Forza Lavoro = Lavoratori occupati +Disoccupati Tasso di partecipazione = Forza Lavoro/Popolazione attiva
18 6. PIL reale Il PIL (Y ) è la somma delle seguenti componenti di spesa: Consumo (C) Investimento (I) Spesa pubblica (G) Esportazioni nette (NX) Y = C + I + G + NX
19 Altre definizioni utili PNL (Prodotto Nazionale Lordo): il valore finale di tutti i beni e servizi prodotti in un determinato periodo di tempo (anno o trimestre) da connazionali (lavoratori o imprese) indipendentemente dal luogo in cui sono prodotti. Nota: (i) esclusi i non nazionali all interno; (ii) inclusi i connazionali all estero. PNN (Prodotto Nazionale Netto) : è il reddito dei residenti di una nazione dopo aver sottratto il deprezzamento del capitale (PNL ammortamento). Reddito personale : il reddito che le famiglie e le società di persona percepiscono. Reddito personale disponibile: reddito personale meno le imposte.
20 Metodi misurazione PIL (I) Valore aggiunto Salari + redditi da capitale Domanda finale Questa identità consente di analizzare il PIL come: metodo del valore aggiunto o per settori di attività (Agricoltura, Manifatturiero, Costruzioni, Servizi ): somma del valore aggiunto prodotto da tutte le imprese ; metodo del reddito: somma dei redditi percepiti da tutti i fattori produttivi ; metodo della spesa : somma di tutti gli acquisti finali.
21 Metodi misurazione PIL (II) I tre metodi indicati guardano all economia sotto diverse prospettive: formazione: risulta dalle decisioni delle varie imprese ed è pari alla somma dei valori aggiunti; distribuzione: risulta dalla somma di salari, rendite, interessi e profitti.; impiego: pari ai redditi che vengono consumati e risparmiati. Ma il principio fondamentale della contabilità nazionale è che nel misurare l attività economica i tre metodi sono equivalenti e forniscono una identica misura del livello dell attività economica. Si può determinare Y con tutti e tre i metodi enunciati.
22 Esempio dei tre metodi di misurazione del PIL Impresa X Ricavi = 50 milioni euro Spese =35 milioni euro Profitto = 15 milioni euro Imposte = 5 milioni euro Profitto netto = 10 milioni euro
23 Metodo del valore aggiunto (formazione) Misura l attività economica sommando il valore di mercato di tutti i beni e servizi finali escludendo i beni e servizi impiegati a stadi intermedi della produzione. Poiché il valore finale del prodotto è pari a 50 milioni (prezzo per quantità), il prezzo già tiene conto del valore aggiunto e la valutazione dell attività economica è esattamente 50 (ed è stata ottenuta con il metodo del valore aggiunto).
24 Metodo del reddito (distribuzione) Le spese di 35 milioni sono costi per aver utilizzato i fattori produttivi supponiamo salari ai lavoratori (20 ) + remunerazione fattore capitale (15 ) + Imposte pari (5) + Profitto netto pari (10) Somma dei redditi percepiti = 50
25 Metodo della spesa (impiego) I percettori di quei redditi li utilizzeranno per acquistare: beni di consumo all interno o all estero; beni di investimento prodotti all interno o all estero; spesa pubblica. Identità del reddito nazionale: Y=C+I+G+NX
26 Y potenziale e Y effettivo Tra i suoi scopi, la macroeconomia deve spiegare perché Y varia (fluttua o esibisce cicli) nel tempo Distinguiamo Y corrente (effettivo) da Y potenziale. Y potenziale è il livello massimo che un economia può produrre se tutti i fattori produttivi (terra, capitale, lavoro, tecnologia) sono pienamente impiegati. Cambia molto lentamente nel tempo, solo quando la dotazione dei fattori produttivi aumenta (es. crescita della popolazione, progresso tecnico, nuovi beni capitali, investimenti in istruzione e formazione) Y corrente è invece l ammontare di beni e servizi che viene prodotto in un economia in un anno Se Y corrente < Y potenziale esistono fattori produttivi disoccupati. Il problema cruciale della macroeconomia è quello di valutare se le forze di mercato riescono a portare Y corrente = Y potenziale
27 Keynesiani e Neoclassici Il modello in base al quale, nel breve periodo, l output è determinato dalla domanda aggregata venne proposto nel 1936 dall economista inglese J. M. Keynes nella sua opera: Teoria generale dell occupazione, dell interesse e della moneta Ancora oggi molti economisti si ispirano al contributo di Keynes, contrapponendosi ai neoclassici per la diversa visione sul funzionamento del sistema economico. In estrema sintesi, per i neoclassici il sistema economico tende sempre ad auto-equilibrarsi al livello di pieno impiego (e quindi non vi può essere carenza di domanda), mentre per i keynesiani l economia può trovarsi in equilibri con disoccupazione involontaria, se la domanda aggregata non viene stimolata con appropriate politiche economiche.
28 La domanda o spesa aggregata: AD Ipotizziamo un economia con solamente due agenti: Famiglie (che consumano) Imprese (che investono) La domanda aggregata si compone della somma della spesa per consumi (C) e di quella per investimenti, che intendiamo programmati (I P ) Nel modello semplice, senza settore pubblico: AD = C + I P
29 Il consumo Def.: consumi di beni e servizi da parte delle famiglie. Essi dipendono dal reddito disponibile corrente (Y D ). Reddito disponibile corrente (Y D ): il reddito che le famiglie ricevono dalle imprese, cui si somma ciò che ricevono dallo Stato (trasferimenti, TR) e si sottrae ciò che devono pagare allo Stato sotto forma di imposte (T). È il reddito che hanno a disposizione per il consumo o il risparmio: Y D = Y T + TR Per semplicità, nella nostra analisi assumeremo che la spesa per trasferimenti sia pari a zero per cui il reddito disponibile è: Y D = Y T
30 Il consumo in Italia Consumo rispetto al reddito in % C/Y Anno 50
31 Gli investimenti Nella contabilità nazionale gli investimenti totali comprendono gli investimenti programmati più le variazioni delle scorte: I I P + var(scorte) Investimenti Programmati (I P ): sono costituiti dalle spese desiderate delle imprese per acquistare beni capitali (macchinari, immobili). I P dipendono dalle previsioni circa il livello della domanda futura e dal tasso di interesse. Scorte: sono costituite da merci e fattori della produzione destinati a essere venduti o impiegati nei processi produttivi futuri Inizieremo la nostra analisi assumendo che gli investimenti siano autonomi (ovvero esogeni)
32 Gli investimenti in Italia Investimento reale rispetto al reddito in % I/Y Anno 20
33 Equilibrio Def.: una situazione nella quale tutti gli agenti sono soddisfatti delle loro scelte. Ovvero una situazione nella quale le scelte di consumo e risparmio delle famiglie sono compatibili con le scelte di produzione delle imprese. Per avere equilibrio occorre che Y (offerta) sia uguale ad AD (domanda). Y=AD = C + I P
34 Relazioni contabili Le pure identità si identificano con il segno che indica appunto che queste uguaglianze sono vere per definizione. In contabilità: Y C + I. Il risparmio in un periodo deve essere uguale all investimento nello stesso periodo: S I Relazioni contabili (identità): Dalle definizioni adottate: Y C + S C + I Sottraendo C da tutti i membri dell identità: Y C S I
35 Relazioni di equilibrio Per determinare il reddito di equilibrio dovrà verificarsi che: Y = C+I P. Sottraendo C da ambedue i membri otteniamo: Y C = I P ovvero: S = I P La stessa relazione Risparmio = Investimento deve valere nei modelli di equilibrio del reddito che andiamo a costruire. Il significato è però diverso perché non è più un identità contabile ma una relazione di equilibrio che risulta verificata quando il risparmio programmato dalle famiglie è pari alla spesa di investimento programmata dalle imprese.
36 Conclusioni L equilibrio nel mercato dei beni si realizza quando risparmio programmato è uguale a investimento programmato : S=I P Nella contabilità nazionale è sempre vero, per definizione, che S I Relazioni di equilibrio e identità contabili hanno un significato profondamente diverso
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