Il codice di prevenzione incendi
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1 Il codice di prevenzione incendi SEZIONE S STRATEGIE ANTINCENDIO (S.3 Compartimentazione) Varese 11 maggio 2017 Dott. Ing. Domenico Battaglia COMANDO PROVINCIALE DEI VIGILI DEL FUOCO DI VARESE Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 1 SEZIONE S STRATEGIE ANTINCENDIO Nella Sezione S sono indicati per ognuna delle 10 misure antincendio (strumenti di prevenzione, protezione e gestionali per la riduzione del rischio d incendio), i criteri per l attribuzione dei livelli di prestazione (I, II, III, IV, ) e la scelta delle soluzioni progettuali. Per ogni livello di prestazione sono specificate soluzioni conformi e eventuali soluzioni alternative. S.1 Reazione al fuoco S.2 Resistenza al fuoco S.3 Compartimentazione S.4 Esodo S.5 G.S.A. S.6 Controllo dell'incendio S.7 Rivelazione e allarme S.8 Controllo di fumi e calore S.9 Operatività antincendio S.10 Sicurezza impianti Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 2 1
2 S3) COMPARTIMENTAZIONE Finalità: limitare la propagazione dell'incendio e dei suoi effetti verso altre attività o all'interno della stessa attività. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 3 LIVELLI DI PRESTAZIONE CRITERI DI ATTRIBUZIONE SOLUZIONI Liv. Descrizione Criteri di attribuzione Sol. conformi I Nessun requisito Non ammesso in att. soggette. II È contrastata per un periodo congruo la propatri criteri di attribuzione. Attività non ricomprese negli al Compartimenti antincendio e distanze gazione dell'incendio di separagazione verso altre attività e zione ( S all'interno della stessa. 7 8) III È contrastata per un In base a valutazione del rischio Come Liv. 2 impiegando periodo congruo la propagazione (alto affollamento, geometria elementi a dell'incendio complessa, piani interrati, alto tenuta di fumo verso altre attività e anche carico d incendio qf, presenza (Sa) per la chiu dei fumi freddi significativa di sostanze sura dei vani di all'interno della stessa pericolose,lavorazioni pericolose, comunicazione. attività....rvita D1,D2,Cii2,Cii3,Ciii2,Ciii3) Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 4 2
3 CARATTERISTICHE GENERALI Sono definite caratteristiche di alcune definizioni di cui al G.1.8 Spazio scoperto: Definizione simile al DM 30/11/1983. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 5 Filtro: CARATTERISTICHE GENERALI Filtro a prova di fumo A differenza del DM 30/11/1983, che prevede che la sovrappressione deve essere garantita in ogni momento. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 6 3
4 CARATTERISTICHE GENERALI Compartimento a prova di fumo: Per essere considerato a prova di fumo in caso di incendio che si sviluppi in compartimenti comunicanti, il compartimento deve essere realizzato in modo da garantire una delle seguenti misure antincendio aggiuntive verso i compartimenti comunicanti dai quali si intende garantire la protezione dall'ingresso di fumo: il compartimento è dotato di un sistema di pressione differenziale ; icompartimenticomunicanti da cui si intende garantire la protezione dall'ingresso di fumo sono dotati di SEFC che mantengono i fumi al di sopra dei varchi di comunicazione (Capitolo S.8); il compartimento è dotato di SEFC, i compartimenti comunicanti da cui si intende garantire la protezione dall'ingresso di fumo sono dotati di SEFC (Capitolo S.8); il compartimento è separato con spazio scoperto dai compartimenti comunicanti da cui si intende garantire la protezione dall'ingresso di fumo; il compartimento è separato con filtro a prova di fumo dai compartimenti comunicanti da cui si intende garantire la protezione dall'ingresso di fumo; il compartimento è separato con altri compartimenti a prova di fumo dai compartimenti comunicanti da cui si intende garantire la protezione dall'ingresso di fumo. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 7 CARATTERISTICHE GENERALI Compartimento a prova di fumo: Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 8 4
5 CARATTERISTICHE GENERALI Segnaletica Le porte tagliafuoco devono essere contrassegnate su entrambi i lati con cartello UNI EN ISO 7O1O MOO1 o equivalente, riportante il messaggio "Porta tagliafuoco tenere chiusa" oppure "Porta tagliafuoco a chiusura automatica" se munite di fermo elettromagnetico in apertura. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 9 PROGETTAZIONE DELLA COMPARTIMENTAZIONE (S.3.6) Devono essere inseriti in compartimenti distinti: Ciascun piano interrato e fuori terra di attività multipiano. Aree dell'attività con diverso profilo di rischio. Altre attività (es. afferenti ad altro responsabile dell'attività, di diversa tipologia) nella medesima opera da costruzione. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 10 5
6 MASSIMA SUPERFICIE LORDA DEI COMPARTIMENTI (m 2 ) Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 11 Ing. Mauro Malizia Il codice di prevenzione incendi v6.7 Sezione S: Strategie antincendio COMPARTIMENTAZIONE MULTIPIANO Per attività di tutti i compartimenti con Rvita = A1 A2, B1 B2, C1 C2,nel rispetto della massima superficie e altri vincoli (es. esodo). Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 12 6
7 Ing. Mauro Malizia Il codice di prevenzione incendi v6.7 Sezione S: Strategie antincendio Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 13 REALIZZAZIONE DELLA COMPARTIMENTAZIONE (S.3.7) La classe di resistenza al fuoco minima di ogni compartimento è determinata secondo quanto previsto nel capitolo S.2 In compartimenti con responsabili diversi, separazione EI 60. Analoga R.F. su comunicazioni (es. porte) tra compartimenti, con dispositivo di autochiusura, mantenute sempre chiuse. Chiusure varchi tra compartimenti e vie d esodo di stessa attività dovrebbero essere almeno a tenuta di fumi caldi (E) e freddi (Sa). Porte tagliafuoco su principali vie di passaggio degli occupanti dovrebbero essere munite di fermo elettromagnetico in apertura, asservito ad IRAI. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 14 7
8 CONTINUITÀ DELLA COMPARTIMENTAZIONE Compartimentazioni orizzontali e verticali devono formare una barriera continua e uniforme contro la propagazione dell'incendio. Porre particolare attenzione a: Giunzioni tra gli elementi di compartimentazione. Attraversamento degliimpianti(collari,sacchetti,ecc.). Canalizzazioni (serrande tagliafuoco o canalizzazioni R.F.). Camini. Facciate continue. Nota: Utili riferimenti sono costituiti dalle circolari DCPREV n del 31 marzo 2O1O e DC PREV 5O43 del 15 aprile 2O13 recanti "GUIDA TECNICA su: Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 15 DISTANZA DI SEPARAZIONE (S.3.8) In spazio a cielo libero, limita la propagazione dell'incendio. Soluzioni conformi: Procedura tabellare ( S ) Procedura analitica ( S ) Si impone Esoglia =12,6kW/m 2 (valore convenzionale dell irraggiamento termico dell'incendio sul bersaglio entro cui non avviene l innesco del legno). Se qf <600MJ/m 2 ( 35 kgleq/m 2 ) si considera soluzione conforme l'interposizione di spazio scoperto ( S.3.5.1). Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 16 8
9 METODI PER DETERMINAZIONE DISTANZA DI SEPARAZIONE Nel S.3.11 sono decritti i metodi per determinare la distanza di separazione d in spazio a cielo libero tra ambiti della stessa attività o tra attività diverse, che consentedilimitareadunasoglia prefissata Esoglia l'irraggiamento termico dell'incendio sul bersaglio. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 17 Piano radiante Elementi radianti Piastre radianti Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 18 9
10 Elementi radianti: aperture e rivestimenti della facciata tramite cui è emesso verso l'esternoilflussodienergia radiante dell'incendio (es. finestre, rivestimenti combustibili, pannellature metalliche, vetrate, aperture,...). Piano radiante: superfici convenzionali dell'edificio dalle quali sono valutate le distanze di separazione. Si approssimano le chiusure con piani verticali, tangenti e non intersecanti, omettendo aggetti incombustibili (es. balconi,...). Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 19 Sul piano radiante si proiettano ortogonalmente: la geometria degli elementi radianti; i confini di compartimentazione (es. solai REI, pareti REI,...). Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 20 10
11 Piastra radiante: porzione del piano radiante impiegata per il calcolo semplificato dell'irraggiamento termico sul bersaglio. È l'inviluppo delle proiezioni degli elementi radianti con rettangoli Bi xhi. Per ciascuna piastra radiante si calcola la percentuale di foratura pi, imponendo in ogni caso pi 0,2. Quindi si calcola d con la Procedura tabellare o analitica. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 21 Calcolo percentuale di foratura Percentuale di foratura pi per ciascuna piastra radiante pi =Srad,i /Spr,i dove, per l i esima piastra radiante: Srad,i : sup. compl. delle proiezioni degli elementi radianti; Spr,i : sup. compl. della piastra radiante. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 22 11
12 Determinazione tabellare della distanza di separazione Si determina la distanza di separazione in modo che l'irraggiamento termico sia Esoglia 12,6 kw/m 2. Per l'i esima piastra radiante: di =αi pi +βi di distanza di separazione [m] pi percentuale di foratura per l'i esima piastra radiante αi,βi coefficienti ricavati da tabelle in base a (Bi xhi) eqf: tab. S.3 7 per qf > 1200MJ/m 2 ; tab. S.3 8 per qf 1200MJ/m 2. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 23 Determinazione tabellare della distanza di separazione Qualora il compartimento retrostante l'i esima piastra radiante sia dotato di misure di controllo dell'incendio almeno di livello IV (Estintori + Idranti + Sistema automatico di su porzioni di attività), la distanza di separazione può essere dimezzata. Ai fini della procedura tabellare, la distanza di separazioneinspazioacieloliberotraambitidellastessaattivitàotra attivitàdiverseeassuntaparialmassimodeivaloridelledistanze di ottenute per tutte le piastre radianti relative al piano radiante in esame. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S24 12
13 Tab. S.3 7: coefficienti α e β per attività con qf > 1200 MJ/m 2 Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 25 Tab. S.3 8: coefficienti α e β per attività con qf 1200 MJ/m 2 Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 26 13
14 Procedura per la determinazione analitica della distanza di separazione Consente di determinare la distanza di separazione che limita l irraggiamento termico dell incendio sul bersaglio ad una qualsiasi soglia Esoglia espressa in KW/mq La distanza di misurata tra l'i esima piastra radiante ed il bersaglio garantisce adeguata separazione se è verificata la seguente relazione: F ₂ ₁ E ₁ Ef < Esoglia S.3 3 con: F ₂ ₁ fattore di vista E ₁ potenza termica radiante dovuta all'incendio convenzionale [kw/m2] Ef emissività della fiamma Esoglia soglia di irraggiamento dell'incendio sul bersaglio [kw/m2] La potenza al bersaglio non deve superare il limite soglia ammissibile. Il progettista sceglie il valore opportuno per Esoglia Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S27 Procedura per la determinazione analitica della distanza di separazione Il fattore di vista F2 1 relativo a piastra radiante rettangolare e bersaglio posizionato sull'asse di simmetria normale alla piastra è calcolato secondo la seguente relazione: Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S28 14
15 Procedura per la determinazione analitica della distanza di separazione La potenza termica radiante dell'incendio convenzionale E₁ è imposta come segue in funzione del carico di incendio specifico qf del compartimento retrostante l'i esima piastra radiante: se qf > 12OO MJ/m²: E₁= σ T ⁴ = 5,67 1O 8 (1OOO + 273,16)⁴ = 149 kw/m² se qf < 12OO MJ/m²: E₁= σ T ⁴ = 5,67 1O 8 (8OO + 273,16)⁴ = 75 kw/m² Si sfrutta la legge di Stefan Boltzman dell irraggiamento. I valori alla sorgente sono coerenti con quanto riportato nell Eurocodice EN in funzione della temperatura dell emettitore (800 ⁰C o 1000 ⁰C) Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S29 Procedura per la determinazione analitica della distanza di separazione L'emissività della fiamma Ef è ricavata dalla seguente relazione: Ef=1 e ⁰ ᶦ³ᵈᶠ df spessore della fiamma, pari a 2/3 dell'altezza del varco da cui esce la fiamma [m] Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S30 15
16 ESEMPIO PRATICO METODO TABELLARE DI ATTIVITA SOGGETTA AI CONTROLLI DI PREVENZIONE INCENDI Lavorazione e deposito carta e cartoni Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 31 ESEMPIO PRATICO Attribuzione del profilo R vita ai diversi compartimenti Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 32 16
17 Per la distanza di separazione in spazio a cielo libero tra il contenitore in progetto ed il bersaglio, costituito da un altra attività a minore carico d incendio e minore percentuale di foratura, i dati di ingresso sono: B= 60 m H=4,5 m qf < MJ/mq; elementi radianti [lunghezze in cm] n. 5 aperture 120 x 210, n. 1 apertura 300 x 300, BERSAGLIO n. 1 apertura 800 x 300 Si ottiene p=0,17, non assunto per il calcolo poiché inferiore a 0,2 comunque imposto dal codice 8 Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 33 Il carico di incendio (qf) del compartimento interessato risulta inferiore a 1200 MJ/mq; pertanto si attribuiscono ai coefficienti α e β i valori 1,9 e 5,6 della tabella S Applicando la formula d=αp+β si avrà d=1,9*0,2+5,6=5,98m, condizione verificata rispetto al distanziamento di progetto pari a 8 m Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 34 17
18 Il carico di incendio (qf) del compartimento interessato risulta superiore a 1200 MJ/mq; pertanto si attribuiscono ai coefficienti α e β i valori 6,5 e 8,5 della tabella S Applicando la formula d=αp+β si avrà d=6,5*0,2+8,5=9,8m, condizione non verificata rispetto al distanziamento di progetto pari a 8 m Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 35 Per la distanza di separazione in spazio a cielo libero tra lo stoccaggio all aperto «emettitore» ed il «bersaglio» costituito dal fabbricato, con carico di incendio inferiore e percentuale di foratura minore, i dati di ingresso sono : B1=40m; B2=20m; H=3m ; qf >1200 MJ/mq; p=1 Pertanto si attribuiscono ai coefficienti α e β i valori di cui alla tabella S. 3 7 Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 36 18
19 Pertanto si attribuiscono ai coefficienti α e β i valori di cui alla tabella S. 3 7: B1=40m α1=2,6 ; β1=5,1 Applicando la formula d=αp+β si avrà d=2,6*1+5,1=7,7m, condizione non verificata rispetto al distanziamento di progetto pari a 6 m Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 37 Pertanto si attribuiscono ai coefficienti α e β i valori di cui alla tabella S. 3 7: B2=2m α2=3,6 ; β2=3,6 Applicando la formula d=αp+β si avrà d=3,6*1+3,6=7,2m, condizione non verificata rispetto al distanziamento di progetto pari a 4 m Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 38 19
20 La soluzione conforme comporterebbe la ridefinizione progettuale delle distanze o indifferentemente, la compartimentazione tra lo stoccaggio all aperto e la porzione del fabbricato posta in corrispondenza. Si evidenzia che l adozione della misura di controllo dell incendio di livello di prestazione IV (Estintori + Idranti + Sistema automatico di su porzioni di attività), per l emettitore permette il dimezzamento delle distanze di separazione risultanti dal computo con il metodo tabellare o analitico. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 39 ESEMPIO PRATICO PROCEDURA ANALITICA DI ATTIVITA SOGGETTA AI CONTROLLI DI PREVENZIONE INCENDI Si supponga che per l edificio al centro dell illustrazione S.3 4 valga qf=1500 Mj/m², L=D=W=H₂=2m; H₁=8m; B₁=B₂=10 m. La distanza dal bersaglio d=10 m. Per la piastra radiante 1, si calcola p₁=0,15; F₂ ₁,₁ =0,034; se df = 3m allora Ef= 0,593. Quindi la potenza termica radiante dovuta all incendio convenzionale incidente sul bersaglio è pari a : F₂ ₁,₁ E₁ Ef= 0, KW/m² 0,593= 2,9 KW/m² Per la piastra radiante 2, si calcola p₂=0,40; F₂ ₁,₂ =0,034; se df = 3m allora Ef= 0,593. Quindi la potenza termica radiante dovuta all incendio convenzionale incidente sul bersaglio è pari a : F₂ ₁,₂ E₁ Ef= 0, KW/m² 0,593= 2,2 KW/m² La massima potenza radiante incidente sul bersaglio posto a 10 m, dovuta all incendio convenzionale nell edificio considerato, è pari a 2,9 KW/m² Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 40 20
21 GRAZIE PER L ATTENZIONE Dott. Ing. Domenico Battaglia Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Varese S 41 21
1. Differenti attività civili (es. strutture sanitarie, scolastiche, alberghiere,...) possono essere ubicate in una stessa opera da costruzione.
S.3.8 Distanza separazione per limitare la propagazione dell inceno 1. L interposizione stanza separazione d in spazio a cielo libero tra ambiti della stessa attività o tra attività o tra attività verse
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