Proprietà letteraria riservata 2015 RCS Mediagroup S.p.A. Prima edizione: novembre 2015

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Renata Piazza
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1 Proprietà letteraria riservata 2015 RCS Mediagroup S.p.A. Prima edizione: novembre 2015 Foto: Ansa, Ap, Getty Images, Omega, Pegaso, Reuters. L editore resta a disposizione con gli aventi diritto per eventuali fonti fotografiche che non è stato possibile identificare. Progetto grafico e impaginazione: zampediverse

2 Chiamatemi Bomber

3 I TRE ALLENATORI CHE HANNO SEMPRE CREDUTO IN ME

4 Il mio Cammellone di Cesare Maldini Bobo Vieri è il mio Cammellone, il mio centravanti ideale. Me lo sono portato sempre dietro, dall Under 21 al Mondiale del Un altro figlio, un ragazzo d oro: apparentemente timido ma giocherellone, amatissimo dai compagni, professionista serio come ne ho visti pochi nella mia vita. In più, Bobo ha un cuore grande, e ha sempre saputo mostrare riconoscenza nei confronti di chi gli ha voluto bene. Per i compagni era disposto a fare la guerra con chiunque. Mi è bastato vederlo grezzo, ragazzino, ai tempi della Primavera del Torino, per capire che dentro quel goffo gigante c erano qualità tecniche e umane eccezionali. In piena forma era praticamente immarcabile, poteva arare chiunque, aveva un coraggio 9

5 Bobo Vieri da leone. Ecco, se devo pensare a un paragone con un giocatore del passato mi viene in mente Gunnar Nordahl, fantastico centravanti del Milan degli anni Cinquanta. Alla fine del primo tempo di Italia-Camerun, Mondiale del 1998, Bobo aveva paura che lo sostituissi, non stava giocando bene. Glielo feci credere per un po, in realtà non ci pensavo minimamente a toglierlo dal campo, poi quando mi capitò a tiro di voce iniziai a investirlo di insulti. Gridai: Vai in campo e non mi rompere i... Vedi di fare quello che sai!. Rientrò come una furia, fece una doppietta e schiantò gli africani. Un fenomeno di calciatore, un bravo ragazzo. 10

6 La caparbietà di Bobo di Emiliano Mondonico Se devo raccontare un aneddoto che descriva Bobo mi vengono in mente i tempi del Torino, lui era nelle giovanili granata, io l allenatore della prima squadra. Dopo averlo osservato un po, lo convocai con noi per una gara di Coppa Italia, entrò a partita in corsa e bagnò l esordio con un gol di incredibile bellezza. Le due domeniche successive lo chiamai nuovamente, ma senza farlo mai scendere in campo. Il martedì dopo la seconda partita sentii bussare alla porta dello spogliatoio: era Bobo. Chiese di parlarmi a quattr occhi e mi disse, diretto: Mister, invece di andare in panchina in prima squadra preferisco giocare al sabato con la Primavera

7 Bobo Vieri Anche se ci provai, non fu possibile fargli cambiare idea. L argomento mi fece infuriare, ma così imparai a conoscere di che pasta era fatto e dentro di me iniziai ad ammirarlo per la sua caparbietà. 12

8 Generosità e altruismo di Rosario Rampanti Per parlare di Christian bisogna partire da suo papà Roberto (Bob), che è stato un calciatore in possesso di classe sopraffina. Con Roberto giocai alcune stagioni nel Bologna e, nel 1979, lo raggiunsi in Australia: lui giocava nel Marconi e io nell Apia Sydney. Alla fine del campionato me ne tornai in Italia. Christian allora aveva solo sei anni, e la fortuna di frequentare le scuole australiane, dove si formò anche come atleta. Dopo tante telefonate intercorse fra me e suo papà Roberto, a sedici anni Christian venne a Torino per fare provino. In lui erano soprattutto le doti atletiche a farsi notare e decidemmo di tesserarlo. Ero l allenatore della Primavera e quindi il re- 13

9 Bobo Vieri sponsabile del più titolato Settore Giovanile d Italia. Al contrario di molti scettici, già nel primo ritiro di Macugnaga mi resi conto di avere tra le mani un soggetto in possesso di eccezionali qualità fisiche, ottima visione di gioco e grande fiuto del gol. Lo inserii piano piano con i ragazzi che avevano due anni più di lui e ogni volta che lo facevo entrare, anche se solo per dieci o quindici minuti, Christian realizzava almeno un gol. Vincemmo quel campionato, 1990/91, anche grazie a lui. Trionfammo anche nel campionato Primavera della stagione successiva: la finale si giocò a Reggio Calabria, davanti a venticinquemila spettatori. Christian realizzò tre gol, uno più bello dell altro Conservo come una reliquia il filmato di quella partita. Fu la sua consacrazione. Il giorno dopo si operò alla caviglia, giocando la finale si era dimostrato eroico. Con i problemi fisici che aveva avrebbe avuto tutto il diritto di chiedere di non giocare. Non lo fece e scese in campo dimostrando grande generosità e altruismo, doti che lo hanno sempre accompagnato. E io l ho sempre seguito con affetto, da genitore più che da allenatore. 14

10 Prima parte DALL AUSTRALIA A SAN SIRO

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