Lucia Caterina YISHU MANUALE DI STORIA DELL ARTE CINESE. collaborazione di Chiara Visconti appendice di Pietro De Laurentis

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3 Lucia Caterina YISHU MANUALE DI STORIA DELL ARTE CINESE collaborazione di Chiara Visconti appendice di Pietro De Laurentis

4 Copyright MMVI ARACNE editrice S.r.l. via Raffaele Garofalo, 133 A/B Roma (06) ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: novembre 2006 I ristampa aggiornata: febbraio 2007

5 INDICE Premessa 9 1. Il Neolitico La Cultura di Yangshao La Cultura di Hongshan Le culture della costa orientale La giada La Dinastia Shang Il bronzo La fase di Erlitou Gli ossi oracolari La fase di Erligang La fase di Anyang La tomba di Fu Hao Sanxingdui Principali tipi di vasi rituali di bronzo 47 ed evoluzione del taotie 3. La Dinastia Zhou Zhou Occidentali Zhou Orientali La lacca Gli Stati Combattenti La tomba del Marchese Yi di Zeng La necropoli di Zhongshan La Cultura di Dian La Dinastia Qin 85 5

6 6 5. La Dinastia Han Larte funeraria I mattoni decorati Gli specchi di bronzo La scultura di pietra La ceramica La giada La tomba del Re di Nanyue Le tombe di Mawangdui Le tombe di Mancheng Le Sei Dinastie La pittura Gu Kaizhi Il Buddhismo Iconografia La pagoda La scultura buddhista Il complesso di Yungang Il complesso di Longmen Il complesso di Dunhuang La Dinastia Sui La Dinastia Tang Le due capitali Larchitettura Le pagode Il tempio Famen La ceramica La lavorazione dei metalli La pittura funeraria Sepolture della famiglia imperiale La pittura di corte La nascita della pittura di paesaggio 212

7 7 10. Le Cinque Dinastie e i Liao La ceramica La pittura La Dinastia Song La pittura dei Song Settentrionali La pittura dei Song Meridionali La pittura chan La ceramica La scultura La DinastiaYuan La pittura La ceramica La Dinastia Ming La pittura La scuola Zhe La scuola Wu La ceramica La Dinastia Qing Larchitettura La pittura I pittori ortodossi I pittori individualisti I pittori di Yangzhou La porcellana Jingdezhen Il cloisonné Larte per lesportazione 341 Appendice La calligrafia cinese 351

8 8 Carta della Cina 361 Cronologia delle dinastie cinesi 363 Glossario 367 Bibliografia 379 Tavole 385

9 PREMESSA La stesura di un manuale sullarte della Cina nasce come esigenza didattica per offrire agli studenti una breve guida aggiornata sugli studi e sulle scoperte archeologiche più recenti. Nella realizzazione del manuale il problema maggiore è stato quello di selezionare e ridurre la grande quantità di materiale esistente decidendo di prendere in esame solo i ritrovamenti più importanti, in modo da esemplificare le tematiche principali, relative allarcheologia e alla storia dellarte cinese. In Cina, due sono le grandi aree in cui nascono e si sviluppano le più antiche culture, una settentrionale comprendente il bacino del Fiume Giallo, e una meridionale identificabile nella valle del Fiume Azzurro. In queste zone nasce la civiltà cinese, dalle più antiche culture neolitiche alla fondazione dellimpero e alla successiva grande espansione territoriale dei periodi Han e Tang. In questo lungo arco di tempo si avvicendano importanti culture neolitiche, espressione di una vita di aggregazione, di una struttura a clan, di rituali di sepoltura dai quali non sono estranee credenze nellaldilà. Il vasellame ceramico, ritrovato in abbondanza nelle numerose necropoli, mostra forme, che diventano più elaborate soprattutto quando inizia luso del tornio, e decori collegati con le attività produttive delle popolazioni primitive, quali la caccia e la pesca. Accanto al vasellame ceramico, vi sono importanti ritrovamenti di beni di prestigio rappresentati da oggetti di giada, la cui lavorazione pur se estremamente difficile, per la durezza della pietra, raggiunge, già in epoca neolitica, risultati eccezionali. La grande capacità dei Cinesi nelle arti del fuoco e nellutilizzare materiali che cuociono a temperature elevate permette loro di realizzare, dalla fine del secondo millennio a. C., la fusione del bronzo. Ha così inizio letà del Bronzo, caratterizzata da unimponente produzione di manufatti di notevole pregio, le cui forme rappresenteranno un punto di riferimento costante nel repertorio vascolare cinese. La scoperta più importante è, comunque, relativa alla 9

10 10 loro fabbricazione. Il complesso e raffinato decoro riesce ad essere realizzato con un procedimento a matrici composite in argilla refrattaria. La tecnica a stampi è solo successivamente affiancata da quella della cera persa che permette di ottenere sui bronzi una decorazione ancora più dettagliata, simile talvolta ai delicati lavori di filigrana. Rilevanti scoperte archeologiche che, a ritmo incessante, continuano a susseguirsi sul territorio cinese, contribuiscono a modificare le nostre conoscenze sulla storia della Cina, in particolare per quel che riguarda il periodo arcaico, incasellato finora in unapparente omogeneità, in una cultura di tipo centralizzato e monolitico che lascia pochissimo spazio ad altre e diverse realtà che interagiscono in un territorio estremamente vasto. Un cambiamento decisivo per ribaltare una concezione di questo genere si è avuto solo recentemente, quando lattività archeologica ha iniziato a prendere in esame aree del paese sempre più vaste. Realtà, prima considerate soltanto periferiche, sono entrate a pieno titolo a far parte della variegata fisionomia del continente Cina. Datazioni al radiocarbonio 14 hanno permesso di classificare con esattezza reperti archeologici, stabilire unattendibile cronologia, identificare le più antiche culture cinesi le cui denominazioni sono quasi sempre relative al sito in cui sono avvenuti i primi ritrovamenti. E stato, così, possibile avere un quadro preciso e aggiornato del complesso mosaico cinese e interpretare in modo più corretto lenorme quantità di dati fornita dai reperti archeologici. Di particolare interesse è, a questo proposito, il periodo dei Zhou Orientali, soprattutto lepoca nota come Stati Combattenti, in cui diverse realtà in aree distanti del paese, venute alla luce da recenti campagne archeologiche, illustrano la ricchezza e la raffinatezza artistica raggiunta in alcuni degli stati al potere. Di grande rilevanza è la presenza culturale dello stato di Chu la cui influenza si farà sentire in tutto il continente cinese e saprà permeare le espressioni artistiche degli altri stati. Importanti ritrovamenti e innovazioni tecnologiche precoci consentono alla produzione ceramica di raggiungere livelli qualitativi elevati fin dalle epoche più antiche. Lutilizzazione del caolino, la scoperta dellinvetriatura, il perfezionamento del disegno dei forni, la

11 lavorazione di argille che cuociono a temperature elevate portano ben presto ad una produzione estremamente sofisticata. Leccezionale ritrovamento del famoso esercito di terracotta del Primo Imperatore della Cina ha fornito dati preziosi sullimportanza della dinastia Qin nellambito della cultura cinese, sulla sua funzione di cerniera tra un passato dalle molteplici realtà regionali e una omologazione culturale operata a livello centrale da un forte potere aggregante. Queste saranno le premesse sulle quali si formerà il successivo e lungo regno della dinastia Han caratterizzato da un variegato mosaico espressivo. La grande espansione dellimpero Han contribuisce alla penetrazione in Cina di influenze ed idee straniere, prima fra tutte il buddhismo, la cui diffusione sarà di vitale importanza per la Cina e per gli altri paesi dellestremo Oriente. Straordinarie scoperte archeologiche hanno messo in luce lesistenza, già in questepoca, di rotoli di seta dipinti, di abiti funebri di giada e di complicati e sempre più perfezionati rituali funerari che presentano talvolta varianti regionali. La nascita di una trattatistica sulla pittura ha definito, dal periodo delle Sei Dinastie in avanti, quali siano i principi fondamentali cui si richiamano la creazione artistica e lopera del pittore. La presenza del buddhismo è testimoniata da una serie di imponenti complessi rupestri conservatisi soprattutto lungo la Via della Seta, nella Cina Settentrionale, con la presenza di repertori iconografici che, gradualmente, si allontanano da una matrice centroasiatica per diventare sempre più cinesi. La scultura e la pittura buddhiste sono, ancora oggi, le sole espressioni artistiche originali conservatesi in Cina. La grande fioritura del periodo Tang offre un vasto repertorio artistico, in cui è possibile cogliere aneliti dinternazionalismo caratteristici di questepoca. La pittura e le arti del letterato permeano i secoli successivi con espressioni artistiche di grande raffinatezza a cui guarderanno affascinati anche gli Occidentali, quando la Cina, in particolare nel Settecento, rappresenterà un modello da imitare. I magnifici dipinti di paesaggio, la pittura decorativa di fiori e uccelli e di bambù, la 11

12 12 calligrafia, tracciano un affascinante itinerario per la conoscenza dellarte delle dinastie Song, Yuan, Ming e Qing. La presenza, in Cina, degli Occidentali, con lapertura di fiorenti ed intensi scambi commerciali e di innumerevoli committenze, costituisce un importante capitolo dellarte per lesportazione. Porcellane, lacche, smalti, avori, cloisonnès, carte dipinte, giade, bronzi raggiungono i mercati occidentali e ne influenzano la produzione artistica. Sintetizzare e illustrare tutto ciò in un numero limitato di pagine comporta qualche rischio, ma spero di essere riuscita a delineare, in modo sintetico ed essenziale, un percorso storico dellarte e dellarcheologia della Cina, con una particolare attenzione alle recenti e spesso spettacolari scoperte archeologiche. Talvolta limportanza dei ritrovamenti non è sottolineata solo dalla magnificenza dei reperti, ma soprattutto dallabbandono di consolidate e vecchie teorie, crollate di fronte a nuove e inconfutabili prove archeologiche. Il presente lavoro ha come punto di partenza i corsi di Archeologia e Storia dellarte cinese, tenuti presso luniversità degli Studi di Napoli LOrientale e nasce come risposta ai tanti problemi e quesiti posti dagli studenti nel corso degli anni. Un ringraziamento affettuoso va a Chiara Visconti, che ha collaborato, con grande perizia e pazienza, allimpaginazione del testo e delle immagini, e a Pietro De Laurentis che ha contribuito con un saggio, in appendice, sulla calligrafia cinese. Napoli, 5 settembre 2006

13 IL NEOLITICO Il passaggio da uno stadio nomadico ad uno sedentario ed agricolo, con la domesticazione di piante e animali, segna linizio del periodo Neolitico. In Cina tale periodo si può far risalire a circa il 7000 a.c. ed è caratterizzato da colture diverse, quali il miglio a nord e il riso a sud, determinate da enormi differenze climatiche, e dal comune allevamento del maiale, principale animale domestico ed elemento fondamentale nellalimentazione cinese. Scavi recenti hanno permesso di far luce su culture neolitiche più antiche di quelle finora note e soprattutto di offrire un quadro più articolato della società cinese in epoche così remote (tab. 1). Cè da dire, innanzi tutto, che due sono le aree in cui è sorta e si è sviluppata la civiltà cinese, una centrosettentrionale, la Pianura Centrale corrispondente al bacino dello Huanghe o Fiume Giallo e al Fiume Wei, e una meridionale che, per semplificare, si può far corrispondere al bacino dello Yangzijiang o Fiume Azzurro. Nella prima predomina la coltura del miglio, nella seconda quella del riso, pressappoco coeve e databili al V millennio a.c. Le culture neolitiche più antiche sono quelle note come Cishan-Peiligang (ca a.c.) i cui ritrovamenti tra le province di Hebei e Henan sono stati caratterizzati dalla produzione di vasellame di terracotta di colore rosso o marrone, fatto a cercine e cotto a basse temperature, non decorato o con piccole cavità impresse, le cui forme hu, guan e ding sono di uso rituale. 1.1 La Cultura di Yangshao La cultura neolitica più famosa è quella di Yangshao (ca a.c.), la cui area di distribuzione è molto estesa, dalla provincia di Shaanxi a quella di Gansu. Questa cultura è distinta in varie fasi e caratterizzata da una ceramica rossa fatta a cercine e decorata con motivi dipinti in ossido di ferro diventato nero in 13

14 14 Capitolo I Tabella 1. Cronologia delle culture neolitiche. NORD Cishan-Peiligang (ca a.c.) Yangshao (ca a.c.) Banpo (ca a.c.) Miaodigou (ca a.c.) Majiayao (ca a.c.) Banshan (ca a.c.) Machang (ca a.c.) Hongshan (ca a.c.) EST Dawenkou (ca a.c.) Longshan (ca a.c.) SUD Hemudu (ca a.c.) Liangzhu (ca a.c.) una cottura di tipo ossidante, cioè lasciando penetrare ossigeno nel forno (fig. 1 e tav. I a). La prima fase è quella di Banpo (ca a.c.) dal nome del villaggio nei dintorni dellattuale Xian il cui scavo, risalente agli anni Sessanta, è stato musealizzato. Linsediamento di forma ellittica è circondato da un fossato. Restano tracce di basamenti di capanne di forma circolare o quadrangolare (fig. 2), sia seminterrate sia a livello del suolo e con il focolare nella parte centrale. Al centro del villaggio campeggia una capanna quadrangolare più grande delle altre, la cui presenza rimanda ad una struttura clanare e, quindi, ad una società già bene organizzata. Sono state ritrovate anche due piccole strutture rettangolari, utilizzate probabilmente come recinti per custodire animali (maiali, cani, polli) e portate alla luce circa duecento fosse per limmagazzinamento di derrate, allinterno delle quali vi erano resti di miglio.

15 Il Neolitico 15 Figura 1 Ceramiche della Cultura di Yangshao Lorganizzazione sociale è rintracciabile anche nelle aree esterne al villaggio, con sei fornaci per la ceramica ad est (fig. 3) e con la necropoli a nord, nella quale si distinguono sepolture singole, doppie e multiple. Un tipo di sepoltura particolare era riservata, invece, ai bambini, i quali erano deposti in giare funerarie interrate allesterno delle capanne e, quindi, nellarea abitata. Di estremo interesse è il vasellame dipinto con volti umani mescolati a pesci, con reti da pesca, con motivi geometrici che si stagliano in nero su un fondo rosso ben levigato (fig. 4). Particolari sono alcune ciotole dal fondo concavo utilizzate probabilmente come coperchi per le urne funerarie. Queste ciotole sono talvolta dotate di un foro attraverso cui doveva presumibilmente fuoriuscire lanima del defunto. È, di conseguenza, molto probabile che il vasellame dalla fattura accurata e dalla decorazione con volti umani e pesci fosse adoperato in rituali praticati da queste popolazioni neolitiche che hanno già sviluppato una qualche credenza nellaldilà.

16 16 Capitolo I Figura 2 Ricostruzione delle capanne di Banpo

17 Il Neolitico 17 Figura 3 Fornaci neolitiche La Cultura di Yangshao si estende verso occidente, in Gansu, con la fase di Majiayao (ca a.c.), caratterizzata da un vasellame dipinto in nero con spirali e linee. Dalla Cultura di Majiayao deriva quella di Banshan (ca a.c.) in Qinghai orientale. Nella zona del Fiume Wei, in Henan, la Cultura di Yangshao è, invece, seguita dalla fase di Miaodigou (ca a.c.), durante la quale si produceva un vasellame dipinto con motivi a forma di arco, e da culture che utilizzavano versioni locali della ceramica non dipinta e con forme lobate, derivata da modelli delle zone orientali (fig. 5). È possibile che queste ceramiche fossero giunte nella valle del Wei, area della ceramica dipinta, sia attraverso migrazioni di popolazioni provenienti da est sia come bottino di guerra o attraverso scambi commerciali.

18 18 Capitolo I Figura 4 Motivi decorativi sul vasellame di Banpo Figura 5 Vasellame della Cultura di Miaodigou

19 Il Neolitico La Cultura di Hongshan Nel nord-est, intanto, e precisamente in Liaoning, si sviluppa linteressante Cultura di Hongshan (ca a.c.), le cui campagne di scavo hanno portato alla luce resti di edifici e tombe, al cui interno sono stati trovati ornamenti di giada (fig. 6), sculture zoomorfe (tartarughe, uccelli, rettili) e piccole figure femminili (6 cm) in argilla di donne gravide raffiguranti la fertilità (fig. 7). Frammenti di figure più grandi, alte circa un metro, rappresentano persone sedute. I siti di Dongshanzui e Niuheliang hanno rivelato lesistenza di un tempio dedicato ad una dea, lungo 22 metri e largo 9; i vari edifici rettangolari e circolari dalle strutture in pietra sono raggruppati intorno ad un altare centrale e allineati simmetricamente lungo lasse nord-sud. La ceramica funeraria è rappresentata da recipienti privi di fondo a testimoniarne la funzione esclusivamente rituale. In alcune tombe di dimensioni maggiori sono state rinvenute giade scolpite semplicemente, sempre in numero piuttosto esiguo che non supera mai i venti pezzi. È, quindi, possibile che le popolazioni Figura 6 Giada della Cultura di Hongshan Hongshan abbiano avuto credenze religiose di qualche tipo, una forma iniziale di culto degli antenati e una classe di sacerdoti che fungevano da intermediari. Sembra, anzi, nellipotesi di alcuni studiosi, che Hongshan possa essere stata la culla della civiltà cinese e il punto di collegamento tra le prime civiltà della Cina Settentrionale e Centrale.

20 20 Capitolo I Figura 7 Statuina di donna incinta della Cultura di Hongshan 1.3 Le culture della costa orientale Solitamente le più antiche culture della costa orientale vanno sotto il nome di Dawenkou (ca a.c.). Questa cultura, sviluppatasi nelle province di Shandong e Jiangsu, è caratterizzata da elaborate ceramiche nere e bianche a pareti sottili di forma ding, gui e dou (fig. 8), la cui lavorazione, nellultimo periodo, avviene al tornio. Sono state ritrovate urne zun con pittogrammi incisi e anche alcune giade e manufatti in osso. Notevoli differenze sociali sono emerse dal rinvenimento di sepolture molto diverse tra loro, alcune più ricche e altre meno, alcune singole, altre a coppie e con bambini, mentre la struttura a gradini ercengtai di alcune anticipa le tombe a pozzo della dinastia Shang (ca a.c.). In queste sepolture sono presenti sacrifici di maiali preferiti ai cani, ritrovati nei siti più antichi. La Cultura di Dawenkou è sostituita da quella di Longshan (ca a.c.), detta anche della ceramica nera per la presenza di vasellame dalle pareti sottili e dalle forme elaborate (vasi e tazze lobate, piatti a stelo), realizzato al tornio e cotto ad alte temperature in

21 Il Neolitico 21 atmosfera riducente, eliminando lossigeno con la chiusura del forno e lasciando che la fuliggine ricopra le superfici dei recipienti in modo che il ferro presente nel corpo si possa deossidare e diventare nero; successivamente il vasellame è lucidato (fig. 9). Alla fine del terzo millennio risale il sito di Taosi nel sud della provincia di Shanxi che ha messo in luce tracce di abitazioni, pozzi e forni e unimportante necropoli con migliaia di sepolture, a testimonianza di unarea densamente popolata e in uso per lungo tempo. Le tombe sono di varie misure a secondo del grado del defunto. Quelle piccole non hanno corredo funebre; quelle medie contengono bare di legno e una varietà di oggetti funerari, quali ceramiche dipinte con motivi spiraliformi, giade, ornamenti personali, recipienti di legno laccato; quelle grandi (2 metri di lunghezza x 2 o 3 metri di larghezza) presentano ricchi corredi sepolcrali di circa 200 esemplari tra ceramiche, giade, legno, pietra, osso. Gli oggetti rituali di giada includono dischi bi, asce, coltelli. Sono stati ritrovati anche tamburi di legno con pelli di coccodrillo e un cembalo di pietra lungo 80 centimetri. Figura 8 Vasellame della Cultura di Dawenkou

22 22 Capitolo I Figura 9 Coppa a stelo della Cultura di Longshan La più antica cultura neolitica della costa centro-meridionale, sviluppatasi vicino lodierna città di Hangzhou nella provincia di Zhejiang, è quella di Hemudu (ca a.c.). Questa cultura è caratterizzata dalla coltivazione del riso, dallallevamento di maiali, bufali dacqua e cani e dalla presenza di case di legno costruite su pali in aree acquitrinose. Il vasellame ceramico è fatto a mano e cotto a basse temperature, decorato con figure incise di animali e uccelli. Si produce anche vasellame cotto a temperature più elevate, circa 1000 C, con un decoro di tipo naturalistico. Si registrano anche ritrovamenti di oggetti di osso. Nella stessa zona si sviluppa successivamente la Cultura di Liangzhu (ca a.c.) che prende il nome da un piccolo villaggio vicino ad Hangzhou e si estende anche in Jiangsu Meridionale, in Zhejiang Settentrionale e intorno allodierna Shanghai. Leconomia di Liangzhu è soprattutto agricola, si coltiva il riso, ma si basa pure su caccia, pesca e allevamento. Le case seminterrate, dai pavimenti in terra pressata e paglia e dai tetti in graticcio, poggiano su pilastri di legno e si trovano lungo i fiumi per la facilità dei trasporti e

23 Il Neolitico 23 per lapprovvigionamento dellacqua. La lavorazione della pietra, in cui sono realizzati gli strumenti agricoli, è tecnicamente molto avanzata. La ceramica è fatta al tornio e presenta forme elaborate che talvolta adoperano decori forati, pareti sottili e superfici levigate. Per lo più è nera e decorata con sottili incisioni, ma talora ha motivi dipinti. La Cultura di Liangzhu è famosa soprattutto per la produzione di magnifiche giade che rappresentano il 90% del corredo funebre e il cui uso sembra sia stato quasi esclusivamente cerimoniale, come lascerebbe supporre anche la loro distribuzione allinterno delle sepolture. Nei siti di Fanshan e Yaoshan, nella parte settentrionale di Zhejiang, sono state ritrovate, intorno alla testa del defunto, piastre e perline, asce vicino al corpo, dischi bi intorno alla metà inferiore del corpo e tubi cong vicino al torace e alladdome. Alcune tombe hanno una doppia bara con oggetti disposti tra luna e laltra. Talune giade sono ornamentali, altre quali cong e bi, hanno sicuramente valenze simboliche, non ancora del tutto chiarite. La forma del bi, un anello di giada con un foro centrale di dimensioni variabili, sembrerebbe alludere ad una raffigurazione del cielo, che per i Cinesi è circolare, mentre lo cong rappresenterebbe la terra, di forma quadrata. Il tubo cong (tav. I b), un parallelepipedo al cui interno sinserisce un cilindro, può essere di varie dimensioni ed è decorato con maschere del tipo uomo-animale (figg. 10 e 11), caratterizzate da grandi occhi, naso e bocca, e un curioso ed elaborato copricapo, il cui significato è abbastanza oscuro e la cui iconografia è forse riconducibile a riti sciamanici. Maschere di questo tipo saranno in seguito note col nome di taotie. Le giade di Liangzhu hanno forme complesse ed elaborate superfici decorate. Locali fonti di nefrite sono esistite nelle zone di questa cultura, ma è probabile che si siano esaurite già in epoche antiche. Certamente quella di Liangzhu è una società stratificata con unélite che si serve di un gran numero di artigiani specializzati per la lavorazione di un materiale così prezioso. Antecedenti di tali giade si trovano nella Cultura di Majiabang (V millennio a.c.) sviluppatasi anchessa in Zhejiang.

24 24 Capitolo I Figura 10 Decoro su cong della Cultura di Liangzhu Figura 11 Maschera di giada della Cultura di Liangzhu

25 Il Neolitico La giada Con il nome di giada sindicano di solito la nefrite yu, un silicato di calcio e magnesio, e la giadeite feicui, un silicato di sodio e alluminio. La nefrite si trova in Turkestan Orientale, nelle vicinanze di Khotan e Yarkand, e in Siberia, nella zona del Lago Baikal. La giadeite, invece, proviene dalla Birmania e giunge in Cina, attraverso le province di Yunnan e Guangdong, solo nella seconda metà del XVIII secolo. Perciò tutto la giada antica è esclusivamente nefrite. La giada è un minerale di grande durezza, la cui lavorazione avviene a smeriglio per mezzo di abrasivi. È soggetta a decolorazione e decomposizione, ha la proprietà di riscaldarsi rapidamente e di essere sonora. La vasta gamma di colori è da attribuire alla presenza di vari ossidi metallici, soprattutto ferro, cromo e manganese, di solito in piccole quantità. Le variazioni di colore sono molteplici, dal verde al bianco lattiginoso, dal marrone al grigio scuro, dal giallo al nero. La nefrite di tipo siberiano è di colore verde scuro punteggiata da piccole macchie nere, mentre la giadeite è di colore più puro e più vivo per la presenza di cromo. Originariamente molti pezzi erano ricoperti da uno strato di ocra rossa (cinabro), una sostanza che pare avesse capacità curative. Sembra che in Cina i giacimenti siano stati sfruttati fin dal Neolitico ed oggetti di giada, già di notevole livello tecnico ed artistico, tra cui ciondoli huang, anelli jue, asce-pugnali ge, tubi cong, asce yue, sono stati ritrovati in molte zone del paese.

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27 LA DINASTIA SHANG 2.1 Il bronzo Il bronzo è una lega di rame e stagno la cui tecnica di fusione si basa sin dalle origini su matrici a sezioni, realizzate in argilla refrattaria, come risulta anche da ritrovamenti effettuati ad Erlitou (v. par. 2.2). Allinizio non si adopera un modello preliminare delloggetto da fondere, soprattutto se le forme sono abbastanza semplici. Si costruiscono le sezioni per lo stampo, sulle quali si incide la decorazione. Questo metodo offre la possibilità al fonditore di controllare le superfici interne delle sezioni prima di versare il bronzo. Successivamente si realizza un modello del recipiente da fondere sul quale si applica largilla, rimossa poi a sezioni sui cui bordi si inseriscono tenoni e mortase per rendere più agevole il riassemblaggio. Si riduce poi il modello e lo spessore dello strato asportato rappresenta quello della parete del vaso fuso e si aprono i canali di colata e gli sfiati. Gli stampi si riassemblano intorno ad unanima o nucleo e, spesso, per evitare che questo si sposti e tocchi le pareti dello stampo, sono inseriti dei pezzetti di metallo che restano poi incorporati nel pezzo fuso. Infine si versa il bronzo liquido e, dopo che si è solidificato, si leva la matrice di terracotta (fig. 12). Le analisi effettuate su stampi e nucleo hanno rivelato che il materiale utilizzato è simile al loess, la terra gialla della Cina Settentrionale, composto da minuti cristalli di quarzo, feldspato e mica con piccole quantità di argilla, molto adatto a scolpire o imprimere ornamenti estremamente dettagliati e che è, inoltre, resistente al fuoco. Il possesso e la gestione dei minerali necessari alla composizione del bronzo sono talmente importanti da risultare prerogativa esclusiva della dinastia al potere. Inoltre si racconta che limperatore Yu il Grande, fondatore della dinastia Xia (ca. XXI-XVI secolo), avesse diviso il paese e ordinato che fossero fusi nove tripodi, ornati con rappresentazioni caratteristiche di ogni regione e portati, quindi, come tributo da ciascuna provincia. Si riteneva che questi tripodi avessero 27

28 28 Capitolo II poteri magici, allontanassero le cattive influenze e cuocessero il cibo senza fuoco. I nove tripodi sono diventati, perciò, il simbolo stesso della dinastia e sono stati trasmessi da una dinastia allaltra, almeno fino a quando il bronzo ha rappresentato un emblema di potere. Il frequente cambiamento di capitale, verificatosi durante letà del Bronzo, potrebbe essere associato allesaurirsi delle risorse minerarie necessarie per la produzione del bronzo. La dinastia Xia ha avuto nove capitali, la dinastia Shang almeno sei, la dinastia dei Zhou Occidentali sicuramente cinque, anche se la capitale sacra restava sempre una sola. Figura 12 Tecnica di fusione del bronzo con matrici composite

29 La Dinastia Shang La fase di Erlitou La più antica cultura del bronzo nota è quella di Erlitou (ca a.c.), rinvenuta nella provincia di Henan, a Yanshi, vicino Luoyang, databile alla prima metà del II millennio a.c. I ritrovamenti portati alla luce, provenienti dai resti di edifici e da una necropoli, comprendono terrecotte con motivi a nuvole e spirali, sculture fittili, manufatti di giada di buona qualità e soprattutto recipienti rituali di bronzo. Tre sono le forme del vasellame di bronzo i cui antecedenti si possono trovare nelle culture neolitiche della costa orientale: jue (fig. 13), una coppa da vino (bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione e distillazione dei cereali) con bocca a versatoio e tre sottili gambe, jia, una coppa da vino tripode dalla bocca circolare con aggiunta di elementi di sostegno e he, un recipiente trilobato con versatoio. Il decoro sui bronzi è molto semplice con borchie e strisce a rilievo. Figura 13 Jue di bronzo della Cultura di Erlitou 29

30 30 Capitolo II Figura 14 Placche ornamentali di bronzo con intarsi di turchese Particolare è una placca di bronzo con intarsi di turchese (14.2 x 9.8 cm) ritrovata in una tomba di Yanshi al centro del corpo del defunto ( tav. I c). Sia la forma sia lintarsio di turchesi sembrano suggerire un volto mostruoso con occhi circolari, naso piccolo e orecchie o corna molto elaborate, la cui parentela più prossima è la maschera taotie comune sui bronzi della dinastia Shang. Placche simili sono state ritrovate anche in altre tombe di Erlitou, appartenenti senza dubbio a influenti personaggi dellepoca (fig. 14). A Erlitou già esistono laboratori specializzati per la lavorazione del bronzo, della ceramica e dellosso che testimoniano la presenza di professionalità ben definite. Sul vasellame ceramico sono stati ritrovati segni e simboli che, però, per la scarsa considerazione sociale di cui godevano i vasai, non possono certo essere interpretati come loro nomi, mentre è più probabile che siano i marchi dei laboratori in cui avveniva la produzione ceramica. Le giade di Erlitou, piuttosto poche in verità, sono rappresentate da lame, coltelli e ornamenti decorati con linee incise o in rilievo o talvolta, sugli spigoli, con volti caratterizzati da grandi occhi che sembrano anticipare il motivo del taotie di epoca Shang. Sono stati ritro-

31 La Dinastia Shang 31 vati pure numerosi oggetti di legno laccato, tra cui un frammento con un disegno di due occhi ovali sormontati da un ricciolo a C, anchesso ricordo di una prima forma di taotie. Sulla Cultura di Erlitou è in atto in Cina un vivace e appassionato dibattito tra gli archeologi per la possibile identificazione di tale cultura con la dinastia Xia, non ancora documentata storicamente. Siti della Cultura di Erlitou sono stati portati alla luce anche nelle zone meridionali delle province di Shanxi e Hebei; resti della capitale Bo sono stati ritrovati nella città di Zhengzhou. Di tale cultura sono state identificate quattro fasi di sviluppo che coprono un arco temporale che va allincirca dal 1700 al 1500 a.c. Il sito principale è quello di Yanshi in cui sono stati ritrovati resti di due grandi edifici cerimoniali poggianti su piattaforme di terra battuta hangtu e con colonne lignee per sostenere le travi orizzontali. Altri rinvenimenti sono relativi a laboratori e tombe, mentre non vi sono tracce di mura di cinta. Secondo alcuni archeologi cinesi sarebbe possibile far corrispondere le prime due fasi della Cultura di Erlitou alla dinastia Xia e le altre due alla successiva dinastia Shang, mentre secondo altri tutte e quattro le fasi della Cultura di Erlitou corrisponderebbero alla dinastia Xia. Non è possibile, almeno allo stato attuale delle ricerche, uscire dal campo delle ipotesi e dare una risposta definitiva. Le forme di questi primi bronzi ricalcano quelle delle ceramiche neolitiche e presuppongono una continuità di funzioni. È perciò probabile che sacrifici di cibo e vino agli antenati siano già stati stabiliti. Il vasellame rituale di bronzo, rappresentato di solito da gruppi di recipienti, è utilizzato nei riti funerari e successivamente deposto nelle tombe per permettere al defunto di compiere i sacrifici agli antenati. Nel nord-est è stata scoperta la Cultura di Xiajiadian che presenta molti elementi della Cultura di Erlitou e si sviluppa sul territorio della Cultura di Hongshan, dalla Mongolia Interna fino a raggiungere le province di Hebei e Liaoning. Un sito importante è quello di Dadianzi, in cui sono state portate alla luce la cinta muraria in terra battuta e un cimitero con oltre 800 tombe di varie dimensioni ben conservate, contenenti bronzi, ceramiche di forme gui e jiao, boccali gu di legno laccato e con sepolture sacrificali per cani e maiali. È possibile che Dadianzi fosse un punto dincontro e di tran- 31

32 32 Capitolo II sito di varie culture, con scambi frequenti tra nord e sud, testimoniati dai metalli delleurasia portati a sud nei centri urbani Erlitou e dalla presenza di lacche importate dal sud. Inoltre i complessi motivi decorativi sulle ceramiche ricordano le lacche dipinte di Erlitou e sanciscono almeno allo stato attuale delle conoscenze, uno stretto legame tra le due culture. 2.3 Gli ossi oracolari La prima dinastia cinese storicamente documentata è quella Shang (ca a.c.) caratterizzata soprattutto da una magnifica produzione di recipienti di bronzo, il cui uso è esclusivamente rituale. La storicità della dinastia Shang è stata provata per la prima volta attraverso il ritrovamento di ossi oracolari jiaguwen (fig. 15) avvenuto nella ultima capitale, Anyang. Si tratta di ossi di bovini, carapaci di tartaruga e altri ossi piatti raccolti, alla fine dellottocento, dai contadini della zona e venduti come ossi di drago, utilizzati comunemente nella farmacopea cinese. Tali Figura 15 Ossi oracolari ossi, esposti al fuoco in riti divinatori, portano incise delle iscrizioni in cui si formulano richieste di ogni tipo alla divinità o antenato supremo e su molti di essi sono indicati anche i nomi dei sovrani. Alcuni di questi ossi finirono nelle mani di studiosi cinesi che iniziarono ad esaminarli attentamente rendendosi ben presto conto di

33 La Dinastia Shang 33 essere entrati in possesso dellarchivio della casa reale Shang. Sono stati identificati circa 3000 caratteri, metà dei quali finora decifrati. La pratica della divinazione con ossi è molto antica e risale probabilmente al a.c., ma solo durante il periodo Anyang gli ossi sono regolarmente iscritti. Ad Anyang, a partire dal 1928, hanno avuto inizio regolari scavi che hanno portato alla luce moltissime tombe e un gran numero di bronzi. 2.4 La fase di Erligang Campagne di scavo più recenti (1952) hanno permesso di ritrovare una più antica capitale Shang, Zhengzhou (Henan), costruita agli inizi della dinastia. Sono state portate alla luce massicce mura di cinta in terra battuta per una lunghezza di 7 km, grandi fondazioni di edifici, laboratori specializzati, ad indicare lesistenza di una società ben organizzata e stratificata. Questo periodo è stato denominato dagli archeologi fase di Erligang (ca a.c.) e certamente deve avere avuto un importante sviluppo dal momento che vasellame di bronzo prodotto in questa zona è stato ritrovato nelle province di Shaanxi, Hubei e Henan. Le forme del vasellame di bronzo della Cultura di Erligang sono molteplici: jue, jia, lei, pan, fangding, zun, gu, you, ding (fig. 16). La decorazione risente della tecnica di fusione a stampi compositi privilegiando un ornato simmetrico, con motivi geometrici o zoomorfi, suddiviso in settori e utilizzando grandi flange per mascherare i punti di giuntura tra le varie sezioni dello stampo. Molto rappresentato è il taotie, una maschera mostruosa priva di mandibola ma dai grandi occhi e marcati sopraccigli, la cui iconografia, ancora avvolta nelloscurità, rimanda ai volti misteriosi delle giade neolitiche (v. par. 1.3) e a quelli sulle placche di Erlitou. Verso la fine del periodo di Erligang ci sono importanti innovazioni tecniche nella produzione dei bronzi. La necessità di utilizzare motivi più complessi fa sì che il decoro sia inciso, non più sullo stampo, ma direttamente sul modello, permettendo così agli artigiani di lavorare in positivo e di trasferire poi la decorazione sugli stampi. Anche le forme, divenute più complesse, hanno bisogno di un

34 34 Capitolo II maggior numero di colate di metallo; le appendici dei recipienti sono realizzate con un procedimento di prefusione, per cui sono fuse prima e poi unite ad una delle sezioni in modo da restare incorporate, a fusione finita. Verso la fine del periodo Erligang, nella decorazione dei bronzi è introdotta una distinzione tra immagine e sfondo, con un decoro in rilievo e uno sfondo formato da linee fitte e sottili o da un meandro chiamato leiwen, motivo a fulmine. Unaltra città appartenente alla Cultura di Erligang è stata ritrovata a Panlongcheng (ca a.c.) nella provincia di Hubei, vicino Wuhan. Figura 16 Ding di bronzo della Cultura di Erligang

35 La Dinastia Shang 35 Si tratta probabilmente di una capitale regionale della quale sono state portate alla luce le mura di cinta, fondazioni di palazzi e tombe contenenti vasellame di bronzo, tra cui recipienti di tipo yan per la cottura a vapore del riso, he per lacqua necessaria a diluire il vino, you e gui, caratterizzati dalla presenza di manici. Bronzi dalle forme e dai decori più complessi e raffinati provengono da molte altre località della Cina Settentrionale, Centrale e Meridionale e rappresentano una fase di transizione tra la Cultura di Erligang e quella di Anyang. Le province meridionali mostrano un maggiore interesse per la rappresentazione di figure animali con recipienti a forma di arieti, bufali, elefanti e per la realizzazione di campane (fig. 17). Figura 17 Campana di bronzo

36 36 Capitolo II 2.5 La fase di Anyang Anyang (ca a.c.) si trova nella parte settentrionale della provincia di Henan ed è stata lultima capitale Shang, chiamata anche Yinxu. Gli scavi hanno rivelato lesistenza di fondamenta di palazzi e templi in terra battuta, tombe reali e nobiliari, laboratori, depositi, come quello contenente una grande quantità di ossi oracolari, ma non sono state ritrovate mura di cinta e ciò ha fatto supporre che potesse trattarsi di un centro rituale. I corredi tombali comprendono bronzi, giade, ceramiche, lacche, oggetti di osso. Le iscrizioni sul vasellame di bronzo, che si trovano di solito allinterno del recipiente, sono molto brevi, con pochi caratteri che corrispondono al nome del clan di colui per il quale è stato fuso il pezzo o al nome di colui a cui è destinato il sacrificio rituale (fig. 18); raramente si precisa il nome del recipiente. Verso la fine del periodo Anyang le iscrizioni diventano più lunghe, raggiungendo talvolta i caratteri, e allora forniscono notizie più dettagliate sulla causa che ha determinato la fusione del recipiente, sul destinatario di tale rito e qualche volta contengono anche una data. Uninnovazione importante del periodo Shang riguarda la ceramica, in particolare il vasellame bianco e quello invetriato, di destinazione rituale, portati alla luce dallo scavo delle tombe reali. Il vasellame bianco (fig. 19) imita il bronzo sia nelle forme sia nelle Figura 18 Iscrizioni su bronzo: jia (clan) e zi Long (Principe Long)

37 La Dinastia Shang 37 decorazioni profondamente incise, ma il dato più significativo è rappresentato dalla sua composizione caratterizzata dalluso del caolino, unargilla bianca primaria che, solo molti secoli dopo, darà luogo alla scoperta della porcellana. Sui recipienti Shang il caolino è puro, cotto a circa 1000 C, cioè 400 C in meno della porcellana, poco plastico e perciò abbastanza fragile ed è proprio per questo motivo che la produzione di vasellame bianco caolinico avrà vita breve. Una diversa sorte hanno avuto, invece, le ceramiche invetriate, cotte ad alte temperature, circa 1200 C. Le prime invetriature sono casuali e si verificano in un forno alimentato a legna in seguito alla caduta di cenere il cui contenuto di silice si fonde con il corpo ceramico dando per lappunto origine allinvetriatura denominata a cenere. Da una scoperta fortuita si passa poi alluso deliberato di questo rivestimento vetroso che, non solo abbellisce loggetto, ma soprattutto lo rende impermeabile e quindi adatto a contenere liquidi. Il primo vasellame con uninvetriatura giallo verdastra, sottile e diseguale, è stato ritrovato a Zhengzhou. Il vasellame Shang è invetriato sia esternamente sia internamente, ha forme simili a quelle del bronzo e un decoro inciso sotto coperta. Le grandi tombe reali Shang, a pianta cruciforme e dalla struttura a gradini ercengtai, scavate a Xibeigang, a nord-ovest di Anyang, sono state tutte saccheggiate. Accompagnano il defunto ricchi corredi funebri, formati in prevalenza da serie di recipienti di bronzo, ma anche da sacrifici umani ed animali. Un banchetto rituale con offerte di cibo e vino è officiato da un sacerdote o sciamano che talvolta può essere lo stesso sovrano. Le bevande alcoliche di cui fa uso contribuiscono a far raggiungere allo sciamano uno stato di ebbrezza. Gli eccessi a cui spesso vanno incontro i sovrani Shang sono severamente deprecati e utilizzati, in seguito, per conferire legittimità alle popolazioni Zhou che detronizzano gli Shang, non più degni del mandato celeste.

38 38 Capitolo II Figura 19 Vaso di ceramica bianca proveniente da Anyang

39 La Dinastia Shang La tomba di Fu Hao Nel 1976 è stata ritrovata una piccola tomba, completamente intatta, a Xiaotun : quella di Fu Hao, consorte del re Shang, Wuding (r. ca a.c.). Lidentificazione è stata possibile attraverso le numerose iscrizioni sugli ossi oracolari che trasmettono le preoccupazioni del re sullo stato di salute di sua moglie o la sua irritazione per i ruoli maschili che assume. Questo è ancora un periodo in cui la donna di un certo rango ha una posizione di potere, ricopre cariche militari e sociali importanti, come invece sarebbe successo sempre più raramente in seguito. È possibile che la tomba non fosse stata violata sia perché costruita in una zona lontana dalla necropoli reale e sia perché nascosta successivamente da altre costruzioni. La sepoltura è piccola, lunga 5.6 metri, larga 4 metri e profonda 6.2 metri. La camera funeraria era in legno, come pure la bara era in legno laccato, ma restano solo alcune tracce di legno e frammenti di decorazione dipinta. Il corredo funebre, ricchissimo, è costituito da 460 oggetti di bronzo, 750 giade, 560 oggetti di osso, pietra, avorio, ceramica, ecc. I bronzi rappresentano il gruppo più importante con 109 recipienti che hanno iscritto il nome di Fu Hao e 200 vasi rituali distribuiti tra vasellame da vino (148), disposto intorno alla bara, tra cui recipienti gu e jue (93), yi, zun, lei, hu, jia, gong zoomorfi, e vasellame da cibo (47), sistemato sulle piattaforme esterne, tra cui recipienti yu e fu, fangding (fig. 20), fangyi di forma rettangolare, 4 asce rituali, 37 punte di freccia, 91 lame di alabarda, 23 piccole campane, 50 utensili di vario tipo e 4 specchi (fig. 21), questi ultimi senza dubbio i più antichi mai ritrovati e che anticipano di qualche secolo quelli finora noti. Tra i bronzi assumono particolare importanza i recipienti rettangolari come i fangding con gambe zoomorfe (tigri o draghi), i fangjia a sezione quadrata (fig. 22), i fanghu, variante rettangolare della fiasca hu usata come contenitore per il vino. Per la prima volta sono stati ritrovati recipienti zoomorfi per offrire il vino, noti come gong, di solito a forma di tigri o uccelli, forse di derivazione meridionale (tav. I d).

40 40 Capitolo II Le asce cerimoniali yue (fig. 23) erano adoperate nei sacrifici rituali di uomini ed animali, perché spesso le vittime sono state ritrovate decapitate. Da segnalare è anche unarma di giada con limpugnatura di bronzo completamente intarsiata di turchesi. Le giade comprendono 175 oggetti rituali (dischi e anelli), 54 armi rituali, 83 attrezzi e utensili, 426 ornamenti e 17 oggetti di varia natura. Interessante è la grande quantità di placche e figurine sia umane sia animali (draghi, elefanti, tigri, pecore, bufali, uccelli, insetti ecc.), molto ben modellate e definite da incisioni nei minimi dettagli, dagli abiti alle acconciature (fig. 24). Particolare è un pendente a forma di uccello dalla testa piumata e dalla lunga coda che si può confrontare con decori ritrovati su alcuni bronzi scavati nella provincia di Hubei. Di grande bellezza è, infine, un oggetto singolare: un boccale di forma cilindrica in avorio, con manico zoomorfo ornato da maschere taotie ed elementi geometrici realizzati con intarsi di turchese (tav. II a). Figura 20 Fangding di bronzo

41 La Dinastia Shang 41 Figura 21 Specchio di bronzo Figura 22 Fangjia di bronzo

42 42 Capitolo II Figura 23 Asce yue Figura 24 Figurina di giada

43 La Dinastia Shang Sanxingdui Nella provincia di Sichuan campagne di scavo degli anni Ottanta hanno portato alla luce a Sanxingdui, nel distretto di Guanghan, capitale del popolo Shu, a circa 40 km a nord di Chengdu, potenti mura di cinta in terra battuta costruite durante la fase di Erligang e, fuori le mura, due importanti depositi rituali, databili al periodo Anyang, con una differenza temporale di alcune decadi. È probabile che i pozzi fossero destinati ad offerte sacrificali, con animali (maiali, pecore, buoi) che venivano poi bruciati, come pure erano bruciati, dopo essere stati ridotti in pezzi, bronzi, giade e altri oggetti votivi. Terminato il rito, tutto è stato seppellito (fig. 25). Nel pozzo n. 1 sono stati ritrovati allincirca 439 oggetti di oro, bronzo, giada, pietra e ceramica, maschere e teste di bronzo, figurine di bronzo in ginocchio, 13 zanne di elefante, conchiglie cauri e una gran quantità di ossi di animali combusti. Figura 25 Pozzo sacrificale

44 44 Capitolo II Figura 26 Statua di bronzo

45 La Dinastia Shang 45 Nel pozzo n.2 sono stati ritrovati più di 1164 pezzi, tra ossi di animali, giade, bronzi bruciati, maschere e teste di bronzo, una figura stante, alberi di bronzo di altezza variabile. Il ritrovamento più spettacolare è rappresentato da più di 50 teste di bronzo a grandezza naturale dal primo deposito e una grande statua di bronzo alta 262 cm dal secondo deposito (fig. 26). Tale scoperta lascia ancora aperti molti problemi sia sulla datazione e sul carattere sacrificale dei pozzi sia sugli eventuali collegamenti con la Cultura Shu, del I millennio a.c. Il ritrovamento di una notevole quantità di ossi di animali combusti e vari altri detriti possono fare anche pensare a pozzi di scarico, ma è invece più probabile che ci sia stato un rituale ben organizzato per la sepoltura degli oggetti. Accanto ai due pozzi vi sono tre tumuli di terra distribuiti lungo uno stesso asse e contenenti oggetti databili al periodo Shang. È possibile che questi tumuli rappresentassero un tipo di altare, a conferma della natura sacrificale dei pozzi, collegati ad una cerimonia religiosa. I volti, sia delle maschere sia della statua, sono davvero singolari e addirittura poco cinesi, caratterizzati da grandi occhi, enormi orecchi e talvolta da elementi verticali a voluta (fig. 27 e tav. II b). Si resta nel campo delle ipotesi anche per quel che riguarda la funzione di simili oggetti. Le maschere potevano forse ornare colonne di palazzi, mentre la grande figura, dai lineamenti simili, ha mani spropositate che dovevano reggere qualcosa di molto importante, andato irrimediabilmente perduto. Il ritrovamento di molte altre sculture di argilla raffiguranti animali (maiale, tigre, topo pecora, cavallo, uccelli vari) denota labilità scultorea della Cultura di Shu e la grande padronanza della tecnologia del bronzo. Importanti ritrovamenti di bronzi nella parte meridionale del paese testimoniano un esteso sviluppo delle culture delletà del Bronzo per tutta la Cina. Le culture meridionali adottano dagli Shang la tradizione dei recipienti rituali di bronzo, ma nello stesso tempo mostrano caratteristiche locali.

46 46 Capitolo II Figura 27 Maschera di bronzo

47 La Dinastia Shang Principali tipi di vasi rituali di bronzo ed evoluzione del taotie

48 48 Capitolo II Il taotie dalla fase di Erligang ai Zhou Occidentali

49 LA DINASTIA ZHOU 3.1 Zhou Occidentali Nel 1050 le popolazioni Zhou dalla provincia di Shaanxi invadono il territorio Shang e conquistano Anyang. Non si conosce con certezza la loro terra dorigine, anche se appare probabile che siano giunte dalle regioni occidentali. Le campagne di scavo non hanno finora contribuito a chiarire questo punto portando, invece, alla luce molti siti del periodo successivo alla conquista. Le due capitali Feng e Hao sono nellarea dellattuale Xian, mentre più ad occidente, a Zhouyuan (attuali distretti di Qishan e Fufeng ), si trova il centro rituale e a Luoyi (odierna Luoyang) una capitale ausiliaria. I Zhou controllano le province di Shaanxi, Shanxi, Henan, Hebei, Shandong, assegnando vasti territori ai parenti del re. Le vicende storiche della dinastia sono tramandate, oltre che dalle iscrizioni sui bronzi, anche da alcuni importanti testi, quali lo Shujing (Classico dei Documenti) e lo Shiji (Memorie di uno storico) di Sima Qian, compilato nel I secolo a.c. Le iscrizioni sul vasellame di bronzo, disposte quasi sempre lungo le ampie pareti interne di recipienti ding e gui, sono molto frequenti e particolarmente lunghe. Ne risulta, così, una documentazione preziosa sulla vita, sulle attività, sulle cariche pubbliche della famiglia reale e della aristocrazia Zhou. È inoltre possibile anche analizzare il tipo di calligrafia e lo stile più o meno raffinato. La legittimazione del potere della dinastia Zhou avviene attraverso la conquista del mandato celeste tianming, sottratto agli Shang dimostratisi indegni. È naturale che inizialmente ci sia un percorso di continuità le cui manifestazioni sono visibili nelladeguarsi alle pratiche funerarie Shang, sia nel tipo di sepoltura a pozzo con gradinate, sia per quel che concerne il corredo funebre costituito da vasellame rituale e da carri e cavalli sepolti in fosse adiacenti alla tomba. Laumento e la lunghezza delle iscrizioni sui recipienti di bronzo sono da collegare ad una maggiore importanza 49

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