SIMATIC. Configurazione dell hardware e progettazione di collegamenti STEP 7

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1 s SIMATIC Configurazione dell hardware e progettazione di collegamenti STEP 7 Manuale Il presente manuale fa parte del pacchetto di documentazione con il numero di ordinazione: 6ES7810-4CA08-8EW8 Prefazione Indice Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP 7 1 Configurazione delle unità centrali 2 Configurazione della periferia decentrata (DP) 3 Configurazione di dispositivi PROFINET IO 4 Configurazione della comunicazione IRT 5 Configurazione di stazioni PC SIMATIC (SIMATIC PC based) 6 Salvataggio, importazione e esportazione di una configurazione 7 Funzionamento sincrono di diverse CPU (Multicomputing) 8 Modifica dell'impianto in funzionamento mediante CiR 9 Configurazione di sistemi H 10 Collegamento in rete di stazioni 11 Progettazione di collegamenti 12 Progettazione della comunicazione dei dati globali 13 Caricamento 14 Come lavorare in più persone ad un progetto 15 Lavorare con i progetti nel multiprogetto 16 Messa in servizio e manutenzione 17 Edizione 03/2006 A5E Indice analitico

2 Istruzioni tecniche di sicurezza Questo manuale contiene delle norme di sicurezza che devono essere rispettate per salvaguardare l'incolumità personale e per evitare danni materiali. Le indicazioni da rispettare per garantire la sicurezza personale sono evidenziate da un simbolo a forma di triangolo mentre quelle per evitare danni materiali non sono precedute dal triangolo. Gli avvisi di pericolo sono rappresentati come segue e segnalano in ordine descrescente i diversi livelli di rischio.!!! Pericolo questo simbolo indica che la mancata osservanza delle opportune misure di sicurezza la morte o gravi lesioni fisiche. Avvertenza il simbolo indica che la mancata osservanza delle relative misure di sicurezza la morte o gravi lesioni fisiche. Cautela indica che la mancata osservanza delle relative misure di sicurezza può causare lesioni fisiche non gravi. Cautela indica che la mancata osservanza delle relative misure di sicurezza può causare danni materiali. Attenzione indica che, se non vengono rispettate le relative misure di sicurezza, possono subentrare condizioni o conseguenze indesiderate Nel caso in cui ci siano più livelli di rischio l'avviso di pericolo segnala sempre quello più elevato. Se in un avviso di pericolo si richiama l'attenzione con il triangolo sul rischio di lesioni alle persone, può anche essere contemporaneamente segnalato il rischio di possibili danni materiali Personale qualificato L'apparecchio/sistema in questione deve essere installato e messo in servizio solo rispettando le indicazioni contenute in questa documentazione. La messa in servizio e l'esercizio di un apparecchio/sistema devono essere eseguiti solo da personale qualificato. Con riferimento alle indicazioni contenute in questa documentazione in merito alla sicurezza, come personale qualificato si intende quello autorizzato a mettere in servizio, eseguire la relativa messa a terra e contrassegnare le apparecchiature, i sistemi e i circuiti elettrici rispettando gli standard della tecnica di sicurezza. Uso regolamentare delle apparecchiature/dei sistemi:! Si prega di tener presente quanto segue: Avvertenza L'apparecchiatura può essere destinata solo agli impieghi previsti nel catalogo e nella descrizione tecnica e può essere utilizzata solo insieme a apparecchiature e componenti di Siemens o di altri costruttori raccomandati o omologati dalla Siemens. Per garantire un funzionamento ineccepibile e sicuro del prodotto è assolutamente necessario che le modalità di trasporto, di immagazzinamento, di installazione e di montaggio siano corrette, che l'apparecchiatura venga usata con cura e che si provveda ad una manutenzione appropriata. Marchio di prodotto I nomi di prodotto contrassegnati con sono marchi registrati della Siemens AG. Gli altri nomi di prodotto citati in questo manuale possono essere dei marchi il cui utilizzo da parte di terzi per i propri scopi può violare i diritti dei proprietari. Esclusione di responsabilità Abbiamo controllato che il contenuto di questa documentazione corrisponda all'hardware e al software descritti. Non potendo comunque escludere eventuali differenze, non possiamo garantire una concordanza perfetta. Il contenuto di questa documentazione viene tuttavia verificato periodicamente e le eventuali correzioni o modifiche vengono inserite nelle successive edizioni. Siemens AG Automation and Drives Postfach NÜRNBERG GERMANIA A5E /2006 Copyright Siemens AG 2006 Con riserva di eventuali modifiche tecniche

3 Prefazione Obiettivi del manuale Il presente manuale contiene una panoramica completa sulla programmazione con STEP 7. L'utente trova in esso un valido aiuto per l'installazione e la messa in servizio del software. Vengono altresì chiarite le procedure per la creazione dei programmi, e spiegati gli elementi dei programmi utente. Il manuale è destinato agli operatori che partecipano alla realizzazione di compiti di controllo con STEP 7 sulla base dei sistemi di automazione SIMATIC S7. Si consiglia di leggere ed esercitarsi con gli esempi del manuale Getting Started "Primi passi ed esercitazioni con STEP 7, che offrono una facile introduzione alla "Programmazione con STEP 7. Requisiti di base Per la comprensione del manuale è richiesta la conoscenza delle nozioni generali nel campo della tecnica di automazione. È inoltre necessario disporre delle conoscenze operative sui computer o strumenti di lavoro simili ai PC (p. es. dispositivi di programmazione) in ambiente Microsoft Windows 2000 Professional, Windows XP Professional o Microsoft Windows Server Validità del manuale Il presente manuale ha validità per il pacchetto software STEP 7 V5.4. Per informazioni sui Service Pack che usciranno dopo la pubblicazione del presente manuale, consultare il file "Leggimi.wri" la Guida in linea aggiornata di STEP 7 La rubrica "Innovazioni" della Guida in linea offre un facile accesso e un quadro generale delle novità di STEP 7. A5E iii

4 Prefazione Pacchetti di documentazione STEP 7 Il presente manuale è parte integrante del pacchetto di documentazione "Nozioni fondamentali di STEP 7. La tabella seguente riporta un riepilogo della documentazione relativa a STEP 7. Documentazione Scopo Numero di ordinazione Nozioni fondamentali di STEP 7 mediante Primi passi ed esercitazioni con STEP 7 Programmazione con STEP 7 Configurazione dell hardware e progettazione di collegamenti con STEP 7 Manuale di conversione: STEP 7, da S5 a S7 Nozioni di riferimento di STEP 7 con Manuali KOP/FUP/AWL per S7 300/400 Funzioni standard e di sistema per S7-300/400 Conoscenze di base per il personale tecnico: procedure per la realizzazione di compiti di controllo con STEP 7 e S7-300/400 Nozioni di riferimento sui linguaggi di programmazione KOP, FUP, AWL, nonché sulle funzioni standard e di sistema; perfezionamento delle conoscenze di base di STEP 7. 6ES7810-4CA08-8EW0 6ES7810-4CA08-8EW1 Guide online Scopo Numero di ordinazione Guida a STEP 7 Guide di riferimento a AWL/KOP/FUP Guida di riferimento a SFB/SFC Guida di riferimento ai blocchi organizzativi Conoscenze di base per la programmazione e la configurazione hardware con STEP 7 Guida di riferimento sensibile al contesto Parte del pacchetto software STEP 7 Parte del pacchetto software STEP 7 iv A5E

5 Prefazione Guida in linea Come completamento del manuale è possibile avvalersi in fase operativa della dettagliata Guida in linea integrata nel software. Il sistema della Guida è integrato nel software mediante differenti interfacce. Nel menu? sono disponibili diversi comandi: Argomenti della Guida apre l'indice della Guida di STEP 7. Uso della Guida offre istruzioni dettagliate sulla possibilità di reperire informazioni nella Guida in linea. La Guida al contesto offre informazioni sul contesto attuale, p. es. su una finestra di dialogo aperta o su una finestra attiva. È richiamabile con il pulsante "?" o con il tasto F1. Una forma ulteriore di Guida al contesto è data dalla barra di stato: appena il cursore del mouse si trova su un comando viene visualizzata nella barra di stato una breve spiegazione. Una tale spiegazione viene riportata anche nella barra degli strumenti se il mouse si sofferma brevemente su una icona. Se si preferisce leggere le informazioni della Guida in linea su carta, sarà possibile stampare dei singoli argomenti o libri della Guida, o perfino l'intera Guida. Il presente manuale nonché i manuali "Programmazione con STEP 7", "Modifica dell'impianto in funzionamento mediante CiR" e "Sistema di automazione S7-400H - Sistemi ad elevata disponibilità" costituiscono un estratto della Guida di STEP 7 in formato HTML. Per istruzioni più dettagliate, consultare la Guida di STEP 7. Manuali e Guida in linea presentano un'articolazione pressoché identica facilitando quindi il passaggio dall'uno all'altra. Per accedere ai manuali elettronici, dopo l'installazione di STEP 7, selezionare la barra di avvio Start > SIMATIC > Documentazione. A5E v

6 Prefazione Ulteriore supporto Per tutte le domande sull'uso dei prodotti descritti nel manuale, che non trovano risposta nella documentazione, rivolgersi al rappresentante Siemens locale. Sito Internet delle rappresentanze Siemens: Per la guida alla documentazione tecnica dei singoli prodotti e sistemi SIMATIC, consultare il sito: Il catalogo in linea e il sistema di ordinazione in linea si trova al sito: Centro di addestramento Per facilitare l'approccio al sistema di automazione SIMATIC S7, la Siemens organizza corsi specifici. Rivolgersi a questo proposito al centro di addestramento locale più vicino o al centro di addestramento centrale di Norimberga. Telefono: +49 (911) Internet: vi A5E

7 Prefazione Technical Support Per tutti i prodotti A&D è possibile rivolgersi al Technical Support mediante il modulo Web per la Support Request Telefono: Fax: Per ulteriori informazioni sul Technical Support, consultare in Internet il sito Service & Support in Internet Aggiuntivamente alla documentazione, mettiamo a disposizione della clientela diversi servizi in linea all'indirizzo sottoindicato. Su questo sito si possono trovare: la Newsletter con informazioni sempre aggiornate sui prodotti; i documenti appropriati relativi alla ricerca in Service & Support; il Forum, luogo di scambio di informazioni tra utenti e personale specializzato di tutto il mondo; il partner di riferimento locali di Automation & Drives; informazioni su assistenza tecnica sul posto, riparazioni, parti di ricambio e maggiori dettagli alla voce "Service". A5E vii

8 Prefazione viii A5E

9 Indice 1 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP Introduzione alla configurazione dell'hardware Operazioni fondamentali nella configurazione hardware Operazioni fondamentali nella configurazione di stazioni Struttura della finestra delle stazioni Tabella di configurazione: riproduzione del telaio di montaggio reale Definizione delle proprietà dei componenti Apertura di oggetti in Configurazione HW Informazioni importanti sui posti connettore e altre regole In breve: procedura per configurare e parametrizzare le strutture centrali Come utilizzare il 'Catalogo hardware' Personalizzazione del Catalogo hardware Ricerca nel Catalogo hardware Suggerimenti per la modifica di configurazioni di stazioni Sostituzione e spostamento di unità Sostituzione di telai di montaggio, apparecchiature C7 e slave DP Visualizzazione di informazioni sulle componenti del Catalogo hardware Installazione degli aggiornamenti hardware Configurazione delle unità centrali Regole sulla disposizione di unità (SIMATIC 300) Regole particolari per le unità jolly (DM 370 Dummy) Regole particolari per l unità di simulazione digitale SIM 374 IN/OUT Regole particolari per M Regole sulla disposizione di unità (SIMATIC 400) Regole sulla disposizione di unità (SIMATIC 400) Regole particolari per alimentatori con possibilità di ridondanza (S7-400) Regole particolari per M Regole per i moduli di interfaccia PROFIBUS DP (M7-400) Istruzioni per la configurazione delle unità centrali Creazione di stazioni Richiamo dell'applicazione per configurare l'hardware Disposizione del rack centrale Disposizione di unità nel telaio di montaggio Visualizzazione della versione del sistema operativo della CPU nella finestra 'Catalogo hardware' Disposizione di sistemi integrati compatti C7 (particolarità) Definizione delle proprietà di unità/interfacce Assegnazione di indirizzi Assegnazione di indirizzi di ingresso/uscita Assegnazione di simboli a indirizzi di ingresso e uscita Controllo degli ingressi e comando delle uscite con la configurazione hardware Configurazione di CP PtP Configurazione di unità S Completamento del rack centrale con rack di ampliamento Regole per l'accoppiamento dei rack di ampliamento (SIMATIC 400) Disposizione del rack di ampliamento (SIMATIC 400) Eccezione: il rack centrale ha diverse CPU A5E ix

10 Indice 3 Configurazione della periferia decentrata (DP) Procedura fondamentale per configurare sistemi master DP Dove trovare gli slave DP nella finestra Catalogo hardware? Lettura e scrittura decentrata di dati coerenti (> 4 byte) Configurazioni per PROFIBUS DP Configurazioni per PROFIBUS-DP Configurazione con slave DP 'semplici' (modulari o compatti) (scambio dati slave <> master) Configurazione con slave DP intelligenti (scambio dati I-slave <> master) Configurazione con slave DP intelligenti (comunicazione diretta slave > I-slave) Configurazione con due sistemi master DP (comunicazione diretta slave > I-slave) Configurazione con due sistemi master DP (comunicazione diretta slave > master) Istruzioni per la configurazione dei sistemi della periferia decentrata Creazione di sistemi master DP Gestione con sistemi master DP e interfacce DP Selezione e disposizione di slave DP Copia di diversi slave DP Configurazione di slave DP compatti Configurazione di slave DP modulari Assegnazione di SYNC/FREEZE a slave DP Ulteriori configurazioni slave DP ET 200L e DP/AS-i Link ET 200S ET 200S e gestione degli ampliamenti futuri ET 200S in modo DPV ET 200iS PROFIBUS-PA Unità HART Configurazione di ridondanza SW Slave DP intelligenti Configurazione di slave DP intelligenti Esempio di configurazione di un S7-400 come slave intelligente Generazione di allarmi negli slave intelligenti con SFB 75 'SALRM' Comunicazione diretta Comunicazione diretta tra nodi PROFIBUS-DP Esempio di progettazione di comunicazione diretta Progettazione di slave DP (GSD Rev. 5) come riceventi per la comunicazione diretta Come operare con file GSD Installazione di file GSD Nozioni utili sulla revisione dei file GSD Nozioni utili sui file GSD per PROFINET IO Device DPV Nozioni utili su PROFIBUS DPV Configurazione di dispositivi DPV Programmazione di dispositivi DPV Il sistema di assegnazione dei posti connettore negli slave DPV1 e gli slave intelligenti Repeater di diagnostica Configurazione e messa in servizio del repeater di diagnostica Rappresentazione topologica mediante repeater di diagnostica Come lavorare con la rappresentazione topologica Impostazione di cicli di bus equidistanti in sotto-reti PROFIBUS Progettazione di tempi di reazione del processo brevi e della stessa durata nel PROFIBUS DP x A5E

11 Indice Parametrizzazione di equidistanza e sincronismo di clock in Configurazione HW Collegamento di PG/PC a reti PROFIBUS equidistanti mediante Industrial Ethernet e IE/PB Link Riduzione del tempo di reazione al processo mediante sovrapposizione di Ti e To Configurazione di dispositivi PROFINET IO Nozioni utili su PROFINET IO Che cos'è PROFINET IO? PROFIBUS DP e PROFINET IO: aspetti comuni e differenze Assegnazione di indirizzi e nomi a dispositivi PROFINET IO Integrazione di configurazioni PROFIBUS DP esistenti Tempi di aggiornamento per lo scambio di dati ciclico Impostazione del tempo di aggiornamento specifico per l'io Device Fasi della configurazione di un sistema PROFINET IO Il passaggio dalla progettazione allo scambio ciclico di dati in sintesi Procedimento generale di configurazione di un sistema PROFINET IO Creazione di un sistema PROFINET IO Selezione e disposizione di IO Device Dove si trovano gli IO Device nel Catalogo hardware? Handling di sistemi PROFINET IO Esempi di configurazione con PROFINET IO Configurazione con IO Controller integrato Configurazione con IO Controller esterno Configurazione con IE/PB-Link Configurazione con stazioni PC SIMATIC Messa in servizio di dispositivi PROFINET IO Accesso online a dispositivi PROFINET IO tramite Ethernet Visualizzazione dei nodi Ethernet nella finestra 'Nodi accessibili' Caricamento di dispositivi PROFINET IO Assegnazione del nome al dispositivo tramite memory card (MMC) Modifica dell'indirizzo IP o del nome del dispositivo in funzionamento Diagnostica di dispositivi PROFINET IO Progettazione del tempo di controllo risposta Configurazione della comunicazione IRT Introduzione: Isochronous Realtime Ethernet Panoramica: procedura fondamentale per la progettazione di IRT Creazione della progettazione di PROFINET IO Creazione del dominio Sync Determinazione dei tempi di aggiornamento Progettazione della topologia Progettazione della comunicazione diretta Caricamento della progettazione IRT Ridondanza del supporto di trasmissione Nozioni utili sulla ridondanza del supporto di trasmissione Progettazione della ridondanza del supporto di trasmissione Configurazione di stazioni PC SIMATIC (SIMATIC PC based) Creazione e parametrizzazione di stazioni PC SIMATIC Regole sui posti connettore per stazioni PC SIMATIC Confronto: Stazione S7- Stazione PC Come utilizzare configurazioni PC SIMATIC create con versioni precedenti Evidenziazione nella schermata di rete della stazione PC SIMATIC progettante A5E xi

12 Indice 7 Salvataggio, importazione e esportazione di una configurazione Salvataggio di una configurazione e verifica di coerenza Importazione ed esportazione di una configurazione Importazione ed esportazione di dati Cax Funzionamento sincrono di diverse CPU (Multicomputing) Nozioni sul funzionamento multicomputing Particolarità del funzionamento multicomputing Quando utilizzare il multicomputing? Configurazione del funzionamento multicomputing Configurazione delle unità per il funzionamento multicomputing Visualizzazione della disposizione delle CPU Modifica di numero CPU Programmazione delle CPU Modifica dell'impianto in funzionamento mediante CiR Configurazione di sistemi H Collegamento in rete di stazioni Collegamento in rete di stazioni all'interno di un progetto Proprietà di sotto-reti e nodi di comunicazione Regole per la configurazione di reti Assegnazione di indirizzi Ethernet Importazione ed esportazione di stazioni nella schermata di rete Istruzioni per la progettazione e il salvataggio di una sotto-rete Procedimento di progettazione di sotto-reti Creazione e parametrizzazione di sotto-reti Creazione e parametrizzazione di nuove stazioni Creazione e parametrizzazione di un collegamento di rete Creazione e parametrizzazione di un nuovo slave DP Creazione e parametrizzazione di PG/PC, 'altre stazioni' e stazioni S Considerazione dei collegamenti per PG/PC nella progettazione della rete Controllo di coerenza della rete Salvataggio della configurazione di rete Suggerimenti sulla modifica della configurazione di rete Collegamento in rete di stazioni che rappresentano router Collegamento in rete di stazioni che rappresentano router PG/PC collegato alla sotto-rete tramite TeleService o WAN Collegamento in rete di stazioni di diversi progetti Progettazione di collegamenti Introduzione alla progettazione di collegamenti Configurazione della comunicazione con Ethernet-CP Configurazione della comunicazione con PROFIBUS-CP Nozioni utili sui diversi tipi di collegamento Informazioni utili sull'impiego delle risorse di collegamento Utilizzo di risorse di collegamento nei collegamenti S7 ad elevata disponibilità Blocchi per diversi tipi di collegamento Come operare con la tabella dei collegamenti Collegamenti incoerenti Visualizzazione dello stato del collegamento Accesso agli ID di collegamento durante la programmazione Tipi di collegamento con partner nello stesso progetto Tipi di collegamento con partner nello stesso progetto Regole per la creazione di collegamenti Progettazione di collegamenti per unità di stazioni SIMATIC xii A5E

13 Indice Introduzione di nuovi collegamenti Modifica del partner di collegamento Riservare un collegamento Cancellazione di uno o più collegamenti Copia di collegamenti Progettazione di collegamenti per stazioni PC SIMATIC Progettazione di collegamenti S7 per stazioni PC SIMATIC mediante router PG/PC come partner di collegamento Collegamento S7 ad un PG/PC Collegamenti S7 a un PG/PC con WinCC Progettazione di collegamenti con partner di altri progetti Tipi di collegamenti con partner di altri progetti Procedura fondamentale nella progettazione di collegamenti tra progetti diversi Creazione di un nuovo collegamento con un partner non specificato Creazione di collegamenti a "altra stazione", "PG/PC", stazione 'SIMATIC S5' Salvataggio di collegamenti Progettazione della comunicazione dei dati globali Sommario: comunicazione dei dati globali Rilevamento delle risorse GD Numero richiesto di pacchetti GD Numero richiesto di circuiti GD Eccezioni per il calcolo di circuiti GD Condizioni per trasmissione e ricezione Relazione tra fattore di scansione e tempo di ciclo Tempo di reazione Istruzioni per la configurazione e il salvataggio della comunicazione GD Procedura per configurare la comunicazione GD Apertura della tabella GD Suggerimenti per lavorare con la tabella GD Riempimento della tabella GD Salvataggio e prima compilazione della tabella GD Introduzione di fattori di scansione Introduzione di righe di stato Seconda compilazione della tabella GD Trasferimento di dati globali con funzioni di sistema Caricamento Caricamento della configurazione nel sistema di destinazione Primo caricamento della configurazione di rete Caricamento della configurazione di rete in un sistema di destinazione Caricamento di una stazione PC Caricamento delle modifiche nella configurazione di rete Caricamento di una configurazione HW modificata in una stazione S7-400H Caricamento della configurazione dei dati globali Caricamento nel PG della configurazione di una stazione Caricamento di una configurazione di rete nel PG Come lavorare in più persone ad un progetto Configurazione multiposto nella rete Windows Impostazione della configurazione delle workstation Configurazione monoposto in workstation non collegate in rete Unificazione di diversi programmi S Copia di programmi S7 con gli attributi dei messaggi A5E xiii

14 Indice 16 Lavorare con i progetti nel multiprogetto Nozioni utili sui multiprogetti Multiprogetti: presupposti e suggerimenti Gestione dei multiprogetti Accesso online a sistemi di destinazione nei multiprogetti Creazione di sotto-reti estese a più progetti Rappresentazione delle sotto-reti raggruppate nella schermata di rete Vista di rete del multiprogetto Progettazione di collegamenti estesi a più progetti Come raggruppare i collegamenti estesi a più progetti Collegamenti S7 con partner di collegamento non specificati Sincronizzazione dei progetti nel multiprogetto Archiviazione e disarchiviazione dei multiprogetti Messa in servizio e manutenzione Messa in servizio dei nodi PROFIBUS Identification and Maintenance (I&M) Inserisci o modifica dati M in Configurazione HW Modifica dati M in SIMATIC Manager Indice analitico... Indice analitico-1 xiv A5E

15 1 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP Introduzione alla configurazione dell'hardware Configurazione Per "configurazione" si intende la disposizione di telai di montaggio, unità, dispositivi di periferia decentrata e moduli di interfaccia nella finestra della stazione. I telai di montaggio vengono riportati in una tabella di configurazione che contiene sia i telai "reali" che un dato numero di unità innestabili. Nella tabella di configurazione, STEP 7 assegna automaticamente un indirizzo ad ogni unità. Gli indirizzi delle unità di una stazione possono essere modificati se la CPU è liberamente indirizzabile. La configurazione può essere copiata più volte in altri progetti di STEP 7, ed essere eventualmente modificata e caricata in uno o più impianti esistenti. All'avvio del controllore programmabile, la CPU confronta la configurazione prefissata creata con STEP con la configurazione attuale dell'impianto, consentendo di individuare e segnalare immediatamente gli eventuali errori. Parametrizzazione Per "parametrizzazione" si intende: l'impostazione delle proprietà delle unità parametrizzabili per la struttura centrale e per una rete. Esempio: una CPU è un'unità parametrizzabile. Il tempo di controllo del ciclo è un parametro che l'utente può impostare. l'impostazione dei parametri di bus, master e slave per un sistema master (PROFIBUS) o altre impostazioni per lo scambio di dati tra componenti. Questi parametri vengono caricati nella CPU e trasmessi dalla CPU alle relative unità in fase di avviamento. Le unità possono essere sostituite facilmente, in quanto i parametri creati con STEP 7 possono essere caricati all'avviamento automaticamente nella nuova unità. Quando eseguire la configurazione hardware Le proprietà dei controllori programmabili S7 e delle unità sono impostate in modo tale che in molti casi non occorre fare la configurazione. La configurazione è assolutamente necessaria nei seguenti casi: se si vogliono modificare i parametri preimpostati di un'unità (ad es. abilitazione di allarme di processo in un'unità) se si vogliono progettare i collegamenti di comunicazione nelle stazioni con periferia decentrata (PROFIBUS DP o PROFINET IO) nelle stazioni S7-400 con più CPU (multicomputing) o telai di ampliamento. in controllori programmabili a elevata disponibilità. A5E

16 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP Operazioni fondamentali nella configurazione hardware Finestra per la configurazione Nella configurazione di un sistema di automazione si opera sostanzialmente con due finestre. finestra delle stazioni in cui si collocano i telai di montaggio per la configurazione delle stazioni. finestra "Catalogo hardware", in cui si selezionano i componenti hardware di cui si ha necessità, p. es. telai di montaggio (rack), unità e moduli di interfaccia Visualizzazione del catalogo hardware Se la finestra "Catalogo hardware" non è aperta, selezionare il comando Visualizza > Catalogo che consente di attivarla e disattivarla. 1-2 A5E

17 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP Operazioni fondamentali nella configurazione di stazioni Indipendentemente dalla tecnica con cui è stata creata la struttura di una stazione, per realizzare la configurazione si deve procedere nel seguente modo. 1. Selezionare i componenti hardware nella finestra "Catalogo hardware". 2. Trascinare i componenti scelti nella finestra delle stazioni con drag & drop. La figura seguente illustra il modo di procedere standard. A5E

18 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP Struttura della finestra delle stazioni Nella parte inferiore della finestra delle stazioni viene visualizzata la vista dettagli del telaio di montaggio inserito o selezionato. Essa contiene una tabella che riporta i numeri di ordinazione e gli indirizzi delle unità. Se si tratta di un telaio di montaggio (rack) centrale dotato di unità, la tabella avrà la seguente struttura (vista dettagli): 1-4 A5E

19 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP Tabella di configurazione: riproduzione del telaio di montaggio reale Per configurare la struttura centrale, si devono disporre le unità in un telaio di montaggio accanto alla CPU, e proseguire aggiungendo altri telai. Il numero dei telai di montaggio necessari dipende dalla CPU utilizzata. In STEP 7 le unità vengono collocate sui telai di montaggio, proprio come in un impianto reale. L'unica differenza consiste nel fatto che i telai di montaggio vengono rappresentati mediante "tabelle di configurazione" caratterizzate da un numero di righe pari a quello delle unità inseribili nel telaio di montaggio reale. La seguente figura illustra un esempio di conversione della struttura reale in una tabella di configurazione. Questa tabella corrisponde al telaio di montaggio utilizzato; STEP 7 fa precedere automaticamente tra parentesi il numero di telaio. Esempio: (0) UR corrispone al telaio di montaggio centrale (Universal Rack) N. 0. A5E

20 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP Definizione delle proprietà dei componenti Dopo aver disposto i componenti nella finestra delle stazioni, sarà sempre possibile aprire una finestra di dialogo per modificare le proprietà preimpostate (parametri e indirizzi) nel modo qui descritto. Fare doppio clic sul componente, o selezionare il comando Modifica > Proprietà dell'oggetto Con il tasto destro del mouse: spostare il cursore del mouse sul componente, premere il tasto destro e selezionare dal menu contestuale il comando Proprietà dell'oggetto Proprietà di unità centrali Di particolare significato per il comportamento di sistema sono le proprietà della CPU. Nelle schede di una CPU è possibile p. es. impostare: comportamento all'avviamento, area dati locali e priorità di allarmi, aree di memoria, comportamento ritentivo, merker di clock, livello di protezione e password - per nominare solo alcune voci. Cosa sia impostabile, e in quale campo di valori, è già "a conoscenza" di STEP 7. Nella scheda "Generale" della CPU oppure mediante le proprietà dell'interfaccia della CPU è possibile parametrizzare le interfacce (p. es. interfacce MPI o PROFIBUS DP integrate). Mediante queste finestre di dialogo si giunge anche nella finestra di dialogo delle proprietà della sotto-rete corrispondente a cui collegare la CPU. Ulteriori possibilità di parametrizzazione Per i sistemi di automazione S7-300/400 si ha la possibilità di impostare i parametri del programma utente per alcune unità (p. es. per le unità analogiche). A tal fine richiamare nel programma utente le funzioni di sistema (SFC) WR_PARM, WR_DPARM e PARM_MOD. Queste impostazioni vanno tuttavia perse all'avviamento (nuovo avviamento = avviamento a caldo). Per informazioni più dettagliate sulle funzioni di sistema consultare il manuale di riferimento Software di sistema per S7-300/400, funzioni standard e di sistema. Per i sistemi di automazione M7-300/400 esiste la possibilità di impostare parametri per unità di ingresso/uscita nel programma C. Richiamare pertanto la funzione API M7 "M7StoreRecord" nel programma C. Questa funzione trasferisce i parametri in un'unità di ingresso/uscita. Per maggiori informazioni sulle funzioni API M7 consultare i manuali relativi al software di sistema per M7-300/ A5E

21 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP Apertura di oggetti in Configurazione HW L'apertura di oggetti per la relativa elaborazione avviene in STEP 7. In SIMATIC Manager selezionare p. es. l'oggetto "Hardware", quindi il comando di menu Modifica > Apri oggetto per l'avvio della Configurazione HW. In Configurazione HW è possibile modificare la configurazione della stazione. Un doppio clic sull'oggetto equivale qui all'esecuzione della funzione "Modifica oggetto". Particolarità della Configurazione HW Se la modifica di un oggetto avviene in Configurazione HW, un doppio clic sull'oggetto interessato equivale qui all'esecuzione del comando di menu Modifica > Proprietà dell'oggetto. Generalmente si eseguono qui operazioni quali l'assegnazione indirizzi, l'impostazione di parametri o l'inserimento di altre informazioni. Se, per la modifica di un oggetto, deve essere avviata una determinata applicazione, nella finestra di dialogo delle Proprietà sarà disponibile un apposito pulsante. A partire da STEP 7 V5.4 è disponibile il comando di menu Modifica > Apri oggetto con.. Questo comando di menu consente, se l'oggetto lo richiede, l'avvio di un'applicazione per eseguirne l'elaborazione. Il comando di menu è attivabile soltanto se l'elaborazione necessita anche di un'applicazione e se questa è disponibile Informazioni importanti sui posti connettore e altre regole STEP 7 supporta l'utente nella configurazione di una stazione inviando immediatamente una segnalazione, p. es. quando un'unità non è inseribile nel posto connettore desiderato. Da STEP 7 V5.2 in poi è possibile riconoscere immediatamente i posti connettore su cui è consentito inserire le unità (a condizione che per la visualizzazione sul monitor siano impostati più di 256 colori). Se si seleziona un'unità nel Catalogo hardware e questa può essere innestata in un telaio di montaggio progettato, i posti connettore ammessi vengono evidenziati a colori, rendendo la progettazione più semplice e veloce. Vengono inoltre verificate automaticamente le aree di indirizzi, in modo da evitare doppie assegnazioni. In questo contesto occorre prestare attenzione alla barra di stato in fondo alla finestra, e ai messaggi visualizzati che possono dare informazioni sulle cause e le conseguenze di una certa azione. Per maggiori informazioni consultare la Guida ai messaggi. Non vengono qui considerate altre regole valide solo per una determinata versione, come p. es. le restrizioni riguardanti i posti connettore utili a causa di una limitazione funzionale di singole unità. Occorre pertanto consultare costantemente la documentazione corrente e le informazioni sui prodotti in merito alle unità. A5E

22 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP In breve: procedura per configurare e parametrizzare le strutture centrali Presupposto È stato aperto un progetto nel SIMATIC Manager o creato uno nuovo. Procedura fondamentale Per configurare e parametrizzare la struttura di una stazione eseguire le seguenti operazioni. Riepilogo Come nelle applicazioni di Windows, in STEP 7 è possibile effettuare l'intera configurazione utilizzando drag & drop. Nella Guida online di STEP 7 sono consultabili informazioni dettagliate sulla gestione e la conversione della configurazione reale dell'impianto, p. es. su come configurare l'accoppiamento dei rack di ampliamento o dei componenti speciali. 1-8 A5E

23 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP Come utilizzare il 'Catalogo hardware' Personalizzazione del Catalogo hardware Oltre al catalogo hardware fornito con STEP 7, l'utente ha la possibilità di creare da sé un catalogo personalizzato. Sorgono così diversi profili di catalogo. La base di ogni nuovo profilo di catalogo è data dal catalogo hardware, con tutte le unità/componenti - il profilo di questo catalogo si chiama "Standard"; i nomi dei profili di catalogo creati dall'utente possono essere assegnati liberamente. Esempio: è possibile creare un profilo di catalogo comprendente solo le unità attualmente utilizzate. A partire da STEP 7 V5.0 Servicepack 3, oltre al profilo "Standard", possono essere selezionati anche i profili di catalogo seguenti: Unità attuali (p. es. versione oppure ) in questo profilo non sono più selezionabili unità "vecchie" (solo numeri di ordinazione attuali) SIMATIC Outdoor (p. es. versione oppure ) in questo profilo sono selezionabili solo le unità attuali che possono essere utilizzate in condizioni ambientali ampliate (sono ammesse maggiori sollecitazioni meccaniche e climatiche) Nota I profili offerti in via supplementare si riferiscono ad unità disponibili per la selezione nel Catalogo HW del pacchetto di base di STEP 7. Le unità installate tramite pacchetti opzionali, file GSD o aggiornamenti HW sono contenute soltanto nel profilo del catalogo 'Standard'. Procedimento 1. Selezionare il comando Strumenti > Profili di catalogo. Nell'applicazione così richiamata vengono aperti due profili di catalogo: il profilo "Standard" e un profilo "vuoto" non contenente ancora nessun componente. 2. Trascinare le cartelle e unità necessarie per drag&drop dalla finestra di profilo standard alla finestra di profilo "vuota". È possibile adeguare la struttura alle proprie esigenze mediante il comando Inserisci > Cartella. 3. Salvare il nuovo profilo di catalogo con il comando File > Salva con nome; assegnare un nome al nuovo profilo che sia significativo per l'utente. Il nome del nuovo profilo appare quindi nella casella di riepilogo "Profilo" della finestra "Catalogo hardware", e può essere selezionato. I file GSD aggiornano soltanto il profilo 'Standard' Gli slave DP installati a posteriori (mediante file GSD) sono contenuti soltanto nel profilo 'Standard' (cartella "Ulteriori apparecchiature da campo") e non vengono acquisiti automaticamente nei profili personalizzati. A5E

24 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP Ricerca nel Catalogo hardware Conoscendo il numero di ordinazione di una componente o il nome di una funzione visualizzata nel testo informativo del Catalogo hardware, è possibile cercare questi elementi. Nella parte superiore del Catalogo hardware si trova il campo "Trova" nel quale è possibile inserire i termini da cercare. Procedimento 1. Selezionare una voce del Catalogo hardware. 2. Introdurre il termine da cercare, p. es. le prime cifre di un numero di ordinazione 6ES Avviare la ricerca premendo il pulsante "Precedente" o "Successivo". Successivo Precedente STEP 7 si posiziona sulla prima voce trovata. Se la componente cercata si trova in un'altra cartella non aperta o al di fuori dell'area visualizzata, la cartella viene aperta automaticamente e posizionata nell'area visualizzata. STEP 7 salva i termini cercati, che possono essere selezionati dall'elenco a discesa. Possibilità di introduzione nel campo di ricerca Nel campo di ricerca è possibile introdurre qualsiasi stringa, testo informativo, voce di catalogo o numero di ordinazione. Non viene fatta distinzione tra maiuscolo e minuscolo. Non vengono supportati i caratteri jolly (*,?,...). Si possono introdurre anche termini di ricerca incompleti (p. es. 331). Spazi vuoti, spazi di tabulazione e trattini devono essere introdotti come compaiono nel catalogo hardware; diversamente, i termini cercati non vengono trovati (fare attenzione a spazi vuoti e trattini nei numeri di ordinazione) A5E

25 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP Suggerimenti per la modifica di configurazioni di stazioni "Agganciare" la finestra "Catalogo hardware" al margine della finestra dell'applicazione Per evitare che la finestra "Catalogo hardware" nasconda il contenuto della finestra della stazione, è possibile "agganciare" questa finestra al margine della finestra dell'applicazione, ovvero collocarla e fissarla in quel punto. Fare doppio clic sull'area della finestra "Catalogo hardware" al di sopra della casella di riepilogo "Profilo". Per rilasciare la finestra "agganciata" fare nuovamente doppio clic su quest'area. Nello stato "libero" le dimensioni (altezza e larghezza) della finestra "Catalogo hardware" sono modificabili. Nello stato "agganciato" la finestra di dialogo "Catalogo hardware" è modificabile nel senso della larghezza. Individuare i posti connettore ammessi A partire da STEP 7 V5.2 i posti connettore ammessi per le unità sono riconoscibili a prima vista, a condizione che per il display siano impostati più di 256 colori. Selezionando nel Catalogo hardware un'unità inseribile in un telaio di montaggio progettato, i posti connettore consentiti per tale unità vengono evidenziati mediante i colori, rendendo la progettazione più semplice e rapida. Facendo clic nel Catalogo hardware su un'unità senza aver selezionato il relativo posto connettore, l'unità desiderata viene inserita sul primo posto connettore libero consentito. Selezionare più righe nella tabella di configurazione. Se si intende selezionare più righe in una tabella di configurazione per copiare diverse unità (p. es. con il menu di scelta rapida "Copia") o per cancellarle (p. es. con il menu di scelta rapida "Cancella"), procedere nel seguente modo. Selezione di tutte le righe Selezione di un gruppo di righe adiacenti Selezione di diverse righe Selezionare il comando di menu Modifica > Seleziona tutto. Fare clic sulla prima riga dell'area da selezionare. Tenere premuto il tasto MAIUSC e fare clic sull'ultima riga dell'area da selezionare. Tenendo premuto il tasto CTRL, fare clic su tutte le singole righe che si desidera selezionare. Le unità copiate si possono inserire anche al di là dei confini della stazione, a condizione che con l'inserimento non si vada contro le regole sui posti connettori. A5E

26 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP 7 Stazioni complesse Se si ha a che fare con una stazione dalla struttura complessa, che contiene p. es. molti telai di montaggio, è consigliabile ridurre le dimensioni della tabella di configurazione come descritto qui di seguito. 1. Selezionare la tabella di configurazione. 2. Premere il tasto destro del mouse e selezionare il comando Riduci nel menu contestuale. Questo tipo di rappresentazione è preimpostabile anche con il comando Strumenti > Impostazioni. Come organizzare la visualizzazione Con il comando Visualizza > Disponi automaticamente è possibile organizzare automaticamente la visualizzazione attuale di STEP 7. Visualizzare le componenti innestabili dal Catalogo hardware Selezionando un posto connettore in un telaio di montaggio e richiamando il comando di menu Inserisci > Inserisci oggetto o Inserisci > Sostituisci oggetto, viene visualizzata una scelta di unità innestabili, evitando all'utente la ricerca nel Catalogo hardware. Può essere scelta qualsiasi unità presente nel profilo di catalogo attualmente impostato A5E

27 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP Sostituzione e spostamento di unità Una configurazione esistente non può essere adattata soltanto copiando o cancellando i componenti ma anche spostandoli o sostituendoli. Spostamento delle unità Sia le unità che gli altri componenti possono essere facilmente spostati tramite drag&drop in un altro posto connettore ammesso all'interno della stazione. Sostituzione di unità Se si è creata una configurazione e si vuole sostituire un'unità già parametrizzata (p. es. CPU o unità analogica) senza tuttavia perdere la parametrizzazione o la progettazione del collegamento, procedere nel modo seguente. 1. Con drag&drop trascinare la nuova unità (p. es. CPU) sul posto connettore dell'unità da sostituire. 2. Nella finestra di dialogo confermare la sostituzione dell'unità Se compare il messaggio "Posto connettore occupato", attivare la funzione con il comando del menu Strumenti > Impostazioni > Sostituisci unità. È possibile anche selezionare un posto connettore e richiamare con il tasto destro del mouse il menu di scelta rapida Inserisci oggetto... o Sostituisci oggetto... Viene visualizzata una serie di unità inseribili nel posto connettore, evitando all'utente la ricerca nel catalogo hardware. Possono essere selezionate tutte le unità disponibili nel profilo di catalogo attivo. È consentito sostituire soltanto unità "compatibili". In caso di non compatibilità, occorre cancellare l'unità da sostituire, inserire la nuova unità e parametrizzarla nuovamento. Se si tenta di sostituire unità non compatibili tra loro, STEP 7 emette un messaggio. Esempio: una CPU parametrizzata può essere sostituita da un'altra CPU con un altro numero di ordinazione. La parametrizzazione completa (p. es. indirizzo MPI) viene ripresa dalla nuova unità. A5E

28 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP Sostituzione di telai di montaggio, apparecchiature C7 e slave DP Dopo aver configurato una stazione e aver assegnato indirizzi e parametri alle unità di un telaio SIMATIC 400, di un sistema compatto C7 o di uno slave DP, a partire da STEP 7 V5.1, Servicepack 1, è possibile sostituire il telaio di montaggio mantenendo la disposizione e le impostazioni delle unità. Per telaio di montaggio, in questo caso, si intendono anche un sistema compatto C7 o uno slave DP. La sostituzione di telai di montaggio non è rilevante per i sistemi SIMATIC 300 con un solo tipo di telaio di montaggio (guida profilata). Quando è opportuno sostituire un telaio di montaggio? La sostituzione del telaio di montaggio di una stazione SIMATIC 400 è sempre necessaria quando la funzionalità può essere ampliata soltanto con l'impiego di un altro telaio di montaggio. Sostituzione di un'alimentazione di corrente non ridondabile con un'alimentazione ridondabile non supportata dal vecchio telaio di montaggio. Sostituzione di un telaio di montaggio "corto" (9 posti connettore) con un telaio di montaggio "lungo" (18 posti connettori) per poter innestare ulteriori unità. Nei telai di montaggio configurati come telai di ampliamento (UR o ER con IM di ricezione), la IM di ricezione viene collocata automaticamente nell'ultimo posto connettore. Una stazione originariamente configurata con un telaio di montaggio lungo dev'essere configurata, per ragioni di spazio, su un telaio di montaggi corto. La sostituzione non è tuttavia consentita per i telai di montaggio lunghi configurati come telai di ampliamento (UR oppure ER con IM di ricezione). La sostituzione del sistema compatto C7 è sempre necessaria nei seguenti casi: Il vecchio sistema compatto C7 dev'essere sostituito con uno nuovo (numero di ordinazione aggiornato, versione firmware più recente) La funzionalità del vecchio sistema compatto C7 dev'essere ampliata (nuovo sistema compatto C7 con più unità integrate) A5E

29 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP 7 Procedimento Per sostituire un telaio di montaggio equipaggiato di unità, un sistema compatto C7 o uno slave DP in una configurazione di una stazione, procedere nella maniera seguente: 1. Selezionare nella configurazione della stazione il componente (p. es. telaio di montaggio) da sostituire 2. Nella finestra "Catalogo hardware", selezionare un componente compatibile con quello selezionato (vedere oltre) ma che abbia un numero di ordinazione diverso. I componenti identici non possono essere sostituiti. Per la sostituzione negli slave DP, l'interfaccia slave (p. es. IM 153-2) va selezionata nella finestra "Catalogo hardware". 3. Fare doppio clic sul componente scelto nel Catalogo hardware. Se i componenti sono compatibili, vengono sostituiti, mentre le unità dei componenti della configurazione originaria vengono riprese con indirizzi e parametri (per quanto possibile). La sostituzione è possibile anche trascinando i componenti per drag&drop dalla finestra "Catalogo hardware" ai componenti da sostituire. Quando è "compatibile" un telaio di montaggio? Un telaio di montaggio di una stazione SIMATIC 400 può essere sostituito con un altro solo se vengono soddisfatte le regole indicate qui di seguito. Se non vengono rispettate tutte le regole, STEP 7 non consente la sostituzione e interrompe l'operazione con un messaggi di errore che indica la causa dell'interruzione. Un telaio di montaggio segmentato (CR2) non può essere sostituito con un telaio non segmentato (p. es. UR1) e viceversa. Tutte le unità del telaio di montaggio da sostituire devono poter essere innestate anche sul "nuovo" telaio di montaggio, p. es. l'innesto di unità sul "nuovo" telaio di montaggio non deve contravvenire alle relative regole. Esempio 1: non è consentito il tentativo di sostituire un telaio di montaggio UR1 equipaggiato con una CPU con un telaio di ampliamento ER1. Innestando la CPU nell'er1 si contravverrebbe a una regola sui posti connettori: le CPU non sono innestabili negli ER1. Esempio 2: non è consentito il tentativo di sostituire un telaio di montaggio centrale segmentato in una stazione S7-400 (CR2) con un telaio universale (p. es. UR1). L'assegnazione di posti connettori delle unità di due segmenti ai posti connettori in un altro telaio di montaggio non segmentato e viceversa non è univoca. Un telaio CR2 può pertanto essere sostituito soltanto da un telaio CR2 con un diverso numero di ordinazione, p. es. per poter innestare unità di alimentazione di corrente ridondanti senza dover ridefinire la configurazione restante. Quando è "compatibile" un sistema compatto C7? Un sistema compatto C7 contiene unità integrate (CPU e periferia) e può essere sostituito con un altro soltanto rispettando le regole che seguono: Per ciascun posto connettore (riga nella tabella di configurazione) del "nuovo" sistema compatto C7, nel posto connettore corrispondente del "vecchio" sistema compatto C7 Non esiste un'unità Esiste un'unità identica o sostituibile (vale anche per la CPU!) Il "nuovo " sistema compatto C7 ha lo stesso numero o un numero maggiore di unità integrate come il "vecchio" sistema compatto C7 A5E

30 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP 7 Quando è "compatibile" uno slave DP? Gli slave DP sono sostituibili soltanto all'interno della stessa famiglia, p. es. nell'ambito della famiglia ET 200M. Gli slave DP possono essere visualizzati anche in NetPro, ma possono essere sostituiti solo nell'applicazione "Configurazione HW". In linea di massima per gli slave DP modulari valgono le stesse regole di base della sostituzione dei telai di montaggio: Il numero dei moduli innestati deve trovar posto nel nuovo slave DP e la funzionalità utilizzata del "vecchio" slave DP deve essere messa a disposizione anche dal nuovo slave DP. Se sono state progettate funzioni valide per più stazioni, come p. es. lo scambio diretto tra slave DP, questa progettazione deve essere applicata anche al "nuovo" slave DP. La tabella seguente fornisce informazioni su ogni singola famiglia di slave: Tipo di slave DP Sostituibile Condizioni per la sostituzione Slave DP le cui proprietà sono state definite con file GSD (Altre informazioni...) No - DP-As-i Link No - DP/PA-Link Sì La configurazione massima del master DP non deve essere superata (area di indirizzi E/A, numero di posti connettori) Un DP/PA Link gestito in maniera ridondata può essere sostituito soltanto con un DP/PA-Link gestibile in modo ridondato ET 200L SC e IM SC Sì Nel "nuovo" slave DP devono poter essere innestati anche tutti i moduli innestati ET 200M (IM 153-x) Sì Non sostituibile nei seguenti casi: Nella "vecchia" ET 200M era attiva la funzione "Sostituzione unità in funzionamento" ma quella "nuova" non supporta questa funzione CP/FM con indirizzo MPI integrato (p. es. FM 353) Innestati nella "vecchia" ET 200M e non innestabili in quella "nuova" La "vecchia" ET 200M era gestita in modo ridondante e la "nuova" non è gestibile in modo ridondante ET 200S (IM 151-1) Sì Non sostituibile con IM 151/CPU ET 200S (IM 151/CPU) Sì Non sostituibile con IM ET 200X (X-BM 141.., X-BM 142..) Sì Nel "nuovo" slave DP devono essere innestabili anche tutti i moduli innestati Un X-BM 143/DESINA non può essere sostituito con altri moduli di base ET 200X e viceversa Non sostituibile con X-BM 147/CPU ET 200X BM 147/CPU Sì Non sostituibile con X-BM , X-BM e X-BM 143 Quali slave DP sono definiti con file GSD? Gli slave DP le cui proprietà sono definite da file GSD si trovano nel Catalogo hardware, p. es. nella cartella "Ulteriori apparecchiature da campo" oppure nella cartella "CP come master DP ". Questi slave DP (detti anche "slave standard") sono riconoscibili dall'indicazione del file GSD o del file di tipo slave contenuta nella riga "Numero di ordinazione" o nella finestra di dialogo "Proprietà" dello slave DP, scheda "Generale" A5E

31 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP Visualizzazione di informazioni sulle componenti del Catalogo hardware Le informazioni relative ad unità e componenti possono essere visualizzate in Configurazione HW richiamandole direttamente da Internet. Requisiti Il PG dispone di un collegamento ad Internet e di un browser per la visualizzazione delle pagine Internet. Sono disponibili informazioni sulle unità (il volume delle informazioni può variare a seconda dell'unità e del momento in cui la ricerca viene eseguita). Nelle impostazioni di Configurazione HW (comando Strumenti > Impostazioni) è stata abilitata la funzione e selezionata una pagina Internet valida. Procedimento 1. Selezionare nel Catalogo hardware o nel telaio di montaggio la componente sulla quale si desidera ottenere informazioni. 2. Con il tasto destro del mouse selezionare il menu di scelta rapida desiderato: Product support oppure FAQ oppure Manuali. La sezione sinistra della pagina Internet richiamata contiene collegamenti a tematiche quali FAQ e informazioni sul prodotto relativi alla componente selezionata (se disponibili). Selezionando "Manuali" si avvia la ricerca di manuali o istruzioni per l'uso che contengono una descrizione della componente selezionata. Altre informazioni La Guida alla finestra delle proprietà di una componente e la "Guida a un messaggio riferito all'unità" rimandano ad una pagina Web contenente maggiori informazioni e FAQ. STEP 7 ricerca automaticamente le informazioni appropriate in Internet. I risultati della ricerca vengono visualizzati nel browser. A5E

32 Nozioni di base per la configurazione dell'hardware con STEP Installazione degli aggiornamenti hardware A partire da STEP 7 V5.2 è possibile installare a posteriori le componenti del catalogo hardware. In questo modo singole componenti, p. es. nuove CPU o nuove apparecchiature di periferia decentrata, possono essere integrate nella versione attuale di STEP 7 senza dover installare un nuovo service pack. Fasi fondamentali dell'aggiornamento hardware L'aggiornamento dell'hardware si svolge in due fasi: l'aggiornamento HW viene scaricato da Internet o copiato dal CD nell'apposita cartella una volta scaricato o copiato, l'aggiornamento HW viene installato. Dopo questa operazione le componenti installate sono presenti nel catalogo hardware al profilo "Standard". Anche le stazioni create con versioni più recenti di STEP 7 possono essere elaborate con questo procedimento. Presupposti Deve essere impostato un indirizzo Internet valido e un percorso valido per la cartella "Aggiornamenti HW". Le impostazioni possono essere richiamate nella finestra di dialogo "Installa aggiornamenti HW" mediante il pulsante "Impostazioni". Per il download degli aggiornamenti hardware è necessario un collegamento ad Internet. Se la connessione a Internet viene creata tramite un server proxy che richiede l'autenticazione, è necessario indicare nome utente e password. Procedimento 1. Richiamare il comando di menu Strumenti > Installa aggiornamenti HW. 2. Nella finestra di dialogo visualizzata stabilire se l'aggiornamento hardware deve essere scaricato da Internet o copiato da CD ROM oppure se deve essere installato un aggiornamento scaricato precedentemente. 3. Selezionare le componenti da installare e fare clic sul pulsante "Installa" A5E

33 2 Configurazione delle unità centrali 2.1 Regole sulla disposizione di unità (SIMATIC 300) Regola fondamentale Le unità devono essere allineate senza interruzioni. Eccezione: per la configurazione con un telaio di montaggio (rack) deve essere lasciato libero un posto connettore della tabella di configurazione (riservato all'unità di interfaccia).in S7-300 si tratta del posto connettore 3, in M7-300 di quello dopo il sistema di unità (posto connettore 3, 4, 5 o 6).Nella configurazione reale non vi sono spazi vuoti (intervalli), in quanto altrimenti il bus backplane sarebbe interrotto! Regole per i posti connettori (S7-300) Telaio di montaggio 0 Posto connettore 1: solo alimentatore (p. es. 6ES ) oppure vuoto Posto connettore 2: solo unità centrale (p. es. 6ES ) Posto connettore 3: unità d'interfaccia (p. es. 6ES / ) oppure vuoto Posti connettore da 4 a 11: unità di ingresso/uscita o unità funzionale, processori di comunicazione, o vuoti Telai di montaggio da 1 a 3 Posto connettore 1: solo alimentatore (p. es. 6ES ) oppure vuoto Posto connettore 2: vuoto Posto connettore 3: unità d'interfaccia Posti connettore da 4 a 11: unità di ingresso/uscita o unità funzionale, processori di comunicazione (a seconda dell'unità di interfaccia utilizzata), oppure vuoto A5E

34 Configurazione delle unità centrali Regole particolari per le unità jolly (DM 370 Dummy) L'unità jolly (DM 370 Dummy) è un'unità che si può inserire al posto di un'unità da impiegare successivamente. A seconda della posizione dell interruttore, l'unità consente di riservare uno spazio di indirizzamento per un'altra unità (p. es. per un'unità di ingresso/uscita digitale) o non consente di riservare spazio (p. es. per un'unità d'interfaccia). A Posizione dell interruttore su DM 370 Dummy NA Significato Spazio di indirizzamento riservabile Unità nello slave DP modulare ET 200M: riservare spazio di indirizzamento di 0 byte. Nessuno spazio di indirizzamento riservato Numero di ordinazione 6ES AA01-0AA0 nessuno (L'unità è "invisibile". Non viene configurata) Regole particolari per l unità di simulazione digitale SIM 374 IN/OUT 16 Con l unità di simu lazione digitale SIM 374 IN/OUT 16 è possibile simulare ingressi e uscite digitali. Questa unità non si trova alla finestra "Catalogo hardware". Invece della SIM 374 collocare nella tabella di configurazione l'unità da simulare! Posizione dell interruttore su SIM 374 IN/OUT 16 16xOutput 8xOutput 8xInput 16xInput Unità da collocare 6ES7322-1BH00-0AA0 6ES7323-1BH00-0AA0 6ES7321-1BH00-0AA0 2-2 A5E

35 Configurazione delle unità centrali Regole particolari per M7-300 Se si configura un sistema di unità M7-300, ogni unità di questo sistema occupa un posto connettore. Se la prima unità del sistema è una CPU M7-300, il primo posto connettore dopo questo sistema di unità può essere occupato solo da un'unità d'interfaccia, o in alternativa rimane libero. Sistema di unità (M7-300) Un sistema di unità M7-300 si crea quando si espande una CPU M7 oppure una FM M7 (unità di applicazione) con unità di ampliamento (EXM) o con un'unità di memoria di massa (MSM). Tutte le unità di questo sistema sono collegate mediante il proprio bus AT ISA, e costituiscono il computer di automazione vero e proprio. Occorre disporre nella tabella di configurazione innanzitutto l'unità di base (M7-CPU o M7- FM), e successivamente le unità di ampliamento, altrimenti non è possibile inserire le unità di ampliamento. Disposizione di unità all'interno di un sistema M7-300 Configurando un sistema di unità vi sono delle nuove regole per i posti connettore da rispettare. La CPU M7 o la FM M7 espandibile è sempre la prima unità del sistema L'unità della memoria di massa (solo una è inseribile!) è sempre l'ultima unità all'interno del sistema La CPU M7 o l'fm M7 si può espandere di max. 3 unità (MSM oppure EXM). Il numero di unità di ampliamento ammissibile è documentato nelle relative FM M7. A5E

36 Configurazione delle unità centrali 2.2 Regole sulla disposizione di unità (SIMATIC 400) Regole sulla disposizione di unità (SIMATIC 400) Le regole per la disposizione di unità su un telaio di montaggio del sistema S7-400 dipendono dal tipo di telaio di montaggio utilizzato. Rack centrale Si dovrà inserire gli alimentatori solo nel posto connettore 1 (eccezione: unità di alimentazione di corrente con possibilità di ridondanza) inserire max. 6 unità di interfaccia (IM di trasmissione), di cui max. 2 con trasmissione di corrente accoppiare max. 21 rack di ampliamento sul rack centrale mediante unità di interfaccia accoppiare max. 1 rack di ampliamento con trasmissione di corrente ad un'interfaccia dell'im di trasmissione (IM accoppiato con IM 461-1); massimo 4 rack di ampliamento senza trasmissione di corrente (IM accoppiato con IM oppure IM con 461-3) Rack di ampliamento Si dovrà inserire le unità di alimentazione solamente nel posto connettore 1 ed inserire l'unità di interfaccia (IM di ricezione) solo sul posto connettore destro esterno (posto connettore 9 o 18) Regole particolari per alimentatori con possibilità di ridondanza (S7-400) Gli alimentatori con possibilità di ridondanza possono essere innestati due volte in un telaio di montaggio. Queste unità sono riconoscibili dal testo informativo contenuto nella finestra "Catalogo hardware". È necessario osservare le seguenti regole L innesto di alimentatori con possibilità di ridondanza è consentito soltanto negli appositi telai di montaggio (riconoscibili dal numero di ordinazione incrementale nella finestra "Catalogo hardware) Alimentatori con possibilità di ridondanza possono operare congiuntamente solo con le CPU previste allo scopo; le CPU non idonee (p. es. di una versione meno recente) vengono respinte nel corso della configurazione Gli alimentatori con possibilità di ridondanza vanno innestati nel posto connettore 1 e in quello direttamente adiacente (non sono ammessi spazi vuoti!) Gli alimentatori con e senza possibilità di ridondanza non sono innestabili nello stesso telaio di montaggio (cioè non è consentito un "funzionamento misto") 2-4 A5E

37 Configurazione delle unità centrali Regole particolari per M7-400 Un sistema di unità M7-400 si crea quando si espande una CPU M7 oppure una FM M7 (unità di applicazione) con unità di ampliamento (EXM, ATM) o con un'unità di memoria di massa (MSM). Disporre nella tabella di configurazione innanzitutto l'unità di base (CPU M7 o FM M7), e successivamente le unità di ampliamento. Diversamente non è possibile inserire le unità di ampliamento! Disposizione di unità all'interno di un sistema M7-400 Si dovrà inserire al massimo un modulo di memoria di massa (MSM) ampliare la CPU M7 di max. 3 unità (EXM, ATM o MSM) disporre le unità del sistema solo nell'ordine seguente, a destra della CPU M7: - unità EXM - unità MSM - unità ATM Regole per i moduli di interfaccia PROFIBUS DP (M7-400) Se si utilizza un modulo di interfaccia per PROFIBUS DP nel sistema di automazione M7 400 (p. es. IF 964-DP come master DP), prestare attenzione a quanto segue: in questo modulo di interfaccia non può essere inserito nessun altro modulo di interfaccia nelle CPU, FM o EXM non può essere utilizzata un'interfaccia della CPU, FM o EXM che si trovi al di sotto di questo modulo di interfaccia Motivo: la spina di collegamento al bus PROFIBUS DP nasconde il vano del modulo o l'interfaccia sottostanti. Suggerimento: inserire un modulo di interfaccia per PROFIBUS DP solamente nella vano del modulo CPU, FM o EXM in basso a sinistra. A5E

38 Configurazione delle unità centrali 2.3 Istruzioni per la configurazione delle unità centrali Creazione di stazioni Presupposto Procedimento L'utente ha aperto il SIMATIC Manager, e aperto un progetto o creato uno nuovo. Una stazione può essere creata solo direttamente sotto il progetto. 1. Selezionare il progetto nel lato sinistro della finestra di progetto 2. Selezionare il comando Inserisci > Stazione > Stazione SIMATIC 300 o... > Stazione SIMATIC 400. La stazione viene creata con un nome predefinito. Si potrà ovviamente sostituirlo con un altro nome più opportuno Richiamo dell'applicazione per configurare l'hardware Presupposto Procedimento È stata creata una stazione (SIMATIC 300, SIMATIC 400). 1. Selezionare nella finestra di progetto l'oggetto "Stazione", in modo che sia visibile l'oggetto "Hardware" nel lato destro della finestra della stazione. Oggetto "Stazione" 2. Fare doppio clic sull'oggetto "Hardware". Oggetto "Hardware" In alternativa si può selezionare l'oggetto "Stazione" e il comando di menu Modifica > Apri oggetto. Risultato: compaiono sullo schermo una finestra di stazione e il catalogo delle unità (se era aperto alla chiusura della seduta di lavoro precedente). Nella finestra della stazione è possibile collocare telai di montaggio (rack) ed altri componenti, a seconda della configurazione della stazione; selezionare nel catalogo delle unità (finestra "Catalogo hardware") i componenti necessari alla configurazione della stazione. Aperture di altre stazioni Con il comando Stazione > Nuova si configura un ulteriore stazione nello stesso progetto; con Stazione > Apri si apre una configurazione già esistente (offline). 2-6 A5E

39 Configurazione delle unità centrali Disposizione del rack centrale Presupposto La finestra della stazione è aperta, e si dispone di uno schema di configurazione hardware della stazione. Procedimento 1. Selezionare nella finestra "Catalogo hardware" un telaio di montaggio ("rack")adatto. Per SIMATIC 300 la guida profilata, per SIMATIC 400 ad es. il telaio di montaggio universale (UR1). 2. Trascinare il telaio di montaggio nella finestra delle stazioni mediante drag&drop. Nella parte superiore della finestra viene visualizzato il telaio di montaggio come piccola tabella di configurazione. La parte inferiore della finestra è destinata invece alla visualizzazione dei dettagli del telaio di montaggio con ulteriori dati, quali numero di ordinazione, indirizzo MPI, indirizzi di ingresso e uscita. In alternativa ai punti 1 e 2 è anche possibile fare doppio clic sul telaio di montaggio nella finestra "Catalogo hardware" Disposizione di unità nel telaio di montaggio Presupposti Nella finestra della stazione è stato disposto un telaio di montaggio, che non è ridotto a icona (sono visibili i posti connettori del telaio di montaggio). Se si vuole aumentare l'ergonomicità della visualizzazione, STEP 7 offre la possibilità di evidenziare mediante i colori i posti connettore ammessi per l'unità selezionata, a condizione che per il monitor siano impostati più di 256 colori. Procedimento 1. Selezionare un'unità (p. es. una CPU) nella finestra "Catalogo hardware". I posti connettore nei quali l'unità può essere innestata vengono evidenziati mediante i colori. 2. Trascinare l'unità tramite drag&drop nella relativa riga del telaio di montaggio (tabella di configurazione). STEP 7 verifica se sono state violate le regole per i posti connettore (una CPU S7-300 può p. es. essere inserita nel posto connettore 2). Simbolo di violazione delle regole relative ai posti connettore 3. Ripetere le fasi 1 e 2 fino a quando l'equipaggiamento del telaio di montaggio non sia completato con tutte le unità desiderate. In alternativa è possibile anche selezionare nella tabella di configurazione una riga, e fare doppio clic sull'unità desiderata nella finestra "Catalogo hardware". Se nel telaio di montaggio non è ancora stata selezionata alcuna riga, facendo doppio clic su un'unità nella finestra di dialogo "Catalogo hardware", l'unità desiderata viene inserita sul primo posto connettore. A5E

40 Configurazione delle unità centrali Suggerimento Dopo aver selezionato un posto connettore di un telaio di montaggio, è possibile visualizzare una lista di unità innestabili richiamando il menu di scelta rapida (tasto destro del mouse) Inserisci oggetto o Sostituisci oggetto. In questo modo non è necessario effettuare la ricerca nel Catalogo hardware. Possono essere selezionate tutte le unità presenti nel profilo di catalogo attivo. Rappresentazione di interfacce e moduli di interfaccia Le interfacce e i moduli di interfaccia sono visualizzati in una riga apposita della tabella di configurazione. La riga è denominata come l'interfaccia (p. es. X1) oppure - se l'unità dispone di vani per i moduli di interfaccia - con il prefisso "IF" (p. es. IF1). In presenza di interfacce incorporate compare il nome dell'interfaccia nella colonna "Unità"; in presenza di unità con alloggiamenti per moduli di interfaccia è possibile trasferire per drag&drop un modulo di interfaccia (IF) appropriato dalla finestra "Catalogo hardware" alla relativa riga Visualizzazione della versione del sistema operativo della CPU nella finestra 'Catalogo hardware' Se per una stessa CPU sono presenti più versioni del sistema operativo, nel 'Catalogo hardware' tale CPU verrà rappresentata come cartella contenente le varie versioni del sistema operativo. Verificare la versione del sistema operativo residente nella CPU con cui si sta lavorando e selezionare tale versione nella finestra 'Catalogo hardware'. 2-8 A5E

41 Configurazione delle unità centrali Disposizione di sistemi integrati compatti C7 (particolarità) In un sistema integrato compatto C7 (p. es. C7-620) sono integrati nello stesso cabinet: CPU SIMATIC 300 ingressi e uscite (digitali e analogici) unità d'interfaccia IM 360 per l'accoppiamento di altre unità SIMATIC 300 OP con interfaccia per stampante. Procedura semplificata Poiché il sistema integrato compatto C7 non viene montato su una guida profilata, non è necessario occuparsi della disposizione di un telaio di montaggio. Presupposto La finestra della stazione e la finestra "Catalogo hardware" devono essere visibili. Procedimento 1. Selezionare un sistema integrato compatto C7 nella finestra "Catalogo hardware". Questi sistemi si trovano sotto SIMATIC Trascinare il sistema integrato compatto C7 nella finestra delle stazioni con drag&drop. 3. Eventualmente, per ampliare il sistema integrato compatto C7 procedere nel seguente modo. - Selezionare come telaio di montaggio le guide profilate nella finestra "Catalogo hardware". - Trascinare in successione i telai di montaggio con drag&drop nella finestra delle stazioni. - Assegnare delle unità al telaio di montaggio. Importante: perché l'accoppiamento sia realizzabile, le unità di interfaccia devono essere inserite in tutti i telai di montaggio. A5E

42 Configurazione delle unità centrali Definizione delle proprietà di unità/interfacce Introduzione Le proprietà di componenti, quali ad esempio unità e interfacce, riguardano nel seguito interfacce e parametri. Leggere quanto segue soltanto se si vogliono modificare i valori preimpostati. Presupposto I componenti di cui si intendono modificare le proprietà sono stati disposti nella tabella di configurazione. Procedimento Ogni componente (unità, interfaccia, modulo di interfaccia) ha proprietà di default, p. es. tipi di misura e campi preimpostati per unità di ingresso analogiche. Se si vogliono modificare tali impostazioni procedere nel seguente ordine. 1. Fare doppio clic nella tabella di configurazione sui componenti da parametrizzare (p. es. unità o modulo d'interfaccia), o selezionare la riga e scegliere il comando di menu Modifica > Proprietà dell'oggetto. Con il tasto destro del mouse: spostare il cursore sui componenti, premere il tasto destro del mouse, e selezionare dal menu a comparsa il comando Proprietà dell'oggetto 2. Definire le proprietà dei componenti per mezzo delle schede visualizzate Assegnazione di indirizzi Nell'assegnazione di indirizzi si distingue tra indirizzi dei nodi e indirizzi di ingresso/uscita (indirizzi di periferia). Gli indirizzi dei nodi sono indirizzi di unità programmabili (indirizzi MPI, PROFIBUS e Industrial Ethernet), necessari per poter indirizzare i diversi nodi di una sotto-rete - p. es. per caricare un programma utente in una CPU. Per informazioni sull'assegnazione di indirizzi dei nodi nella sotto-rete, consultare il capitolo sul collegamento in rete di stazioni. Gli indirizzi di ingresso/uscita (indirizzi di periferia) sono necessari per leggere gli ingressi e impostare le uscite nel programma utente. Particolarità: indirizzi MPI di FM e CP (S7-300) CP e FM con proprio indirizzo MPI hanno una particolarità: il loro indirizzo MPI viene rilevato automaticamente dalla CPU, e assegnato secondo il seguente modello: primo CP / prima FM dopo la CPU: indirizzo MPI della CPU + 1 secondo CP / seconda FM dopo la CPU: indirizzo MPI della CPU + 2 Le CPU più avanzate di S7-300 (vedere manuale o informazioni sul prodotto) permettono la libera assegnazione di indirizzi MPI per tali CP e FM (impostabili con la scheda "Generale" dell'unità) A5E

43 Configurazione delle unità centrali Assegnazione di indirizzi di ingresso/uscita STEP 7 assegna indirizzi di ingresso e di uscita nel momento in cui colloca le unità nella tabella di configurazione. Ogni unità ha quindi un indirizzo iniziale (indirizzo del primo canale), da cui vengono poi derivati gli indirizzi dei restanti canali. Presupposti L'unità è inserita in un rack centrale o in un rack di ampliamento. La CPU permette una assegnazione libera di indirizzi L'unità è inserita in uno slave DP oppure l'unità è uno slave DP (slave DP compatto) Procedimento 3. Fare doppio clic sulla riga del telaio di montaggio con l'unità di cui si desidera impostare l'indirizzo di partenza, oppure selezionare la relativa unità e scegliere il comando di menu Modifica > Proprietà dell'oggetto. 4. Selezionare la scheda "Indirizzi". 5. Modificare l'indirizzo iniziale preimpostato. Avvertenza Nelle unità all'interno di un segmento del bus locale costituite da una FM (S7-300) o nelle FM speciali (S7-400) si deve attribuire un ulteriore indirizzo iniziale. Oltre all'indirizzo iniziale per la CPU, l'unità ne ha anche uno per l'fm. In questo caso, nella visualizzazione completa della tabella di configurazione l'indirizzo iniziale visualizzato si riferirà sempre all'fm. Visualizzazione del sommario indirizzi Gli indirizzi di ingresso e uscita, e le gli spazi vuoti tra gli indirizzi (intervalli indirizzi), possono essere visualizzati nel modo seguente. 1. Aprire la stazione di cui si vogliono vedere gli indirizzi. 2. Selezionare il comando Visualizza > Sommario indirizzi. 3. Selezionare nella finestra di dialogo "Sommario indirizzi" l'unità di cui si intende visualizzare ingresso e uscite assegnate (p. es. CPU). 4. È possibile eventualmente filtrare la visualizzazione secondo il tipo di indirizzi (p. es. solo indirizzi iniziali). I campi di indirizzi "Ingressi" e "Uscite" vengono visualizzati con i dati per localizzare le unità (p. es. numero di sistema master, indirizzo PROFIBUS con PROFIBUS DP, telaio di montaggio, posto connettore, vano del modulo di interfaccia). Gli indirizzi di ingresso di lunghezza 0 (p. es. indirizzi di unità d'interfaccia) sono contrassegnati da un asterisco (*). A5E

44 Configurazione delle unità centrali Assegnazione di simboli a indirizzi di ingresso e uscita Introduzione Già in corso di configurazione delle unità è possibile assegnare dei simboli agli indirizzi di ingresso e uscita, senza dover passare per la tabella dei simboli. Nella configurazione hardware, i simboli possono essere assegnati solo a ingressi e uscite di unità digitali e analogiche. Bisogna ricorrere all assegnazione tramite tabella dei simboli per gli ingressi/uscite integrati (p. es. CPU 312 IFM), per CP, FM e unità S5 (p. es. configurate tramite capsula di adattamento). I simboli assegnati non vengono caricati nell'operazione di caricamento nella stazione (comando: Sistema di destinazione > Carica nell'unità). Conseguenza: ricaricando una configurazione di stazione nel PG (comando: Sistema di destinazione > Carica nel PG), i simboli non vengono visualizzati! Procedimento 1. Selezionare l'unità digitale/analogica ai cui indirizzi si vogliono assegnare i simboli. 2. Selezionare il comando Modifica > Simboli, oppure premere il tasto destro del mouse, e selezionare dal menu di scelta rapida il comando Modifica simboli. Nella finestra di dialogo che viene visualizzata è possibile definire i simboli. Cliccando sul pulsante "Compila caselle" della finestra viene immesso il nome dell'operando come simbolo Controllo degli ingressi e comando delle uscite con la configurazione hardware Introduzione Se la CPU è accessibile online, e l'utente ha caricato la configurazione dell'hardware nella CPU, è possibile indirizzare direttamente, senza cioè dover cambiare applicazione, gli ingressi e le uscite delle unità ingressi/uscite progettate. Procedere nella maniera seguente: 1. Selezionare l'unità da controllare/comandare. 2. Selezionare il comando di menu Sistema di destinazione > Controlla/comanda. Questo comando di menu può essere attivato soltanto se l'unità supporta queste due funzioni (p. es. unità del tipo DI, DO, AI, AO) Si apre una finestra di dialogo che mostra in una tabella gli ingressi e le uscite dell'unità (colonna "Operando"). In caso di unità digitali gli ingressi e le uscite vengono visualizzati in formato binario, per le unità analogiche in formato WORD A5E

45 Configurazione delle unità centrali Controllo 1. Attivare la casella di controllo "Controlla" 2. Fare clic sul pulsante "Trigger" per controllare o modificare il punto e le condizioni di trigger. Le informazioni sulle impostazioni si trovano nella Guida alla finestra di dialogo "Trigger", che può essere richiamata facendo clic sul pulsante. 3. Per controllare direttamente gli ingressi di periferia, attivare la casella di controllo "Visualizza periferia"; se la casella di controllo non è attiva, viene controllata l'immagine di processo degli ingressi. 4. Se è stata selezionata la condizione di trigger "Una volta", occorre aggiornare la visualizzazione nella colonna "Valore di stato" con il pulsante "Valori di stato". Il valore viene mantenuto finché è "congelato", finché non si attiva nuovamente il pulsante "Valore di stato". Comando Con trigger definito: 1. Inserire i valori di comando nella tabella. 2. Fare clic sul pulsante "Trigger" per controllare o modificare il punto e le condizioni di trigger. Le informazioni sulle impostazioni si trovano nella Guida alla finestra di dialogo "Trigger", che può essere richiamata facendo clic sul pulsante. 3. Attivare la casella di controllo "Comanda". Vengono comandati tutti gli operandi visibili che hanno un valore di comando. Comando di variabili una sola volta: Indipendentemente dal punto e dalle condizioni di trigger, è possibile assegnare dei valori alle variabili una sola volta. All'attivazione, il job viene eseguito il più rapidamente possibile come un "Trigger immediato", senza riferimento ad alcun punto preciso del programma utente. 4. Inserire i valori di comando nella tabella. 5. Fare clic sul pulsante "Valori di comando". Per controllare direttamente gli ingressi di periferia, attivare la casella di controllo "Visualizza periferia"; se la casella di controllo non è attiva, viene controllata l'immagine di processo delle uscite. Per controllare direttamente le uscite anche in stato di STOP della CPU, occorre attivare la casella di controllo "Abilita uscite". In caso contrario le uscite restano resettate allo STOP o hanno un valore sostitutivo parametrizzato. Controllo di operandi comandati Si tenga presente che la visualizzazione nella colonna "Valore di stato" dipende dai punti di trigger impostati e dai processi che la CPU esegue (es.: momenti di aggiornamento delle immagini di processo). Affinché il valore comandato venga visualizzato nella colonna "Valore di stato", è opportuno impostare il punto di trigger per "Controlla" su "Inizio ciclo" e il punto di trigger per "Comanda" su "Fine ciclo". A5E

46 Configurazione delle unità centrali Controllo e comando di unità di ingresso / uscita Quanto si controlla/comanda un'unità con ingressi e uscite (es.: 8DI/8DO), va ricordato che il trigger vale per tutta l'unità. Se per esempio si imposta il punto di trigger per il comando su "Inizio ciclo", sia gli ingressi che le uscite verranno comandati all'inizio del ciclo. In questo caso, i valori di comando per gli ingressi divengono operativi perché essi sovrascrivono l'immagine di processo degli ingressi dopo il suo aggiornamento, vale a dire, immediatamente prima che inizi l'elaborazione ciclica del programma. I valori di comando per le uscite vengono invece sovrascritti dal programma utente. Controllo e comando di ingressi e uscite della periferia decentrata Agli ingressi e alle uscite della periferia decentrata è possibile l'accesso coerente in lettura con la SFC 14 "DPRD_DAT" ed in scrittura con la SFC 15 "DPWR_DAT". Per poter accedere ai valori di stato o di comando effettivi durante il comando o il controllo, si tenga conto di quanto segue: Al parametro d'ingresso RECORD delle SFC, assegnare "E" (Ingresso) oppure "A" (Uscita) ed introdurre l'area di indirizzi parametrizzata visualizzata, rispettivamente, nella colonna "Indirizzo E" oppure "Indirizzo A" della tabella di configurazione dello slave DP. Se per la memorizzazione dei dati coerenti si scelgono altre aree, vengono visualizzate nella tabella di Controlla / Comanda aree non rilevanti dell'immagine di processo A5E

47 Configurazione delle unità centrali Configurazione di CP PtP Introduzione alla configurazione di CP con collegamento punto a punto (CP PtP) I processori di comunicazione vengono collocati tramite drag&drop nella tabella di configurazione come le altre unità della finestra "Catalogo hardware" e vengono parametrizzati (Impostazioni generali, Indirizzi e Parametri di base). Il software opzionale per l'impostazione dei parametri della procedura deve essere avviato con il pulsante "Parametri" nella scheda "Parametri di base". I collegamenti PtP devono essere progettati per i CP PtP in una stazione SIMATIC 400. La sezione seguente contiene una breve descrizione della procedura; per una descrizione dettagliata vedere i manuali specifici dei CP PtP. Progettazione dei collegamenti per i CP PtP in S7-400 Il CP PtP costituisce l'anello di congiunzione per il collegamento tra una CPU S7 e un partner collegato tramite collegamento punto a punto. Tra la CPU S7-400 e il CP PtP devono essere progettati dei collegamenti. Procedere nel modo seguente: 1. Configurare il CP PtP e, se anche il partner di collegamento è un CP PtP in una stazione S7-400, la stazione partner nella Configurazione HW con tutte le unità 2. Avviare NetPro (da Configurazione HW: comando di menu Strumenti > Configura rete) 3. Se è già stata creata una sotto-rete PtP durante la configurazione del CP PtP e il CP è stato collegato in rete, proseguire dal passo 2 ; Altrimenti: inserire la sotto-rete PtP e utilizzarla per collegare in rete il CP 4. Selezionare il partner di collegamento: - Il partner di collegamento è un CP 34x (CP PtP in una stazione S7-300), un CP S5 PtP, una stampante o un'apparecchiatura non S7: Progettare come partner di collegamento un' "Altra stazione". Progettare un'interfaccia PtP per l'"altra stazione" e collegare in rete questa interfaccia con la sotto-rete PtP creata! - Il partner di collegamento è un CP PtP per una stazione SIMATIC 400: Il partner di collegamento è già stato progettato nel passo 1 e si può proseguire con il passo 3 5. Progettare il/i collegamento(i) PtP: - Il partner di collegamento è un CP 34x (PtP-CP in una stazione S7-300), un S5-CP PtP, una stampante o un'apparecchiatura non S7: Progettare il collegamento PtP per il CP locale (con il partner di collegamento "Altra stazione") - Il partner di collegamento è un CP PtP per una stazione SIMATIC 400: Progettare il collegamento PtP sia per il CP locale sia per la stazione partner. 6. Caricare i dati di configurazione e i dati di collegamento nelle rispettive stazioni. A5E

48 Configurazione delle unità centrali Configurazione di unità S5 In una stazione SIMATIC 400 esiste la possibilità di utilizzare unità S5. Queste unità vengono collegate tramite capsula di adattamento S5 (IM 470) oppure IM per il collegamento di apparecchiature di ampliamento S5 con IM 314 Queste unità si trovano nella finestra "Catalogo hardware" sotto "IM-400". Avvertenza Per ogni accoppiamento occorre configurare le aree di ingresso oppure di uscita delle unità S5 (doppio clic sulla capsula di adattamento o IM 463-2, e quindi selezionare le schede "Indirizzi di ingresso" o "Indirizzi di uscita")! Se le aree di indirizzamento non sono configurate, le unità sopra citate non vengono memorizzate nei blocchi dati di sistema (SDB). Conseguenza: la configurazione caricata nella CPU non contiene informazioni su queste unità. Se questa configurazione viene caricata nel PG, queste unità mancano nella tabella di configurazione! 2-16 A5E

49 Configurazione delle unità centrali 2.4 Completamento del rack centrale con rack di ampliamento Configurazione di rack di ampliamento in SIMATIC 300 Per le stazioni SIMATIC 300 sono disponibili come telaio di montaggio (rack) centrale e come telaio di montaggio (rack) di ampliamento solo le "guide profilate"; ovvero l'utente colloca altrettante guide profilate (max. 4) di quelle presenti nella configurazione reale. I rack di ampliamento vengono accoppiati in STEP 7 inserendo su ogni rack le rispettive unità d'interfaccia nel posto connettore 3. Per l'ampliamento con esattamente un telaio di montaggio: telai di montaggio 0 e 1: IM 365 Per l'ampliamento con max 3 telai di montaggio: telai di montaggio 0: IM 360; telai di montaggio da 1 a 3: IM 361 Configurazione di rack di ampliamento in SIMATIC 400 In SIMATIC 400 le possibilità di ampliamento sono più complesse a causa dei diversi telai di montaggio e unità d'interfaccia. Tutti i rack di ampliamento collegati a una interfaccia dell'im di trasmissione del rack centrale costituiscono un ramo. Nella figura seguente tre rack di ampliamento sono collegati a un'interfaccia dell'im di trasmissione. A5E

50 Configurazione delle unità centrali Regole per l'accoppiamento dei rack di ampliamento (SIMATIC 400) Se si accoppiano rack di ampliamento (SIMATIC 400) a un'interfaccia di una IM di trasmissione del rack centrale, le seguenti proprietà devono corrispondere in IM di trasmissione e IM di ricezione. Tensione di alimentazione (con/senza) Tipo di accoppiamento (centrale/decentrale) Trasmissione bus K (con/senza trasmissione di allarme) Disposizione del rack di ampliamento (SIMATIC 400) Procedimento 1. Selezionare un rack di ampliamento adeguato dalla finestra "Catalogo hardware". 2. Trascinare uno alla volta i telai di montaggio con drag&drop nella finestra delle stazioni. 3. Se si desidera modificare il numero del rack procedere come segue. Fare doppio clic sulla seconda riga del telaio di montaggio nel lato superiore della finestra della stazione. Nella scheda "Generale" del telaio di montaggio si può modificare il numero. 4. Assegnare unità al telaio di montaggio. Importante: le unità d'interfaccia devono essere inserite in tutti i telai di montaggio in modo da poterli collegare l uno con l altro. 5. Solo in S7-400: trascinare i collegamenti tra le unità d'interfaccia nei telai di montaggio: - Fare doppio clic sull'im di trasmissione - Selezionare la scheda "Collegamento" In questa scheda vengono visualizzati tutti i telai di montaggio non accoppiati (telai di montaggio con IM di ricezione inserite) - Selezionare uno alla volta i telai di montaggio e collegarli tramite il pulsante "Collega" all'interfaccia desiderata dell'im di trasmissione (C1 o C2). L'assegnazione dei telai di montaggio viene rappresentata mediante delle linee Eccezione: il rack centrale ha diverse CPU Se si vuole ampliare con telai di montaggio la configurazione composta dal telaio di montaggio segmentato CR2 (S7-400), o una configurazione multicomputing, occorre procedere nell'ordine seguente. 1. Configurare il telaio di montaggio centrale (p. es. CR2) con l'im di trasmissione. 2. Inserire solo IM di ricezione nei rack di ampliamento. 3. Trascinare i collegamenti tra le unità d'interfaccia (IM) come descritto sopra. Le unità potranno essere inserite nel rack di ampliamento solo a questo punto. Motivo: poiché lo spazio di indirizzamento è ripetutamente presente per molte CPU, è necessario che innanzi tutto il rack di ampliamento sia assegnato ad uno spazio di indirizzamento (= una CPU) A5E

51 3 Configurazione della periferia decentrata (DP) Introduzione Il termine "periferia decentrata" indica i sistemi master, costituiti da master DP e slave DP, che sono collegati mediante un cavo bus e comunicano tra loro tramite il protocollo PROFIBUS DP. Vengono qui descritte unicamente le procedure di massima della configurazione, in quanto sia i master DP sia gli slave DP possono essere dispositivi diversi tra loro. Per informazioni più dettagliate sulle funzioni disponibili, le procedure di accesso, ecc., consultare il manuale del dispositivo utilizzato o la Guida online su specifiche FC (p. es. DP-SEND e DP-RECEIVE per CP 342-5). 3.1 Procedura fondamentale per configurare sistemi master DP Avendo appreso le procedure fondamentali per la configurazione della struttura centrale, si saprà già anche come configurare la periferia decentrata - il modo di procedere è sostanzialmente identico. Finestra della stazione come riproduzione del sistema master DP reale Posizionando un master DP (p. es. una CPU 315-2DP), STEP 7 disegna automaticamente una linea che rappresenta il sistema master. Alla fine della linea l'utente posiziona per drag&drop gli slave DP assegnati a questo master DP - dalla finestra "Catalogo hardware" alla voce "PROFIBUS-DP". Visto che un sistema master DP è sempre connesso a una sotto-rete PROFIBUS; mentre vengono posizionati i componenti DP, STEP 7 visualizza pertanto automaticamente le finestre per definire le proprietà della sotto-rete (p. es. velocità di trasmissione) e l'indirizzo PROFIBUS. A5E

52 Configurazione della periferia decentrata (DP) Lo slave DP non compare nella finestra "Catalogo hardware" Se non compare uno slave DP nella finestra "Catalogo hardware", va installato il corrispondente file GSD dopo l'avviamento di STEP 7 con il comando Strumenti > Installa file GSD. L installazione di questo file avviene interattivamente mediante finestre di dialogo. Lo slave DP installato appare quindi nella finestra "Catalogo hardware" alla voce "PROFIBUS DP - Ulteriori apparecchiature da campo". Configurazione slave nella sezione di vista dettagli Selezionando lo slave DP verranno visualizzati la struttura dello slave (identificativi DP e unità/moduli) e indirizzi E/A nella vista dettagli della finestra della stazione. Commutazione tra sistema master DP e slave DP nella vista dettagli della finestra della stazione Selezionando il simbolo del sistema master DP ( ) vengono visualizzati nella parte inferiore della finestra delle stazioni tutti gli slave DP del sistema master DP. Selezionando un simbolo dello slave DP viene rappresentata nella parte inferiore della finestra la struttura dello slave DP. Per passare da una visualizzazione all'altra, utilizzare i pulsanti o. 3-2 A5E

53 Configurazione della periferia decentrata (DP) Numerazione dei posti connettore in apparecchiature della periferia decentrata A seconda di quale tipo di slave DP viene configurato, i posti connettore iniziano nella vista dettagli dello slave DP con "0" o con "4". Negli slave DP, configurati con file GSD, il file GSD indica a partire da quale posto connettore cominciano gli indirizzi di periferia; i posti connettore che si trovano prima sono "posti vuoti". La numerazione dei posti connettore di slave DP, come ET 200M, completamente integrati in STEP 7, viene ricavata dalla struttura della stazione S7-300 secondo il seguente schema. Osservazioni sui posti connettore di slave DP La periferia "vera e propria" (ingressi/uscite) inizia sempre al posto connettore 4. Indipendentemente se un'unità di alimentazione (PS) è inserita o meno nella configurazione reale: posto connettore 1 è sempre riservato per una "PS". Posto connettore 2 è sempre riservato per l'interfaccia DP. Posto connettore 3 è sempre riservato per un'interfaccia di ampliamento (IM), indipendentemente se il dispositivo di periferia "reale" sia ampliabile o meno. Questo schema viene applicato a tutti i tipi di slave DP, sia modulari sia compatti. L'assegnazione dei posti connettore è importante per l'analisi dei messaggi di diagnostica ("Posto connettore da cui è stata attivata la diagnostica"). A5E

54 Configurazione della periferia decentrata (DP) 3.2 Dove trovare gli slave DP nella finestra Catalogo hardware? Tutti gli slave DP possono essere trovati nella finestra "Catalogo hardware" nella cartella "PROFIBUS-DP". Si tenga presente quanto segue. Il master DP è una CPU SIMATIC 300 o SIMATIC 400 con interfaccia PROFIBUS-DP integrata oppure un CP PROFIBUS (escluso CP 342-5DA00) in un SIMATIC 300/400 o in una stazione SIMATIC PC con un PROFIBUS-CP (senza CP 5611/CP 5613): Gli slave DP si trovano sotto il loro "nome di famiglia" (p. es. PROFIBUS-DP\ET 200B).... un CP 342-5DA00 con interfaccia PROFIBUS-DP o una stazione SIMATIC Pccon CP 5611/CP 5613: Gli slave DP si trovano nella cartella "Slave DP V0" oppure sotto il loro "nome di famiglia" (ad. es. PROFIBUS-DP\DP V0-Slaves\ET 200B). La cartella "Slave DP V0" contiene slave DP rappresentati dal relativo file GSD o dal file di tipo slave ("slave standard"). La cartella con il "nome di famiglia" e disposta immediatamente sotto al PROFIBUS-DP (p. es. PROFIBUS-DP\ET 200B), contiene normalmente slave DP le cui caratteristiche sono memorizzate in STEP 7 ("slave S7"). Nuovo acquisto dello slave DP (con file GSD nuovo) Dopo aver installato il file GSD, lo slave DP si trova sotto "Ulteriori apparecchiature da campo". Lo slave DP è di tipo intelligente Esempi: sono progettabili come slave DP le stazioni con CP DP CPU DP, CPU DP, CPU DP Modulo di base ET 200X (BM 147/CPU) IM 151/CPU (ET 200S) Dopo la configurazione della stazione lo slave DP è presente nella cartella "Stazioni già progettate". La procedura che permette di inserire la stazione nella cartella "Stazioni già progettate" è spiegata al capitolo relativo alla configurazione di slave DP intelligenti. 3-4 A5E

55 Configurazione della periferia decentrata (DP) 3.3 Lettura e scrittura decentrata di dati coerenti (> 4 byte) In passato era possibile accedere ai dati coerenti (> 4 byte) di uno slave DP tramite l'sfc 14 e l'sfc 15. Con la versione 3.0 della CPU e delle CPU 41x è diventato possibile accedere ad un'area di dati coerenti tramite l'accesso all'immagine di processo (ad es. L EW). Configurazione delle aree di dati coerenti > 4 byte 1. Selezionare la scheda "Indirizzi" dello slave DP in Configurazione HW. In funzione del tipo di slave DP l'area di dati coerenti può essere impostata per default e non essere modificabile (ad es. perché definita dal file GSD) oppure può essere definibile con i campi "Lunghezza", "Unità" e "Coerenza mediante". 2. Definire se necessario la lunghezza dell'area coerente e collocarla in un'immagine di processo selezionando l'ip OB1 nel campo "Immagine di processo parziale" oppure, nell's7-400, anche un'immagine di processo parziale (ad es. IPP 3). Se non si collocano i dati in un'immagine di processo, si dovranno utilizzare per lo scambio dei dati l'sfc 14 o l'sfc 15. Il sistema operativo trasferisce i dati in modo coerente durante l'aggiornamento dell'immagine di processo e l'utente vi può accedere con i comandi di caricamento e trasferimento nell'immagine di processo. Questa opzione consente di accedere ai dati coerenti con particolare rapidità ed efficienza (minor carico sul tempo di ciclo). A5E

56 Configurazione della periferia decentrata (DP) 3.4 Configurazioni per PROFIBUS DP Configurazioni per PROFIBUS-DP Nel seguito sono illustrati degli esempi di configurazioni per PROFIBUS-DP che possono essere progettate con STEP 7. Configurazione con slave DP "semplici" (modulari o compatti) (scambio dati slave <> master) Configurazione con slave DP intelligenti (scambio dati I-slave <> master) Configurazione con slave DP intelligenti (comunicazione diretta slave > I-Slave) Configurazione con due sistemi master DP (comunicazione diretta slave > master) Configurazione con due sistemi master DP (comunicazione diretta slave > I-slave) Esempio di progettazione di comunicazione diretta Configurazione con slave DP 'semplici' (modulari o compatti) (scambio dati slave <> master) In questa configurazione avviene lo scambio di dati tra il master DP e slave DP semplici, p. es. unità E/A tramite il master DP. Il master DP interroga in successione ogni slave DP progettato nella sua lista di richiamo ("polling list") all'interno del sistema master DP e trasmette i dati di uscita o riceve i valori di ingresso di ritorno. Gli indirizzi E/A vengono assegnati automaticamente dal sistema di progettazione. Questa configurazione viene definita anche sistema ad un solo master poiché un solo master DP con i relativi slave DP è collegato ad una sotto-rete PROFIBUS DP fisica. 3-6 A5E

57 Configurazione della periferia decentrata (DP) Configurazione con slave DP intelligenti (scambio dati I-slave <> master) I compiti di automazione possono essere scomposti in compiti parziali che vengono comandati da un sistema di automazione sovraordinato. Questi compiti di comando che possono essere svolti in modo efficiente e autonomo vengono eseguiti come "preelaborazione" su una CPU. Questa CPU può essere realizzata sotto forma di slave DP intelligenti. Nelle configurazioni con slave DP intelligenti (I-slave), come p.es. una CPU315-2DP, il master DP non accede alle unità E/A dello slave DP intelligente ma solo all'area degli operandi della CPU dell' I-slave, vale a dire questa area degli operandi non deve essere occupata per unità E/A reali nell'i-slave. Questa assegnazione deve essere eseguita durante la progettazione dell'i-slave. Esempi di slave DP intelligenti (= slave DP con preelaborazione): stazione con CPU 313-2DP, CPU 316-2DP, CPU 318-2DP A5E

58 Configurazione della periferia decentrata (DP) Configurazione con slave DP intelligenti (comunicazione diretta slave > I-slave) Con questa configurazione possono essere trasmessi molto rapidamente i dati di ingresso di slave DP a slave DP intelligenti sulla sotto-rete PROFIBUS-DP. In linea di principio tutti gli slave DP semplici (a partire da una determinata versione) oppure altri slave DP intelligenti possono mettere a disposizione dati di ingresso selezionati per la comunicazione diretta (DX) tra slave DP. Solo slave DP intelligenti, come p.es. CPU 315-2DP, possono essere utilizzati come riceventi di questi dati. Esempi di stazioni che possono essere progettate come slave DP intelligenti: CPU 315-2DP, CPU 316-2DP, CPU 318-2DP. 3-8 A5E

59 Configurazione della periferia decentrata (DP) Configurazione con due sistemi master DP (comunicazione diretta slave > I-slave) Diversi sistemi master DP in una sotto-rete fisica PROFIBUS-DP vengono definiti anche sistema a più master. Questa configurazione consente una lettura rapida dei dati di ingresso di slave DP semplici da parte di slave DP intelligenti della stessa sotto-rete fisica PROFIBUS DP. Gli slave DP intelligenti possono essere posizionati sullo stesso o su un altro sistema master DP. Uno slave DP intelligente, come p.es. una CPU 315-2DP può così far trasmettere i dati di ingresso di slave DP "semplici" anche da diversi sistemi master DP (p.es. sistema a più master) direttamente alla sua area dati di ingresso. In linea di principio gli slave DP semplici (a partire da una determinata versione) possono mettere a disposizione tutti i dati di ingresso selezionati per la comunicazione diretta (DX). Questi dati di ingresso possono a loro volta essere utilizzati ulteriormente solo da slave DP intelligenti, come p.es. CPU 315-2DP Configurazione con due sistemi master DP (comunicazione diretta slave > master) Diversi sistemi master DP in una sotto-rete fisica PROFIBUS-DP vengono definiti anche sistema a più master. In questa configurazione i dati di ingresso di slave DP intelligenti o di slave DP semplici possono essere letti direttamente dal master DP di un altro sistema master DP della stessa sotto-rete PROFIBUS-DP fisica. A5E

60 Configurazione della periferia decentrata (DP) 3.5 Istruzioni per la configurazione dei sistemi della periferia decentrata Creazione di sistemi master DP Presupposto Si è disposto nella stazione della finestra un telaio di montaggio, la cui rappresentazione indica che è aperto (sono visibili i posti connettore del telaio di montaggio). Master DP Come master DP è possibile impiegare: una CPU con interfaccia master DP integrata o inseribile (un esempio di interfaccia integrata è la CPU DP) un modulo di interfaccia, assegnato a una CPU/FM (p. es. IF 964-DP in CPU 488-4) un CP in collegamento con una CPU (p. es. CP 342-5, CP 443-5) un'unità di interfaccia con l'interfaccia master DP (p.es. IM 467) Procedura 1. Selezionare un master DP nella finestra "Catalogo hardware" (ad es. CPU DP). 2. Trascinare l'unità con drag & drop in una riga del telaio di montaggio. Si apre la finestra di dialogo "Proprietà del nodo PROFIBUS" in cui è possibile: - creare una nuova sotto-rete PROFIBUS, o sceglierne una già presente - impostare le proprietà della sotto-rete PROFIBUS (baud rate ecc.) - impostare l'indirizzo PROFIBUS del master DP. 3. Confermare le impostazioni con "OK" Compare il seguente simbolo: Questo simbolo rappresenta "l'aggancio" per gli slave DP del sistema master DP. Suggerimento: se il simbolo non può essere trovato subito, può darsi che esso sia nascosto dalla tabella di configurazione. Ridurre quindi la tabella di configurazione in cui si nasconde il master DP. Se il simbolo del sistema master DP non è ancora visibile, selezionare il comando Inserisci > Sistema master A5E

61 Configurazione della periferia decentrata (DP) Gestione con sistemi master DP e interfacce DP Separazione del sistema master DP Se si desidera inserire una CPU con interfaccia PROFIBUS-DP integrata oppure un PROFIBUS-CP in una stazione (progettabile come slave DP intelligente) e questa CPU è stata progettata come master DP con il sistema master, allora è possibile separare il sistema master dal master DP: 1. Selezionare l'interfaccia master DP 2. Selezionare il comando di menu Modifica > Sistema master > Separa. Alternativa: Selezionare il comando del menu a comparsa Separa sistema con il tasto destro del mouse Il sistema master viene mantenuto come sistema master "orfano" ed è visibile nella stazione. Viene mantenuta la comunicazione diretta progettata. Se il sistema master è privo di slave DP, il sistema master viene cancellato Inserimento del sistema master DP Se sono stati progettati uno o più sistemi master DP e sono stati separati dall'interfaccia master DP, è possibile inserire nuovamente uno dei sistemi master DP orfani sull'interfaccia master DP selezionata tramite il comando di menu Modifica > Sistema master > Inserisci. Possibilità di attivare online l'interfaccia PROFIBUS-DP Presupposto è che l'interfaccia PROFIBUS-DP integrata di una CPU si comporti come nodo attivo sul PROFIBUS-DP (sono così possibili funzioni PG tramite questa interfaccia): 1. L'interfaccia PROFIBUS-DP deve essere configurata come "collegata in rete", vale a dire con l'interfaccia PROFIBUS-DP selezionata deve essere scelta oppure creata di nuovo una sotto-rete PROFIBUS con il comando di menu Modifica > Proprietà dell'oggetto. 2. Questa configurazione deve essere caricata nella CPU. A partire da questo momento è p.es. possibile il controllo con il PG tramite l'interfaccia PROFIBUS-DP. Modifica delle proprietà del sistema master A partire da STEP 7 V5.0, Servicepack 3 è possibile modificare le proprietà del sistema master (nome e numero): 1. A configurazione aperta della stazione fare doppio clic sulla linea che rappresenta il sistema master. 2. Selezionare la scheda "Generale" ed adattare il nome e il numero di sistema master alle proprie esigenze. Tramite il pulsante "Proprietà" è possibile modificare anche la relativa sotto-rete. A5E

62 Configurazione della periferia decentrata (DP) Selezione e disposizione di slave DP Tipi d slave DP Nella progettazione di slave DP si distinguono i seguenti tipi Slave DP compatti (unità con ingressi e uscite digitali/analogici integrati, p. es. ET 200B) Slave DP modulari (unità di interfaccia a cui sono assegnate unità S5 o S7, ad es. ET 200M) Slave DP intelligenti (I-Slave) (stazioni S7-300 con p. es. CP 342-5, CPU 315-2DP o ET 200X con BM 147/CPU) Avvertenza Osservare nella progettazione del sistema master i dati tecnici del master DP (numero di nodi max, di posti connettore max, di dati utili max.). A causa della limitazione nei posti connettore o nei dati utili si può essere eventualmente indotti a non progettare il numero massimo di nodi! Presupposto Un sistema master DP deve essere presente, e visibile nella stazione della finestra. Simbolo del sistema master DP Se il simbolo non è presente (p. es. è stato cancellato), è possibile crearlo selezionando la riga dell'interfaccia DP del master DP, e attivando il comando Inserisci > Sistema master Copia di diversi slave DP 1. Tener premuto il tasto Ctrl e fare clic in successione con il mouse sugli slave DP da copiare. Risultato: gli slave DP sono selezionati. 2. Selezionare il comando di menu Modifica > Copia. 3. Selezionare il sistema master DP in cui inserire gli slave DP copiati. 4. Selezionare il comando Modifica > Inserisci (copia "normale"), ovvero Modifica > Inserzione ridondata (copia per ridondanza SW) 3-12 A5E

63 Configurazione della periferia decentrata (DP) Configurazione di slave DP compatti Procedura 1. Selezionare nella finestra "Catalogo hardware" uno slave DP compatto (p. es. ET 200B). 2. Trascinare lo slave DP sul seguente simbolo del sistema master DP: Si apre la finestra di dialogo "Proprietà del nodo PROFIBUS", dove è possibile impostare - le proprietà della sotto-rete PROFIBUS (baud rate ecc.) - l'indirizzo PROFIBUS dello slave DP. 3. Confermare le impostazioni con "OK" Risultato: viene agganciato al sistema master DP un simbolo che rappresenta lo slave DP compatto. Nella parte inferiore della finestra delle stazioni viene visualizzata la struttura della periferia dello slave DP compatto Configurazione di slave DP modulari Procedura 1. Selezionare un'unità di interfaccia per uno slave DP modulare (p. es. IM 153 per ET 200M) dalla finestra "Catalogo hardware". 2. Trascinare l'unità di interfaccia con drag & drop sul seguente simbolo del sistema master DP: Risultato: si apre la finestra di dialogo "Proprietà del nodo PROFIBUS", dove è possibile impostare - le proprietà della sotto-rete PROFIBUS (velocità di trasmissione ecc.) - l'indirizzo PROFIBUS dello slave DP. 3. Confermare le impostazioni con "OK". Viene agganciato al sistema master DP un simbolo che rappresenta lo slave DP. Nella parte inferiore della finestra della stazione compare la vista dettagli sullo slave DP con i suoi possibili posti connettore o identificativi DP. 4. Disporre le unità per gli slave DP modulari nella parte inferiore della finestra della stazione. Per gli slave DP modulari le unità possibili sono disposte nella finestra "Catalogo hardware" al di sotto della rispettiva "famiglia" di slave DP! Ne fanno parte: - Blocchi terminali (TB...SC) per Smart Connect (famiglia ET 200L SC) - Moduli SC (famiglia ET 200L SC) - Slave AS-i (famiglia DP/AS-i Link) - Unità S7-300 (famiglia ET 200M) A5E

64 Configurazione della periferia decentrata (DP) Assegnazione di SYNC/FREEZE a slave DP Un master DP dotato delle necessarie funzioni può inviare contemporaneamente i comandi di controllo SYNC e/o FREEZE ad un gruppo di slave DP per sincronizzare gli slave DP. Occorre a tal fine assegnare gli slave DP a gruppi SYNC e FREEZE. Presupposto Occorre aver creato un sistema master DP. Procedimento 5. Selezionare il simbolo per il sistema master DP nel quale si trova lo slave DP da assegnare ad un gruppo. 6. Selezionare il comando di menu Modifica > Proprietà dell'oggetto. Risultato: compare la scheda "Assegnazione dei gruppi" unitamente ad una tabella nella quale è possibile assegnare lo slave DP a gruppi SYNC/FREEZE. Avvertenza È possibile assegnare ogni slave DP al massimo ad un gruppo SYNC e ad un gruppo FREEZE. Eccezione: se si impiega come master DP un CP 3425, è possibile assegnare in tutto ad ogni slave DP attribuito al massimo 8 gruppi (gruppi SYNC e/o gruppi FREEZE). Informazioni utili sui comandi di controllo SYNC e FREEZE Con i comandi di controllo SYNC e FREEZE è possibile sincronizzare gli slave DP in modo comandato da evento. Il master DP invia i comandi di controllo contemporaneamente ad un gruppo di slave DP del proprio sistema master. Non vengono presi in considerazione gli slave DP guasti o quelli che segnalano una diagnostica attuale. Presupposto per la sincronizzazione con comandi di controllo è l'avvenuta assegnazione degli slave DP a gruppi SYNC e/o FREEZE A5E

65 Configurazione della periferia decentrata (DP) Comando di controllo SYNC Col comando di controllo SYNC il master DP induce un gruppo di slave DP a congelare gli stati delle proprie uscite sul valore momentaneo. Con i seguenti telegrammi gli slave DP salvano i dati di uscita del master DP; gli stati delle uscite degli slave DP rimangono tuttavia invariati. A seguito di ogni nuovo comando di controllo SYNC, lo slave DP pone le proprie uscite sui valori che ha salvato quali dati di uscita del master DP. Le uscite vengono riaggiornate ciclicamente solo quando il master DP invia il comando di controllo UNSYNC. Comando di controllo FREEZE Una volta ricevuto il comando di controllo FREEZE dal master DP gli slave DP di un gruppo bloccano lo stato corrente dei propri ingressi, e lo trasferiscono ciclicamente al master DP. A seguito di ogni nuovo comando di controllo FREEZE, gli slave DP bloccano nuovamente lo stato dei loro ingressi. I dati di ingresso vengono trasferiti ciclicamente dallo slave DP al master DP quando il master DP invia il comando di controllo UNFREEZE. A5E

66 Configurazione della periferia decentrata (DP) 3.6 Ulteriori configurazioni slave DP ET 200L e DP/AS-i Link Quando vengono configurati gli slave DP ET 200L e DP/AS-i Link osservare quanto segue. L'ET 200L è espandibile canale per canale con Smart Connect (SC) Il DP/AS-i Link viene configurato con slave AS-i; vedere il paragrafo successivo. Quando si colloca il DP/AS-i Link viene visualizzata automaticamente nella sezione inferiore della finestra delle stazioni una tabella di configurazione in cui è possibile collocare gli slave AS-i prelevati dalla finestra "Catalogo hardware" ET 200S Introduzione Gli slave DP e gli IO-Device della famiglia ET 200S vengono configurati come altri slave DP modulari. e IO-Device. Particolarità: i moduli di elettronica digitali con un'area di indirizzi di 2 bit occupano 1 byte al momento dell'inserimento nella tabella di configurazione (vista dettagli). L'area di indirizzi occupata può tuttavia essere ridotta dopo la configurazione azionando il pulsante "Comprimi indirizzi". Esempio: Prima di comprimere gli indirizzi Dopo la compressione degli indirizzi Modulo Indirizzo E Indirizzo E DI_1_Modul DI_2_Modul Nota La compressione di indirizzi non è possibile nella variante basata su GSD.degli IO-Device dell'et 200S. Utilizzare la variante del Catalogo HW che nel testo informativo non sia riferita ad un file GSD (*.XML) A5E

67 Configurazione della periferia decentrata (DP) Procedimento di compressione delle aree di indirizzi 1. Selezionare un'area contigua di moduli i cui indirizzi devono essere compressi. 2. Fare clic sul pulsante "Comprimi indirizzi" nella vista dettagli della tabella di configurazione. - Vengono compresse separatamente le aree di indirizzi per gli ingressi, le uscite e il modulo di partenza motore. - L'inizio dell'area di indirizzi è definito dall'indirizzo del primo modulo selezionato e ha la forma X.0. - Se l'indirizzo bit non è "0", viene calcolato automaticamente l'indirizzo byte (libero) successivo, a partire dal quale può essere inserita l'area selezionata - p. es. (X+1).0. - Se non vi sono più aree contigue, la compressione avverrà automaticamente negli spazi vuoti presenti tra gli indirizzi. Annullamento della compressione indirizzi Per riportare ad un byte l'indirizzo iniziale compresso di un modulo, procedere come indicato nel seguito: 1. selezionare il modulo con indirizzo compresso (p. es ); 2. fare clic sul pulsante "Comprimi indirizzi". L'indirizzo iniziale del modulo viene impostato sul prossimo indirizzo byte libero (p. es , se ancora libero). Particolarità dei moduli con indirizzi compressi Se l'indirizzo di un modulo è compresso, per la CPU non è più possibile individuare il posto connettore di tale modulo. Per questo motivo l'sfc 5 (GADR_LGC) emette, per il posto connettore effettivo del modulo, l'informazione di errore W#16#8099 (posto connettore non progettato). Altrettanto impossibile è l'analisi dell'sfc 49 (LGC_GADR) e dell'szl-id W#16#xy91 (informazione sullo stato dell'unità) per un modulo con indirizzo compresso. Anche l'individuazione da parte della CPU degli allarmi di un modulo con idirizzo compresso può venire ostacolata. Per eliminare questo inconveniente, in modalità DPV1, viene assegnato un ulteriore indirizzo di diagnostica al modulo. Le funzionalità "Comprimi indirizzi" e "Allarme di estrazione/inserimento" si escludono a vicenda. Regole per la configurazione di un ET 200S Posto connettore 1: solo modulo di potenza (PM-E oppure PM-D) A sinistra vicino ad un modulo di elettronica (EM): solo un EM o un modulo di potenza (PM-E oppure PM-D) A sinistra vicino al modulo di partenza motore (MS): solo un MS o un PM-D o un modulo di potenza (PM-D Fx (1..x..4) oppure PM-X) A sinistra vicino a un PM-X: solo un modulo di partenza motore o un PM-D Deve essere rispettata l'assegnazione del campo di tensione PM-E e il campo di tensione EM Sono consentiti max. 63 moduli ed un modulo di interfaccia IM A5E

68 Configurazione della periferia decentrata (DP) Particolarità della parametrizzazione dei giunti freddi Osservare l'ordine seguente. 1. Nella tabella di configurazione (vista dettagli) dell'et 200S, posizionare il modulo di elettronica analogico ed impostare un canale per la funzione giunto freddo sul campo di misura "RTD-4L Pt 100 Kl." 2. Fare doppio clic su ET 200S (Proprietà dell'interfaccia slave DP): Specificare il/i giunto/i freddo/i: posto connettore e canale del modulo RTD. 3. Posizionare il modulo di elettronica analogico per la misura della temperatura mediante termocoppia (modulo TC) e parametrizzarlo con il numero di giunto freddo (del modulo RTD) A5E

69 Configurazione della periferia decentrata (DP) ET 200S e gestione degli ampliamenti futuri Presupposti per gli ampliamenti futuri Modulo di potenza PM-E DC 24V/AC120/230V oppure PM-E DC V/AC V con supporto degli ampliamenti futuri (a partire da STEP 7 V5.3) Modulo d'interfaccia IM STANDARD (6ES AA03-0AB0) oppure IM FO STANDARD (a partire da 6ES AB02-0AB0) Operazioni fondamentali La funzione Ampliamenti futuri permette di preparare l'et 200S per futuri ampliamenti (opzioni). Nel seguito sono illustrate le operazioni fondamentali (per una descrizione dettagliata consultare anche il manuale Periferia decentrata ET 200S): 1. Montare, cablare, progettare e programmare la configurazione prevista dell'et 200S. 2. Al posto dei moduli di elettronica (necessari in un secondo momento) utilizzare per il montaggio gli economici moduli RESERVE (138-4AA00 o 138-4AA10). L'ET 200S può essere precablato completamente ("cablaggio di base"), poiché i moduli RESERVE non hanno alcuna connessione ai morsetti del modulo terminale (e dunque al processo). 3. Per i posti connettore dotati di moduli RESERVE anziché di moduli di elettronica, attivare la funzione Ampliamenti futuri (finestra delle proprietà dell'im STANDARD, scheda "Ampliamenti futuri"). 4. Nella finestra delle proprietà del modulo di potenza attivare la funzione Ampliamenti futuri e riservare. Per l'interfaccia di comando e di conferma lo spazio di indirizzi necessario nell'immagine di processo degli ingressi (IPI) e nell'immagine di processo delle uscite (IPU). 5. In un secondo momento sarà possibile sostituire i moduli RESERVE montati con i moduli progettati, senza dover modificare la progettazione. Regole La funzione Ampliamenti futuri può essere attivata per un modulo di potenza PM E- DC24..48V o PM EDC24..48V/AC24. Funzionamento: gestione degli ampliamenti futuri durante l'ampliamento Se è inibita la funzione "Avviamento con configurazione prefissata diversa da quella attuale", l'et 200S esegue l'avviamento anche in caso che al posto del modulo di elettronica progettato sia inserito un modulo RESERVE e che per il posto connettore sia attivata la funzione Ampliamenti futuri. A5E

70 Configurazione della periferia decentrata (DP) Funzionamento: gestione degli ampliamenti futuri in esercizio La funzione Ampliamenti futuri per il posto connettore è attivata: Nel posto connettore può essere innestato il modulo RESERVE (opzione) o il modulo di elettronica progettato. Se nel posto connettore è innestato un altro modulo, viene inviata una segnalazione di diagnostica (nessun modulo o modulo errato). La funzione Ampliamenti futuri per il posto connettore è disattivata: Nel posto connettore può essere innestato solo il modulo di elettronica progettato. Se nel posto connettore è innestato un altro modulo, viene inviata una segnalazione di diagnostica (nessun modulo o modulo errato). Valori sostitutivi per il modulo RESERVE Valore sostitutivo per gli ingressi digitali: 0 Valore sostitutivo per gli ingressi analogici: 0x7FFF Comando e valorizzazione nel programma utente L'ET 200S mette a disposizione della funzione Ampliamenti futuri un'interfaccia di comando e di conferma. L'interfaccia di comando si trova nell'immagine di processo delle uscite (IPU). Ogni bit di quest'area di indirizzi comanda uno dei posti connettore compresi tra 2 e 63: Valore del bit = 0: vale la parametrizzazione della funzione Ampliamenti futuri. Sono consentiti i moduli RESERVE. Valore del bit = 1: non vale la parametrizzazione della funzione Ampliamenti futuri. Per questo posto connettore non sono consentiti i moduli RESERVE. L'interfaccia di conferma si trova nell'immagine di processo degli ingressi (IPI). Ogni bit di quest'area di indirizzi dà informazioni sul modulo effettivamente innestato nei posti connettore compresi tra 1 e 63: Valore del bit = 0: nel posto connettore è innestato il modulo RESERVE o un modulo errato, oppure il modulo è stato estratto. Valore del bit = 1: nel posto connettore è innestato il modulo progettato. Gli indirizzi di queste interfacce vengono riservati quando nel modulo di potenza si attiva la funzione Ampliamenti futuri (scheda "Indirizzi"). Si tenga presente che la funzione "Ampliamenti futuri" deve essere attivata anche nello slave DP (modulo d'interfaccia IM STANDARD). Se non è attivata, gli indirizzi riservati per l'interfaccia di comando e di conferma vengono nuovamente abilitati. Ripetendo l'attivazione e la disattivazione della funzione "Ampliamenti futuri", l'indirizzo dell'interfaccia di comando e di conferma può risultare modificato. Per l'occupazione e il significato dei byte nell'immagine di processo consultare anche il manuale Periferia decentrata ET 200S A5E

71 Configurazione della periferia decentrata (DP) ET 200S in modo DPV1 DPV1 mette a disposizione funzioni ampliate quali ad esempio gli allarmi. Le funzioni sono parametrizzabili con l'interfaccia DP IM 151. La premessa per poter impostare il modo DPV1 è che tale modo sia impostato anche per l'interfaccia master DP. Procedimento 1. Configurare una stazione con un master DP che supporti il modo DPV1 (ad es. una CPU S7-41x DP con firmware 3.0) e l'et 200S (IM 151). L'interfaccia DP del master DP è impostata sul modo DPV1. 2. Fare doppio clic sul simbolo dello slave DP (IM 151). 3. Fare clic sulla scheda "Parametri d'esercizio". La scheda contiene altri parametri quali, ad esempio, Modo allarme DP e Allarme DPV1. 4. Impostare tali parametri. Particolarità I parametri interagiscono fra loro come indicato di seguito. Parametro Modo operativo DPV0 Modo operativo DPV1 Funzionamento se configurazione prefissata <> da attuale utilizzabile senza limitazioni Utilizzabile senza limitazioni Allarme di diagnostica non utilizzabile, non impostato utilizzabile senza limitazioni Interrupt di processo non utilizzabile, non impostato utilizzabile senza limitazioni Allarme di estrazione/inserimento non utilizzabile, non impostato utilizzabile senza limitazioni Se l allarme di estrazione/inserimento è attivato, viene attivata automaticamente anche la funzione 'Avviamento se configurazione prefissata <> da attuale. A5E

72 Configurazione della periferia decentrata (DP) Allarmi nei moduli con indirizzi compressi Se il modulo è in grado di attivare allarmi e gli indirizzi sono compressi (ovvero ha un indirizzo di bit diverso da 0), si deve assegnare un indirizzo di diagnostica nella finestra degli indirizzi dell'et 200S. L'indirizzo di diagnostica serve per assegnare al modulo un allarme DPV1 come elemento di attivazione dell'allarme. Solo se un modulo dispone di tale indirizzo "non compresso" la CPU è in grado di assegnare un allarme e di memorizzare le relative informazioni in un'informazione di avvio dell'ob di allarme o nel buffer di diagnostica. In tal caso la CPU non può utilizzare un indirizzo "compresso". Quindi per l'elaborazione degli allarmi (OB di allarme) il modulo dispone dell'indirizzo di diagnostica assegnato mentre per l'elaborazione dei dati di ingresso e di uscita dispone degli indirizzi compressi! Avvertenza Se gli indirizzi del modulo sono compressi, l'allarme di estrazione/inserimento per l'et 200S è inibito! ET 200iS Le ET 200iS e i rispettivi moduli di elettronica possono essere comodamente configurate con l'applicazione Configurazione HW o con il pacchetto opzionale SIMATIC PDM. Segue una descrizione dei requisiti di sistema e della procedura di installazione. Configurazione Requisiti di sistema STEP 7 a partire dalla versione 5.1, Service Pack 2, Hotfix 1 oppure PCS7 a partire dalla versione 5.2. Con questa configurazione il catalogo hardware di STEP 7 comprende anche l'et 200iS e il sistema supporta gli allarmi di diagnostica, interrupt di processo, allarmi di estrazione / inserimento e la registrazione di data e ora. Come configurare l'et 200iS 1. Avviare il SIMATIC Manager. 2. Configurare l'et 200iS con Configurazione HW. - Creare un nuovo progetto. - Inserire i moduli nella tabella di configurazione dopo averli estratti dal catalogo hardware. 3. Configurare il reticolo temporale per la registrazione di data e ora (funzione opzionale). 4. Salvare la configurazione o caricarla nel master DP A5E

73 Configurazione della periferia decentrata (DP) Parametrizzazione Requisiti di sistema STEP 7 a partire dalla versione 5.1, Service Pack 2, Hotfix 1 e pacchetto opzionale SIMATIC PDM a partire dalla versione 5.1, Service Pack 2 oppure PCS7 a partire dalla versione 5.2. Per lavorare con PDM in modalità online è necessaria un interfaccia PROFIBUS-DP, p. es. CP5611 (6GK AA00). Il CP deve essere impostato sull'interfaccia PROFIBUS-DP (nel SIMATIC Manager: comando di menu Strumenti > Imposta interfaccia PG/PC). Come parametrizzare i moduli di elettronica 1. Aprire Configurazione HW e fare doppio clic sul primo modulo di elettronica della tabella di configurazione. 2. Nella finestra di dialogo successiva selezionare l opzione "Operatore specializzato" e confermare con "OK". Questa opzione consente di parametrizzare i moduli. 3. SIMATIC PDM viene avviato con i parametri attuali e i dati di identificazione del modulo. 4. Impostare i parametri del modulo di elettronica con SIMATIC PDM, salvarli (comando di menu File > Salva) e caricarli nel modulo di elettronica con il comando di menu Dispositivo > Carica nel dispositivo. Uscire da SIMATIC PDM. 5. Fare clic sul secondo modulo di elettronica della tabella di configurazione e ripetere i passi 2 e 3 finché non sono stati parametrizzati tutti i moduli di elettronica. Come parametrizzare il modulo di interfaccia 1. Aprire Configurazione HW e fare doppio clic sullo slave DP "IM 151-2" (nella parte superiore della finestra della stazione). Selezionare nella finestra successiva l opzione "Operatore specializzato": SIMATIC PDM viene avviato. 2. Impostare i parametri del modulo di interfaccia IM 151-2, salvarli (comando di menu File > Salva) e caricarli nel modulo di interfaccia con il comando di menu Dispositivo > Carica nel dispositivo. Uscire da SIMATIC PDM. Come parametrizzare tutti i moduli dell'et 200iS 1. Aprire Configurazione HW e fare doppio clic sullo slave DP "IM 151-2" (nella parte superiore della finestra della stazione). Selezionare nella finestra successiva l'opzione "Operatore specializzato". SIMATIC PDM viene avviato e tutti i moduli dell'et 200iS vengono caricati. 2. Caricare tutti i parametri dei moduli (comando di menu File > Carica nel PG/PC). 3. Parametrizzare tutti i moduli interessati. Nella parte sinistra della finestra di SIMATIC PDM è possibile spostarsi a tutti i moduli dell'et 200iS. 4. Salvare le modifiche (comando di menu File > Salva) per aggiornare il file. 5. Caricare tutti i parametri nei moduli (comando di menu Dispositivo > Carica nel dispositivo). Uscire da SIMATIC PDM. Esiste anche la possibilità di parametrizzare l'et 200iS esclusivamente con SIMATIC PDM (per maggiori informazioni, consultare la Guida online di SIMATIC PDM). A5E

74 Configurazione della periferia decentrata (DP) PROFIBUS-PA Per configurare apparecchiature da campo per il PROFIBUS PA (PROFIBUS per l'automazione di processi) occorre prestare attenzione a quanto segue. Accoppiatore DP/PA L'accoppiamento DP/PA non va configurato nella configurazione HW; esso è "invisibile" nella configurazione della stazione. Sarà sufficiente impostare, attraverso le proprietà dell'interfaccia PROFIBUS del master DP e dello slave DP, la velocità di trasmissione (baud rate) della sotto-rete PROFIBUS su 45,45 kbaud. L'accoppiatore riduce a 31,25 KBaud il baud rate per le apparecchiature da campo PA. DP/PA-Link Il DP/PA-Link costituisce il passaggio tra PROFIBUS DP e PROFIBUS PA. Il DP/PA-Link è uno slave DP, che a sua volta costituisce una specie di "master" che utilizza un PROFIBUS- PA per il collegamento di dispositivi PROFIBUS-PA. Il dispositivo va assegnato come slave DP dalla finestra "Catalogo hardware" a un sistema master DP. La rappresentazione del DP/PA Link comprende, oltre al simbolo per il dispositivo stesso, anche un simbolo per il sistema master PA analogamente al sistema master DP. A questo simbolo vanno associate le apparecchiature da campo PA (slave PA). Il PROFIBUS-PA deve operare con un baud rate fisso di 45,45 kbit/s per il collegamento di dispositivi PA. Procedura per configurare DP/PA-Link 1. Installare il software opzionale SIMATIC PDM (PDM = Process Device Manager), per poter configurare in seguito gli slave PA dalla finestra "Catalogo hardware". 2. Configurare un sistema master DP. 3. Trascinare DP/PA-Link (IM 157) dalla finestra "Catalogo hardware" al sistema master DP. 4. Selezionare DP/PA-Link per poter vedere la struttura dello slave DP nella parte inferiore della finestra della stazione. 5. Il posto connettore 2 rappresenta il master per i dispositivi PA (master PA); fare perciò doppio clic sul posto connettore 2 per poter configurare il PROFIBUS PA. 6. Fare clic nella scheda "Generale" sul pulsante "Proprietà" (alla voce "Interfaccia"), e selezionare quindi la sotto-rete con la velocità di trasmissione (baud rate) di 45,45 kbit/s. 7. Configurare quindi i dispositivi PA. I dispositivi PA si trovano nella finestra "Catalogo hardware" sotto "PROFIBUS-PA". Questa voce è visibile solo se è installato il software opzionale SIMATIC PDM A5E

75 Configurazione della periferia decentrata (DP) Unità HART Le unità HART sono unità analogiche alle quali possono essere allacciati trasduttori di misura HART (HART=Highway Adressable Remote Transducer). Le unità HART sono state pensate per l'impiego decentrato con IM (ET 200M). Per la parametrizzazione dei trasduttori di misura HART occorre avviare lo strumento di parametrizzazione SIMATIC PDM. Presupposto: SIMATIC PDM deve essere installato sul PG/PC. Rappresentazione di trasduttori HART I trasduttori di misura (transducer) per le unità HART sono rappresentati nella tabella di configurazione come moduli di interfaccia. Esempio: l'unità è inserita sul posto connettore 4. Il trasduttore di misura per il primo canale viene così raffigurato come posto connettore 4.1. Avvio di SIMATIC PDM Fare doppio clic su uno dei "posti connettore" per i trasduttori HART. Poiché lo strumento di parametrizzazione SIMATIC PDM può essere utilizzato anche per le apparecchiature di campo PROFIBUS-PA, è possibile eseguire l'avviamento anche nel modo seguente. Attribuire a un sistema master PA un'apparecchiatura da campo PA della finestra "Catalogo hardware" tramite drag & drop, e fare quindi due volte clic sull'apparecchiatura da campo PA. A5E

76 Configurazione della periferia decentrata (DP) Configurazione di ridondanza SW La struttura di un sistema "Warm Standby" è costituita da: due stazioni S7 con un'interfaccia master PROFIBUS DP ciascuna (ognuna di queste interfacce costituisce una sottorete a sè stante!) uno o più slave con la proprietà "Impiegabile in modo ridondato con bus backplane attivo" (p. es. ET 200M con IM 153-3), collegati a entrambe le sottoreti Questa configurazione garantisce che, in caso di guasto ad una stazione (ovvero di uno dei due master DP), la "stazione di riserva" si faccia carico dell'elaborazione del programma utente. Gli slave collegati ad entrambe le stazioni vengono poi comandati dalla stazione di riserva. Criteri di progettazione Nella ridondanza SW non è possibile individuare, nella singola stazione, se essa viene attualmente impiegata con un'altra stazione a livello ridondato. La coordinazione delle stazioni ridondate è a carico dell'utente e, contrariamente a quanto avviene nelle stazioni H, non viene supportata dal sistema. L'ET 200M pur essendo presente fisicamente come entità singola, viene progettato, con configurazione identica, in due stazioni S7 (stesse unità, stessi indirizzi, medesime impostazioni).il comando di menu Modifica >Inserzione ridondata accessibile dalla Configurazione HW, consente di realizzare questo tipo di progettazione. Progettazione della ridondanza SW nei DP/PA Link Non essendo rilevabile nella singola stazione, il funzionamento ridondato deve essere comunicato al DP/PA Link attivando, nella relativa scheda "Ridondanza", l'impostazione "Ridondanza software attivata per questo slave". Questo tipo di impostazione consente il riavvio automatico degli slave DP alla commutazione della CPU di comando. Viene inoltre accertata l'esistenza dei presupposti slave per la commutazione continua e il modo DP (DPV1, DPV0) viene eventualmente adeguato. Particolarità dell'im dalla versione V4 In funzione del tipo di configurazione dell'interfaccia, l'im può operare come un "normale" ET 200M con unità dello spettro di periferia S7-300 oppure come DP/PA Link A5E

77 Configurazione della periferia decentrata (DP) IM V4 come DP/PA Link (da STEP 7 V5.4) Se configurato con moduli di bus adeguati, l'im opera automaticamente come "DP/PA Link". Per il collegamento a PROFIBUS PA è necessario inserire accoppiatori DP/P sui moduli di bus. Poiché i moduli di bus non vengono progettati, è necessario trasmettere diversamente a STEP 7 le informazioni concernenti il modo operativo dell'im La determinazione delle modalità operative avviene al momento della selezione dell'im nel Catalogo HW. L'IM con le relative varianti (Standard, Outdoor, LWL) è doppiamente rappresentato nel Catalogo HW. Come IM alla voce "ET 200M" Come IM alla voce "DP/PA Link" È possibile copiare e inserire in forma ridondata anche un ET 200M (IM da V4) con i rispettivi slave PA subordinati quale "DP/PA Link". Procedura 1. Configurare interamente la prima stazione con tutti gli ET 200M (IM 153-3) oppure con DP/PA Link. 2. Con il DP/PA Link impostare in via supplementare il funzionamento ridondato. - Fare doppio clic sul "DP/PA Link" - Selezionare la scheda "Ridondanza" e attivare la casella di controllo "Ridondanza software (RSW) attivata per questo slave". - Confermare l'impostazione con "OK". 3. Configurare la seconda stazione senza ET 200M oppure senza DP/PA Link: 4. Selezionare gli slave della prima stazione, quindi il sistema master DP della seconda stazione e inserirvi questi slave (comando Modifica > Inserzione ridondata). Avvertenza Gli slave DP devono essere configurati in entrambe le stazioni; il che significa che essi figurano come due oggetti separati, anche se fisicamente si tratta dello stesso identico slave DP! Per questo motivo, se si modificano le impostazioni di uno degli slave DP ET 200M, occorre copiare nuovamente nell'altra stazione lo slave modificato per garantire la coerenza dei dati! A5E

78 Configurazione della periferia decentrata (DP) Configurazione di esempio La figura sottostante rappresenta entrambe le stazioni. Il DP/PA Link con gli slave PA subordinati è stato copiato in forma ridondata. In NetPro il DP/PA Link viene rappresentato una sola volta (conformemente alla configurazione reale), mentre sono doppiamente rappresentati gli slave PA subordinati con il rispettivo PROFIBUS PA (ciò non rispecchia la configurazione reale) A5E

79 Configurazione della periferia decentrata (DP) 3.7 Slave DP intelligenti Configurazione di slave DP intelligenti La caratteristica principale degli slave DP intelligenti è che i dati di ingresso e di uscita non vengono forniti direttamente al master DP da un ingresso o un'uscita reali, ma da una CPU che effettua una preelaborazione - dalla CPU cioè che funge da slave DP assieme al CP. Differenza: Slave DP "normale" - Slave DP intelligente Con uno slave DP "normale", quale p. es. uno slave DP compatto (ET 200B) o modulare (ET 200M), il master DP accede agli ingressi/uscite decentrati. Con uno slave DP intelligente, il master DP non accede agli ingressi e uscite collegati dello slave DP intelligente, ma all'area di trasferimento nello spazio di indirizzamento degli ingressi/uscite della CPU in "preelaborazione". Lo scambio dei dati tra l'area degli operandi e gli ingressi/uscite viene effettuato dal programma utente presente nella CPU. Avvertenza Le aree degli ingressi/uscite progettate per lo scambio dei dati tra master e slave non devono essere "occupate" dalle unità E/A. Applicazioni Configurazione con slave DP intelligenti: Scambio di dati I-Slave <> Master Scambio di dati diretto Slave > I-Slave A5E

80 Configurazione della periferia decentrata (DP) Procedimento fondamentale Per inserire uno slave DP intelligente in un sistema master DP, eseguire le seguenti operazioni. 1. Configurare una stazione nella quale un'unità con interfaccia PROFIBUS DP (p. es. CPU DP) viene impiegata come "slave DP". 2. Configurare un'altra stazione in cui slave DP (I-slave) viene assegnato (cioè accoppiato) ad un master DP. Configurazione di CP come slave DP Il CP può essere configurato per il tipo di funzionamento "Slave DP". La stazione in cui è stato configurato il CP è quindi uno "slave intelligente" A5E

81 Configurazione della periferia decentrata (DP) Procedimento 1. Configurare una stazione con CP DP come slave DP (Selezionare l'opzione "Slave DP" nel registro "Tipo di funzionamento" del CP). 2. Configurare in un'altra stazione un master DP (CPU con interfaccia PROFIBUS DP integrata o CP con interfaccia PROFIBUS DP). 3. Con drag & drop, trascinare il CP dalla finestra "Catalogo hardware" (cartella delle stazioni già progettate) sul simbolo del sistema master DP ( ). Viene visualizzata una finestra di dialogo in cui scegliere gli slave DP intelligenti progettati. 4. Confermare la scelta con "OK". 5. Nella tabella visualizzata per la configurazione dello slave DP, configurare gli identificativi DP e gli indirizzi delle aree di ingresso e uscita nel seguente modo: trascinare con drag & drop il "Modulo universale" dalla finestra "Catalogo hardware" (cartella delle stazioni già progettate) nella tabella di configurazione (parte inferiore della finestra della stazione), e fare doppio clic sulla riga corrispondente. Avvertenza Una descrizione dettagliata dello scambio dati tra la "CPU in preelaborazione" e il CP DP all'interno dello slave DP è riportata nella documentazione SIMATIC NCM. Configurazione della CPU 31X-2 DP o della CPU 41X- DP come slave DP Le CPU con interfaccia DP integrata (p. es. CPU DP) possono essere configurate per il tipo di funzionamento "Slave DP". La stazione nella quale è stata configurata questa CPU è quindi uno "Slave intelligente". Nei paragrafi che seguono è descritto il procedimento di configurazione per una CPU DP. Le stesse operazioni vanno effettuate per qualsiasi altro tipo di CPU che supporta la funzionalità DP (vedere anche Esempio di configurazione di un S7-400 come slave intelligente) A5E

82 Configurazione della periferia decentrata (DP) Procedimento 1. Configurare una stazione p. es. con la CPU DP come slave DP Fare doppio clic sulla riga 2.1 (interfaccia) della tabella di configurazione, e selezionare l'opzione "Slave DP" nella scheda "Tipo di funzionamento". Nella scheda "Configurazione" si possono impostare gli indirizzi E/A locali e l'indirizzo di diagnostica. 2. Configurare in un'altra stazione un master DP (CPU con interfaccia PROFIBUS DP integrata o CP con interfaccia PROFIBUS DP). 3. Con drag & drop, trascinare p. es. la CPU DP dalla finestra "Catalogo hardware" (cartella delle stazioni già progettate) sul simbolo del sistema master DP ( ). 4. Fare doppio clic sul simbolo di slave DP intelligente, e selezionare la scheda "Collegamento". Nella scheda l'utente seleziona la stazione che costituirà lo slave DP intelligente. 5. Selezionare lo slave DP intelligente, e fare clic sul pulsante "Collega". 6. Selezionare la scheda "Configurazione", e assegnare gli indirizzi. - Per lo scambio dati con il master DP tramite aree E/A selezionare il modo "MS" (Master-Slave) - Per la comunicazione diretta con uno slave DP oppure master DP selezionare il modo "DX" (Direct Data Exchange) 7. Confermare l'impostazione con "OK". Configurazione dell' ET 200X (BM 147/CPU) come slave DP Il modulo di base BM 147/CPU viene configurato come uno slave DP intelligente. Al contrario di altri slave DP intelligenti, il modulo di base è ritrovabile nella finestra "Catalogo hardware" alla voce "PROFIBUS-DP/ET 200X/BM147/CPU! Procedimento 1. Configurare lo slave DP ET 200X (con BM 147/CPU) come una stazione S Creare una nuova stazione del tipo S7-300 (comando Stazione > Nuova) - Selezionare nella finestra " Catalogo hardware" la directory PROFIBUS- vuota DP/ET 200X/BM147/CPU - Trascinare l'oggetto "BM 147/CPU" per drag&drop nella finestra della stazione - Configurare lo slave DP con i moduli di espansione E/A desiderati - Salvare la stazione (vale a dire lo slave DP intelligente) 2. Configurare in un'altra stazione un master DP (CPU con interfaccia PROFIBUS DP integrata o CP con interfaccia PROFIBUS DP). 3. Trascinare lo slave DP ET 200X (con BM 147/CPU) dalla finestra "Catalogo hardware" (cartella di stazioni già progettate) per drag & drop sull'icona del sistema master DP ( ). 4. Fare doppio clic sull'icona dello slave DP intelligente, e selezionare la scheda "Collegamento". Nella scheda si seleziona la stazione che costituirà lo slave DP intelligente. 5. Selezionare lo slave DP intelligente, e fare clic sul pulsante "Collega". 6. Selezionare la scheda "Configurazione", e assegnare gli indirizzi. 7. Confermare l'impostazione con "OK" A5E

83 Configurazione della periferia decentrata (DP) Configurazione della ET 200S (IM 151/CPU) come slave DP Il modulo IM 151/CPU viene configurato com slave DP intelligente. Al contrario di altri slave DP intelligenti, questo slave DP si trova nella finestra "Catalogo hardware " alla voce "PROFIBUS DP/ET 200S/IM 151/CPU"! Procedimento 1. Configurare lo slave DP ET 200S (con IM 151/CPU) come stazione S Creare una nuova stazione del tipo S7-300 (comando di menu Stazione > Nuova) - Selezionare nella finestra di dialogo "Catalogo hardware" la directory PROFIBUS DP/ET 200S/IM151/CPU - Trascinare l'oggetto "IM 151/CPU" per Drag&Drop nella finestra vuota della stazione - Configurare lo slave DP con i moduli elettronici scelti E-/A - Memorizzare la stazione (cioè lo slave DP intelligente) 2. Configurare in un'altra stazione un master DP (CPU con interfaccia PROFIBUS DP integrata o CP con interfaccia PROFIBUS DP). 3. Trascinare per Drag&Drop lo slave DP ET 200S (con IM 151/CPU) dalla finestra "Catalogo hardware" (cartella Stazioni progettate) sul simbolo del sistema master DP ( ). 4. Fare doppio clic sul simbolo dello slave DP intelligente e selezionare la scheda "Collegamento". In questa scheda assegnare quindi la stazione che in questo caso deve rappresentare lo slave DP intelligente. 5. Selezionare lo slave DP intelligente e fare clic sul pulsante "Collega". 6. Selezionare la scheda "Configurazione" e assegnare gli indirizzi. 7. Confermare leimpostazioni effettuate con "OK". A5E

84 Configurazione della periferia decentrata (DP) Esempio di configurazione di un S7-400 come slave intelligente Si vogliono creare le seguenti configurazioni: stazione master (nome: "master DP") con CPU come master DP (DPV1). Le CPU S7-400 con interfaccia DP integrata possono essere utilizzate come master DPV1 a partire dalla versione di firmware 3.0. stazione slave (nome: "slave DP") con CPU DP come slave DP intelligente. Si proceda come per la configurazione di uno slave DP intelligente: Fase Operazione Spiegazioni 1 Creazione della stazione master con CPU Nome: Master DP 2 Creazione della stazione slave con CPU DP. Nome: Slave DP 3 Compilare la prima riga nella scheda "Configurazione" della stazione slave. Per creare una nuova riga fare clic sul pulsante "nuova". 4 Inserimento dello slave DP intelligente nella stazione master dalla cartella "Stazioni già progettate". 5 Collegamento dello slave DP intelligente con la stazione slave già progettata. L'indirizzo PROFIBUS deve essere 2. Sull'interfaccia DP della CPU DP deve essere impostato il modo operativo "Slave DP". L'indirizzo PROFIBUS deve essere 3. Se non si compila la riga i dati non sono coerenti. Selezionare il modo "MS" (Master-Slave) nella finestra delle proprietà e confermare le impostazioni di default. Dal catalogo hardware, sotto PROFIBUS-DP, selezionare dalla cartella "Stazioni già progettate" una CPU 41x e trascinare mediante drag&drop sul sistema master DP il simbolo "segnaposto" della stazione Slave DP creata. Il collegamento assegna il simbolo "segnaposto" alla stazione progettata. Soltanto dopo il collegamento gli ingressi dello slave DP possono essere associati alle uscite del master DP e viceversa A5E

85 Configurazione della periferia decentrata (DP) Collocando le due configurazioni di stazione l'una accanto all'altra, si avrà: A5E

86 Configurazione della periferia decentrata (DP) Assegnazione degli indirizzi Fase Operazione Spiegazioni Un doppio clic sull'interfaccia DP del master DP nella stazione master apre una finestra contenente varie schede Un doppio clic sul simbolo dello slave DP nella stazione master apre una finestra contenente più schede Scheda "Generale" Nome dell'interfaccia e indirizzo PROFIBUS con assegnazione di rete. L'indirizzo PROFIBUS dev'essere impostato su 2. Scheda "Indirizzi" Indirizzo logico dell'interfaccia DP (con questo indirizzo i messaggi di sistema individuano l'interfaccia). Scheda "Modo di funzionamento" L'opzione "Master DP" dev'essere attivata. Dev'essere inoltre impostato il modo "DPV1". Tutte le altre voci sono irrilevanti per questo esempio. Scheda "Generale" Nome editabile del simbolo dello slave DP e indirizzo/i di diagnostica. Se il master è del tipo DPV1, vengono assegnati due indirizzi. Il primo indirizzo di diagnostica viene assegnato al posto connettore 0 (slot 0) dello slave DP. Mediante questo indirizzo, il master DP riceve eventi di diagnostica e allarmi che non sono associati ad alcun posto connettore dello slave DP. Nell'esempio, si tratta dell'indirizzo Il secondo indirizzo di diagnostica viene assegnato al posto connettore virtuale 2 (slot 2) dello slave DP. Mediante questo indirizzo, il master DP riceve eventi di diagnostica e allarmi associati all'interfaccia DP. Nell'esempio, si tratta dell'indirizzo (Vedere il paragrafo "Slave DP visto dal master DP"). Scheda "Collegamento" Assegnazione del simbolo dello slave DP nella stazione master alla stazione slave progettata. Dopo l'assegnazione, il nome della stazione slave progettata viene visualizzato nella parte inferiore della scheda alla voce "Collegamento attivo". Scheda "Configurazione" Assegnazione di aree E/A per lo scambio dei dati tra la stazione master e la stazione slave. Fare doppio clic sulla prima riga e compilare i campi della finestra di dialogo visualizzata A5E

87 Configurazione della periferia decentrata (DP) Fase Operazione Spiegazioni Un doppio clic sull'interfaccia DP dello slave DP nella stazione slave apre una finestra contenente varie schede Scheda "Generale" Nome dell'interfaccia e indirizzo PROFIBUS con assegnazione di rete. L'indirizzo PROFIBUS dev'essere impostato su 3. Scheda "Indirizzi" Indirizzo logico dell'interfaccia DP (con questo indirizzo i messaggi di sistema individuano l'interfaccia). Scheda "Modo di funzionamento" L'opzione "Slave DP" dev'essere selezionata. La casella "Programmazione e controllo/comando" va attivata se al PROFIBUS è collegato un PG/PC che si vuole utilizzare, ad esempio, per caricare programmi. Compare un indirizzo di diagnostica nel quale lo slave DP intelligente può diagnosticare, ad esempio, una mancanza di alimentazione nel master DP. La voce "Indirizzo dello slot 2" viene visualizzata soltanto se il master DP supporta il modo "DPV1" e se questo modo è attivato. Questo indirizzo può essere utilizzato per attivare dal programma utente dello slave DP un interrupt di processo nel master DP assegnato. (Vedere il paragrafo "Master DP visto dallo slave DP"). Modo DP: se nel master DP è impostato il modo "DPV1", impostare anche qui DPV1. Diversamente, la voce "Indirizzo dello slot 2" non può essere selezionata. Scheda "Configurazione" Significato della scheda, vedere Differenza: la colonna "Locale:..." è editabile anche se lo slave DP intelligente non è ancora stato assegnato a un master DP (vedere la scheda "Collegamento"). Tutte le altre voci sono irrilevanti per questo esempio. A5E

88 Configurazione della periferia decentrata (DP) Slave DP visto dal master DP Mediante l'indirizzo di diagnostica progettato 16381, assegnato al posto connettore 0 virtuale (slot 0) dello slave DP, è possibile leggere informazioni sullo stato dello slave DP nel programma utente della CPU master DP. In DPV1, il posto connettore 0 ha la funzione di "segnaposto" per tutta la stazione slave. Ad esempio, se lo slave ha attivato un allarme non associato ad alcun posto connettore, l'sfb 54 "RALRM" fa riferimento a questo indirizzo con il parametro di uscita ID. Se l'allarme proviene dal posto connettore virtuale 2 dello slave DP (cioè dal lato CPU), tale posto connettore viene identificato mediante l'indirizzo di diagnostica A5E

89 Configurazione della periferia decentrata (DP) Master DP visto dallo slave DP Grazie all'indirizzo di diagnostica progettato 8189 è possibile, ad esempio, leggere nel programma utente della CPU slave DP le informazioni relative ad eventuali guasti del master DP. Se nello slave DP è stato impostato il modo DPV1, progettando l'indirizzo per il posto connettore virtuale 2 (nell'esempio 8188) è possibile attivare nel programma utente un interrupt di processo con la SFC 7 "DP-PRAL". Si riporta nel seguito, a titolo di esempio, un estratto dal programma utente dello slave DP che attiva l'interrupt di processo e dal programma utente del master DP che analizza l'interrupt di processo. A5E

90 Configurazione della periferia decentrata (DP) Programma slave DP (nella CPU dello slave intelligente) per l'attivazione dell'interrupt di processo // //... L DW#16#F0F0 //Costante per l'identificazione di un evento che attiva l'allarme nello slave intelligente //... //... T MD 100 CALL "DP_PRAL" REQ :=M1.0 //Attiva interrupt di processo, se REQ=1 IOID :=B#16#54 //Area d'ingresso (indirizzo progettato = E 8188) LADDR :=W#16#8188 //Indirizzo (indirizzo progettato = E 8188) AL_INFO:=MD100 RET_VAL:=MW10 BUSY :=M1.1 //MD 100 è un'informazione d'allarme diretta al master DP //(leggibile nell'informazione di start dell'ob 40 del master //come OB40_POINT_ADDR) //Valore di ritorno (0000, se non vi sono errori) //Se BUSY =1 il master non ha ancora confermato //l'interrupt di processo Programma master DP (nella CPU della stazione master DP) per l'analisi dell'interrupt di processo //... L #OB40_POINT_ADDR //Carica informazioni d'allarme L DW#16#F0F0 //Confronta con la costante fornita dallo slave intelligente //all'attivazione dell'allarme ==I //Le informazioni d'allarme provengono dallo slave //intelligente? SPB m001 BEB //Se sí, salta al segmento di programma corrispondente m001: CALL FC 100 //Segmento di programma con elaborazione allarme //per lo slave intelligente // A5E

91 Configurazione della periferia decentrata (DP) Generazione di allarmi negli slave intelligenti con SFB 75 'SALRM' Gli slave DP intelligenti con SFB 75 'SALRM' possono attivare allarmi nel master DP assegnato. La tabella seguente indica i tipi di allarme possibili a seconda del modo DP impostato. Tipo di allarme Modo DP: compatibile con S7 Allarme di diagnostica (OB 82) Sì Sì Allarme di processo (da OB 40 a OB 47) Sì Sì Allarme di estrazione/inserimento (OB 83) Sì (se supportato dallo slave intelligente) Allarme di stato (OB 55) No Sì Allarme di aggiornamento (OB 56) No Sì Allarme produttore (OB 57) No Sì Modo DP: DPV1 Sì Indirizzi che attivano gli allarmi Ogni indirizzo configurato nella scheda "Configurazione" delle proprietà dello I-slave può essere utilizzato per attivare allarmi con SFB 75. Gli indirizzi non sono assegnati ad unità reali, bensì a "posti connettore" virtuali. Gli indirizzi dei "posti connettore" 0 (indirizzo di diagnostica) e 2 (indirizzo per "posto connettore" 2) non possono essere utilizzati per generare allarmi. A5E

92 Configurazione della periferia decentrata (DP) Come avviene la generazione di allarmi? Il principio in base al quale vengono generati gli allarmi è illustrato sulla base di un allarme di diagnostica. Nella scheda "Configurazione" dello I-slave l'indirizzo di uscita 0 è stato assegnato ad un posto connettore virtuale. Nell'esempio l'indirizzo di uscita 0 viene utilizzato per attivare nel master DP un allarme di diagnostica (OB 82). Oltre ad attivare l'allarme di diagnostica il master trasmette dati (AINFO) presenti nel programma utente. La struttura di tali dati deve corrispondere a quella delle informazioni di allarme supplementari. Si consideri ad esempio la seguente struttura semplificata (per una descrizione dettagliata consultare il manuale "Funzioni standard e di sistema per S7-300/400", cap. "Dati di diagnostica"): Avvertenza Le informazioni di allarme supplementari influiscono sui dati di stato dell'unità e sul LED di errore "SF" dello I-slave. Inoltre, l'allarme influisce sui dati di stato dell'unità e sul LED di errore del master DP assegnato. Nella composizione dei dati per le informazioni di allarme supplementari è dunque importante considerare il significato dei set di dati di diagnostica (set 0 e 1) A5E

93 Configurazione della periferia decentrata (DP) La sequenza di generazione dell'allarme è rappresentata nella seguente figura. A5E

94 Configurazione della periferia decentrata (DP) 3.8 Comunicazione diretta Comunicazione diretta tra nodi PROFIBUS-DP Introduzione In una configurazione per la comunicazione diretta, le aree di indirizzi degli ingressi locali di uno slave DP intelligente o di un master DP vengono assegnate alle aree di indirizzi degli ingressi di un partner PROFIBUS DP. Lo slave DP intelligente oppure il master DP riceve attraverso queste aree di indirizzi degli ingressi assegnate i dati di ingresso che il partner PROFIBUS DP invia al proprio master DP. Numero di partner PROFIBUS DP collegabili Il numero dei partner PROFIBUS DP che possono essere collegati direttamente ad una interfaccia DP oppure che vengono indirizzati attraverso quest'ultima mediante la comunicazione diretta dipende dall'interfaccia impiegata. Sull'interfaccia MPI/DP possono essere indirizzati max. 32 partner PROFIBUS DP. Applicazioni Esistono i seguenti casi applicativi di comunicazione diretta: Configurazione con slave DP intelligenti (comunicazione diretta slave -> I-slave) Configurazione con due sistemi master DP (scambio dati slave -> master) Configurazione con due sistemi master DP (comunicazione diretta slave -> I-slave) Introduzione alla progettazione 1. Fare doppio clic sull'interfaccia DP del ricevente configurato (master DP o I-slave già progettato). 2. Selezionare la scheda "Configurazione". 3. Fare clic sul pulsante "Nuovo" per creare una nuova riga nella quale configurare la comunicazione diretta. Nella finestra di dialogo visualizzata scegliere il modo "DX" e assegnare tra loro le aree di indirizzamento degli ingressi (informazioni più dettagliate sono riportate nella Guida online a questa finestra di dialogo) A5E

95 Configurazione della periferia decentrata (DP) Contenuto della scheda "Configurazione" Modo: "DX" per la comunicazione diretta, ("MS" per master-slave) Indirizzo partner DP: indirizzo PROFIBUS del partner DP Indirizzo partner: indirizzo dell'area di indirizzi logica assegnata (mittente) Indirizzo locale: indirizzo dell'area di indirizzi logica assegnata (ricevente) Per ulteriori informazioni consultare la Guida online di questa scheda. A5E

96 Configurazione della periferia decentrata (DP) Esempio di progettazione di comunicazione diretta Viene progettata la configurazione seguente: CPU come master DP CPU DP come ricevente CPU DP come mittente Compito La CPU DP invia 8 parole di lunghezza compatibilmente al master DP. La CPU DP riceve da questi dati i primi 2 byte. Procedimento 1. Configurare 3 stazioni con le CPU. Assegnare nomi esplicativi p.es. "Stazione master DP", "Stazione ricevente", "Stazione mittente". 2. Progettare la stazione mittente e la stazione ricevente come I-slave: - fare doppio clic sulla riga Master DP - scegliere la scheda "Tipo di funzionamento" - scegliere l'opzione "Slave DP". 3. Nella stazione master: - Trascinare tramite drag&drop il simbolo della CPU 31x 2 - DP dalla finestra "Catalogo" (PROFIBUS DP, cartella "Stazioni già progettate") al sistema master DP. Si aprirà la finestra di dialogo "Proprietà slave DP", scheda "Collegamento". - Selezionare uno slave nella finestra "Comandi slave progettati" e fare clic sul pulsante "Collega", e infine su "OK". - Ripetere l'operazione per collegare la seconda stazione, progettata come I-Slave, al sistema master. 4. Progettare l'area di indirizzamento della stazione mittente di modo che il master DP possa leggere i dati della CPU DP attraverso l'indirizzo E 200: 3-46 A5E

97 Configurazione della periferia decentrata (DP) - Fare doppio clic sulla riga Slave DP della CPU DP - Scegliere la scheda "Configurazione" e fare clic sul pulsante "nuova". Compilare i campi della finestra Proprietà come indicato di seguito. Stazione mittente (locale) Partner PROFIBUS DP Lunghezza, unità, coerenza Mode = MS (Master-Slave) Tipo di indirizzo = A Indirizzo = 100 Indirizzo PROFIBUS = 2 (fisso, indirizzo PROFIBUS del master DP) Tipo di indirizzo = E Indirizzo = 200 Lunghezza = 8 Unità = parola Coerenza = completa (su tutta la lunghezza) 5. Progettare le aree di indirizzi del ricevente: - Fare doppio clic sulla riga Slave DP della CPU DP - Scegliere la scheda "Configurazione" e fare clic sul pulsante "nuova". Compilare i campi della finestra Proprietà come descritto di seguito affinché la CPU possa accedere, attraverso l'indirizzo E 120, ai dati che la CPU DP invia al suo master DP Stazione ricevente (locale) Partner PROFIBUS- DP Lunghezza, unità; coerenza Mode Tipo di indirizzo Indirizzo = 120 = DX (scambio dati diretto) = ingresso (fisso) Indirizzo PROFIBUS = 3 (viene offerto per la selezione) Tipo di indirizzo Indirizzo = ingresso (fisso) = 200 (viene offerto per la selezione) Vengono acquisite automaticamente dalle impostazioni nella stazione mittente. Modificare la lunghezza a 1 (parola), poiché devono essere letti solo i primi 2 byte A5E

98 Configurazione della periferia decentrata (DP) Particolarità In linea di massima è possibile impostare anche un indirizzo superiore a E 200, p.es. B. E 202. STEP 7 adatterà allora automaticamente la lunghezza dei dati coerenti. È inoltre possibile impostare una lunghezza inferiore a quanto preimpostato dal mittente (p.es. 1 byte). Avvertenza Se per il mittente è impostata una lunghezza coerente di 3 o più di 4 byte e i dati vengono trasmessi con la SFC 15 (DPWR_DAT), allora il ricevente deve sempre utilizzare la SFC 14 (DPRD_DAT) anche se p.es. viene letto solo 1 byte! Se in questo caso vengono utilizzate operazioni di caricamento (L EB..) viene letto uno "0" (valore errato). Richiamo della SFC 15 nel mittente (CPU DP) CALL "DPWR_DAT" LADDR :=W#16#64 //indirizzo iniziale A 100 RECORD :=P#M 10.0 BYTE 16 RET_VAL:=MW100 //area di sorgente per i dati utili //valore di ritorno Richiamo della SFC 14 nel ricevente (CPU DP) CALL "DPRD_DAT" LADDR :=W#16#78 //indirizzo iniziale E 120 RET_VAL:=MW100 RECORD :=P#M 10.0 BYTE 2 //valore di ritorno //area di destinazione per i dati utili 3-48 A5E

99 Configurazione della periferia decentrata (DP) Progettazione di slave DP (GSD Rev. 5) come riceventi per la comunicazione diretta A partire da STEP 7 V5.3 è possibile installare slave DP mediante file GSD ("slave standard") e progettarli come riceventi per la comunicazione diretta. La progettazione della comunicazione diretta è possibile con i file GSD a partire dalla revisione 5. Parole chiave nel file GSD Uno slave DP il cui file GSD contenga la voce "Subscriber_supp =1" può essere progettato come ricevente (subscriber). In STEP 7 questa voce comporta la presenza, nella scheda delle proprietà dello slave DP, della scheda "Configurazione indirizzi" nella quale è possibile effettuare l'assegnazione delle aree di ingresso e di uscita. Uno slave DP con la voce "Publisher_supp =1" può essere utilizzato come mittente (publisher) per la comunicazione diretta. Le aree d'ingresso di tale slave DP possono essere scelte ("sottoscritte") nella scheda "Configurazione indirizzi" del subscriber. Gli slave DP privi di questa voce (cioè senza proprietà di publisher) non sono disponibili come mittenti per la comunicazione diretta. Altre voci presenti nel file GSD vengono automaticamente prese in considerazione da STEP 7. Ad esempio, nella verifica della coerenza si tiene conto del numero massimo di relazioni per la comunicazione diretta; al superamento di tale numero, l'utente viene invitato a ridurre la quantità di relazioni. Principi di funzionamento Come avviene nella comunicazione diretta (p. es. tra slave DP mittenti e slave intelligenti riceventi), i dati vengono scambiati direttamente tra gli slave passando per un master DP. A differenza dello slave intelligente, che in una propria area di indirizzi locale "rimane in ascolto" dei dati d'ingresso inviati da uno slave DP mittente, lo slave standard ricevente trasmette i dati dello slave DP mittente (publisher) direttamente alle uscite dello slave DP ricevente (subscriber). Ciò significa che nella progettazione del ricevente viene stabilito se un byte di uscita deve essere impostato dal master DP o da uno slave DP mittente (publisher). A5E

100 Configurazione della periferia decentrata (DP) L'illustrazione chiarisce questo meccanismo. Sono rappresentati due sistemi master in una configurazione per la comunicazione diretta. Lo slave 1 è progettato come ricevente per la comunicazione diretta (subscriber). Viene raffigurato lo scambio di dati tra master e slave. Lo slave 1 emette i dati d'ingresso dello slave 2 sulla propria area di dati d'uscita Q2. Entrambe le aree devono avere la stessa lunghezza (min. 1 byte). Lo slave 1 emette anche i dati d'ingresso dello slave 3 sulla propria area di dati d'uscita Q3. Entrambe le aree hanno la stessa lunghezza. Per il master 1 lo slave 1 (subscriber) ha solo l'area di uscita A1. Le aree di uscita A2 e A3 non sono disponibili. Regole e suggerimenti La comunicazione diretta tra ricevente (subscriber) e mittente (publisher) è limitata agli slave DP (comunicazione "slave to slave"). La comunicazione diretta tra slave DP di sistemi master diversi è possibile, a condizione che i mast er siano collegati alla medesima sotto-rete PROFIBUS. Le aree di uscita del subscriber sono normalmente assegnate al master DP e possono essere assegnate ad un publisher mediante progettazione. È anche possibile non assegnare un'area di uscita né al master DP, né ad un publisher. In questo caso le aree di uscita ricevono il valore "0". La verifica di coerenza produce per queste aree un messaggio di avviso. La comunicazione diretta non è limitata agli slave standard. Può essere utilizzato qualsiasi slave de l catalogo hardware (cartella "PROFIBUS DP") contrassegnato come mittente e ricevent e per la comunicazione diretta (vedere il testo informativo del catalogo hardware) A5E

101 Configurazione della periferia decentrata (DP) Procedimento 1. Importare i file GSD degli slave da configurare come publisher o subscriber. 2. Configurare un sistema master con tali slave. 3. Per ciascuno slave da progettare come subscriber eseguire le seguenti operazioni per ogni ID da tenere in considerazione ("Unità"): - - fare doppio clic sull'identificativo ID scegliere la scheda "Configurazione indirizzi" - assegnare le rispettive aree di indirizzi: al master (preimpostazione) oppure a un publisher o a nessun nodo. Impostando un'area di indirizzi dell'identificativo DP sul Modo "DX" questa area di indirizzi non risulta visibile alla CPU master DP, il che significa che per questa area di indirizzi non vi sono indirizzi logici per la CPU master DP. Nella finestra di dialogo viene visualizzata l'area di indirizzi del publisher (partner DP) che comanda le uscite del subscriber. Nella figura in alto si tratta p. es. dell'area di indirizzi Q2 dello slave 1. Q2 non è visibile da parte del master 1. Nel corso della progettazione il nome, l'indirizzo PROFIBUS e l'area di indirizzi logici per I1 vengono visualizzati dallo slave 3 (publisher) (p. es. E 100). Impostando un'area di indirizzi dell'identificativo DP sul Modo "MS" questa area di indirizzi risulta visibile alla CPU master DP, il che significa che nella progettazione questa area di indirizzi viene rappresentata su indirizzi di uscita logici (p. es. A 100) abgebildet. Impostando un'area di indirizzi dell'identificativo DP sul Modo "--" per il subscriber questa area di indirizzi non risulta visibile alla CPU master DP e non viene nemmeno comandata da nessun altro nodo. Nella progettazione questa area di indirizzi non viene rappresentata su indirizzi logici. Nella Guida online alla scheda "Configurazione indirizzi" sono riportati i dati necessari per la scelta delle aree di indirizzi e un esempio. - confermare le impostazioni con "OK". 4. Progettare gli altri slave della stazione e il master con tutte le unità. 5. Salvare e compilare la configurazione. 6. Caricare la configurazione hardware nella stazione. Se più sistemi master sono coinvolti nella comunicazione diretta, occorre caricare anche le stazioni interessate. A5E

102 Configurazione della periferia decentrata (DP) 3.9 Come operare con file GSD File GSD per slave DP In un file GSD (file di dati base dei dispositivi DP) sono memorizzate tutte le proprietà di uno slave DP. STEP 7 richiede un file GSD per ogni slave DP, affinché lo slave DP possa essere selezionato nel catalogo delle unità. Per le apparecchiature non S7, che siano slave DP, viene fornito dalla casa produttrice un file GSD. File GSD per IO Device Come per gli slave DP, anche per gli IO Device è disponibile un file GSD (Generic Station Description) nel quale sono memorizzate tutte le proprietà dell'io Device. Tuttavia, in questo caso, i file GSD hanno estensione "*.xml" Installazione di file GSD Se nella finestra "Catalogo hardware" mancano uno slave DP o un dispositivo IO, occorre installare il relativo file GSD fornito dalla casa produttrice. Un'altra possibilità è quella di ricorrere al file GSD utilizzato in un altro progetto. Presupposti I file GSD necessari devono trovarsi p. es. in una directory sul disco fisso oppure in un progetto STEP 7 al quale l'utente può accedere. I file GSD vengono sempre memorizzati insieme al progetto, vale a dire che tutte le informazioni rilevanti per la rappresentazione del dispositivo (compresi i simboli) sono disponibili anche nel progetto memorizzato. Procedimento 1. Chiudere tutte le stazioni in Configurazione HW 2. Selezionare il comando Strumenti > Installa file GSD 3. Nella finestra di dialogo "Installa file GSD" selezionare la sorgente: - La directory nella quale si trovano i file GSD oppure - Il progetto STEP 7 che contiene i file GSD. 4. Selezionare uno o più file dall'elenco dei file GSD e fare clic sul pulsante "Installa". Se non è stato possibile installare tutti i file o se nel corso dell'installazione si sono verificati errori, STEP 7 genera un file di protocollo che si può aprire facendo clic sul pulsante "Visualizza protocollo" A5E

103 Configurazione della periferia decentrata (DP) Sovrascrivere file GSD Per rappresentare gli slave DP, il software si serve dei file GSD e dei simboli installati in STEP 7, vale a dire installati automaticamente con STEP 7 oppure installati successivamente In caso di installazione o importazione successiva, i file GSD ed i simboli già esistenti non vengono integralmente cancellati, ma depositati nella seguente directory di backup: \\Step7\S7data\Gsd\Bkp[Nr.], laddove [Nr.] sta per un numero progressivo che STEP 7 assegna automaticamente. Ripristino di file GSD sovrascritti Per ripristinare file GSD/simboli sovrascritti per errore, procedere nel modo seguente. 1. Selezionare il comando Strumenti > Installa file GSD 2. Spostarsi quindi nella finestra di dialogo successiva nella directory \\Step7\S7data\Gsd\Bkp[Nr.]. Fare attenzione a scegliere la directory di backup desiderata (eventualmente cercarla nella Gestione risorse in base alla data/ora). 3. Fare clic sul pulsante "Apri". A5E

104 Configurazione della periferia decentrata (DP) Nozioni utili sulla revisione dei file GSD Le proprietà degli slave DP sono messe a disposizione dei tool di progettazione mediante i file GSD. L'ampliamento delle funzioni della periferia decentrata ha conseguenze anche sulla specifica GSD poiché comporta, p. es., la definizione di nuove parole chiave. Alla specifica viene quindi assegnata una versione, che definisce i file GSD e viene definita "revisione GSD". A partire dalla revisione GSD 1, la revisione GSD è sempre presente nei file GSD come parola chiave "GSD_Revision". I file GSD che non contengono questa parola chiave vengono interpretati dai tool di progettazione come revisione GSD "0". STEP 7 V5.1, Servicepack 3 Questa versione di STEP 7 è in grado di interpretare file GSD fino alla revisione 4. Ciò significa che è possibile utilizzare le nuove funzioni anche per gli slave DP installati mediante GSD (revisione 4): parametrizzazione F dei moduli messaggi di diagnostica per i blocchi di allarme equidistanza (modo isocrono) Particolarità Per poter modificare i parametri F si deve disporre del pacchetto opzionale COM PROFISafe. Se il pacchetto non è installato, i parametri non sono visualizzabili e quindi non è possibile modificarli. I parametri F continuano comunque ad essere presenti (valori preimpostati dal file GSD o modificati con COM PROFISafe) e vengono utilizzati durante la configurazione (vedere la documentazione relativa ai sistemi F decentrati). Le seguenti funzioni disponibili nella revisione 4 del file GSD non sono supportate: secondo telegramma di parametrizzazione (parametrizzazione ampliata ) funzioni subscriber (funzione di ricezione per la comunicazione diretta dei dati) parole chiave per la parametrizzazione HART STEP 7 V5.3 Questa versione di STEP 7 è in grado di interpretare file GSD fino alla revisione 5. Ciò significa che è possibile utilizzare le nuove funzioni anche per gli slave DP installati mediante GSD (revisione 5): utilizzo di slave DP come riceventi (subscriber) per la comunicazione diretta progettazione ridondata di slave DP nelle stazioni H. Uno slave DP può essere progettato in modo ridondato se è presente la voce GSD "Slave_Redundancy_supp = 8". sincronizzazione dell'ora negli slave DP. Uno slave DP con la voce GSD "Time_Sync_supp = 1" presenta la scheda "Sincronizzazione dell'ora" per la progettazione di questa funzione A5E

105 Configurazione della periferia decentrata (DP) STEP 7 V5.3 Servicepack 1 Questa versione di STEP 7 è in grado di interpretare, oltre ai file GSD per slave DP (fino alla revisione 5) anche file GSD per dispositivi PROFINET IO in formato XML (Generic Station Description). L'utilizzo di entrambi i formati di file GSD è lo stesso. È invece particolare l'assegnazione di nomi e versioni a questi nuovi file GSD. STEP 7 V5.3 Servicepack 1 interpreta i file GSD secondo lo schema GSDML V1.0. A5E

106 Configurazione della periferia decentrata (DP) Nozioni utili sui file GSD per PROFINET IO Device Nozioni di base Le proprietà dei dispositivi PROFINET IO non sono memorizzate in un file di testo basato su una parola chiave (come per gli slave PROFIBUS DP) bensì in un file XML la cui struttura e le cui regole vengono determinate da uno schema GSDML. Il linguaggio dei file GSD è GSDML (Generic Station Description Markup Language) e viene definito dallo schema GSDML. Uno schema GSDML contiene regole di validità che consentono p. es. di verificare la sintassi di un file GSD. Gli schemi GSDML (in forma di file di schema) vengono forniti ai costruttori di IO Device dalla PROFIBUS International. Gli ampliamenti delle funzioni nell'ambito di PROFINET IO incidono sulla specifica GSDML e sullo schema corrispondente. Con l'ampliamento di una funzione si crea una nuova versione della specifica e dello schema. Nomi dei file GSD per IO Device La struttura del nome di un file GSD è indicata nell'esempio seguente. "GSDML-V1.0-Siemens-ET200S xml" Parte del nome Spiegazione GSDML Stringa di caratteri con la quale iniziano tutti i file GSD per IO Device V1.0 Versione dello schema GSDML Siemens Costruttore ET200S Nome del dispositivo ID della versione (data).xml Estensione del file In presenza di nomi uguali, nel Catalogo hardware vengono sempre presi in considerazione i file GSD con la versione più recente. Versioni dei file GSD per IO Device Per i file GSD l'informazione sulla versione è suddivisa in due parti. Da un lato viene indicata la versione dello schema GSDML, che determina le funzioni di linguaggio del file GSD. Dall'altro viene indicata la versione in forma di data. La versione dei file GSD viene incrementata p. es. dopo l'eliminazione di un errore o dopo l'ampliamento di una funzione A5E

107 Configurazione della periferia decentrata (DP) 3.10 DPV Nozioni utili su PROFIBUS DPV1 I paragrafi che seguono contengono informazioni su: nuovi meccanismi legati a master DPV1 e slave DPV1 nuove regole da tenere presenti nella configurazione e nella programmazione di questi componenti. Ulteriori informazioni Nella pagina Internet del Customer Support dedicata alle FAQ la Siemens ha pubblicato un articolo dedicato a DPV1 (numero di contributo: ; vedere Sistemi di automazione > Periferia decentrata SIMATIC > PROFIBUS > Generalità). Quali unità possono fungere da master/slave DPV1? Le CPU della famiglia S7-400 con interfaccia DP integrata supportano la funzionalità di master DPV1 a partire dalla versione di firmware 3.0. Anche il nuovo CP (DX03) supporta la funzionalità di master DPV1. Gli slave DP riportati nel catalogo hardware di STEP 7 sotto il nome della famiglia di appartenenza sono contrassegnati come slave DPV1 nel testo informativo. Gli slave DP importati in STEP 7 mediante file GSD supportano la funzionalità DPV1 a partire dalla revisione 3. Nuove funzioni introdotte dai dispositivi DPV1 (master/slave) Rispetto agli altri dispositivi (definiti anche "master standard" e "slave standard"), i master DP e gli slave DP che supportano DPV1 presentano nuove funzioni. I dispositivi DPV1 consentono lo scambio di dati aciclico tra master e slave (lettura/scrittura del set di dati, ad esempio per modificare i parametri di uno slave durante il funzionamento). I set di dati di ogni unità e la loro struttura sono riportati nella documentazione specifica dell'unità o del modulo. Gli slave DPV1 sono in grado di attivare allarmi che garantiscono l'elaborazione dell'evento che ha causato l'allarme da parte della CPU master. I dati di allarme vengono analizzati dalla CPU anche in STOP (aggiornamento del buffer di diagnostica e dello stato dell'unità). In STOP, tuttavia, non vengono elaborati gli OB. Oltre ai consueti allarmi di SIMATIC (es. interrupt di diagnostica in ET 200M), questi dispositivi supportano nuovi allarmi: allarme di stato, allarme di aggiornamento e allarme produttore. Avvertenza: in precedenza queste funzioni, già parzialmente supportate dagli slave DP completamente integrati in STEP 7 (che non richiedevano, cioè, file GSD), potevano essere utilizzate esclusivamente con unità S7. A partire da STEP 7 V5.1 SP2, esse sono disponibili a prescindere dal produttore (vengono supportate, ad esempio, dagli slave DP con file GSD revisione 3). A5E

108 Configurazione della periferia decentrata (DP) Configurazione di dispositivi DPV1 Commutazione dell'interfaccia master DP e collocazione degli slave DP Se nella Configurazione HW di STEP 7 si inserisce nel telaio di montaggio centrale un master DP con funzionalità DPV1, il modo DPV1 è impostato per default. Per attivare un modo operativo diverso, procedere come descritto nel seguito. 1. Nella tabella di configurazione fare doppio clic sulla riga "Master DP" della CPU. Questa riga rappresenta l'interfaccia DP. 2. Nella finestra delle proprietà dell'interfaccia fare clic sulla casella di riepilogo "Modo DP" e selezionare il modo operativo desiderato: - "compatibile con S7" se non si vogliono utilizzare le funzioni DPV1 - "DPV1"per utilizzare le funzioni DPV1. 3. Collocare gli slave DP sul sistema master DP tenendo presenti le seguenti regole: - ad un'interfaccia DP operante in modo DPV1 si possono collegare anche slave che non supportano questo modo (ad esempio, slave DP con file GSD revisione < 3). - ad un'interfaccia DP operante in modo "compatibile con S7" si possono collegare anche slave DPV1. La funzionalità DPV1 viene disattivata automaticamente. In alcuni casi, tuttavia, le regole di progettazione dello slave DP specifiche di un determinato produttore richiedono il modo DPV1 come condizione indispensabile, impedendo così la collocazione di tale slave DP nel sistema master DP (durante la configurazione viene effettuata automaticamente una verifica). Conseguenze della commutazione dell'interfaccia master DP Situazione 1: commutazione dell'interfaccia master DP in modo "DPV1". Gli slave DP già collegati a questa interfaccia e privi di funzionalità DPV1 possono continuare ad essere utilizzati. Situazione 2: commutazione dell'interfaccia master DP da "DPV1" a "compatibile con S7". STEP 7 verifica che tutti gli slave DP possano commutare su questo modo. Se per uno slave DP è indispensabile una determinata funzione DPV1 (per esempio, un allarme deve assolutamente essere attivato), tale slave DP non può funzionare sul master DP in modo "compatibile con S7". Novità nella struttura degli slave DPV1 Gli slave DPV1 inaugurano un nuovo sistema di assegnazione dei posti connettore. Per l'utente di STEP 7, tuttavia, questa innovazione comporta conseguenze trascurabili. Anche per questi slave DP, agli ingressi ed alle uscite della periferia decentrata vengono assegnati indirizzi logici. L'indirizzo del posto connettore viene convertito in indirizzo logico automaticamente o mediante finestre di dialogo durante la configurazione dello slave DP. L'indirizzo logico assegnato nella configurazione al posto connettore coincide con quello determinato nel programma utente mediante conversione (conversione dell'indirizzo fisico in indirizzo logico e viceversa con le SFC 5 e SFC 49). A partire da STEP 7 V5.1 Servicepack 2, nella vista dettagliata dello slave DPV1 i posti connettore iniziano sempre da 1. Di conseguenza, per gli slave DP non progettati mediante file GSD l'interfaccia DP (ad esempio, IM 153) viene visualizzata nel posto connettore A5E

109 Configurazione della periferia decentrata (DP) Indirizzo di diagnostica Il cambiamento non modifica l'indirizzo di diagnostica dello slave DP. Negli slave DPV1 l'indirizzo di diagnostica viene assegnato automaticamente al posto connettore virtuale 0 che funge da "segnaposto" della stazione. In linea generale: al posto connettore virtuale 0 con relativo indirizzo di diagnostica vengono assegnati soltanto allarmi e eventi di diagnostica che riguardano tutto lo slave DP, ad esempio allarmi provenienti da unità su posti connettore non progettati, guasto alla stazione/ritorno della stazione (OB 86) agli altri posti connettore con relativi indirizzi iniziali vengono assegnati eventi di diagnostica ed allarmi provenienti dalla singola unità (ad esempio, da un'interfaccia DP IM nel posto connettore 2). A5E

110 Configurazione della periferia decentrata (DP) Programmazione di dispositivi DPV1 Nuovi OB di allarme per eventi DPV1 Gli slave DPV1 sono in grado di attivare allarmi. Per allarmi di diagnostica, interrupt di processo e allarmi di estrazione/inserimento, si possono utilizzare i consueti OB supportati dal sistema operativo delle CPU S7. Sono inoltre disponibili nuovi OB per i seguenti allarmi: Allarme DPV1 OB Spiegazione Allarme di stato OB 55 L'allarme di stato può essere attivato quando cambia il modo operativo, ad esempio se l'unità commuta da RUN a STOP. Per una descrizione dettagliata degli eventi che provocano l'attivazione dell'allarme di stato, consultare la documentazione fornita dal produttore dello slave DPV1. Allarme di aggiornamento OB 56 L'allarme di aggiornamento può essere attivato quando, mediante accesso locale o remoto, si modifica la parametrizzazione di un posto connettore. Per una descrizione dettagliata degli eventi che provocano l'attivazione dell'allarme di aggiornamento, consultare la documentazione fornita dal produttore dello slave DPV1. Allarme produttore OB 57 L'evento che attiva questo tipo di allarme viene stabilito dal produttore dello slave DPV1. Nuovi SFB e SFC per l'accesso agli slave DPV1 La tabella riporta le nuove interfacce con relative funzioni e le confronta, dove possibile, con quelle esistenti in passato. Per informazioni più dettagliate, consultare la guida agli SFB/SFC e ai nuovi OB. I progetti già esistenti non vanno necessariamente adeguati ai nuovi SFB/SFC; questi andrebbero però utilizzati nella creazione di nuovi progetti, poiché consentono di sfruttare pienamente le funzioni DPV1. Funzione Interfaccia precedente Interfaccia nuova (DPV1) Osservazioni Lettura set di dati SFC 59 RD_REC SFB 52 RDREC - Scrittura set di dati SFC 58 WR_REC SFB 53 WRREC - Ricezione allarme da uno slave DP - SFB 54 RALRM L'SFB deve essere richiamato nell'ob che attiva l'allarme. Avvertenza Se uno slave DPV1 è stato progettato mediante file GSD (GSD dalla revisione 3) e l'interfaccia DP del master DP è impostata su "Compatibile con s7", nel programma utente non è possibile leggere/scrivere set di dati con SFC 58/59 o SFB 53/52 dalle/nelle unità degli ingressi e delle uscite. In questo caso il master DP indirizza il posto connettore errato (posto connettore progettato +3). Rimedio: reimpostare l'interfaccia del master DP su "DPV1" A5E

111 Configurazione della periferia decentrata (DP) Check list per la verifica di programmi utente già esistenti Se si è elaborata la configurazione con STEP 7 V5.1 Servicepack 2 e si è impostata l'interfaccia su "DPV1", verificare i seguenti punti del programma utente: Funzione Da verificare Conversione indirizzi Se nel programma utente è stata effettuata la conversione degli indirizzi (SFC 5, SFC 49, SFC 50), verificare che negli slave DP progettati mediante file GSD ad ogni posto connettore sia stato assegnato il giusto indirizzo logico iniziale. Il posto connettore 0 ha un proprio indirizzo. Lettura della diagnostica con l'sfc 13 Lettura/scrittura set di dati Lettura lista di stato di sistema Slave DP importati mediante file GSD In precedenza la prima unità di E/A dello slave DP veniva assegnata mediante SFC al posto connettore 4; ora, essa viene assegnata al posto connettore 1, come visualizzato nella Configurazione HW. Slave DP integrati in STEP 7 (p. es., ET 200M): L'unità d'interfaccia (posto connettore 2) ha un proprio indirizzo. L'indirizzo di diagnostica assegnato in precedenza rimane valido. Internamente, STEP 7 assegna questo indirizzo al posto connettore 0. Il set di dati di diagnostica dello slave DPV1 è strutturato diversamente (consultare la descrizione dello slave DP, in ET 200M anche i paragrafi relativi alla diagnostica avanzata). Se si trasmettono set di dati con la SFC 58 "WR_REC" a uno slave DPV1 o si leggono set di dati con la SFC 59 "RD_REC" da uno slave DPV1 e quest'ultimo funziona in modo DPV1, il master DP analizza l'informazione di errore ricevuta dallo slave nel modo seguente: se l'informazione di errore è compresa nei campi da W#16#8000 a W#16#80FF o da W#16#F000 a W#16#FFFF, il master DP la inoltra alla SFC. Se invece non è compresa in questi campi, il master DP fornisce il valore W#16#80A2 alla SFC e sospende lo slave. Per informazioni sulle informazioni di errore provenienti dagli slave DPV1 consultare Allarme ricevuto da uno slave DP con l'sfb 54 "RALRM" STATUS[3]. Vedere anche: Rimandi alla descrizione dei linguaggi e Guida a blocchi e attributi di sistema Se si utilizza l'sfc 51 (RDSYSST), ad esempio per leggere informazioni sullo stato dell'unità, del telaio di montaggio o della stazione, si tengano presenti il nuovo sistema di assegnazione dei posti connettore e l'inserimento del posto connettore 0 (vedere sopra). A5E

112 Configurazione della periferia decentrata (DP) Esempio 1: analisi delle informazioni di allarme dall'ob 40 con l'sfb 54 "RALRM" Un'unità digitale d'ingresso della periferia decentrata attiva un interrupt di processo (indirizzo iniziale 288). Nell'OB 40 viene richiamato l'sfb 54 "DP_ALRM" per leggere le informazioni d'allarme supplementari di questa unità. Si verifica se il primo canale ha attivato un interrupt di processo. Nelle unità S7, le informazioni d'allarme supplementari possono essere lette anche dall'informazione di start dell'ob 40. Tuttavia, la norma DPV1 consente fino a 59 byte di informazioni d'allarme supplementari, dimensione che eccede l'informazione di start dell'ob 40. Per la spiegazione dell'sfb 54 e per la struttura delle informazioni d'allarme supplementari nei diversi tipi di allarme, consultare il manuale "Software di sistema per S7-300/400 Funzioni standard e di sistema" oppure la Guida in linea corrispondente. //... //... //Selettore per indirizzo che ha causato l'allarme (288) L DW#16#120 T "MD10" CALL "RALRM", "DB54" MODE :=1 //Modo funzione: 1=impostare tutti i parametri //di uscita (F_ID non ha effetto) F_ID :="MD10" //Indirizzo iniziale dal quale l'allarme è stato //attivato MLEN :=8 //Lunghezza massima delle informazioni d'allarme //supplementari in byte (es.:per stato di canale //dell'unità) NEW :="Allarme_nuovo" //Ricevere allarme? (sì = 1) STATUS:="DP_RALRM_STATUS" //Valore di ritorno con codice di errore ID :="Indir_slot_allarme" //Indirizzo iniziale del posto connettore che ha //ricevuto l'allarme LEN :="Lungh_info_allarme" //Lunghezza delle informazioni d'allarme //supplementari (4 byte informaz. di //intestazione //+ p. es. 4 byte per unità di E/A S7) TINFO :=P#M BYTE 28 //Puntatore per informazioni di start //OB+informazioni di gestione: 28 byte da MB 100 AINFO :=P#M BYTE 8 //Puntatore per area di destinazione informaz. //di intestazione + informazioni d'allarme //supplementari (max. 59 byte) U M //L'ingresso 1 (Bit 0) ha provocato l'allarme? SPB Alrm BEA Alrm: S A 0.0 // Elaborazione allarme // A5E

113 Configurazione della periferia decentrata (DP) Esempio 2: analisi di dati di diagnostica nell'ob 82 con l'sfb 54 "RALRM" L'area di destinazione per i dati di diagnostica deve essere sufficiente per la diagnostica standard (6 byte), la diagnostica riferita all'identificazione (3 byte per 12 posti connettore) e per l'analisi della diagnostica del dispositivo (solo stato del modulo, altri 7 byte). Per un'analisi più dettagliata (diagnostica del canale, se supportata dallo slave DP), è necessario riservare un ulteriore spazio di memoria. //... //... L 120 //Determinare indirizzo iniziale per T "Indir_slot_diag" //modulo o stazione dal quale leggere //la diagnostica //... CALL "RALRM", "DB54" MODE :="Tutti_param" F_ID :="Indir_slot_diag" MLEN :=20 NEW :="nuovo" //Non rilevante STATUS:="RET_VAL" // 1 = Vengono impostati tutti i parametri //di uscita //Indirizzo iniziale del posto connettore //dal quale leggere la diagnostica //Lunghezza massima dei dati di //diagnostica in byte //Codice d'errore ID :="Indir_slot_allarme" //Indirizzo iniziale del posto connettore //dal quale è stato ricevuto un allarme LEN :="Lungh_info_allarme" //Lunghezza delle informazioni d'allarme //supplementari (4 byte informaz. di //intestazione + 16 byte dati di //diagnostica) TINFO :=P#M BYTE 28 AINFO :=P#M BYTE 20 //Struttura dei dati di diagnostica depositati: //Puntatore per informazioni di start //OB+informazioni di gestione: 28 byte da //MB 100 //Puntatore per area di destinazione dei //dati di diagnostica //da MB 130 a MB 133: informazioni di intestazione (lunghezza, ID, posto connettore) //da MB 134 a MB 139: diagnostica standard (6 byte) //da MB 140 a MB 142: diagnostica riferita all'identificazione (3 byte) //da MB 143 a MB 149: stato del modulo (7 byte) //... U M //Errore su posto connettore 1? SPB BE stp1 stp1: L MB 147 //Leggere stato del modulo posti conn. da //1 a 4 UW W#16#3 //Filtrare posto connettore 1 L W#16#2 //Stato dei 2 bit 'wrong module' inserita //unità errata ==I S A 0.1 //Reazione a modulo errato //.. L MB 147 //Leggere stato del modulo posti conn. //da 1 a 4 UW W#16#3 //Filtrare posto connettore 1 L W#16#1 //Stato dei 2 Bit 'invalid data' dati //utili non validi ==I S A 0.2 //Reazione a dati utili non validi A5E

114 Configurazione della periferia decentrata (DP) Il sistema di assegnazione dei posti connettore negli slave DPV1 e gli slave intelligenti I paragrafi che seguono illustrano l'assegnazione degli indirizzi (indirizzi di E/A e di diagnostica) ai posti connettore (slot) in DPV1. Ci si soffermerà in particolare sugli indirizzi che non trasportano dati utili e sulla loro progettazione. Il sistema di assegnazione dei posti connettore in DPV1 In DPV1 (IEC 61158), come in DP (EN ), lo slave è costituito da posti connettore (slot) contrassegnati da numeri: 0, 1,...n. Il posto connettore 0, di nuova creazione, ha un significato particolare, poiché funge da segnaposto per tutto lo slave DP. "Segnaposto" significa che, ad esempio, gli allarmi attivati dal posto connettore 0 riguardano tutto lo slave DP, e non soltanto un determinato posto connettore all'interno dello slave DP. Gli eventi di diagnostica provenienti da questo posto connettore sono associati allo slave DP nel complesso, e non ad un singolo posto connettore o ad una singola unità. Indirizzi delle interfacce DP Per la CPU, ogni interfaccia è contrassegnata da un indirizzo logico diverso. Gli indirizzi possono essere letti nella scheda "Indirizzi", sia per l'interfaccia master che per l'interfaccia slave (doppio clic sulla riga "DP" della tabella di configurazione). Questi indirizzi non presentano alcuna relazione con il sistema di assegnazione dei posti connettore degli slave DP; essi servono esclusivamente alla CPU, permettendole di individuare, ad esempio, un guasto all'interfaccia. Per il programma utente, questi indirizzi hanno rilevanza trascurabile A5E

115 Configurazione della periferia decentrata (DP) Posti connettore e indirizzi per dati utili In generale, spetta al produttore dello slave DP decidere quali dati devono provenire da un determinato posto connettore. Negli slave DP completamente integrati in STEP 7, detti anche "slave S7", la prima unità di E/A si trova sempre nel posto connettore 4. Gli slave DP installati in STEP 7 mediante file GSD possono invece avere dati utili a partire dal posto connettore 1. Ai dati della periferia decentrata si accede, normalmente, tramite i relativi indirizzi; di conseguenza, negli slave S7 i dati utili vengono indirizzati a partire dall'indirizzo iniziale del posto connettore 4. Anche gli slave DP intelligenti funzionano secondo questo principio. Essi permettono di assegnare le aree di memoria di E/A dello slave alle aree di memoria E/A del master mediante una tabella (scheda "Configurazione"). Durante il funzionamento (scambio di dati ciclico), i dati trasferiti da programma utente dello slave DP intelligente in queste aree di memoria vengono trasferiti anche alle aree di memoria del master ad esse associate. Tuttavia, durante la progettazione degli indirizzi il numero del posto connettore non è visibile, poiché i limiti dei posti connettore non corrispondono ad unità reali (come accadrebbe, ad esempio, nell'et 200M), ma sono determinati dalla lunghezza, liberamente modificabile, delle aree di E/A. Si parla, in questo caso, di "posti connettore virtuali". Per comprendere il sistema di assegnazione dei posti connettore, è importante ricordare che: lo slave intelligente ha, oltre ai posti connettore reali, dei posti connettore virtuali, collocati nelle aree di memoria. Come per i posti connettore reali, anche ai posti connettore virtuali si accede mediante indirizzi logici: nel caso di slave DP standard (p. es. ET 200M), mediante l'indirizzo iniziale di un'unità, negli slave intelligenti mediante l'indirizzo progettato nella scheda "Configurazione" (area E/A). Per il master DP, un posto connettore virtuale ha un indirizzo diverso rispetto a quello utilizzato dallo slave DP. L'assegnazione può essere progettata. Di norma, il master DP accede ad un determinato posto connettore dello slave DP mediante un indirizzo diverso da quello utilizzato dallo slave DP allo stesso scopo A5E

116 Configurazione della periferia decentrata (DP) Esempio di assegnazione di indirizzi per dati utili L'assegnazione dei posti connettore virtuali presenta il seguente schema. Esempio: Significato (per lo slave Posto connettore Significato (per il Esempio: Indirizzo visto dallo slave DP DP) (non visibile durante la master DP) proget tazione) Indirizzo visto dal master DP E 2 Mediante il byte 4...ciò che il master ha A 4 d'ingresso 2 viene scritto nel byte di uscita letto A 5 Ciò che è scritto nel byte 5...può essere letto nel E 6 di uscita 5 dello slave... master come byte d' ingresso 6. E A Suggerimento: l'assegnazione dei posti connettore è riportata nel sommario indirizzi della CPU master o della CPU slave. Posti connettore e indirizzi per le informazioni di sistema Gli indirizzi per le informazioni di sistema vengono utilizzati, ad esempio, per gestire le informazioni di diagnostica o le informazioni relative alla commutazione del modo di funzionamento Indirizzi dello slave DP Le informazioni di sistema dello slave DP sono assegnate a dei posti connettore. Per DPV1 sono determinanti i seguenti posti connettore: Posto connettore 0 (segnaposto di stazione) Mediante l'indirizzo di questo posto connettore virtuale visto dal master DP, il master DP diagnostica un eventuale guasto o ritorno dello slave DP intelligente. Mediante l'indirizzo di questo posto connettore virtuale visto dallo slave DP, lo slave DP intelligente diagnostica un eventuale guasto o ritorno del master DP. Posto connettore 2 (negli slave DP standard, l'interfaccia DP) Mediante l'indirizzo di questo posto connettore virtuale visto dal master DP, il master DP individua una commutazione del modo di funzionamento nello slave DP. Mediante l'indirizzo di questo posto connettore virtuale visto dallo slave DP, lo slave DP individua una commutazione del modo di funzionamento nel master DP A5E

117 Configurazione della periferia decentrata (DP) Per gli slave DP intelligenti, i posti connettore 1 e 3 non sono rilevanti. La tabella seguente riporta un'assegnazione per i posti connettore da 0 a 3 (posti connettore virtuali). Sotto alla tabella sono indicati i nomi delle schede utilizzate per la configurazione della stazione master e della stazione slave. In STEP 7 gli indirizzi vengono assegnati automaticamente in ordine crescente, in modo da evitare conflitti con i dati utili. È op portuno mantenere gli indirizzi proposti, anche questi se sono modificabili. Se il programma utente deve essere eseguito su diverse CPU, verificare che gli indirizzi rientrino anche nell' area di indirizzi della CPU meno potente. Esempio: Indirizzo visto dallo slave DP Significato (per lo slave DP) 8189 Guasto alla stazione / ritorno di stazione del master DP (vedere 1) Posto connettore Significato (non visibile durante la (per il master DP) proget tazione) 0 Guasto alla stazione / ritorno di stazione dello slave DP (vedere 3) Esempio: Indirizzo visto dal master DP - non rilevante 1 non rilevante Commutazione del modo di funzionamento del master DP (vedere 2) 2 Commutazione del modo di funzionamento dello slave DP (vedere 4) - non rilevante 3 non rilevante - Dati utili (v. sopra) Dati utili (v. sopra) (1) Doppio clic sull'interfaccia DP dello slave DP intelligente (p. es. CPU DP) nella stazione slave, scheda "Configurazione"; il campo "Diagnostica" della tabella è editabile. (2) Doppio clic sull'interfaccia DP dello slave DP intelligente (p. es. CPU DP) nella stazione slave, scheda "Modo operativo"; il campo "Indirizzo dello slot 2" sotto l'opzione "Slave DP" è editabile. (3) Doppio clic sul simbolo dello slave DP nella stazione master, scheda "Generale"; il campo "Indirizzo di diagnostica" sotto "Indirizzi" è editabile. (4) Doppio clic sul simbolo dello slave DP nella stazione master, scheda "Generale"; il campo "Indirizzo dello slot 2" sotto "Indirizzi" è editabile. A5E

118 Configurazione della periferia decentrata (DP) Riepilogo La configurazione dello slave DP intelligente, comprensiva di posti connettore virtuali, si presenta come segue: Attivazione di interrupt di processo con la SFC 7 La SFC 7 consente di attivare un interrupt di processo dal programma utente della CPU dello slave intelligente per ogni indirizzo progettato, sia esso un indirizzo di dati utili dell'area E/A oppure l'indirizzo del posto connettore virtuale 2. Nel programma utente dello slave intelligente si possono utilizzare per la SFC 7, ad esempio, gli indirizzi di E/A progettati nella colonna "Locale...". Nel programma utente del master viene attivato un interrupt di processo. Nell'informazione di start dell'ob di interrupt di processo (p. es. OB 40) viene indicato l'indirizzo progettato nella colonna "Partner PROFIBUS DP" come indirizzo che ha attivato l'allarme A5E

119 Configurazione della periferia decentrata (DP) 3.11 Repeater di diagnostica Configurazione e messa in servizio del repeater di diagnostica Il repeater di diagnostica sorveglia un segmento di una sotto-rete PROFIBUS RS 485 (conduttore in rame) durante il funzionamento e segnala eventuali guasti sul conduttore inviando un telegramma di diagnostica al master DP. Il punto in cui il guasto si è verificato e la causa che l'ha provocato vengono visualizzati per esteso mediante HMI. La diagnostica linee effettuata dal repeater di diagnostica durante il funzionamento permette di individuare prontamente i guasti al bus, abbreviando i tempi di fermo dell'impianto. Configurazione del repeater di diagnostica Il repeater di diagnostica è contenuto nel catalogo hardware alla voce "PROFIBUS DP/Componenti di rete/diagnostic Repeater". Il repeater di diagnostica viene collegato al sistema master di un master DP e configurato come uno slave DP standard. Funzionamento del repeater di diagnostica Per poter localizzare un'eventuale avaria durante il funzionamento, il repeater di diagnostica deve memorizzare la topologia della sotto-rete PROFIBUS alla quale è collegato. Mediante la funzione "Prepara diagnostica linee", il repeater di diagnostica misura la distanza da tutti i nodi. Il repeater di diagnostica salva le distanze misurate in una tabella al proprio interno. Esso memorizza inoltre il segmento sul quale ogni nodo è collocato. Al verificarsi di un'avaria, il repeater ne calcola la distanza e, sulla base della tabella, individua i nodi tra i quali l'avaria è situata. Il repeater di diagnostica collega tre segmenti. Soltanto sui segmenti DP2 e DP3 esso è in grado di rilevare la topologia e di localizzare le avarie in funzionamento, grazie al circuito di misura incorporato. La figura illustra il repeater di diagnostica (RD) con relativi connettori. A5E

120 Configurazione della periferia decentrata (DP) Requisiti per la messa in servizio Per poter avviare il rilevamento topologico, il PG deve essere collegato alla rete PROFIBUS. La struttura della sotto-rete PROFIBUS alla quale il repeater di diagnostica è collegato deve rispettare le indicazioni contenute nella documentazione del repeater di diagnostica. Messa in servizio del repeater di diagnostica con STEP 7 Per poter localizzare un'eventuale avaria durante il funzionamento, il repeater di diagnostica deve memorizzare la topologia della sotto-rete PROFIBUS alla quale è collegato. Mediante la funzione "Prepara diagnostica linee", il repeater di diagnostica misura la distanza da tutti i nodi. Il repeater di diagnostica salva poi le distanze misurate in una tabella al proprio interno. Esso memorizza inoltre il segmento sul quale ogni nodo è collocato. Al verificarsi di un'avaria, il repeater ne calcola la distanza e, sulla base della tabella, individua i nodi tra i quali l'avaria è situata. La determinazione della distanza dei nodi PROFIBUS rispetto al repeater di diagnostica deve essere avviata esplicitamente durante la configurazione dell'hardware o la progettazione della rete. 1. Selezionare il repeater di diagnostica o il sistema master DP al quale il repeater di diagnostica è collegato (Configurazione HW) oppure selezionare la sotto-rete PROFIBUS alla quale il repeater è collegato (Configurazione di rete) 2. Attivare il comando di menu Sistema di destinazione > Prepara diagnostica linee. 3. Nella finestra di dialogo richiamata da questo comando, avviare la misurazione. Individuazione dei guasti durante il funzionamento Il repeater di diagnostica segnala l'evento "Localizzato guasto" ed invia un allarme di diagnostica alla CPU del master DP. Informazioni dettagliate sull'evento di diagnostica sono contenute nella finestra di dialogo "Stato dell'unità" del repeater di diagnostica. L'avaria viene rappresentata graficamente e corredata di informazioni supplementari riguardanti, ad esempio, la causa dell'errore (se rilevabile dal repeater di diagnostica) A5E

121 Configurazione della periferia decentrata (DP) Esempio di rappresentazione grafica nella finestra di dialogo "Stato dell'unità" Se tutti i segmenti ai quali il repeater di diagnostica è collegato funzionano correttamente, le schede della finestra di dialogo "Stato dell'unità" si presentano come nella figura: Nel caso che un segmento sia disattivato (e dunque non diagnosticabile), accanto al titolo della scheda compare il seguente simbolo: simbolo di segmento disattivato Se si verifica un guasto nel segmento "DP2", accanto al titolo della scheda "DP2" compare un simbolo d'errore; gli altri segmenti funzionano correttamente. Nella scheda "DP2" la seguente figura rappresenta l'avaria: il repeater di diagnostica ha l'indirizzo PROFIBUS 4, il guasto è situato tra i nodi con gli indirizzi PROFIBUS 16 e 21. La figura riporta inoltre la distanza rispetto agli slave DP vicini. La figura rappresenta nel dettaglio quanto riportato sopra in forma schematica. A5E

122 Configurazione della periferia decentrata (DP) Nel caso STEP 7 non sia in grado di localizzare il guasto sul segmento "DP2" o se, ad esempio, il segmento DP2 presenta più di 32 nodi ed il repeater di diagnostica non può lavorare correttamente, viene visualizzato il seguente simbolo: Riepilogo dei simboli I simb oli presenti sulle schede possono assumere le seguenti forme: Segmento OK Guasti sul segmento Segmento inattivo Non possono essere rilevate informazioni relative al segmento 3-72 A5E

123 Configurazione della periferia decentrata (DP) Rappresentazione topologica mediante repeater di diagnostica A partire da STEP 7 V5.2, nelle configurazioni PROFIBUS con repeater di diagnostica 972-0AB01) è possibile, oltre alla diagnostica linee, anche la rappresentazione topologica della rete PROFIBUS-DP. Contrariamente alla schermata di rete di NetPro non viene rappresentata la struttura "logica" della sotto-rete PROFIBUS, bensì la collocazione spaziale dei nodi PROFIBUS con la sequenza effettiva e le distanze (a condizione che il repeater di diagnostica sia in grado di rilevare questi dati). I nodi vengono rappresentati come in NetPro. Funzionamento Dopo ogni modifica alla struttura dell'hardware la rappresentazione topologica deve sempre essere preceduta dalla funzione "Prepara diagnostica linee". In questo modo il repeater di diagnostica può misurare la rete PROFIBUS e creare una tabella interna delle distanze. I dati possono essere visualizzati mediante la funzione "Visualizza topologia di rete". Se la visualizzazione della topologia viene avviata con un progetto aperto e una sottorete selezionata, i nodi qui contenuti vengono visualizzati con il nome di progettazione. Vengono inoltre letti e a richiesta visualizzati le voci del buffer di diagnostica del repeater di diagnostica e i dati statistici. Le informazioni possono essere salvate in un file e stampate. A5E

124 Configurazione della periferia decentrata (DP) Presupposti Il repeater di diagnostica deve supportare la funzione "Visualizza topologia di rete" (n. di ordinazione 6ES AB01 o successivi). La struttura della rete PROFIBUS deve essere conforme alle regole riportate nel manuale del repeater di diagnostica affinché le distanze possano essere rilevate correttamente. Se p. es. si collegano in cascata più repeater di diagnostica, il collegamento con il repeater di diagnostica sovraordinato deve avvenire esclusivamente mediante l'interfaccia DP1. Per la funzione "Prepara diagnostica linee" il PG deve essere collegato direttamente allo stesso bus PROFIBUS del repeater di diagnostica. La funzione "Prepara diagnostica linee" è eseguibile anche se il progetto non è aperto. Per la funzione "Visualizza topologia di rete" la rete PROFIBUS può essere collegata al PG anche mediante un "router di dati" (p. es. CP Ext V3.2). Il PG deve essere assegnato ad un progetto STEP 7 (in NetPro: comando di menu Sistema di destinazione > Assegna PG/PC applicato all'oggetto "PG/PC"). Per visualizzare la topologia di rete mediante un repeater di diagnostica collegato in routing è necessario aprire il progetto e selezionare la sotto-rete PROFIBUS corrispondente. Procedimento 1. In NetPro o in Configurazione HW richiamare il comando di menu Sistema di destinazione > Prepara diagnostica linee. 2. Nel SIMATIC Manager richiamare il comando di menu Sistema di destinazione > PROFIBUS > Visualizza topologia di rete o in NetPro il comando di menu Sistema di destinazione > Visualizza topologia PROFIBUS. In alternativa è possibile avviare nel programma utente il rilevamento topologico con la SFC 103 "DP_TOPOL" A5E

125 Configurazione della periferia decentrata (DP) Come lavorare con la rappresentazione topologica Rappresentazione dei nodi La sezione superiore della finestra "Rappresentazione topologica PROFIBUS-DP" mostra i nodi che non possono essere assegnati. Rappresentazione Significato Nodo non assegnabile. Le cause possibili sono visualizzate nella finestra di lavoro sotto forma di messaggi (p. es. sono stati aggiunti nodi o modificati indirizzi di nodo senza eseguire successivamente la funzione "Prepara diagnostica linee"). Viene segnalata nella sezione superiore della finestra anche la presenza di repeater di diagnostica che non supportano la lettura dei dati topologici. Una serie di punti di domanda indica un nodo sconosciuto. La sezione inferiore della finestra rappresenta, sotto forma di nodi collegati in rete, i nodi che possono essere assegnati nell'ambito della topologia di bus. Vengono riportate le distanze ed eventualmente informazioni supplementari. Rappresentazione Significato Nodi assegnabili e rappresentabili nella topologia PROFIBUS. Informazioni supplementari (p. es. errore nella configurazione provocato dal collegamento diretto di due segmenti di misura dei repeater di diagnostica) vengono visualizzate sotto forma di messaggi. Rappresentazione della lunghezza della linea (nell'esempio): La lunghezza della linea tra lo slave DP con indirizzo PROFIBUS 2 e il repeater di diagnostica (indirizzo PROFIBUS 16) è pari a 4 metri. Lo slave DP è collegato al segmento DP 2. Nodo non assegnabile, non può essere momentaneamente accessibile dal repeater di diagnostica Nodo assegnabile, tuttavia individuato come disturbato dal repeater di diagnostica. A5E

126 Configurazione della periferia decentrata (DP) Individuazione dei nodi nella rappresentazione topologica Nelle configurazioni più complesse è possibile navigare al nodo desiderato con il comando Strumenti > Vai a. La finestra di dialogo "Vai a" mostra tutti i nodi della rete PROFIBUS. 1. Selezionare il nodo desiderato (p. es. uno slave DP). 2. Fare clic sul pulsante "Nodi" per visualizzare il nodo al centro della finestra. Fare clic sul pulsante "Repeater di diagnostica" per visualizzare al centro della finestra il repeater di diagnostica assegnato al nodo. Rappresentazione tabellare della topologia Per utilizzare la rappresentazione topologica tabellare anziché quella grafica, richiamare il comando di menu Visualizza > Tabella > Topologia. Preparazione della diagnostica linee Procedere come in Configurazione HW o in NetPro. Attivare il comando di menu Sistema di destinazione > Prepara diagnostica linee nella rappresentazione topologica. Richiamo dello stato dell'unità Procedere come in Configurazione HW o in NetPro. Attivare il comando di menu Sistema di destinazione > Stato dell'unità nella rappresentazione topologica. Memorizzazione e visualizzazione dei dati topologici Per salvare la visualizzazione attiva, richiamare il comando di menu File > Salva o File > Salva con nome. Questa funzione consente di salvare i dati rilevati online per effettuare successivamente la diagnostica e l'analisi degli errori. Esportazione dei dati topologici L'esportazione dei dati topologici è possibile dalle seguenti finestre di dialogo o visualizzazioni: visualizzazione "Tabella" (comando di menu Visualizza > Tabella) finestra di dialogo "Statistica" (comando di menu Strumenti > Statistica) finestra di dialogo "Buffer di diagnostica" (comando di menu Strumenti > Buffer di diagnostica) I dati vengono esportati nel formato CSV (ASCII) che può essere letto ed elaborato da altre applicazioni. I dati esportati non sono più leggibili nella rappresentazione topologica A5E

127 Configurazione della periferia decentrata (DP) Rilevazione di errori di riflessione ed errori nel telegramma (dati statistici) Gli errori di riflessione si verificano p. es. quando si verificano anomalie sulla linea, oppure in caso di resistenze terminali in eccesso o mancanti. Gli errori nel telegramma si verificano quando almeno un bit del telegramma (p. es. il bit di parità) contiene un errore, p. es. a causa di un'anomalia nell'hardware. Gli errori di riflessione e gli errori nel telegramma individuati dal repeater di diagnostica possono essere visualizzati in una finestra, stampati ed esportati. 1. Nella rappresentazione topologica selezionare il repeater di diagnostica del quale leggere i dati. 2. Avviare la funzione con il comando Strumenti > Statistica. I valori vengono visualizzati per 60 secondi iniziando dall'istante nel quale la finestra di dialogo si apre. Internamente continua in questo intervallo la rilevazione dei dati, i quali possono essere esportati nel formato CSV con il pulsante "Esporta". Un ulteriore supporto è rappresentato dalla simbologia cromatica utilizzata per i dati statistici, che associa ad ogni colore un grado di severità permettendo così di valutare la gravità dell'errore. Facendo clic sul pulsante "Stampa" viene stampata la grafica visibile. Lettura del buffer di diagnostica Analogamente al buffer di diagnostica della CPU questa funzione fornisce una cronologia degli eventi di errore sul PROFIBUS. Per avviarla richiamare il comando di menu Strumenti > Buffer di diagnostica. La finestra di dialogo contiene gli ultimi 10 eventi. Selezionando un evento vengono visualizzati nella parte inferiore della finestra i dettagli ad esso relativi. Se una delle schede "DPx" (p. es. la scheda DP2) della finestra di dialogo "Buffer di diagnostica" segnala un'anomalia sul segmento, è presente un errore entrante. L'errore potrebbe non essere più contenuto nel buffer di diagnostica. Per visualizzare lo stato attuale, richiamare il comando Sistema di destinazione > Stato dell'unità. Stampa della rappresentazione topologica Scegliere il comando di menu File > Stampa per stampare i dati topologici. Nella finestra di dialogo aperta è possibile impostare la stampante; l'intervallo di stampa nonché la casella per gli appunti. A5E

128 Configurazione della periferia decentrata (DP) 3.12 Impostazione di cicli di bus equidistanti in sotto-reti PROFIBUS Introduzione Per le sotto-reti PROFIBUS possono essere parametrizzati in STEP 7 cicli di bus equidistanti. Per equidistanza si intende la proprietà del PROFIBUS-DP di garantire cicli di bus di uguale lunghezza. "Cicli di bus di uguale lunghezza" significa che il master DP inizia sempre il ciclo di bus DP dopo lo stesso intervallo di tempo. Da un punto di vista degli slave collegati ciò significa che anche questi ultimi ricevono i loro dati dal master ad intervalli di tempo esattamente costanti. t Composizione del tempo di ciclo del bus La figura seguente mostra la composizione del tempo di un ciclo del bus. t La "pausa variabile" visualizzata nella figura è sempre minimale se vi sono ancora compiti di comunicazione da eseguire, p. es. per altri nodi attivi. Il master (denominato anche master di equidistanza) controlla le porzioni di comunicazione in modo da ottenere sempre la stessa durata di ciclo di bus A5E

129 Configurazione della periferia decentrata (DP) Presupposti Il master di equidistanza deve supportare la funzione "Equidistanza" (vedere il testo informativo nel catalogo HW). Il master di equidistanza deve essere sempre un master DP della classe 1; ovvero, un PG/PC non può essere master di equidistanza. Il master di equidistanza deve essere l'unica stazione attiva del PROFIBUS-DP. Sulla sottorete PROFIBUS non è consentito più di un sistema master DP. I PG o i PC possono essere collegati aggiuntivamente L'equidistanza è possibile solo con i profili di bus "DP" e "personalizzato" Non deve essere progettata nessuna funzione CiR. Sulla sottorete PROFIBUS non deve essere collegata alcuna CPU H. La sottorete PROFIBUS non deve estendersi a più progetti. Tempo per il ciclo DP equidistante STEP 7 propone un valore per il tempo "Ciclo DP equidistante (ms)" sulla base di progettazione PROFIBUS (numero di nodi progettati, numero di PG, ecc.) ulteriori informazioni per il calcolo, digitabili opzionalmente (p. es. PG non progettati, di cui tener conto aggiuntivamente) Questo tempo è correggibile, ma non impostabile sotto al valore minimo calcolato e visualizzato. Influenza dei nodi attivi collegati (PG/PC e I-Slave) Del PG/PC occorre tener conto solo se è collegato direttamente al PROFIBUS con la sua interfaccia PROFIBUS. Non occorre tenerne conto se è collegato mediante l'interfaccia MPI della CPU, come raffigurato nella figura seguente. Se sono collegati slave DP intelligenti (p. es. CPU 315-2DP), il tempo previsto per il ciclo DP equidistante deve essere aumentato. A5E

130 Configurazione della periferia decentrata (DP) Profilo di equidistanza In base alla configurazione utilizzata, STEP 7 propone come tempo per il ciclo DP equidistante un valore calcolato che tuttavia può anche essere modificato. Nel calcolo di tale valore STEP 7 tiene conto dello scambio di dati utili del master DP e di alcune situazioni di errore che potrebbero verificarsi. STEP 7 calcola inoltre per il ciclo DP equidistante un tempo minimo, al di sotto del quale non si deve mai scendere. Nel calcolo di tale valore minimo STEP 7 tiene conto soltanto dei telegrammi normali per ogni ciclo di bus. Eventuali situazioni di errore potrebbero compromettere l'equidistanza. Tempi superiori a quelli proposti non costituiscono un problema.! Attenzione Se vengono scelti tempi inferiori al tempo proposto dal sistema, la comunicazione dei nodi attivi collegati aggiuntivamente alla sotto-rete PROFIBUS può in certi casi subire ritardi o, in casi estremi, addirittura cessare del tutto. Se vengono impostati valori molto approssimati al tempo di equidistanza minimo possibile visualizzato, eventuali disturbi del bus possono condurre, in casi isolati, alla disattivazione della sotto-rete PROFIBUS completa! Contesto: Equidistanza e SYNC/FREEZE Se si progetta sia "Equidistanza" che i gruppi SYNC/FREEZE per PROFIBUS-DP, occorre osservare quanto segue: Il gruppo 8 non può essere utilizzato (è riservato per il ciclo di equidistanza). Se viene prima progettata l'assegnazione dei gruppi ed è stato assegnato il gruppo 8, non è più possibile impostare l'equidistanza. Se viene progettato il gruppo 7 con equidistanza impostata, per gli slave di questo gruppo non si potranno utilizzare le funzionalità SYNC e FREEZE. Modo di procedere 1. Progettare una sotto-rete PROFIBUS con un master DP che supporta la funzione "Equidistanza" (vedere testo informativo nella finestra "Catalogo hardware " durante la configurazione dell'hardware). 2. Fare doppio clic sulla sotto-rete PROFIBUS nella visualizzazione della rete. 3. Nella finestra di dialogo delle proprietà (scheda "Impostazioni di rete") selezionare il profilo "DP" e fare clic sul pulsante "Opzioni". 4. Nella scheda "Equidistanza" impostare la condotta dell'equidistanza idonea alla propria applicazione ed eventualmente adattare i tempi da considerare e i PG/OP collegati. Informazioni dettagliate sulle possibilità di impostazione possono essere richiamate con il pulsante "?" in questa finestra di dialogo. Se la scheda "Equidistanza" non viene visualizzata, non sono soddisfatti tutti i presupposti per il funzionamento di equidistanza (vedere sopra). Ulteriori informazioni Ulteriori informazioni dettagliate sull'impostazione dell'equidistanza sono riportate nella Guida alle finestre di dialogo della scheda A5E

131 Configurazione della periferia decentrata (DP) Progettazione di tempi di reazione del processo brevi e della stessa durata nel PROFIBUS DP Tempi di reazione del processo senza equidistanza e sincronismo di clock Se nell'ambito della tecnica di azionamento o di altre applicazioni è necessario ottenere tempi di reazione del processo brevi e riproducibili (ovvero della stessa durata), i singoli cicli liberi dei componenti influiscono negativamente sul tempo di reazione. L'esempio sopra raffigurato rappresenta il comportamento senza equidistanza e sincronia di clock sulla base di una struttura esemplificativa con un master DP, due slave DP, un PG e un'op. Ne risultano i seguenti cicli parziali con la relativa parte ciclica e non ciclica: ciclo libero OB 1 del programma utente. La durata del tempo di ciclo può variare in base alle diramazioni non cicliche del programma. Ciclo DP libero e variabile nella sotto-rete PROFIBUS costituito da: - scambio ciclico dei dati tra master e slave DP 1 - scambio ciclico dei dati tra master e slave DP 2 - parte non ciclica per allarmi, registrazioni bus e servizi di diagnostica - passaggio del token ad un PG e sua elaborazione - passaggio del token ad un'op e sua elaborazione ciclo libero nel bus backplane dello slave DP ciclo libero durante la preparazione dei segnali e la conversione nei moduli elettronici degli slave DP. A5E

132 Configurazione della periferia decentrata (DP) Se si mira a tempi di reazione del processo particolarmente brevi e sicuri, i cicli liberi con lunghezza variabile e durata non costante influiscono nettamente sui tempi di reazione del processo. Lo scambio di segnali e dati avviene in funzione dei cicli singoli del modulo elettronico di ingresso tramite il bus backplane dello slave DP, dello scambio di dati tra master e slave nella sotto-rete PROFIBUS verso il programma utente OB 1 della CPU. Nel programma utente OB 1 vengono definiti i tempi di reazione del processo che pervengono al modulo elettronico di uscita percorrendo il percorso inverso. La diversa durata e la posizione "casuale" dei cicli singoli influisce notevolmente sul tempo di reazione del processo. A seconda della posizione dei cicli singoli le informazioni vengono inoltrate immediatamente o non prima di due cicli A5E

133 Configurazione della periferia decentrata (DP) Tempi di reazione del processo con equidistanza e sincronismo di clock In SIMATIC i tempi di reazione riproducibili (ovvero della stessa durata) vengono ottenuti con un ciclo di bus DP equidistante (isocrono) e la sincronizzazione dei cicli singoli precedentemente impostati. La figura corrisponde all'esempio sopra descritto con la differenza che i cicli (ad eccezione di quello dell'ob 1) hanno la stessa durata e sono sincronizzati. Il generatore di clock è costituito dal clock di equidistanza del master DP che viene inviato agli slave DP come telegramma Global Control. La sincronizzazione con il programma utente viene effettuata tramite l'allarme in sincronismo di clock OB 61 (e dall'ob 61 all'ob 64). A5E

134 Configurazione della periferia decentrata (DP) Con l'equidistanza e la sincronizzazione di clock i cicli interessati vengono eseguiti in modo comune e con la stessa durata. I tempi di reazione del processo assumono quindi la stessa durata e diventano più brevi grazie alla mancanza dei salti di ciclo. Non si verifica più la situazione per cui le informazioni vengono inoltrate nel primo o nel secondo ciclo in funzione della posizione dei singoli cicli. Nell'esempio qui riportato, il master DP gestisce lo scambio ciclico dei dati tra il master e gli slave 1 e 2. Quindi segue la parte aciclica per allarmi, registrazioni di bus o servizi di diagnostica. Il master DP rispetta anche un tempo di riserva fino allo scadere del tempo di ciclo DP equidistante progettato per poter reagire a eventuali guasti della rete e conseguenti ripetizioni dei telegrammi. In seguito inizia il nuovo ciclo DP con il telegramma Global Control (GC). Perché all'inizio del nuovo ciclo DP lo stato degli ingressi DP sia coerente, la procedura di lettura deve essere anticipata del tempo Ti. Il tempo Ti comprende il tempo di preparazione e conversione dei segnali nel modulo elettronico e il tempo necessario per l'elaborazione degli ingressi nel bus backplane dello slave DP. Con l'impiego di SIMATIC WinAC RTX (dalla versione V3.1 in poi), dopo che i dati di ingresso di tutti gli slave DP sono stati letti dal master DP, il programma utente in sincronismo di clock (OB 6x) viene avviato automaticamente. Con l'impiego di SIMATIC S7-300/400 l'avvio del programma utente in sincronismo di clock viene progettato attraverso un " ritardo". Il tempo To garantisce che le reazioni di processo del programma utente vengano attivate con tempi uguali e in modo coerente nei "morsetti" della periferia DP. Il tempo To è costituito dal tempo necessario per lo scambio ciclico dei dati tra master e slave DP, dal tempo necessario per l'elaborazione delle uscite nel bus backplane dello slave DP e dal tempo di preparazione e di conversione dei segnali nei moduli elettronici. Dal momento del riconoscimento di un ingresso nel modulo elettronico alla reazione in un'uscita, risulta quindi un tempo di elaborazione costante di Ti + TDP + To. In questo modo è quindi possibile garantire un tempo di reazione del processo di TDP + Ti + TDP + To A5E

135 Configurazione della periferia decentrata (DP) Premesse e condizioni generali I sistemi H non supportano il sincronismo di clock. Il si ncronismo di clock si può impiegare nei sistemi F per le periferie non sicure da errori. Il sincronismo di clock non si può impiegare nelle reti PROFIBUS ottiche. Equidistanza e sincronismo di clock sono ammessi solo con i profili di bus "DP" e "Personalizzato". Il profilo di bus "Personalizzato" tuttavia non è consigliato. Il sincronismo di clock è ammesso solo con le interfacce DP integrate nella CPU. Il funzionamento in sincronismo di clock con CP per PROFIBUS non è possibile. Nel PROFIBUS DP in sincronismo di clock è ammesso come stazione attiva soltanto il master di equidistanza. OP e PG (o PC con funzionalità PG) incidono sul comportamento temporale del ciclo DP equidistante e non sono pertanto condigliati. Al momento non è possibile realizzare un sincronismo di clock per più rami. La periferia in sincronismo di clock si può elaborare solamente in immagini di processo parziali. Senza l'impiego di immagini di processo parziali non è possibile trasmettere i dati in sincronismo di clock in modo coerente. Per garantire la coerenza in un'immagine di processo parziale, STEP 7 controlla che vengano mantenute le strutture di insieme (il numero di slave e di byte nel sistema master DP è limitato per ciascuna immagine parziale di processo). Inoltre occorre osservare quanto segue: - All'interno di una stazione non è possibile assegnare indirizzi degli ingressi a immagini parziali di processo diverse - All'interno di una stazione non è possibile assegnare indirizzi delle uscite a immagini parziali di processo diverse - È consentita un'immagine di processo parziale comune per indirizzi degli ingressi e delle uscite Gli indirizzi della periferia analogica in sincronismo di clock devono essere immessi in Configurazione HW nelle aree di indirizzi delle immagini di processo parziali. Il sincronismo di clock è realizzabile soltanto con la ET 200M e la ET 200S: una sincronizzazione con la periferia centrale non è possibile. Il sincronismo di clock completo da "morsetto" a "morsetto" è possibile soltanto se tutti i componenti della catena supportano la proprietà di sistema "Sincronismo di clock". Al momento della scelta nel catalogo o nel catalogo hardware di Configurazione HW tenere in considerazione la registrazione "Sincronismo di clock" nella casella di informazione dell'unità. Un elenco aggiornato è disponibile in Internet, nel sito ID del contributo A5E

136 Configurazione della periferia decentrata (DP) Parametrizzazione di equidistanza e sincronismo di clock in Configurazione HW Introduzione Una stazione è costituita dai seguenti componenti in sincronismo di clock che l'utente deve disporre in Configurazione HW: CPU con interfaccia DP integrata (p. es. CPU DP, V3.1) Interfacce DP (p. es. interfaccia ET 200S IM High Feature) Moduli di ingresso/uscita decentrati (p. es. DI 2xDC24V, High Feature [131-4BB00], DO 2xDC24V/2A, High Feature [132-4BB30]) L'elenco aggiornato dei componenti in sincronismo di clock è disponibile in Internet, al sito articolo con ID Qui di seguito vengono fornite informazioni sulle particolarità della progettazione di questi componenti per il sincronismo di clock. Impostazione delle proprietà della CPU 1. Selezionare la scheda "Allarmi in sincronismo di clock" 2. Definire per ogni OB di allarme in sincronismo di clock le seguenti impostazioni: - Sistema master DP utilizzato - Immagine di processo parziale o immagini di processo parziali desiderate - Per le CPU S7-400: impostare il tempo di ritardo. Il tempo di ritardo è il tempo che trascorre tra il telegramma Global Control e l'avvio dell'ob 6x. In questo intervallo di tempo il master DP gestisce lo scambio di dati ciclico con gli slave DP. Suggerimento: dopo la parametrizzazione completa della periferia decentrata, far calcolare il valore di default da STEP 7! Impostazioni nel sistema master DP Attivare l'equidistanza nel sistema master DP: 1. Fare doppio clic sul sistema master DP 2. Fare clic nella scheda "Generale" sul pulsante "Proprietà" 3. Selezionare nella finestra di dialogo "Proprietà - PROFIBUS" la scheda "Impostazioni di rete" 4. Selezionare il profilo ammesso (p. es. "DP") 5. Fare clic sul pulsante "Opzioni" 6. Selezionare nella finestra di dialogo "Opzioni" la scheda "Equidistanza" e procedere alle seguenti impostazioni: - Attivare la casella di controllo "Attiva ciclo di bus equidistante". In questo modo si attiva il ciclo DP equidistante come base per il sincronismo di clock. - Attivare la casella di controllo "Tempi Ti e To uguali per tutti gli slave". - Per il momento lasciare l'impostazione di default per tutti gli altri parametri. 7. Chiudere questa e tutte le altre finestre di dialogo ancora aperte con "OK" A5E

137 Configurazione della periferia decentrata (DP) Impostazioni nei moduli dello slave DP Lo spazio di indirizzamento di ogni modulo che rientra nell'elaborazione in sincronismo di clock deve essere assegnata a un'immagine di processo parziale. La lettura e l'emissione in sincronismo di clock sono possibili soltanto attraverso le immagini di processo parziali. 1. Fare doppio clic sul modulo. 2. Selezionare la scheda "Indirizzi". 3. Selezionare nella casella di riepilogo a discesa l'immagine di processo parziale che è stata assegnata all'ob di allarme in sincronismo di clock al momento della parametrizzazione della CPU. Se gli indirizzi del modulo si trovano al di fuori dell'area di indirizzi (p. es. nel caso dei moduli analogici), è possibile scegliere un indirizzo iniziale inferiore, che sia compreso nel campo dell'immagine di processo predefinito, oppure adattare le dimensioni dell'immagine di processo in modo che l'area di indirizzi dell'unità sia compresa nell'immagine di processo. Nell'ultimo caso è necessario correggere il parametro "Dimensione immagine di processo" nella scheda "Ciclo / merker di clock" nelle proprietà della CPU. Il valore impostato è valido per tutte le immagini di processo. 4. In caso di moduli di ingresso digitali, ridurre per quanto possibile il parametro "Ritardo di ingresso". Un ritardo di ingresso breve significa un tempo Ti più breve e quindi anche un tempo di reazione generale più breve. È determinante il tempo di ritardo di ingresso più lungo degli slave DP. Impostazioni nello slave DP (interfaccia DP) I moduli di ingresso e uscita in sincronismo di clock devono essere resi noti all'interfaccia DP (p. es. IM High Feature) come componenti in sincronismo di clock: 1. Fare doppio clic sul simbolo dello slave DP (p. es. IM High Feature). 2. Selezionare nella finestra di dialogo "Proprietà dello slave DP" la scheda "Sincronizzazione di clock" e procedere alle impostazioni seguenti: - Attivare la casella di controllo "Sincronizza slave DP con il ciclo DP equidistante" - Selezionare i moduli desiderati per il "Funzionamento in sincronismo di clock". I moduli che non supportano il sincronismo di clock o per i quali non è stato selezionato il sincronismo di clock non vengono inclusi nel calcolo dei tempi Ti e To. 3. Confermare i dati immessi e chiudere la finestra di dialogo con "OK". Viene emessa un'avvertenza per ricordare all'utente che i tempi Ti e To non sono ancora stati aggiornati nella parametrizzazione del sistema master DP. A5E

138 Configurazione della periferia decentrata (DP) Aggiornamento dei tempi (Ti, To e tempo di ritardo) Per aggiornare i tempi Ti e To, richiamare nuovamente la scheda "Equidistanza" della finestra di dialogo "Opzioni", come descritto nel paragrafo "Impostazioni nel sistema master DP", e fare clic sul pulsante "Nuovo calcolo". Durante il calcolo, nel campo "Ciclo DP equidistante" viene registrato un tempo di ciclo che garantisce il mantenimento del tempo di ciclo DP anche in caso di forti disturbi (p. es. disturbi elettromagnetici). In condizioni di forte stabilità è possibile ridurre il valore in direzione del valore minimo. Per questioni di sistema è possibile modificare i nuovi valori soltanto nell'intervallo visualizzato. Utilizzare perciò gli interruttori a passi se si desidera modificare il valore. Un tempo di ciclo DP maggiore può essere necessario p. es. per lasciare all'ob 6x un tempo di calcolo sufficiente. Con il calcolo automatico, i valori per i tempi Ti e To vengono sempre impostati sul valore minimo possibile; anche questi valori si possono modificare entro i limiti visualizzati. I tempi massimi per Ti e To possono essere aumentati con un tempo di ciclo DP equidistante maggiore. Per aggiornare il tempo di ritardo fra telegramma Global Control e richiamo dell'ob di allarme in sincronismo di clock aprire la finestra di dialogo delle proprietà della CPU e selezionare la scheda "Allarmi in sincronismo di clock". Fare clic sul pulsante "Preimpostazione" per far calcolare nuovamente il valore. In casi eccezionali può essere necessario anticipare l'avvio dell'ob 6x. In questo caso correggere manualmente il valore del ritardo calcolato. Il valore immesso viene applicato in intervalli di millesimi di secondo. Ottimizzazione della configurazione Come base per l'ottimizzazione, la finestra di dialogo "Sincronizzazione di clock" mostra tutti i parametri rilevanti per il sincronismo di clock nel loro insieme. Richiamare quindi in Configurazione HW il comando di menu Modifica > Sincronizzazione di clock. La finestra di dialogo è suddivisa in una gerarchia composta dalle aree "PROFIBUS", "Slave" e "Modulo". Selezionando il sistema master nell'area "PROFIBUS", nell'area "Slave" verranno visualizzati tutti gli slave corrispondenti. Selezionando lo slave DP verranno visualizzati nell'area "Modulo" tutti i moduli corrispondenti. La descrizione dettagliata delle colonne visualizzate è contenuta nella Guida online della finestra di dialogo. Creazione del programma utente Creare gli OB di allarme in sincronismo di clock necessari (p. es. l'ob 61). All'inizio dell'ob di allarme in sincronismo di clock è necessario richiamare la SFC 126 'SYNC_PI' per l'aggiornamento dell'immagine di processo parziale degli ingressi e alla fine dell'ob 61 la SFC 127 'SYNC_PO' per l'aggiornamento dell'immagine di processo parziale delle uscite. Come immagine di processo parziale è necessario utilizzare l'immagine di processo parziale parametrizzata nella CPU (scheda "Allarmi in sincronismo di clock"). Avvertenza Soprattutto in caso di tempi di ciclo DP molto ridotti, può verificarsi la seguente situazione: il tempo di esecuzione del programma utente (OB 6x con SFC 126/127 richiamata) è maggiore del ciclo minimo (vedere i dati tecnici della CPU, sezione "Sincronismo di clock"). In questo caso è necessario aumentare manualmente il tempo di ciclo DP calcolato automaticamente da STEP 7. Il tempo di esecuzione dei singoli OB si può determinare con la SFC 78 'OB_RT' (solo WinAC RTX) con diversi intervalli temporali A5E

139 Configurazione della periferia decentrata (DP) Collegamento di PG/PC a reti PROFIBUS equidistanti mediante Industrial Ethernet e IE/PB Link È possibile collegare l'ie/pb Link nella versione 1.3 con l'interfaccia DP ad un PROFIBUS- DP equidistante. In questo modo il PG/PC collegato ad Industrial Ethernet può accedere a stazioni presenti sul PROFIBUS-DP equidistante (routing S7). Configurazione di IE/PB Link come router S7 Procedere nella maniera seguente. 1. Creare una stazione del tipo SIMATIC Inserire nella stazione l'ie/pb Link (V1.3) mediante drag&drop. 3. Durante questa operazione devono essere modificate le finestre 4. - per l'impostazione delle proprietà dell'interfaccia Industrial Ethernet e - er l'impostazione delle proprietà dell'interfaccia PROFIBUS. Dopo l'inserimento nella stazione, l'ie/pb Link si trova nel modo "Master DP". Fare doppio clic sulla riga "PROFIBUS/DP" dell'ie/pb Link. 5. Scegliere la scheda "Modo di funzionamento". 6. Scegliere l'opzione "senza DP". In questo modo di funzionamento l'ie/pb Link si comporta sul PROFIBUS come un PG/PC. A5E

140 Configurazione della periferia decentrata (DP) Riduzione del tempo di reazione al processo mediante sovrapposizione di Ti e To La selezione, per la configurazione, di slave DP che consentano la sovrapposizione di Ti e To, determina un'ulteriore riduzione del ciclo DP e quindi del tempo di reazione al processo. L'IM (da 6ES BAx1) supporta p. es. la sovrapposizione dei tempi Ti e To. Ciò non influisce sul procedimento in quanto STEP 7 effettua automaticamente la rilevazione dei tempi e, sulla base della configurazione selezionata, calcola il tempo di ciclo DP più breve possibile I seguenti punti sono importanti per la configurazione: Disattivare nella scheda "Equidistanza" la casella "Tempi Ti e To uguali per tutti gli für slave" e impostare questi tempi per ogni slave. Se le unità che utilizzano sia ingressi, sia uscite funzionano a sincronizzazione di clock, non è possibile una sovrapposizione di Ti e To. Elaborazione sovrapposta Il principio di funzionamento nella sovrapposizione di Ti e To consiste nel fatto che la lettura degli ingressi da parte dell'unità di ingresso della periferia avviene già mentre l'unità di uscita della stessa sta ancora trasmettendo alle uscite la reazione al processo del programma utente A5E

141 4 Configurazione di dispositivi PROFINET IO 4.1 Nozioni utili su PROFINET IO Che cos'è PROFINET IO? PROFINET è uno standard di automazione basato su Ethernet della PROFIBUS Nutzerorganisation e.v. (PNO, l'associazione degli utenti di PROFIBUS) che definisce un modello di comunicazione, automazione e engineering esteso a tutti i costruttori. Obiettivi Gli obiettivi di PROFINET sono i seguenti: Comunicazione aperta tramite bus di campo e Ethernet Automazione compatibile e distribuita Utilizzo di standard aperti Architettura L'associazione degli utenti di PROFIBUS (PROFIBUS International) ha previsto, per l'architettura PROFINET, i seguenti aspetti parziali: Comunicazione tra controllori come componenti in sistemi distribuiti Comunicazione tra apparecchiature di campo come p. es. apparecchiature di periferia e azionamenti. Realizzazione da parte di Siemens L'esigenza di una "comunicazione tra controllori come componenti in sistemi distribuiti" viene realizzata con la "Component based Automation" (CbA). Con la Component based Automation si crea una soluzione di automazione distribuita sulla base di componenti pronti all'uso e soluzioni parziali. Il tool di progettazione che può essere utilizzato è SIMATIC imap. L'esigenza di una "comunicazione tra apparecchiature di campo" viene realizzata da Siemens con "PROFINET IO". Come per PROFIBUS DP, è possibile procedere alla progettazione e alla programmazione complete dei componenti interessati utilizzando STEP 7. La progettazione della comunicazione tra apparecchiature di campo con PROFINET IO è descritta nei paragrafi seguenti. A5E

142 Configurazione di dispositivi PROFINET IO PROFIBUS DP e PROFINET IO: aspetti comuni e differenze L'ulteriore sviluppo dalla tecnica di campo PROFIBUS DP a PROFINET IO si distingue per la compatibilità e la continuità e quindi per la garanzia di investimento che ne consegue. Le descrizioni seguenti rappresentano un'introduzione ai nuovi termini e forniscono informazioni sugli aspetti comuni e le differenze tra PROFIBUS DP e PROFINET IO. Maggiori informazioni sono contenute anche nel prospetto "Da PROFIBUS DP a PROFINET IO". Terminologia di PROFIBUS DP e PROFINET IO a confronto Il grafico seguente mostra le definizioni generali delle principali apparecchiature PROFIBUS e PROFINET. Nella tabella seguente sono indicate le definizioni dei singoli componenti in ambito PROFINET e PROFIBUS. N. PROFINET PROFIBUS Nota (1) Sistema IO Sistema master DP Tutti gli IO Device (slave DP) assegnati a un IO Controller (master DP) (2) IO Controller Master DP Controllore nel quale "gira" il programma utente (3) IO Supervisor (PG/PC) PG/PC Messa in servizio, HMI e diagnostica (4) Industrial Ethernet PROFIBUS Tipo di sottorete (5) HMI HMI Dispositivo di servizio e supervisione (6) IO Device Slave DP Apparecchiatura da campo decentrata assegnata a un controllore (p. es. Remote IO, gruppi di valvole, convertitori di frequenza) 4-2 A5E

143 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Aspetti comuni e differenze Nella tabella seguente s ono elencate, per punti essenziali, le caratteristiche principali dei sistemi di bus da campo con la spiegazione degli aspetti comuni e delle differenze tra PROFIBUS DP e PROFINET IO dal punto di vista di PROFINET IO. Funzione Comunicazione in tempo reale Integrazione di apparecchiature da campo Progettazione Schema dei posti connettore Caricamento / caricamento nel PG Diagnostica Blocchi per il programma utente S7 e lista di stato del sistema (SZL) Spiegazione Tempi di aggiornamento deterministici, rilevabili con STEP 7 sulla base della configurazione hardware. In PROFINET IO, STEP 7 rileva automaticamente, in base alla configurazione hardware, il tempo di aggiornamento risultante che l'utente può incrementare manualmente. Poiché PROFINET IO, a differenza di PROFIBUS DP, si basa su un diverso procedimento di comunicazione, non è necessario operare con profili e parametri di bus. Realizzabile sia per PROFIBUS DP che per PROFINET IO tramite installazione di file GSD. In PROFINET IO i file GSD sono in formato XML; l'utilizzo tuttavia è lo stesso di PROFIBUS DP. PROFINET IO si progetta in modo analogo a un sistema master DP; le differenze si limitano all'assegnazione di indirizzi (in ragione di specifiche Ethernet). Informazioni più dettagliate sull'assegnazione di indirizzi sono contenute in un paragrafo a parte. PROFINET IO si basa sullo schema dei posti connettore di PROFIBUS DP (DPV1): l'interfaccia PROFINET è inserita nel posto connettore "0" dell'io Device; le unità o moduli con i dati utili iniziano dal posto connettore "1". Non vi sono differenze tra le configurazioni PROFINET IO e PROFIBUS DP. Stessi canali (p. es. stazione online, nodi accessibili) e possibilità (p. es. stato dell'unità) di diagnostica di PROFIBUS DP. Insieme delle funzioni di diagnostica analogo a PROFIBUS DP (soltanto la struttura dei dati di diagnostica si differenzia leggermente, è possibile solamente la diagnostica di canale). La struttura dei set di dati di diagnostica è documentata come per le apparecchiature di campo (IO Device) in PROFIBUS DP. A causa della maggiore quantità di dati di PROFINET IO è stato necessario adattare e implementare ex novo i blocchi funzionali standard e di sistema. In maniera analoga ai blocchi, sono state adattate anche le liste degli stati di sistema. I nuovi blocchi e le nuove SZL sono disponibili anche per PROFIBUS DP. L'elenco dei blocchi e delle SZL in questione si trova nel manuale di programmazione: Da PROFIBUS DP a PROFINET IO. A5E

144 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Assegnazione di indirizzi e nomi a dispositivi PROFINET IO Indirizzi IP Tutti i dispositivi PROFINET supportano il protocollo TCP/IP e richiedono pertanto un indirizzo IP per il funzionamento su Ethernet. Per agevolare la progettazione, l'utente viene invitato una sola volta ad assegnare un indirizzo IP, vale a dire al momento della configurazione dell'io Controller in Configurazione HW. Qui STEP 7 visualizza una finestra di dialogo per la selezione dell'indirizzo IP e della sottorete Ethernet. Se la rete è isolata è possibile applicare l'indirizzo IP e la maschera di sottorete predefiniti da STEP 7. Se la rete fa parte di una rete aziendale Ethernet, occorre richiedere i dati all'amministratore di rete. Gli indirizzi IP degli IO Device vengono generati da STEP 7 e vengono normalmente assegnati agli IO Device solo con l'avviamento della CPU. Gli indirizzi IP degli IO Device hanno sempre la stessa maschera di sottorete dell'io Controller e vengono assegnati in ordine crescente partendo dall'indirizzo IP dell'io Controller. Nomi dei dispositivi Per poter essere indirizzato da un IO Controller, ogni IO Device deve avere un nome. In PROFINET è stato scelto questo procedimento poiché i nomi sono più facili da gestire rispetto ai complessi indirizzi IP. L'assegnazione di un nome di dispositivo a un IO Device reale è paragonabile all'impostazione dell'indirizzo PROFIBUS per uno slave DP. All'atto della fornitura, un IO Device non ha un nome di dispositivo. Solo dopo che gli è stato assegnato un nome con il PG/PC esso è indirizzabile da parte di un IO Controller, p. es. per la trasmissione di dati di progettazione (tra cui l'indirizzo IP) all'avviamento o per lo scambio di dati in funzionamento ciclico. Nella sottorete Ethernet il nome del dispositivo deve essere univoco. Se un IO-Controller in un'altra stazione viene impiegato contemporaneamente come IO Device (p. es. CP 1616), nel progetto deve essere assegnato a questo IO Device il medesimo nome dispositivo impiegato per l'io-controller ad esso assegnato nel catalogo HW. Solo in questo caso, nella sottorete Ethernet progettata, si hanno due nodi con lo stesso nome dispositivo. Il nome del dispositivo deve soddisfare le convenzioni DNS, vale a dire: Limitazione a 127 caratteri totali (lettere, cifre, trattini o punti) Ciascuna parte che compone il nome dell'apparecchio, ovvero una sequenza di caratteri racchiusa tra due punti, non può superare i 63 caratteri. Nessun sono consentiti caratteri speciali come dieresi, parentesi, underscore, barra, spazio vuoto ecc. L'unico carattere speciale consentito è il trattino. Il nome del dispositivo non deve iniziare o terminare con il carattere "-". 4-4 A5E

145 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Nomi dispositivi strutturati I nomi dei dispositivi possono essere strutturati secondo le convenzioni DNS. Come supporto alla strutturazione, utilizzare il punto (".")....<Subdomain-Name>.<Domain-Name>.<Top-Level-Domain-Name> STEP 7 assiste l'utente sullo schermo e gli offre la possibilità di utilizzare anche il nome del sistema IO nel nome del dispositivo: <nome del dispositivo reale>.<nome del sistema IO> Il nome del sistema IO può essere impostato a livello centrale nella finestra delle proprietà del sistema IO. Se si copia un IO Device in un altro sistema IO, STEP 7 applica automaticamente il nome del sistema IO nel quale è stato inserito l'io Device. Numero del dispositivo Oltre ai nomi dei dispositivi, STEP 7 assegna anche un numero di dispositivo, iniziando da "1", nel momento in cui viene inserito un IO Device. Il numero del dispositivo consente di identificare un IO Device nel programma utente (p. es. la SFC 71 "LOG_GEO"). A differenza del numero del dispositivo, il nome non è visibile nel programma utente. A5E

146 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Integrazione di configurazioni PROFIBUS DP esistenti Accoppiamento di PROFINET e PROFIBUS Le apparecchiature PROFIBUS possono essere accoppiate all'interfaccia PROFIBUS locale di un dispositivo PROFINET. In questo modo è quindi possibile integrare in PROFINET configurazioni PROFIBUS esistenti. La figura seguente mostra i tipi di rete supportati per PROFINET: Industrial Ethernet e PROFIBUS. N. Descrizione (1) Dispositivi PROFINET (2) Dispositivo PROFINET con funzionalità proxy (p. es. IE/PB-Link) (3) Apparecchiature PROFIBUS Dispositivo PROFINET con funzionalità proxy = sostituto Il dispositivo PROFINET con funzionalità proxy è il sostituto di un'apparecchiatura PROFIBUS in Ethernet. La funzionalità proxy consente a un'apparecchiatura PROFIBUS di comunicare non solo con il suo master ma anche con tutti i nodi della rete PROFINET. Con PROFINET, i sistemi PROFIBUS esistenti possono essere integrati senza difficoltà nella comunicazione PROFINET con l'aiuto della funzionalità proxy. Collegando p. es. un'apparecchiatura PROFIBUS a PROFINET tramite IE/PB-Link, quest'ultimo rileva la comunicazione tramite PROFINET in qualità di sostituto dei componenti PROFIBUS. 4-6 A5E

147 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Tempi di aggiornamento per lo scambio di dati ciclico A differenza di PROFIBUS DP, con PROFINET IO non è più necessario operare con tutta una serie di parametri di bus grazie al procedimento di comunicazione completamente diverso. Ma proprio come in PROFIBUS DP, STEP 7 determina automaticamente un intervallo di tempo entro il quale un PROFINET IO Device deve scambiare i propri dati utili con il corrispondente IO Controller, vale a dire il tempo di aggiornamento. In base alla configurazione hardware disponibile e la quantità di dati ciclici che ne risulta, STEP 7 calcola automaticamente i tempi di aggiornamento che l'utente può incrementare manualmente. È possibile impostare tempi di aggiornamento uguali per tutti gli IO Device del sistema PROFINET IO, oppure tempi diversi per ogni singolo IO Device. Se si considera un singolo IO Device del sistema PROFINET IO, entro il tempo di aggiornamento stabilito l'io Controller ha trasferito nuovi dati (uscite) all'io Device e ha ricevuto nuovi dati (ingressi). Caratteristiche del tempo di aggiornamento I tempi di aggiornamento sono ammessi solamente se compresi entro determinati intervalli. STEP 7 ricava i valori in questione dalle proprietà (ovvero dai file GSD) dei dispositivi IO Device interessati. Modificando la configurazione hardware, ad es. inserendo nuovi IO Device, è possibile che venga modificato il tempo di aggiornamento. Alla successiva apertura della finestra di dialogo, compare un messaggio che segnala tale modifica. Quali elementi incidono sul tempo di aggiornamento? Numero di IO Device Numero di ingressi e di uscite Percentuale riservata a PROFINET IO Proprietà (performance) dell'io Controller Durata del ciclo IRT (se è stata progettata la comunicazione Isochronous Realtime) A5E

148 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Lettura e impostazione a livello centrale del tempo di aggiornamento La finestra di dialogo per leggere e modificare il tempo di aggiornamento si apre nel modo seguente: 1. Fare doppio clic sul sistema IO (la "rotaia"). 2. Selezionare la scheda "Tempo di aggiornamento". - Nel caso in cui vadano tenuti in considerazione altri servizi ciclici (p. es. della Component based Automation, CBA) oltre a PROFINET IO: Selezionare nel campo "Percentuale di comunicazione (PROFINET IO)" una percentuale da riservare a PROFINET IO. Se è stato progettato almeno un IO Device, è preimpostato il 100%. Se non è stato progettato nessun IO Device, è preimpostato lo 0%. - Selezionare l'opzione desiderata per l'impostazione del tempo di aggiornamento: valida per tutto il sistema IO o solo per un IO Device specifico. 3. È possibile incrementare il tempo di aggiornamento secondo le proprie esigenze (per tutto il sistema IO o per singoli IO Device). Suggerimento Indipendentemente dall'opzione impostata, la finestra di dialogo mostra sempre i tempi di aggiornamento calcolati oppure già progettati, sia nel caso dell'impostazione valida per tutto il sistema IO, sia per quella specifica per singoli IO Device. Lettura e impostazione del tempo di aggiornamento nell'io Device In un singolo IO Device la modifica del tempo di aggiornamento può avvenire anche nel seguente modo: 1. Fare doppio clic sull'io Device. 2. Selezionare la scheda "Ciclo IO". 3. Controllare e confermare con "OK" l'impostazione del tempo di aggiornamento. 4-8 A5E

149 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Impostazione del tempo di aggiornamento specifico per l'io Device Con STEP 7 V5.3, Servicepack 1 è possibile impostare un tempo di aggiornamento valido allo stesso modo per tutti gli IO Device facenti parte di un sistema PROFINET IO. In questo modo è l'io Device più lento a determinare il tempo di aggiornamento, anche se i singoli IO Device sarebbero in grado di offrire tempi di aggiornamento più rapidi. A partire da STEP 7 V5.3, Servicepack 2, è possibile assegnare tempi di aggiornamento diversi ai vari IO Device. L'opzione relativa si chiama "Tempo di aggiornamento specifico di IO Device". Resta comunque disponibile anche l'opzione che consente di impostare un tempo di aggiornamento unico per tutti gli IO Device, ovvero l'opzione "Tempo di aggiornamento per tutto il sistema IO". Procedura 1. Fare doppio clic sul sistema IO (a "rotaia"). 2. Selezionare la scheda "Tempo di aggiornamento". - Se oltre a PROFINET IO devono essere considerati dei servizi ciclici supplementari (ad es. di Component Based Automation, CBA): Nel campo "Percentuale di comunicazione (PROFINET IO)" selezionare la percentuale che deve essere riservata al PROFINET IO. Se è progettato almeno un IO Device, è selezionata per default la percentuale 100%. Se non è progettato alcun IO Device, per default compare 0%. - Selezionare l'opzione "Tempo di aggiornamento specifico di IO Device" (se non è già preimpostata). - Nel campo successivo compare un elenco degli IO Device. STEP 7 ha già calcolato un tempo di aggiornamento ottimale per ogni IO Device. I tempi di aggiornamento degli IO Device che non scambiano dati utili (ad es. uno switch) sono contrassegnati da un asterisco (*). Di norma i tempi di aggiornamento di questi dispositivi PROFINET sono superiori a quelli degli altri IO Device. - È possibile ordinare l'elenco in base alle varie colonne facendo clic sull'intestazione della colonna prescelta. Facendo clic sull'intestazione una seconda volta, i dati vengono visualizzati in sequenza inversa. - Per modificare il tempo di aggiornamento fare doppio clic sulla riga in cui compare il numero del dispositivo in questione. Suggerimento Per impostare contemporaneamente il tempo di aggiornamento di più IO Device, selezionare gli IO Device in questione (selezione multipla) e fare clic sul pulsante "Modifica". Per selezionare più elementi, tenere premuto il tasto Ctrl e fare clic sulle righe corrispondenti. Ottimizzazione dei tempi di aggiornamento di singoli IO Device STEP 7 calcola già dei tempi di aggiornamento ottimizzati, ovvero quanto più brevi breve possibile, in relazione alla configurazione. Tuttavia è possibile aumentare il margine disponibile per i tempi di aggiornamento più brevi di alcuni IO Device incrementando i tempi di aggiornamento di quegli IO Device che forniscono dati utili non critici dal punto di vista temporale. A5E

150 Configurazione di dispositivi PROFINET IO 4.2 Fasi della configurazione di un sistema PROFINET IO Il passaggio dalla progettazione allo scambio ciclico di dati in sintesi Qui di seguito vengono descritti i passi principali per la messa in servizio di un sistema PROFINET IO, vale a dire le modalità di progettazione di componenti PROFINET, assegnazione degli indirizzi e avviamento del sistema. Progettazione di un sistema IO in Configurazione HW 1. Parametrizzare l'io Controller (p. es. CPU PN/DP) in Configurazione HW. Nel corso della parametrizzazione dell'interfaccia è necessario assegnare una sottorete Ethernet e un indirizzo IP. 2. Disporre nel sistema IO ("a rotaia") tutti gli IO Device necessari. 3. Per ogni IO Device: controllare ed eventualmente modificare il nome del dispositivo e impostare i parametri. Assegnazione di indirizzi 1. A ogni IO Device deve essere assegnato il nome di dispositivo progettato. 2. Caricare la configurazione hardware in stato di funzionamento STOP della CPU. Con la configurazione hardware viene automaticamente assegnato l'indirizzo IP progettato all'interfaccia PN (p. es. di una CPU). Avviamento In fase di avviamento, la CPU trasferisce la progettazione caricata nel rispettivo IO Device attraverso l'interfaccia PN. Come in PROFIBUS DP, anche in questo caso valgono i tempi di controllo parametrizzabili "Segnale di pronto dell'unità" e "Trasferimento dei parametri alle unità". Durante l'avviamento la CPU è in grado di identificare gli IO Device in base al loro nome di dispositivo e trasferisce in modo implicito gli indirizzi IP corrispondenti. Al termine del trasferimento degli indirizzi e dei parametri (senza errori ed entro i tempi di controllo), i dispositivi PROFINET entrano nello scambio di dati ciclico A5E

151 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Se il trasferimento di indirizzi e parametri non si conclude correttamente, allo scadere dei tempi di controllo la CPU entra in stato STOP o RUN, a seconda dell'impostazione del parametro "Avviamento con configurazione prefissata diversa da quella attuale". A5E

152 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Procedimento generale di configurazione di un sistema PROFINET IO Per chi abbia dimestichezza con la configurazione generale di un sistema PROFIBUS DP non sarà una grande novità nemmeno la configurazione di un sistema PROFINET IO: i due procedimenti sono quasi identici. Finestra della stazione come rappresentazione del sistema IO reale Una volta posizionato un IO Controller (p. es. una CPU PN/DP), STEP 7 traccia automaticamente una linea che rappresenta il sistema IO. Su questa linea vanno collocati tramite drag & drop gli IO Device che devono essere assegnati a questo IO Controller (dalla finestra "Catalogo hardware" sotto "PROFINET IO"). Nel posizionare un IO Device viene automaticamente assegnato un nome al dispositivo (è preimpostato il nome ricavato dal file GSD). Implicitamente STEP 7 assegna anche un indirizzo IP. Partendo dall'indirizzo IP dell'io Controller, STEP 7 cerca il successivo indirizzo IP libero. Questo indirizzo IP non è rilevante per l'utilizzo in senso stretto ma è necessario perché tutti i nodi della rete Ethernet con protocollo TCP/IP devono avere un indirizzo IP. Inoltre STEP 7 assegna un numero di dispositivo con il quale utilizzare l'io Device nel programma utente (p. es. con la SFC 71 "LOG_GEO"). Questo numero viene visualizzato anche nel simbolo dell'io Device A5E

153 Configurazione di dispositivi PROFINET IO L'IO Device non viene visualizzato nella finestra "Catalogo hardware" Se un IO Device non compare nella finestra "Catalogo hardware", è necessario installare il file GSD corrispondente con il comando di menu Strumenti > Installa file GSD dopo aver avviato STEP 7. L'installazione del file GSD viene guidata sullo schermo. L'IO Device installato viene visualizzato nella finestra "Catalogo hardware" alla voce "PROFIBUS IO", sotto il nome della famiglia di dispositivi (dispositivi Siemens) oppure sotto la voce "Ulteriori apparecchiature da campo". Configurazione dell'io Device nella vista dettagliata Selezionando un IO Device vengono visualizzati nella vista dettagliata della stazione la configurazione (posti connettore con unità/moduli) e gli indirizzi E-/A. A5E

154 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Creazione di un sistema PROFINET IO Presupposti Nella finestra della stazione è stato disposto un telaio di montaggio che viene rappresentato aperto (i posti connettore del telaio di montaggio sono visibili). PROFINET IO Controller Come IO Controller è possibile utilizzare: Una CPU con interfaccia PROFINET integrata e fissa o innestabile (integrata: p. es. CPU PN/DP) Un CP in combinazione con una CPU (p. es. CP Advanced in combinazione con una S7-400-CPU adeguata) Una stazione PC (p. es. con CP 1612) Procedimento 1. Selezionare un IO Controller dalla finestra "Catalogo hardware" (p. es. CPU PN/DP) 2. Trascinare l'unità con drag & drop in una riga consentita del telaio di montaggio. Si aprirà la finestra di dialogo "Proprietà del nodo Ethernet". Qui è possibile: - Creare una nuova sottorete Ethernet oppure selezionarne una esistente - Impostare le proprietà della sottorete Ethernet (p. es. nome) - Impostare l'indirizzo IP dell'io Controller 3. Confermare le impostazioni premendo "OK". Per le CPU con IO Controller integrato viene visualizzato il simbolo seguente: Questo simbolo è il "collegamento" per gli IO Device del sistema IO. IO Controller esterno I CP che possono essere utilizzati come IO Controller esterni supportano numerose possibilità di comunicazione ma non sono "predestinati" all'uso come IO Controller. Se si utilizza un IO Controller esterno (p. es. CP Advanced), dopo aver innestato l'io Controller è necessario inserire un sistema IO (comando del menu di scelta rapida "Inserisci sistema PROFINET IO") A5E

155 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Selezione e disposizione di IO Device La selezione e disposizione di IO Device è sostanzialmente la stessa del PROFIBUS DP. Presupposti Un sistema IO deve essere presente e visibile nella finestra della stazione. Procedimento 1. Come in PROFIBUS DP, gli IO Device (che corrispondono agli slave del PROFIBUS DP) si trovano in una sezione a parte "PROFINET IO" del Catalogo. Aprire la cartella desiderata in "PROFINET IO". 2. Collocare gli IO Device con drag & drop oppure facendo doppio clic su un sistema IO. 3. Se si tratta di un IO Device modulare, inserire le unità o i moduli necessari nell'io Device. Nella finestra della stazione vengono rappresentati tutti gli IO Device come simbolo (analogamente agli slave del PROFIBUS). Nel simbolo compaiono il numero e il nome (abbreviato se necessario) del dispositivo. Progettazione di IO Device Gli IO Device hanno finestre delle proprietà che consentono di modificare l'informazione per l'indirizzamento assegnata automaticamente da STEP 7 al momento dell'inserimento (numero e nome del dispositivo) nonché l'indirizzo di diagnostica dell'io Device. Da questa finestra delle proprietà è possibile avviare, con il pulsante "Ethernet", la finestra di dialogo per modificare l'interfaccia e le proprietà della maschera di sottorete. In questa finestra di dialogo viene visualizzato l'indirizzo IP, che può essere modificato. A seconda dell'io Device è possibile utilizzare una casella di controllo per deselezionare l'assegnazione dell'indirizzo IP da parte dell'io Controller. Anche le parametrizzazioni valide per l'intero IO Device possono essere impostate in questa finestra di dialogo. Le proprietà di un IO Device vengono determinate dal corrispondente file GSD. Possibilità di navigazione Per un posizionamento rapido utilizzare il comando di menu Modifica > Vai a > Nodo Ethernet. Nella corrispondente finestra di dialogo sono elencati tutti i sistemi IO e tutti gli IO Device ad essi collegati. Per i sistemi IO viene visualizzata la corrispondente sottorete, per gli IO Device l'identificazione (nome dispositivo), il numero di dispositivo e l'indirizzo IP. A5E

156 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Dove si trovano gli IO Device nel Catalogo hardware? Tutti gli IO Device vengono visualizzati nel Catalogo hardware alla voce "PROFINET IO". La struttura del Catalogo hardware viene determinata in questo caso solamente dai file GSD. Se nella gestione di dati di STEP 7 figurano diversi file GSD per una famiglia di IO Device (p. es. in seguito all'importazione di diverse versioni), viene sempre presa in considerazione l'ultima versione (cioè la più recente) per la visualizzazione delle proprietà del dispositivo. Se si creano IO Device Siemens, essi vengono visualizzati direttamente alla voce "PROFINET IO" sotto la cartella con il nome della famiglia corrispondente (p. es. ET 200S). Se la gamma dei Device dispone di ulteriori file GSD, essi vengono visualizzati a loro volta in una sottocartella "GSD" nel Catalogo hardware con il nome della famiglia corrispondente. Le varianti prive di file GSD si distinguono per le confortevoli possibilità di progettazione (p. es. per la compressione indirizzi più semplice etc.). Ulteriori IO Device installati tramite file GSD vengono visualizzati alla voce "Ulteriori apparecchiature da campo". Nel caso di IO Device modulari, sotto le interfacce degli IO Device figurano le unità/i moduli innestabili A5E

157 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Handling di sistemi PROFINET IO Identificazione dei sistemi IO L'identificazione dei sistemi IO è analoga a quella dei sistemi master DP. La prima parte del nome indica la sottorete Ethernet, seguita dai due punti. La seconda parte del nome è costituita dalla definizione "Sistema IO", seguita dal numero del sistema IO tra parentesi. Mentre nei sistemi master DP la numerazione inizia da "1", nei sistemi IO STEP 7 assegna numeri a partire da "100". Modifica delle impostazioni di un sistema IO Tra le proprietà che si possono modificare in un sistema IO rientrano il nome, il numero e inoltre il tempo di aggiornamento. Per modificare le impostazioni, procedere nella maniera seguente: 1. Fare doppio clic sul sistema IO ("rotaia") 2. Selezionare la scheda desiderata (scheda "Generale" per modificare il nome e il numero del sistema IO, scheda "Tempo di aggiornamento" per leggere o modificare il tempo di aggiornamento del sistema IO). Separazione di un sistema IO Come nei sistemi master DP è possibile separare un sistema IO; in questo caso il comando di menu da selezionare è Modifica > PROFINET IO > Sistema PROFINET IO > Separa. Il sistema IO viene mantenuto come sistema IO "orfano" ed è visibile nella stazione. Se non vi sono IO Device nel sistema IO, esso viene cancellato. Inserimento di un sistema IO Se sono stati progettati e quindi separati dall'interfaccia PROFINET uno o più sistemi IO, è possibile inserire nuovamente nell'interfaccia PROFINET selezionata uno dei sistemi IO orfani con il comando di menu Menu > PROFINET IO > Sistema PROFINET IO > Inserisci. A5E

158 Configurazione di dispositivi PROFINET IO 4.3 Esempi di configurazione con PROFINET IO Configurazione con IO Controller integrato Configurazione con IO Controller esterno Configurazione con IE/PB-Link Configurazione con stazioni PC SIMATIC Configurazione con IO Controller integrato Con l'inserimento di una CPU con IO Controller integrato (p. es. CPU PN/DP), STEP 7 crea automaticamente un sistema IO. Gli IO Device desiderati vanno trascinati tramite drag & drop dal Catalogo hardware sul sistema PROFINET IO A5E

159 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Configurazione con IO Controller esterno I CP che possono essere utilizzati come IO Controller esterni supportano numerose possibilità di comunicazione e non sono quindi "predestinati" all'uso come IO Controller. Se si utilizza un IO Controller esterno (p. es. CP Advanced), dopo aver innestato l'io Controller è necessario inserire un sistema IO (comando del menu di scelta rapida "Inserisci sistema PROFINET IO"). Gli IO Device desiderati vanno trascinati tramite drag & drop dal Catalogo hardware sul sistema PROFINET IO. A5E

160 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Configurazione con IE/PB-Link Per collegare configurazioni PROFIBUS DP al PROFINET IO, è possibile utilizzare IE/PB- Link. Dal punto di vista della CPU gli slave PROFIBUS DP sono connessi alla stessa rete di IE/PB Link. Questi slave hanno lo stesso nome di dispositivo e lo stesso indirizzo IP di IE/PB-Link ma numeri di dispositivo diversi. Inoltre essi sono provvisti di un indirizzo PROFIBUS specifico. Nel simbolo di IE/PB-Link, oltre al numero del dispositivo, viene visualizzato l'indirizzo PROFIBUS in quanto questo dispositivo ha due schemi di indirizzamento. (1 ) Numero del dispositivo IE/PB-Link (2) Numero del dispositivo e indirizzo PROFIBUS dello slave DP Utilizzo di numeri dei dispositivi e indirizzi PROFIBUS nel sistema master Al momento del collocamento STEP 7 assegna lo stesso numero al dispositivo e all'indirizzo PROFIBUS. Pe r avere una visione di insieme dei numeri di dispositivo e degli indirizzi PROFIBUS utilizzati, fare doppio clic sul simbolo di IE/PB-Link e selezionare la scheda "Numero dispositivo". Ogni riga nella scheda "Numero dispositivo" rappresenta uno slave DP. Selezionando una riga e facendo clic sul pulsante "Modifica" o facendo doppio clic sulla riga, è possibile modificare il numero di dispositivo nella finestra successiva. L'indirizzo PROFIBUS si può modificare some sempre: 1. Fare doppio clic sul simbolo dello slave DP per richiamare la finestra delle proprietà. 2. Fare clic nella scheda "Generale" della finestra delle proprietà sul pulsante "PROFIBUS". 3. Modificare l'indirizzo PROFIBUS nella finestra successiva A5E

161 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Limitazioni Nella sottorete PROFIBUS di un IE/PB-Link, gli slave DP nella configurazione sopra descritta sono soggetti alle limitazioni seguenti: Nessun IE/PB-Link innestabile Nessun DP/PA-Link innestabile Nessun Y-Link innestabile Nessuna proprietà CiR Nessuno slave ridondante innestabile Nessuna sincronizzazione di clock / equidistanza progettabile. A5E

162 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Configurazione con stazioni PC SIMATIC Una "Stazione PC" è un PC con unità di comunicazione e componenti software all'interno di una soluzione di automazione SIMATIC. Utilizzando le unità di comunicazione e i componenti software opportuni è possibile gestire una stazione PC come PROFINET IO Controller. Le applicazioni PC nella stazione PC hanno le seguenti possibilità di accesso al PROFINET IO Controller: Come Client OPC attraverso il server OPC PROFINET IO Direttamente tramite interfaccia utente PROFINET IO (interfaccia di programmazione RTE Base) Le applicazioni PC possono utilizzare sempre e solo una di queste possibilità di accesso per volta (sequenza "open/close"). Funzioni OPC Server PROFINET IO Lettura e scrittura di dati IO Sì Sì Lettura e scrittura di set di dati Sì Sì Ricezione e conferma di allarmi No Sì Interfaccia di programmazione RTE Base La figura che segue mostra una stazione PC con i componenti descritti. Nella figura ancora successiva viene rappresentata la corrispondente progettazione della stazione Station in Configurazione HW A5E

163 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Progettazione in Configurazione HW Gli IO Device da indirizzare vengono assegnati al sistema IO dell'io Controller (qui CP 1612) come per altri tipi di stazione. A5E

164 Configurazione di dispositivi PROFINET IO 4.4 Messa in servizio di dispositivi PROFINET IO Accesso online a dispositivi PROFINET IO tramite Ethernet Presupposti L'interfaccia PG/PC è stata impostata su una scheda di interfaccia TCP/IP, vale a dire che l'interfaccia Ethernet del PG/PC è accessibile da STEP 7. Per la connessione del PG/PC alla CPU, osservare le prescrizioni costruttive. Per la CPU PN/DP entrambi i dispositivi (CPU e PG/PC) devono essere collegati a uno switch. Le proprietà dell'interfaccia Ethernet devono eventualmente essere adattate nel Pannello di controllo del PG (proprietà del protocollo Internet (TCP/IP)). Se alla rete sono stati collegati, oltre al PG, solo CPU S7 e dispositivi PROFINET IO, non deve essere impostata l'opzione "Rileva automaticamente indirizzo IP". Accesso online come per MPI o PROFIBUS L'accesso online ai dispositivi IO con i comandi di menu "Sistema di destinazione" sono possibili in tutte le applicazioni che offrono questi menu (p. es. in Configurazione HW, nel SIMATIC Manager e in NetPro). Tramite Ethernet (PROFINET) le possibilità sono in generale le stesse degli altri canali online (MPI o PROFIBUS). Eccezioni Con PROFINET non sono possibili funzioni speciali. I menu Sistema di destinazione > PROFIBUS sono rilevanti solo per PROFIBUS Prepara diagnostica linee (adatta solo per repeater di diagnostica nel PROFIBUS DP) 4-24 A5E

165 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Visualizzazione dei nodi Ethernet nella finestra 'Nodi accessibili' Presupposti L'interfaccia PG/PC è stata impostata su una scheda di interfaccia TCP/IP, vale a dire che l'interfaccia Ethernet del PG/PC è accessibile da STEP 7. Per il collegamento online dalla finestra "Nodi accessibili" è necessario che il PG/PC e il "nodo accessibile" siano collegati alla stessa sottorete Ethernet fisica. I nodi accessibili solamente tramite switch o router collegati (con conversione del protocollo) non vengono visualizzati nell'elenco dei nodi accessibili. Nodi visualizzati Nella finestra "Nodi accessibili" vengono visualizzati: CP S7 CPU S7 Stazioni PC SIMATIC Componenti di rete SIMATIC (dispositivi PROFINET) Tutti i dispositivi PROFINET (in generale: tutti i dispositivi che supportano il protocollo DCP) IE/PB-Link con gli slave DP subordinati. A seconda del tipo di componente si possono visualizzare diverse informazioni nella vista dettagliata della finestra "Nodi accessibili". A5E

166 Configurazione di dispositivi PROFINET IO La tabella seguente mostra quale informazione viene visualizzata nella colonna "Nome oggetto". Nodo accessibile Dispositivo PROFINET IO con nome assegnato Dispositivo PROFINET IO senza nome assegnato Visualizzazione nella colonna "Nome oggetto" Nome dispositivo Indirizzo IP Spiegazione Indirizzo IP e indirizzo MAC determinabili dalla finestra delle proprietà. Nella vista "Dettagli" viene visualizzato anche il tipo di dispositivo e informazioni sullo stato (ad es. un doppio indirizzo IP, errori,...).. In sostituzione (se l'indirizzo IP non è stato assegnato) viene visualizzato l'indirizzo MAC CP S7 Nome (della stazione) Solo se al CP è stato assegnato un indirizzo IP, altrimenti indirizzo MAC. Nella vista "Dettagli" vengono visualizzati anche stato di funzionamento e tipo di unità. CPU S7, stazioni PC Nome (della stazione) Nella vista "Dettagli" vengono visualizzati anche stato di funzionamento, tipo di unità e, se disponibili, le informazioni del progetto STEP 7 corrispondente (nome stazione, nome CPU, sigla impianto). IE/PB Link V. dispositivo PROFINET Particolarità: selezionando IE/PB Link nell'elenco dei nodi accessibili, nella vista dettagliata vengono visualizzati gli slave DP collegati con il relativo indirizzo PROFIBUS e ulteriori informazioni. Ulteriori nodi (né nodi S7 né dispositivo con protocollo DCP) ---- Visualizzazione impossibile Richiamo delle funzioni di diagnostica Dalla finestra "Nodi accessibili" è possibile eseguire una diagnostica del sistema. 1. Selezionare il componente da sottoporre alla diagnostica. 2. Selezionare il comando di menu desiderato (menu Sistema di destinazione > Diagnostica/Impostazioni >...). A partire da STEP 7 V5.3, Servicepack 2 la funzione di diagnostica "Stato dell'unità" può essere utilizzata anche per DP slave "dietro" ad un IE/PB Link, ovvero per i dispositivi non collegati direttamente alla rete Ethernet A5E

167 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Caricamento di dispositivi PROFINET IO Primo caricamento di una CPU come IO Controller in Configurazione HW Una volta progettato l'intero sistema IO, è necessario caricare questa progettazione nella CPU. In questo modo viene assegnato alla CPU (cioè all'io Controller) il suo indirizzo IP progettato. Prima di procedere al caricamento è opportuno eseguire una verifica della coerenza per controllare che la progettazione non contenga indirizzi doppi, nomi identici ecc. Verificare che la CPU in oggetto possa essere caricata per la prima volta anche tramite l'interfaccia PROFINET. In caso contrario occorre caricare prima la configurazione hardware tramite l'interfaccia MPI. La descrizione del procedimento che segue si basa su un collegamento tra PG e CPU tramite Ethernet. 1. Selezionare il comando di menu Sistema di destinazione > Carica. 2. Selezionare le unità da caricare. 3. Nella finestra di dialogo "Seleziona indirizzo nodo" fare eventualmente clic sul pulsante "Visualizza" per prendere visione delle unità effettivamente accessibili (tra cui anche la CPU da caricare con l'indirizzo IP attuale o l'indirizzo MAC, se non è ancora disponibile un indirizzo IP). 4. Selezionare la CPU da caricare tra le unità accessibili. Questa unità verrà visualizzata nel campo "Collegamento alla stazione di destinazione". 5. Avviare il caricamento facendo clic sul pulsante "OK". Alla CPU (cioè all'io Controller) viene assegnato l'indirizzo IP progettato. Primo caricamento di una CPU come IO Controller nel SIMATIC Manager o in NetPro In alternativa è possibile caricare la stazione (con la CPU dell'io Controller) nel SIMATIC Manager oppure in NetPro (comando di menu Sistema di destinazione > Carica). Quando si avvia il caricamento nel SIMATIC Manager, la progettazione deve già essere stata compilata (in Configurazione HW o NetPro). Anche con il caricamento nel SIMATIC Manager o in NetPro viene visualizzata la finestra di dialogo "Seleziona indirizzo nodo" in quanto l'indirizzo IP progettato non corrisponde all'indirizzo IP effettivo. In questo caso, procedere come descritto nel paragrafo precedente per accedere all'unità da caricare. Assegnazione di un nome di dispositivo agli IO Device (online) Perché la CPU progettata possa indirizzare i dispositivi PROFINET IO, occorre innanzitutto assegnare il nome di dispositivo progettato a ogni singolo IO Device. Per la procedura descritta di seguito, gli IO Device devono essere accessibili online da parte del PG/PC collegato alla rete Ethernet. A5E

168 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Procedimento 1. Selezionare in Configurazione HW o in NetPro il comando di menu Sistema di destinazione > Ethernet > Assegna nome al dispositivo. 2. Nella finestra di dialogo "Assegna nome al dispositivo" selezionare un dispositivo nel campo "Nome dispositivo" e selezionare nel campo "Dispositivi disponibili" il dispositivo (vale a dire la riga) al quale assegnare il nome selezionato. 3. Con il pulsante "Lampeggio" è possibile attivare il lampeggio di un LED del dispositivo scelto in modo da poter identificare quest'ultimo in maniera univoca. 4. Fare clic sul pulsante "Assegna nome". 5. Ripetere i passi da 2 a 4 finché non è stato assegnato un nome a ciascun dispositivo. Avvio della CPU Dopo aver assegnato i nomi è possibile portare la CPU in stato di funzionamento RUN. Durante l'avviamento, la CPU distribuisce l'informazione sulla progettazione agli IO Device ed entra quindi in funzionamento ciclico A5E

169 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Assegnazione del nome al dispositivo tramite memory card (MMC) A partire da STEP 7 V5.3, Servicepack 2 i nomi dei dispositivi PROFINET IO Device possono essere progettati anche offline. A tal fine è necessario memorizzare il nome del dispositivo progettato su una MMC e inserire la MMC nell'io Device previsto. Qualora sia necessario sostituire completamente un IO Device, ad esempio perché il dispositivo è difettoso, l'io Controller esegue una parametrizzazione e una configurazione automatica del nuovo dispositivo. Grazie alle MMC è possibile sostituire i dispositivi anche senza il PG. Presupposti Il PG/PC deve essere dotato di un prommer per MMC. L'IO Device deve supportare la funzione "Assegnazione del nome al dispositivo tramite MMC". La stazione è progettata con il proprio sistema PROFINET IO. Procedura 1. Inserire la MMC nel prommer. 2. In Configurazione HW o in NetPro selezionare l'io Device a cui si vuole assegnare un nome tramite MMC. 3. Selezionare il comando di menu Sistema di destinazione > Salva nome dispositivo su memory card. 4. Se la MMC non è vuota, il sistema visualizza il messaggio relativa alla presenza di dati memorizzati ed è possibile cancellare il contenuto della MMC prima di salvare il nuovo nome. A5E

170 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Modifica dell'indirizzo IP o del nome del dispositivo in funzionamento Assegnazione di un indirizzo IP o di un nome di dispositivo per singoli nodi Presupposto per l'assegnazione di un nuovo indirizzo IP o di un nome al dispositivo: Non è in corso uno scambio di dati con l'io Controller. Se il SIMATIC Manager o l'elenco dei nodi accessibili sono aperti, con il comando di menu Sistema di destinazione > Assegna indirizzo Ethernet è possibile assegnare a ogni dispositivo PROFINET un (altro) indirizzo IP e un altro nome. Modifica centralizzata degli indirizzi IP Per controllare o modificare gli indirizzi IP di diversi IO Device, procedere nel modo seguente: 1. In Configurazione HW selezionare il sistema PROFINET IO (la "rotaia") e quindi il comando di menu Modifica > PROFINET IO > Sistema PROFINET IO > Indirizzi IP. In alternativa, la stessa funzione si trova anche nel menu di scelta rapida del sistema IO selezionato. 2. Nella finestra di dialogo visualizzata compaiono tutti gli IO Device con i nomi attuali e gli indirizzi IP. In questa finestra di dialogo è possibile modificare gli indirizzi IP a livello centrale. 3. Caricare gli indirizzi IP modificati (comando di menu Sistema di destinazione > Carica nell'unità). Se sono stati selezionati un IO Controller o un IO Device, è possibile richiamare questa funzione anche in NetPro con il comando di menu Modifica > PROFINET IO > Sistema PROFINET IO > Indirizzi IP A5E

171 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Diagnostica di dispositivi PROFINET IO Le possibilità di diagnostica disponibili con STEP 7 per componenti PROFIBUS DP sono disponibili anche con PROFINET IO. Il procedimento è lo stesso. Con il comando di menu Stazione > Apri online in Configurazione HW è possibile sottoporre alla diagnostica non solo le stazioni S7 ma anche i dispositivi PROFINET IO. Anche gli slave "dietro" un IE/PB-Link vengono visualizzati in questa vista. Diverso è invece il comportamento per l'analisi delle informazioni di diagnostica tramite SFB/SFC nel programma utente. Per PROFINET IO vale una struttura dei set di dati con informazioni di diagnostica che si estende a tutti i costruttori. Le informazioni di diagnostica vengono create solamente per i canali con anomalie. Le liste di stato del sistema (SZL), l'sfb 54 e l'sfb 52 sono stati ampliati per rendere disponibili anche lo stato dei sistemi PROFINET IO e le informazioni di diagnostica per un programma utente S7. Per avere una visione generale dello stato del sistema PROFINET IO, leggere p. es. la SZL 0x0X91 (SFC 51). Per leggere i set di dati di diagnostica (record) direttamente da un'unità guasta, utilizzare l'sfb 52 (leggi set di dati) con informazioni dettagliate sugli errori relativamente allo stato. Per leggere i set di dati di diagnostica riferiti agli eventi (vale a dire attivati da OB di errore), utilizzare l'sfb 54 (leggi informazione supplementare dell'allarme) nel corrispondente OB di errore. L'SFB 52 e l'sfb 54 restano utilizzabili per il PROFIBUS DP. Le SZL, i set di dati di diagnostica definiti per PROFINET IO e la relativa struttura sono indicati nel manuale di programmazione Da PROFIBUS DP a PROFINET IO. A5E

172 Configurazione di dispositivi PROFINET IO Progettazione del tempo di controllo risposta I PROFINET IO Device consentono la progettazione del tempo di controllo risposta L'IO Device commuta nello stato di sicurezza se entro il tempo di controllo risposta non riceve dall'io Controller i dati di ingresso/uscita (dati I/O). Il tempo di controllo risposta non viene inserito direttamente bensì come "Numero dei cicli di aggiornamento accettati senza dati IO". Ciò semplifica l'impostazione in quanto il tempo di aggiornamento può essere, in funzione della performance dell'io Device o dell'impostazione, più lungo o più breve. Sulla base del "Numero dei cicli di aggiornamento accettati senza dati IO", STEP 7 rileva il tempo di controllo risposta. Procedura L'impostazione del tempo di controllo risposta in un singolo IO Device, avviene come indicato nel seguito: 1. Fare doppio clic su un IO Device. 2. Selezionare la scheda "Ciclo IO". 3. Controllare e, se necessario, correggere il tempo di controllo risposta impostato modificando il coefficiente "Numero dei cicli di aggiornamento accettati senza dati IO". Confermare le impostazioni con "OK". Si sconsiglia di modificare questa preimpostazione se non in casi eccezionali p, es, durante la fase di messa in servizio A5E

173 5 Configurazione della comunicazione IRT 5.1 Introduzione: Isochronous Realtime Ethernet Con STEP 7 a partire da V5.4 è possibile progettare dispositivi PROFINET che supportano la comunicazione diretta mediante Isochronous Realtime Ethernet (IRT). Per ottenere il miglior sincronismo e la massima performance, i telegrammi IRT vengono trasmessi in modo deterministico in una sequenza stabilita e per vie di comunicazione predeterminate. L'IRT basato sulla topologia richiede componenti di rete speciali che supportino la trasmissione dati pianificata. Equidistanza e sincronismo di clock sono ora possibili anche in PROFINET I risultati offerti da PROFIBUS DP mediante i cicli di bus equidistanti e il sincronismo di clock, sono ora possibili anche in PROFINET IO. Nel funzionamento di equidistanza di PROFIBUS DP, tutti i nodi vengono sincronizzati da Global Control Signal, creato dal master DP. Nel PROFINET IO con comunicazione IRT, un master Sync crea un segnale sul quale si sincronizzano gli slave Sync. Master e slave Sync fanno parte di un dominio Sync che in sede di progettazione viene contrassegnato con un nome. Sostanzialmente un master Sync può svolgere sai il ruolo di un IO-Controller che quello di un IO Device. Un dominio Sync ha un master Sync preciso. Connessione: Dominio Sync e sistemi IO È importante sottolineare che i domini Sync non devono essere limitati ad un unico sistema PROFINET IO: i dispositivi di più sistemi IO possono venire sincronizzati da un unico master Sync a condizione che siano collegati alla medesima sottorete Ethernet. All'opposto vale: un sistema IO può far parte di un solo dominio Sync. Particolare considerazione meritano i tempi di esecuzione del segnale A fronte di intervalli di sincronizzazione estremamente precisi è necessario considerare la lunghezza dei cavi ovvero i tempi di ritardo ad essa collegati. Mediante un apposito Editor di topologia è possibile registrare le proprietà dei cavi tra le porte degli switch. Sulla base di questi dati e dei normali dati di progettazione, STEP 7 calcola lo svolgimento ottimale della comunicazione IRT ed il tempo di aggiornamento che ne risulta. A5E

174 Configurazione della comunicazione IRT Il carico di rete deve essere contenuto Per contenere il carico di rete avvalendosi di tempi di aggiornamento particolarmente brevi, per i dati IRT, vengono progettati gruppi di aggiornamento. Se sono soltanto pochi dispositivi a necessitare di tempi di aggiornamento particolarmente brevi, essi vengono assegnati al primo gruppo di aggiornamento. Ogni gruppo successivo ha un tempo di aggiornamento di n volte maggiore rispetto al precedente (n è progettabile). Di conseguenza, i dati vengono aggiornati più raramente ed il carico di rete diminuisce. STEP 7 V5.4 prevede un solo gruppo di aggiornamento. IRT opera parallelamente al Realtime e alla comunicazione TCP/IP Nel tempo di aggiornamento sono consentite, accanto alla comunicazione IRT, alla quale viene riservata una lunghezza di banda stabilita all'interno del tempo stesso, anche la comunicazione RT e TCP/IP. Nel corso della comunicazione RT (comunicazione Realtime) avviene la trasmissione dei dati ciclici tra IO-Controller e IO Device, tuttavia senza "la migliore sincronizzazione possibile". Gli IO-Device non sincronizzati attuano lo scambio dati automaticamente tramite la comunicazione RT. Essendo possibile anche la comunicazione TCP/IP, possono essere trasferiti anche dati non Realtime ovvero dati di configurazione e di diagnostica. 5-2 A5E

175 Configurazione della comunicazione IRT 5.2 Panoramica: procedura fondamentale per la progettazione di IRT Se si intende ampliare un impianto PROFINET IO con applicazioni IRT per Motion Control, attenersi alle sequenze operative illustrate nel seguito: 1. Configurare le stazioni con PROFINET IO-Controller e PROFINET IO-Device. I dispositivi PROFINET necessari per le applicazioni di Motion Control, devono supportare IRT. 2. Stabilire quali dispositivi eseguono la sincronizzazione e quali vengono invece sincronizzati. In questo contesto è necessario progettare un dominio Sync provvisto di un master e di diversi slave Sync: 3. Progettare la topologia, ovvero indicare come debbano essere collegate tra loro le interfacce dei singoli dispositivi.. 4. Caricare la progettazione nei dispositivi. La procedura sopradescritta è stata particolarmente semplificata. Per informazioni dettagliate consultare i link riportati nel seguito. 5.3 Creazione della progettazione di PROFINET IO La progettazione PROFINET IO costituisce un presupposto per la progettazione di IRT, vale a dire, una o più stazioni devono essere configurate con IO-Controller e IO Device. La comunicazione IRT è limitata ai componenti previsti per questo scopo. Questi componenti sono individuabili nel Catalogo hardware in quanto corredati della denominazione corrispondente nel testo informativo. A5E

176 Configurazione della comunicazione IRT 5.4 Creazione del dominio Sync Tutti i componenti che partecipano alla comunicazione IRT devono appartenere ad un dominio Sync. Un dominio Sync è costituito da un gruppo di dispositivi PROFINET sincronizzati su un intervallo univoco. Soltanto un determinato dispositivo svolge il ruolo di master Sync (determina gli intervalli), tutti gli altri sono slave. Procedimento 1. Aprire la stazione con i dispositivi PROFINET che devono partecipare alla comunicazione IRT. 2. Selezionare il comando di menu Modifica > PROFINET IO > Gestisci dominio Sync. Si apre una scheda con l'elenco di tutti i dispositivi che supportano la sincronizzazione. 3. Fare doppio clic sul dispositivo che si intende progettare come master Sync. Si apre la finestra di dialogo con le proprietà del dispositivo selezionato. 4. Scegliere un nome appropriato per il dominio Sync, quindi impostare il tipo di sincronizzazione su "Master Sync". Confermare le impostazioni con "OK" 5. Selezionare infine tutti i dispositivi che si intende progettare come slave Sync (tenere premuto il tasto Ctrl e selezionare in successione i dispositivi). Fare clic sul pulsante "Proprietà dispositivo". 6. Impostare nell'apposita finestra di dialogo il tipo di sincronizzazione "Slave Sync". Confermare le impostazioni con "OK". Tutti i dispositivi impostati su "Non sincronizzato" non partecipano alla comunicazione IRT, tuttavia essi partecipano automaticamente alla comunicazione RT. 5-4 A5E

177 Configurazione della comunicazione IRT 5.5 Determinazione dei tempi di aggiornamento I tempi di aggiornamento vengono stabiliti per un gruppo di dispositivi PROFINET. Poiché STEP 7 V5.4 prevede soltanto un gruppo di aggiornamento, l'assegnazione manuale dei dispositivi ad un gruppo di aggiornamento specifico si rende superflua. Tutti i dispositivi sono assegnati allo stesso gruppo di aggiornamento e presentano il medesimo tempo di aggiornamento. 1. Nella finestra di dialogo "Gestisci dominio Sync" selezionare la scheda "Gruppi di aggiornamento". 2. Selezionare, se possibile, un intervallo di trasmissione adeguato. L'intervallo di trasmissione è l'intervallo più breve possibile. Se sono stati progettati IO-Device che non supportano la comunicazione IRT, l'intervallo di trasmissione è preimpostato su 1 ms (non selezionabile). 3. Fare clic sul pulsante "Aggiorna". Sulla base dell'intervallo di trasmissione prestabilito, STEP 7 calcola la durata del ciclo di comunicazione RT e TCP/IP. 4. Fare doppio clic sul gruppo di aggiornamento. Nella finestra di dialogo "Gruppo di aggiornamento..." è possibile rinominare il gruppo di aggiornamento e stabilire se i tempi Ti e To debbano essere uguali per tutti gli IO Device (Sincronizzazione Ti/To= Sì") o se debbano essere impostati singolarmente per ciascun IO Device (Sincronizzazione Ti/To= = No"). 5. Confermare le impostazioni con "OK". Tempi Ti e To nella comunicazione IRT La procedura di lettura ed emissione in sincronismo di clock di segnali di periferia è analoga in PROFINET con comunicazione IRT a quella che caratterizza, in sincronismo di clock, PROFIBUS DP. Anche in PROFINET i tempi Ti e To vengono fatti pervenire dal ciclo di bus equidistante e gli IO Device provvedono, con i rispettivi moduli, alla lettura e all'emissione di modo comune dei segnali. Questo meccanismo si differenzia tuttavia da quello seguito da PROFIBUS DP in quanto PROFINET non dispone di alcun "Global Control" che svolga il ruolo di generatore di clock. I tempi vengono creati pertanto come multipli della frequenza di invio comune con lo stesso risultato conseguito in PROFIBUS DP. I grafici raffiguranti lo scambio dati in sincronismo di clock in PROFIBUS DP sono quindi rappresentativi, a livello approssimativo, anche per PROFINET IO. Avvertenza IO Device che partecipano esclusivamente alla comunicazione IRT non compaiono nell'elenco della scheda "Tempo di aggiornamento" (fare doppio clic su Sistema IO in Configurazione HW, nella finestra di dialogo "Proprietà del sistema PROFINET IO"). A5E

178 Configurazione della comunicazione IRT 5.6 Progettazione della topologia La progettazione della topologia costituisce un presupposto per la comunicazione IRT. Per stabilire le proprietà dei cavi tra le porte degli switch è possibile avvalersi di due procedimenti: L'Editor di topologia offre una panoramica di tutte le porte del progetto e consente di eseguire i collegamenti a livello centrale. L'avvio dell'editor di topologia avviene dal comando di menu Modifica > PROFINET IO > Topologia in Configurazione HW o in NetPro. Alternativamente è possibile selezionare una porta partner dalle proprietà di una porta. Questo metodo consente di determinare il cavo tra due porte e di editarne le proprietà. Per aprire la finestra di dialogo, selezionare una porta in Configurazione HW, quindi il comando di menu Modifica > Proprietà dell'oggetto oppure fare doppio clic sulla porta stessa. Selezionare infine la scheda "Topologia" nella finestra di dialogo "Proprietà porta...". 5-6 A5E

179 Configurazione della comunicazione IRT 5.7 Progettazione della comunicazione diretta Tra due IO-Controller che si trovano in un Dominio Sync e che partecipano alla comunicazione IRT, è possibile lo scambio ciclico di aree dati tramite comunicazione diretta. Principio Analogamente a quanto avviene in PROFIBUS DP, le aree dati (aree I/O) vengono configurate da CPU delle quali una riceve e l'altra trasmette dati. La CPU con un'area dati progettata come "Emittente" invia dati dalle uscite. La CPU con un'area dati progettata come "Ricevente" riceve dati dagli ingressi. Suggerimento Si raccomanda di progettare innanzitutto le aree di trasmissione per tutti gli IO-Controller e successivamente quelle di ricezione. Progettazione dell'emittente 1. Aprire la finestra di dialogo delle proprietà dell'io-controller (facendo doppio clic sulla riga corrispondente nella tabella di configurazione in Configurazione HW). 2. Selezionare la scheda "Emittente". 3. Fare clic sul pulsante "Nuovo". 4. Nella finestra di dialogo delle proprietà dell'emittente indicare l'indirizzo iniziale e la lunghezza dell'area dati dalla quale deve avvenire l'invio. Inserire un commento sull'area dati così da poter successivamente individuare i dati inviati tramite quest'area. 5. Confermare le impostazioni con "OK". 6. Ripetere le sequenze operative indicate ai punti da 3 a 5 per altre aree di emissione. Modificare, se necessario, l'indirizzo di diagnostica preimpostato per le aree di emissione. Per indicare il rapporto di comunicazione nel quale viene a trovarsi un IO-Controller come emittente per la comunicazione diretta, deve essere assegnato un indirizzo di diagnostica preciso. A5E

180 Configurazione della comunicazione IRT Progettazione del ricevente 1. Aprire la finestra di dialogo delle proprietà dell'io-controller (facendo doppio clic sulla riga corrispondente nella tabella di configurazione in Configurazione HW). 2. Selezionare la scheda "Ricevente". 3. Fare clic sul pulsante "Nuovo". 4. Nella finestra di dialogo "Proprietà del ricevente" fare clic sul pulsante"assegna emittente". 5. Nella finestra di dialogo "Assegna emittente" selezionare l'area dati della stazione desiderata che dovrà essere ricevuta dalla CPU locale. 6. Confermare la selezione con "OK". 7. Nella finestra di dialogo delle proprietà del ricevente indicare l'indirizzo iniziale e la lunghezza dell'area dati nella quale deve avvenire la ricezione. La lunghezza dell'area dati non deve essere modificata, in quanto essa viene adeguata automaticamente dell'area di invio. La configurazione può essere compilata soltanto se l'area di ricezione e di invio presentano la medesima lunghezza. 8. Ripetere le sequenze operative indicate ai punti da 3 a 7 per altre aree di ricezione. 9. A ciascun emittente assegnato viene riservato un indirizzo di diagnostica tramite il quale il ricevente può constatare un eventuale guasto all'emittente stesso. Fare clic sul pulsante "Indirizzi di diagnostica" se si intende editare questi indirizzi. 5.8 Caricamento della progettazione IRT I dati di progettazione devono essere caricati in tutti i dispositivi che partecipano alla comunicazione IRT. Prima di eseguire il caricamento verificare la coerenza ed eliminare eventuali errori. Suggerimento I Domini Sync non sono limitati ad un'unica stazione. Caricare la progettazione dalla configurazione di rete (NetPro). Selezionare la sottorete Ethernet ed il comando di menu Sistema di destinazione > Carica nel progetto attuale > Stazioni della sottorete. 5-8 A5E

181 Configurazione della comunicazione IRT 5.9 Ridondanza del supporto di trasmissione Nozioni utili sulla ridondanza del supporto di trasmissione La Ridondanza del supporto di trasmissione sta ad indicare che i dati di un rapporto di comunicazione IRT vengono trasmessi mediane due frame e due percorsi diversi. Il frame è l'unità nella quale avviene il trasferimento dati via Ethernet La proprietà "Trasmissione con ridondanza del supporto" può essere progettata: per un IO Device completo per ogni singola area indirizzi di un rapporto di comunicazione Controller-Controller (comunicazione diretta) Ridondanza del supporto di trasmissione per un IO Device completo La trasmissione di tutti i dati del rapporto di comunicazione tra IO Controller e IO Device avviene in modo ridondato. Ridondanza del supporto di trasmissione per una singola area indirizzi di un rapporto di comunicazione Controller-Controller (comunicazione diretta) La trasmissione con ridondanza del supporto viene progettata di volta in volta per un'area indirizzi situata tra emittente e ricevente. Ciò corrisponde rispettivamente ad una riga nella scheda Emittente/Ricevente nella finestra di dialogo delle proprietà di un'interfaccia IO Controller. Preimpostazione Al momento delle creazione del rapporto di comunicazione IRT, la trasmissione con ridondanza del supporto è disattivata. Ciò consente che il trasferimento dati di un rapporto di comunicazione IRT avvenga esclusivamente da un determinato percorso della rete IRT. Un'eventuale interruzione di questo preciso percorso comporta l'interruzione della trasmissione. A5E

182 Configurazione della comunicazione IRT Topologia nella trasmissione con ridondanza del supporto L'impiego della trasmissione con ridondanza del supporto consente di elevare il grado di affidabilità della trasmissione dati. La topologia deve essere in questo caso ideata in modo che tra lo switch dell'emittente e quello del ricevente si trovino almeno due diversi percorsi. Si ha diversità dei percorsi quando gli switch di un percorso non vengono utilizzati dall'altro. Una topologia ad anello soddisferebbe al 100% questa condizione. In quest'eventualità impiegare come switch un dispositivo che supporti la comunicazione IRT progettata. È inoltre possibile anche l'impiego di più anelli combinati tra loro purché venga rispettata la condizione che prevede l'utilizzo di un determinato switch da parte di un unico percorso. Qualora, per motivi riconducibili alla topologia di rete, ciò non fosse possibile, progettare i percorsi il più possibile indipendenti dalle risorse. In questo caso tuttavia, la ridondanza del supporto di trasmissione non può essere completamente garantita. La verifica della coerenza in Configurazione HW segnala l'eventuale utilizzo da parte di più percorsi degli switch di emittente e ricevente. Accanto alla progettazione della trasmissione con ridondanza del l'inserimento in rete del manager di ridondanza. supporto, è richiesto anche Funzione del manager di ridondanza Il manager di ridondanza è costituito da un IO Device che supporta anche la comunicazione IRT pianificata e per il quale deve essere progettata anche la topologia IRT. Per i telegrammi TCP/IP è necessario eseguire la separazione delle strutture ad anello indispensabili per la trasmissione con ridondanza del supporto. In caso contrario si avrebbe la rotazione di telegrammi TCP/IP nella rete Nella comunicazione IRT, il manager di ridondanza è trasparente in quanto questo tipo di comunicazione si svolge in modo pianificato escludendo così la rotazione di telegrammi nella rete. Il manager di ridondanza funziona come uno switch intelligente: essa invia telegrammi di test su entrambi i collegamenti degli anelli se un anello è ancora chiuso e funziona correttamente, i telegrammi in oggetto vengono recapitati nuovamente sul lato opposto A5E

183 Configurazione della comunicazione IRT Se durante un determinato intervallo non si hanno telegrammi di test, il manager di ridondanza lascia nuovamente passare i telegrammi TCP/IP. In questo modo viene ripristinata la via di comunicazione per i telegrammi TCP/IP in precedenza interrotta per i motivi soprindicati. In presenza di un'interruzione dell'anello, il manager di ridondanza genera un allarme di ridondanza. Avvertenza Se la trasmissione con ridondanza del supporto è attiva, si ha un incremento del carico di comunicazione in quanto i dati devono essere trasmessi due volte su due percorsi. A5E

184 Configurazione della comunicazione IRT Progettazione della ridondanza del supporto di trasmissione Progettazione della ridondanza del supporto di trasmissione per un IO Device completo Tutti i dati del rapporto di comunicazione tra IO Controller e IO Device sono stati trasmessi con ridondanza del supporto. Presupposti Progettazione della topologia con due percorsi indipendenti Disponibilità della funzione nell'io Device Progettazione supplementare del manager di ridondanza. Procedura 1. Selezionare in Configurazione HW l'io Device in oggetto. 2. Nella Vista dettagli dell'io Device, fare doppio clic su "Sottomodulo interfacce" per aprirne le proprietà. 3. Selezionare la scheda "Ridondanza del supporto di trasmissione" Progettazione della ridondanza del supporto di trasmissione per una singola area indirizzi di un rapporto di comunicazione Controller-Controller (comunicazione diretta) La trasmissione con ridondanza del supporto viene progettata rispettivamente per un'area indirizzi tra emittente e ricevente. Presupposti Progettazione della topologia con due percorsi indipendenti Progettazione supplementare del manager di ridondanza. Procedura 1. Nell'IO Controller fare doppio clic su "Sottomodulo interfacce" (p. es. IF1). 2. Selezionare la scheda "Ricevente". 3. Creare una nuova riga (pulsante "Nuovo") e assegnare un emittente. 4. Nella finestra di dialogo "Proprietà del ricevente" attivare la casella di controllo "Ridondanza del supporto di trasmissione" A5E

185 6 Configurazione di stazioni PC SIMATIC (SIMATIC PC based) 6.1 Creazione e parametrizzazione di stazioni PC SIMATIC Introduzione La stazione PC SIMATIC (nel seguito brevemente "Stazione PC") rappresenta un PC o una stazione OS contenente componenti SIMATIC come applicazioni (p. es. WinCC), SlotPLC oppure SoftPLC per compiti di automazione. Questi componenti vengono configurati all'interno della stazione PC oppure possono essere il punto finale di un collegamento. Sommario: Configurazione e progettazione di collegamenti per una stazione PC SIMATIC Con il tipo di stazione "Stazione PC SIMATIC " viene eseguita la configurazione completa di una stazione PC. I componenti in tale sede configurati sono in seguito disponibili anche per la progettazione di collegamenti. In una stazione PC SIMATIC possono essere configurati i componenti seguenti: Software PLC WinLC (a partire dalla versione V3.0) Slot PLC CPU 41x-2 PCI (WinAC Slot 412 e WinAC Slot 416) Processori di comunicazione SIMATIC per il PC SIMATIC HMI: WinCC e Protool Pro Applicazioni (p. es. applicazioni utente basate su SAPI) Server OPC. Per componenti PC based come p. es. WinLC (< V2.x) oppure CPU DP ISA si continua a utilizzare il tipo di stazione SIMATIC 300 oppure SIMATIC 400. I componenti si trovano nella finestra "Catalogo hardware" sotto SIMATIC PC Based Control 300/400. La figura seguente mostra la struttura del catalogo hardware delle stazioni PC SIMATIC: A5E

186 Configurazione di stazioni PC SIMATIC (SIMATIC PC based) Procedimento Modificare secondo necessità il nome della stazione PC SIMATIC. Se il sistema con il quale si stanno progettando e caricando le stazioni coincide con la stazione PC SIMATIC inserita nel SIMATIC Manager, il nome della stazione deve essere identico a quello definito nel programma di configurazione componenti. Soltanto in questo modo la stazione PC SIMATIC è "assegnata" nel progetto, cioè riconoscibile nel SIMATIC Manager e nella schermata di rete come stazione PC SIMATIC assegnata. 3. Fare doppio clic sull'oggetto Stazione PC SIMATIC e poi sull'oggetto "Configurazione" Si apre Configurazione HW per la modifica della configurazione della stazione. La riga 125 della tabella di configurazione è occupata dallo Station Manager (non cancellabile). 4. Inse rire mediante drag&drop i componenti nella tabella di configurazione della stazione PC SIMATIC che rappresentano la configurazione del PC reale. I componenti si trovano nella finestra "Catalogo hardware " sotto Stazione PC SIMATIC Inserire una stazione PC SIMATIC nel progetto nel SIMATIC Manager (comando di menu Inserisci > Stazione PC SIMATIC). - Software PLC WinLC sul posto connettore 2 (per ulteriori possibilità di configurazione, consultare l'argomento Regole sui posti connettore per stazioni PC SIMATIC) - Slot PLC CPU 41x-2 PCI (WinAC Slot 412 e WinAC Slot 416) sul posto connettore 3 (per ulteriori possibilità di configurazione, consultare l'argomento Regole sui posti connettore per stazioni PC SIMATIC) - CP su uno dei posti connettore 1-32 (osservare eventuali limitazioni contenute nelle informazioni sul prodotto relative al CP attuale!) - SW sostitutivo per la progettazione dei collegamenti come "User Application" oppure componenti HMI (se installati) sui posti connettore Server OPC per client OPC che accedono a variabili di sistemi di automazione remoti mediante collegamenti progettati sul posti connettore Richiamare la finestra di dialogo delle proprietà della stazione PC (comando di menu Stazione > Proprietà), selezionare la scheda "Configurazione" ed impostare il percorso in cui memorizzare il file di configurazione (*.file XDB). In questo file vengono memorizzati i dati dei collegamenti e gli indirizzi per i CP e le applicazioni (vedere passaggio 6). Selezionare il comando di menu Sistema di destinazione > Salva e compila. Durante il salvataggio e la compilazione della configurazione di una stazione PC SIMATIC vengono creati dati di sistema ed un file di configurazione (*.file XDB) che devono poi essere caricati o installati sul sistema di destinazione (vedere Caricamento di una stazione PC). Il luogo del file di configurazione deve essere impostato sulla stazione PC mediante il programma "Imposta interfaccia PG-PC" (scheda "Progettazione STEP 7"). Per maggiori informazioni relative all'installazione sul PG/PC consultare la descrizione "SIMATIC NET, Interfaccia di programmazione S7" e la guida online alla scheda "Progettazione STEP 7". 7. Se si desidera progettare i collegamenti per la stazione PC SIMATIC: - Selezionare il comando di menu Strumenti > Configura rete. In NetPro è possibile progettare collegamenti S7 per i componenti di comando e per le applicazioni. Per il server OPC è possibile inoltre progettare collegamenti S7 a elevata disponibilità. Se si desidera modificare la configurazione PC SIMATIC partendo da NetPro, fare doppio clic sull'oggetto Stazione PC SIMATIC (come per le stazioni 300/400 SIMATIC). 6-2 A5E

187 Configurazione di stazioni PC SIMATIC (SIMATIC PC based) Se si intende caricare la configurazione: - Selezionare il menu Sistema di caricamento > Carica. Vengono offerti per il caricamento solo comandi PC based (vedere Caricamento di una stazione PC). Particolarità nella progettazione di WinLC V3.0 e delle applicazioni L'interfaccia PROFIBUS DP per WinLC è già compresa in WinLC come interfaccia integrata di WinLC (master DP sul posto connettore 2.1). Di conseguenza, il modulo necessario per questa funzione (unità di comunicazione p. es. CP 5613) non può essere esplicitamente posizionato e configurato in Configurazione HW. La configurazione avviene tramite la voce Master DP nel posto connettore 2.1. Configurazione con applicazioni e PROFIBUS CP Le applicazioni possono accedere agli ingressi/uscite decentrati mediante la progettazione PROFIBUS DP. Per creare la configurazione procedere nel modo seguente. 1. Posizionare un'applicazione ed un CP PROFIBUS-DP nella tabella di configurazione per la stazione PC SIMATIC. 2. Fare doppio clic sul CP per richiamare la finestra di dialogo delle proprietà. 3. Assegnare un'applicazione al CP nella finestra delle proprietà. A5E

188 Configurazione di stazioni PC SIMATIC (SIMATIC PC based) 6.2 Regole sui posti connettore per stazioni PC SIMATIC I componenti quali CP, programmi utente per la progettazione dei collegamenti PC based e server OPC possono essere innestati solo nei posti connettore da 1 a 32. SoftPLC Fino a STEP 7 V 5.2 Servicepack 1 il software PLC WinLC poteva essere innestato solo nel posto connettore 2. A partire da STEP 7 V 5.3 viene supportata la variante WinLC V 4.1 che può essere innestata in tutti i posti connettore ed utilizzata insieme ad un massimo di quattro SlotPLC (CPU 41x-2 PCI V 3.4 e successive). SlotPLC Fino a STEP 7 V 5.2 Servicepack 1 lo SlotPLC CPU 41x-2 PCI (WinAC Slot 412 e WinAC Slot 416) poteva essere innestato soltanto nel posto connettore 3. A partire da STEP 7 V 5.3 viene supportata la CPU 41x-2 PCI V 3.4 innestabile in qualsiasi posto connettore. Si possono innestare fino a quattro CPU di questo tipo, anche insieme al nuovo SoftPLC WinLC V 4.1. Aree di indirizzi nel funzionamento Multi PLC Se in una stazione PC sono inseriti più controllori WinAC, ognuno di essi dispone di una propria area di indirizzi della periferia. I controllori (p. es. SlotPLC) possono comunicare tra loro tramite i meccanismi di comunicazione S7 (BSEND/BRCV), tuttavia essi sono in grado di operare indipendentemente l uno dall altro, analogamente a quanto avviene nel funzionamento di CPU S7-400 in un telaio di montaggio segmentato, p. es. CR1. Questa proprietà consente di incrementare la compattezza e la densità di integrazione di una soluzione di automazione. Ulteriori informazioni Ulteriori informazioni sono disponibili nei manuali dei Soft e SlotPLC nonché nel manuale "Commissioning PC Stations - Manual and Quick Start". 6-4 A5E

189 Configurazione di stazioni PC SIMATIC (SIMATIC PC based) 6.3 Confronto: Stazione S7- Stazione PC La configurazione delle stazioni S7 viene rappresentata dall'oggetto "Hardware" nel SIMATIC Manager; facendo doppio clic su "Hardware" viene avviata l'applicazione per la configurazione della stazione S7. I punti finali di un collegamento sono le unità che sono innestate nella stazione "reale". Le interfacce con le sotto-reti formano le CPU, i CP e i moduli di interfaccia configurabili. La configurazione delle stazioni PC viene rappresentata dall'oggetto "Configurazione" nel SIMATIC Manager; facendo doppio clic su "Configurazione" viene avviata l'applicazione per la configurazione della stazione PC (a partire da STEP 7 V5.0 Servicepack 3). 6.4 Come utilizzare configurazioni PC SIMATIC create con versioni precedenti Configurazioni PC da progetti creati con STEP 7 V5.1 (fino a Servicepack 1) A partire da STEP 7 V5.1 Servicepack 2 è possibile caricare collegamenti nella stazione PC come se si trattasse di una stazione S7-300 o S7-400, senza ricorrere al file di configurazione. Tuttavia, quando la stazione viene salvata e compilata, il file di configurazione viene creato ugualmente: esso rappresenta dunque un'alternativa per il trasferimento della progettazione alla stazione PC di destinazione. I nuovi file di configurazione contengono informazioni che le "vecchie" stazioni PC non sono in grado di interpretare. STEP 7 adegua automaticamente la forma dei dati di configurazione. Se la stazione PC SIMATIC viene creata ex novo con STEP 7 a partire da V5.1 Servicepack 2, STEP 7 parte dal presupposto che la stazione PC di destinazione sia stata configurata con il CD-ROM SIMATIC NET a partire da 7/2001 e che sia pertanto installato S7RTM (Runtime Manager). I dati di configurazione vengono creati in forma tale da poter essere interpretati da una "nuova" stazione PC Se la stazione PC SIMATIC è stata progettata con una versione meno recente (ad esempio, con STEP 7 V5.1 Servicepack 1), STEP 7 non parte dal presupposto che la stazione PC di destinazione sia stata configurata con il CD-ROM SIMATIC NET a partire da 7/2001. I dati di configurazione vengono creati in forma tale da poter essere interpretati da una "vecchia" stazione PC. Questo comportamento di default può essere modificato come descritto di seguito. A5E

190 Configurazione di stazioni PC SIMATIC (SIMATIC PC based) Impostazione in "Configurazione HW": 1. aprire la configurazione hardware della stazione PC 2. con il tasto destro del mouse, fare clic sulla superficie bianca all'interno della finestra relativa alla stazione 3. dal menu di scelta rapida attivare il comando "Proprietà della stazione" 4. attivare o disattivare la casella sotto "Compatibilità". Impostazione in "Configurazione di reti": 1. aprire la configurazione della rete 2. selezionare la stazione PC 3. selezionare il comando di menu Modifica > Proprietà dell'oggetto 4. nella finestra di dialogo visualizzata, scegliere la scheda "Configurazione" 5. attivare o disattivare la casella sotto "Compatibilità". Configurazioni PC da progetti creati con STEP 7 V5.0 Per poter utilizzare in STEP 7 a partire da V5.0 Servicepack 3 una stazione PC SIMATIC progettata e configurare nuovi componenti supportati a partire da Servicepack 3, è necessario convertire la stazione. 1. Nel SIMATIC Manager, selezionare la stazione PC SIMATIC e attivare il comando di menu Modifica > Proprietà dell'oggetto. 2. Nella finestra delle proprietà, scheda "Funzionalità", fare clic sul pulsante "Ampliamento...". La stazione PC SIMATIC viene convertita e può essere elaborata soltanto con STEP 7 V5.0 Servicepack 3 o con versioni più recenti. 6-6 A5E

191 Configurazione di stazioni PC SIMATIC (SIMATIC PC based) 6.5 Evidenziazione nella schermata di rete della stazione PC SIMATIC progettante Affinché la stazione PC SIMATIC con cui si crea il progetto STEP 7 compaia evidenziata nella schermata di rete e nel SIMATIC Manager del progetto attuale, devono essere soddisfatte le premesse descritte di seguito. Non dev'essere assegnato alcun PG/PC. L'interfaccia PG/PC dev'essere impostata su "PC internal (local)". La stazione PC dev'essere configurata con il programma di configurazione componenti (contenuto nel CD SIMATIC NET a partire dal 7/2001). Il nome della stazione PC nel programma di configurazione componenti dev'essere identico a quello indicato in STEP 7 (proprietà della stazione PC SIMATIC). L'identità tra i nomi consente a STEP 7 di effettuare correttamente l'assegnazione e di evidenziare la stazione PC. Se una delle premesse sopra elencate non è soddisfatta, viene visualizzato il simbolo "normale" della stazione PC. Significato Stazione PC SIMATIC evidenziata Simbolo Stazione PC SIMATIC non evidenziata A5E

192 Configurazione di stazioni PC SIMATIC (SIMATIC PC based) 6-8 A5E

193 7 Salvataggio, importazione e esportazione di una configurazione 7.1 Salvataggio di una configurazione e verifica di coerenza Per salvare una configurazione con tutti i parametri e indirizzi impostati occorre selezionare il comando Stazione > Salva oppure il comando Stazione > Salva e compila. Con il comando Stazione > Salva e compila la configurazione viene memorizzata nel progetto attuale (come oggetto "STAZIONE") e i blocchi dati di sistema (SDB) validi, se generabili, vengono memorizzati nella cartella (offline) "Blocchi" delle relative unità ("Telai SDB", p. es. CPU). Gli SDB sono rappresentati dal simbolo "Dati di sistema". Simbolo dei dati di sistema Per salvare configurazioni incomplete occorre selezionare il comando Stazione > Salva. Nel salvataggio gli SDB non vengono creati. La procedura di memorizzazione è più breve di quella che comprende anche la compilazione. Si deve tuttavia prestare particolare attenzione alle incoerenze che sorgono tra la configurazione salvata nell'oggetto STAZIONE e quella salvata nei dati di sistema. Prima del caricamento si dovrebbe verificare l'assenza di errori nella configurazione della stazione tramite il comando di menu Stazione > Verifica coerenza. A5E

194 Salvataggio, importazione e esportazione di una configurazione 7.2 Importazione ed esportazione di una configurazione Introduzione A partire da STEP 7 V5 non è più indispensabile gestire le configurazioni delle stazioni con l'intero progetto (p. es. per salvarle e aprirle); esse possono essere anche esportate e importate indipendentemente dal progetto in un file di testo (file ASCII). Possibilità di applicazione Distribuzione tramite media elettronici (p. es. ) Leggibilità in versioni future di STEP 7 Il file di esportazione può essere stampato con programmi di elaborazione testi, o elaborato a scopo documentativo Cosa viene esportato/importato? Nella configurazione hardware possono essere esportati/importati i dati necessari per configurare e parametrizzare le unità. A partire da STEP 7 V5.1 SP1 si possono importare/esportare anche dati relativi alle sotto-reti. Non vengono acquisiti: dati gestiti da altre applicazioni (p. es. programmi, collegamenti, dati globali) password parametrizzata della CPU (per quanto riguarda le CPU F viene perciò resettata l'impostazione "CPU con programma di sicurezza" che non può essere definita senza password) dati validi per diverse stazioni (p. es. il collegamento di slave DP intelligenti o la progettazione della comunicazione diretta) Avvertenza Se la configurazione contiene delle unità da software opzionale meno recente, con la funzione "Esporta stazione" i dati dell'unità potrebbero venire acquisiti soltanto in parte. In tal caso, a importazione terminata verificare se i dati delle unità sono completi. 7-2 A5E

195 Salvataggio, importazione e esportazione di una configurazione File di esportazione Durante l'esportazione si può impostare quali dati memorizzare nel file di testo esportato, e in quale forma (comando Stazione > Esporta). Formato leggibile o compatto Importante: se si esporta la configurazione delle stazioni per leggerla con altre versioni di STEP 7, selezionare l'opzione "Compatto"! Nome file (*.cfg) a scelta Con o senza simboli Con o senza sotto-reti I valori di default dei parametri delle unità possono essere omessi (STEP 7 "conosce" i valori di default, e li integra automaticamente nella configurazione al momento dell'importazione).!. Attenzione Se si esporta una configurazione delle stazioni con i simboli, questo file non può più essere importato con STEP 7 V5, SP 1 o una versione precedente di STEP 7! Procedimento (esportazione) 1. Aprire una configurazione di stazione o salvare la configurazione della stazione appena elaborata (comando Stazione > Salva). 2. Con configurazione della stazione aperta, selezionare il comando Stazione > Esporta. 3. Introdurre nella finestra di dialogo visualizzata il percorso e il nome del file di esportazione, il formato e le altre opzioni. 4. Confermare le impostazioni con "OK". Procedimento (importazione) Importante: non importare in un progetto configurazioni di stazione esportate dallo stesso. In questo caso, infatti, STEP 7 non sarebbe in grado di interpretare correttamente l'assegnazione di rete. Per l'importazione selezionare un altro o un nuovo progetto. 1. Accertarsi di aver eseguito per l'importazione la medesima impostazione della lingua di Windows effettuata in precedenza per l'esportazione. Eventuali divergenze nelle impostazioni della lingua tra queste due operazioni possono comportare importazioni errate. 2. Con configurazione di stazione aperta e vuota, selezionare il comando Stazione > Importa. Se non è aperta alcuna configurazione di stazione, viene visualizzata una finestra di dialogo nella quale selezionare un progetto. Posizionarsi sul progetto nel quale deve essere importata la configurazione di stazione. 3. Nella finestra di dialogo visualizzata, posizionarsi sul file di testo da importare. 4. Confermare le impostazioni con "OK". Nel corso dell'importazione STEP 7 verifica la presenza di errori e incongruenze nel file importato, e emette i corrispondenti messaggi. A5E

196 Salvataggio, importazione e esportazione di una configurazione Importazione nella stazione esistente Le stazioni possono essere importate anche in una configurazione di stazione aperta. STEP 7 domanda se devono essere sovrascritte unità e moduli di interfaccia già configurati. Per ogni componente è possibile stabilire se lasciarlo invariato o sovrascriverlo. Se un componente viene sovrascritto, diventano attive tutte le impostazioni (parametri) contenute nel file di importazione. Le impostazioni della configurazione di stazione non contenute nel file di importazione rimangono immutate. 7-4 A5E

197 Salvataggio, importazione e esportazione di una configurazione 7.3 Importazione ed esportazione di dati Cax A partire da STEP 7 V5.4 è possibile esportare stazioni in un formato che viene "compreso" dal sistema Cax e continuare l'elaborazione di questi dati. Nel procedimento inverso è possibile esportare i dati di una stazione da un sistema Cax adeguato e importarli in una stazione disponibile in un progetto STEP 7. "CAx" sta ad indicare CAD, CAE, E CAD e E CAE in funzione dei dati impiegati in una determinata azione. Il procedimento sopra descritto risparmia all'operatore la doppia immissione dei dati. Dati oggetto dell'esportazione Stazioni SIMATIC (S7-300, S7-400, S7-400H, stazioni PC) Moduli basati su dati GSD (PROFIBUS DP, PROFINET IO) Sottoreti Dati non esportati L'interfaccia Cax non fornisce i parametri degli oggetti. L'esportazione è quindi incompleta e non consente di escludere, dopo l'esportazione di una stazione e la successiva importazione, un'eventuale perdita di dati. L'esportazione è ideata per rendere utilizzabili nei sistemi Cax i dati della Configurazione HW di STEP 7. In particolare non costituiscono oggetto dell'esportazione: blocchi, parametri e collegamenti; moduli CiR (per la modifica della configurazione in RUN); gli slave DP intelligenti (I-Slave) configurati in una stazione propria. File di esportazione Per ogni singola stazione viene creato un file di esportazione in formato XML. Questo file XML segue lo schema xsd SimaticML Cax v1.0. Se nella stazione sono integrati slave o IO Device tramite file GSD, i file in oggetto vengono copiati a loro volta nella directory di destinazione. Procedimento: esportazione di dati CAx 1. Aprire il progetto che contiene la stazione da esportare. 2. Se si intende esportare una sola stazione, selezionare la stazione interessata in SIMATIC Manager. Se si intende esportare più stazioni, selezionare il progetto (e non le stazioni). 3. In SIMATIC Manager selezionare il comando di menu Strumenti > Dati CAx> Esporta. 4. Nella finestra di dialogo "Esporta dati CAx" selezionare la directory di destinazione ed eventualmente la stazione da esportare. 5. Fare clic sul pulsante "Esporta". Qualora il file di esportazione della stazione esistesse già nella directory di destinazione, nella finestra di dialogo successiva, selezionare l'opzione desiderata (sovrascrivi, non sovrascrivere...). La colonna "Stato" indica se l'operazione di esportazione è riuscita o meno. A5E

198 Salvataggio, importazione e esportazione di una configurazione Importazione L'importazione può essere eseguita sia in una stazione "vuota" che in una già configurata. Qualora la stazione contenesse già oggetti (rack, moduli, slave,...), durante l'importazione viene eseguito un confronto il cui risultato viene rappresentato nel catalogo di importazione. Criterio di base per il confronto: per le unità/ i moduli vengono confrontati i rispettivi posti connettore per le sottoreti il rispettivo numero e il tipo anche per rack e slave il confronto avviene sulla base del numero. Procedimento: importazione di dati CAx 1. Aprire la stazione nella quale si intende importare i dati dal sistema CAx. 2. In SIMATIC Manager selezionare il comando di menu Strumenti > Dati CAx> Importa. 3. Nella finestra di dialogo successiva, navigare sul file XM creato dal sistema CAx. 4. Confermare la selezione con "OK". 5. Nella finestra di dialogo "Importa dati CAx", selezionare gli oggetti da importare (colonna "Selezione"). Gli oggetti eventualmente contenuti nella stazione attuale nella quale si intende importare i dati Cax, avranno probabilmente proprietà diverse rispetto a quelli del file XML. Scegliere in questo caso, le proprietà che dovranno essere mantenute (consultare la Guida relativa a questa finestra di dialogo). 6. Fare clic sul pulsante "Importa" 7. Analizzare lo stato degli oggetti dopo l'importazione. Consultare eventualmente il protocollo di importazione facendo clic sul pulsante "Visualizza protocollo". Il file di protocollo contiene informazioni di stato concernenti l'importazione completa. Il protocollo viene sovrascritto durante l'importazione successiva. 8. Se nel sistema Cax vengono impiegati componenti provvisti di file GSD, è necessario installare a posteriori questi componenti per le rispettive stazioni. Analisi errori dopo l'importazione Eventuali errori di importazione vengono contrassegnati in rosso. Qualora la creazione di un'unità o di un oggetto siano impossibili, accertarsi che siano stati impostati i valori dei seguenti attributi: numero di ordinazione versione sottomodulo posto connettore posto connettore subordinato (in caso di sottomoduli). Se l'importazione dell'unità non è ancora possibile, sussiste probabilmente incompatibilità tra la configurazione esistente e l'unità stessa. Dopo l'importazione si consiglia di avviare la verifica coerenza e di eliminare eventuali incoerenze 7-6 A5E

199 8 Funzionamento sincrono di diverse CPU (Multicomputing) 8.1 Nozioni sul funzionamento multicomputing Cos'e il funzionamento multicomputing? Con multicomputing si intende nell's7-400 il funzionamento simultaneo di più unità centrali (max. 4) in un telaio di montaggio centrale (apparecchiatura centrale). Le CPU di un sistema multicomputing effettuano automaticamente commutazioni sincrone dei loro stati di funzionamento, ovvero le CPU si avviano e vanno in STOP congiuntamente. In ogni CPU il programma utente viene eseguito indipendentemente dai programmi utente nelle altre CPU. In questo modo è possibile eseguire parallelamente diversi compiti di automazione. Esempio La figura seguente illustra un sistema di automazione che deve lavorare in funzionamento multicomputing. Ogni CPU può accedere all'unità assegnatale (FM, CP, SM). A5E

200 Funzionamento sincrono di diverse CPU (Multicomputing) Differenza tra funzionamento multicomputing e funzionamento in telaio di montaggio segmentato È anche possibile il funzionamento simultaneo non sicronizzato di più CPU in un telaio di montaggio segmentato CR 2 (segmentato fisicamente, non impostabile mediante parametrizzazione). Tuttavia, in questo caso non si tratta di funzionamento multicomputing. All'interno del telaio segmentato le CPU rappresentano ciascuna un sistema parziale independente, e si comportano come processori singoli. Non vi è un'area logica di indirizzamento comune. Il "funzionamento multicomputing" e il "funzionamento non sincronizzato nel telaio di montaggio segmentato" si escludono a vicenda. 8-2 A5E

201 Funzionamento sincrono di diverse CPU (Multicomputing) Particolarità del funzionamento multicomputing Regole sui posti connettore Nel funzionamento multicomputing possono essere contemporaneamente inserite in un apparecchiatura centrale (CR) fino a 4 CPU, in ordine qualsiasi Se vengono utilizzate CPU in grado di gestire solo indirizzi iniziali delle unità divisibili per 4 (normalmente CPU anteriori al 10/98), nell'assegnare gli indirizzi occorre rispettare questa regola per tutte le CPU configurate! La regola vale nel caso vengano impiegate anche CPU che consentono in funzionamento singlecomputing l'assegnazione a byte degli indirizzi iniziali delle unità. Collegamento bus Le CPU sono collegate tra loro mediante il bus K che corrisponde a un collegamento MPI. Comportamento all'avviamento e al funzionamento Al momento dell'avviamento le CPU coinvolte nel funzionamento multicomputing verificano automaticamente se si possono sincronizzare. La sincronizzazione è possibile soltanto se tutte (e solo) le CPU configurate sono inserite, e queste CPU non hanno guasti; per tutte le CPU inserite sono stati creati e caricati i dati di configurazione (SDB) corretti. Se una di queste condizioni non si realizza, l'evento viene registrato nel buffer di diagnostica con l'identificativo ID 0x49A4. Per spiegazioni su questo ID evento occorre consultare la Guida di riferimento sulle funzioni standard e di sistema. Quando si esce dallo stato di funzionamento STOP vengono confrontati i diversi tipi di avviamento (AVVIAMENTO A FREDDO/NUOVO AVVIAMENTO (AVVIAMENTO A CALDO)/RIAVVIAMENTO) Viene così garantito che tutte la CPU del sistema di automazione abbiano lo stesso tipo di avviamento e stato di funzionamento. Assegnazione di indirizzi e di allarmi/interrupt In funzionamento multicomputing, le singole CPU possono accedere alle unità a cui sono state assegnate al momento della configurazione con STEP 7. L'area di indirizzamento di un'unità è sempre assegnata in "esclusiva" a una CPU. Tutte le CPU condividono un'area di indirizzi comune, vale a dire che l'indirizzo logico di un'unità è presente una volta sola nella stazione di multicomputing. A ogni CPU è assegnato un ingresso di allarme. Gli allarmi che raggiungono questo ingresso non possono essere ricevuti dalle altre CPU. Nella fase di parametrizzazione delle unità viene assegnata automaticamente a ogni CPU una linea di allarme. Per l'elaborazione degli allarmi vale quanto quanto segue: Gli interrupt di processo e gli allarmi di diagnostica vengono inviati a una sola CPU. In caso di guasto dell'unità, l'allarme o l'interrupt vengono elaborati dalla CPU che è stata assegnata all'unità stessa in fase di parametrizzazione con STEP 7. In caso di guasto di un telaio di montaggio, l'ob 86 viene richiamato in ogni CPU. Per maggiori informazioni sull'ob 86 si può consultare nella Guida di riferimento l'argomento Rimandi alla descrizione dei linguaggi e Guida a blocchi e attributi di sistema. A5E

202 Funzionamento sincrono di diverse CPU (Multicomputing) Quando utilizzare il multicomputing? Si consiglia di utilizzare il multicomputing nei seguenti casi. Se il programma utente è troppo voluminoso per una CPU e si riduce visibilmente lo spazio di memoria disponibile, sarà meglio ripartire il programma in diverse CPU. Se si vuole elaborare rapidamente una parte dell'impianto, si può estrapolarla dal programma generale, e farla elaborare da una CPU "più veloce". Se l'impianto si compone di più parti distinte tra loro che possono essere controllate o regolate autonomamente, si può assegnare alla CPU 1 l'elaborazione della parte 1, alla CPU 2 la parte 2, e così via. 8-4 A5E

203 Funzionamento sincrono di diverse CPU (Multicomputing) 8.2 Configurazione del funzionamento multicomputing Impostazione del funzionamento multicomputing Il funzionamento multicomputing viene attivato automaticamente all'inserimento di una seconda (terza o quarta) CPU con capacità di multicomputing in un telaio di montaggio adatto (ad es. un telaio UR1). Per sapere se una CPU supporta il modo multicomputing, è sufficiente selezionarla. Verrà visualizzata la finestra "Catalogo hardware" con la casella contenente tale l'informazione. Presupposto Prima di poter configurare le unità per il funzionamento multicomputing accertarsi che vengano soddisfatte le seguenti condizioni. Il sistema di automazione è stato strutturato secondo le indicazioni contenute nel manuale di installazione. Si è aperta nella finestra di progetto la tabella di configurazione con un doppio clic sull'oggetto "Hardware". Si è disposto nella finestra della stazione un telaio di montaggio, che è rappresentato aperto (sono visibili i posti connettore del telaio di montaggio). Procedura fondamentale Particolarità del caricamento La configurazione standard dovrebbe essere caricata solo se completa in tutte le CPU. In questo modo ci si assicura che le configurazioni siano coerenti. La configurazione della stazione viene caricata nel PG da tutte le unità programmabile, una dopo l'altra (ovvero "CPU per CPU"). In questo modo è possibile interrompere la procedura di caricamento, anche se non sono ancora stati caricati tutti i dati di configurazione (SDB). In questo caso però i dati di parametrizzazione vanno persi. A5E

204 Funzionamento sincrono di diverse CPU (Multicomputing) Configurazione delle unità per il funzionamento multicomputing Qui di seguito vengono descritte le particolarità della configurazione del sistema di automazione con funzionamento multicomputing. 1. Trascinare per drag & drop le CPU che devono operare in multicomputing dalla finestra "Catalogo hardware" alle righe corrispondenti del rack (telaio di montaggio). 2. Fare doppio clic su una CPU e impostarne il numero nella scheda "Multicomputing" (i numeri vengono attribuiti automaticamente all'inserimento delle CPU, e in ordine crescente). 3. Effettuare le seguenti operazioni per tutte le unità che devono essere attribuite alla CPU 1. - Disporre le unità nel punto previsto del telaio di montaggio - Fare doppio clic sull'unità e selezionare la scheda "Indirizzi" - Selezionare la CPU 1 nel campo "N. CPU.". Avvertenza: l'assegnazione alla CPU viene visualizzata nelle unità che causano gli allarmi nella scheda "Ingressi" o "Uscite" come "CPU di destinazione". 4. Ripetere le operazioni indicate al punto 3 per le tutte unità che devono essere attribuite alle restanti CPU Visualizzazione della disposizione delle CPU Le unità assegnate ad una determinata CPU possono essere evidenziate in due modi. Selezionare il comando Visualizza > Filtra > N. CPU x (x = numero CPU). Tutte le identificazioni delle unità nella tabella di configurazione non assegnate alla CPU x compaiono in grigio. (Eccezione: unità della periferia decentrata, unità d'interfaccia e unità di alimentazione). Scegliere la CPU, e selezionare il menu a comparsa Filtra unità associate alla CPU. Avvertenza Il filtro impostato non viene applicato alla funzione di stampa e alla finestra di dialogo "Sommario indirizzi". L'assegnazione delle CPU può essere modificata nella scheda "Indirizzi" (eccezione: unità d'interfaccia e di alimentazione) Modifica di numero CPU Procedere come segue se si sono inserite diverse CPU e si vuole modificare il numero. 1. Se sono inserite quattro CPU: cancellare una delle CPU già inserite. Se sono inserite tre o due CPU: continuare con l'operazione successiva. 2. Fare doppio clic sulla CPU della quale modificare il numero. 3. Selezionare la scheda "Multicomputing". 4. Selezionare il numero di CPU desiderato. 8-6 A5E

205 Funzionamento sincrono di diverse CPU (Multicomputing) 8.3 Programmazione delle CPU Programmazione La programmazione multicomputing non è sostanzialmente diversa dalla programmazione di una singola CPU. Essa richiede tuttavia l'adozione di alcuni accorgimenti supplementari se si voglliono sincronizzare le CPU collegate, e fare così in modo che esse reagiscano simultaneamente a determinati eventi. Richiamo di SFC 35 Con l'ausilio di SFC 35 "MP_ALM" è possibile programmare le CPU nel funzionamento multicomputing in modo da reagire durettamente ad eventi (p. es. interrupt). Richiamando la SFC 35 si genera un interrupt di multicomputing che richiama sincronicamente l'ob 60 in tutte le CPU collegate. In questo OB sono contenute variabili locali che specificano nei dettagli il fattore che ha generato l'evento. Richiamando la SFC 35 la specificazione dell'evento viene trasmessa con un identificativo del job a tutte le CPU, grazie al quale è possibile distinguere tra 16 diversi eventi. Nella fase di elaborazione dell'interrupt di multicomputing, sia il programma utente trasmittente sia i programmi eseguiti sulle altre CPU verificano se il job trasmesso è noto, e reagiscono quindi come programmato. La SFC 35 può essere richiamata da qualsiasi punto del programma. Poichè tale operazione è utile solo se eseguita nello stato di funzionamento RUN, l'interrupt di multicomputing viene soppresso se si richiama tale funzione in stato di AVVIAMENTO. Un ulteriore interrupt di multicomputing può essere richiamato soltanto dopo aver risolto (confermato) l'interrupt attuale. Per maggiori informazioni su SFC 35 si può consultare nella Guida di riferimento l'argomento Guida agli SFB/SFC. Programmazione dell'ob 60 E' possibile caricare un OB 60 appositamente programmato per una determinata CPU in una qualsiasi altra CPU. Ciò può determinare una variazione dei tempi di elaborazione, e provocare i seguenti effetti. La classe di priorità interrotta viene elaborata in momenti diversi. Un interrupt di multicomputing non viene eseguito se esso compare durante l'elaborazione di un OB 60 di una qualsiasi CPU. Viene emesso tuttavia un messaggio interrogabile dall'utente; quest'ultimo può reagire di conseguenza. Se su una CPU collegata l'ob 60 non è stato caricato, la CPU stessa ritorna all'ultima classe di priorità elaborata, da dove prosegue l'elaborazione del programma. Per maggiori informazioni sull'ob 86 consultare nella Guida di riferimento l'argomento Guida agli OB. A5E

206 Funzionamento sincrono di diverse CPU (Multicomputing) 8-8 A5E

207 9 Modifica dell'impianto in funzionamento mediante CiR La funzione CiR (Configuration in RUN) consente di apportare modifiche ad impianti comprendenti una CPU standard S7-400 o una CPU S7-400 H in funzionamento singolo. Le modifiche sono effettuate durante il funzionamento dell'impianto: la CPU rimane cioè in RUN, fatta eccezione per un intervallo di tempo massimo pari ad 2,5 secondos. Per informazioni dettagliate su questo argomento, consultare il file pdf del manuale elettronico "Modifica dell'impianto in funzionamento mediante CiR". A5E

208 Modifica dell'impianto in funzionamento mediante CiR 9-2 A5E

209 10 Configurazione di sistemi H Introduzione I sistemi H sono sistemi di automazione ad elevata disponibilità. Essi permettono di aumentare la disponibilità, cioè di ridurre le perdite di produzione. Per informazioni dettagliate su questo argomento, consultare il manuale "Sistema di automazione S7-400H - Sistemi ad elevata disponibilità". A5E

210 Configurazione di sistemi H 10-2 A5E

211 11 Collegamento in rete di stazioni 11.1 Collegamento in rete di stazioni all'interno di un progetto Contesto: configurazione di rete e progetto STEP 7 Le sottoreti possono essere gestite solo all'interno di un progetto. Si ha tuttavia la possibilità di collegare tra loro in rete dei nodi configurati in diversi progetti. I nodi da collegare dovrebbero essere possibilmente creati e progettati nello stesso progetto. Sottoreti e stazioni Creando sottoreti e stazioni in un progetto STEP 7 è possibile progettare le stazioni per la comunicazione in modo semplice. In base ai diversi compiti delle stazioni o all'estensione dell'impianto può essere necessario operare con diverse sottoreti, che possono essere gestite anch'esse in progetti. Una stazione può essere assegnata a diverse sottoreti, assegnando in modo corrispondente i nodi di comunicazione (p. es. CP). A5E

212 Collegamento in rete di stazioni 11.2 Proprietà di sotto-reti e nodi di comunicazione Definizione delle proprietà di sotto-reti e nodi di comunicazione in un progetto Presupposto fondamentale per la comunicazione, che può avvenire mediante dati globali o collegamenti di comunicazione, è l'esistenza di una rete già configurata. Con STEP 7 viene creata una visualizzazione grafica della rete (composta da una o più sotto-reti). vengono stabilite per ogni sotto-rete le relative proprietà e parametri. vengono definite per ogni unità in rete le proprietà dei nodi. viene documentata la configurazione della rete. La seguente tabella illustra in che modo STEP 7 supporta l'utente nel lavoro di progettazione dei compiti di comunicazione. Possibilità di comunicazione Cosa progettare? Osservazioni PROFIBUS-DP Configurazione hardware Possibile anche con NetPro Interfaccia attuatore-sensore (AS-i) Comunicazione mediante collegamenti non progettati (comunicazione di base S7) Comunicazione mediante collegamenti progettati (comunicazione S7) Configurazione hardware Configurazione hardware NetPro (Progettazione di rete e di collegamenti) Integrabile mediante DP/AS-i Link in stazioni S7 Proprietà della sotto-rete MPI e dei nodi MPI. Nel programma utente sono disponibili funzioni di sistema speciali per collegamenti non progettati I collegamenti S7 e PtP possono essere progettati con il software di base STEP 7. Per altri tipi di collegamenti sono necessari pacchetti opzionali (p. es. FMS per PROFIBUS). Comunicazione di dati globali Definizione di dati globali Definire le proprietà della sottorete MPI e dei nodi MPI, e progettare nella tabella GD le aree di operandi per lo scambio di dati 11-2 A5E

213 Collegamento in rete di stazioni 11.3 Regole per la configurazione di reti Osservare le seguenti regole per la configurazione di reti. Ogni nodo di una sotto-rete deve avere un diverso indirizzo di nodo. Le CPU fornite hanno l'indirizzo di default 2. Dato che questo indirizzo può essere usato per un solo nodo, bisogna modificare l'indirizzo preimpostato in tutte le altre CPU. Per le stazioni S7-300: nella progettazione di indirizzi MPI per diverse CPU è necessario prevedere "spazi vuoti (intervalli) negli indirizzi MPI" per FM e CP con indirizzo MPI proprio per evitare la doppia occupazione di indirizzi. Soltanto quando ogni unità di una sotto-rete dispone di un indirizzo diverso, e la configurazione reale corrisponde a quella creata, sarà possibile caricare le impostazioni nella rete. Assegnazione di indirizzi MPI Assegnare gli indirizzi MPI in ordine crescente Riservare l'indirizzo MPI 0 per un PG Sono collegabili tra loro in una sotto-rete MPI fino a 126 nodi (indirizzabili) e fino a 8 nodi con una velocità di trasmissione di 19,2 kbit/s. Ogni indirizzo MPI di una sotto-rete MPI deve essere diverso dagli altri. Per ulteriori indicazioni sulla configurazione di reti, consultare i manuali relativi alla configurazione di SIMATIC 300 e SIMATIC 400. Assegnazione di indirizzi PROFIBUS Assegnare per ogni master DP e ogni slave DP nella rete PROFIBUS un indirizzo PROFIBUS univoco nel campo da 0 a 125. Assegnare gli indirizzi PROFIBUS in ordine crescente. Riservare l'indirizzo PROFIBUS "0" per un dispositivo di programmazione collegabile in un secondo momento alla rete PROFIBUS per fini di assistenza tecnica. A5E

214 Collegamento in rete di stazioni 11.4 Assegnazione di indirizzi Ethernet Quando si configura un CP Ethernet è necessario assegnare all'interfaccia Ethernet un indirizzo MAC o un indirizzo IP. Per informazioni dettagliate sui CP Ethernet consultare la documentazione di SIMATIC NCM. Tale documentazione riporta le regole fondamentali per la progettazione di nodi Ethernet in STEP 7. Configurazione dei nodi e definizione delle proprietà dell'interfaccia 1. Aprire la Configurazione HW e scegliere dal catalogo hardware un CP Ethernet; trascinarlo sulla riga appropriata della tabella di configurazione. 2. Nella tabella di configurazione fare doppio clic sul simbolo del CP. 3. Nella scheda "Generale" fare clic sul pulsante "Proprietà" (il pulsante è collocato nella sezione dei parametri dell'interfaccia). 4. Effettuare l'assegnazione di rete: nel campo "Sotto-rete", scegliere una rete Ethernet già esistente, oppure fare clic sul pulsante "Nuova" per creare una nuova sotto-rete Ethernet. 5. Nella scheda "Parametri", impostare l'indirizzo MAC e l'indirizzo IP. Questa sezione della scheda varia in relazione al tipo di CP. Indirizzo MAC Ogni CP Ethernet deve avere un indirizzo MAC univoco; normalmente questo indirizzo viene impresso sull'unità dal produttore e va introdotto durante la progettazione del CP. Se il CP richiede l'introduzione dell'indirizzo MAC, il campo si presenta così: I nuovi CP ricevono già in fabbrica un indirizzo MAC impostato in modo fisso; in questo caso il campo si presenta così: Attivare la casella e digitare l'indirizzo MAC dell'unità soltanto se si utilizza il protocollo ISO (p. es. per collegamenti di trasporto ISO), oppure se si utilizzano sia il protocollo ISO che quello TCP/IP. Se si progettano esclusivamente collegamenti che presuppongono il protocollo TCP/IP (collegamenti TCP, ISO-on-TCP, UDP), la casella non va attivata. In questo caso non può essere digitato alcun indirizzo MAC e rimane impostato l'indirizzo impresso sull'unità A5E

215 Collegamento in rete di stazioni Indirizzo IP I parametri IP vengono visualizzati solo se il CP Ethernet supporta il protocollo TCP/IP. L'indirizzo IP è composto di 4 numeri decimali con un campo di valori da 0 a 255. I numeri decimali sono separati da un punto. L'indirizzo IP comprende: l'indirizzo della (sotto-) rete l'indirizzo del nodo (detto anche "host") La maschera della sotto-rete separa i due indirizzi. Essa determina quale parte dell'indirizzo IP identifica la rete e quale identifica il nodo. Nella maschera della sotto-rete i bit impostati individuano la parte dell'indirizzo IP riferita alla rete. Nella figura: Maschera della sotto-rete: = Significato: i primi 2 byte dell'indirizzo IP individuano la sotto-rete (dunque, ). Gli ultimi 2 byte individuano il nodo (dunque, 2). In generale: l'indirizzo di rete è rappresentato dalla combinazione AND tra indirizzo IP e maschera della sotto-rete l'indirizzo del nodo è rappresentato dalla combinazione AND NOT tra indirizzo IP e maschera della sotto-rete. A5E

216 Collegamento in rete di stazioni Relazione tra indirizzo IP e maschera della sotto-rete di default L'associazione tra l'area di indirizzi IP e la cosiddetta "maschera della sotto-rete di default" risponde ad una convenzione. Il primo decimale dell'indirizzo IP (partendo da sinistra) determina la quantità di "1" (binari) nella maschera della sotto-rete di default: Indirizzo IP (dec.) Indirizzo IP (bin.) Classe di indirizzi xxxxxxx.xxxxxxxx... A xxxxxx.xxxxxxxx... B xxxxx.xxxxxxxx... C Maschera della sotto-rete di default Avvertenza Il primo decimale dell'indirizzo IP può essere anche un valore compreso tra 224 e 255 (classe di indirizzi D ecc.). Ciò non è tuttavia consigliabile, poiché in questo caso STEP 7 non verifica l'indirizzo. Mascheramento di sotto-reti La maschera della sotto-rete permette di ampliare la struttura di sotto-reti assegnate alle classi di indirizzi A, B o C e di creare sotto-reti "private" impostando a "1" ulteriori posizioni della maschera della sotto-rete. Per ogni bit impostato ad "1" raddoppia il numero di reti "private" e si dimezza il numero di nodi in esse contenute. Verso l'esterno la rete si presenta come rete unica. Esempio In una sotto-rete della classe di indirizzi B (p. es. indirizzo IP xxx.xxx) la maschera della sotto-rete presenta la seguente struttura: Maschere Decimale Binario Maschera della sotto-rete di default Maschera della sotto-rete Risultato: I nodi con indirizzo compreso tra xxx e xxx si trovano in una sottorete; i nodi con indirizzo compreso tra xxx e xxx si trovano in un'altra sotto-rete. Accoppiamento ad altra rete (router) L'accoppiamento ad altra rete (router) ha la funzione di collegare le sotto-reti. Per poter essere inviati ad un'altra rete, i pacchetti IP devono prima essere trasmessi ad un router. Affinché questa operazione sia possibile, è necessario introdurre l'indirizzo del router per ogni nodo della sotto-rete. L'indirizzo IP di un nodo nella sotto-rete e l'indirizzo dell'accoppiamento ad altra rete (router) possono essere diversi soltanto nelle posizioni in cui la maschera della sotto-rete ha valore "0" A5E

217 Collegamento in rete di stazioni 11.5 Importazione ed esportazione di stazioni nella schermata di rete Introduzione A partire da STEP 7 V5.1, Servicepack 1, è possibile esportare e importare configurazioni di stazioni, con i dati della rete ma senza i dati del collegamento, nella schermata di rete come file di testo (file ASCII). Per esportare più stazioni collegate in rete tra loro in uno stesso progetto STEP 7 e reimportarle quindi in un altro progetto, queste stazioni sono collegate in rete anche nel nuovo progetto. Possibilità di applicazione Distribuzione tramite media elettronici (p. es. ) Leggibilità in versioni di STEP 7 future Il file di esportazione può essere stampato con programmi di elaborazione testi oppure rielaborato a scopo di documentazione Quali oggetti della rete possono essere esportati e importati? Le stazioni SIMATIC 300, SIMATIC 400, SIMATIC 400H e PC SIMATIC possono essere esportate e importate. Cosa si può esportare/importare? Con l'importazione e l'esportazione dalla schermata di rete è possibile esportare/importare dati necessari alla configurazione e alla parametrizzazione delle unità nonché la configurazione di rete. La configurazione di rete comprende parametrizzazioni delle interfacce (p. es. maschera di sotto-rete e impostazioni di router di un'interfaccia Industrial Ethernet, parametri del bus di un'interfaccia PROFIBUS) assegnazione a sotto-reti collegamenti Non vengono acquisiti: dati gestiti da altre applicazioni (p. es. programmi, dati globali) password parametrizzata della CPU dati validi per diverse stazioni (p. es. il collegamento di slave DP intelligenti o la progettazione della comunicazione diretta) Avvertenza Se la configurazione contiene unità di pacchetti opzionali meno recenti, con la funzione "Esporta stazione" i dati dell'unità potrebbero venire acquisiti soltanto in parte. In tal caso, a importazione terminata verificare che i dati delle unità siano completi. A5E

218 Collegamento in rete di stazioni File di esportazione Per ogni stazione esportata viene creato un file di testo (*.cfg). Il nome preimpostato è "[Nome_stazione].cfg". Al momento dell'esportazione, è possibile stabilire per ogni singola stazione che cosa debba essere memorizzato nel file di testo esportato e in quale forma (comando di menu Modifica > Esporta). Formato leggibile o compatto Importante: se si esporta la configurazione della stazione per leggerla con altre versioni di STEP 7, scegliere l'opzione "Compatto"! Nome del file (*.cfg) per ogni singola stazione a libera scelta Con o senza simboli I valori di default dei parametri dell'unità possono essere omessi (STEP 7 "conosce" i valori di default e li integra automaticamente nella configurazione al momento dell'importazione). Opzione "Esporta sotto-reti": deselezionando questa opzione è possibile leggere la configurazione della stazione anche con versioni precedenti di STEP 7 (da STEP 7 V5.0 in poi). Opzione "Esporta collegamenti" - deselezionando questa opzione è possibile leggere la configurazione della stazione anche con versioni precedenti di STEP 7 (da STEP 7 V5.0 in poi). Per semplificare il procedimento di importazione fin dal momento dell'esportazione, l'opzione "Con file di riferimento" permette di importare in blocco in un secondo tempo tutte le stazioni esportate. In questo caso, scegliere un nome per il file di riferimento (anch'esso un file *.cfg) che contenga i riferimenti a tutte le stazioni esportate in blocco. Selezionando questo file al momento dell'importazione, vengono automaticamente reimportate tutte le stazioni esportate in blocco.! Attenzione Quando si esporta una configurazione di stazione con simboli, questo file non può più essere importato con STEP 7 V5, SP 1 o con una versione precedente di STEP 7! Procedimento (esportazione) 1. Aprire la schermata di rete o salvare la configurazione di rete appena elaborata (comando di menu Rete > Salva) 2. Selezionare una o più stazioni da esportare. Si aprirà la finestra di dialogo "Esporta". In questa finestra di dialogo è possibile scegliere da un elenco le stazioni del progetto da esportare 3. Selezionare il comando di menu Modifica > Esporta 4. Nella finestra di dialogo successiva immettere il percorso e il nome dei file di esportazione, il formato e le altre opzioni. Formato e opzioni possono essere impostati per ogni stazione separatamente. Se si intende utilizzare il file di esportazione con altre versioni di STEP 7, scegliere il formato "Compatto". 5. Confermare le impostazioni con "OK" A5E

219 Collegamento in rete di stazioni Procedimento (importazione) 1. Selezionare nella schermata di rete aperta il comando di menu Modifica > Importa 2. Nella finestra di dialogo, posizionarsi sul file di testo da importare. Se sono state esportate diverse stazioni contemporaneamente con l'opzione "Con file di riferimento", scegliere solo questo file di riferimento per reimportare tutte le stazioni in blocco con la loro assegnazione di rete 3. Confermare le impostazioni con "OK". Durante l'importazione, STEP 7 verifica che il file importato non contenga errori né incoerenze e invia i messaggi opportuni. 4. Se entrambi i partner di collegamento vengono importati in un progetto, STEP 7 tenta di ripristinare i collegamenti tra tali partner. A5E

220 Collegamento in rete di stazioni 11.6 Istruzioni per la progettazione e il salvataggio di una sottorete Procedimento di progettazione di sotto-reti Possibilità 1: configurazione hardware Già al momento di configurare la stazione è possibile creare sotto-reti e collegare a una sotto-rete le unità (più esattamente, le loro interfacce) A5E

221 Collegamento in rete di stazioni Possibilità 2: configurazione della rete Per impianti complessi collegati in rete è opportuno lavorare nella rappresentazione grafica. Ampliamento della configurazione di rete in NetPro È possibile inserire in NetPro per drag&drop da un catalogo nella schermata di rete tutti gli oggetti di rete, come p. es. sotto-reti o stazioni. Cosa rimane da fare dopo l'inserimento Con un doppio clic sugli oggetti definire le loro proprietà Nella stazione inserita: con un doppio clic sulla stazione avviare la configurazione hardware e posizionare le unità. A5E

222 Collegamento in rete di stazioni Apertura della rappresentazione grafica di rete (avvio di NetPro) Si hanno le seguenti possibilità di avviare la superficie della configurazione di rete. Dal SIMATIC Manager 1. Aprire progetto 2. Fare doppio clic su un simbolo di sotto-rete (eventualmente, creare prima la sotto-rete con il comando Inserisci > Sottorete >...) Dalla configurazione hardware Comando Strumenti > Configura rete In alternativa, è possibile fare doppio clic sull'oggetto "Collegamenti" (il simbolo può essere trovato p. es. in un'unità che è il punto finale del collegamento; p. es. una CPU). In tal caso, all'avvio di NetPro è aperta e modificabile la tabella dei collegamenti dell'unità. Esempio di rappresentazione grafica di rete All'apertura della superficie della configurazione di rete viene visualizzata la finestra per la rappresentazione grafica della rete. Nella prima selezione sono visibili: tutte le sotto-reti finora create nel progetto tutte le stazioni finora configurate nel progetto A5E

223 Collegamento in rete di stazioni Modifica di stazioni in NetPro Fare doppio clic su un punto del simbolo di stazione per continuare a elaborare la stazione: Colori diversi nella vista di rete Dopo la modifica del progetto (in NetPro o in Configurazione HW) le stazioni S7 sono contrassegnate da un colore. Le stazioni S7 di colore arancione indicano che la progettazione è stata modificata (ovvero che si sono dovute compilare le modifiche). Le stazioni S7 di colore rosso indicano che la progettazione modificata non è coerente e quindi non compilabile. In questo caso è necessario correggere gli errori con una verifica di coerenza. Le stazioni non coerenti assumono il colore rosso soltanto dopo la verifica di coerenza, vale a dire, dopo l'esecuzione del comando di menu Rete > Verifica coerenza oppure Rete > Salva e compila. Le selezioni in rosso non vengono salvate con il salvataggio della stazione e sono pertanto complete soltanto dopo una nuova verifica della coerenza. Dopo modifiche alla progettazione, STEP 7 non riconosce sempre la necessità di una nuova compilazione. Se ad una sottorete PROFIBUS dove è collegato più di un master viene aggiunto uno slave che provoca una modifica dei parametri del bus: La necessità di compilazione viene riconosciuta solo per la stazione del sistema master a cui è assegnato lo slave aggiunto. L'altro sistema master, collegato a sua volta alla stessa sottorete PROFIBUS, non viene selezionato. Se viene modificato l'indirizzo del nodo di un'interfaccia in una stazione S7 e la stazione funziona come router (S7 routing) per gli accessi al PG: in questo caso devono essere compilate e caricate anche altre stazioni S7 della sottorete affinché vi siano contenute le informazioni di routing. Tuttavia queste stazioni S7 non vengono selezionate. A5E

224 Collegamento in rete di stazioni Creazione e parametrizzazione di sotto-reti Presupposto NetPro è aperto. Avvertenza Le proprietà della sotto-rete, p. es. la velocità di trasmissione (baud rate) sono impostate in STEP 7 in modo automatico, centrale e coerente per tutti i nodi della sotto-rete. Nel definire o modificare le proprietà della sotto-rete con STEP 7, si deve provvedere a far valere tali impostazioni per tutti i nodi della sotto-rete nell'impianto (Caricamento della configurazione nel sistema di destinazione)! Procedimento 1. Se la finestra "Catalogo" non è visibile procedere come segue. Aprire la finestra "Catalogo" con il comando Visualizza > Catalogo. 2. Cliccare nella finestra "Catalogo" su "Sotto-reti". 3. Cliccare sulla sotto-rete desiderata, tener premuto il mouse, e trascinare per drag&drop la sotto-rete nella finestra per la rappresentazione grafica della rete. Le posizioni non ammesse della sotto-rete nella finestra sono visualizzate con un segno di divieto sul cursore del mouse. Risultato: la sotto-rete viene visualizzata come linea orizzontale. 4. Fare doppio clic sul simbolo della sotto-rete. Risultato: viene visualizzata la finestra di dialogo delle proprietà della sotto-rete. 5. Parametrizzare la sotto-rete. Suggerimento Tenendo premuto il mouse sul simbolo della sotto-rete, è possibile richiamare una finestra informativa con l'indicazione delle proprietà della sotto-rete A5E

225 Collegamento in rete di stazioni Creazione e parametrizzazione di nuove stazioni Presupposto NetPro è aperto. Procedimento 1. Se la finestra "Catalogo" non è visibile: Aprire la finestra "Catalogo" con il comando Visualizza > Catalogo. 2. Cliccare nella finestra "Catalogo" su "Stazioni". 3. Cliccare sul tipo di stazione desiderato, tener premuto il mouse, e trascinare per drag&drop la stazione nella finestra per la visualizzazione grafica della rete. Le posizioni non ammesse della stazione nella finestra vengono visualizzate con un segno di divieto sul cursore del mouse. 4. Fare doppio clic sulla stazione (simbolo o nome della stazione). Si può adesso indicare e parametrizzare l'intera configurazione hardware della stazione; si deve però in ogni caso disporre la CPU, ed eventualmente le FM e i CP, su un posto connettore adeguato. Solo queste unità possono essere collegate in rete, e figurano nella rappresentazione grafica della rete. 5. Salvare la configurazione hardware. 6. Ripassare a NetPro per mezzo della barra delle applicazioni (di Windows). Risultato: l'interfacce possibili della sotto-rete vengono visualizzate nella stazione. Importante Prima di commutare tra la configurazione delle stazioni e NetPro, occorre salvare i dati introdotti, altrimenti la banca dati non viene aggiornata. Suggerimento Tenendo premuto il mouse sul simbolo della stazione è possibile richiamare una finestra informativa con l'indicazione delle proprietà della stazione. A5E

226 Collegamento in rete di stazioni Creazione e parametrizzazione di un collegamento di rete Presupposto NetPro è aperto, la stazioni già configurate sono visibili. Procedimento 1. Fare clic sul simbolo dell'interfaccia del nodo ( ), tenere premuto il tasto del mouse, e trascinare il puntatore sulla sotto-rete. In caso di collegamenti non ammessi (p. es. collegamento di un'interfaccia MPI a una sotto-rete di tipo Ethernet) il simbolo del puntatore del mouse si trasforma in un segnale di divieto. Risultato: il collegamento di rete viene visualizzato come linea orizzontale tra stazione/slave DP e sotto-rete. Se la voce Visualizza > Riduci lunghezza sottoreti è attivata, la sotto-rete si prolunga automaticamente e il collegamento di rete viene posizionato verticalmente sopra l'interfaccia. 2. Fare doppio clic sul simbolo del collegamento di rete o su quello dell'interfaccia. Risultato: viene visualizzata la finestra di dialogo del nodo della sotto-rete. 3. Parametrizzare le proprietà del nodo (p. es. nome e indirizzo del nodo). La figura seguente mostra il movimento del puntatore del mouse quando è attivata la voce Visualizza > Riduci lunghezza sottoreti. Suggerimento Tenendo premuto il mouse sul simbolo dell'interfaccia viene richiamata una finestra informativa con l'indicazione delle proprietà dell'interfaccia (nome dell'unità, tipo di sotto-rete e indirizzo del nodo se collegato). Questa informazione breve può essere attivata o disattivata aprendo con il comando di menu Strumenti > Impostazioni la finestra di dialogo "Impostazioni" e modificando nella scheda "Editor" la casella di controllo "Breve informazione" A5E

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