BILANCIO SOCIALE 2003

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1 BILANCIO SOCIALE 2003

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3 BILANCIO SOCIALE 2003

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5 SOMMARIO LETTERA DEL PRESIDENTE PREMESSA METODOLOGICA IDENTIFICAZIONE E DIALOGO CON GLI STAKEHOLDER SFIDE DA AFFRONTARE IDENTITA AZIENDALE 1.1 STORIA DI BANCA POPOLARE ETICA 1.2 CONTESTO DI RIFERIMENTO Il Rapporto sullo sviluppo Umano Il Rapporto Social Watch 2003 "Privatizzare i servizi, il costo sociale" 1.3 VALORI 1.4 DALLA MISSIONE ALLA STRATEGIA Disegno Strategico e Piano Programmatico 1.5 ASSETTO ISTITUZIONALE ED ORGANIZZATIVO Assetto istituzionale Organi obbligatori Organi volontari Assetto organizzativo La rete Banca Popolare Etica Le filiali I banchieri ambulanti Gli Uffici di Rappresentanza Punti informativi Circoscrizioni locali 1.6 IL SISTEMA BANCA POPOLARE ETICA 1.7 PARTECIPAZIONI E CONTRIBUTI ASSOCIATIVI 1.8 IL PROGETTO DI RESPONSABILITA' SOCIALE Il Sistema di Valutazione Sociale Il Comitato Etico RENDICONTO PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DEL VALORE AGGIUNTO 2.1 DATI SIGNIFICATIVI DI GESTIONE Indicatori Finanziari Riclassificazione del conto economico e dello stato patrimoniale Indici gestionali Indici di efficienza del personale Indici patrimoniali Indicatori di profilo reddituale 2.2 PROSPETTO DI DETERMINAZIONE E RIPARTO DEL VALORE AGGIUNTO Prospetto di determinazione del Valore Aggiunto Prospetto di distribuzione del Valore Aggiunto RELAZIONE SOCIALE 3.1 RISORSE UMANE Politiche del personale La partecipazione nel Politiche di selezione Composizione e consistenza del personale Relazioni industriali Formazione e valorizzazione Dati sulle cessazioni di rapporto turnover Sistemi di remunerazione ed incentivazione Sicurezza e salute sul luogo di lavoro

6 3.2 SOCI/AZIONISTI Linee politiche nei rapporti con i soci Progetto di decentramento Composizione e consistenza del capitale sociale Soggetti diversi da persone fisiche: tipologia di soggetti Azioni possedute da soci persone fisiche Risultati del questionario inviato alle Circoscrizioni Locali dei Soci Risultati del questionario di valutazione inviato ai soci 3.3 CLIENTI Linee politiche nei rapporti con la clientela Risparmiatori Soggetti finanziati La politica del credito I risultati del Tipologia ed ambiti di intervento 3.4 FORNITORI Linee politiche nei rapporti con i fornitori Outsourcing e consulenze Social Accountability ALTRE BANCHE ED ISTITUZIONI FINANZIARIE Linee politiche coerenti con i valori di riferimento Relazioni internazionali Partnership con altre istituzioni creditizie Banca Etica nei Paesi Baschi Rapporti con le autorità di vigilanza Rapporti con le associazioni di categoria 3.6 STATO ED AUTONOMIE LOCALI ISTITUZIONI NAZIONALI ED EUROPEE Linee guida di riferimento nei rapporti con la PA Rapporti con la PA e le istituzioni pubbliche nazionali ed europee Enti Locali Le Istituzioni nazionali Le Istituzioni europee 3.7 COLLETTIVITA E AMBIENTE Mondo economico Imprese profit Imprese non profit Organizzazioni sindacali Mondo della partecipazione e della politica Movimenti sociali/culturali Chiese e movimenti religiosi Politica Il mondo dell educazione e i processi culturali Sud del mondo e lotta all esclusione sociale Sud del mondo Lotta all esclusione Ambiente Il Calendario de L impresa efficiente Studio di Fattibilità Parco Dolomiti Bellunesi Valle Imperina Banca del Sole Sviluppo delle Fonti Energetiche Rinnovabili La Finanza di Progetto Il progetto per la nuova sede 3.8 MEDIA E COMUNITA' VIRTUALE Per una comunicazione trasparente, condivisa e originale

7 4. SISTEMA BANCA POPOLARE ETICA PARTECIPAZIONI CONTRIBUTI ASSOCIATIVI 4.1 SISTEMA BANCA POPOLARE ETICA ETICA SGR Mission e principi ispiratori Descrizione attività I soggetti che partecipano all operazione Assetto istituzionale (proprietario) Assetto organizzativo Strumenti di garanzia etica Dati significativi di gestione Dialogo con i portatori di interesse Microcredito Etica sgr in numeri Verso il CONSORZIO ETIMOS Mission e principi ispiratori Descrizione attività Central de cooperativas cafetaleras de honduras: un finanziamento a sostegno dei piccoli produttori del sud del mondo Assetto istituzionale (proprietario) Assetto organizzativo Il consorzio Etimos in numeri FONDAZIONE CULTURALE RESPONSABILITÀ ETICA FEBEA SEFEA EDITORIALE ETICA 4.2 PARTECIPAZIONI 4.3 CONTRIBUTI ASSOCIATIVI APPENDICI IL MODELLO VA.R.I. ELENCO PRATICHE DELIBERATE DAL 01/01/2003 AL 31/12/ ELENCO INDICATORI PRESENTI NEL TESTO 148 5

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9 LA LETTERA DEL PRESIDENTE L interesse più alto è quello di tutti Banca Popolare Etica non nasce per caso, non è il frutto di un elaborazione dell ufficio marketing, ma è il risultato di un lungo percorso iniziato negli anni 70 con l esperienza delle Mag e approdato l 8 marzo 1999 con l apertura della prima filiale della banca a Padova. Nei primi 5 anni di attività la Banca ha saputo costruire un organizzazione complessa, capace di proiettare le proprie sfide verso un futuro ambizioso. Per questo Banca Etica si è costituita a sistema e oggi può contare sul contributo e la collaborazione di Etica sgr, della fondazione culturale Responsabilità Etica e del Consorzio Etimos: un insieme di organizzazioni che contano complessivamente circa 120 dipendenti. In questi anni abbiamo saputo costruire aggregazioni importanti, quali FEBEA (Federazione Europea della Banche Etiche ed Alternative) e SEFEA (Società Europea per la Finanza Etica e Alternativa), che con i loro soci sono presenti in tutta Europa. Banca Etica ha saputo interpretare la domanda proveniente da milioni di persone che oggi chiedono risposte ai crescenti bisogni di prodotti, servizi, credito, collegabili alla costruzione di un mondo di pace, solidarietà, sobrietà e sostenibilità ambientale e sociale. Si tratta di una grande innovazione: raccogliere denaro per dare credito, per dare fiducia, per dare avvio a progetti nel campo sociale, ambientale, energetico, per ricostruire un tessuto sociale gravemente compromesso da decenni di liberalizzazione selvaggia. Il mondo della finanza sembra ancora non capire la situazione rivelata, con effetti devastanti, dalle ultime crisi finanziarie. Si pensi agli scandali Enron Worldcom e al fallimento dell Argentina, per arrivare all Italia dei crack Cirio, Parmalat ecc. Banca Popolare Etica ha cercato coraggiosamente di raccogliere una sfida molto importante: non si tratta solamente di dare un volto ad un nuovo tipo di banca socialmente responsabile, né di modificare qualche aspetto dell attuale sistema bancario e finanziario, né di contagiare parzialmente alcuno. No, con la nascita di Banca Etica stiamo assistendo ad un coraggioso ed ambizioso tentativo, ossia quello di chiudere un capitolo che riguarda un certo modo di fare banca legato sempre di più all accumulazione di denaro per fare altro denaro, per aprire un nuovo capitolo legato alla finanza di progetto (banca del sole, privatizzazione delle farmacie, turismo responsabile ecc ) e alla finanza che risponde ai crescenti bisogni espressi dalla popolazione. Questo nuovo capitolo cerca di fare tesoro di tutto ciò che è stato costruito in 150 anni di esperienza cooperativa e mutualistica. Nell era della globalizzazione è stata pensata, ideata e costruita una multinazionale dal basso che, nel pieno rispetto dello spirito mutualistico e cooperativo e operando in rete, cerca di costruire strumenti capaci di dare risposte ai crescenti bisogni. In quest ottica va interpretato l assetto organizzativo di cui il gruppo si sta dotando: decentramento e sviluppo delle aree, allargamento all Europa e a progetti internazionali, sviluppo di attività complementari, il coinvolgimento con il mondo assicurativo, il turismo responsabile e il consumo critico. La storia, maestra di vita, potrebbe essere veramente strana: la speranza e il futuro, in questa delicata fase di transizione, ci potrebbero venire indicati, segnalati, in parte costruiti, proposti e realizzati proprio da quei soggetti che oggi sono considerati gli ultimi, da quelle facce, da quelle persone, da quelle storie che hanno saputo costruire proposte diverse. Fabio Salviato 7

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11 PREMESSA METODOLOGICA Il processo di rendicontazione Per il terzo anno Banca Etica predispone il Bilancio Sociale al fine di conseguire quegli importanti obiettivi così descritti dalle linee guida italiane del GBS Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale: fornire a tutti gli stakeholder un quadro complessivo delle performance dell'azienda, aprendo un processo interattivo di comunicazione sociale; fornire informazioni utili sulla qualità dell attività aziendale per ampliare e migliorare anche sotto il profilo etico-sociale - le conoscenze e le possibilità di valutazione e di scelta degli stakeholder; In particolare ciò significa: dare conto dell'identità e del sistema di valori di riferimento assunti dall azienda e della loro declinazione nelle scelte imprenditoriali, nei comportamenti gestionali nonché nei loro risultati ed effetti; esporre gli obiettivi di miglioramento che l azienda si impegna a perseguire; fornire indicazioni sulle interazioni fra l'azienda e l'ambiente nel quale essa opera; rappresentare il valore aggiunto e la sua ripartizione. Nel predisporre il Bilancio Sociale 2002 sono stati presi come riferimento metodologico anche i principi dello standard Accountability 1000 e le linee guida del Modello di Redazione del Bilancio Sociale per il Settore del Credito, emanato da ABI (Associazione Bancaria Italiana) e oggetto di che, seppur non ancora pubblicate, stanno producendo una valida riflessione per l evoluzione del modo di essere azienda bancaria. Il bilancio sociale: uno strumento in più per essere responsabili Il percorso che ha portato alla realizzazione del terzo Bilancio Sociale di Banca Etica, rappresenta ormai una chiara scelta di confrontarsi con tutti gli stakeholder, consapevole che la cultura della responsabilità sociale è un processo che si costruisce nel tempo attraverso un continuo confronto e rappresenta un'occasione importante per individuare obiettivi di miglioramento e attività volte al loro raggiungimento. La forza del bilancio sociale sta nella capacità di misurare quanto i valori e gli obiettivi della banca si traducano in una prassi coerente; esso diventa anche l occasione per fare il punto sulla strategia della banca e verificare l efficacia del piano programmatico predisposto per la sua attuazione. Tale processo di riflessione sugli aspetti fondanti della Banca e sulla sua evoluzione acquista valore solo se condiviso da tutti i principali soggetti (membri del consiglio di amministrazione, del comitato etico, dello staff operativo, delle circoscrizioni locali) che interagiscono con e per la Banca. In funzione del processo di miglioramento intrapreso, inoltre, la redazione del Bilancio Sociale 2003 è stata supportata ed accompagnata da momenti strutturati di dialogo con alcuni degli stakeholder della Banca. L elemento innovativo del processo di rendicontazione dell esercizio 2003 sta nella scelta coraggiosa di pensare ai rischi e alle opportunità connessi alla buona reputazione della banca, in modo da poter identificare quelle variabili (e/o eventi), inerenti la reputazione dell organizzazione, che possono influire sul conseguimento degli obiettivi dell organizzazione. Infine, l attendibilità dei dati esposti e la comprensibilità e completezza delle informazioni riportate sono state nuovamente oggetto di valutazione da parte di un soggetto terzo indipendente, PricewaterhouseCoopers, società incaricata anche della revisione del bilancio di esercizio. Responsabilità sociale, dialogo e coerenza Strategia e piano programmatico Condivisone Dialogo con gli stakeholder Controllo della reputazione Revisione indipendente 9

12 IDENTIFICAZIONE E DIALOGO CON GLI STAKEHOLDER Una rappresentazione grafica degli interlocutori di Banca Etica è descritta dall immagine del bosco i cui alberi rappresentano gli attori dell eco-sistema economico, sociale e ambientale in cui la Banca opera e dal quale trae le stesse energie che le permettono di crescere e prosperare. E la rappresentazione appunto di un sistema, un insieme di relazioni certamente complesse ma non complicate, perché si fondano sulla visione di un mondo semplice che ha bisogno di riscoprire la sua semplicità. Gli interlocutori rappresentati vengono poi ripresi nella parte di questo bilancio denominata Relazione Sociale : i dipendenti i soci i clienti i fornitori le altre banche le amministrazioni pubbliche la collettività Il riconoscimento da parte di Banca Popolare Etica di essere parte di un sistema più ampio, come quello della società civile, fa si che essa cooperi con tutti gli altri attori per garantire a tale sistema vitalità, dinamicità e capacità di rispondere alle sfide che ogni comunità umana si trova ad affrontare, nel rispetto dell uomo e della natura. Coerentemente con questa visione, Banca Popolare Etica ha scelto di adottare un metodo di identificazione delle categorie di interlocutori che compongono la categoria collettività, tale da esprimere in maniera adatta il suo ruolo nei confronti della società civile e degli altri portatori di interesse (categorie a sistema rappresentate nel grafico dai colori dell arcobaleno): Sistema economico (imprese profit, imprese sociali, lavoratori, finanza); Mondo della partecipazione e della politica: il terzo settore, il sistema politico (partiti, parlamento, senato, governi nazionale e locali), il cittadino (anche nel suo ruolo di consumatore e risparmiatore), le istituzioni religiose; Sistema formativo e processi culturali (scuole, università, centri ricerca e formazione, studenti, docenti); Sud del mondo e lotta all esclusione. 10

13 Il sistema di dialogo per la partecipazione Il progetto Banca Popolare Etica ha aggregato, sin dall inizio, molte organizzazioni del terzo settore interessate a costruire una relazione innovativa tra la società e il suo sottosistema economico (in particolare finanziario), fondata sull assunzione di responsabilità etico sociale da parte degli operatori economici e finanziari. La Banca, quindi, ha deciso di sviluppare e gestire percorsi di confronto e di condivisione allargati, per garantire il rispetto della motivazione originaria insieme al controllo della azione economica. Tutto ciò si traduce in una dialettica complessa che si sviluppa anche in altri ambiti, come quelli dell organizzazione territoriale dei soci, del Comitato Etico, delle organizzazioni fondatrici e, più in generale, nel rapporto con gli altri attori della società civile. L obiettivo è quello di recuperare, all interno di un processo democratico di decisione e partecipazione, i valori della cooperazione, del mutualismo, della reciprocità, dell azionariato diffuso tipici delle prime banche popolari per integrarli con quello della solidarietà, elemento caratterizzante le organizzazioni di terzo settore. Questo percorso si basa essenzialmente sulla valorizzazione delle risorse umane e si propone di rafforzare l identità comune, attivando meccanismi in grado di generare fiducia e permettendo un ampio coinvolgimento nell elaborazione di una nuova cultura economica ed organizzativa. Non vanno comunque dimenticati gli altri stakeholders della banca, come i fornitori, le istituzioni pubbliche e private, per i quali sono previsti momenti e strumenti di confronto. Il sistema di dialogo aperto con gli stakeholder può avvenire, in primo luogo, attraverso lo sviluppo di attività volte all effettivo coinvolgimento del territorio locale nelle attività della Banca ed attraverso l utilizzo della reti di soci. In secondo luogo, tramite l avvio di un dialogo con i propri interlocutori (a partire dallo scambio di lettere con i singoli soci, fino alla strutturazione di campagne di comunicazione e alla definizione di momenti di confronto e condivisione). A questo proposito meritano menzione gli incontri periodici con i soci delle circoscrizioni e gli incontri degli organi della banca con i coordinatori locali (vedi incontro di Cattolica). Questo dimostra la precisa intenzione di Banca Popolare Etica a strutturare in modo sistematico un dialogo costante con i propri stakeholder. Durante l incontro di Cattolica, svoltosi a fine novembre 2003, sono stati fissati alcuni importanti passaggi tra quelli espressi nel piano programmatico. Va infine ricordato l invio del questionario di valutazione del bilancio sociale del 2002 ai soci e ai coordinatori locali mentre una parte dei dipendenti è stata coinvolta nel processo di rendicontazione sociale per una specifica analisi dei rischi di reputazione: - i soci e le circoscrizioni locali (si veda e 3.2.5) - i dipendenti (si veda 3.3.1) Molto utili sono inoltre risultate le schede di valutazione inviate dai soci e dai lettori del Bilancio Sociale E stata un opportunità di trasmettere alla Banca un contributo per il miglioramento del processo di comunicazione ma anche per la segnalazione di aspetti utili alla gestione dei servizi (per i risultati si veda 3.2.5). SFIDE DA AFFRONTARE Una questione, in merito al rapporto tra banca e stakeholder che rende più complesse e difficili le relazioni e la comunicazione, è rappresentata dalle molte attese e aspettative che Banca Etica ha generato, attese che se in una prima fase erano sostanzialmente di tipo ideale e sociale, oggi si allargano anche agli aspetti operativi (in termini di risposta ai bisogni); spesso purtroppo i due livelli si sovrappongono e, a fronte di una difficoltà di tipo operativo, si corre il rischio di mettere in discussione gli aspetti sociali. Per ovviare a questo e rendere più efficace il confronto, inteso come tensione continua al miglioramento, è necessario avere una visione, anche critica, di Banca Etica, con la consapevolezza che la finanza etica non si caratterizza per il fatto di proporre sempre prodotti e servizi che rispondono rapidamente alle esigenze di tutti, quanto piuttosto per il suo essere laboratorio di buone prassi nella gestione del denaro. 11

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15 1. IDENTITA AZIENDALE In questo capitolo la banca espone in modo esauriente la propria identità, costituita dal suo assetto istituzionale, dai valori di riferimento, dalla missione da realizzare, dalle strategie e dalle politiche. BANCA: è storicamente il più classico degli intermediari finanziari, ossia di coloro che mettono in contatto indirettamente i risparmiatori (portatori di surplus ) e coloro che hanno necessità di avere finanziamenti a vario titolo (portatori di deficit). La sua funzione è quella di raccogliere e di dare gestendo le garanzie: infatti essa dà le sue garanzie al risparmiatore e ne richiede al creditore. Per questo la banca si definisce anche Istituto di Credito. A PARTNER questa funzione attualmente se ne stanno aggiungendo sempre più altre: dalla gestione dei titoli ai servizi vari, dalle assicurazioni alle consulenze. ETICA: è quell'insieme di dottrine e riflessioni filosofiche che si occupano del comportamento pratico dell'uomo relativamente al vero bene e a come fare per conseguire lo stesso, sia verso se stessi e sia verso gli altri. E' altresì quell'insieme di criteri, il più possibile oggettivi, atti a cercare di giudicare la coerenza e la moralità delle azioni umane. Il comportamento etico dovrebbe essere la normalità ed essere implicito sia nell'agire quotidiano e sia nel linguaggio; ma come diceva il filosofo Hegel di Etica si parla quando questa non c'è più. L'attuale recupero che l'economia sta facendo dell'etica è data proprio dalla difficile sostenibilità delle azioni economiche relativamente all' attuale stato dell' umanità; la speranza è che il ripensare l'azione dell'uomo in senso etico serva per la costruzione di un mondo più equo e giusto. BANCA ETICA: è una banca che proviene dal mondo del Terzo settore e opera a pieno titolo nel mondo economico e finanziario nel contesto della ricerca dell' essere al servizio dell'uomo per dargli sempre più dignità di vita. Banca Etica utilizza i principi della Finanza Etica per svolgere la sua attività. Condizione non rinunciabile è quella della partecipazione dei soci, specialmente in forma aggregata, alle sue politiche e il voler farsi carico dell'economia delle realtà Non Profit, dell'economia civile e sociale sia in maniera tipica e diretta, sia con la consulenza e con la cultura estensibile a tutti i cittadini per il superamento dei problemi dell'attuale società. 13

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17 1.1 STORIA DI BANCA POPOLARE ETICA Uno degli elementi distintivi di Banca Popolare Etica è sicuramente il percorso che porta alla sua costituzione. Banca Popolare Etica è l'unico istituto creditizio, nato in un contesto economico di terzo settore, la cui attività ed obiettivi si ispirano ai principi della finanza etica, intesa come strumento, trasparente, di gestione del risparmio finalizzato allo sviluppo dell'economia civile (sociale e non profit). Le prime esperienze di finanza etica in Italia sono state le cooperative MAG (Mutue per l Autogestione): il loro obiettivo era (ed è) quello di dar vita ad un sistema di raccolta e impiego del risparmio tra soci, privilegiando chi si trova in situazioni di difficoltà o propone progetti con finalità sociale. I settori di intervento delle Mag sono essenzialmente : solidarietà sociale; ambiente ed ecologia; cultura ed informazioni; attività di promozione/animazione sociale e culturale. Lo sviluppo delle Mag, costante e rapido fino agli anni 90, viene rallentato da alcuni interventi legislativi: 1) nel 1991 viene emanata la cosiddetta legge anti-riciclaggio (D.Lgs. n. 197/91), che limita l attività di impiego del denaro solo a quelle organizzazioni che possiedono un capitale sociale pari o superiore ad un miliardo di Lire (pari a ,89 euro); obiettivo particolarmente impegnativo per molte Mag. 2) l'introduzione del Testo Unico in materia bancaria e creditizia, D.Lgs.385/93 che restringe radicalmente l ambito dei soggetti abilitati a svolgere l attività di intermediazione creditizia, riservando solo alle aziende bancarie la raccolta del risparmio tra il pubblico e l erogazione del credito. Quest'ultimo provvedimento costringe le Mag a rivedere completamente la loro funzione ed operatività. Per molte di queste sarà anche uno stimolo a farsi promotrici di un progetto di finanza etica che avrebbe coinvolto gran parte del terzo settore nella costituzione della prima banca italiana avente come scopo il sostegno di un modello di sviluppo attento ai bisogni dell uomo e dell ambiente. Riportiamo, di seguito, le tappe che riepilogano la storia della banca In dicembre, 22 organizzazioni del non profit stabiliscono di dar vita all Associazione Verso la Banca Popolare Etica Il 1 giugno viene costituita la Cooperativa Verso la Banca Popolare Etica con l intento di costruire una banca vera e propria sotto forma di banca di credito cooperativo e di promuovere il messaggio culturale legato alla finanza etica. Obiettivo: raccogliere 5 miliardi di capitale sociale Per superare le difficoltà di costituirsi come banca di credito cooperativo (tale tipologia di banca può svolgere attività solo in ambito locale), il C.d.A. della cooperativa decide di puntare sul modello di banca popolare, una banca a interesse nazionale che richiede un capitale sociale minimo molto più elevato (12,5 miliardi di lire, pari a ,23 euro ). Per vincere la sfida si dà il via ad una efficace campagna informativa e promozionale, che vede impegnati, in particolare, i soci più coinvolti nell iniziativa. Nasce così la rete dei Git (Gruppi di Iniziativa Territoriale) In aprile si raggiungono e si superano i 12,5 miliardi di lire di capitale sociale, richiesti dal Decreto Legislativo n. 385 del 1 settembre 1993, per poter costituire una banca popolare Il 30 maggio l Assemblea straordinaria dei soci, riunitasi a Padova, delibera la trasformazione della Cooperativa Verso la Banca Popolare Etica, in Banca Popolare Etica e nomina il primo Consiglio di Amministrazione Il 21 novembre, i soci, riuniti in assemblea, votano il documento sull Organizzazione Territoriale dei Soci e nominano il primo Comitato Etico della banca Il 2 dicembre si riceve l autorizzazione, firmata dal Governatore Antonio Fazio in data 20 novembre 1998, per l esercizio dell attività creditizia della Banca Popolare Etica. E la prima volta che in Italia si concede l opportunità di operare ad un vero e proprio istituto di credito specializzato nella finanza etica ed alternativa. L ambizioso progetto diventa una realtà. 15

18 1999 L 8 marzo, inizia l operatività di Banca Popolare Etica. Apre la sede di Padova e in rapida successione le filiali di Brescia e Milano 2000 Il 5 dicembre viene costituita la società di gestione risparmio Etica Sgr, del gruppo Banca Popolare Etica, il cui obiettivo è quello di proporre una proposta coerente e originale nel settore degli investimenti finanziari (fondi comuni). Viene inaugurata la filiale di Roma Viene inaugurata la filiale di Vicenza 2002 Vengono inaugurate le filiali di Treviso e Firenze 2003 V anno dalla fondazione: viene inaugurata la filiale di Bologna ed entra a pieno regime Etica Sgr (cfr ) Viene costituita la Fondazione Culturale Responsabilità Etica (cfr ). 1.2 CONTESTO DI RIFERIMENTO Banca Popolare Etica ritiene che la banca, la società e l impresa non sono enti che operano in modo isolato e che il valore e il limite della loro azione è strettamente collegato alla loro capacità di interagire con tutte le altre realtà economiche e sociali. Il sentirsi parte integrante delle comunità in cui si opera, porta ad acquisire interesse per tutto ciò che si muove nella società, dai bisogni degli ultimi, allo stato dell ambiente, ai processi di crescita economica, politica e sociale. E importante rilevare come a livello nazionale e internazionale sia decollato il dibattito su di un nuovo ruolo sociale della finanza, visti anche gli effetti e le ripercussioni che questa sempre più produce sullo stato del mondo; questo dibattito si è poco tradotto nella pratica. Un ruolo importante di stimolo e di sperimentazione di nuovi percorsi lo giocano quindi tutte le realtà della finanza etica, le quali hanno inciso nella loro mission l imperativo categorico di coniugare crescita economica con sviluppo umano. Quattro sono i fattori essenziali che hanno prodotto questa ridiscussione sul ruolo della finanza: 1. la consapevolezza dell aumento della povertà che oggi non tocca solo i paesi del sud del mondo, 2. la progressiva finanziarizzazione dell economia e contestualmente il tentativo da parte di alcuni istituti di credito a umanizzare la propria attività; 3. la crescita significativa del settore non profit come risposta organizzata ai problemi della diseguaglianza sociale: indicatori di questo rinnovato impegno sono lo sviluppo dell impresa sociale e della finanza etica, realtà permeata da una notevole valenza economica, culturale e sociale 4. la consapevolezza che i diritti civili non possono essere separati da quelli economici e che la diseguaglianza rispetto ai primi spesso dipende dalla scarsa tutela dei secondi. A conferma di quanto sopra, ci sembra importante riportare le sintesi dei rapporti di alcune agenzie internazionali che si occupano specificatamente di sviluppo umano Il Rapporto sullo sviluppo Umano La graduatoria, redatta in base all ISU (Indice sullo Sviluppo Umano) 2, riportata dal Rapporto UNDP 2003, intitolato Le azioni politiche contro la povertà colloca la Norvegia al primo posto, seguita da Irlanda e Svezia; l Italia è al 21esimo posto, regredendo di una posizione rispetto all anno precedente. Dei 34 paesi che registrano un basso livello di sviluppo umano, ben 30 sono africani, a conferma della drammatica situazione che perdura in quel continente, sempre più escluso dall attenzione politica e dai processi economici. 1 Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di programmi di sviluppo. L'ISU, Indicatore di Sviluppo Umano dall'undp, è costruito sulla base di tre indicatori - speranza di vita, grado di istruzione (istruzione degli adulti e iscrizioni alla scuola elementare - media - superiore), media del PIL pro capite (espresso in "dollari internazionali", vale a dire in termine di parità di potere d'acquisto). 2 Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UND) L ISU - Indicatore di Sviluppo Umano - è stato elaborato dall UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) ed è costruito sulla base di tre indicatori - speranza di vita, grado di istruzione (istruzione degli adulti e iscrizioni alla scuola elementare - media - superiore), media del PIL pro capite (espresso in "dollari internazionali", vale a dire in termine di parità di potere d'acquisto. 16

19 Se si guarda alla crescita economica, si vede che nel paese più ricco (la Norvegia) il reddito pro-capite è di dollari l anno, mentre nel paese più povero (l Etiopia) il reddito pro-capite è di 95 dollari l anno, con una differenza di 387 volte. Il rapporto 2003 è dedicato agli Obiettivi del Millennio e ripropone la Campagna 3 che il Segretario Generale dell ONU ha lanciato per chiedere il rispetto degli impegni sottoscritti, in occasione del Summit del Millennio, dai Governi di 189 paesi; tali obiettivi sono: 1. Sradicare l estrema povertà e la malnutrizione; 2. Assicurare l istruzione primaria e tutti i bambini e le bambine; 3. Promuovere l equità di genere e combattere le discriminazioni; 4. Ridurre di due terzi la mortalità infantile; 5. Ridurre di tre quarti la mortalità materna; 6. Fermare e invertire la diffusione di HIV/AIDS, malaria ed altre malattie; 7. Assicurare la sostenibilità ambientale; 8. Sviluppare un alleanza globale a favore dello sviluppo. Gli otto obiettivi vengono declinati in 18 traguardi quantificabili da raggiungere entro l anno 2015, ad esempio: per eliminare la povertà bisogna ridurre del 50% il numero delle persone costrette a vivere con meno di un dollaro al giorno. Nonostante le buone intenzioni, sostiene il Rapporto, si stanno disattendendo le aspettative. Ben 54 nazioni sono diventate più povere negli ultimi dieci anni; molte registrano una diminuzione dell aspettativa di vita a causa dell AIDS, in altre, si assiste a un calo nelle iscrizioni alla scuola primaria e nell accesso alle cure sanitarie e quasi ovunque l ambiente si sta deteriorando. Di fronte a questa situazione i paesi in via di sviluppo devono attribuire priorità di spesa ai servizi essenziali di cui le persone povere hanno più bisogno: scuole elementari e non Università, presidi sanitari nelle aree rurali invece di ospedali tecnologicamente avanzati nelle grandi città. L investimento sui bisogni essenziali è, secondo il Rapporto, non solo un mezzo per mettere fine alla sofferenza umana, ma una componente fondamentale della crescita economica. Per quanto riguarda le responsabilità dei paesi ricchi, il Rapporto li sfida a traguardi concreti per dare attuazione all obiettivo n.8 che li investe direttamente e che rimane troppo vago nella formulazione. I paesi ricchi devono aiutare i paesi poveri a raggiungere i primi sette obiettivi, smantellando i sussidi ai loro produttori, così da riequilibrare il sistema commerciale; cancellando il debito ormai insostenibile dei paesi maggiormente indebitati; aumentando gli aiuti fino a 100 miliardi di dollari l anno (oggi si attestano a 57 miliardi) e, infine, condividendo il progresso e gli strumenti tecnologici. Sempre ai fini degli Obiettivi del Millennio, il Rapporto sostiene che occorre incentivare gli investimenti in attività manifatturiere e, in generale in attività ad alta intensità di lavoro, piuttosto che in industrie che richiedono elevati stock di capitali, come l industria estrattiva; inoltre ritiene cruciale il sostegno ai piccoli produttori del Sud del Mondo Il Rapporto Social Watch 2003 "Privatizzare i servizi, il costo sociale" 4 La rete Social Watch nasce nel 1995 con un compito preciso: quello di monitorare costantemente i comportamenti dei governi, evidenziando progressi e regressi rispetto agli obiettivi definiti nel campo della lotta alla povertà e dello sviluppo sociale, durante i Vertici sullo Sviluppo degli anni Novanta. Questo compito si traduce concretamente nella pubblicazione annuale di un Rapporto che costituisce un imparziale e dettagliato strumento di conoscenza per la società civile sullo stato del mondo. La rete è costituita da 200 ONG e reti internazionali presenti in 60 paesi del Nord e del Sud del mondo. Il Segretariato ha sede a Montevideo, in Uruguay. L ultimo Rapporto è dedicato al tema della sicurezza umana, da esso emerge con chiarezza che uno dei principali ostacoli al suo raggiungimento è causato dalle condizioni economiche: recessione, crescita debole, crisi finanziarie e deterioramento delle condizioni di vita delle persone e delle famiglie. Accanto alla minaccia economica, generata dalla povertà e dall esclusione sociale, la sicurezza degli individui e delle comunità è messa a repentaglio dai conflitti, dal collasso dello Stato, dal terrorismo, dalle violazioni dei diritti umani. Il Rapporto 2004 analizza la condizione della sicurezza umana, attraverso le seguenti aree tematiche: 3 Banca Etica attraverso la Fondazione Culturale nel 2003 ha aderito alla Campagna sugli Obiettivi del Millennio dell ONU. 4 Dati tratti dal Rapporto Social Watch 2004 intitolato Fear and want, obstacles to human security presentato a New York il 26 aprile; l edizione italiana verrà curata dalla EMI. Banca Etica attraverso la Fondazione Culturale è entrata a far parte del network mondiale Social Watch e coordina la coalizione italiana. 17

20 - povertà e distribuzione del reddito - sicurezza alimentare - salute - educazione - informazione, scienza e tecnologia - parità di genere - spesa pubblica - aiuto allo sviluppo - diritti umani Per misurare la povertà sono stati utilizzati i parametri internazionali (% di popolazione che vive con meno di 1 dollaro al giorno; % di popolazione che vive con meno di 2 dollari al giorno) per misurare le diseguaglianze di reddito è stato utilizzato il coefficiente di Gini: il risultato è quello tristemente noto: su 6 miliardi di abitanti del pianeta, 2,8 vivono in povertà disponendo di meno di 2$ al giorno, di questi 1,2 miliardi vivono in estrema povertà avendo meno di 1 $ al giorno. Circa il 62% dei poveri assoluti vive nell Asia del Sud, il 20% vive nell Africa sub Sahariana, mentre il 5% vive in Messico, Centro America. Per la misurazione della sicurezza alimentare ci si è basati sulla % di popolazione malnutrita e sul numero dei bambini sotto peso alla nascita e di età inferiore ai 5 anni. I dati globali confermano che 842 milioni di persone soffrono di malnutrizione, il 95% dei quali vive nei PVS (Paesi in via di sviluppo). Ogni anno 18 milioni di bambini nascono sotto peso. Se si guarda ai dati nazionali, su 80 paesi di cui i dati sono disponibili, più della metà sono a buon punto nel raggiungimento dell obiettivo del Millennio (dimezzare il numero di malnutriti), ma ben 32 paesi stanno peggiorando. Nel campo sanitario, il Rapporto ha preso in considerazione il tasso di mortalità, la % di popolazione malata, la salute riproduttiva delle donne e l accesso all acqua potabile. In numerosi paesi africani, i progressi fatti fino all inizio degli anni Novanta sono stati spazzati via dall epidemia di AIDS. In generale, su 200 paesi considerati circa 119 hanno migliorato la loro situazione sanitaria nell ultimo decennio, ma ben 62 non hanno registrato alcun miglioramento. Va anche ricordato che nel Sud del mondo 45 milioni di partorienti e 60 milioni di nascituri non ricevono alcuna assistenza. Per quanto riguarda l accesso all acqua potabile e ai servizi sanitari i dati si mantengono su livelli allarmanti: più di 1 miliardo di persone nelle aree rurali e 600 milioni nelle aree urbane non hanno servizi igienici, né acqua potabile garantita. La privatizzazione dell acqua, che rientra nelle condizionalità di Banca Mondiale e FMI ha esacerbato questa situazione nell ultimo decennio, in Burkina Faso ad esempio l accesso all acqua potabile è passato dal 53% al 42% della popolazione, in Argentina dal 94% al 79%. In generale, i dati mostrano una polarizzazione della situazione: 59 paesi registrano una situazione migliore, mentre 32 una situazione peggiore. Per misurare lo stato dell educazione, ci si è basati sul tasso di iscrizione scolastico, sul numero di bambini che completano il quinto anno di scuola e sul tasso di analfabetismo. Anche in questo caso i dati macro sono inquietanti: 115 milioni di bambini in età scolare non vanno a scuola, 860 milioni di adulti sono analfabeti, 107 dei quali sono giovani con meno di 24 anni. Guardando ai dati nazionali, 77 paesi (metà di quelli di cui sono disponibili i dati) registrano un miglioramento, ma 28 sono in una situazione peggiore di 10 anni fa. Per quanto riguarda l accesso alle tecnologie, il Rapporto ha preso in considerazione il numero di utenti di Internet, il numero di telefoni e di personal computer e la percentuale di PIL dedicata alla ricerca. Anche in questo settore il dato evidente è il gap tra ricchi e poveri: meno del 10% della popolazione mondiale ha accesso ad Internet, mentre l 80% non ha accesso a strumenti di comunicazione tradizionali come il telefono. Per valutare la parità di genere, ci si è basati sull accesso alla scuola primaria e secondaria della popolazione femminile, sulla partecipazione alle attività economiche e politiche. Le donne rimangono i 2/3 del totale degli analfabeti, per quanto riguarda la frequenza scolastica solo nei Caraibi e nel Sud Est asiatico il numero delle bambine e delle ragazze che va a scuola raggiunge quello dei coetanei maschi, in tutti gli altri paesi rimane inferiore, fino ad essere meno della metà. Guardando alla partecipazione economica, si considera la percentuale delle donne che svolgono un attività lavorativa percependo un reddito, si nota che nel 44% dei paesi c è stato un miglioramento nel trattamento salariale, nel 19% invece si è verificato un peggioramento. Anche per quanto riguarda la partecipazione delle donne ai processi decisionali e alla vita politica, nella maggioranza dei paesi (55%) si è verificato un progresso negli ultimi dieci anni, ma nel 20% si è andati indietro. Un altro parametro per misurare l impegno dei governi verso un progresso sociale è ricavato dall analisi della percentuale di spesa pubblica destinata ai diversi settori: istruzione, sanità, servizi sociali, servizio del debito, armamenti. La congiuntura politica ha impresso un rialzo generale nelle spese per armi che si attestano sugli 800 miliardi di dollari, mentre le spese totali per la sanità sono miliardi di dollari con una forte disparità tra ricchi e poveri: si passa da una spesa di dollari pro capite nei paesi europei a 29 dollari nell Africa Sub sahariana. 18

21 La percentuale del PIL destinata all istruzione e alla sanità rimane inferiore a quella destinata al servizio sul debito nei paesi fortemente indebitati (il 4% contro il 9%). Il rapporto peggiore tra spesa sociale e spesa per armi si registra nell Asia del sud dove la percentuale del PIL destinata alla sanità si attesta sul 2,1% quella per l educazione sul 3,4% mentre per armamenti si spende il 5,7%. Limitatamente ai paesi ricchi, il Rapporto Social Watch valuta la volontà politica anche sulla base degli investimenti nella cooperazione allo sviluppo, comparandoli con l impegno assunto di destinare all aiuto pubblico allo sviluppo lo 0,7% del PIL; nel constatare che il traguardo rimane lontano per la maggioranza dei paesi donatori, il Rapporto segnala che gli Stati Uniti sono l ultimo della lista, preceduti dall Italia. Infine, il Rapporto misura la volontà di rispettare i diritti umani da parte degli Stati, sulla base della ratifica di tre gruppi di accordi internazionali: la Dichiarazione Universale e i Patti sui diritti economici, sociali e culturali e sui diritti politici e civili; le Convenzioni dell OIL sui diritti dei lavoratori, i Trattati richiamati nella Dichiarazione del Millennio. Anche in questo campo, preoccupa fortemente constatare che le omissioni superano le adesioni, a comprova del fatto che ancora troppa strada resta da fare. 1.3 VALORI I valori assunti da Banca Popolare Etica, ossia gli orientamenti valoriali e i principi deontologici che guidano le scelte strategiche, le linee politiche e i comportamenti operativi di tutti coloro che, a vario titolo e a livelli diversi, contribuiscono alla sua gestione, sono desumibili dallo Statuto. Lo Statuto, all art. 5, riprende i principi che stanno alla base della Finanza Etica. Questi ultimi possono essere così riassunti: 1. la finanza eticamente orientata è sensibile alle conseguenze non economiche delle azioni economiche; 2. il credito, in tutte le sue forme, è un diritto umano; l efficienza e la sobrietà sono componenti della responsabilità etica; 3. il profitto ottenuto dal possesso e scambio di denaro deve essere conseguenza di attività orientate al bene comune e deve essere equamente distribuito tra tutti i soggetti che concorrono alla sua realizzazione; 4. la massima trasparenza di tutte le operazioni è un requisito fondante di qualunque attività di finanza etica; 5. va favorita la partecipazione alle scelte dell impresa, non solo da parte dei soci, ma anche dei risparmiatori; Attenzione alle conseguenze non economiche Efficienza e sobrietà Equa distribuzione Trasparenza Partecipazione I valori indicati trovano la loro espressione operativa nel modello VA.R.I. di valutazione etica, sociale ed ambientale, utilizzato nell istruttoria delle richieste di finanziamento (cfr ). 1.4 DALLA MISSIONE ALLA STRATEGIA La mission di Banca Popolare Etica è espressa dalla seconda parte dell art. 5 dello statuto e si articola nelle cinque finalità descritte di seguito. Partendo da queste, il Consiglio di Amministrazione ha definito gli obiettivi di medio e di lungo termine (Piano Programmatico e Disegno Strategico) da perseguire al fine di concretizzare la missione stessa e di applicare nella realtà i valori distintivi della Banca. 19

22 Banca Popolare Etica ha deciso di intraprendere il percorso di seguito descritto pur nella consapevolezza delle difficoltà che dovrà incontrare lungo il cammino. Bisogna infatti coniugare: le procedure del sistema bancario con l esigenza di dare risposte flessibili agli interlocutori della banca; l efficienza con la solidarietà, la partecipazione con il rispetto dei ruoli e delle funzioni; la democrazia con la presenza di una base sociale ampia e variegata; la risposta ai bisogni della società civile con l attivazione di processi produttivi innovativi, attenti all uomo e all ambiente; l attenzione per l economia sociale con il tentativo di contagiare l economia tradizionale. Solo grazie allo sforzo congiunto di tutti gli interlocutori che possono influenzare o essere influenzati da Banca Popolare Etica, quest ultima potrà perseguire il suo scopo nel medio/lungo periodo Disegno Strategico e Piano Programmatico In questo paragrafo si riportano, per ogni punto della mission di Banca Etica, il Disegno Strategico e il Piano Programmatico. In particolare, quest ultimo contiene l elenco delle attività realizzate ( ), in corso di realizzazione ( ) e da realizzare ( ) al fine di raggiungere gli obiettivi esposti nel Disegno Strategico. Il Disegno Strategico e il Piano Programmatico sono stati oggetto di un incontro con i dipendenti 5, il cui scopo era di conoscerne l opinione riguardo ai contenuti del documento. Questo incontro si inserisce all interno del complesso processo di coinvolgimento degli stakeholder avviato da Banca Etica con l obiettivo di attivare meccanismi che sviluppino la fiducia nei confronti della banca e che favoriscano il processo di identificazione dei dipendenti nella banca. Di seguito ad ogni scheda si riporta una sintesi dei commenti espressi dai dipendenti durante l incontro. 5 L incontro si è svolto il giorno 8 Aprile

23 I) Essere i pionieri di una nuova idea di banca, intesa come luogo di incontro, dove le persone e la banca manifestano trasparenza, solidarietà e partecipazione facendo della banca uno strumento anche culturale per la promozione di un economia che ritiene fondamentale la valutazione sociale ed ambientale del proprio agire. Laboratorio Solidarietà Trasparenza Partecipazione DISEGNO STRATEGICO - Elaborare strumenti e sviluppare attività sperimentali che rendano possibile una risposta più adeguata ai bisogni di una società in continua evoluzione, in particolare per le fasce più deboli della popolazione. - Studiare e realizzare indicatori innovativi che permettano di associare il concetto di ricchezza ad un reale e più diffuso miglioramento della qualità della vita dando l opportunità, ad ogni comunità umana, di scegliere sulla base dei principi della responsabilità sociale un proprio progetto di sviluppo Definizione del progetto imprenditoriale di Etica Sgr e introduzione nel mercato del risparmio gestito di nuovi criteri etici Invio periodico della sintesi dei lavori del CdA ai coordinatori locali Scelta di non attivare la procedura per il rientro di capitali dall estero (vedi cosiddetto Scudo Fiscale), in quanto vengono meno i principi della nominatività e della trasparenza Momenti di incontro e confronto tra i vari organismi della banca (vedi incontro annuale di Cattolica) Realizzazione del percorso per la costituzione della Fondazione culturale Responsabilità Incontri di commissioni miste per la progettazione delle varie attività (fondazione, modello organizzativo, sviluppo di Banca Popolare Etica nel sud Italia) Avvio di relazioni e collaborazioni con il mondo universitario Studio del progetto Banca Etica nel Sud attraverso apposito gruppo di lavoro Introduzione nel mercato del risparmio gestito di nuovi criteri etici con il lancio dei fondi etici di Etica Sgr Definizione di una più efficace collaborazione con il consorzio Etimos per rendere più incisivi gli interventi di finanza etica nel sud del mondo Progressivo coinvolgimento degli stakeholder nel processo di rendicontazione sociale; al fine di renderli attivamente partecipi del percorso che porta alla redazione del Bilancio Sociale, rilevarne le aspettative in merito alle attività della Banca e recepirne le indicazioni nel documento del prossimo esercizio Start up delle attività della Fondazione culturale Responsabilità Etica Confronto e dialogo con gli operatori nel settore degli Investimenti Socialmente Responsabili per introdurre concetti e modalità sempre più evoluti e affidabili Consolidamento dell ufficio progetti Rafforzamento della cooperazione tra le realtà collegate al progetto Banca Popolare Etica Definizione dei criteri di accessibilità al sistema informatico (ivi compresi i prodotti e servizi) e al sito web di Banca Etica Attivazione di un sistema di comunicazione interna ed esterna più efficace e adeguata alle esigenze dei vari stakeholder Attivare rapporti con le massime Istituzioni Pubbliche per favorire la diffusione della finanza etica Realizzazione di uno studio sulle nuove variabili di misurazione nella creazione di valore sociale, ambientale ed economico Commenti dei dipendenti Favorire il rapporto fra dipendenti e Amministratori della Banca, al fine di coltivare la conoscenza e la relazione reciproche, sia tramite l invio ai dipendenti della sintesi dei lavori del CdA sia tramite specifici incontri. Ripensare la struttura dell incontro annuale di Cattolica al fine di avere più tempo e spazio per condividere, discutere e programmare. Continuare a lavorare per una migliore efficienza della comunicazione interna. Tenere alto l impegno di coerenza con il principio di trasparenza, sia verso l interno che verso l esterno, in qualsiasi settore o attività della banca. 21

24 II) Stimolare chi riceve il credito a sviluppare le competenze, le capacità e l autonomia necessarie ad acquisire la responsabilità economica, sociale ed ambientale. Autonomia Responsabilità socio ambientale Innovazione Confronto DISEGNO STRATEGICO - Valorizzare persone e realtà che si propongono di realizzare ed offrire beni e servizi, prestando particolare attenzione ai processi affinché essi siano rispondenti ai valori della solidarietà, della partecipazione, della trasparenza. - Attivare le reti locali per rispondere in modo più adeguato alle esigenze di credito delle singole realtà, studiando modalità di valutazione più vicine alle peculiarità delle realtà richiedenti il finanziamento. - Rendere bancabili, anche attraverso un processo di accompagnamento, persone, gruppi ed enti che si trovano in situazioni di difficoltà. Creazione di un modello operativo imperniato su specifiche convenzioni con realtà locali per una attività decentrata di preistruttoria delle domande di fido Sviluppo del ruolo dei soci nelle procedure di valutazione socio ambientale; realizzazione di un percorso di formazione per valutatori sociali Collaborazione con ufficio progetti e comitato etico per il miglioramento del modello VA.R.I., adattandolo ad un analisi il più possibile tarata sulla specificità dei singoli contesti territoriali e dei vari ambiti di intervento Sviluppo di un progetto formativo a distanza per acquisizione delle competenze necessarie alla stesura del bilancio sociale o di altri strumenti di rendicontazione sociale agli operatori/amministratori delle realtà affidate Promozione, attraverso la partecipazione a progetti comunitari come Equal o Sovvenzione Globale, della lotta contro le discriminazioni e le disuguaglianze nel mondo del lavoro e la promozione dell impresa sociale come valido e adeguato strumento per dare lavoro alle persone svantaggiate Sviluppo del progetto Terra Futura finalizzato al confronto tra il mondo economico, la società civile e gli enti locali per la realizzazione di attività coerenti con uno sviluppo sostenibile Sviluppo, attraverso la Fondazione, di strumenti di analisi socio ambientale, con particolare attenzione alla valenza formativa che questi hanno per le realtà che si avvicinano a Banca Popolare Etica Commenti dei dipendenti Individuare nuovi modelli per la misurazione sociale, ambientale ed economica delle pratiche finanziate e da finanziare, che permettano alla Banca di monitorare il successo dell iniziativa finanziata da un punto di vista sociale, ambientale ed economico. Tutto ciò servirà alla Banca per capire se: l attività di concessione del credito ha veramente premiato le iniziative meritevoli per elaborare strategie future più mirate; non solo, ma anche per creare una banca dati, con informazioni che possono essere diffuse ai soci, ai clienti ed alla stampa. Nel processo di definizione delle convenzioni, cercare di interagire con tutte le aree della banca che sono interessate, al fine di rendere più efficiente l analisi dell impatto delle convenzioni sull operatività della banca e così prevenire eventuali difficoltà in fase di attuazione. 22

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