Corso base di formazione per il personale nelle istituzioni scolastiche
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- Donata Giuliana Grosso
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1 Corso base di formazione per il personale nelle istituzioni scolastiche D.Lgs.81/2008 e seguenti D.M. 26 agosto 1992 D.M. 1 0 Marzo 1998 D.P.R. 151/2011 Anno 2012
2 Il luogo di lavoro LA SCUOLA
3 Il Dirigente Scolastico assume il ruolo di..: D.Lgs. 81/08 DATORE DI LAVORO Ex D.Lgs settembre 1994 E.TITOLARE DELL ATTIVITA D.M. 26 agosto 1992 D.M. 10 Marzo 1998
4 DATORE DI LAVORO (Ex D.Lgs.626/94) D.Lgs.81/2008 D.M. 21 giugno 1996 n. 292 Ora D.Lgs. 09 aprile 2008 n.81 Istruzione Università e Ricerca
5 Ministero dell Interno ANTINCENDIO: MODALITA APPLICATIVE NELL EDILIZIA SCOLASTICA D.M. 10 marzo 1998 D.M. 26 agosto 1992 D.P.R. 151/2011 TITOLARE DELL ATTIVITA
6 DATORE DI LAVORO Ministero della Pubblica Istruzione D.M. 29 settembre 1998 n. 382 Regolamento concernente l applicazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro nelle istituzioni scolastiche ed educative Circolare n. 119 del 29 aprile1999 EX Decreto legislativo 626/94 e successive modificazioni ed integrazioni - D.M. 382/98: Sicurezza nei luoghi di lavoro - Indicazioni attuative. ORA D.Lgs. 81/08
7 RISPETTO DEGLI ADEMPIMENTI Aggiornamento dei docenti Raccordo con gli Enti preposti Tramite Coinvolgimento dei discenti Partecipazione di tutte le componenti di gestione della scuola
8 OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO Organizzazione della sicurezza Designa Responsabile SPP Addetti antincendio Addetti primo soccorso Valutazione dei rischi Assieme ai Dirigenti, Preposti e Consulenti o componenti del Servizio Informazione e formazione Organizza per i Lavoratori Corsi Lezioni Medico competente Servizio Prevenzione e Protezione Può conferire specifiche deleghe Incontri Aggiornamenti Consulta i Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza (R.L.S.)
9 RIUNIONE PERIODICA Almeno una volta all anno viene indetta una riunione periodica cui devono partecipare il Datore di Lavoro (o un suo delegato), il Responsabile del Servizio Prev. e Prot. e il R.L.S. ARGOMENTI BASE Da trattare e discutere Documento di Valutazione dei Rischi Idoneità dei mezzi di protezione - D.P.I. Programmi di formazione ed informazione per i lavoratori
10 DIRITTI E DOVERI DEI LAVORATORI Contribuiscono assieme al datore di lavoro, ai dirigenti ed ai preposti, all adempimento di tutti gli obblighi imposti dall Autorità competente o comunque necessari per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori durante il lavoro La verifica da parte dei lavoratori in merito all applicazione delle misure di sicurezza viene effettuata tramite il R.L.S.
11 RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA R.L.S. a) Può accedere in tutti i luoghi di lavoro b) E consultato in ordine alla valutazione dei rischi, sulla designazione degli Addetti alla Prevenzione Incendi, evacuazione e Pronto Soccorso c) Riceve le informazioni e la documentazione aziendale utile d) Promuove ed attua misure di prevenzione idonee per i lavoratori e) Formula osservazioni alle autorità di vigilanza f) Partecipa alla riunione periodica g) Avverte il Responsabile del S.P.P. dei rischi individuati h) Può fare ricorso alle autorità competenti
12 LA VALUTAZIONE DEI RISCHI Riguarda i procedimenti di analisi che devono essere effettuati a cura del Datore di Lavoro, in ogni ambito dell attività, per arrivare ad una stima del rischio, in base ai pericoli rilevati; questo, al fine di identificare una possibile esposizione dei lavoratori. Tali verifiche danno adito alla redazione del DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI, OBBIETTIVI DELLA VALUTAZIONE Consentire al Datore di Lavoro di prendere i provvedimenti che sono effettivamente necessari per salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori, unitamente alle componenti del SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
13 RISCHIO e PERICOLO PERICOLO (o fattore di rischio): proprietà o qualità intrinseca di una determinata entità (materiali, lavorazioni, attrezzature di lavoro, metodi e pratiche di lavoro) avente il potenziale di causare un danno RISCHIO: probabilità che sia raggiunto un livello potenziale di danno nelle condizioni d impiego o di esposizione ad un pericolo da parte di un lavoratore
14 PREVENZIONE INCENDI Ex D.P.R. 27 aprile 1955 n. 547 Art. 33 In tutte le aziende o lavorazioni soggette al presente decreto devono essere adottate idonee misure per prevenire gli incendi e per tutelare la incolumità dei lavoratori in caso di incendio. Art. 36 Le aziende e le lavorazioni: a) b) sono soggette, ai fini della prevenzione degli incendi, al controllo del Comando del Corpo dei Vigili del Fuoco competente per territorio.
15 PREVENZIONE INCENDI Ex D.P.R. 27 aprile 1955 n. 547 Art. 37 I progetti di nuovi impianti o costruzioni di cui al precedente articolo o di modifiche di quelli esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto, devono essere sottoposti al preventivo esame del Comando del Corpo dei Vigili del Fuoco, al quale dovrà essere richiesta la visita di collaudo ad impianto o costruzione ultimati, prima dell inizio delle lavorazioni.
16 PREVENZIONE INCENDI D.P.R. 26 maggio 1959 n.689 Art. Unico Le aziende e le lavorazioni che, ai sensi dell art. 36 del D.P.R. 27 aprile 1955, n. 547, sono soggette ai fini della prevenzione incendi, al controllo del Comando del Corpo dei Vigili del Fuoco competente per territorio, sono determinate con le tabelle A e B, annesse al presente decreto. Tabella A: Aziende e lavorazioni nelle quali si producono, impiegano, si sviluppano e si detengono prodotti infiammabili, incendiabili o esplodenti. (n. 54 attività) Tabella B: Aziende e lavorazioni che per dimensioni, ubicazione ed altre ragioni presentano in caso d incendio gravi pericoli per la incolumità dei lavoratori. (n. 7 attività)
17 PREVENZIONE INCENDI Legge 26 luglio 1965 n. 966 Art. 2 Gli enti ed i privati sono tenuti a richiedere: a) le visite ed i controlli di prevenzione degli incendi ai locali adibiti ai depositi ed alle industrie determinati in conformità a quanto stabilito al successivo art. 4, nonché l'esame dei progetti di nuovi impianti o costruzioni o di modifiche di quelli esistenti, delle aziende e lavorazioni di cui agli ex artt. 36 e 37 del Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1955,numero 547, ed alle tabelle A e B annesse al ex Decreto del Presidente della Repubblica 26 maggio 1959, n Dette visite e controlli devono comprendere anche gli accertamenti di competenza previsti dal Ex Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547, sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro; ORA: applicazione delle norme del DPR 151/2011
18 PREVENZIONE INCENDI D.M. 16 febbraio 1982 I locali, le attività, i depositi, gli impianti e le industrie pericolose i cui progetti sono soggetti all'esame e parere preventivo dei comandi provinciali dei vigili del fuoco ed il cui esercizio è soggetto a visita e controllo ai fini del rilascio del «Certificato di prevenzione incendi», nonché la periodicità delle visite successive, sono determinati come dall'elenco allegato che, controfirmato dal Ministro dell'interno e dal Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, forma parte integrante del presente decreto. (n. 97 attività)
19 PREVENZIONE INCENDI D.M. 10 marzo 1998 Art. 1 Oggetto - Campo di applicazione 1. Il presente decreto stabilisce, in attuazione al disposto dell'art. 13, comma 1, del Ex Decreto Legislativo 19 settembre 1994, n. 626, i criteri per la valutazione dei rischi di incendio nei luoghi di lavoro ed indica le misure di prevenzione e di protezione antincendio da adottare, al fine di ridurre l'insorgenza di un incendio e di limitarne le conseguenze qualora esso si verifichi.
20 PREVENZIONE INCENDI Cause e Pericoli di Incendio più comuni deposito o manipolazione non idonea di sostanze infiammabili o combustibili; accumulo di rifiuti, carta o altro materiale combustibile che può essere facilmente incendiato (accidentalmente o deliberatamente); Negligenza nell'uso di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore; inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle apparecchiature; impianti elettrici o utilizzatori difettosi, sovraccaricati e non adeguatamente protetti ; riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non qualificate ; apparecchiature elettriche lasciate sotto tensione anche quando inutilizzate ; utilizzo non corretto di impianti di riscaldamento portatili ; ostruire la ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari, apparecchiature elettriche e di ufficio; fumare in aree ove è proibito, o non usare il posacenere; negligenze di appaltatori o di addetti alla manutenzione; etc. ;
21 PREVENZIONE INCENDI PREVENZIONE INCENDI prevenzione propriamente detta protezione misure precauzionali d'esercizio protezione attiva protezione passiva
22 PREVENZIONE INCENDI L obiettivo principale dell adozione di misure precauzionali di esercizio è quello di permettere, attraverso una corretta gestione, di non aumentare il livello di rischio reso a sua volta accettabile attraverso misure di prevenzione e di protezione.
23 PREVENZIONE INCENDI Le misure precauzionali di esercizio si realizzano attraverso: Analisi delle cause di incendio più comuni Informazione e Formazione antincendio Controlli degli ambienti di lavoro e delle attrezzature Manutenzione ordinaria e straordinaria
24 Informazione e formazione antincendio E' fondamentale che i lavoratori conoscano come prevenire un incendio e le azioni da attuare a seguito di un incendio. L'informazione deve essere basata sulla valutazione dei rischi, essere fornita al lavoratore all'atto dell'assunzione ed essere aggiornata nel caso in cui si verifichi un mutamento della situazione del luogo di lavoro che comporti una variazione dei rischi di incendio.
25 Informazione e formazione antincendio E' obbligo del datore di lavoro fornire al personale una adeguata informazione e formazione al riguardo di : a) rischi di incendio legati all'attività svolta nell'impresa ed alle specifiche mansioni svolte ; b) misure di prevenzione e di protezione incendi adottate in azienda con particolare riferimento alla/ai : ubicazione dei presidi antincendio ; ubicazione delle vie di uscita; modalità di apertura delle porte delle uscite; l'importanza di tenere chiuse le porte resistenti al fuoco; i motivi per cui non devono essere utilizzati gli ascensori per l'evacuazione in caso di incendio;
26 Informazione e formazione antincendi E' obbligo del datore di lavoro fornire al personale una adeguata informazione e formazione al riguardo di : c) procedure da adottare in caso di incendio ed in particolare: azioni da attuare quando si scopre un incendio; come azionare un allarme; azione da attuare quando si sente un allarme; procedure di evacuazione fino al punto di raccolta in luogo sicuro; modalità di chiamata dei vigili del fuoco. d) i nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze e pronto soccorso; e) il nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell'azienda.
27 PREVENZIONE INCENDI D.M. 26 agosto 1992 Ministero dell Interno Norme di prevenzione incendi per l edilizia scolastica
28 1.2. Classificazione. PREVENZIONE INCENDI D.M. 26 agosto 1992 Le scuole vengono suddivise, in relazione alle presenze effettive contemporanee in esse prevedibili di alunni e di personale docente e non docente, nei seguenti tipi: tipo 0: scuole con numero di presenze contemporanee fino a 100 persone; tipo 1: scuole con numero di presenze contemporanee da 101 a 300 persone; tipo 2: scuole con numero di presenze contemporanee da 301 a 500 persone; tipo 3: scuole con numero di presenze contemporanee da 501 a 800 persone; tipo 4: scuole con numero di presenze contemporanee da 801 a persone; tipo 5: scuole con numero di presenze contemporanee oltre le persone.
29 GESTIONE DELLA SICUREZZA Ministero dell Interno D.M. 26 agosto 1992 articolo 12 NORME DI ESERCIZIO
30 GESTIONE DELLA SICUREZZA A cura del titolare dell attività. dovrà essere predisposto un registro dei controlli periodici ove sono annotati tutti gli interventi ed i controlli relativi all'efficienza degli impianti elettrici, dell'illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio, dei dispositivi di sicurezza e di controllo, delle aree a rischio specifico e dell'osservanza della limitazione dei carichi d'incendio nei vari ambienti dell'attività. Tale registro deve essere mantenuto costantemente aggiornato e disponibile per i controlli da parte dell'autorità competente.
31 12.0. Deve essere predisposto un piano di emergenza e devono essere fatte prove di evacuazione, almeno due volte nel corso dell anno scolastico Le vie di uscita devono essere tenute costantemente sgombre da qualsiasi materiale E fatto divieto di compromettere la agevole apertura e funzionalità dei serramenti delle uscite di sicurezza, durante i periodi di attività della scuola, verificandone l efficienza prima dell inizio delle lezioni.
32 12.3. Le attrezzature e gli impianti di sicurezza devono essere controllati periodicamente in modo da assicurarne la costante efficienza Nei locali ove vengono depositate o utilizzate sostanze infiammabili o facilmente combustibili è fatto divieto di fumare o fare uso di fiamme libere I travasi di liquidi infiammabili non possono essere effettuati se non in locali appositi e con recipienti e/o apparecchiature di tipo autorizzato.
33 12.6. Nei locali della scuola, non appositamente destinati alla regolare destinazione, non possono essere depositati e/o utilizzati recipienti contenenti gas compressi e/o liquefatti. I liquidi infiammabili o facilmente combustibili e/o le sostanze che possono comunque emettere vapori o gas infiammabili, possono essere tenuti in quantità strettamente necessarie per esigenze igienico- sanitarie e per l'attività didattica e di ricerca in corso come previsto al punto 6.2.
34 12.7. Al termine dell'attività didattica o di ricerca, l'alimentazione centralizzata di apparecchiature o utensili con combustibili liquidi o gassosi deve essere interrotta azionando le saracinesche di intercettazione del combustibile, la cui ubicazione deve essere indicata mediante cartelli segnaletici facilmente visibili Negli archivi e depositi, i materiali devono essere depositati in modo da consentire una facile ispezionabilità, lasciando corridoi e passaggi di larghezza non inferiore a 0,90 m.
35 12.9. Eventuali scaffalature dovranno risultare a distanza non inferiore a m 0,60 dall'intradosso del solaio di copertura Il titolare dell attività deve provvedere affinché nel corso della gestione non vengano alterate le condizioni di sicurezza.
36 ATTENZIONE: LUOGHI che possono EVIDENZIARE MAGGIORI PROBABILITA DI RISCHIO DI INCENDIO Particolare attenzione, ai fini antincendio, si dovrà avere per i seguenti locali: BIBLIOTECA; CENTRALE TERMICA (alimentata a gas metano e/o gasolio); INTERRUTTORI ELETTRICI; QUADRO ELETTRICO; ARCHIVIO; LABORATORI; MAGAZZINI E/O DEPOSITI.
37 Misure generali di sicurezza Check - list Tutte le sostanze infiammabili sono depositate in sicurezza? SI NO - Tutti gli impianti elettrici sono dotati delle necessarie protezioni? - Cavi elettrici provvisori sono disposti in maniera da non essere danneggiati? - I mobili imbottiti sono in buone condizioni? - C è disponibilità di portacenere nelle aree dove è consentito fumare? - Sono stati asportati rifiuti e altro materiale che possa prendere fuoco? - Sono state prese idonee precauzioni nell installazione di decorazione provvisorie? - Sono state prese misure contro il rischio di incendi dolosi? - I materiali combustibili sono opportunamente distanziati da sorgenti di calore? - C è cartellonista di divieto di fumare, usare fiamme libere, resistenze elettriche a vista? - Ci sono macchinari difettosi o non in perfette condizioni? - Esistono pannelli e rivestimenti lignei o cartacei?
38 Vie di esodo SI NO - Tutte le vie di circolazione e le vie di esodo sono libere da ostruzioni? - Tutte le uscite e le vie di esodo sono chiaramente segnalate? - Le vie di esodo e le uscite sono illuminate? - Le porte delle uscite si aprono nel verso di esodo senza l utilizzo di chiavi? - Le porte delle uscite di sicurezza sono dotate di maniglione antipanico? - I dispositivi di auto-chiusura delle porte taglia-fuoco sono funzionanti? - Le porte taglia-fuoco sono chiaramente identificate? - I pavimenti delle vie di esodo sono privi da pericoli di scivolamento o caduta? - Tutti i condotti sono dotati delle necessarie protezioni per prevenire la propagazione di fumo o fiamme?
39 L illuminazione SI NO - L impianto d illuminazione di emergenza delle vie di esodo è funzionante? - Esistono cavi elettrici volanti di tipo provvisorio? - Esistono prese supplementari che alimentano apparecchi sotto tensione? - Ci sono prese di corrente difettose o cavi elettrici scoperti o logori - L edificio scolastico è difeso contro le scariche atmosferiche?
40 Mezzi di spegnimento - Le attrezzature fisse di spegnimento (idranti/naspi/attacchi per VV.F.) sono ubicate al loro posto, funzionanti e utilizzabili? - Le attrezzature mobili di spegnimento (estintori) sono ubicate al loro posto, funzionanti e utilizzabili? - Sono state verificate con la periodicità prevista? - Le attrezzature e le apparecchiature antincendio sono visibili ed opportunamente segnalate mediante idonea cartellonistica?
41 Allarme antincendio - Il sistema di allarme antincendio è efficiente? - Tutti i pulsanti di segnalazione manuale degli allarmi sono liberi da ostruzioni, chiaramente visibili e segnalati? Istruzioni antincendio - Le istruzioni antincendio sono disposte nei luoghi previsti?
42 IL PIANO DI EMERGENZA LE FINALITA : Lo scopo del piano di emergenza è quello di consentire la migliore gestione possibile degli eventuali scenari incidentali che vengono ipotizzati in funzione del tipo di attività e ubicazione della scuola, determinando una o più sequenze di azioni che possono essere ritenute maggiormente idonee per poter raggiungere i risultati che ci si prefigge; questo, al fine dello specifico controllo delle conseguenze di un eventuale incidente.
43 Obiettivi del Piano di Emergenza Alcuni fra gli obiettivi del piano di emergenza possono così definirsi: Raccogliere in un documento organico e ben strutturato delle informazioni che non è possibile ottenere facilmente durante l emergenza; Fornire linee-guida, comportamentali e procedurali che siano legate all esperienza di tutti i componenti della Scuola; rappresentino pertanto le migliori azioni da intraprendere in caso di pericolo; Disporre di uno strumento organizzativo per sperimentare le simulazioni di pericolo; Promuovere organicamente l attività di addestramento di tutto il personale della scuola e degli addetti delle squadre d emergenza.
44 La struttura del piano La struttura di un piano di emergenza, ovviamente, varia molto a seconda del tipo di attività, del tipo di scuola e di attività; della sua conformazione, del numero di dipendenti e dipende da una serie di parametri estremamente diversificati, che impediscono la creazione di un unico modello standard valido per qualsiasi caso. Ciò non significa che Tutte le emergenze siano sempre diverse l una dall altra. É quindi possibile delineare con sufficiente precisione i metodi per la definizione del piano di emergenza ed elencare inoltre alcuni contenuti di base comuni a tutti i piani che si intendano realizzare.
45 Procedure e modalità di comportamento Le procedure sono la rappresentazione, in genere schematica, delle linee-guida operative e di comportamento che costituiscono e delineano i vari momenti dell emergenza. Le Procedure Operative Standard forniscono un valido insieme di direttive tramite le quali il personale può operare con maggiore sicurezza, efficacia ed efficienza. In mancanza di appropriate procedure, una emergenza può diventare problematica, causando confusione e aumentando il rischio di infortuni.
46 LE PERSONE Il contenuto del piano di emergenza deve innanzitutto fare riferimento ad alcune persone/gruppi essenziali per fronteggiare le singole emergenze; come il personale incaricato ad assolvere mansioni specifiche. Di esse, il piano deve descrivere le modalità di azione, i comportamenti da tenere, oltre le azioni da intraprendere. Infine, tutto ciò che deve essere evitato.
47 AZIONI Le azioni previste nel piano di emergenza devono assolutamente essere commisurate alla effettiva capacità delle persone che debbono adempiere a specifici compiti e procedure. Non è quindi possibile attribuire mansioni particolari a chi non è stato adeguatamente addestrato. Occorre inoltre ricordare che in condizioni di stress e di panico le persone tendono a perdere lucidità e controllo delle proprie azioni; pertanto, il piano di emergenza deve tener conto di aspetti di tale natura. Poche, semplici, efficaci azioni sono più vantaggiose rispetto ad una serie di incarichi complicati nei quali il rischio di non tener conto di alcuni passaggi fondamentali è molto alto.
48 IL PIANO DI ESODO Il piano di esodo è in pratica un piano nel piano che evidenzia con gli opportuni dettagli tutte le misure adottate (in fase preventiva e di progetto); tutti i comportamenti e le modalità da attuare (in fase di emergenza) per garantire il completo abbandono dell edificio scolastico da parte delle persone presenti; sia lo stesso personale, gli allievi, i visitatori ecc. Il piano di esodo deve essere elaborato tenendo conto del tipo di evento ipotizzato, delle caratteristiche dell ubicazione della scuola, della distribuzione dei locali di lavoro e dei percorsi interni ed esterni.
49 CRITERI GENERALI PER PREDISPORRE UN PIANO DI EVACUAZIONE DI UNA SCUOLA PIANO DI EMERGENZA DELLA SCUOLA... Logo e SCUOLA COMUNE DI... VIA... N... TEL. 051 /... FAX. 051 /... RESPONSABILE DIDATTICO... RESPONSABILE SICUREZZA... IL PRESENTE PIANO DI EMERGENZA VIENE REDATTO ALLO SCOPO DI INFORMARE TUTTO IL PERSONALE DOCENTE E NON DOCENTE NONCHE GLI ALLIEVI SUL COMPORTAMENTO DA TENERE NEL CASO DI UN ALLONTANAMENTO RAPIDO DALL EDIFICIO SCOLASTICO STESSO..
50 IL PIANO DI EVACUAZIONE A S S E G N A ZI O N E D E G L I I N C A R I C H I INCARICO INCARICATO VICE-INCARICATO 1.Emanazione dell ordine di evacuazione 1.Coordinamento generale dell evacuazione 1.Coordinamento dell evacuazione piano terra 1.Coordinamento dell evacuazione piano primo 1.Coordinamento dell evacuazione piano secondo 1.Effettuazione delle chiamate di soccorso 1. Interruzione erogazione : gas * acqua * energia elettrica * 1.Aiuto al personale e allievi portatori di handicap 1.Controllo libero accesso mezzi di soccorso 1.Interruzione traffico per attraversamento strade
51 IL PIANO DI EVACUAZIONE TABELLA ASSEGNAZIONE INCARICHI DI CLASSE Istituto Anno scolastico Classe INCARICO INCARICATO VICE-INCARICATO APRI - FILA CHIUDI - FILA L Insegnante della classe
52 IL PIANO DI EVACUAZIONE MODULO DI EVACUAZIONE Istituto Classe Data Tipo di evento Piano di provenienza Insegnante N allievi presenti N allievi evacuati Feriti ( nominativi ) Dispersi ( nominativi ) Centro di raccolta Firma dell insegnante
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