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1 Verifica sperimentale delle metodiche di campionamento degli elementi di Qualità Biologica, Macrobenthos e Diatomee bentoniche, applicata ai fiumi ai sensi della Direttiva 2000/60/CE Febbraio 2010

2 Verifica sperimentale delle metodiche di campionamento degli elementi di Qualità Biologica, Macrobenthos e Diatomee bentoniche, applicata ai fiumi ai sensi della Direttiva 2000/60/CE Responsabili di Progetto: Dott.ssa Daniela Lucchini Dott.ssa Anna Maria Zapparoli Gruppo di Lavoro: Alessandra Agostini, Andrea Bragalli, Maria Alessia Cavallari, Lucia Di Gregorio, Veronica Menna, Alberto Sommacal Hanno collaborato alla realizzazione del progetto: Elisabetta Russo, Giuseppe Gallinari, Laura Contardi, Bruno Bardetti Camillo Pedrelli, Barbara Gandolfi, Chiara Melegari Silvia Franceschini, Davide Tonna, Federica Poli Anna Maria Manzieri, Daniela Corradini, Paola Bonini Anna Maria Casadei, Francesco Ortali, Fabiola Morrone Saverio Giaquinta, Fabrizio Bandini, Giovanna Savelli, Maurizio Sirotti Alberto Capra, Patrizia Anelli, Cinzia Para, Paola Pellegrino, Vanessa Rinaldini, Sezione Provinciale di Piacenza Sezione Provinciale di Parma Sezione Provinciale di Reggio Emilia Sezione Provinciale di Modena Sezione Provinciale di Forlì-Cesena Sezione Provinciale di Ravenna Sezione Provinciale di Rimini

3 INDICE 1. INTRODUZIONE 1 2. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ SVOLTE Individuazione dei Corsi d acqua e delle Stazioni di Prelievo da sottoporre allo studio Attività di prelievo e di analisi Altre attività di monitoraggio 12 3 CONSIDERAZIONI di FATTIBILITA': tempi e risorse 17 4 CONCLUSIONI 19 5 APPENDICE 1 Macrobenthos 20 6 APPENDICE 2 IFF 28 7 BIBLIOGRAFIA 34 Allegati Tecnici Provincia Piacenza 1 Provincia Parma 78 Provincia Reggio Emilia 130 Provincia Modena 168 Provincia Bologna 204 Provincia Ravenna 315 Provincia Forlì-Cesena 386 Provincia Rimini 442

4 Laboratorio integrato Pagina 1 di INTRODUZIONE L emanazione della Direttiva Europea 2000/60/CE (Unione Europea, 2000) rende necessario e obbligatorio un confronto ed un allineamento, sia a livello nazionale che a livello locale, delle strategie pianificate a tutela della qualità dei corpi idrici. Gli scopi ultimi della Direttiva sono quelli della tutela e del miglioramento della qualità ambientale attraverso il miglioramento e la protezione degli ecosistemi acquatici e l utilizzo accorto e razionale della risorsa idrica promuovendone un utilizzo sostenibile. Il principale aspetto innovativo della Direttiva, che la caratterizza nei confronti di tutte le precedenti norme, è l importanza riconosciuta agli elementi biologici degli ecosistemi acquatici. La valutazione dello stato ambientale è focalizzato sull analisi delle comunità biologiche. Gli elementi biologici presi in esame dalla Direttiva rappresentano i diversi livelli trofici dell ecosistema, Diatomee (fitobenthos) e Macrofite rappresentano i produttori primari, Macroinvertebrati e Pesci sono due livelli diversi di consumatori. Per ogni componente biologica è richiesto: - monitoraggio della composizione tassonomica - rapporto tra taxa sensibili e tolleranti - valutazione della diversità all interno della popolazione reperita - analisi della comunità in termini di abbondanze relative per evidenziare eventuali squilibri tra taxa I parametri chimico-fisici, indicati come a supporto degli elementi biologici, misurano le condizione dei Nutrienti, l Ossigenazione, la Salinità, lo Stato di Acidificazione e la Temperatura e quindi concorrono di fatto a descrivere e completare il monitoraggio biologico permettendo una migliore interpretazione dei risultati ottenuti dallo studio delle comunità reperite. Simili considerazioni devono essere fatte anche per gli elementi Idromorfologici, indicati come a supporto degli elementi biologici, ma che in verità sono in grado di descrivere la situazione ecologica nel suo complesso osservando le relazioni tra il sistema di acqua corrente e l intero bacino idrografico circostante. Sono osservati elementi che gli indici biologici non prendono in considerazione, ma dai quali sono fortemente influenzati come l uso del territorio, le pressioni puntiformi e diffuse, le strutture delle rive, l ampiezza delle fasce riparie e la loro composizione vegetale. A livello nazionale la Direttiva è stata recepita parzialmente attraverso l emanazione di decreti del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTMM): - DL.vo n. 152/2006 Norme in materia ambientale (Italia,2006), - Decreto Ministeriale n 131/2008 Criteri per la caratterizzazione dei corpi idrici ( tipizzazione, individuazione dei corpi idrici,analisi delle pressioni) (Italia,2008),

5 Pagina 2 di 35 - Decreto Ministeriale n 56/2009 Criteri per il monitoraggio dei corpi idrici e l identificazione delle condizioni di riferimento (Italia, 2009), - Decreto CLASSIFICAZIONE All. 1 e All. 2 Parte III DL.vo 152/06 (Bozza)in via di emanazione La Direttiva, pur avendo indicato e affidato un ruolo di primaria importanza agli indicatori biologici, non specifica le metodologie di analisi e demanda ai singoli Stati Membri la loro definizione. Questo ha reso necessario nella maggior parte dei casi, Italia compresa, studi di approfondimento per la stesura ex novo di metodiche o modifiche di metodi già in uso allo scopo di aggiornarli alle richieste della Direttiva. In Italia si sono costituiti gruppi di lavoro coordinati da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione dell Ambiente) che hanno prodotto protocolli per i metodi di campionamento per tutti gli elementi di qualità biologica L applicazione di questi protocolli si è rivelata, su tutto il territorio italiano, molto difficile. Le problematiche di applicazione sono dovute a due ragioni principali, la prima è la scarsa conoscenza, tra gli operatori, della sistematica legata agli elementi biologici la seconda è rappresentata dalla poca chiarezza e dalle contraddizioni che accompagnano le metodiche stesse. 2. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ SVOLTE 2.1 Individuazione dei Corsi d acqua e delle stazioni di prelievo da sottoporre allo studio Per quanto riguarda l indice che utilizza i macroinvertebrati bentonici i problemi di applicazione sono collegabili alla seconda tipologia di problematiche cioè la scarsa chiarezza delle procedure di monitoraggio Gli obiettivi che il Progetto fissava erano : valutare la applicabilità delle metodiche di campionamento ed analisi di macroinvertebrati bentonici; ottimizzare le diverse attività di campo e individuare le fasi critiche fonti di potenziali errori; valutare le risorse necessarie, in materiali strumentazione tempo e personale, per l applicazione del nuovo monitoraggio; gettare le basi per una pianificazione della intera attività di monitoraggio; La pubblicazione del Decreto Ministeriale n 131/2008 Criteri per la caratterizzazione dei corpi idrici ( tipizzazione, individuazione dei corpi idrici,analisi delle pressioni) ha permesso la individuazione delle Tipologie fluviali su tutto il reticolo idrologico della nostra regione.

6 Pagina 3 di 35 L attività di monitoraggio dei fiumi con l utilizzo dei macroinvertebrati bentonici è una attività che conta, nella nostra regione, anni di esperienza con l applicazione a partire dagli anni 80 dell IBE che ha prodotto, con la pubblicazione di numerosi Rapporti ambientali, un vasto numero di mappe di qualità biologica. Le conoscenze ambientali trasferite sul nuovo Reticolo Idrografico ha permesso di effettuare una scelta mirata nella individuazione dei siti di campionamento che ha prodotto una Rete regionale di Monitoraggio Sperimentale comprendente 11 Bacini con 22 Corpi Idrici e 28 Stazioni di Monitoraggio. BACINO ASTA FLUVIALE STAZIONE PROVINCIA Tipo TREBBIA F. TREBBIA Ponte Valsigiara Piacenza 10/2N TREBBIA F. TREBBIA Piancasale a valle Bobbio Piacenza 10/3N TREBBIA F. TREBBIA Pieve Dugliara Piacenza 6/4F NURE T. NURE Valle Biana Piacenza 6/3F TARO T. CENO Serravalle Parma 10/3N TARO F. TARO Oppiano di Gaiano Parma 6/4F PARMA T. BAGANZA Berceto Parma 10/1N ENZA T. ENZA Vetto d'enza Reggio E. 10/3N ENZA T. ENZA S. Ilario d Enza Reggio E. 6/4D F. SECCHIA T. SECCHIELLO Villaminozzo Reggio E. 10/2N F. SECCHIA T. MOCOGNO A valle Rossenna Modena 10/2N PANARO T.SCOLTENNA Ponte Luccio Modena 10/2N PANARO T. DARDAGNA Uscita parco Corno Scale Bologna 10/2N PANARO F. PANARO valle Ponte Chiozzo Modena 10/3N RENO T.LIMENTRA A monte Suviana Bologna 10/2N RENO T.LIMENTRA Chiusura bacino Bologna 10/2N RENO F. RENO Casalecchio Bologna 6/4D RENO T. SAMOGGIA A monte Savigno Bologna 10/ IN8 RENO T. SANTERNO Moraduccio Bologna 10/3N RENO T. SENIO Ponte Peccatrice Ravenna 10/2N RENO T. SINTRIA Fornazzano Ravenna 10/1N LAMONE F. LAMONE Castellina Ravenna 10/3N LAMONE F. LAMONE P.te Mulino Rosso Ravenna 6/3F FIUMI UNITI T.RABBI Castel dell'alpe Forlì 10/1N FIUMI UNITI T. BIDENTE Mulino tre Fonti Forlì 10/2N FIUMI UNITI F.RONCO meandri f Ronco a Selbagnone Forlì 6/3F CONCA T. CONCA P.te strada per Marazzano Rimini 12 IN8 D CONCA T. CONCA Conca 3 Rimini 12 IN8 D Le attività di prelievo hanno impegnato tutto il 2009, sono iniziate a maggio terminate a dicembre. Il monitoraggio è iniziato con notevole ritardo rispetto a quanto pianificato inizialmente a causa dell andamento meteorologico.

7 Pagina 4 di 35 Abbondanti precipitazioni hanno caratterizzato la fine dell inverno e buona parte della primavera determinando situazioni idrologiche di piena a cui ha fatto seguito un periodo di siccità che ha determinato situazioni idrologiche di magra in corsi d acque perenni e di secca in corsi d acqua temporanei. Per ottenere un risultato significativo il monitoraggio degli elementi biologici deve essere eseguito in situazioni idrologiche stabili in quanto occorre essere certi che i taxa catturati costituiscano l effettiva comunità rappresentativa dell ambiente indagato. Per ogni Stazione di campionamento è stato effettuato : verifica della rappresentatività della Stazione Il sito di campionamento (stazione) deve essere rappresentativo della composizione in habitat del tratto fluviale a cui appartiene. E importante eseguire un sopralluogo su un tratto di almeno 500 metri allo scopo di verificare le principali caratteristiche idromorfologiche, tipo di substrato tipo di flusso, a verifica della rappresentatività della stazione di prelievo. La vegetazione riparia deve essere rappresentativa del tratto fluviale. Nelle immediate vicinanze non devono essere presenti strutture di origine antropica, in presenza di immissione di acque reflue il punto di campionamento va individuato in una zona dove il rimescolamento delle acque sia completo. In presenza di più alvei bagnati fissare il sito di campionamento all interno del ramo in cui l acqua è sempre presente. sopralluogo per l accertamento della accessibilità in sicurezza Sono stati individuati accessi che non presentavano rive molto ripide, evitando di scendere in fiume attraverso terreni scivolosi che potevano compromettere risalita sulle sponde. Si è evitato di individuare tratti con attraversamenti in acque profonde ad elevata velocità di corrente o tratti ad elevata deposizione di limo o argilla. Si è prestato attenzione ai siti soggetti a fluttuazioni di portate improvvise determinate da rilasci, in questi casi si è annotato l obbligo di prendere contatti diretti con enti gestori per accertarsi dell assenza di manovre nella giornata di prelievo. predisposizione di nuove Schede Monografiche

8 Pagina 5 di 35 Sono state redatte Schede informative della stazione contenenti tutte le informazioni descrittive del sito e della sua precisa collocazione (UTM), delle modalità di accesso e con indicazioni sulle difficoltà di approccio al campionamento. Nelle schede sono riportate informazioni sulla tipologia di appartenenza, sulla altitudine, distanza dalla sorgente, bacino sotteso e altre attività di monitoraggio eseguite sullo stesso sito. 2.2 Attività di prelievo e di analisi I prelievi eseguiti presso le stazioni di monitoraggio, hanno previsto attività volte a: A) valutare la applicabilità delle nuove procedure di campionamento ed analisi di macroinvertebrati bentonici Una delle maggiori perplessità che gli operatori del settore hanno mosso al nuovo metodo di campionamento, multihabitat/quantitativo, ( IRSA-CNR n 1 marzo 2007 e APAT 2008 ) riguardava il timore che la procedura dimostrasse scarsa attendibilità nel monitorare tutte le nicchie ecologiche rappresentate nel sito e presentasse di conseguenza una bassa capacità di cattura dal punto di vista quantitativo. I dubbi in merito sono stati risolti, quasi totalmente, eseguendo campioni in parallelo con l IBE, metodo a fino ad ora utilizzato per la classificazione della qualità ambientale, applicato sia come da metodica che con il conteggio di tutti gli individui catturati. Le liste faunistiche ottenute dai due diversi metodi di campionamento si sono rivelate sovrapponibili sia in numero di taxa catturati che in numero di individui contati con degli scostamenti da ritenersi non significativi, numericamente sempre all interno dello stesso ordine di grandezza.

9 Pagina 6 di 35 STAR _ICMi IBE QUANT.vo STAR _ICMi IBE QUANT.vo Limentra P.te Verzuno POOL Numero di individui Limentra Bargi POOL Numero di individui Plecotteri Leuctra Plecotteri Leuctra Efemerotteri Baetis Perla 1 1 Caenis 0 1 Efemerotteri Baetis Ecdyonurus Ecdyonurus Ephemerella Ephemerella Habroleptoides Rhitrogena 0 20 Tricotteri Hydropsychidae 6 5 Habrophlebia Rhyacophilidae 9 10 Ephemera 3 1 Limnephilidae 3 4 Heptagenia 6 0 Policentropodidae 8 7 Tricotteri Hydropsychidae 7 10 Philopotamidae 3 3 Rhyacophilidae 0 1 Coleotteri Elmidae Beraidae 8 4 Helodidae 2 0 Limnephilidae Driopidae 1 1 Sericostomatidae 13 8 Ditteri Tabanidae 2 3 Policentropodidae 1 5 Chironomidae Philopotamidae 3 5 Ceratopogonidae 8 32 Coleotteri Elmidae Athericidae 0 2 Gyrinidae 1 0 Limonidae Ditteri Tabanidae 3 1 Oligocheti Lumbricidae 2 2 Simulidae 2 0 Tubificidae Ceratopogonidae 5 4 Naididae 3 2 Athericidae 2 0 Oligocheti Lumbricidae 0 1 Tubificidae 50 9 LISTA FAUNISTICA LISTA FAUNISTICA N INDIVIDUI CATTURATI N INDIVIDUI CATTURATI

10 Pagina 7 di 35 STAR _ICMi IBE QUANT.vo STAR _ICMi IBE QUANT.vo Silla Pianaccio POOL Numero di individui Dardagna Farnè Numero di individui Plecotteri Leuctra Plecotteri Leuctra Dinocras 20 6 Dinocras 6 12 Protonemura Perla 1 1 Efemerotteri Baetis Protonemura Ecdyonurus Efemerotteri Baetis Ephemerella Ecdyonurus Habroleptoides Ephemerella Tricotteri Hydropsychidae 17 9 Rhitrogena 3 5 Rhyacophilidae 8 4 Habroleptoides Limnephilidae 1 5 Ephemera 3 1 Philopotamidae 9 10 Tricotteri Hydropsychidae Coleotteri Elmidae Rhyacophilidae 4 8 Helodidae 6 6 Beraidae 13 7 Driopidae 1 0 Limnephilidae 18 8 Hydraenidae 17 6 Policentropodidae 1 0 Ditteri Tabanidae 1 1 Philopotamidae 9 24 Simulidae 12 7 Coleotteri Elmidae Chironomidae Ditiscidae 1 1 Ceratopogonidae 1 4 Hydraenidae 5 5 Athericidae Ditteri Tabanidae 2 3 Limonidae 10 4 Chironomidae Dixidae 2 0 Ceratopogonidae 3 6 Oligocheti Lumbriculidae 2 0 Athericidae Tubificidae 4 1 Limonidae Naididae 2 0 Stratyomidae 0 1 Altri Gordiidae 2 0 Oligocheti Lumbriculidae 1 0 Lumbricidae 3 7 LISTA FAUNISTICA LISTA FAUNISTICA N INDIVIDUI CATTURATI N INDIVIDUI CATTURATI

11 Pagina 8 di 35 B) ottimizzare le diverse attività di campo allo scopo di individuarne le fasi critiche fonti di potenziali errori. La metodica ( Vedi Metodica in Appendice 1)si applica ai FIUMI GUADABILI: tratti fluviali dove è possibile, in sicurezza, accedere a porzioni di alveo sufficientemente estese e tali da consentire di raggiungere tutti i principali microhabitat rappresentativi del sito per il campionamento. Tale caratteristica deve essere costante per la maggior parte dell anno. Obiettivo del prelievo è la raccolta di macroinvertebrati in maniera proporzionale alla presenza degli habitat, minerali e biotici, individuati e quantificati prima del campionamento. La quantificazione dei microhabitat più rappresentativi del tratto fluviale, selezionati in relazione alla loro presenza percentuale, è registrata nella scheda di campo stabilendo così il numero delle repliche da eseguire. I campionamenti sono stati effettuati su superfici di 1 m 2 o di 0,5 m 2 eseguendo 10 Unità di Campionamento (repliche) ciascuna di area rispettivamente pari a 0,1 m 2 o 0,05 m 2. Per la scelta delle superfici di campionamento ( 1 o 0,5 m 2 ) ci si è attenuti alla tabella di IRSA-CNR Idroecoregione (HER) Superficie Campionamento (m 2 ) Riffle/Pool/ *Generico 6 - Pianura Padana 0,5 G 10 - Appennino Settentrionale 1 Pool/G 12 - Costa Adriatica 0,5 Pool/G *Generico indica che il campionamento prescinde dal riconoscimento della sequenza Riffle/Pool e che le repliche di Campionamento vengono distribuite in maniera proporzionale in un GENERICO tratto Rappresentativo La sequenza Riffle/Pool si riconosce in fiume per essere costituita da due aree contigue che presentano caratteristiche di turbolenza, profondità, granulometria del substrato e carattere deposizionale/erosionale comparativamente diverso. I campionamenti sono stati eseguiti in Pool e Riffle tenendoli separati e all interno dei due mesohabitat sono state registrate separatamente le catture risultanti dalle repliche (10+10) dei singoli microabithat. Sulle stazioni appartenente alle Idroecoregioni Appennino Settentrionale (HER 10) e Costa Adriatica (HER 12) si è proceduto all individuazione dei mesohabitat Pool e

12 Pagina 9 di 35 Riffle e, dove questi erano ben riconoscibili, si sono eseguite repliche ottenendo in questo modo 2 liste faunistiche separate. Sulle stazioni della Idroecoregione Pianura Padana (HER 6), si è campionato in mesoabithat Generico 10 repliche ottenendo una sola lista faunistica. I livelli di determinazione che sono stati adottati sono di Famiglia e Genere. Questo livello di identificazione secondo le indicazioni normative (*) permetterà di classificare in monitoraggio Operativo per il quale è richiesto il livello di famiglia, ma solo in parte in monitoraggio di Sorveglianza dove per alcuni Efemerotteri sarà richiesto il livello di Unità Operazionale. E il livello utile per la definizione delle Unità Sistematiche dell Indice Biotico Esteso (I.B.E.). Questo ci ha permesso calcolare il valore IBE presso ogni stazione campionata. I risultati ottenuti sono sempre riportati nelle Schede di Campionamento. (*) IRSA CNR Notiziario dei metodi analitici, Marzo 2007 All. 1 e All. 2 Parte III DL.vo 152/06 (Bozza) GRUPPI FAUNISTICI Plecoteri Tricotteri Efemerotteri Coleotteti Odonati Ditteri Eterotteri Crostacei Gasteropodi Bivalvi Tricladi Irudinei Oligocheti LIVELLI di DETERMINAZIONE TASSONOMICA Genere Famiglia Genere Famiglia Genere Famiglia Famiglia Famiglia Famiglia Famiglia Genere Genere Famiglia Altri taxa da considerare Sialidae (Megalotteri) Osmylidae (Planipenni) Prostoma (Nemertini) Gordiidae (Nematomorfi) L ampiezza dei tratti su cui effettuare il campionamento, secondo le indicazioni dei metodi (Ispra e Irsa-CNR), pur dipendendo principalmente dalla larghezza dell alveo bagnato e dalla variabilità degli habitat, non dovrebbe essere inferiore a 15 metri di lunghezza. Nell ambito del progetto la maggior parte dei corsi d acqua presenta un ampiezza di alveo bagnato per cui è stato sempre possibile individuare con facilità i tratti idonei al campionamento. In alcuni casi, piccoli corsi d acqua di alto Appennino con sequenze di pool/riffle omogeneamente alternate, ma di ampiezza longitudinale di 2-3 metri si è scelto di campionare su due Pool e due Riffle. In presenza di ampi alvei all interno dei quali il fiume divaga formando canali intrecciati il sito di campionamento è stato individuato in quel/i ramo/i in cui l acqua risulta sempre presente.

13 Pagina 10 di 35 Riconoscimento e conta/stima degli individui della comunità macrobenthonica catturata sono attività che sono state tutte eseguite in campo, sono stati portati in laboratorio per indagini microscopiche solo quegli individui con caratteri identificativi di difficile osservazione. Molti possono essere i punti critici all interno del processo di campionamento che potrebbero determinare sostanziali errori di classificazione finale. - Dovendo campionare in modo proporzionale alla presenza dei microhabitat, e dovendo distribuire le 10 repliche tra microhabitat presenti almeno con quote pari al 10% il timore iniziale degli operatori è stato quello di non essere in grado di produrre valutazioni omogenee. Questo problema si è rivelato superabile grazie all esperienza pregressa degli operatori. Dopo alcuni campionamenti si è visto che tali valutazioni si allineavano e che in caso di valutazioni non coincidenti le differenze erano sempre assegnabili nell ambito dei microhabitat maggiormente rappresentati. Nessuno ha scartato microhabitat presenti in percentuali basse. - Un altro passaggio critico è costituito dalla poca chiarezza, nei testi di Ispra, circa la scelta degli strumenti di campionamento da utilizzare (retino Surber e retino Immanicato). Il retino Surber presenta, in alcuni ambienti, una capacità di cattura inferiore a quello Immanicato. E molto difficile eseguire campionamenti corretti con Surber in acque profonde più di 50 centimetri. Inoltre l utilizzo del Surber per campionare substrati a megalithal (> 40cm) e a macrolithal (>20 cm) si è rivelato poco duttile dimostrando scarsa capacità di cattura con risultati non attendibili per difetto. La nostra scelta è stata quella di utilizzare il retino Immanicato nei substrati di grandi dimensioni (mega/macrolithal) e adottare il retino Surber per tutte le altre tipologie di microhabitat. - E stata redatta una Scheda di campo a griglia studiata per facilitare la registrazione dei conteggi degli individui raccolti con l intento di evitare gli errori di omissione e al contempo modulata in maniera tale da permettere la sua compilazione anche ad operatori meno esperti.

14 Pagina 11 di 35 SCHEDA di CAMPO Ordine PLEC O T T E R I Famiglia / Genere Amphinemura Brachyptera Capnia Chloroperla Dinocras Dyctiogenus Isoperla Leuctra 1 20 MACROLITHAL Nemoura Nemurella U.S. U.S. Perla in in ORDINE Perlodes ALFABETICO Protonemura Siphonoperla Taeniopteryx VASCHETTE SUB-CAMPIONI 23? MESOLITHAL ? 20 MICROHABITAT SEPARATI 12 OMISSIONE Di Di CONTA CONTA 10 - L attività di riconoscimento e conta degli individui catturati rappresenta una delle fasi più importanti dell intero processo e richiede la presenza di operatori con un elevato livello di conoscenza nel riconoscimento del macrobenthos. Il materiale raccolto è stato riconosciuto e contato in campo utilizzando per l osservazione delle vaschette bianche del tipo sviluppo fotografico delle dimensioni 30x20 cm all interno delle quali è stato analizzato parte del materiale campionato fino all esaurimento del campione stesso. La quantità di materiale osservato all interno di queste vaschette è sempre una quantità standard tale da non superare in altezza le costolature presenti sul fondo dei contenitori. In questo modo gli individui particolarmente mobili vengono segregati all interno delle aree orizzontali facilitandone la conta. - L utilizzo di buone lenti di ingrandimento si è rivelato indispensabile per osservare particolari utili alla classificazione in campo di alcuni taxa. Sono stati raccolti e portati in laboratorio quegli esemplari assegnabili a taxa per la cui classificazione è necessario osservare parti non identificabili ad occhio nudo e che necessitano quindi di una accurata osservazione al microscopio (osservazione dei segmenti dei palpi mascellari ecc.). L osservazione microscopica in laboratorio si è rivelata utile per la conferma di alcuni generi di Plecotteri ed Efemerotteri, ma anche per confermare alcune famiglie di Tricotteri e Odonati. Rivestirà ancora più importanza con la raccolta di molti più individui da confermare in laboratorio quando, per i campionamenti in Sorveglianza e Referens, occorrerà individuare le Unità operazionali.( All. 1 e All. 2 Parte III DL.vo 152/06 Bozza) Tutti i campionamenti sull intero territorio regionale sono stati eseguiti dallo stesso gruppo di operatori che hanno affiancato i colleghi delle diverse sezioni provinciali. In questo modo si sono raggiunti due fondamentali obiettivi :

15 Pagina 12 di 35 tutti i campionamenti sono stati eseguiti adottando le stesse soluzioni a fronte di criticità per cui i risultati ottenuti sono comparabili tra loro tutti gli operatori della regione sono stati formati, in campo e sulle proprie realtà territoriali, nell adottare le medesime soluzione procedurali. Le schede compilate con le Liste faunistiche e i giudizi di qualità IBE sono inserite nell allegato tecnico. 2.3 Altre attività di monitoraggio - DIATOMEE Presso ogni stazione di monitoraggio sono stati eseguiti prelievi di Diatomee bentoniche. Il Decreto Ministeriale n 56/2009 Criteri per il monitoraggio dei corpi idrici e l identificazione delle condizioni di riferimento indica di eseguire questo prelievo in concomitanza con quello del macrobenthos. Il prelievo è abbastanza semplice, ma occorre individuare, all interno del sito di campionamento, la tipologia di substrato idoneo al prelievo. I substrati possono essere di varia natura : substrati duri naturali mobili substrati artificiali vegetazione acquatica, macrofite emergenti o macrofite/macroalghe sommerse substrati artificiali da posizionare I campioni raccolti sono stati sempre prelevati su substrati duri naturali mobili (ciottoli). La scelta del microhabitat viene effettuata tenendo conto della : velocità della corrente dell ombreggiatura della profondità dell acqua. L area su cui si effettua il prelievo, con l ausilio di uno spazzolino, non deve essere inferiore a 100 cm 2 Ai fini di una caratterizzazione di maggior dettaglio della stazione, sono stati rilevati ed annotati sulla scheda di rilevamento e registrazione dei dati i valori relativi ad alcuni parametri come : descrizione del substrato campionato parametri idro-morfologici granulometria, corrente e torpidità parametri fisico-chimici T, Conducibilità, ph, Ossigeno disciolto e Nutrienti questi ultimi sono indispensabili per la valutazione dell Indice Diatomico.

16 Pagina 13 di 35 Il materiale prelevato è stato conferito al laboratorio dove, dopo ore di sedimentazione viene trattato per bloccare la moltiplicazione delle diatomee. E stato quindi sottoposto a digestione di tutta la sostanza organica, e a ripetuti lavaggi e centrifugazioni allo scopo di ottenere un campione stabile di frustali di diatomee. Questa attività di preparativa richiede un impegno di lavoro di tre-quattro ore, è possibile trattare più campioni contemporaneamente. L attività analitica è svolta al microscopio ottico e prevede il riconoscimento da parte di un operatore esperto delle specie diatomiche. Devono essere contati 400 frustuli diatomici per ogni campione e la classificazione è a livello di specie. Vengono restituite liste faunistiche. Per quanto riguarda lo stato dell arte circa questo indicatore, sono stati prelevati e preparate almeno un campione, in molti casi due, per ogni sito campionato. I campioni hanno subito tutti l attività di preparazione e sono stati fissati. Si prevede un ulteriore periodo di studio e formazione degli operatori per giungere alla determinazione di tutte le specie presenti presso le nostre stazioni di monitoraggio e la stesura delle liste diatomiche. - PARAMETRI CHIMICO/FISICI a SUPPORTO Presso ogni stazione di monitoraggio sono state effettuate misure ed eseguiti prelievi di acqua per analisi chimiche. Secondo il Protocollo APAT per il campionamento dei parametri fisico-chimici a sostegno degli elementi biologici nei corsi d acqua superficiali i parametri sono: - Condizioni termiche (temperatura dell acqua, temperatura dell aria). - Condizioni di ossigenazione (ossigeno disciolto, BOD, COD). - Salinità (conducibilità, Ca 2 +, solidi sospesi). - Stato di acidificazione (ph). - Alcalinità - Condizioni dei nutrienti (azoto nitrico, azoto nitroso, azoto ammoniacale, azoto totale, fosfato inorganico, fosforo totale) Tali parametri sono stati rilevati su tutti i campioni di acqua prelevata presso tutte le stazioni. Alcuni di questi, come il ph, la conducibilità, la temperatura dell acqua e dell aria e l ossigeno disciolto, sono stati effettuati in campo con l ausilio di una sonda multiparametrica e altri in laboratorio.

17 Pagina 14 di 35 - INDICE di FUNZIONALITA FLUVIALE (IFF) La scelta di applicare in questa Rete Sperimentale l IFF (Vedi Metodica in Appendice 2)è stata dettata dalla assenza di altre metodologie ufficiali Apat, ma soprattutto in quanto l indice è inserito nell elenco delle best practices, ovvero l elenco europeo degli indici nazionali ritenuti più utili per definire la qualità e, in questo caso, la funzionalità di un ecosistema fluviale secondo quanto suggerito dalla Direttiva 2000/60/CE. L Indice di Funzionalità Fluviale si può applicare a qualunque ambiente d acqua corrente, sia di montagna che di pianura, ma non trova applicazione negli ambienti di transizione e di foce e nelle acque ferme. E un metodo finalizzato al rilievo dello stato complessivo dell ambiente fluviale e alla valutazione della sua funzionalità che non necessariamente si sovrappone a naturalità, intesa come risultato della sinergia e dell integrazione di un importante serie di fattori presenti nell ecosistema acquatico e in quello terrestre ad esso collegato. Fornisce un giudizio sintetico che tiene conto di un ampio ventaglio di elementi ecosistemici, biotici ed abiotici, ed indaga l insieme dei processi coinvolti nelle dinamiche fluviali, sia fisiche che biologiche. Le informazioni che si ricavano sono relative al territorio circostante e alle condizioni vegetazionali delle zone perifluviali, alla struttura e morfologia delle zone perifluviali e dell alveo. Permettono inoltre valutazioni sull idoneità ad ospitare la fauna ittica e ad individuare la diversificazione idromorfologica. Solo a luglio 2009 ISPRA ha reso disponibile, in bozza, un documento Proposta metodologica per l analisi e la valutazione degli aspetti idromorfologici che comprende sia una guida per la valutazione del Regime Ideologico che per le Condizioni Morfologiche. Questo ultimo documento prevede una raccolta di osservazioni in campo articolate in tre segmenti : 1) Funzionalità geomorfologica 2) Artificialità 3) Variazioni morfologiche con valutazioni diverse a seconda delle Tipologie dei corsi d acqua. Gli IFF rispondono completamente al primo segmento, Funzionalità geomorfologica, per cui le informazioni raccolte fino ad ora dovranno essere in seguito incrementate con le osservazioni da raccogliere per soddisfare i restanti due segmenti. L IFF è una metodologia che non richiede una strumentazione sofisticata, ma un requisito fondamentale è la competenza degli operatori, che devono essere in

18 Pagina 15 di 35 possesso di un adeguata conoscenza dell ecologia fluviale e delle dinamiche funzionali di un ecosistema fluviale ed essere in grado di effettuare una lettura critica dell ambiente, distaccandosi da una visione puntuale e di dettaglio. Come prima azione si è proceduto allo studio preliminare dell ambiente oggetto dell indagine, attraverso l utilizzo della cartografia necessaria che ha portato alla individuazione dei tratti più rappresentativi dei corsi d acqua in esame. L indice è stato applicato in ognuna delle stazioni di campionamento e la rilevazione è stata effettuata in contemporanea alle indagini biologiche. Le schede compilate con le valutazioni e i giudizi di qualità sono inserite nell allegato tecnico. CORSO D'ACQUA: TORRENTE LOCALITA : DATA :. CODICE : SEZIONE PROVINCIALE BOLOGNA BACINO FIUME RENO SCHEDA I.F.F. QUOTA :. TRATTO :. metri ALVEO MORBIDA : Metri COORDINATE: SCHEDA N : FOTO N : sponda Dx Sx 1. Stato del territorio circostante a) Assenza di antropizzazione b) Compresenza di aree naturali e usi antropici del territorio c) Colture stagionali e/o permanenti, urbanizzazione rada 5 5 d) Aree urbanizzate Vegetazione presente nella fascia perifluviale primaria a) Compresenza di formazioni riparie complementari funzionali b) Presenza di una sola o di una serie semplificata di formazioni riparie c) Assenza di formazioni riparie ma presenza di formazioni comunque funzionali d) Assenza di formazioni a funzionalità significativa 1 1 2bis Vegetazione presente nella fascia perifluviale secondaria a) Compresenza di formazioni riparie complementari funzionali b) Presenza di una sola o di una serie semplificata di formazioni riparie c) Assenza di formazioni riparie ma presenza di formazioni comunque funzionali 5 5 d) Assenza di formazioni a funzionalità significativa Ampiezza delle formazioni funzionali presenti in fascia perifluviale a) Ampiezza cumulativa delle formazioni funzionali maggiore di 30 m b) Ampiezza cumulativa delle formazioni funzionali compresa tra 30 e 10 m c) Ampiezza cumulativa delle formazioni funzionali compresa tra 10 e 2 m 5 5 d) Assenza di formazioni funzionali Continuita' delle formazioni funzionali presenti in fascia perifluviale a) Sviluppo delle formazioni funzionali senza interruzioni b) Sviluppo delle formazioni funzionali con interruzioni c) Sviluppo delle formazioni funzionali con interruzioni frequenti o solo erbacea continua consolidata o 5 5 solo arbusteti a dominanza di esotiche infestanti d) Suolo nudo, popolamenti radi 1 1

19 Pagina 16 di Condizioni idriche a) Regime perenne con portate indisturbate e larghezza dell alveo bagnato > 1/3 dell alveo di morbida 20 b) Fluttuazioni di portata indotte di lungo periodo con ampiezza dell alveo bagnato < 1/3 dell alveo di 10 morbida o variazioni del solo tirante idraulico c) Disturbi di portata frequenti o secche naturali stagionali non prolungate o portate costanti indotte 5 d) Disturbi di portata intensi, molto frequenti o improvvisi o secche prolungate indotte per azione 1 antropica 6. Efficienza di esondazione a) Tratto non arginato, alveo di piena ordinaria superiore al triplo dell alveo di morbida 25 b) Alveo di piena ordinaria largo tra 2 e 3 volte l alveo di morbida (o, se arginato, superiore al triplo) 15 c) Alveo di piena ordinaria largo tra 1 e 2 volte l alveo di morbida (o, se arginato, largo 2-3 volte) 5 d) Tratti di valli a V con forte acclività dei versanti e tratti arginati con alveo di piena ordinaria < di 2 1 volte l alveo di morbida 7. Substrato dell alveo e strutture di ritenzione degli apporti trofici a) Alveo con massi e/o vecchi tronchi stabilmente incassati ( o presenza di fasce di canneti o idrofite ) 25 b) Massi e/o rami presenti con deposito di materia organica ( o canneto o idrofite rade e poco estese ) 15 c) Strutture di ritenzione libere e mobili con le piene ( o assenza di canneto e idrofite ) 5 d) Alveo di sedimenti sabbiosi o sagomature artificiali lisce a corrente uniforme 1 8. Erosione a) Poco evidente e non rilevante o solamente nelle curve b) Presente sui rettilinei e/o modesta incisione verticale c) Frequente con scavo delle rive e delle radici e/o evidente incisione verticale 5 5 d) Molto evidente con rive scavate e franate o presenza di interventi artificiali Sezione trasversale a) Alveo integro con alta diversità morfologica 20 b) Presenza di lievi interventi artificiali ma con discreta diversità morfologica 15 c) Presenza di interventi artificiali o con scarsa diversità morfologica 5 d) Artificiale o diversità morfologica quasi nulla Idoneità ittica a) Elevata 25 b) Buona o discreta 20 c) Poco sufficiente 5 d) Assente o scarsa Idromorfologia a) Elementi idromorfologici ben distinti con successione regolare 20 b) Elementi idromorfologici ben distinti con successione irregolare 15 c) Elementi idromorfologici indistinti con preponderanza di un solo tipo 5 d) Elementi idromorfologici non distinguibili Componente vegetale in alveo bagnato a) Perifiton sottile e scarsa copertura di macrofite tolleranti 15 b) Film perifitico tridimensionale apprezzabile e scarsa copertura di macrofite tolleranti 10 c) perifiton discreto o ( se con significativa copertura di macrofite tolleranti ) da assente a discreto 5 d) Periphyton spesso e/o elevata copertura di macrofite tolleranti Detrito a) Frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi 15 b) Frammenti vegetali fibrosi e polposi 10 c) Frammenti polposi 5 d) Detrito anaerobico Comunità macrobentonica a) Ben strutturata e diversificata, adeguata alla tipologia fluviale 20 b) Sufficientemente diversificata ma con struttura alterata rispetto all atteso 10

20 Pagina 17 di 35 c) Poco equilibrata e diversificata con prevalenza di taxa tolleranti all'inquinamento 5 d) Assenza di una comunità strutturata, presenza di pochi taxa, tutti piuttosto tolleranti 1 l inquinamento PUNTEGGIO TOTALE LIVELLO DI FUNZIONALITA' 3- CONSIDERAZIONI DI FATTIBILITÀ: tempi e risorse Le difficoltà nella interpretazione delle attività di prelievo sono state affrontate e risolte ricorrendo alle esperienze e conoscenze sull ecologia degli ambiente fluviale e sulla biologia delle comunità bentoniche accumulata negli anni dal personale di Arpa. Si ritiene che le attività eseguite in parallelo per testare le scelte procedurali siano state utili e ben mirate permettendoci di fugare molti dubbi e nel contempo hanno messo in luce altre problematiche che altrimenti sarebbero state ignorate. L applicazione della nuova procedura di prelievo per il macrobenthos deve essere assolutamente standardizzata circa gli strumenti di prelievo e lo smistamento del campione, la separazione in campo, che prevede lunghi tempi di attività, deve essere eseguita disponendo di supporti di appoggio, tavolino e sedie, comodi e di facile trasporto. Diventa assolutamente indispensabile l adozione di una copertura mobile per ripararsi dal sole o dalla pioggia. Il campionamento in acqua deve essere eseguito in sicurezza. Occorrerà studiare tutte le misure idonee da adottare al riguardo, tenendo conto comunque della necessità di doversi muovere agevolmente in acqua e che, quindi, i dispositivi di sicurezza da adottare non dovranno impedire i movimenti per non rivelarsi più negativi che di supporto. - Risorse umane e Tempi per le attività esterne La squadra che opera deve essere composta come minimo da tre persone. Risulta indispensabile che almeno due operatori siano degli esperti in macrobentos. Il terzo operatore, che può non essere esperto in macrobentos : - è formato per le attività di prelievo in acqua con i retini surber e immanicato ( i prelevatori devono essere due) - è indispensabile per velocizzare la compilazione delle schede a griglia per la registrazione dei conteggi eseguiti dai due esperti. - è formato per eseguire i prelievi dei campioni di acqua e per determinare i parametri che possono essere eseguiti con sonde da campo.

21 Pagina 18 di 35 - è formato per eseguire i prelievi di diatomee, queste due operazioni (Diatomee e Prelievo chimico) sono eseguite dall operatore in tempi che parzialmente si sovrappongono all attività di separazione del macrobenthos. Considerando di operare con una squadra come sopra descritta si procede nelle attività secondo lo schema sotto riportato. Operatore 1 esperto Operatore 2 esperto Operatore 3 Tempi di spostamento Valutazioni dei microhabitat X X X Prelievo X X Predisposizione del campo lavoro e Compilazione Scheda di C. X INIZIO Separazione/lettura X Separazione/lettura/compilazione X X X Prelievo acqua per analisi chimiche supporto X Prelievo diatomee X Raccolta materiale per laboratorio e valutazione complessiva X Chiusura attrezzature X X X I tempi per svolgere le attività descritte presso una stazione di prelievo sulla quale si esegue un prelievo di 10 REPLICHE richiede dalle 2 alle 3 ore a seconda della ricchezza dell ambiente in esame e del tipo di monitoraggio da applicare in riferimento alle IdroEcoRegioni. HER repliche POOL 1 m 2 X 10 repliche RIFFLE 1 m 2 X 10 repliche GENERICO 1 m 2 X 10 repliche POOL 0,5 m 2 X 10 repliche RIFFLE 0,5 m 2 X 10 repliche GENERICO 0,5 m 2 X X

22 Pagina 19 di CONCLUSIONI Le conclusioni/considerazioni che si possono tirare al termine di questo anno di monitoraggio sperimentale sono diverse. A) L IFF è una metodica consolidata negli anni descritta in un manuale (Anpa 2000) che, date le numerose applicazioni che il metodo ha avuto in Italia, è stato già aggiornato (Ispra 2007). La sua applicazione durante il Progetto ha permesso la definizione di un giudizio finale, per ogni stazione monitorata, per Classi di Qualità. B) Il monitoraggio attraverso il macrobenthos ha prodotto risultati positivi per quanto concerne l individuazione e la risoluzione delle problematiche relative all attività di campo collegate alle individuazioni dei meso/microhabitat, alle modalità di campionamento, classificazione del raccolto, tempi di esecuzione. C) I risultati dei campionamenti con macrobenthos hanno prodotto: Informazioni da associare al campionamento biologico così come richiesto al punto A.2:1 dell All. 2 decreto classificazione (Bozza) Liste Faunistiche utili per essere inviate al Ministero sempre ai sensi dell All. 2 decreto classificazione (Bozza) punto A o Queste Liste Faunistiche sono utilizzabili per il monitoraggio di tipo Operativo e non per il monitoraggio di Sorveglianza, come inizialmente progettato. L attività di campionamento, pur essendo stata eseguita in doppio su ogni sito sui due mesohabitat, la determinazioni dei macroinvertebrati non ha previsto il riconoscimento a livello di Unità Operazionali, ma livello di Famiglia e Genere. Ciò è dovuto al fatto che a tutt oggi non è ancora esplicitata la definizione di Unità Operazionali. Parametri fisico-chimici rilevati in coincidenza della raccolta dei campioni biologici. (All. 2 decreto classificazione (Bozza) punto A.2.3.1) Per ogni campionamento di Macroinvertebrati è stato calcolato l Indice Biotico Esteso (IBE) che permette un continuità di valutazione di qualità con i monitoraggi degli anni precedenti.

23 Pagina 20 di APPENDICE 1 MACROBENTHOS Macroinvertebrati acquatici- Metodo di campionamento per i fiumi guadabili (Da Notiziario dei Metodi analitici n 1, Marzo 2007) Il metodo si basa su una procedura di campionamento MULTIHABITAT e QUANTITATIVO. Devono essere campionati gli habitat più rappresentativi del tratto fluviale selezionato in relazione alla loro presenza percentuale. Un campione è costituito da un numero definito di unità di campionamento (10), indicate con il termine repliche, che vengono raccolte in tutti gli habitat presenti secondo la percentuale di presenza. La soglia minima di presenza di un habitat per essere campionato è 10%. Il campionamento è quantitativo si farà quindi riferimento ad un area prefissata, specifica a seconda del tipo fluviale analizzato. Una volta quantificata la presenza degli habitat si deve procedere al campionamento di un numero prestabilito di unità di campionamento. Una unità di campionamento corrisponde al campione raccolto smuovendo il substrato localizzato immediatamente a monte del punto in cui viene posizionata l imboccatura della rete, su una superficie definita (EN 27828). La tecnica di campionamento multihabitat proporzionale è legata alla necessità di campionare in modo standard un tratto fluviale, riducendo il più possibile la variabilità legata al campionamento. La lista faunistica che si ottiene dal campionamento multihabitat proporzionale viene utilizzata per la definizione dello stato ecologico del corso d acqua ai sensi della Direttiva 2000/60/CE. Il campionamento multihabitat proporzionale può non essere del tutto rappresentativo della reale diversità degli habitat presenti. Esso infatti per definizione trascura gli habitat presenti al di sotto di una certa soglia. Se l obiettivo del campionamento è specificatamente legato alla valutazione della ricchezza tassonomica globale del sito si potranno effettuare raccolte integrative di tipo qualitativo o quantitativo. Il campionamento dovrà essere effettuato su una superficie complessiva di 1 m 2 o 0.5 m 2, derivante dalla raccolta di 10 unità di campionamento ciascuna di area pari a 0.1 m 2 o 0.05 m 2. La definizione dell area di campionamento (pool, riffle o generico), nonché della superficie (0.5/1 m 2 ), dovrà avvenire a livello di HER e/o di tipo fluviale trasversalmente alle Regioni/Provincie in modo da garantire uniformità di interpretazione dei dati raccolti. Una volta definiti, il settore fluviale dove operare il campionamento e la superficie resteranno costanti per tutti i campionamenti effettuati in quella IdroEcoregione/Tipo fluviale, per tutti i tipi di monitoraggio. CAMPIONAMENTO La procedura di campionamento richiede un analisi della struttura in habitat del sito. Il primo livello di analisi richiede il riconoscimento della sequenza riffle/pool /generico.

24 Pagina 21 di 35 La sequenza riffle/pool si riconosce nel fiume per essere costituita da due aree contigue che presentano caratteristiche di turbolenza, profondità, granulometria del substrato e carattere deposizionale/erosionale comparativamente diverso. - L area di pool presenta minor turbolenza e substrato a granulometria più fine rispetto all area di riffle e, di norma, prevalente carattere deposizionale, nel complesso può essere considerata un area lentica, senza con questo intendere un area dove la velocità di corrente sia nulla. - L area di riffle si presenta invece come caratterizzata da un prevalente carattere erosionale, da una minor profondità e da una turbolenza più elevata rispetto alla pool, nel complesso si può considerare come un area lotica. La chiave del riconoscimento di tale sequenza è la comparazione fra due aree adiacenti che presentano caratteristiche di flusso differenti. - Dove non è evidente la sequenza Pool/Riffle il campionamento viene eseguito in modo proporzionale in un generico tratto rappresentativo del corso d acqua. La fase successiva è rappresentata da riconoscimento e quantificazione dei microhabitat presenti nel sito individuati secondo le due tipologie MINERALI e BIOTICI. Lista e descrizione dei microhabitat Gli habitat MINERALI vengono classificati in base alle dimensioni del substrato che sono determinate stimando la lunghezza dell asse intermedio. Limo/Argilla < 6 μ Substrati limosi, anche con importante componente organica, e/o substrati argillosi composti da materiale di granulometria molto fine che rende le particelle che lo compongo adesive, compattando il sedimento che arriva talvolta a formare una superficie solida. Sabbia 6 μ -2 mm Sabbia fine e grossolana Ghiaia cm Ghiaia e sabbia grossolana (con predominanza di ghiaia) Microlithal 2-6 cm Pietre piccole Mesolithal 6-20 cm Pietre di medie dimensioni Macrolithal cm Pietre grossolane Megalithal > 40 cm Pietre di grosse dimensioni, massi, substrati rocciosi di cui viene campionata solo la superficie Artificiale Cemento e tutti i substrati immessi artificialmente nel fiume Igropetrico Sottile strato d'acqua su substrato solido generalmente ricoperto di muschi I microhabitat BIOTICI sono catalogati in base al fatto che si tratti di alghe, macrofite emergenti, macrofite sommerse, frammenti vegetali, etc.

25 Pagina 22 di 35 Alghe Principalmente alghe filamentose; anche Diatomee o altre alghe in grado di formare spessi feltri perifitici Macrofite sommerse Macrofite acquatiche sommerse. Sono da includere nella categoria anche muschi, Characeae, etc. Macrofite emergenti Macrofite emergenti radicate in alveo (e.g. Thypha, Carex, Phragmites ) Parti vive di piante terrestri Radici fluitanti di vegetazione riparia (e.g. radici di ontani) Xylal (legno) Materiale legnoso grossolano e.g. rami, legno morto, radici (diametro almeno pari a 10 cm) CPOM (corse particulate organic matter) Deposito di materiale organico particellato grossolano rappresenta detrito vegetale grossolano, principalmente fogliare (foglie, rametti) FPOM (fine particulate organic matter) Deposito di materiale organico particellato fine rappresenta detrito vegetale che ha subito dei processi di trasformazione/decomposizione che ne hanno ridotto le dimensioni. Film batterici Il substrato costituito da film batterici è generalmente poco frequente, con l esclusione dei siti fluviali caratterizzati da forte inquinamento, dove tale substrato può diventare dominante. Funghi e sapropel (e.g. Sphaerotilus, Leptomitus), solfobatteri (e.g. Beggiatoa, In generale, durante il campionamento, i sedimenti fluviali devono essere smossi/rimossi fino ad una profondità adeguata alla cattura dei taxa presenti. La profondità dipenderà dal tipo di substrato, dalla sua forma e dalla sua compattezza. É importante che la superficie di campionamento non venga disturbata prima di procedere al campionamento stesso. In relazione allo scopo del campionamento e al tipo fluviale il campione biologico dovrà essere raccolto nella sola area di riffle, nella sola area di pool, o in entrambe le aree, la stima della composizione in habitat dovrà quindi essere applicata nella sola area di pool o in quella di riffle o nel caso a tutte e due, ma tenendo le valutazioni separate così come le successive campionature. La percentuale di presenza dei singoli habitat deve essere registrata a step del 10%, dal momento che il numero totale di unità di campionamento da raccogliere è 10. Ogni 10% corrisponderà quindi ad una unità di campionamento. Eventuali altri microhabitat che dovessero essere presenti con percentuale inferiore al 10% possono essere registrati come presenti, ma non verrà eseguiti su di essi nessun campionamento. Il substrato minerale e quello biotico devono essere considerati come un unico layer. La somma di tutti gli habitat registrati (minerali e biotici) deve dare 100%.

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