EDUCAZIONE SOCIO-AFFETTIVA. dalla Scuola dell Infanzia alle Superiori

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1 EDUCAZIONE SOCIO-AFFETTIVA dalla Scuola dell Infanzia alle Superiori

2 EDUCAZIONE SOCIO-AFFETTIVA Metodologia nata negli Usa alla fine degli anni 60: ha contribuito a creare la cultura della RELAZIONE e della COMUNICAZIONE nella scuola. Si ispira a livello teorico alla PSICOLOGIA UMANISTICA di Maslow e Rogers e utilizza la metodologia di Gordon. Promuove la cultura dello star bene a scuola, valorizzando soprattutto gli aspetti emotivi del processo di sviluppo, oltre a quelli cognitivi, ricordando che l individuo va educato nella sua totalità.

3 Iniziando molto presto, a partire dalla Scuola dell Infanzia, con gli interventi di alfabetizzazione emozionale e educazione socio-affettiva, si può prevenire la comparsa delle difficoltà, agendo in chiave di promozione di stili relazionali positivi.

4 «se non si crea un atmosfera socio-affettiva favorevole in classe, gli allievi non potranno dedicare le loro energie psichiche all apprendimento del sapere, poiché la loro attenzione sarà centrata soprattutto sui conflitti e sui rapporti interpersonali problematici». Gordon

5 L educazione socio-affettiva promuove la cultura dello «star bene a scuola» Osmosi tra la sfera affettiva e quella cognitiva Rinforzo della consapevolezza delle proprie risorse e di come utilizzarle Promozione della condivisione e cooperazione

6 A livello individuale sviluppa sentimenti di accettazione, sicurezza e fiducia in sé e negli altri. A livello di gruppo promuove comportamenti e atteggiamenti di collaborazione, solidarietà, mutuo rispetto, tolleranza per le diversità.

7 L educazione socio-affettiva fornisce gli strumenti per instaurare un rapporto autorevole con i ragazzi, insegnando a: gestire efficacemente comportamenti inadeguati; trasformare la classe da aggregato a gruppo cooperativo; aumentare la consapevolezza delle proprie risorse; migliorare la capacità di affrontare le difficoltà; promuovere la competenza di problem solving.

8 RISPONDE ALLA FONDAMENTALE ESIGENZA DI AVERE STRUMENTI PER: Instaurare un rapporto autorevole con i ragazzi; Rispondere alle richieste di aiuto nelle difficoltà di relazione; Sviluppare comportamenti pro-sociali; Agevolare la corretta espressione delle emozioni; Favorire lo sviluppo armonico e integrato della persona; Migliorare il benessere socio-affettivorelazionale degli alunni predisponendoli a migliori capacità di apprendimento, aumentando la motivazione allo studio.

9 PROMUOVERE LA SALUTE A SCUOLA L OMS sottolinea come lo stato di salute e i processi educativi siano strettamente correlati; Scuola come agenzia educativa nell ambito della promozione della salute nei soggetti in età evolutiva; EDUCARE AD APPRENDERE Rafforzare competenze psicosociali, progettare interventi, moduli di apprendimento non solo cognitivi ma soprattutto esperienziali: integrazione dei tre livelli di percezione cognitiva, emotiva e sensoriale (imparare attraverso il fare ed elaborare il vissuto emotivo relativo al processo).

10 FATTORI DI PROMOZIONE DI RESILIENZA NELLA COMUNITA SCOLASTICA Apprendimento cooperativo Educazione pro-sociale Didattica motivante Senso di appartenenza Corpo insegnante collaborativo I passi per un educazione alla resilienza mirano allo sviluppo di fattori protettivi quali: autostima, autoefficacia, creatività, fiducia, flessibilità, progettualità futura.

11 SAPER TRASMETTERE EFFICACI STRUMENTI EDUCATIVI QUALI Discussione e confronto in classe; Gioco di ruolo; Attività di cooperazione di gruppo; Discussione a piccoli gruppi; Giochi e simulazioni; Metodo di apprendimento attivo (role play, giochi di interazione ) Coniugare la dimensione didattica con quella relazionale.

12 Altri obiettivi sono: sviluppare l EMPOWERMENT, ossia l accrescimento di potenzialità e abilità aumentando il potere interno personale Sviluppare l intelligenza emotiva (autoconsapevolezza di sé, capacità di gestire le emozioni, capacità di auto-motivarsi, capacità di essere empatici e di gestire efficacemente le relazioni interpersonali. Promuovere le life skills (abilità di vita)

13 SOSTENERE LA PROFESSIONALITA DEGLI INSEGNANTI ATTRAVERSO LA FORMAZIONE PERMANENTE Favorendo la loro capacità relazionale; Rendendoli consapevoli dell importanza di entrare in contatto emozionale con l allievo; Aiutandoli a trovare per primi quell equilibrio (cognitivo, emotivo, fisico) che vogliono promuovere nei ragazzi; PER QUESTO MOTIVO LA FORMAZIONE DOVREBBE ESSERE FINALIZZATA IN PRIMO LUOGO A PROMUOVERE IL BENESSERE DEGLI INSEGNANTI.

14 Le competenze affettive relazionali non possono essere trasmesse come un contenuto cognitivo, perché hanno bisogno di educatoriinsegnanti che testimonino con il loro proprio modo di essere le competenze che vogliono trasmettere ai loro alunni. Occorre che anche i docenti abbiano la possibilità di avere nella scuola un tempo di riflessione nell ambito del quale poter comunicare le proprie stanchezze, fatiche, difficoltà, frustrazioni, e contestualmente trovare un clima di sostegno e di ricerca di mezzi efficaci al superamento dei propri problemi.

15 La metodologia considera due aspetti dell azione educativa: - La relazione insegnante-studente, per la quale suggerisce strategie di COMUNICAZIONE EFFICACE (ascolto attivo, messaggio-io). - La relazione studente-studente, per la quale suggerisce strategie di CONDUZIONE DI GRUPPO (circle time)..

16 COME FACILITARE LA RELAZIONE EDUCATIVA AL CENTRO DI TUTTO IL PROCESSO EDUCATIVO C E LA RELAZIONE CHE DEVE ESSERE FONDATA SULLA STIMA E SUL RISPETTO RECIPROCI E IN CUI L ADULTO DEVE SAPERSI PORRE IN MODO AUTENTICO Da K. Rogers (psicologia umanistica)

17 La principale finalità educativa è la FACILITAZIONE DELL APPRENDIMENTO: si ottiene tenendo unita la classe sulla base della collaborazione e non della competizione, e instaurando un efficace rapporto interpersonale con gli allievi. AUTENTICITA : essere se stessi, non recitare un ruolo ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA: rispetto per ciò che la persona è, indipendentemente dal comportamento COMPRENSIONE EMPATICA: capire le emozioni senza giudicarle

18 Il modo in cui un insegnante gestisce la classe è in se stesso un modello, una lezione di competenza relazionale ed emozionale (oppure della sua mancanza). Gli insegnanti sono altri significativi ed hanno grande influenza sul concetto di sé, sullo sviluppo, sulla maturazione e sul rendimento scolastico dei propri allievi. Per questo motivo devono essere consapevoli del tipo di comunicazione che mettono in atto e dei messaggi che trasmettono sia a livello verbale che non verbale. Possono dare grande sostegno oppure essere devastanti per l autostima dei ragazzi.

19 l adulto (genitore, insegnante) deve porsi in modo non valutativo, non giudicante; l atteggiamento facilitante dell adulto favorisce la crescita spontanea del bambino; non crea pressioni; non si sostituisce; non offre soluzioni; sottolinea il positivo, liberando energie «buone», accrescendo fiducia e autostima; utilizza il metodo senza perdenti per la gestione dei conflitti (uso del problem solving)

20 L INSEGNANTE è UN FACILITATORE DELL APPRENDIMENTO QUANDO Favorisce attivamente la spontanea crescita dell allievo Facilita, agevola, organizza e sollecita le occasioni di apprendimento Stabilisce un clima di fiducia Mette a disposizione la propria esperienza Partecipa a livello emozionale alla vita dei bambini Li sa contenere, comprendere e accogliere nei momenti problematici Li sa ascoltare

21 L INSEGNANTE DI QUALITA DOVREBBE SAPER Comunicare efficacemente Esercitare l autocontrollo Programmare i contenuti e gestire efficacemente il tempo in aula Condurre la classe in modo educativamente e psicologicamente corretto, comprendendo i problemi emotivi e cognitivi dell allievo Saper garantire l integrazione dell allievo con disabilità di apprendimento e disagi comportamentali

22 L EFFICACIA DELL INSEGNAMENTO E STRETTAMENTE LEGATA AL MODO IN CUI L INSEGNANTE COMUNICA NELLA CLASSE Le variabili associate all efficacia sono legate ad uno stile comunicativo-educativo in cui prevalgono i seguenti aspetti: Conferma dell altro Docente in relazione positiva, instaura un processo interattivo L insegnante comprende, ascolta, è vigile alla situazione L insegnante veicola entusiasmo, c è energia e interesse in ciò che si fa

23 L insegnante è rilassata, sicura di sé e controllata Sa stimolare la fantasia e inserire elementi anche umoristici Sa controllare lo stato d animo della classe Usa una buona gestualità e si muove tanto nell aula Guarda negli occhi Ha un ritmo e un tono di voce coinvolgenti Usa un linguaggio chiaro

24 Se mi dici una cosa posso dimenticarla. Se me la mostri può darsi che me la ricordi. Ma se mi coinvolgi non la dimenticherò più Tagore

25 Il tempo del cerchio è un iniziativa che nasce nel contesto dell educazione socio-affettiva definibile come un momento di discussione guidata, finalizzato al potenziamento delle abilità comunicative e relazionali degli alunni (Francescato, Putton, Cudini, 1989). Può essere condotto sia da un insegnante sia da un consulente esterno e prevede una disposizione in cerchio delle persone al fine di favorire l interazione.

26 - promuove capacità individuali di espressione, ascolto e interazione tra pari; - consente a tutti gli alunni di sentirsi membri partecipativi ed efficaci del gruppo; - di poter vivere la realtà scolastica in una condizione di ben-essere; - di gratificare i bisogni fondamentali di appartenenza, riconoscimento, valorizzazione.

27 OBIETTIVO: favorire la conoscenza reciproca e la cooperazione tra tutti i membri del gruppo-classe, creare un clima sereno di reciproco rispetto in cui ognuno soddisfi il proprio bisogno sia di appartenenza che di individualità. STRUTTURA: disposizione delle sedie in cerchio; frequenza delle discussioni (una o due volte alla settimana) per la durata di un ora; scelta dell argomento tramite brain storming; RUOLO DEL FACILITATORE: assume un atteggiamento non direttivo, ma partecipativo e collaborativo; osserva attentamente; agevola la discussione; media le controversie; facilita la comunicazione tra tutti; esercita l ascolto attivo; garantisce a tutti la possibilità di esprimersi liberamente senza timore di venir giudicato; riformula alla fine dell incontro quanto emerso.

28 Creare e gestire il CENTRO D ASCOLTO nella scuola media inferiore e superiore

29 funzioni Il centro d ascolto è un servizio di promozione della salute cui la scuola dispone per offrire una consultazione breve, finalizzata a ri-orientare lo studente in difficoltà. Tra gli obiettivi: prevenire disagi promuovere il benessere degli studenti migliorare la qualità della vita scolastica fornire informazioni, orientamento e consulenze potenziare la motivazione, aumentare l autostima, favorire rapporti interpersonali positivi.

30 . OFFERTA INFORMAZIONI PER Vita personale e interpersonale Carriera scolastica Accoglienza e tutoring Integrazione attività didattiche Servizi delle strutture del territorio SERVIZI DI CONSULENZA Problematiche psico-pedagogiche e sociali Dinamiche interpersonali conflittuali Specifiche difficoltà adolescenziali PROMOZIONE INIZIATIVE Progettazione conferenze Creazione laboratori Iniziative culturali e aggregative Iniziative di formazione ATTIVAZIONE DI PROCEDURE DI INVIO A strutture e servizi specialistici in casi non affrontabili nel contesto di consultazione scolastica o perché necessario intervento mirato più articolato

31 L attivazione di un centro d ascolto di elevato livello qualitativo presuppone un attenta progettazione individuando: finalità generale obiettivi specifici target a cui l intervento si rivolge i mezzi utilizzabili gli eventuali ostacoli le risorse su cui fare affidamento

32 Obiettivi specifici Offrire uno spazio di ascolto e confronto ai ragazzi, nel quale possano esprimere i propri disagi nell ambito di una relazione d aiuto. Fornire informazioni adeguate agli studenti per aiutarli ad affrontare serenamente le scelte complesse del periodo adolescenziale. Prevenire comportamenti a rischio nei confronti della salute complessiva, per sé e per gli altri. Individuare tematiche ricorrenti ed esigenze in ambito psico-affettivo della fascia adolescenziale. Facilitare la conoscenza e l accessibilità alle risorse specifiche presenti sul territorio.

33 In senso ampio il servizio si propone di fornire un punto di riferimento psicosocio-educativo per la scuola nel suo insieme ed è pertanto aperto sia agli interventi con gruppi classe, ai singoli studenti, sia a tutti gli adulti che sentano l esigenza di confrontarsi su problematiche vissute a scuola. Lo sportello può essere rivolto anche ai genitori, alle famiglie degli alunni, ai docenti e a tutto il personale scolastico che ne faccia richiesta.

34 L istituzione di un centro di ascolto richiede anche una attenta e particolareggiata ANALISI DELLA DOMANDA per far sì che il servizio si riveli conforme alle esigenze del contesto nel quale viene a collocarsi. Utili questionari e sondaggi dei bisogni e delle richieste rivolti agli studenti, alle famiglie e agli insegnanti.

35 Fattori determinanti per la buona riuscita di un centro d ascolto: approntamento di spazi e tempi idonei preliminare opera di sensibilizzazione rivolta agli studenti e agli insegnanti in merito alle attività promosse e al loro significato qualità comunicative e relazionali di chi gestisce lo sportello appoggio e sostegno da parte del capo di Istituto in questa iniziativa

36 l operatore di un centro di ascolto competenze Agevolazione educativa Ascolto attivo Progettazione iniziative Sostegno e comunicazione Analisi bisogni giovanili Educazione permanente Mediazione relazionale attitudini Flessibilità Creatività Estroversione Disponibilità Compatibilità sociorelazionale Tolleranza Curiosità Problem solving

37 L agevolazione, attraverso il centro di ascolto, aiuta ad esplorare e scoprire modi di vita più fruttuosi e miranti ad un più elevato stato di benessere, ottimizza le risorse della persona affinché le utilizzi per migliorare la sua qualità di vita e per affrontare momenti di stress e di disagio.

38 L agevolazione e il sostegno risultano strumenti preziosi per fronteggiare efficacemente le problematiche evolutive e assolvere ai COMPITI DI SVILUPPO Costruzione di una propria identità Separazione dai genitori (differenziazione e svincolo) Scelta di nuovi percorsi di studio Inserimento nei gruppi dei pari Inizio di relazioni sentimentali e sessuali

39 Il counselor può occuparsi di Disagio scolastico Difficoltà di apprendimento Disordini alimentari Abuso di sostanze Rapporti sociali difficili Mancanza di motivazione e interesse Disturbi del comportamento (bullismo, aggressività, ribellione ) Problemi evolutivi Gestione dell ansia e dello stress

40 In ognuna di queste aree il counselor riveste un ruolo fondamentale nelle fasi di osservazione e rilevazione dei problemi e nella motivazione alla richiesta di aiuto. L intervento del counselor dunque è utile nelle situazioni in cui non ci si trova di fronte a disturbi veri e propri, per i quali occorre consultare uno psicologo, ma a difficoltà nella crescita e nell affrontare la scuola.

41 In questi casi può bastare l attività di sostegno del counselor che, mediante il colloquio di aiuto e di orientamento e attraverso l utilizzo di particolari tecniche e strategie, sostiene efficacemente gli studenti aiutandoli a capire per scegliere e per decidere. Il focus dell intervento è volto al miglioramento delle competenze comunicative, del comportamento prosociale e dell intelligenza emotiva, fattori di facilitazione dei processi evolutivi.

42 Metodologia e tempi Incontri di circa 20/30 minuti proposti da una a due volte a settimana Nelle scuole medie è possibile accogliere anche due o tre studenti per volta Solitamente gli incontri avvengono durante l orario curricolare Si propongono circa cinque incontri, da ripetere eventualmente con dei follow up

43 Bibliografia suggerita Blum Paul, 1998, Sopravvivere nelle classi difficili. Manuale per gli insegnanti, ed Erikson Francescato, Putton, Cudini, 2004, Stare bene insieme a scuola. Strategie per una educazione socio-affettiva dalla materna alla media inferiore, ed Carocci Gordon Thomas, 1991, Insegnanti efficaci, Giunti Maggi Marco, 2006, L educazione socio affettiva nelle scuole. Berti editrice Spalletta, Quaranta, 2002, Counseling scolastico integrato, Sovera edizioni

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