ORIZZONTI augura buone ferie ai propri lettori, in agosto la rivista non uscirà: ci rivediamo a settembre!! IN QUESTO NUMERO: ASSOCIAZIONE CULTURALE

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1 ASSOCIAZIONE CULTURALE NUMERO 9 GIUGNO 2009 LA FIERA DI LAMPORECCHIO, UNA TRADIZIONE ANTICA IN QUESTO NUMERO: pag. 2 Fiera Lamporecchio 2009: il programma pag. 3/4 Ferruccio Ubaldi: La Fiera di Lamporecchio negli anni 50 pag. 5/6 Dott. Tommaso Rubino: Creme solari, che cosa c è da sapere pag. 7 Pro Loco - San Baronto: Arte in Fiera 2009 pag. 8/9 Stefano Ferrali: La storia del nostro paese, dalle origini fino all unità d Italia PARTE 3^ pag. 10 Intervista a Sara Bonacchi: La situazione turistica del Montalbano di Massimo Mancini pag. 11 Agraria Montalbano: Attenzione alla mosca pag. 12/13 Michela Cammilli: Pia de Tolomei > La Pia del nonno pag. 14 Il fontanello di Lamporecchio: un successo La Posta di Orizzonti pag. 15 Paola Biondi: Dalla parte della donna, contro la violenza > esprimi te stessa pag. 16 Valter Ciurli: Riflessioni post elettorali... pag. 17 pag. 18 pag. 19 pag. 20 pag. 21 pag. 22 pag. 23 Dott. Gualtiero Martini: A.P.S. Canna Lampo, una tradizione vincente del nostro paese Dott. Spartaco Capaccioli: La manovra d estate 2009, le novità sotto l ombrellone Simona Bertoncini: Tutti a cuccia, alla base di tutto, l amore per gli animali. Danilo Leporatti: C S I calcio open, Mastromarco campione d Italia... per la terza volta Stefano Ferrali: Federico Pacini è il Campione Europeo di Thai Box Calcio a 5 femminile: la Lampo 1919 conquista il Titolo Regionale e la Coppa di Lega Provinciale Giuliano Baronti, una vita per il ciclismo di Massimo Mancini ORIZZONTI augura buone ferie ai propri lettori, in agosto la rivista non uscirà: ci rivediamo a settembre!! DEA PARTY ORGANIZZA IL TUO EVENTO PRESSO IL TUO DOMICILIO O IN LOCATIONS APPOSITAMENTE PREDISPOSTE

2 pag. 2 N. 9 LUGLIO/AGOSTO 2009

3 N. 9 LUGLIO/AGOSTO 2009 LA FIERA DI LAMPORECCHIO NEGLI ANNI 50 di Ferruccio Ubaldi Questo è un personale amarcord della mia adolescenza, ma è anche la testimonianza di un mondo semplice, frugale e forse un po ingenuo che è passato per sempre. I giorni precedenti alla festa attendevamo con grande interesse l arrivo dei carrozzoni dei giostrai, i quali avrebbero eretto i baracconi che avrebbero costituito il Luna Park e pregustavamo quella specie di paese dei balocchi che sarebbero diventate le due piazze principali e fremevamo d impazienza. Il mattino del primo martedì d agosto c era praticamente un mercato più importante del solito, ma oltre alle normali merci, c erano parecchi banchi di giocattoli, di dolci e di bibite. Oltre a questi, in quell occasione, c erano anche diversi venditori, o meglio imbonitori delle merci più strane e per prima cosa noi ragazzi facevamo un giro per vedere tutto ciò che era in vendita o faceva spettacolo..c erano banchetti con bottiglie pieni di sciroppi coloratissimi e sbarre di ghiaccio che venivano grattate con una specie di pialletto metallico che accumulava al suo interno dei granuli come di sale grosso. L ordigno veniva poi aperto e vuotato in un bicchiere, il ghiaccio tritato veniva compresso e dopo l aggiunta di sciroppo di menta o di granatina, veniva consegnato con un cucchiaino al cliente. Che delizia col caldo d agosto! Che squisitezza! Allora nelle case non c era il frigorifero e sentirsi in bocca qualcosa di dolce e ghiacciato era una goduria indescrivibile. Piazza Nuova (IV novembre), l autopista, uno dei giochi più apprezzati, più un tiro a segno occupavano quasi completamente la piazza, mentre di fronte, vicino alla fontana c erano vari venditori di animali. Erano quasi tutte bestiole da cortile e molti contadini facevano corona a quello spazio intorno a maialini, conigli e gallinacei. Galline bianche livornesi si alternavano con le padovane rossicce e con le mugellesi col gallettino fiero e coloratissimo; c era perfino una razza di polli col collo nudo e spelacchiato, buffissimi, ma se vantavano le carni squisite. Altri offrivano paperi, anatre bianche o nere e faraone, c erano perfino due cucciolate, una di setter e l altra di pointer. Davanti al bar di Ilio, La Toscana, dove oggi c è il ristorante Masetto, due cantastorie si erano sfidati richiamando un folto pubblico che faceva tifo ora per l uno, ora per l altro a seconda delle battute. I cantastorie erano poeti estemporanei che cantavano di poesia in ottava rima e talvolta, appunto, si sfidavano allegramente a colpi di stornelli a dispetto e quando c era qualche doppio senso piccante la gente scoppiava in fragorose risate ed applausi. I versi che allora erano giudicati sfacciati, ora non turberebbero nemmeno i bambini di un asilo di suore. Un poco più i là, davanti all Albergo Ristorante Bar L Appennino di Guido del Moro dove oggi c è la farmacia, un altro cantastorie, di fronte a un cartellone con parecchi quadri orripilanti, cantava fonte Bernabei Giada - giovani alla fiera di Lamporecchio pag. 3 la fosca storia dell infame saponificatrice, un assassina allora celeberrima che aveva ucciso diverse donne e per farne sparire i cadaveri ne aveva fatto sapone. Spesso i cantastorie traevano ispirazione dalla cronaca nera più raccapricciante che aveva turbato profondamente l opinione pubblica. Proseguendo il giro, fermandoci a guardare i posti che i genitori definivano delle fregature, come la Rosina, una specie di roulette e le pesche, dove prendevamo un biglietto che avrebbe dovuto farci vincere premi meravigliosi esposti al nostro desiderio. In effetti non ho mai visto vincere qualcuno di quei premi, se non da qualche compare. Più interessante ancora era il gioco delle tre carte o dei tre campanelli che certi mariuoli proponevano con abilità e succedeva che qualche ingenuo ci rimettesse anche somme rilevanti nella smania di volersi rifare delle perdite. Davanti al bar Marino e nella curva di via Vitoni, tre imbonitori da tre punti diversi proponevano l acquisto di meravigliosi ritrovati. Il primo vantava le straordinarie qualità dello specifico del professor Clark, un geniale ricercatore dell Università del Kansas in odore di premio Nobel. Il ciarlatano spiegava la geniale scoperta del professore: come il vaccino allena il nostro corpo alla lotta contro il vaiolo, lo specifico addestra l organismo a resistere ai più svariati malanni, dal mal di testa alla nausea da gravidanza, dalla tosse alla gastrite... e non ricordo più da quanti e quali acciacchi ci avrebbe potuto salvare. Un altro banchetto offriva dei vasetti di vetro col tappo a vite contenenti una pomata che odorava fortemente di canfora e, a detta dell informatore scientifico, era una vera risorsa contro le contusioni, le scottature, le distorsioni, le punture d insetti e perfino come emolliente prebarba, ma quello che face va più affari era un altro ciarlatano che offriva vasetti di coccio contenenti uno scuro unguento nauseabondo dall odore rancido, composto, a suo dire, di grasso di tasso e d orso, insuperabile per il mal di schiena e le contusioni. Nello spiegare tutto questo mostrava un tasso impagliato ed una zampa d orso e molta gente comprava quei vasetti, perché lo sapevano tutti che quei grassi facevano davvero tanto bene alle ossa. La piazza del Comune era piena di giostre coi cavalli, con le automobiline e più avanti quella volante, detta popolarmente giostra a calci in culo, inoltre il Castello degli orrori, con fantasmi scheletri e divertenti specchi deformanti, il baraccone della donna-ragno dove una disinvolta ragazzotta spuntava da una palla di cartapesta nera con lunghe zampe metalliche piegate a somiglianza di un ragno. Quelli che uscivano dopo aver visto il fenomeno ridevano e dicevano che un trucco stupido come quello non avrebbero potuto immaginarlo, ma non se Associazione Culturale Orizzonti - Registrazione Tribunale di Pistoia n. 7/2008 del 11/11/2008 # Direttore Responsabile: Massimo Mancini - Redazione : Massimo Mancini - Pubblicità: Stefano Ferrali - Sede Via G. Di Vittorio, 25 - Lamporecchio (PT) - Tel/Fax 0573/ e.mail : mensileorizzonti@alice.it - Stampa e Grafica: Nuova Tipografia Romani - Monsummano Terme (PT) - Fotografie: M. Mancini, S. Ferrali, Monia Leone e Foto Nucci - Anno 2 n. 7 Luglio/Agosto 2009

4 pag. 4 N. 9 LUGLIO/AGOSTO 2009 SEGUE: LA FIERA DI LAMPORECCHIO NEGLI ANNI 50 di Ferruccio Ubaldi la prendevano. Nel baraccone del vitello a due teste c era una specie di mummia animalesca bicefala e una gran dovizia di giornali incorniciati, anche con qualche fotografia, che davano la notizia dell evento. Avevano successo anche i tiri a segno, dove si sparava qualche serie di colpi coi fucili ad aria compressa e dove si poteva anche vincere un premio, normalmente una bottiglia di orribile spumante. Ma quello che attirava più di tutto noi ragazzi era l autopista dove il divertimento era il più grande e purtroppo il più costoso, specialmente dopo cena, quando i tempi erano raccorciati e con nostro disappunto suonava la cicalina e dovevamo consegnare un altro gettone ad un agile ragazzo che saltava da una macchina all altra. Non era solo la soddisfazione di guidare un automobilina, lo scopo era anche di invitare una ragazza a condividere la corsa e quando ci riuscivamo ne eravamo molto fieri. E vero che tutti avrebbero cercato di speronarci, ma questo faceva parte del gioco e accresceva il nostro orgoglio. Scrutavamo senza parere ma con interesse i cambiamenti delle nostre amiche, gli abiti estivi tradivano lo sbocciare di acerbe rotondità che provocavano in noi le prime pruriginose curiosità. IL FIERINO La mattina del Fierino i banchi erano smontati o coperti, la manifestazione principale di quel giorno era la fiera dei ciuchi e dei cavalli, oltre ai bovini, che cominciava nel primo pomeriggio e Via della Chiesa (N.d.R. Via Vitoni) per la vicinanza con la Piazza dei Macelli (N.d.R. Piazza La Marmora) e la presenza di tanti stimati barrocciai, costituiva la scena delle contrattazioni fra acquirenti, venditori e sensali. In piazza si contrattavano soprattutto i ciuchi e i bovini, ma gli affari di cavalli si concludevano davanti alla casa di Cencio Tesi che era considerato il più autorevole dei barrocciai. La strada si riempiva di appassionati di tutto Lamporecchio ed anche dei paesi limitrofi, oltre a quelli residenti in quella via. Mi ricordo di alcuni come Ugenio del mulino, Cadi (Gamenoni), Gigi e Berto Francesconi, Nipi (Ferretti), Gigetto Giannoni (il mugnaio), Didolo (Leporatti), Lulli (Cioli), Tassino (Venturini), Mone (Pierozzi), Topino (Vescovi) e tanti altri di cui non ricordo i nomi. Io ero Lamporecchio: giovani al bar nel 1953 FOTO NUCCI attirato dai cavalli, ma nello stesso tempo esitavo a prendermi troppe confidenze con loro perché avevo visto più volte gli equini scalciare ed anche mordere le persone. A onor del vero, le bestie in questione era anche troppo giusto che fossero nervose perché queste reazioni violente le avevo osservate in occasione della castrazione che il Veterinario Dott. Lassi organizzava due volte l anno nel cortile davanti al suo ambulatorio. Tutti questi appassionati prendevano parte alle contrattazioni e i mediatori si sforzavano ad afferrare le mani dei contraenti cercando di farle incontrare. - Tocca qui, tocca qui! - Urlavano e mentre i due facevano finta di non voler far l affare e si tiravano indietro, ma non troppo, se il sensale riusciva a far toccare le mani l affare era concluso ed ognuno dei contraenti simulava scontentezza, affermando di averlo preso in tasca. A quei tempi nemmeno i carrettieri praticavano comunemente il turpiloquio che oggi usano tranquillamente anche e forse soprattutto i giovani. Bisogna anche aggiungere, per la verità, che i loro discorsi erano punteggiati di resie spesso elaborate e pittoresche, ma forse anche questa brutta abitudine era una distorta manifestazione di fede. Naturalmente i più accreditati barrocciai erano consultati e davano il loro parere discretamente ai richiedenti, ma la bocca della verità e ultimo giudice era Cencio, perché il suo parere era il più autorevole e quindi definitivo. Il Dott. Lassi, impeccabile col suo vestito avorio, camicia bianca, cravattino nero col fiocco all anarchica e panama in testa, col suo mezzo toscano in bocca, veniva a dare uno sguardo, ma non voleva mai esprimere un parere sugli animali in vendita e si rifiutava di prender parte alle dispute. Talvolta andavo a casa e dalla finestra del salotto, con le persiane accostate assistevo con mia madre alle vertenze, ai detti ed ai proverbi sciorinati dai mediatori e dai presunti contraenti, uscivano fuori certe discussioni divertenti e spiritose anche quando tutti erano convinti e contenti per l affare che si sarebbe sicuramente concluso. Era un gioco ed un rito e s intrecciavano le dichiarazioni. --Un lo vedi che è brescio?-- --Guarda che schiena avvallata, questo tu l ha sfiancato!-- --E un tu mi convinci, questo lo deve avé avuto Garibaldi, è bell e vecchio, o un si vede?-- --Allora un te ne ntendi, guardagli i denti, Gennaro vien qua, quant anni pol avé questa bestia?-- --Ha visto? che ti dicevo io!-- --Te tu spregiudichi, ma chi disprezza vol comprare!-- Talvolta il cavallo veniva provato attaccandogli un barroccio e percorrendo di corsa la via fino all asilo delle suore e ritorno producendo una nuvola di polvere per la strada non ancora asfaltata e anche allora c erano contestazioni: --Ha vi- il mercato del bestiame sto come va, questa è una bestia di sangue Sie! Guarda che buo di culo infiammato che ha, te questa settimana tu gli ha dato altro che orzo e avena, eh ci credo che trotti!-- --Noe, questa è una bestia di forza e generosa. Anche se a Maestromarco tu fai una carica di mattoni, anche se è motoso, lui ti sale fino in cima senza trapelo dal fondo della fornace. Eh tu lo sai che è un gran cavallo!-- All imbrunire la fiera dei ciuchi e dei cavalli finiva e i banchi venivano di nuovo approntati. La sera, dopo cena, con i pochi soldi rimasti, noi ragazzi facevamo le ultime compere e gli ultimi giri dell autopista dosando bene le nostre spese per arrivare a mezzanotte, quando iniziava lo spettacolo pirotecnico. Feci diversi giri con la mia fidanzatina sulle vetturette dell autoscontro finché non rimasi senza una lira. Ci saremmo rivisti per assistere assieme ai fuochi artificiali. Non saremmo certo stati soli, le girandole erano in Piazza del Comune e i razzi partivano dal ponte del Parco, che allora attraversava la via per San Rocco; perciò saremmo stati vicini tra la folla, lei sarebbe stata con sua madre, ma io mi sarei portato come per caso accanto a lei e forse sarei riuscito a stringere qualche volta la manina del mio piccolo grande amore. Andò tutto come speravo e mentre tutti guardavano in alto riuscii a prenderle la manina sudata per l emozione e anche a stringerla alla vita. Che estasi! Allora ci si contentava di poco e poi ero un ragazzo... Dopo il pistolotto finale, tutti a casa. Rientrai pimpante trovando per la prima volta i miei genitori coricati prima di me. La mia fiera era finita ed era stata piena e meravigliosa, avevo impiegato bene ogni minuto, avevo visto tante cose e ad un banco di residuati di guerra americani avevo comprato un paio di potentissime calamite che avevano fatto parte di un cercamine, avevo assistito alle pittoresche contrattazioni e prove dei barrocciai, avevo toccato e carezzato parecchi cavalli senza troppo timore. Oltre a questo avevo vinto una bottiglia al tiro a segno, avevo fatto parecchi giri sulle macchinine dell autopista insieme alla mia ragazza e infine l avevo stretta a me in piazza durante i fuochi... Se sulla terra si può essere felici, quella sera lo ero. Ferruccio Ubaldi i fuochi del fierino

5 N. 9 LUGLIO/AGOSTO 2009 pag. 5 CREME SOLARI: che cosa c è da sapere a cura del Dott. Tommaso Rubino nche questo argomento di stagione mi sembra Apiuttosto complicato per cui cercherò di affrontarlo in modo serio evitando quindi le banalizzazioni che si ritrovano in questo periodo sui giornali per donne tipo Novella Bisogna innanzitutto dire che la luce solare viene comunemente associata al concetto di bellezza e di attrazione sessuale ed è quindi un mezzo per aumentare l autostima, per questo si tende a sovresporsi in età giovanile quando, volendo beccare, si scopre la maggior parte del corpo, mentre le vecchie che per giusta pudicizia si coprono (un milanese in sala d attesa leggendo la bozza di questo articolo mi dice che non si dice le vecchie, ma le signore anziane..), dovrebbero invece fare il contrario perché il sole è il principale attivatore della vitamina D contro l osteoporosi - questo concetto può valere anche per i bambini contro il rachitismo, oggi peraltro quasi scomparso -, la vitamina D inoltre risulta efficace nel prevenire il cancro del colon. Il sole ha infine anche un effetto antidepressivo per cui andare al mare, se non si trova la fila sull autostrada e casino fra gli ombrelloni e si trova subito il parcheggio, dice che rilassa. Gli effetti delle esposizioni solari sono cumulativi ed a 21 anni, secondo studi recenti, la maggior parte di noi ha già fatto il pieno, ha cioè acquisito l 80% della dose totale potenzialmente cancerogena, per questo è importante prenderlo bene il sole, cioè poco, specie da giovani e nell infanzia. I raggi solari emettono una luce visibile, gli infrarossi e gli ultravioletti - UV - e sono questi ultimi che interessano la nostra trattazione perché sono quelli che danneggiano provocando l attivazione ed inibendo l inattivazione dei radicali liberi (non quelli di Pannella che fanno comunque casino) e riducendo le concentrazioni cutanee di sostanze utili quali carotene e glutadione. Gli UV si distinguono poi in UVA ed UVB, i primi sono quelli delle lampade che si fanno dall estetista che abbronzano stimolando la melanina, questi UVA riescono anche ad andare più a fondo nella cute per cui sono responsabili del danno cronico (tumori ed invecchiamento), gli UVB hanno invece più energia ma, per loro caratteristiche particolari, non riescono a penetrare a fondo sulla nostra pelle per cui si stima che, anche per motivi ambientali, ne arrivino in media sulla nostra pelle circa 18 volte meno degli altri; questi UVB sono responsabili dell arrossamento e del danno acuto (in realtà questo avviene anche perchè la presenza di UVB varia a seconda delle ore della giornata mentre gli UVA sono costanti). La presenza sulla terra di queste radiazioni è massima durante quella che si chiama la controra cioè le o, secondo l ora legale, le 11-15; il loro assorbimento è pertanto diverso non solo a seconda dell ora ma anche dei mezzi attraverso cui questi raggi passano come ad esempio le nuvole, il vetro di casa o della macchina e gli abiti che indossiamo: si dice che una maglietta bianca ha un potere di protezione equivalente ad una crema fattore 9 mentre per un jeans i valori sono di circa 1571, 280 è la protezione che offre la seta e 16 la lana; inoltre, come tutti sanno, gli abiti scuri proteggono più di quelli chiari mentre i tessuti bagnati divengono trasparenti agli uv con facilità ma sono più graditi perché fanno vedere il disotto; il bagno in acqua e la sabbia riflettono il 20% dei raggi solari per cui aumenta il potere dell abbronzatura mentre il sole preso in alta montagna può corrispondere ad un grado di insolazione estrema a causa del riverbero della neve (80% di riflessione) e della maggiore vicinanza con la fascia atmosferica. I danni solari non riguardano solo l ustione o i tumori della pelle (che comunque non fanno parte di questa trattazione che si limita ad indicare un corretto uso delle creme solari), ma riguardano anche le interazioni con molti farmaci: fra i più importanti posso citare la pillola anticoncezionale, molti antinfiammatori, alcuni antibiotici (non tutti) ed alcuni diuretici usati per la cura della pressione arteriosa (idroclorotiazide - leggete sulla scatolina perché è contenuta in molti prodotti di uso quotidiano ed andando al sole ci si può bruciare); sono poi note le fotoallergie - vere e proprie allergie al sole con formazione anche di anticorpi - e le fototossicità cioè le ustioni provocate da sostanze chimiche ad es. il latte di fico che le nonne ci davano per abbronzarci o il bergamotto contenuto in molti profumi (mai andare al mare profumati perché se senza profumo si rischia di non acchiappare, sicuramente non si rimane ustionati - analogamente le creme solari con profumo andrebbero evitate). Ci sono quindi le fotodermatosi cioè delle malattie che sono peggiorate con il sole, la più nota fra le quali è il lupus, ma non è frequente e ci sono i danni da UV artificiali cioè, specie per l età giovanile, da abbronzatura artificiale: non sono molti infatti i controlli ed i regolamenti che devono rispettare i centri in cui si possono fare le lampade, spesso non c è una preselezione medica e chiunque può accedervi per cui i danni possono in qualche caso accadere: in questi centri l abbronzatura artificiale dovrebbe essere comunque vietata al di sotto dei 18 anni e al di sopra dei 60 ed alle donne in gravidanza (cosa la fanno a fare queste ultime due le lampade!!!), alle donne che assumono anticoncezionali, ai soggetti che hanno o hanno avuto malattie autoimmuni, ai soggetti in trattamento farmacologico con farmaci attivi alla luce, inoltre è dimostrato che l abbronzatura artificiale protegge meno di quella naturale. Il sole è infine responsabile del fotoinvecchiamento, cioè dell invecchiamento precoce della cute, che si manifesta in età matura ma che dipende per l 80% dal sole preso prima dei 21 anni, tale patologia si manifesta con secchezza, desquamazione, indurimento della cute e successiva comparsa di rughe, questo tipo di invecchiamento è tipico delle ex belle donne che da giovani hanno imitato un po troppo le salamandre e dipende non solo dalla quantità di luce solare assunta nel tempo ma anche dal fototipo cioè dal tipo di pelle di chi lo assume, come esposto nella tabella che segue in cui viene indicata anche la protezione da mettere:

6 pag. 6 N. 9 LUGLIO/AGOSTO 2009 segue: creme solari, che cosa c è da sapere Fototipo Sensibilità agli UV Comportamento in occasione dell esposizione al sole 1 Nordici Elevata PROTEZIONE ESTREMA oltre 50 (50+) in caso di insolazione Pelle chiara capelli rossi Si scotta sempre con PROTEZIONE ALTISSIMA 50 in caso di insolazione intensa o biondi occhi chiari facilità, non si abbronza PROTEZIONE ALTA 30 ed oltre in caso di insolazione media 2 Europei chiari Elevata PROTEZIONE ALTISSISMA 50 e 50+ in caso di insolazione elevata Si scotta sempre con PROTEZIONE ALTA 30 ed oltre in caso di insolazione intensa facilità, si abbronza poco PROTEZIONE MEDIA in caso di insolazione media 3 Europei scuri Media PROTEZIONE ALTA 30 in caso di insolazione elevata Si scotta sempre moderatamente, PROTEZIONE MEDIA in caso di insolazione intensa si abbronza gradualmente PROTEZIONE BASSA 6-10 in caso di insolazione media 4 Ispanici asiatici Scarsa PROTEZIONE BASSA 6-10 in caso di insolazione intensa o elevata Si scotta minimamente, si abbronza sempre e con rapidità 5 Popolazioni tropici Minima NESSUNA PROTEZIONE Raramente si scotta, si abbronza intensamente e con rapidità 6 Africani Nulla NESSUNA PROTEZIONE Non si scotta mai, sempre intensamente pigmentato Pertanto, per una corretta applicazione di una crema solare bisogna tener conto, oltre che del fototipo, cioè della costituzione individuale, anche delle condizioni ambientali di insolazione, si parla quindi di indice UV, comunicato da alcuni bollettini metereologici,, tale indice va da 1 a 10 ed esprime l indice di insolazione cioè i valori di irraggiamento che tengono conto oltre che della quantità di radiazioni che arrivano sulla terra anche di vari altri fattori quali altitudine, latitudine, umidità dell aria, terreno, presenza di nuvole, bagno in acqua ecc. ed il rischio varia di conseguenza e varia anche il grado di protezione e di abbronzante da darsi. Va da sé che le la diversa gradazione delle diverse creme solari è utile per prevenire il fotoinvecchiamento, le ustioni e quindi, a lungo termine, anche alcuni tumori della pelle (per il melanoma, il tumore dai nei, sembra valga il sole preso prima dei 15 anni), per tutte le altre patologie prima citate occorre una protezione estrema (fino a 50) indipendentemente dal grado di insolazione. Esistono 2 tipi principali di filtri solari: i fisici ed i chimici. I fisici semplicemente riflettono le radiazioni solari e bloccano tutto l UVB e d una parte dell UVA, sono poco allergizzanti e poco resistenti all acqua, i chimici di nuova generazione invece assorbono gli tutti gli UVB e fino al 98% degli UVA. La tendenza attuale delle industrie cosmetiche è quella di combinare un filtro fisico ad un filtro chimico per ottenere i migliori risultati di protezione, ci sono i filtri chimici cosiddetti organici di nuova generazione che sono delle grosse mol.ecole stabili che non si rompono in piccoli pezzi e quindi non danno allergia, questi particolari filtri chimici hanno quindi anche potere riflettente comportandosi come un filtro fisico. Il fattore di protezione (spf -sun protecting factor -) che trovate sulla confezione del filtro solare indica la capacità del filtro di proteggere dagli uvb: per esempio protezione 10 significa che il soggetto che senza filtro si scotterebbe dopo 10 minuti con il filtro potrà esporsi 10 volte di più cioè 100 minuti senza scottarsi. (ho messo fra virgolette questa frase perché non sono tutte parole mie ma, in parte, le ho scaricate da internet). I filtri vengono commercializzati in diverse forme (gel, crema, stick, oli, spray, ecc), gli spray sono molto graditi perché asciugano subito e non si attaccano alla sabbia, gli stick servono per coprire zone limitate esempio le macchie scure e sono utili per le labbra. I solari con soli filtri fisici, utili anche per coloro che hanno qualche allergia a sostanze chimiche, sono solari che in genere hanno una consistenza bianca pastosa e la cute appare pure biancastra (effetto mummia che rende l individuo poco beccabile) dopo la loro applicazione sono quindi poco gradevoli per l uso; come si è detto riflettono ma non assorbono gli uv. Per un solare normale si parla di protezione bassa 6-10, media 15-25, alta protezione a 30-50, altissima protezione o protezione estrema fino a 50+ (quando di trova un + accanto ad un solare è indice di protezione estrema). Per quanto riguarda i bambini c è da dire che, a seconda degli autori, gli schermi solari non dovrebbero essere usati prima dei sei mesi di età o prima dei tre anni: nei primi anni il bambino non dovrebbe comunque essere esposto al sole diretto e quindi non dovrebbe avere la necessità di usare uno schermo solare. Inoltre vi è il rischio che l assorbimento degli agenti chimici e degli altri prodotti applicati possa causare effetti collaterali di tipo allergico o tossico visto che fegato e rene nel bambino non funzionano ancora bene, per cui se proprio si deve dare un solare ad un bambino è preferibile usare un filtro fisico. Ogni solare ha un azione di circa 2 ore per cui dopo questo periodo andrebbe riapplicato; sconsiglio i solari resistenti all acqua perché in caso di allergia sono difficili da rimuovere, i solari resistenti all acqua di ultima generazione resistono all acqua ma non resistono invece allo strofinamento dell asciugamano. L esposizione deve essere graduale, così come la riduzione progressiva del fattore di protezione nel solare che si usa, ma la quantità di prodotto che si applica deve essere sempre abbondante - da uno studio fatto sembra che ne applichiamo solo un terzo del necessario -. Essendo poi tutte le creme veicolo di germi e batteri, la loro scadenza reale deve essere annuale altrimenti, se si usa la crema dell anno prima, oltre alla minore efficacia ed al maggior rischio di allergie causate dalla degradazione delle sostanze può anche essere causa di infezioni per i germi che essa contiene. Le creme snellenti o dimagranti contengono oltre al filtro solare anche altre sostanze (caffeina, centella, amidi ecc) che possono sensibilizzare, per cui sono sconsigliate, e poi ditemi voi quando una crema snellente ha mai funzionato. Ultimamente, infine, si sono diffuse anche le creme autoabbronzanti ma i loro effetti sulla salute della pelle non sono stati ancora studiati, per cui sarebbe meglio evitare di fare un uso sconsiderato di questi prodotti: lo sostiene una ricerca pubblicata sul Journal of the American Academy of Dermatology. Si tratta di fatto di creme contenenti delle sostanze che si scuriscono al sole ma non stimolano la produzione di melanina ( si può dire pertanto che come esistono i seni finti così ci sono anche le abbronzature finte ) Infine.. e qui devo fare un eccezione all obbligo che mi sono posto di non far nomi commerciali, poche informazioni riguardo l ustione solare: dopo che ci si è ustionati al sole meglio prendere del cortisone per bocca o in puntura (Bentelan o simili) ed evitare troppi impiastri locali; le creme idratanti dopo sole servono solo - come dice il nome - ad idratare la pelle dopo il sole, non a far guarire. Al limite, se l ustione si limita al I grado, con la pelle solo rossa anche se di un rosso molto intenso, consiglio di usare il Praesidium gel riparatore, una due volte al di molto efficace nelle 24 ore - non quindi nei minuti, come si vorrebbe a Lamporecchio, stressando anche il medico, dopo solo un quarto d ora di applicazione Dott. Tommaso Rubino

7 N. 9 LUGLIO/AGOSTO 2009 pag. 7

8 pag. 8 LAMPORECCHIO: LA STORIA DEL NOSTRO PAESE DALLE ORIGINI FINO ALL UNITA D ITALIA - parte 3 - a cura di Stefano Ferrali SEGUE DAL NUMERO PRECEDENTE: A questa epoca (1360 c.ca) risale il primo sigillo del nostro comune, che ancora si conserva nel museo fiorentino del Bargello. In questo stemma è rappresentato un leone rampante che tiene nella zampa destra un ramoscello di olivo. Di questo originario simbolo del nostro paese si erano per così dire perse le tracce, infatti quando nel 1864 il Barone Bettino Ricasoli commissionò al Cav. Luigi Passerini un elenco completo degli stemmi dei Comuni toscani, quest ultimo si trovò nella necessità di crearlo poiché, evidentemente, quello originario si era perduto nelle pieghe della burocrazia di allora. Fu allora che nacque l attuale stemma di Lamporecchio che, come possiamo apprendere dal sito internet ufficiale è così definito: D azzurro, alla fascia alternata di losanghe dello stesso nel campo d oro e d oro nel campo d azzurro, sormontata da una torre, di rosso aperta e finestrata del campo e accompagnata in punta da un albero movente da una pianura, il tutto al naturale - Il castello presente nello stemma ricorda l antica struttura fortificata, il cosiddetto Castellaccio che fu il primitivo nucleo abitato di Lamporecchio. La fascia di losanghe azzurre costituisce un chiaro riferimento allo stemma della potente famiglia Rospigliosi (N.d.R. della quale parleremo in un numero successivo), originaria di Milano ma presente e particolarmente attiva in questa zona del pistoiese fin dal quattrocento. L olivo infine costituisce, dal punto di vista naturalistico, l elemento emblematico di Lamporecchio, rappresentando la fertilità delle dolci colline del paese...e ne ricorda uno dei suoi prodotti più pregiati: l olio. Valerio Bonfanti Percorsi nella storia e nell arte di un paese del Montalbano: Lamporecchio, La legittimità dello stemma attuale, è L antico stemma del Comune di Lamporecchio conservato nel Museo del Bargello a Firenze Le losanghe della famiglia Rospigliosi L attuale stemma di Lamporecchio N. 9 LUGLIO/AGOSTO 2009 stata ufficialmente ratificata da una delibera del Consiglio Comunale del 28/12/1992. Ma torniamo agli inizi del 1700 quando Lamporecchio si trovò ad essere amministrata da Larciano, nell anno 1775 addirittura entrò a far parte della comunità di Serravalle Pistoiese. Finalmente nel 1810 si distaccò da tutti e divenne un comune autonomo con un proprio municipio (il palazzo comunale non si trovava nella dislocazione attuale ma bensì nella zona di Ceppeto, a circa metà strada sulla lunghezza dell attuale borgata) e in questa condizione amministrativa, potette presentarsi all annessione del Granducato di Toscana al Regno d Italia nel mese di marzo del Lamporecchio nel 1800, doveva essere comunque un piccolo centro senza molta continuità abitativa, come testimonia questa descrizione effettuata approssimativamente nel 1830 dallo storico Emanuele Repetti, per noi reperita dalla Dott.ssa Cammilli Michela: Emanuele Repetti nacque a Carrara nel 1776; farmacista appassionato di scienze e natura, è stato geografo e storico. A partire dal 1830 si dedicò a un opera ambiziosa: comporre un dizionario in cui descrivere la storia naturale e civile di ogni paese della Toscana. Cominciò così una serie di gite ed escursioni in tutta la regione, in modo da raccogliere il maggior numero di informazioni. Il Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana fu pubblicato a fascicoli tra il 1833 e il 1846 ed ebbe una grande diffusione. LAMPORECCHIO (Lamporeclum) sul Monte Albano nel Val d Arno inferiore. Villaggio spicciolato ch ebbe un qualche fortilizio, da cui ricevè l onorevole titolo di castello che dà nome ad una chiesa plebana (S. Stefano). [ ] Gli manca una riunione di fabbriche con strade che circoscrivono una porzione di terreno col nome specifico di questa popolazione, che è spicciolata in poderi, case e ville sparse su per la gibbosa pendice occidentale del Monte Albano. Tale può dirsi la villa di Spicchio dov è la maestosa casa di campagna

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