La nautica italiana di Rita Gessner

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1 La nautica italiana di Rita Gessner Si è svolta Cagliari, a fine maggio la settima edizione del SA- TEC, una riunione organizzata da UCINA (Confindustria nautica). Articolata nell assemblea dei soci e in un convegno sul turismo nautico, è servita sia per riassumere i dati del settore della scorsa annata sia come palestra per studiare le strategie per uscire dalla pesante crisi che affligge il comparto nautico. Questo, pur rimanendo la 5 forza dell export nazionale e uno degli esempi dell eccellenza made in Italy nel mondo, continua ad attraversare un momento di grave difficoltà ed è più che mai bisognoso di politiche di rilancio. Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina, ha esordito citando alcuni dati tratti da La nautica in cifre, un volume realizzato dall Ufficio Studi di Ucina in collaborazione con l Università di Genova. Dati che fotografano una situazione a dir poco catastrofica: meno 65% il fatturato relativo alla cantieristica dal 2008 (ultimo anno fulgido della nautica italiana) al 2012 e meno 36,6% rispetto al Siamo precipitati ai valori di 13 anni fa ha detto Albertoni. Ad esempio, anche il contributo della nautica al Pil è diminuito: nel 2008 era di 5,6 miliardi di euro e nel 2012 si è ridotto a 2 miliardi. Le vendite (poche) sono dovute all export, che da solo rappresenta l 85% del fatturato (fino al 2007 il mercato interno e l export erano circa pari). Il mercato nazionale è fermo, soprattutto per le barche medie (tra i 6 e i 12 metri) Come uscire il che non deve stupire: la barca è un oggetto voluttuario e chi se la compra con questi chiari di luna? A ciò aggiungasi che nel 2011 il Decreto Monti, dimentico della precedente esperienza sarda (il Decreto Soru del 2006 aveva creato un fuggi fuggi generale), ha istituito una tassa di stazionamento che ha fatto scappare gli italiani e convinto gli stranieri ad evitare i porti italiani. E stata trasformata poi in tassa di possesso (come il bollo per le automobili) con il risultato di una flessione di 50 milioni di euro. Si salvano solo i grandi gruppi, Azimut (il primo cantiere nautico del mondo), Ferretti, Sanlorenzo e pochi altri, che costruiscono megayacht, e quanti hanno la forza di sostenere le ingenti spese di trasporto e di promozione. In alcuni paesi, come per esempio la Cina, si deve partire da zero, creandovi una domanda ancora inesistente. E vero che i grandi yacht italiani sono apprezzati in tutto il mondo per design, costruzione, tecnologia d avanguardia e arredi, e difatti, come dicevamo, sono i soli a salvare la nautica dalla catastrofe. Un dato su tutti: quasi un terzo della relativa domanda mondiale è stato commissionato ai cantieri italiani. In questo settore, pur mondialmente ridimensionato (dai 532 ordini del 2009 ai 272 del 2012), siamo ancora i primi. Ma mentre l export verso i Paesi UE è diminuito (la crisi ha colpito anche loro) i Paesi del Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) oltre a quelli del vicino dalla crisi che affligge il comparto nautico? La risposta di Ucina 4

2 Questa immagine artistica mostra come sarà ridimensionato il prossimo Salone di Genova, che avrà luogo dal 2 al 6 ottobre 2013 Oriente contano numerosi grandi ricchi in grado di acquistare i nostri yacht. Ma la concorrenza è spietata e agguerrita. Ci incalzano gli Stati Uniti, l Olanda, Taiwan, la Corea del Sud. Tra i provvedimenti studiati da Ucina per contenere le spese degli operatori c è il ridimensionamento del Salone Internazionale di Genova, giunto alla 53 edizione. E stato deciso di abbreviarne la durata da 10 a 5 giorni e di diminuirne l estensione. Le unità esposte in acqua, caratteristica unica del salone di Genova, sono state mantenute e meglio sfruttate, e una particolare visibilità è stata data alla vela. Dice Pietro Vassena, vicepresidente di Ucina e recentemente eletto vicepresidente della Federturismo: Poter effettuare le prove in mare delle imbarcazioni presenti al Salone nautico è un valore assai importante sia per il business delle aziende sia per poter far provare al visitatore l emozione dell andar per mare. Insomma, lo potete vedere dai grafici che pubblichiamo (alcuni tra i tanti della Nautica in cifre ) la nautica italiana è ridotta al lumicino. Si risolleverà? E come? E stato detto durante l assemblea dei soci che bisogna investire in tecnologia e sviluppo: ma pochi, in questo momento storico, ne hanno la for- za. Anche il Governo potrebbe fare la sua parte riducendo l Iva per la nautica al 10% come già avviene per gli alberghi, snellendo la soffocante ed elefantiaca burocrazia su qualsiasi operazione, dalle concessioni demaniali alle immatricolazioni ecc, di istituire un registro telematico per tutte le barche immatricolate e di adottare un bollino blu da applicare alla barca dopo un controllo in maniera da evitarne altri successivi (provvedimento per altro avviato prima di andare in stampa con il numero n.d.r.). Anche l occupazione del settore ha subito un duro colpo: posti di lavoro in meno (ben solo nel 2012). Occorre pure un contratto unico per tutti i lavoratori della nautica che oggi lavorano secondo i contratti più disparati, da quello metalmeccanico a quello chimico-plastico. Un altro dei tanti problemi che affliggono il settore è quello dell usato (strano che durante il convegno non se ne sia parlato): i cantieri, costretti come sono a ritirare l usato se vogliono vendere il nuovo, sono pieni di unità di seconda mano che si deprezzano di giorno in giorno e che non si riesce smaltire nonostante i prezzi stracciati. 5

3 Al termine dell assemblea dei soci c è stata una cena presso il Castello di San Michele (vista panoramica mozzafiato), durante la quale sono stati assegnati i riconoscimenti di Pionieri della nautica a nove persone, che hanno contribuito in maniera determinante alla storia della nautica in Italia tra le quali il senatore Luigi Grillo, uno dei pochi politici italiani consapevoli del valore della nautica e delle sue possibilità di sviluppo al servizio del Paese. Il turismo nautico Il convegno di cui parlavamo all inizio, era intitolato Nautica. Sviluppo del turismo. Turismo motore del Paese ed era volto ad approfondire le ricadute e le potenzialità del turismo nautico per l economia e l occupazione nazionale e locale. In quanto al turismo in generale, si ha l impressione che il Governo non si renda conto che, grazie ai tesori culturali, paesaggistici, naturali, gastronomici ecc, è la nostra maggiore ricchezza e andrebbe incentivata, come appunto fanno altri Paesi mediterranei, in primis la Francia con la Costa Azzurra e la Corsica. E poi la Croazia, la Grecia, la Spagna con le Baleari, la Slovenia e ora anche il Montenegro. In Italia le infrastrutture non mancano e, contando i nuovi porti turistici le cui domande di concessione risalgono agli anni d oro della nautica (con un aumento di posti tra il 2007 e il 2012 del 9,58%) si ha come totale 77 marina, 352 porti pubblici polifunzionali punti di ormeggio. Il professor Gianmarco Ugolini, responsabile scientifico dell Osservatorio Nautico Nazionale, ha illustrato i risultati di una ricerca sul turismo legato alla Fatturato globale in euro negli anni della nautica italiana. La perdita progressiva delle importazioni fa sì che la curva del saldo import-export si avvicini sempre di più alla curva delle esportazioni fino quasi a sovrapporsi Ripartizione percentuale del fatturato globale della nautica. Va osservato che contro la produzione nazionale di motori nel 2012, che è stata di 26 milioni di euro, le importazioni di motori, molti dei quali vengono montati sugli yacht e re-esportati, assommano a 82 milioni 6 nautica da diporto (pure raccolta in un volume ricco di dati e tabelle). Anche la situazione economica dei porti e del turismo nautico in Italia non è certo florida: meno 39% il ricavo degli approdi turistici pubblici; meno 26% i contratti di ormeggio annuali nei porti italiani; meno 34% i contratti di ormeggio in transito; meno 56% le spese dei diportisti sul territorio; meno 52% le spese dei diportisti per la barca; meno 21% il settore del charter. Certo è, aggiungiamo noi, che le tariffe italiane non sono competitive rispetto ai Paesi mediterranei a noi vicini. E anche i continui e ripetuti controlli, anche fiscali, delle varie organizzazioni che operano in mare (Guardia di Finanza, Carabinieri, Guardia Costiera, Polizia Forestale e chi più ne ha più ne metta), hanno finito per disamorare il pubblico, che appunto preferisce i più accoglienti, economici e meno vessatori porti e coste stranieri. A parlare al convegno erano politici e autorità sarde, compreso il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, come omaggio a Cagliari che ha ospitato la manifestazione, convocata in Sardegna anche per motivare il governo regionale a studiare provvedimenti che rilancino il turismo legato al diporto e siano di esempio per altre regioni. Se le risorse dell isola (1.800 km di coste, posti barca in 80 infrastrutture (ma a parte qualche famosa eccezione, come Porto Cervo, Porto Rotondo, Portisco e poche altre, di dimensioni medio-piccole), fossero utilizzate al massimo delle loro potenzialità il valore complessivo dell indotto fatturato annualmente ( spesa per l ormeggio, vale a dire comsettembre-ottobre 2013

4 I grandi yacht sono tra le poche unità esportate e vendute. Qui il recente varo del 46 metri Starling, un megayacht in acciaio e alluminio a 5 ponti, della serie Steel del cantiere Sanlorenzo di Ameglia prendenti i servizi portuali e la manutenzione dell unità da diporto, più la spesa sul territorio, sia per le unità in transito, sia per quelle stanziali) potrebbe aumentare di 92 milioni raggiungendo 350 milioni complessivi, con un incremento di oltre 20 milioni del gettito Iva sui posti barca e sui consumi turistici. Inoltre lo studio evidenzia come si potrebbero creare oltre nuovi posti di lavoro tra diretti e indotto, qualora si arrestasse la fuga delle barche dai porti locali e si riportasse in Sardegna il diportismo stanziale e in transito perso. E stato calcolato che un turista nautico spende in media sul territorio, al netto dell ormeggio, circa il doppio del turista terrestre, al netto dell alloggio, e che 4 posti barca creano un posto di lavoro. In media un marina genera 89 posti di lavoro, di cui 12 alle dipendenze del marina stesso, 54,5 occupati nell area portuale e 22,5 occupati sul territorio. La conclusione del convegno è stata: si può uscire dalla crisi se si considerano nautica e turismo un tutt uno e si punta a un integrazione delle risorse che sono enormi e spesso poco valorizzate. A seguito della riunione di Cagliari e delle numerose istanze presentate da Ucina,al Governo sono stati approvati a giugno due provvedimenti mirati ad offrire al comparto nautico un opportunità di ripresa. La prima riconsidera la tassa di possesso sulle imbarcazioni a vantaggio delle unità di piccole e medie dimensioni, lasciando invece intatto l importo per i L impatto del settore nautico sul mercato del lavoro nel Va considerato che una parte degli addetti esterni, anche impiegati con contratti atipici, ha una percentuale di impiego ridotta a lavori stagionali 7

5 Il parco nautico nel mondo. La suddivisione geografica mostra in testa gli Stati Uniti con un parco nautico di 15 milioni di unità. In Italia, contro scafi immatricolati si stima che quelli non immatricolati superino le unità maxi yacht. L imposta viene cancellata per le imbarcazioni fino a 14 metri mentre sono dimezzate le aliquote per le unità da 14 a 20 metri. La seconda disposizione, riguardante il noleggio occasionale da parte del proprietario dell imbarcazione da diporto, elimina il tetto di importo ( euro) precedentemente fissato per l applicazione del regime forfettario al 20% e, di contro, fissa un limite in giornate annue in cui poter svolgere tale attività (60) a tutela sia degli operatori commerciali del settore sia del proprietario dell imbarcazione sia Gli ordini per superyacht nei primi tre Paesi produttori mostra come la congiuntura negativa abbia toccato anche tutta la produzione mondiale delle aziende di chartering. Le scelte del Governo, - ha detto Albertoni - che certamente rappresenteranno una leva importante per portare il nostro comparto fuori dalla crisi, riflettono anche un cambio di percezione della nautica e del diportismo che ci auguriamo venga recepito anche a livello di pubblica opinione, restituendo agli imprenditori del settore l orgoglio di rappresentare una delle migliori eccellenze italia- LA NAUTICA ITALIANA In Italia lungo i circa chilometri di coste esistono 546 infrastrutture portuali per la nautica (porti, marina) con punti di ormeggio), una flotta di scafi immatricolati e si stima altre non immatricolati. Il numero dei cantieri non è attualmente noto a causa delle molte chiusure e fallimenti, comunque si aggira intorno ai 150, in prevalenza piccoli (il 38,4% dei quali ha da 1 a 5 addetti). L occupazione attuale è di dipendenti, più addetti esterni. 8