SSD ICAR 21 6CFU, CORSO DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA
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1 FACOLTA DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE ED AMBIENTALE a.a. 2009/2010 SSD ICAR 21 6CFU, CORSO DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA OBIETTIVI DEL CORSO Il corso Pianificazione Urbanistica intende fornire agli studenti del corso di laurea in Ingegneria civile ed ambientale le conoscenze fondamentali necessarie per l esercizio di attività professionale nel campo della pianificazione urbanistica e territoriale quali: costruzione di quadri analitici relativi alle condizioni ambientali ed alle dinamiche territoriali, valutazione della coerenza di progetti con il quadro normativo e previsionale derivante dagli strumenti di pianificazione, predisposizione di piani e programmi d intervento, etc Il corso, pertanto, dopo una breve introduzione ai fondamenti della disciplina urbanistica ed ad alcuni concetti di base della stessa, illustrerà il sistema della pianificazione urbanistica con riferimento alla legislazione nazionale ed a quella regionale, fornendo a conclusione alcune tecniche fondamentali nel campo della progettazione urbanistica. ARTICOLAZIONE DEL CORSO Il corso prevede delle lezioni frontali ed attività seminariali e di laboratorio progettuale. Le lezioni frontali sono articolate in 3 moduli. Il primo modulo fornirà una visione generale dell urbanistica, delle sue finalità e dei suoi metodi, anche attraverso una breve ricostruzione storica della formazione ed evoluzione della disciplina fra la fine dell 800 e la prima metà del secolo scorso. Il modulo si concluderà con una disamina della legislazione urbanistica e territoriale del nostro paese. Il secondo modulo sarà dedicato allo studio della recente Legge urbanistica della regione Calabria, approvata nel 2002 e degli strumenti di pianificazione previsti alle diverse scale; particolare attenzione sarà dedicata alla disamina del Piano Strutturale, lo strumento urbanistico generale a scala comunale. Il terzo modulo prevede anche l illustrazione di alcuni elementi di Tecnica urbanistica con particolare riferimento ad alcuni concetti quali quello di zonizzazione, normativa tecnica, vincolo, standard, fabbisogno, dimensionamento, prestazione, etc 1. I fondamenti della disciplina urbanistica 1.1. Le missioni dell urbanistica: il governo del territorio, il controllo sull uso del suolo e sulla qualità della forma urbana; gli strumenti disciplinari: il progetto ed il piano.
2 1.2. La formazione della disciplina urbanistica moderna fra Ottocento e Novecento Il Piano urbanistico: finalità, strumenti, articolazione Il sistema della pianificazione urbanistica in Italia dalla Legge urbanistica nazionale ad oggi. 2. La Legge urbanistica della Calabria n 19/ I principi ispiratori: sostenibilità, autonomia, sussidiarietà, partecipazione. La difesa del territorio e la prevenzione dei rischi. La promozione dello sviluppo La pianificazione sovra comunale: il Quadro Territoriale Regionale ed il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale 2.3. La pianificazione a scala comunale: il Piano strutturale, il POT, il Regolamento Edilizio ed Urbanistico 2.4. La pianificazione attuativa ed i Programmi di intervento. 3. Elementi di tecnica urbanistica 3.1. Il dimensionamento del piano: dal calcolo del fabbisogno alla stima della capacità di carico (carryng capacity) Gli standard urbanistici: il DM del 1968; standard quantitativi e standard prestazionali; gli indicatori ambientali 3.3. La Zonizzazione: principi e finalità, valore e limiti; dalle Zone Territoriali Omogenee agli Ambiti Territoriali Unitari Il sistema dei parametri ed degli indici per la pianificazione urbanistica: linee, superfici, volumi. ESERCITAZIONE Oltre allo studio e all approfondimento degli argomenti trattati a lezione gli studenti saranno chiamati a svolgere una esercitazione pratica che prevede la verifica della metodologia progettuale per la redazione di un Piano Strutturale comunale, in un comune a scelta dello studente. MODALITA D ESAME L esame di profitto si svolgerà in due tempi. Una prima valutazione riguarderà la conoscenza degli argomenti trattati a lezione avverrà mediante un colloquio che si svolgerà al termine del ciclo delle lezioni frontali. L esame finale verterà essenzialmente sulla discussione degli elaborati prodotti per l esercitazione e la valutazione complessiva terrà conto dell esito del colloquio e dei risultati dell esercitazione. MATERIALI DIDATTICI Giuseppe Fera, Urbanistica, teorie e storia, Gangemi editore, Roma Ulteriore materiale didattico sarà fornito durante il corso.
3 CORSO DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ATTIVITÀ DI LABORATORIO METODOLOGIA PER LA REDAZIONE DI UN PIANO STRUTTURALE COMUNALE FASE 1. COSTRUZIONE DEL QUADRO DIAGNOSTICO FASE 2. LA CLASSIFICAZIONE DEL TERRITORIO COMUNALE FASE 3. IL CALCOLO DEL FABBISOGNO DI ABITAZIONI E SERVIZI FASE 4. IL DOCUMENTO PRELIMINARE DI PIANO: ATU e REGOLAMENTO URBANISTICO FASE 1. COSTRUZIONE DEL QUADRO DIAGNOSTICO 1.1. QUADRO ECONOMICO SOCIALE L obiettivo è quello di restituire un quadro generale delle condizioni economiche e sociali del comune, ovvero delle dinamiche demografiche, delle condizioni abitative e delle attività economiche. In particolare si richiedono i seguenti elaborati: Dinamica demografica: popolazione e nuclei familiari al 2001 (Censimento ISTAT) e al 2011 Ufficio anagrafico comunale); popolazione per classi di età, scolarizzazione, etc Attività economiche: popolazione attiva, aziende ed addetti per rami e settori di attività economica, etc.. (Censimento ISTAT della popolazione al 2001; Censimenti Industria ed agricoltura 2010) Condizioni sociali: problematiche sociali, associazionismo e volontariato QUADRO NORMATIVO Il Quadro normativo espliciterà in primo luogo tutte le previsioni di trasformazione del territorio comunale derivanti da atti di pianificazione e programmi di sviluppo redatti da enti pubblici sovrimposti ovvero a livello nazionale, regionale e provinciale in modo da assicurare che le scelte operate in sede di PSC siano coerenti con gli obiettivi della pianificazione e programmazione sovrimposta. Il QN, inoltre, dovrà considerare lo stato della pianificazione comunale a scala generale e di dettaglio. In particolare si prevede la seguente articolazione:
4 La Pianificazione/programmazione sovracomunale. Il Quadro Territoriale Regionale; il POR Calabria 2007/2013; Il Piano Territoriale Provinciale La Pianificazione comunale: Gli strumenti urbanistici comunali vigenti a scala generale e di dettaglio I Programmi strategici ed i progetti integrati che interessano il territorio comunale 1.3. QUADRO DEI VINCOLI PAESAGGISTICO AMBIENTALI Obiettivo prioritario del Quadro Paesaggistico Ambientale è quello di individuare le cosiddette invarianti territoriali, ovvero quelle porzioni del territorio che per la loro natura, valore o caratteristiche rappresentano una risorsa fondamentale del territorio e per il suo sviluppo economico e sociale e che pertanto necessitano di tutela e valorizzazione. Allo stesso tempo occorre individuare tutte quelle condizioni di carattere naturale (geologia, morfologia, ecc..) o antropico (aree di interesse storico, aree agricole di pregio, ecc..) che per loro natura non si prestano a interventi di trasformazione a carattere urbano. In particolare si richiedono le seguenti analisi: Vincoli naturalistico ambientali: aree parco, SIC, ZPS, ecc..; (aree parco e riserve) ranea.pdf (Sic e ZPS) Aree sottoposte a vincolo paesaggistico in base al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 "Codice dei beni culturali e del paesaggio e dal QTR/P della Regione Calabria I vincoli idraulici e geologici derivanti dal Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Calabria: vincoli di natura morfologica; aree ad elevata pendenza, ecc..; le aree agricole di pregio /Allegato%20PAT PAF.pdf 1.4. QUADRO STRUTTURALE MORFOLOGICO Il Quadro strutturale morfologico deve fornire una descrizione di come è strutturato il territorio da un punto di vista antropico relativamente alle due distinte voci del sistema insediativo e del Sistema relazionale
5 Sistema insediativo Aree a carattere storico; Aree urbane consolidate Aree urbane da riqualificare Aree ad urbanizzazione diffusa (aree periurbane). Attrezzature pubbliche Servizi di livello sovracomunale: scuole superiori, uffici regionali e provinciali, ecc.. Attrezzature di quartiere DM 1444/1968: servizi generali, verde, istruzione, parcheggi. Sistema relazionale viabilità principale e secondaria comprensiva delle aree di parcheggio; linee ferroviarie, porti, aeroporti; il sistema delle reti energetiche (acqua, luce, gas) dello smaltimento (fognatura, rifiuti solidi urbani, ecc..) e delle telecomunicazioni. FASE 2. LA CLASSIFICAZIONE DEL TERRITORIO COMUNALE Il primo passo richiesto per la costruzione del Piano Strutturale è l articolazione del territorio comunale in aree urbanizzate, aree urbanizzabili e Territorio agricolo forestale. L obiettivo è soprattutto quello di individuare le aree urbanizzabili, ovvero quelle porzioni di territorio comunale con caratteristiche adeguate alla localizzazione di Nuovi insediamenti o di nuove infrastrutture territoriali Territorio urbanizzato Il territorio urbanizzato coincide sostanzialmente con quanto individuato nel punto Territorio agricolo forestale (art.50 LUR 19/2002) suddiviso in: 1. aree caratterizzate da una produzione agricola tipica o specializzata; 2. aree di primaria importanza per la funzione agricolo produttiva, anche in relazione all estensione, composizione e localizzazione dei terreni; 3. aree caratterizzate da preesistenze insediative; 4. aree boscate o da rimboschire; 5. le aree assoggettate ad usi civici o di proprietà collettiva di natura agricola o silvo pastorale ; 6. aree che per condizione morfologica, ecologica, paesistico ambientale ed archeologica, non sono suscettibili di insediamento.
6 Per l individuazione delle diverse aree si farà riferimento al Punto 1.3. Quadro dei vincoli paesaggistico ambientali Territorio da urbanizzare Nella individuazione delle aree urbanizzabili, pertanto, nell ambito di una strategia regionale tendente a limitare il consumo di suolo, occorrerà considerare sia le resistenze che le potenzialità che il territorio offre alle trasformazioni. Si richiede, pertanto, l elaborazione delle seguenti carte: Carta della resistenza alla trasformazione derivante in linea generale dalla presenza dei vincoli di cui al punto 1.3. Carta della potenzialità alla trasformazione. In tal senso occorrerà considerare: le condizioni di accessibilità, ovvero la possibilità di accedere a queste aree minimizzando i costi per la realizzazione della viabilità di accesso e di servizio, privilegiando ad esempio le aree in cui esiste già una rete viaria ristrutturabile o che siano relativamente prossime a strade; le condizioni relative alle reti tecnologiche, privilegiando quelle aree già in parte dotate di servizi a rete; i costi di costruzione, ovvero privilegiando quelle aree che per caratteristiche morfologiche o dei terreni presentino sono edificabili a costi di costruzione più contenuti (aree con suoli coerenti, aree a bassa acclività, ecc ). FASE 3. IL CALCOLO DEL FABBISOGNO DI ABITAZIONI E SERVIZI FABBISOGNO ABITATIVO Per calcolare il fabbisogno abitativo al 2021 occorrerà in primo luogo operare una previsione della popolazione e delle famiglie a quella data, secondo il seguente schema: Popolazione e famiglie al 2001; Popolazione e famiglie al 2011; Calcolo del n medio di componenti per famiglia al 2001 e 2011; Calcolo della variazione di popolazione, famiglie e n medio di componenti (+ o ) nel decennio; Stima della popolazione e famiglie al 2021 a partire dalle variazioni riscontrate nel decennio precedente. Il secondo passo sarà quello valutare le condizioni di affollamento al 2001 e 2011 considerando: Abitazioni e stanze totali, occupate e non occupate al 2001; Abitazioni e stanze totali, occupate e non occupate al 2011; Calcolo del rapporto abitanti/stanze (indice di affollamento) al 2001; Calcolo del rapporto abitanti/stanze (indice di affollamento) al 2011;
7 Valutazione del fabbisogno al Il fabbisogno di previsione di nuova edificazione al 2021 sarà dato da una valutazione generale che dovrà considerare i seguenti elementi: abitazioni e stanze necessarie per alloggiare i nuovi nuclei familiari; eventuali abitazioni e stanze necessarie per ridurre l indice di affollamento; numero di abitazioni non occupate che si prevede di poter recuperare. Dati ISTAT 2001: Dati ISTAT 2011: FABBISOGNO DI SERVIZI Verifica degli Standard di servizi generali e di quartiere secondo le voci previste dal DM. 1444/1968 e calcolo del fabbisogno arretrato, ovvero: superfici esistenti per verde, parcheggi, servizi generali ed istruzione; superfici standard richieste (popolazione prevista al 2021 per standard) il fabbisogno è dato dalla differenza fra superficie esistente e standard richiesto. FASE 4. IL DOCUMENTO PRELIMINARE DI PIANO CARTA DEL SISTEMA RELAZIONALE esistente e di quello di progetto, distinguendo le diverse modalità di trasporto, la viabilità principale e secondaria, le aree pedonali e ZTL CARTA DEGLI AMBITI TERRITORIALI UNITARI Regolamento Urbanistico (Linee Guida della Pianificazione regionale) e SISTEMA INSEDIATIVO Ambiti di conservazione: ambiti a carattere storico distinguendo le aree ad intervento diretto da quelle da sottoporre a piano di recupero o piano particolareggiato; Aree urbane sature e che non presentino particolari problemi di degrado ambientale e delle strutture edilizie Ambiti di trasformazione le porzioni di territorio urbanizzato nelle quali è possibile un intervento diretto in virtù
8 della loro elevata dotazione infrastrutturale, con riferimento tanto alle urbanizzazioni primarie che a quelle secondarie, e del loro stato di conservazione edilizio ed ambientale; le porzioni di territorio urbanizzato da sottoporre a specifico intervento di riqualificazione in considerazione del complessivo stato di degrado delle strutture edilizie, della carenze in termini di urbanizzazione primaria, parcheggi e servizi pubblici. Per queste aree andranno indicati gli strumenti attuativi e/o operativi con cui intervenire e verranno dettate le linee guida, i parametri, gli standard a cui attenersi ed ogni altra considerazione necessaria ad orientare la successiva fase di pianificazione; le aree interessate da edificazione abusiva indicando quelle nelle quali occorre procedere a specifico piano di recupero ed indicando per questo i criteri generali di pianificazione progettazione a cui attenersi. Ambiti di nuovo impianto gli ambiti da destinare a nuovi insediamenti definendo eventualmente i valori standard da ritenersi ottimali e comunque i limiti massimi dell utilizzazione edilizia e della popolazione insediabile, nonché i requisiti quali quantitativi ed i relativi parametri. Nei suddetti ambiti il PSC indicherà di norma le destinazioni d uso consentite, secondo quanto previsto dall art. 57 della Legge urbanistica, anche specificandone i rapporti percentuali, la quantità di aree da destinare ai servizi pubblici secondo il decreto Min. 1444/1968 ed ogni altro parametro urbanistico ed edilizio che si ritenga opportuno. Il PSC indicherà inoltre gli strumenti attuativi (PAU, Comparti edificatori) previsti per i vari ambiti indicando i criteri generali di pianificazione progettazione cui tali strumenti dovranno attenersi. Occorre ancora una volta sottolineare come obiettivo della pianificazione urbanistica sostenibile debba essere quello di garantire, all interno dei diversi ambiti insediativi urbani, assumendo la mixitè urbana come un valore della città sostenibile, prevedendo la commistione di funzioni che siano comunque fra loro compatibili e favorendo anche l inserimento di attività produttive, purché non inquinanti e compatibili con le altre funzioni insediabili. ambiti destinati alle attività industriali, ovvero all insediamento di impianti produttivi rientranti nelle prescrizioni di cui al D.Lgs 17 agosto 1999, n. 334 ed alla relativa disciplina di attuazione (impianti a rischio di incidenti ambientali); le aree necessarie ai fini della Protezione civile le aree, da sottoporre a speciale misura di conservazione, di attesa e ricovero per le popolazioni colpite da eventi calamitosi e le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse; Territorio agricolo forestale gli ambiti a valenza paesaggistica ed ambientale individuate nel punto 1.3. le aree agricolo forestali, secondo l articolazione al Punto 2.2.
9 ELABORATI DA CONSEGNARE Tav 0. Inquadramento territoriale Tav 1. Quadro normativo e della pianificazione Pianificazione e programmazione sovra comunale: QTR, PTCP, PIT; Piano regolatore generale vigente ed eventuali Piani particolareggiati Tav 2. Quadro paesaggistico ambientale Vincoli paesaggistici Vincoli ambientali Vincoli idraulici e geologici (PAI) Vincoli morfologici Uso del suolo agricolo (colture di pregio, ecc..) Tav. 3. Quadro strutturale morfologico Sistema relazionale, viabilità, lifelines Sistema insediativo articolato in: urbanizzato storico, urbanizzato compatto, aree periurbane ed eventuali sottoarticolazioni. Servizi pubblici esistenti e calcolo del relativo fabbisogno Tav. 4. Carta di sintesi: resistenza e potenzialità alla trasformazione Tav. 5. Territorio urbanizzato, Territorio agricolo forestale e Territorio urbanizzabile Tav. 6. Sistema relazionale e disegno strutturale del territorio Tav. 7. Ambiti Territoriali Unitari Ambiti di conservazione Ambiti di trasformazione Ambiti di nuovo impianto Attrezzature territoriali: aree industriali, aree per la protezione civile, ecc.. Territorio agricolo forestale Tav. 8. Regolamento Edilizio ed Urbanistico di un ATU
10 PROGRAMMA DELLE LEZIONI E DELLE ESERCITAZIONI aprile 9 LEZIONE 1 L evoluzione della disciplina urbanistica fra XIX e XX secolo 10 LEZIONE 2- L urbanistica moderna ed il controllo sull uso del suolo 16 LEZIONE 3 Il piano come strumento economico e sociale e come processo di decisioni 17 LEZIONE 4- Lo sviluppo sostenibile e la pianificazione ambientale 23 LEZIONE 5- La Legge urbanistica regionale 24 LEZIONE 6 Il Piano Strutturale comunale 30 Inizio attività di Laboratorio maggio 7 Esonero 8 La costruzione del quadro diagnostico La classificazione del territorio comunale giugno 4 5 Gli Ambiti Territoriali Unitari 11 12
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