Basilica di S. Pietro in Sylvis 1 giugno giugno 2008

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1 Basilica di S. Pietro in Sylvis 1 giugno giugno 2008 PER CONOSCERE PAOLO. UN DIALOGO ECUMENICO. RIFLESSIONE SU GAL 2, Il testo di Gal 2,1-14. * Il discorso di Paolo si svolge in due momenti: - Il primo a Gerusalemme (vv 1-10), Paolo vi si reca per la seconda volta dopo 14 anni. Il clima è disteso, simboleggiato dalla mano destra in segno di comunione che si scambiano Paolo e Barnaba da una parte e Giacomo, Cefa e Giovanni dall altra (v 9). - Il secondo ad Antiochia (11-14), dove è Cefa a spostarsi. Il tono scivola presto da un inizio idilliaco (v 12a) alla crisi tra Paolo e Cefa: mi opposi a viso aperto contro di lui. * Tutto il testo è però venato di tensione: Paolo sembra proprio avere un gatto nello stomaco. - Paolo parla solo ai pezzi grossi di Gerusalemme (v 2), come se temesse un ambiente ostile; di esso poi parla nei vv 4-5a: sono i falsi fratelli infiltrati di nascosto; quei tali si sono infiltrati subdolamente per spiare la nostra libertà che possediamo in Cristo Gesù, per renderci di nuovo schiavi. Ad essi non ci piegammo nemmeno un istante. - Paolo mette in dubbio che i pezzi grossi di Gerusalemme siano più grossi di lui: Da parte di chi crede di essere qualcuno quali erano allora non mi importa: Dio non fa preferenze di persone ebbene, a me i pezzi grossi non imposero nulla (v 6). Nemmeno che Tito, compagno di Paolo e di origine greca, venisse circonciso (v 3). - Paolo sottolinea la specificità (quindi anche la differenza e in un certo modo anche la distanza!) tra sé e Pietro: lui missionario tra gli incirconcisi, Pietro tra i circoncisi (v 8). * Ci sono però alcuni importanti elementi di armonia: - Paolo sale a Gerusalemme per esporre ai pezzi grossi il Vangelo che lui annuncia (v 2). Esso viene riconosciuto autentico / da credere da parte loro (v 7), e l esito è la stretta della mano destra (v 9). - Soprattutto, la prospettiva teologica: Paolo, acceso di animosità, non perde però di vista Dio. Sale a Gerusalemme seguendo una rivelazione (v 2). In rapporto a un Dio che non fa preferenze di persone (v 6) riconosce la pari dignità sua e dei pezzi grossi ( Colui [Dio!] infatti che aveva agito potentemente in Pietro in vista dell apostolato verso i circoncisi aveva agito con potenza anche in me per le genti, v 8), pari dignità che anche loro riconoscono ( prendendo atto che mi era affidato / ero ritenuto affidabile [da Dio!] circa il Vangelo ai non circoncisi, come Pietro ai circoncisi, v 7). 1

2 - Giacomo, Cefa e Giovanni chiedono a Paolo di ricordarsi dei poveri (v 10), forse è la comunità di Gerusalemme in periodo di carestia (intorno all anno 48; vi alludono 1Cor 16,1-4; 2Cor 8-9; Rm 15,25-27). E Paolo si impegna a collaborare: unisce la mano destra, e unisce l attenzione ai poveri. * Quale l oggetto della lite tra Paolo e Pietro? Un indizio: la parola Vangelo compare 4 volte (insieme al verbo evangelizzare compare 8 volte in Gal 1,11-2,14, che è la sezione delle memorie di Paolo ). Vi compare sempre in modo molto forte. - il Vangelo che io annuncio (v 2). Un Vangelo che non è lettera morta ma vive nel momento in cui passa da bocca ad orecchio, che vive e produce effetti (la libertà cristiana: v 4) tramite la parola dell Apostolo. - A me è stato affidato il Vangelo agli incirconcisi / sono ritenuto affidabile circa il Vangelo ai non circoncisi (v 7). Il Vangelo è la missione affidata da Dio a Paolo, e per questo viene da lui rivestito della necessaria affidabilità. Per questo più oltre chiama il Vangelo grazia, dono gratuito e responsabilizzante (v 9). - Soprattutto, due volte (vv 5.14) Paolo parla di verità del Vangelo, semitismo che sta per Vangelo vero. Di quale Vangelo si tratta? La realtà della libertà che possediamo in Cristo Gesù (v 4). Libertà che consiste nella pari dignità in Dio che sta all origine della missione sia di Paolo che dei tre pezzi grossi, e più ampiamente nell uguale diritto di cittadinanza nella Chiesa di circoncisi e non circonncisi: Tito non viene circonciso (v 3). E questo segno è posto a beneficio di quei tali, i falsi fratelli (v 4) che non riconoscono la nuova comunione di tutti nella Chiesa in nome della comune fede (vedi lo sviluppo dottrinale di 2,15-21). Il conflitto quindi alla radice sta nel fraintendere il Vangelo vero. A tutti gli apostoli viene affidato l unico Vangelo di Cristo, alcuni vorrebbero negarlo, tornare indietro alle pratiche giudaiche, come se la salvezza venisse non da Cristo ma da Mosè. Paolo ha nella mente e sulle labbra questo Vangelo in modo assoluto. Quando vede Pietro (ma anche Barnaba e altri) comportarsi in modo differente, agendo come se il circonciso dovesse starsene separato dagli altri (vv 12-14a), allora sbotta. Parafrasando il v 14b: Se tu, Pietro, consideri il tuo essere giudeo uno status superiore al quale anche i pagani devono adeguarsi, perché agisci da pagano nei confronti del Vangelo, rifiutandolo? Paolo non riferisce l esito del conflitto, e anche questo è interessante: forse a Paolo interessa parlare del conflitto, non di chi lo vinse. 2. Il contesto di Gal 2,1-14. * Galati: una lettera polemica. - Paolo scrive ai cristiani della Galazia uno dei suoi testi più accesi e vigorosi. Come a Corinto, anche lì era giunta la predicazione dei missionari giudei. Nel suo aspetto legale e di pratiche esterne il giudaismo è molto più semplice e meno impegnativo del cristianesimo, che chiede all uomo di impegnare tutta la sua libertà per aderire a un Messia crocifisso e vivere dietro un tale Maestro. Paolo quindi riespone ai galati il Vangelo vero, quello della libertà per grazia, che dà il primato a Dio e non alle buone opere dell uomo. Mi meraviglio che così in fretta vi volete spostare da colui che vi ha chiamati nella / con la grazia di 2

3 Cristo vero un Vangelo diverso. Non ce n è però un altro, ci sono solo dei tali, quelli che vi stanno gettando nella confusione e hanno per obiettivo di sovvertire il Vangelo di Cristo. Anzi! Se anche noi o un angelo del cielo - La crisi ha anche un aspetto personale: Paolo è coinvolto nel Vangelo che annuncia, la credibilità del Vangelo è legata alla sua credibilità personale. Per questo difesa del Vangelo vero e autodifesa dell Apostolo vanno di pari passo (anche 1Cor 1-4; 2Cor 10-12). * Paolo accredita se stesso. - Lo fa fin dall inizio: Paolo, apostolo non da parte di uomini né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre (1,1). Poi dichiara di non essere un mercenario che cerca di piacere agli uomini predicando un vangelo su misura umana (1,10-11). - Il Vangelo e la missione di Paolo hanno origine direttamente in Gesù Cristo, rivelato al Padre a Paolo per direttissima. Questo incontro di rivelazione è confermato dalla trasformazione del persecutore accanito a colui che va annunciando la fede che un tempo voleva distruggere. Soltanto dopo tre anni si reca da Cefa e Giacomo a Gerusalemme (1,13-24). - Insomma, Paolo si sente accreditato dallo stesso Cristo, ma ciò non fa di lui un cane sciolto. E noto a Cefa e a Giacomo, e per fama anche alle Chiese della Giudea: è questo il cordone ombelicale di questo neonato in Gesù con la Chiesa Madre. 3. Qualche osservazione e conclusione. * Paolo ce l ha con Pietro? Da tutto l insieme del discorso pare di no. Pietro è descritto sempre come uno dei tre pezzi grossi, un gruppo coeso. Perfino ad Antiochia Pietro è menzionato con Barnaba come oggetto dell ira di Paolo. Il problema di Paolo sono quei tali / falsi fratelli che mettono in discussione il Vangelo vero. A Paolo non importa il conflitto con Pietro in sé; ne parla a beneficio per i galati e alla loro particolare situazione di crisi rispetto al Vangelo. * Un apostolo libero ma non un cane sciolto. Paolo è del tutto consapevole della grazia ricevuta che gli ha cambiato la vita, e della missione alle genti. Il Cristo di Paolo è il Crocifisso, il perseguitato nella persona della Chiesa, colui che con il suo sangue ha riconciliato giudei e greci in un unica Chiesa (Gal 3,26-28). L assoluto riferimento a Gesù e al Vangelo vero pone Paolo in una comunità di fede, e lo rende consapevole che alcuni sono apostoli prima di lui (1,17). Non nel senso dell importanza (sono servi dell unico Vangelo vero) ma per cronologia; per questo riconosce che Pietro, Giacomo e Giovanni sono le colonne (2,9) dai quali è importante ottenere la mano destra in segno di comunione. apostoli prima di lui (1,17). Non nel senso dell importanza (sono servi dell unico Vangelo vero) ma per cronologia; per questo riconosce che Pietro, Giacomo e Giovanni sono le colonne (2,9) dai quali è importante ottenere la mano destra in segno di comunione. 3

4 * Dall ideologia alla storia. Estrapolata dal contesto, la disputa di Antiochia può far pensare a un conflitto tra libertà (di Paolo) e vecchio dogmatismo (Pietro), tra carisma e istituzione, progresso e conservazione. Queste semplificazioni non reggono all esame dei testi. Pietro e Paolo appartengono entrambi al Vangelo vero di cui sono diventati ministri. Dentro questa realtà sostanziale, lo spessore umano di Pietro e Paolo ci riservano, nel Nuovo Testamento, alcune sorprese. - Si può aggiungere che il Paolo carismatico assume assai spesso il ruolo dell istituzione di fronte alle sue comunità, quando ribadisce la propria autorità ( Potreste avere anche diecimila pedagoghi in Cristo ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù mediante il Vangelo. Vi esorto dunque: fatevi miei imitatori!, 1Cor 4, Io, assente nel corpo ma presente con lo spirito, ho già giudicato come se fossi presente colui che ha compiuto tale azione: nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati insieme voi e il mio spirito, con il potere del Signore nostro Gesù, questo individuo sia dato in balia di satana per la rovina della sua carne, 1Cor 5,3-5), quando esige alla svelta l ordine nelle assemblee ( Quando si parla con il dono delle lingue, siano in due o al massimo in tre a parlare, e per ordine; uno poi faccia da interprete. Se non vi è chi interpreta, ciascuno di essi taccia nell assemblea e parli solo a sé e a Dio, 1Cor 14,27-28). Certi precetti sembrano appartenere ancora alle consuetudini mosaiche, come 1Cor 14,34-35: Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso di parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea. In contraddizione proprio con Gal 3,28: Non c è più giudeo né greco, non c è più schiavo né libero, non c è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. - Il Pietro giudaizzante di Gal non pare il Pietro di At 10,1-11,18. Nella prospettiva lucana non è Paolo ma Pietro ad aprire le porte di una comunità recalcitrante all ingresso dei pagani (Cornelio), e lo fa proprio a partire da una rivelazione (il sogno della tavola imbandita). Di tutto questo, Pietro parlerà al concilio di Gerusalemme, prendendo le parti di Paolo e Barnaba; sarà Giacomo a fare la parte del mediatore tra i giudaizzanti e gli altri (At 15). - Oltre alla tradizione lucana, anche quella petrina tende a far convergere le figure di Pietro e Paolo: La magnanimità del Signore nostro giudicatela come salvezza, come anche il nostro carissimo Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina (2Pt 15-16). Abbiamo qui la tradizione della Chiesa sul finire del 1 secolo: Roma diventa la cattedra di Pietro (mentre At vi descrive l arrivo di Paolo), e le lettere di Paolo diventano Scrittura, che gli ignoranti e gli instabili possono travisare. Non è il caso quindi di far dire a un singolo testo più di quanto intende. A mio parere Gal 2, insieme a tanti altri testi del NT, ci mostrano la Chiesa nella prima delle sue svolte storiche decisive: quella di sganciarsi dalla matrice giudaica per intraprendere il cammino della nuova legge di Cristo, cioè vivere la comunione nello stile dell amore fraterno (Gal 6,1-2). Questo sgancio ha creato problemi di coscienza nei nostri padri. Il Pietro di Gal appare preoccupato di non tagliare fuori i cristiani giudaizzanti, scandalizzandoli. Il Paolo di Luca, dovunque lo portava la sua missione, prima di parlare ai pagani si premura di visitare la sinagoga 4

5 Questo tipo di conflitti e di mal di pancia attraversa anche la Chiesa dei nostri giorni, quando cerca di conservare il passato (anche se ammuffito) e di trovare vie nuove all evangelizzazione dei nuovi pagani. C è chi di volta in volta fa la parte del conservatore e del progressista, ma la Chiesa vera è quella che non dimentica il Vangelo vero, quello della comunione. Anche se a ritmi diversi tutti i remi lavorano, e la barca faticosamente va verso il suo porto. 5