I SERVIZI DOMICILIARI
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- Miranda Renzi
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1 I SERVIZI DOMICILIARI Flavio Donina Responsabile Area Distrettuale Ufficio di Piano - Retesalute Paderno D Adda,
2 II QUADRO DEMOGRAFICO In Italia le persone con 65 anni e più rappresentano il 20,1% della popolazione con una tendenza in costante e continua crescita; in Lombardia sono il 19,9%. Si stima che il 18,7% degli ultra 65enni (2,2 milioni di persone) riporta una condizione di non autosufficienza per almeno una delle funzioni essenziali della vita quotidiana (in Lombardia il 15,2%). In Provincia di Lecco le persone con 65 anni e più rappresentano il 19,9% della popolazione; nel Distretto di Merate 18,6%. Nel 2008 i nuclei familiari composti da una sola persona anziana nel Distretto di Merate erano (con preponderanza degli over 75), pari al 25,5% sul totale degli anziani: è la più bassa a livello provinciale (media 28%). 2
3 I SERVIZI DOMICILIARI NEL QUADRO DELL ASSISTENZA CONTINUATIVA Anziani utenti di assistenza continuativa in Italia % Evoluzione storica negli ultimi 20 anni Servizi domiciliari Servizi residenziali Indennità accompagn. Inizi anni 90 Inizi anni 2000 Seconda metà anni ,8 5 2, ,5 9,5 3
4 Le fasi dei servizi domiciliari Fase pioneristica (anni 70-80) Nella seconda metà degli anni 70 il SAD inizia a svilupparsi in diversi Comuni; le prime esperienze ADI si avviano negli anni 80 come esperienze autonome di alcune ASL. Fase primo consolidamento (anni 90) E la fase di maggiore crescita quantitativa: gli utenti raddoppiano nel decennio; il servizio viene riconosciuto nel Progetto obiettivo anziani del 1992 che pone come obiettivo prioritario l ADI; introduzione del modello a rete: UVG, PAI, individuazione di un responsabile del caso, azione coordinata tra servizi sociali e sanitari. Fase di ricerca di un nuovo sviluppo (anni ) Crescita continua fino al 5% (ADI 3,3% e SAD 1,7%); approvazione della legge quadro sull assistenza e istituzione del fondo nazionale per le non autosufficienze: sviluppo della domiciliarità; l utenza cresce ma la sua dimensione rimane limitata rispetto ai bisogni: accessi inadeguati. 4
5 Il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) I dati provinciali: Domanda potenziale Anziani ultra 65enni 19,9% della popolazione (Merate 18,6%) Anziani ultra 75enni 9,5% della popolazione (Merate 8,6%) Grado di copertura (rapporto tra volume delle persone ultra65 in carico al SAD e popolazione totale ultra65) Provincia di Lecco 1,8% Lombardia 1,8% Italia 1,7% 5
6 Il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) Il SAD è un servizio assistenziale che aiuta le persone con problemi di non autosufficienza a svolgere le attività della vita quotidiana, affinché esse possano continuare a vivere nella propria casa e nel proprio ambiente di vita. Il SAD si propone le seguenti finalità: provvedere alla mancanza di autonomia dell assistito nelle sue personali necessità igienico-sanitarie e di relazione; mantenere e/o recuperare il benessere fisico e mentale; evitare o comunque ridurre i rischi di isolamento e di solitudine. Il SAD consiste in un insieme di interventi specifici: igiene personale, aiuto nell organizzazione e gestione della casa, cura dell alimentazione, preparazione o fornitura del pasto, interventi igienico-sanitari di semplice attuazione, attività tendenti a favorire la vita di relazione, servizi di accompagnamento. 6
7 Il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) Il servizio viene svolto al domicilio da operatori specializzati: Ausiliari Socio Assistenziali e/o Operatori Socio Sanitari. Opera a sostegno delle capacità e delle autonomie ancora presenti nella persona assistita, integrando e non sostituendo la vicinanza dei familiari. Personalizza gli interventi attraverso un Piano di Assistenza Individualizzato, costruito dal Servizio Sociale comunale con il coinvolgimento dei diretti interessati, sulla base dei loro bisogni. Il servizio prevede la collaborazione con altri servizi sociali, sanitari e socio-sanitari e il coinvolgimento di diverse figure professionali. 7
8 Il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) Il servizio viene erogato in tutti i Comuni. Il servizio è gestito in forma diretta o in appalto, dal singolo Comune o in modo associato. Il servizio si differenzia per la tipologia di utenza a cui si rivolge (anziani, disabili, nuclei familiari in difficoltà); per i giorni ed orari di funzionamento (sabato, domenica, orario serale); per le priorità individuate nell erogazione del servizio (persone sole, ultra 75enni, interventi di igiene personale, reddito inferiore). Il servizio prevede una compartecipazione al costo da parte degli utenti: i criteri si differenziano da Comune a Comune o vengono adottati stessi criteri nelle gestioni associate. 8
9 Il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) Nell Ambito distrettuale di Merate il SAD è gestito in forma associata da Retesalute, a seguito del conferimento di 24 su 25 Comuni aderenti (con esclusione di Monticello B.). Il SAD è gestito direttamente dall Azienda mediante 25 operatori ASA/OSS e da 1 coordinatore. Le persone seguite nel 2010 sono state in totale 210, con un incremento del 14% rispetto al Dal 2009 sono in vigore Le linee guida e La Carta dei servizi, con l obiettivo di uniformare il Servizio SAD a livello territoriale, anche rispetto alla compartecipazione ai costi (tabella ISEE). Il SAD viene erogato fino alle ore 21,00 e il sabato fino alle ore 13,00. L accesso avviene tramite il Servizio Sociale comunale, a cui spetta la costruzione del Piano di Assistenza Individualizzato. 9
10 Il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) Persone anziane con problemi di Alzheimer, deterioramento cognitivo ed altre malattie neurologiche progressive Il numero di utenti nel 2010 sono stati circa 20 pari a circa il 10% degli assistiti. Tipologia di intervento: 18 igiene personale 15 supporto relazionale 8 accompagnamento all esterno 8 cura dell alloggio e supporto pasti Il numero degli accessi va da 1 a 11 alla settimana. Criticità: numero e durata degli accessi; problemi comportamentali (aggressività); gli operatori non sono informati e aggiornati della situazione dell utente; mancanza di integrazione con gli altri operatori. 10
11 Assistenti Familiari Negli interventi di assistenza domiciliare un ruolo importante viene svolto dai familiari, in generale le donne che all interno del nucleo si fanno carico dei familiari più deboli. Nei prossimi anni questa fonte di sostegno potrebbe subire pesanti riduzioni, rendendo la permanenza a domicilio dell anziano non autosufficiente alquanto difficile senza il ricorso a forme private di cura. Nell ultimo decennio, gli Assistenti Familiari sono diventati di gran lunga le risorse più utilizzate per l assistenza della popolazione anziana fragile a domicilio. Circa il 6,6% degli anziani over 65 utilizza un Assistente Familiare; in Lombardia sono il 7,4%. 11
12 Assistenti Familiari A partire dal 2009 sono stati attivati interventi di regolarizzazione e di qualificazione del lavoro degli Assistenti Familiari. Per gli interventi di regolarizzazione del rapporto di lavoro degli Assistenti Familiari, viene utilizzato un titolo sociale (buono sociale) a sostegno della spesa a carico della famiglia. Per gli interventi di qualificazione vengono promossi corsi di formazione ed interventi di tutoring domiciliare (affiancamento),mediante il SAD. 12
13 Assistenti Familiari La Provincia di Lecco-Politiche per l Impiego ha messo in rete vari soggetti del territorio e affidato al Centro Risorse Donne di Calolziocorte la gestione dell incontro domanda-offerta del lavoro di cura. La Provincia di Lecco ha approvato un regolamento per l istituzione del Registro provinciale degli Assistenti Familiari, quale strumento di certificazione e validazione professionale. Sul territorio vengono organizzati corsi di formazione, secondo i profili definiti dalla Regione Lombardia. 13
14 Pronto Intervento e Ricovero di Sollievo Si tratta di ricoveri temporanei presso RSA della durata di 30 giorni, eventualmente prorogabili, per anziani con limitazioni dell autonomia personale. Il Pronto Intervento risponde a situazioni di emergenza che non consentono la permanenza della persona anziana al proprio domicilio, dettata da aggravamento delle condizioni di salute, da momentanea indisponibilità dei parenti, dall impossibilità ad organizzare un assistenza domiciliare integrata. Il Ricovero di Sollievo risponde al bisogno dei familiari di un periodo di sollievo o di riposo nell assistenza continuativa dell anziano al domicilio. Il servizio è gestito unitariamente a livello provinciale e le RSA convenzionate sono 4 (Monticello B., Villa Serena di Galbiate, Airoldi Muzzi di Lecco, Sacra Famiglia di Perledo). 14
15 Pronto Intervento e Ricovero di Sollievo Nel 2010 le richieste a livello provinciale sono state n. 361 (di cui n. 210 come P.I. e n.161 di S.) Le persone anziane inserite sono state n. 197 (di cui n. 117 come P.I. e n. 80 di S.) I dati relativi all Ambito distrettuale di Merate: inserimenti n. 71 (di cui P.I. 39 e S. 32) Posti disponibili in nucleo protetto per accogliere persone con Alzheimer n. 4 (Villa Serena e Airoldi Muzzi); le persone complessivamente accolte sono state n. 35 (18%). 15
16 TITOLI SOCIALI I Piani di Zona, strumento di programmazione sociale triennale dei tre ambiti distrettuali hanno introdotto in questi anni diversi titoli sociali rivolti agli anziani in condizione di fragilità: 1. il buono sociale anziani 2. il buono sociale per la regolarizzazione degli assistenti familiari 3. il voucher sociale pronto intervento e sollievo 4. il voucher sociale per l accesso ai CDI La fonte di finanziamento dei titoli sociali è il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e il Fondo per la Non Autosufficienza. 16
17 Buono sociale anziani Il titolo sociale consiste in una erogazione economica volta ad evitare o ritardare l istituzionalizzazione di persone fragili facilitando l accudimento nella propria abitazione e sostenere le famiglie e i parenti nella cura. Nell ambito distrettuale di Merate: Utilizzo strumento del bando pubblico. Anziani dai 65 anni con riconoscimento di invalidità del 100%. Criterio di valutazione e di costruzione della graduatoria: carico assistenziale sostenuto dalle famiglie. Graduatoria unica in base al punteggio della valutazione sociale. Il valore mensile del Buono sociale è rapportato all ISEE e va da Euro 100 a 200 per il sostegno al caregiver, da Euro 200 a 300 per la presenza di assistente familiare con contratto di assunzione. Nel 2010 i beneficiari del Buono sociale sono stati n
18 Centro di Assistenza Domiciliare (CeAD) L obiettivo del CeAD è di coordinare l impiego di tutte le risorse e di tutti gli interventi sociosanitari e sociali a livello domiciliare. Il CeAD mira ad integrare i due livelli di programmazione, sanitaria e sociale, relativamente agli interventi domiciliari. Il CeAD risponde ai bisogni delle persone anziane e disabili non autosufficienti e alle loro famiglie. Il CeAD deve favorire la presa in carico di situazioni complesse dal punto di vista sociosanitario. A settembre 2011 è stato attivato il CeAD nell ambito distrettuale di Merate, presso la centrale operativa dell ADI. 18
19 Centro di Assistenza Domiciliare Distretto di Merate Non è una nuova sovrastruttura, ma si utilizzeranno al meglio le risorse e i servizi già disponibili. Non ha la funzione di apertura al pubblico: svolta dalle postazioni comunali e ASL. Si occupa in particolare di soggetti in condizioni di particolare disagio e/o fragilità che presentano un bisogno socio-sanitario complesso. Luogo di incontro e di integrazione socio-sanitaria: relazione tra il servizio di continuità delle cure e la rete dei servizi socio-assistenziali; permettere agli operatori sociali e sanitari di confrontarsi e di elaborare piani di intervento integrati. Sono stati concordati impegni reciproci tra ASL e RETESALUTE: facilitare i rapporti tra gli operatori (AS-MMG), piattaforma informatica comune, protocolli operativi, 19
20 Progetto sperimentale di tutoring domiciliare Si tratta di un intervento che consente di affiancare al domicilio coloro che si prendono cura di persone affette da deterioramento cognitivo ed altre malattie neurologiche progressive, attraverso l intervento di equipe professionali di enti accreditati. L obiettivo è di aiutare la famiglia nella programmazione, organizzazione e gestione dell attività assistenziale, con particolare attenzione alle esigenze di tutti i soggetti coinvolti. L intervento prevede pacchetti sperimentali di prestazioni domiciliari a valenza soprattutto educativa e di supporto psicologico. Comprende la valutazione iniziale a domicilio; il monitoraggio in itinere da parte degli specialisti; l accesso di educatori, ausiliari e terapisti della riabilitazione; modalità e tempi definiti dal PAI; individuazione del case manager. 20
21 Progetto sperimentale di tutoring domiciliare Le azioni di tutoring educativo e psicologico si declinano in: 1. Conoscenza e valutazione della persona e del contesto familiare anche mediante osservazioni dirette. 2. Aiutare la famiglia nella predisposizione di ambienti protesici che agevolino la persona. 3. Supervisionare l attività assistenziale fornita alla persona in relazione alle sue esigenze. 4. Facilitare il raccordo e l integrazione con altri servizi, figure professionali e risorse del territorio. Il prescrittore dell intervento è il Medico di famiglia, anche su segnalazione dei servizi socio-sanitari o socio-assistenziali. Ogni intervento corrisponde alla somma dei voucher di 1, 2 e 3 livello (totale Euro 1.445,00) modulabili secondo le effettive necessità. 21
22 Determinazioni in ordine alla qualificazione della rete dell assistenza domiciliare Delibera regionale n del Decreto regionale n del Finalità: sostenere la famiglia nel compito di assistenza di persone con problematiche assistenziali complesse affinché possano permanere nel loro contesto di vita. Destinatari: persone non autosufficienti che presentano bisogni complessi (definiti nel decreto); persone anziane o disabili che accedono per la prima volta ai servizi o utenti già in carico per i quali sia necessario potenziare l intervento. Orientamenti culturali: spostare l attenzione dall offerta di servizi alla domanda; ascolto e decodifica dei bisogni; superare la frammentarietà degli interventi; continuità delle cure; approccio multiprofessionale. 22
23 Determinazioni in ordine alla qualificazione della rete dell assistenza domiciliare Delibera regionale n del Decreto regionale n del Percorsi assistenziali integrati: attività di supporto alla famiglia; sviluppo e qualificazione dell assistenza domiciliare; integrazione delle varie forme di intervento; potenziamento e flessibilità della rete territoriale della semiresidenzialità. Modalità: valutazione multidimensionale del bisogno; predisposizione di progetti assistenziali individualizzati; valutazione e monitoraggio dei progetti; coinvolgimento del medico di cure primarie; stretto raccordo ASL- Comuni; coinvolgimento del CeAD. Risorse: assegnazione alle ASL di 20 milioni di euro, altri 20 milioni di euro da assegnare con successivo decreto. 23
24 I PIANI DI ZONA Le principali attenzioni contenute nei Piani di Zona dei tre ambiti distrettuali della provincia di Lecco sono: le persone anziane affette da demenze e disturbi comportamentali; gli anziani soli; la continuità assistenziale per le persone più fragili; la messa in rete e l integrazione dei servizi sanitari e sociali; il potenziamento del SAD associato; l introduzione di criteri uniformi per l accesso ai servizi socio assistenziali e socio sanitari. 24
25 Linee di indirizzo per la programmazione locale Le principali evidenze di contesto particolarmente rilevanti nell evoluzione dei bisogni: 1. Invecchiamento della popolazione 2. Diffusione di care giver informale retribuito 3. Impoverimento delle famiglie 4. Fenomeno dell immigrazione 25
26 Bisogni I bisogni crescono, la patologia più invalidante è la demenza, in particolare l Alzheimer. I problemi posti al domicilio: interventi di emergenza per disturbi del comportamento, imprevedibilità, instabilità, dipendenza non immobile, interventi estesi sulle 24 ore per i tempi di sorveglianza. Cura della persona e sorveglianza costituiscono il maggiore impegno per le famiglie. L assistenza al domicilio da parte dei servizi richiederebbe un tempo di intervento non breve sia per singolo accesso che nell estensione nel numero degli interventi, la cura rimane in gran parte accollata alla famiglia e alla sue risorse. La crisi economica ha colpito la capacità di spesa delle famiglie e le capacità di tenuta in caso di non autosufficienza. I tagli alla spesa: l azzeramento del Fondo per la non autosufficienza nel 2012 e la riduzione di quasi 3/4 del Fondo nazionale per le politiche sociali, mettono in serio pericolo il sistema dei servizi in particolare a livello comunale. 26
27 Bisogni Quali supporti e caratteristiche dei servizi assistenziali sono ritenuti più importanti dagli utenti: 1. Il bisogno di consigli su come accedere ai servizi esistenti 2. Informazioni sulla malattia dell anziano 3. Contributi economici per l assistenza 4. Attività per l anziano 5. Vacanze o pause dall assistenza 6. Ridurre barriere architettoniche in casa 7. Conciliare occupazione e attività di cura 8. Aiuto nel pianificare l assistenza futura 9. Più tempo per la famiglia 10. Corsi di training per familiari 27
28 GRAZIE PER L ATTENZIONE! 28
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