PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

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1 Comune di Pozzuoli PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE 01 PARTE GENERALE Il Progettista Arch.Cinzia Craus Collaboratore per le elaborazioni GIS: Dr.Giuseppe Ametrano

2 Premessa... 3 Il Sistema Comunale di Protezione Civile... 8 Dati di base territoriali I Rischi sul territorio e la Definizione degli Scenari Rischio Idrogeologico Rischio incendi boschivi Rischio incendi di interfaccia Rischio Sismico Bradisismo Rischio Vulcanico Rischio Urbano Le aree di emergenza APPENDICE: TABELLE DATI

3 Premessa Nell ambito dell aggiornamento del Piano di Emergenza Comunale in ottemperanza alla Legge n. 100 del 12 luglio 2012, pubblicata nella G.U. del 13 luglio 2012, n Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 maggio 2012, n. 59, recante disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile, con Determinazione dell Unità di Staff del Servizio di Protezione Civile del Comune di Pozzuoli n 2234 del 28/11/2014, veniva conferito al sottoscritto incarico di consulenza e supporto tecnico per la redazione della Pianificazione di Emergenza del Comune di Pozzuoli. Il progetto, finanziato con fondi P.O.R. Campania F.E.S.R Asse 1 Sostenibilità ambientale e attrattività culturale e turistica. Obiettivo Specifico 1.b Rischi Naturali. Obiettivo Operativo 1.6 "Prevenzione dei rischi naturali ed antropici". Interventi finalizzati alla predisposizione, applicazione e diffusione dei Piani di Protezione Civile (D.G.R.C. n. 146 del 27 maggio 2013), prevedeva che l elaborato rispondesse alle Linee Guida emanate allo scopo dalla Regione Campania e alle indicazioni operative del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale. La complessità del territorio, la forte urbanizzazione dello stesso e al contempo la significativa presenza di una molteplicità di rischi naturali ed antropici, hanno portato ad una programmazione dell intervento suddivisa in tre specifiche fasi. La prima di queste, conclusasi nel luglio del 2015, aveva come obiettivo una prima ricognizione di inquadramento del territorio, e prevedeva: - la raccolta e l organizzazione sistematica di dati di interesse ai fini della pianificazione in oggetto e della conoscenza del territorio, specialmente in relazione alle risorse, presenti e di programma - l analisi dei rischi presenti e i livelli di pericolosità attribuiti, con il reperimento di tutte le direttive emanate dagli enti sovraordinati (Autorità di Bacino, Regione Campania, ecc.) e le cartografie tematiche, per una prima valutazione della incidenza degli stessi sulle strutture strategiche e rilevanti, su quelle sensibili, e in generale sul tessuto urbano; - la stesura di un elaborato ( linee guida per la pianificazione d emergenza ) che compendiasse questa prima fase di ricerca, individuasse gli indirizzi per i successivi livelli di indagine finalizzati ad una definizione più approfondita degli scenari di rischio, alla base di qualunque pianificazione dell emergenza, e fornisse all amministrazione una serie di informazioni pratiche per l organizzazione del Servizio e dell Ufficio Comunale di Protezione Civile, definendone le componenti secondo il Metodo Augustus, il regolamento, le attività da sviluppare e implementare, quelle da attivare (tra queste il Catasto Incendi istituito, e il Gruppo Comunale 3

4 di Volontariato, in via di istituzione); - la progettazione di una base GIS per la restituzione grafica di quanto raccolto, di quanto verrà redatto in relazione alla definizione degli scenari, di quanto costituirà il Piano di Emergenza, implementabile per l aggiornamento ed utilizzabile per la gestione delle emergenze. Emergeva, da questa prima fase, oltre alla già individuata esigenza di un apporto scientifico teso ad una definizione sensibile degli scenari di danno, la necessità di provvedere alla pianificazione di un programma di formazione dei responsabili dei diversi uffici, sia in relazione ai compiti di ciascuno (per le proprie competenze) in ordine alla stesura e all aggiornamento del piano, sia riguardo ai compiti da svolgere in emergenza che, se è vero che questi vengono assegnati al responsabile di Funzione, a discesa investono l intera struttura dell ente. In data 05/05/2015, il Comune stipulava una convenzione di ricerca con il Dipartimento di Ingegneria Civile Edile ed Ambientale (D.I.C.E.A) dell Università degli Studi di Napoli Federico II avente per oggetto le attività di supporto scientifico per lo studio dei fattori di rischio geologico, idraulico, idrogeologico e sismico, come definiti dagli Enti regionali e nazionali, e la valutazione dei relativi scenari di rischio del territorio comunale, ai fini della redazione del Piano di Emergenza Comunale. Responsabile scientifico del progetto e coordinatore per l esecuzione delle attività, veniva designato l ing. Roberto Castelluccio coadiuvato, per le diverse specializzazioni, da: prof. Ing. Giuseppe del Giudice (Idraulica), prof. ing. Massimo Ramondini (Geotecnica), prof. ing. Maria Polese (Dipartimento di strutture per l ingegneria e l architettura - Sismica) e dal prof. geol. Antonio Santo (Geologia). Il gruppo di ricerca ha sviluppato lo studio secondo gli indirizzi contenuti nelle Linee Guida per la Redazione dei Piani di Emergenza Comunale approvate con Delibera dalla Giunta Regionale Campania n 146 del 2013 ed in stretta collaborazione con l ufficio della Protezione Civile di Pozzuoli diretto dall Arch. Franco Alberto De Simone e con la scrivente, per la parte strettamente inerente l indirizzo finalizzato alla definizione dell impatto. La ricerca, completata nell ottobre 2015, è stata suddivisa in quattro ambiti principali: Scenario di Rischio Idraulico Scenario Rischio frane Scenario Rischio Sismico Scenario Rischio Edilizio Residenziale laddove quest ultimo si è rivelato un approccio particolarmente significativo ai fini della pianificazione di emergenza, costituendosi come analisi tipologica e tecnologica dell abitato, in grado di definire per questo una classificazione di vulnerabilità edilizia in ambiente urbano e un relativo scenario che prescinde dall evento calamitoso che può occorrere su uno specifico territorio o può sommarsi ad esso, 4

5 delineandosi di fatto come strumento di indirizzo nella valutazione delle aree e dei percorsi sicuri sul territorio, nonché quale spunto di orientamento per la programmazione di interventi mirati finalizzati alla mitigazione dei rischi. Gli eventi del 7 ottobre scorso, lo sciame sismico - legato al fenomeno bradisismico in atto dal 2005, la cui implementazione ha portato nel 2012 alla dichiarazione del passaggio di fase di allerta vulcanico dal livello base ad attenzione, fenomeno che ha fatto registrare tra l altro un ulteriore progresso dal marzo che ha interessato in particolare il territorio del comune di Pozzuoli, la reazione della cittadinanza e dei media, in generale il diffuso allarmismo che questi ultimi e gli eventi stessi hanno indotto nella popolazione, tradottisi di fatto in comportamenti istintivi che hanno causato e potrebbero causare, al ripetersi di analoghe manifestazioni, pericolo e/o intralcio per la messa in sicurezza e la tutela della cittadinanza stessa, in particolare delle fasce più deboli di questa, hanno evidenziato l urgenza, non più procrastinabile e prioritaria, per l ente e per gli obiettivi a questo demandati in termini di salvaguardia della popolazione, di programmare ed attivare una campagna di informazione e sensibilizzazione, in particolare riferita ai comportamenti da tenersi in caso di evento sismico. L informazione alla popolazione, doverosa ai sensi della legge n. 265 del 1999 art.12, ma già col Decreto Bassanini D. lgs. 112/98 artt. 107, 108 unitamente alla legge 225/92, considerato anche lo stato di attenzione dell area flegrea al rischio vulcanico, parte integrante ed attiva del piano di emergenza, distinta in informazione preventiva ed informazione emergenziale, ha assunto, in seguito ai suddetti eventi, un ruolo predominante dunque in questa fase dei lavori, durante la quale sono state individuate e programmate una serie di azioni specifiche da mettere in atto in concomitanza all approvazione del piano e alla sua pubblicazione, ma ha determinato altresì la necessità di aprire tavoli e canali di collaborazione da un lato e delineato dall altro esigenze specifiche e particolari da inserire nella pianificazione (il cosiddetto piano scuole ). Il progetto, già in itinere, prevede distinte modalità e strategie di diffusione: La prima si basa sulla sinergia con gli istituti scolastici del territorio, con i quali peraltro si sono già tenuti incontri e concordate azioni che hanno portato alla redazione di specifiche norme da applicarsi in caso di evento in orario scolastico, i quali si pongono, attraverso dirigenti e docenti, fino agli alunni, quali vettori capillari per la comunicazione diretta alle famiglie. Con le strutture scolastiche sono in progettazione (ma si stanno di fatto già realizzando) incontri e percorsi divulgativi e formativi, e presso gli istituti stessi e presso la sede dell UCPC, anche in collaborazione con l OV-INGV. Per le scuole l ente sta predisponendo materiale specifico per gli alunni, gli insegnanti, i genitori. 5

6 La seconda prevede l uso del canale istituzionale web del comune, che sta approntando una sezione statica riservata alla Protezione Civile Locale, dove rinvenire in tempo reale tutte le informazioni necessarie relative agli eventi, agli allertamenti, reperire le indicazioni comportamentali relative alle diverse tipologie di rischio presenti sul territorio, accedere a informazioni sulle strutture nazionali, regionali e locali di Protezione Civile, alle normative e alle pianificazioni, alle cartografie ed indicazioni di piano; sarà reso disponibile inoltre una sorta di servizio URP specifico da realizzarsi attraverso il sistema FAQ, che possa sostenere il cittadino affinché si senta tutelato dall istituzione e possa essere indirizzato nella lettura ragionata di quanto comunicato dai media, attraverso l indicazione di link ai canali scientifici che forniscono un informazione scevra da opinionismi. Dalla sezione sul sito istituzionale si potrà accedere al portale in costruzione sulla piattaforma Safe and Land sviluppata con i fondi FESR su cloud Ancitel, dalla quale sarà possibile esplorare in modo dinamico tutti i contenuti del piano, interloquire con l amministrazione, ed essere parte attiva del processo di aggiornamento e sviluppo del piano stesso. Sulla piattaforma sarà disponibile il link per il download di un applicazione per smartphone android ed apple attraverso la quale si potrà accedere a tutte le informazione in mobilità. La piattaforma, in background, fornisce all amministrazione uno strumento semplificato per l aggiornamento dei dati cartografici e/o di evento in tempo reale e per la gestione dell emergenza, anche da parte di chi non è pratico nell uso del gis o della sua versione web, lasciando al post emergenza e ai periodi di pace, l aggiornamento di quest ultimo. Ancora, ai fini di una informazione diretta e capillare, il Comune di Pozzuoli sta valutando la possibilità di assumere accordi con enti gestori di servizi essenziali al fine di veicolare, attraverso la stampa a margine su bollette, fatture, comunicazioni, informazioni di base quali l indicazione del rischio relativo alla zona in cui il cittadino risiede in funzione della perimetrazione, l area di accoglienza o di attesa di destinazione in caso di emergenza o di evacuazione, il percorso da seguire. Tale informazione potrà essere stampata anche sul retro o a margine di ogni certificato emesso dal comune stesso. L obiettivo fondamentale di tale complesso programma è quello di infondere insieme conoscenza e sicurezza nei cittadini, capacità di discernimento e fiducia nell amministrazione, prevenendo sensazioni d impotenza e di disagio che generalmente si manifestano in coloro che sono coinvolti in situazioni di crisi, imponendo tra l altro la presenza di una controparte istituzionale sufficientemente autorevole e determinata, in grado di persuadere la maggior parte dei cittadini, ad abdicare alle proprie autonomie decisionali, a sottoporsi a talvolta necessarie privazioni e limitazioni, ad eseguire le direttive impartite. 6

7 Quanto occorso il 7 ottobre, ancora, ha evidenziato l importanza e la centralità imprescindibile della comunicazione istituzionale, e dal Sindaco alla cittadinanza, e dagli enti sovraordinati preposti al monitoraggio e alla diffusione delle informazioni verso l ente locale sul cui territorio si manifestano gli eventi. La tempestività delle comunicazioni si determina infatti, mai come in un epoca come questa che è informazione costante, quale fattore fondamentale sia ai fini delle necessarie attivazioni di emergenza, sia in relazione all obiettivo fondamentale che si è andato delineando che è quello di ottenere la fiducia e quindi la collaborazione dei cittadini. Anche questo argomento è stato oggetto di tavoli di intesa e collaborazione con gli enti preposti. La terza fase della programmazione, che ha portato alla stesura del presente documento, Parte Generale del piano, e delle due successive, Lineamenti della Pianificazione e Modello Operativo di Intervento, con l individuazione delle strategie operative per i diversi scenari di evento, delle aree e strutture di emergenza, delle procedure per l attivazione del COC, all implementazione del GIS e alla realizzazione di mappe specifiche per la gestione delle emergenze, recepisce tutto quanto scaturito dalle precedenti fasi di lavoro e dall esperienza maturata nei mesi di affiancamento all ente e all Ufficio Comunale di Protezione Civile, in particolare nel periodo della crisi di ottobre. 7

8 Il Sistema Comunale di Protezione Civile La recente modifica della legge 225/92 operata dal legislatore attraverso la legge 100/2012, del servizio nazionale di protezione civile, ha introdotto precisi adempimenti per le amministrazioni comunali. In particolare all art. 15 (competenze del Comune ed attribuzioni del Sindaco), la legge introduce il termine di novanta giorni dalla sua entrata in vigore (entro il 12 ottobre 2012) per l approvazione con delibera consiliare del piano comunale di protezione civile, da redigere secondo criteri e modalità di cui alle indicazioni operative emanate dal Dipartimento della Protezione Civile e dalle Giunte Regionali. L art. 3-ter prevede che il piano venga periodicamente verificato, aggiornato e tramesso agli organi sovraordinati di competenza. Inoltre, il piano di protezione civile assume un ruolo cardine nella pianificazione territoriale; si ribalta infatti la precedente impostazione che prevedeva l armonizzazione dei Piani di Emergenza di Protezione Civile ai Piani Territoriali. Difatti la legge 100/12, all art. 3 (attività e compiti di protezione civile) prescrive che i piani e i programmi di gestione, tutela e risanamento del territorio devono essere coordinati con i piani di emergenza di protezione civile, con particolare riferimento a quelli previsti all articolo 15, comma 3-bis, e a quelli deliberati dalle regioni mediante il piano regionale di protezione civile. La prima risposta all emergenza, qualunque sia la natura dell evento che la genera e l estensione dei suoi effetti, deve essere garantita dalla struttura locale, a partire da quella comunale, preferibilmente attraverso l attivazione di un Centro Comunale (generalmente denominato Centro Operativo Comunale - C.O.C.), dove siano rappresentate le diverse componenti che operano nel contesto locale. A livello comunale, il Sindaco assume la direzione dei servizi di emergenza che insistono sul territorio del Comune, nonché il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita e provvede ai primi interventi necessari a fronteggiare l emergenza, dando attuazione a quanto previsto dalla pianificazione di emergenza. In particolare, anche utilizzando il potere di ordinanza, il Sindaco, attraverso il personale della sua struttura comunale, chiede l ausilio delle componenti e strutture di protezione civile presenti ed operanti sul territorio (vigili del fuoco, forze di polizia, strutture sanitarie, enti gestori della rete idrica, elettrica, del gas, dei rifiuti e della telefonia, volontariato locale, etc.). 8

9 Il Piano di Emergenza Comunale è il supporto operativo di riferimento fondamentale per la gestione dell'emergenza, con l'obiettivo di salvaguardare la vita delle persone e i beni presenti in un'area a rischio riducendo il danno che l evento provoca sul territorio. I Piani di Emergenza devono recepire i programmi di previsione e prevenzione, oltre che le informazioni relative alle fenomenologie che determinano le condizioni di rischio sul territorio ed ai relativi scenari. L Amministrazione Comunale, partendo dai dati disponibili a scala regionale e/o provinciale, deve porre in essere tutte le azioni per arrivare ad un maggiore dettaglio che consenta una visione particolareggiata, rispetto alla dimensione dell'evento atteso. Per ciascuna tipologia di evento atteso (alluvioni, terremoti, frane, ecc.), occorre elaborare gli scenari di evento in grado di descrivere la possibile dinamica e dimensione dell'evento stesso, sulla base di dati storici e/o simulazioni analitiche dei fenomeni e del loro conseguente impatto sul territorio. Per ciascuno scenario di impatto occorre, poi, predisporre una risposta operativa cui dovrà corrispondere un modello di intervento associato, costituito da una serie di attività organiche, organizzate in un quadro logico e temporale coordinato, finalizzate alla gestione e al superamento dell'emergenza. Il modello di intervento associato per la pianificazione è stato introdotto per la prima volta dal Dipartimento di Protezione Civile sotto il nome di Metodo Augustus. Esso, oltre a fornire un indirizzo per la pianificazione di emergenza, flessibile secondo i rischi presenti nel territorio, delinea con chiarezza un metodo di lavoro semplificato nell individuazione e nell attivazione delle procedure per coordinare con efficacia la risposta di protezione civile. Allo scopo, vengono introdotte le cosiddette funzioni di supporto in grado di gestire la disponibilità delle risorse fornite da tutte le amministrazioni pubbliche e private che vi concorrono. Ciascuna funzione di supporto è affidata ad un responsabile cui compete sia il controllo della specifica operatività, sia l aggiornamento dei dati nell ambito del piano di emergenza. In tempi di pace, fuori dall emergenza, i responsabili delle diverse funzioni di supporto interagendo per l aggiornamento del piano di emergenza, sviluppano l attitudine alla collaborazione in situazioni di emergenza. 9

10 Dati di base territoriali Enti competenti Comune Provincia Regione Comunita' montana Autorita' di Bacino (L. 183/89) Consorzio Bonifica POZZUOLI NAPOLI CAMPANIA NO AdB Campania Centrale NO Sede Comunale Via Tito Livio 4 Telefono Fax Web info@pec2.comune.pozzuoli.na.it Popolazione Popolazione residente totale (Censimento 2011) Nuclei familiari (Censimento 2011) Popolazione variabile stagionalmente (stima MIPAAF) 5477 su base annua Popolazione aggiuntiva fluttuante giornaliera - (saldo) 10

11 Carte topografiche di interesse per il territorio comunale IGM foglio 1: Fg. 447 (Napoli) IGM sezioni 1: Sez Elementi CTR 1:5000 (447) 091, 092, 102, 103, 104, 131, 141, 142, 143, 144 Dati Geografici e Morfologici Superficie complessiva kmq Comuni Confinanti 43,21 Kmq Napoli, Quarto, Giugliano, Bacoli Percentuale superficie prevalentemente pianeggiante 20% Percentuale superficie prevalentemente collinare 80% Regione Agraria Clivometria 2 Colline Litoranee di Napoli Contesto geologico dei Campi Flegrei Angoli max pendio (depressione cratere di Agnano Monte S.Angelo) Altimetria Estensione territoriale del comune da 0 a 200 mt s.l.m 41,36 Kmq Estensione territoriale del comune da 200 a 400 mt s.l.m 1,35 Kmq Massima escursione altimetrica Media altimetrica Percentuale popolazione residente mt s.l.m. Percentuale popolazione residente mt s.l.m. 335 mt s.l.m. 28 mt s.l.m. 98% ca 2 % ca 11

12 Strumenti di Pianificazione Urbanistica P.R.G. SI (2002) Piano urbano del traffico Piani di coordinamento SI (in corso di aggiornamento) Piano Territoriale Paesistico - Campi Flegrei approvato con D.M (Il Comune è inoltre inserito nel Parco Regionale dei Campi Flegrei, istituito ai sensi della L.R. n.33 del 1993, dotato di specifico Piano Tutela e Misure di Salvaguardia) Vincoli sul territorio Misure di Salvaguardia AdB Siti di Interesse Comunitario (SIC) e Zone a Protezione Speciali (ZPS); Aree di Tutela Boschi derivante da Decreti di vincoli per una superficie di oltre Ha. Piani di emergenza sovracomunale Pianificazione Nazionale Emergenza Rischio Vulcanico Campi Flegrei Area Rossa Altri enti e Strutture Operative presenti sul territorio Azienda Sanitaria Locale Distretto sanitario Ospedale di riferimento Stazione Carabinieri Commissariato Polizia di Stato Distaccamento Vigili del Fuoco ASL NA2 Nord 35 Pozzuoli Santa Maria delle Grazie - Pozzuoli Pozzuoli Pozzuoli Pozzuoli 12

13 Viabilità Dal PUT in vigore e dalle cartografie di quello nuovo in corso di redazione (Prof. Ing. A Sforza, Università degli Studi di Napoli), si è ricavato apposito shape inserito nel GIS, che individua il grafo delle strade, evidenziandone la gerarchia. Sullo stesso shape sono rappresentate la rete ferroviaria metropolitana e quella EAV-Sepsa, con individuazione delle stazioni presenti sul territorio comunale, il porto, gli eliporti. In merito agli assi viari costituiscono assi di scorrimento la Tangenziale di Napoli confluente sulla SS 7 Quater - Domitiana e, marginalmente, la SS 686 di Quarto che collega il comune la frazione di Monteruscello - alla SS7 allo snodo di Monteruscello nord. Sono presenti tre svincoli in uscita in direzione nord sulla tangenziale e due sulla SS7 Quater, due e due in direzione sud. Le stazioni ferroviarie sono 10 e sono riassunte nella sottostante tabella Licola Ferrovia Circumflegrea Viale dei Cipressi, 1 EAV - Sepsa - Ferrovia Circumflegrea 1402 Marina di Licola Ferrovia Viale Estate EAV - Sepsa - Ferrovia Circumflegrea Circumflegrea 1403 Cuma Ferrovia Circumflegrea Via Vecchia Cuma EAV - Sepsa - Ferrovia Circumflegrea 1404 Grotta del Sole Ferrovia Via Vitaliano EAV - Sepsa - Ferrovia Circumflegrea Brancati, 27 Circumflegrea 1405 Lucrino Ferrovia Cumana Via Miliscola, 181 EAV - Sepsa - Ferrovia Cumana 1406 Arcofelice Ferrovia Cumana Viale Cappuccini, 119 EAV - Sepsa - Ferrovia Cumana 1407 Cantieri Ferrovia Cumana Via Nicola Fasano, EAV - Sepsa - Ferrovia 130 Cumana 1408 Pozzuoli Ferrovia Cumana Via Follieri EAV - Sepsa - Ferrovia Cumana 1409 Cappuccini Ferrovia Cumana Viale Cappuccini, 3/c EAV - Sepsa - Ferrovia Cumana 1410 Gerolomini Ferrovia Cumana Via Gerolomini, 93 EAV - Sepsa - Ferrovia Cumana 1411 Pozzuoli // Metropolitana di Napoli - Trenitalia O centralino O centralino O centralino O centralino O centralino O centralino O centralino O centralino O centralino O centralino O Linee su gomma extraurbane della EAV (ex SEPSA) raggiungono Torregaveta e Bacoli e della CTP raggiungono Mondragone e Baia Domitia. I trasporti all'interno del territorio di Pozzuoli sono gestiti dalla CTP Il porto di Pozzuoli ha collegamenti regolari con le isole di Capri, Ischia e Procida. 13

14 Gli eliporti, nel numero di tre, sono siti, uno nell area antistante l Ospedale di Santa Maria delle Grazie, uno a Monteruscello presso la stazione dei Carabinieri, il terzo all interno della struttura dell Accademia Aeronautica di Pozzuoli. La sottostante tabella ne riporta i dati per i relativi contatti Via San Gennaro Agnano 30 Eliporto Accademia Aeronautica Eliporto O Centralino Accademia Presso Ospedale Centralino La Schiana Eliporto Ospedale La Schiana Eliporto O Ospedale Via Gen. C.A. Dalla Chiesa Eliporto Comando Carabinieri Eliporto O Comando CC. 14

15 Strutture strategiche Sono state individuate cartograficamente e tematizzate nel GIS mediante gruppi di distinti shape file a seconda dei possibili utilizzi degli stessi durante la gestione di una emergenza, tutte quelle strutture che possono avere valenza operativa o di coordinamento o amministrativa in occasione di eventi calamitosi. Le tabelle dati relative ai punti individuati sul territorio sono state integrate con i dati di reperibilità e una versione in formato excel dei dati raccolti è stata fornita all ente per la consultazione e l aggiornamento del piano. Le tabelle in formato excel sono state inoltre suddivise per funzioni di supporto per competenza. Si riportano di seguito i riferimenti di quelle strutture preordinate, provinciali, regionali e nazionali, che non ricadono sul territorio del Comune di Pozzuoli, nonché i dati principali in merito agli uffici pubblici e alle strutture operative ricadenti sul territorio. In Appendice al presente elaborato sono riportate per intero tutte le tabelle dei dati raccolti. Dipartimento della Protezione Civile Roma, Via Ulpiano 11 tel Prefettura Napoli, Piazza Plebiscito - tel Sala Operativa Regione Napoli, Città Metropolitana di Napoli Napoli, Piazza Matteotti 1 tel Emergenza Sanitaria 118* Emergenza Incendi 115* Polizia di Stato 113* Carabinieri 112* *Fino all istituzione del numero unico per le emergenze Uffici Comunali Via Tito Livio 2-4 Comune di Pozzuoli-Sede Centrale O Centralino Segretario Generale Via Tito Livio 6 Manutenzione e viabilità O Centralino Agostino Di Lorenzo Piazza Plinio il Vecchio Servizio Infrastrutture e LLPP O Centralino Luigi Salzano Via Carlo Levi 1 Acquedotto e fogne O O Carlo di Procolo Via U.Saba 10 Ufficio Mensa Scolastica O Carlo Pubblico Via U.Saba 10 Autorimessa Polizia Locale O Carlo Pubblico Via Capuana 9-10 Sezione Polizia Locale O Carlo Pubblico Autoparco Comunale-Comando Via Luciano 76 VV.UU.- Carri Attrezzi O O Carlo Pubblico Via Vigna 29 Ufficio Servizi Sociali O Enrichetta La Ragione Via Elio Vittorini Protezione Civile O Franco Alberto De Simone 15

16 Strutture Operative Locali Via C.A.Dalla Chiesa 1 Comando Carabinieri FF.OO. O Via A. De Curtis 64 Vigili del Fuoco - Distaccamento Provinciale di Pozzuoli VV.FF. O Via Miccoli 1 Carabinieri - Comando Stazione di Monteruscello FF.OO. O Viale dei Platani 10 Corpo Forestale dello Stato - Comando Stazione FF.OO. O Viale dei Platani 2 Carabinieri - Comando Stazione Licola FF.OO. O Via Montenuovo Licola-Patria 48 Guardia di Finanza - Compagnia FF.OO. O Piazza Italo Balbo 6 Commissariato P.S. FF.OO. O Via San Paolo Capitaneria di Porto Ente territoriale O Via Lucilio 17 CRI - Pozzuoli O Angelo Benedetto Gonnella Giuseppe Coppola Gruppi Volontariato ID_ Map Denominaz Id pa ione Responsabile Indirizzo telefono Cellulare Antonio Maggio S.O. Nazionale/Antonio Viale O Le Aquile Addezio Bognar A.R.I. Paolo Di Salvo - segretario Fiamme d'argento Benito Trincone Croce Rossa Italiana Giuseppe Coppola Via Miccoli 1 Via Carlo Rosini 12 Via Lucilio / Associa zione Associa O O O Natura _Giu Ambito_Attivit a N_isc ritti Prevenzioneprotezionesoccorso 10 Radiocomunicazioni zione 85 Associa zione Protezione civile 30 Associa zione Socio-sanitario 60 16

17 ID_ Uffi ci ID_ Map Ospedale e presidi sanitari pa Denominazione Categoria INDIRIZZO Telefono Proprietà responsabile Via Domitiana - Ospedale + Pronto Località La O Soccorso Schiana 08 pubblica Dott.ssa Anna Punzo Ospedale Santa Maria delle Grazie ASL NA2 Nord Direzione sanitaria Uffici ASL - Igiene, veterinaria, ASL NA2 - Distretto sanitario 35 Guardia Medica consultorio Guardia Medica + consultorio Uffici Sanitari Uffici Sanitari Uffici Sanitari - Poliambulatorio Uffici Sanitari Uffici Sanitari Via Corrado Alvaro 8 Via Campana 225 Corso Terracciano 21 Via Corrado Alvaro 8 Via Vecchia delle Vigne 24 O pubblica O pubblica O pubblica O pubblica O pubblica Dott. Antonio Amore Dott. Armando Orlando Dott. Camillo Daniele ricetti vità 204 p.letto 17

18 Principali strutture di aggregazione e di accoglienza Sono state individuate cartograficamente e tematizzate nel GIS mediante gruppi di distinti shape file a seconda dei possibili utilizzi degli stessi durante la gestione di una emergenza, tutte quelle strutture che possono avere rilevanza al verificarsi di un evento calamitoso o in caso di allarme, sia in qualità di strutture sensibili, in quanto luoghi di affollamento e/o di frequentazione da parte di individui che per età o stato psicofisico possono aver bisogno di specifica assistenza, sia in qualità di strutture utilizzabili per l assistenza alloggiativa in emergenza (strutture ricettive di prima accoglienza o convertibili in). Le tabelle dati relative ai punti individuati sul territorio sono state integrate dai dati di reperibilità e di affollamento ove possibile - e una versione in formato excel dei dati raccolti è stata fornita all ente per la consultazione e l aggiornamento del piano. Le tabelle in formato excel sono state inoltre suddivise per funzioni di supporto per competenza. Si riportano di seguito i dati principali in merito alle strutture ricadenti sul territorio. Tutte le schede sono riportate anche in Appendice. EDIFICI SCOLASTICI Alunni Alunni Alunni Primari Seconda pa Struttura Indirizzo Plesso telefono Infanzia a ria Primaria e 1 Circolo dell'infanzia Via Carlo Plesso O81303 Didattico Immacolata Rosini Immacolata ID_ ID_ Scu Map ola Circolo Didattico 1 Circolo Didattico 1 Circolo Didattico 1 Circolo Didattico Diaz Diaz Istituro Comprensivo 2 De Amicis- Istituro Comprensivo 2 De Amicis- Istituro Comprensivo 2 De Amicis- Diaz Primaria e dell'infanzia D. Fatale Primaria e dell'infanzia G. Marconi C.sa Umberto Viale Capomazza dell'infanzia Carlo Rosini Via Vigna Primaria e dell'infanzia Via Coste A. Trincone Agnano Primaria E. Morante Primaria A.M. Ortese - Lotto 10 Via Modigliani Via C. Malaparte dell'infanzia Montessori Via Panzini Plesso Domenico Fatale Total e O Plesso Marconi- O81303 Immacolata Plesso Rosini Plesso Trincone Plesso Morante Plesso Ortese Plesso Montessori O O O O O referente Dorotea Tortorella Panzuti Rosaria/Test a Ornella Di Francia Rosa/Varch etta Elena M.Rosaria De Luca Puozzi Patrizia/Ter esa Sicignano Laura Pappone Anna Scutellaro M.Rosaria Di Francia 18

19 Diaz Diaz Diaz Diaz Istituro Comprensivo 2 De Amicis- Istituro Comprensivo 2 De Amicis- Istituro Comprensivo 2 De Amicis- Istituro Comprensivo 2 De Amicis- Comprensivo 3 Rodari- Annecchino Comprensivo 3 Rodari Annecchino Comprensivo 3 Rodari Annecchino Comprensivo 3 Rodari Annecchino Comprensivo 3 Rodari Annecchino Comprensivo 4 V.Emanuele Pergolesi Comprensivo 4 V.Emanuele Pergolesi Comprensivo 4 V.Emanuele Pergolesi Pergolesi Comprensivo 4 V.Emanuele- Comprensivo 4 V.Emanuele- Pergolesi dell'infanzia Montalcini Via Campigli dell'infanzia G. Deledda - Lotto 17 Via Marotta Plesso Montalcini Plesso Deledda dell'infanzia M. Serao Via Campigli Plesso Serao Secondaria di 1 grado Diaz Via Severini 1 Primaria Rodari Via Modigliani Primaria e dell'infanzia I. Svevo - lotto 1 Via I. Svevo Plesso Diaz "centrale" Plesso Rodari Plesso Svevo- Collodi 3 dell'infanzia Collodi 1 Via Buzzati Collodi 1 dell'infanzia Collodi 2 Via Buzzati Collodi 2 Secondaria di 1 grado Annecchino Via Modigliani Secondaria di 1 grado Pergolesi 1 Primaria e dell'infanzia Ex Luciano Via Virgilio Plesso Via Annecchino Pergolesi Centrale Primaria e dell'infanzia Vittorio Emanuele Via Virgilio 2 dell'infanzia Montenuov o Via Virgilio 2 Primaria e dell'infanzia Lucrino Via Turno O O O O O O O O Plesso O81524 Annecchino Plesso Ex Luciano O O Plesso Circoscrizio O81804 ne Plesso Montenuov O81804 o Plesso Lucrino O Anna Alicante Anna Varchetta Palmira Bottino Arturo Chiocca Manuela Putzu Manuela Putzu Manuela Putzu Manuela Putzu Manuela Putzu Nicoletta Mesca Raffaella Criscuolo Covino/Relv ini Irene Di Bonito 19

20 Comprensivo 5 Artiaco Comprensivo Artiaco Comprensivo 5 Artiaco Comprensivo 5 Artiaco Comprensivo 5 Artiaco Comprensivo 5 Artiaco Comprensivo 6 De Filippo Quasimodo Comprensivo 6 De Filippo- Quasimodo Comprensivo 6 De Filippo Quasimodo Comprensivo 6 De Filippo Quasimodo Comprensivo 6 De Filippo Quasimodo Pergolesi Comprensivo 7 Viviani- Comprensivo 7 Viviani- Pergolesi Primaria e dell'infanzia Statale Via Artiaco Primaria Santa Lucia/co Secondaria di 1 grado Artiaco Via Artiaco Primaria San Plesso S.Martino-la O81526 Martino Via P.le Pianura Gioiosa Primaria e dell'infanzia Pisciarelli dell'infanzia La Gioiosa c/o S. Martino Secondaria di 1 grado Artiaco Primaria De Plesso Via A. PisciarelliAgnano Via Campana 98 Via Campana 98 Filippo e dell'infanzia Via Caio Falcone 1 Vestorio 3 dell'infanzia Collodi Via Antonino Pio 32 Primaria Troisi e dell'infanzia Falcone 2 - Toiano 2 Via A. Pio 9 Primaria P. Borsellino R.ne Gescal Secondaria di 1 grado Quasimodo Viale del Progresso 7 Via Antonino Pio 32 Primaria e dell'infanzia Viviani - lotto 12 Via Viviani 3 Dell'Infanzi a Montessori - lotto 2 Via Scarpetta 1 O Plesso Artiaco/S.L O81526 ucia Plesso Statale Plesso Falcone 1 - De Filippo (Toiano 1) Plesso Collodi Plesso Falcone 2 - Troisi (Toiano 2) Plesso Borsellino O Amelia Crasta Amelia Crasta Amelia Crasta Amelia Crasta Amelia Crasta Amelia Crasta O Maria Astini O Maria Astini O Maria Astini O Maria Astini Plesso O81804 Quasimodo Maria Astini Plesso Viviani Plesso Montessori O O Rosalba Morese Rosalba Morese 20

21 Comprensivo 7 Viviani- Pergolesi dell'infanzia Andersen - Via Parini 1 lotto 2 Plesso Andersen O Rosalba Morese Comprensivo 7 Viviani Pergolesi Comprensivo 7 Viviani Pergolesi Comprensivo Oriani-Diaz Comprensivo Oriani-Diaz Primaria e dell'infanzia Marotta - Lotto 15 Via Marotta 5 Secondaria di 1 grado Pergolesi 2 Via Marotta 1 Primaria Licola Oriani Piazza San Massimo Primaria e dell'infanzia Licola Mare Via Alice Comprensivo 8 Oriani-Diaz Dell'Infanzi a Oriani Comprensivo 8 Oriani-Diaz Comprensivo 8 Oriani-Diaz Secondaria grado - Diano Magistrale Statale Virgilio Primaria e dell'infanzia Reginelle Piazza San Massimo Via Reginelle 35/A Plesso Marotta Media Pergolesi 2 Plesso Licola Borgo O O O Plesso O81804 Licola Mare Plesso Oriani Plesso Reginelle Secondaria di 1 grado Diaz - succursale Via Saba SMS "Diaz" Secondaria di 1 grado G.Diano Via Solfatara Via Vecchia San Gennaro 106 Superiore GuidoTassinar i ISIS Via Fasano 13 Superiore Alberghiero "Petronio" Superiore Alberghiero "Petronio" Via Matilde Serao 13 Via San Gennaro Agnano Superiore Liceo scientifico "Majorana" Via Gatto 6 Superiore "Pitagora" Via Tiberio Superiore "Falcone" - Arco Felice Viale dell'europa Unita 13 Media "Diano" O O O O Rosalba Morese Rosalba Morese Alessandra Guida Alessandra Guida Alessandra Guida Alessandra Guida Alessandra Guida Valeria Del Vasto O Renata Scala O O O O O O Teresa Martino Filippo Monaco Filippo Monaco Anna Maria Fazzari Antonio Vitagliano Antonio Curcio 21

22 Superiore "Falcone" Licola Via Domitiana 150 O Antonio Curcio Superiore "Pareto" Turno diurno Parificata S.Giuseppe Parificata De Santis Via Annecchino 252 Primaria Via Solfatara 45 dell'infanzia Via Suolo San e Primaria Gennaro 18 O O O Donatella Mascagna STRUTTURE DI AGGREGAZIONE ID_ Str ID_ Aggr Mappa Tipologia Denominazione Indirizzo titolare telefono VIA CARLO MARIA Cinema Multisala Sofia ROSINI 12 O Cinema Drive In LOCALITA' SCHIANA SANGIOVANNI ALFREDO O Casa Circondariale VIA G. PERGOLESI Carcere Femminile 140 O Discoteca Duel Beat VIA ANTINIANA 2 DB MANAGEMENT S.R.L.S Discoteca Havana Club VIA CAMPANA 253 APOCALISSE S.A.S. DI ROMANO BRUNO & C. O Discoteca Apocalisse VIA FASCIONE 4 CLUB 96 S.A.S. DI LUCIGNANO UMBERTO & F.LLI Discoteca Play Off VIA MILISCOLA NORD SUD S.R.L Discoteca Movo VIA MILISCOLA 188 MONTENUOVO S.R.L VIA MONTENUOVO G.I.T. S.A.S. DI ANTONIO Discoteca Navidad LICOLA PATRIA 99 D'ISANTO Discoteca Adrian Club VIA PISCIARELLI 82 ADRIAN CLUB S.R.L. O Discoteca Deja vu VIA CAMPI FLEGREI 1 CARMEN S.R.L. O Discoteca Golden Gate VIA CAMPANA 233 SO.RI.VAL.SE SOCIETA' RICOSTRUZIONE VALLE DEL SELE S.R.L Discoteca Marena Beach VIA MILISCOLA 165 FLORIS S.R.L. O LUCRINO LIDO NAPOLI Discoteca Blu Yachting club VIA MILISCOLA 181 S.R.L. O VIA PROVINCIALE CAMPANA - LOC. SAN MARTINO Centro Commerciale Le Campane Centro Commerciale San Domenico VIA DOMIZIANA 90 Strutture Religiose Strutture Religiose Finadan S.p.a. Legale rappr. Dotoli Alessandro "S.F.E.N." Legale rappr. Varriale Lidia DIOCESI POZZUOLI - PARROCCHIA SANTA MARIA DELLE GRAZIE O O Chiesa dell'assunta a Mare VIA CASTELLO O Parrocchia SS. Rosario e San Vincenzo Ferreri VIA G. MATTEOTTI 2 DIOCESI POZZUOLI O

23 Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Parrocchia Santa Maria degli Angeli e Santa Chiara di Assisi VIA CURZIO MALAPARTE 2 DIOCESI POZZUOLI O Chiesa San Massimo e Santa PIAZZA SAN Maria Goretti MASSIMO DIOCESI POZZUOLI O Curia Arcivescovile Diocesi Pozzuoli - Uffici Pozzuoli 2 (Monteruscello) VIA VERGA 2 DIOCESI POZZUOLI O Parrocchia San Paolo Apostolo (Concattedrale) VIA VERGA 2 DIOCESI POZZUOLI O VIA MONTENUOVO Chiesa Montesanto LICOLA PATRIA 120 DIOCESI POZZUOLI DIOCESI Parrocchia Santa Artema Martire VIA MODIGLIANI 2 DIOCESI POZZUOLI O Chiesa/Santuario VIA COSTE DI AGNANO DIOCESI POZZUOLI DIOCESI Parrocchia San Michele Arcangelo VIA VESPASIANO 1 DIOCESI POZZUOLI O Chiesa Montenuovo Chiesa Chiesa Curia Arcivescovile Diocesi Pozzuoli TRAVERSA VIA MONTENUOVO LICOLA PATRIA DIOCESI POZZUOLI DIOCESI TRAVERSA VIA MILISCOLA DIOCESI POZZUOLI DIOCESI TRAVERSA VIA PISCIARELLI DIOCESI POZZUOLI DIOCESI VIA CAMPI FLEGREI 12 DIOCESI POZZUOLI O CURIA ARCIVESCOVILE - ASSOCIAZIONE CENTRO VIA CAMPI FLEGREI PER LA VITA LUIGI 12 SACCONE O Villaggio del Fanciullo - AUDITORIUM Complesso Santa Marta - Beni architettonici e PIAZZA SOVRAINTE monumentali CAPOMAZZA PROPRIETA' PRIVATA NDENZA Parrocchia Santa Maria dell'annunziata VIA ARTIACO 3 DIOCESI POZZUOLI O Parrocchia asan Francesco di Assisi Strutture Religiose e Sant'Antonio da Padova VIA PERGOLESI 140 DIOCESI POZZUOLI O Strutture Religiose Chiesa San Marco VIA ROMA 50 DIOCESI POZZUOLI O Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Santuario e parrocchia di San Gennaro Parrocchia Santa Maria della Consolazione o del VIA SAN GENNARO ALLA SOLFATARA 8 DIOCESI POZZUOLI O Carmine VIA C. ROSINI 18 DIOCESI POZZUOLI O Chiesa del Santissimo nome di Ges o di San Giuseppe VIALE CAPOMAZZA 8 DIOCESI POZZUOLI DIOCESI 23

24 Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Strutture Religiose Biblioteca Biblioteca Mercati Mercati Mercati Mercati Centro Commerciale Caserma Biblioteca Strutture Religiose Strutture Religiose Chiesa VIA VECCHIA SAN GENNARO DIOCESI POZZUOLI DIOCESI Paarocchia di Santa CORSO DELLA Maria delle Grazie REPUBBLICA 138 DIOCESI POZZUOLI O Chiesa di San Michele Arcangelo VIA MARCONI DIOCESI POZZUOLI DIOCESI Chiesa Santa Maria della Purificazione VIA MARCONI DIOCESI POZZUOLI DIOCESI Chiesa del VIA MARCONI - Purgatorio RAMPE DIOCESI POZZUOLI DIOCESI Chiesa San Celso - Rione Terra PIAZZA SAN CELSO DIOCESI POZZUOLI DIOCESI Parrocchia Sacro Cuore di Ges ai Gerolomini VIA G. CHIARO 6 DIOCESI POZZUOLI O Cattedrale San VIA MARCONI Procolo - Rione VERSO RIONE Terra TERRA DIOCESI POZZUOLI DIOCESI Biblioteca civica di Storia Patria Mario Manduca Biblioteca civica Raffaele Artigliere Mercato ortofrutticolo all'ingrosso Mercato ortofrutticolo al dettaglio Metro Accademia Aeronautica Militare Biblioteca Diocesana AZIENDA AUTONOMA PIAZZA MATTEOTTI 1/A CURA SOGGIORNO E TURISMO DI POZZUOLI O PALAZZO TOLEDO, VIA RAGNISCO 27 COMUNE DI POZZUOLI O VIALE DELL'EUROPA UNITA VIA NICOLA FASANO COMUNE DI POZZUOLI - Gaetano Cardillo COMUNE DI POZZUOLI - Gaetano Cardillo Mercato rionale Toiano VIA TOIANO COMUNE DI POZZUOLI O Mercato ittico VIA NICOLA COMUNE DI POZZUOLI - O all'ingrosso FASANO Adolfo Aleotti VIA PROVINCIALE CAMPANA 233 METRO GROUP O Parrocchia San Martino Parrocchia SS. Salvatore VIA S. GENNARO AGNANO 30 FFAA O VIA CAMPI FLEGREI 12 CURIA ARCIVESCOVILE O VIA PROVINCIALE PIANURA (CONTRADA S. MARTINO) DIOCESI POZZUOLI O VIA NIKITA KRUSCEV DIOCESI POZZUOLI O ID ID_ Spo Map rt STRUTTURE SPORTIVE pa tipologia USO Denominaz indirizzo telefono responsabile Piscina Enzo Via Miliscola ANFRA SPORT Piscina PISCINA D'Angelo Lucrino CLUB PALAZZETTO DELLO SPORT CENTRO POLISPOR TIVO PALAZZETTO A. ERRICO - SCUOLA DIANO Via Solfatara ARCA ANTONIO 24

25 Campo Sportivo D. Conte Campo Sportivo campo calcetto Complesso sportivo ( Calcio + 3 calcetto) campo di bocce via severini Complesso sportivo Complesso sportivo (Piscina scoperta - Pista di Pattinaggio Campo di calcio) PALAZZETTO DELLO SPORT (Piscina - palazzetto) Campetto calcio Campetto calcio Centro Ippico Centro Ippico CENTRO POLISPOR TIVO CAMPO DI CALCIO CAMPO CALCETT O CENTRO POLISPOR TIVO GIOCO BOCCE CAMPO DI CALCIO CENTRO POLISPOR TIVO CENTRO POLISPOR TIVO CAMPO DI CALCIO CAMPO DI CALCIO Centro Ippico Centro Ippico Stadio D. Conte 1^ Traversa Virgilio 17/A ARCA ANTONIO ASD Campo Sportivo PUTEOLANA Toiano Via Ovidio Via Campo Sportivo Giovanni GESCAL XXIII ACD GESCAL ASD Complesso Sportivo Via MONTERUSCIEL Via Modigliani Modigliani LO CIRCOLO Campi di bocce BOCCIOFILO (coperto) Via Severini SANTA CHIARA Complesso Sportivo Via De ASD AGOSTINO Via Marotta Curtis GAMBA Complesso Sportivo "Via Marotta" Complesso Sportivo A.Trincone Campetto sportivo Campetto sportivo Centro Ippico La Vega Centro Ippico Montenuovo Via Marotta ARCA ANTONIO SPORTING CLUB Via Miccoli FLEGREO Strada della Colmata ARCA ANTONIO Via O Antiniana 82 PRIVATO Via 081- Montagna Spaccata 340/ Centro Ippico La Vega IV Tr.Licola Patria 9/A Centro Ippico Montenuovo ALBERGHI E STRUTTURE RICETTIVE Id ID_Mappa DENOMINAZIONE TIPOLOGIA INDIRIZZO PROPRIETA TELEFONO CAPACITA Lido Giardino villaggio turistico Via Miliscola 191 SICE srl O camere; 116 p.letto Vulcano Solfatara campeggio Via Solfatara 161 Angarano Giorgio O p.letto Complesso Turistico Averno campeggio Via Montenuovo Licola-Patria 85 Damiano Lucio O O p.letto Terme Puteolane snc albergo Corso Umberto I D'Alicandro O camere; 195 Luigi 36 p.letto American Hotel srl albergo Via Scassone Pugliese Antonio O camere; 172 p. letto Hotel Santa Marta albergo Via Montenuovo Licola-Patria 26 De Gregorio Alessandro O camere; 72 p.letto Tennis Hotel srl albergo Via Pisciarelli Romano Silvia e O camere; Antonio 142 p.letto La Tripergola albergo Via Miliscola 165 Testa Ferdinando O camere; 60 p.letto Agave srl albergo SS7/IV Domitiana variante ANAS Km Esposito Luigi O camere; 55 p.letto Turismo Etico srl albergo Via San Gennaro Agnano 34 Boldoni Dario O camere; 132 p.letto 25

26 Hotel San Giuseppe snc albergo Via Montenuovo Licola-Patria 86 Ciotta Agnese+ Maria;ClicerioPio O camere; 48 p.letto Hotelgest srl albergo Via Campi Flegrei 30 De Simone Giovanni O O camere; 46 p.letto Miragolfo srl albergo Via San Gennaro Agnano 66 Tonini Galdino O camere; 42 p.letto Holiday Resort srl albergo Via Costa d'agnano Casolaro Luisa O stanze; p.letto Hotel Circe albergo Viale Sibilla Di Francia Pietro O camere;102 p.letto Residence Hotel Agnano Terme albergo Via Antiniana 19 Pugliese Antonio O stanze; 128 p.letto Tiro a Volo Ideal Camping campeggio Via Montenuovo Licola-Patria 120 Topo Vincenzo O p.letto Hotel delle Rose albergo Via Miliscola 167 Vivese Guglielmo O camere; 35 p.letto ID_ Uffi ci ID_ Map Centro Iside Centro Serapide SpA - Centro diurno Arco Felice STRUTTURE ACCOGLIENZA SPECIALE pa Denominazione Categoria INDIRIZZO Telefono Proprietà responsabile Struttura residenziale e semiresidenziale Via RSA Pozzuoli - (CD Centro Diocleziano O ASL NA2 - Dott Toiano Diurno) psichiatrica 1 55 pubblica Antonio De Rosa Struttura Serapide SpA - Dott. residenziale e privata - Teresa Gaudino/ semiresidenziale Via Orsa O partecipa ASL NA2 - Dott. psichiatrica Minore 3 43 ta Giuseppe Tortorelli Centro sociale polifunzionale IFHLAN Serena Gruppo appartamento Casa Comunità alloggio Villa Raffella Casa Famiglia Donna Nuova Struttura sociosanitaria diurna Centro e scuola riabilitativa disabili Casa di riposo Casa di riposo Casa accoglienza Casa Famiglia Favola Casa accoglienza Centro Sociale Terza età C. Rosini Centro Sociale Centro Sociale per la terza età Centro Sociale Centro Informagiovani Centro Sociale Via Annecchino 248 Traversa Privata Monterusso 3 Via Domitiana 20 Via Luciano 34 Via Roma 50 (c/o Centro San Marco) Via Monteruscel lo 13 O O privata - convenzi onata privata - convenzi onata O privata O privata O privata/r eligiosa O privata Via Vecchia S. Gennaro pubblica Via Virgilio 4 pubblica c/o Stadio Comunale "D. Conte" Trav. Virgilio 2 Serapide SpA - Dott. Angela Piantadosi Coop. Sociale Medi Care Caritas diocesana - Maria Ricciardi O pubblica Comune Cooperativa Sociale "Crescere Insieme" Comune - Servizi Sociali Comune - Servizi Sociali ricetti vità 32 p. letto + 20 diurni 26

27 Centro San Marco Centro Sociale Mensa sociale c/o centro San Marco Centro "Ero Forestiero" Centro Sociale Centro Sociale Via Roma 50 (c/o Centro San Marco) Via Roma 50 (c/o Centro San Marco) Via Roma 50 (c/o Centro San Marco) O O O privata/r eligiosa privata/r eligiosa privata/r eligiosa Caritas Diocesana Caritas Diocesana Caritas Diocesana - Sac. Fernando Carannante 27

28 Strutture sanitarie Sono state individuate cartograficamente e tematizzate nel GIS mediante gruppi di distinti shape file a seconda dei possibili utilizzi degli stessi durante la gestione di una emergenza, tutte quelle strutture sanitarie che, anche in relazione alla specializzazione, possono avere rilevanza al verificarsi di un evento calamitoso o in caso di allarme. Le tabelle dati relative ai punti individuati sul territorio sono state integrate dai dati di reperibilità e di affollamento ove possibile - e una versione in formato excel dei dati raccolti è stata fornita all ente per la consultazione e l aggiornamento del piano. Si riportano di seguito i dati relativi all Ospedale di Riferimento, alle strutture di continuità assistenziale, alle principali strutture sanitarie presenti sul territorio. Tutte le schede, più una relativa a farmacie e depositi farmaceutici, sono riportate anche in Appendice. ASL DI APPARTENENZA ASL NA 2 NORD TELEFONO O COMUNE POZZUOLI INDIRIZZO VIA CORRADO ALVARO 8 MEDICI IN SERVIZIO OSPEDALE DI RIFERIMENTO OSPEDALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE TELEFONO O COMUNE POZZUOLI INDIRIZZO VIA DOMIZIANA - LOCALITA' LA SCHIANA MEDICI IN SERVIZIO 195 GUARDIA MEDICA POZZUOLI TELEFONO O INDIRIZZO VIA VECCHIA DELLE VIGNE 21 ORARIO SERVIZIO DOM O-24; LUN-VEN O-8, 20-24; SAB O-8, ORARIO PERIODO TURISTICO (come sopra) GUARDIA MEDICA MONTERUSCELLO TELEFONO O INDIRIZZO VIA CORRADO ALVARO 9 ORARIO SERVIZIO DOM O-24; LUN-VEN O-8, 20-24; SAB O-8, ORARIO PERIODO TURISTICO (come sopra) 28

29 ID_ Uffi ci ID_ Map Ospedale Santa Maria delle Grazie ASL NA2 Nord Direzione sanitaria STRUTTURE SANITARIE pa Denominazione Categoria INDIRIZZO Telefono Proprietà responsabile Via Domitiana - Ospedale + Pronto Località La O Soccorso Schiana 08 pubblica Dott.ssa Anna Punzo Uffici ASL - Igiene, veterinaria, ASL NA2 - Distretto sanitario 35 Guardia Medica consultorio Guardia Medica + consultorio Uffici Sanitari Uffici Sanitari Uffici Sanitari - Poliambulatorio Uffici Sanitari Uffici Sanitari Via Corrado Alvaro 8 Via Campana 225 Corso Terracciano 21 Via Corrado Alvaro 8 Via Vecchia delle Vigne SERT Uffici Sanitari Via Lucilio 19 Centro Salute Mentale UOSM Uffici Sanitari Via A. Pio 2 Centro Serapide SpA sede Centro Serapide SpA - Ortopedica e riabilitativa Arco Felice Centro Serapide SpA - Centro distrurbi spettro autistico Centro Serapide SpA - Riabilitativa Toiano Centro Iperbarico Pozzuoli Centro Flegreo Struttura sanitaria riabilitativa - centro assistenza domiciliare Struttura sanitaria riabilitativa Struttura sociosanitaria semiconvitto Struttura sanitaria riabilitativa Nephrocare Centro Dialisi Ambulatorio polispecialistico San Giuseppe Moscati Ospedale Veterinario Villa Felice II traversa Via Campi Flegrei 2 Via Campi Flegrei 52 Via Campana 233 Contrada Toiano 61 Struttura sanitaria - medicina iperbarica Via Celle 2 Struttura sanitaria II Traversa diagnostica e Campi medicina nucleare Flegrei 3 Via Montenuov o Licola Struttura sanitaria polispecialistica Clinica veterinaria e pronto soccorso veterinario Patria 60 Via Roma 50 (c/o Centro San Marco) Via Montenuov o 69 O pubblica O pubblica O pubblica O pubblica Dott. Antonio Amore Dott. Armando Orlando Dott. Camillo Daniele O pubblica O Dott. Pasquale 10 pubblica Iannuzzi O pubblica ASL NA2 O O O O O O O O privata - convenzi onata privata - convenzi onata privata - partecipa ta privata - convenzi onata privata - convenzi onata privata - convenzi onata privata - convenzi onata privata/r eligiosa privata Serapide SpA - Dott. Elisa Giacobbe Serapide SpA - Dott. Angela Piantadosi Serapide SpA - Dott. Tommaso Russo (ASL NA2) Serapide SpA - Dott. Angela Piantadosi IPER srl Centro Flegreo srl Dott. Veronica Di Marino Caritas diocesana - diacono Pasquale Grottola ricetti vità 204 p.letto 29

30 Principali Infrastrutture per Servizi Essenziali e Strutture Critiche E stata individuata cartograficamente e tematizzata nel GIS la centrale elettrica situata sul territorio del Comune di Pozzuoli. Di tutti i servizi essenziali sono stati tabellati i riferimenti telefonici. Non è stato possibile reperire in formato digitale esportabile il grafo delle reti dei servizi essenziali, che, pertanto, resta a carico degli uffici competenti. Non sono presenti sul territorio industrie a rischio di incidenti rilevanti o altri siti di smaltimento e/o stoccaggio materiali pericolosi. Per quanto concerne le attività produttive si è rimandato ad una acquisizione più puntuale dei dati la eventuale tematizzazione delle stesse. Si riportano di seguito i dati relativi agli Enti Gestori dei Servizi Essenziali. La tabella di riferimento è riportata in Appendice, ove vengono riportati anche servizi diversi quali i servizi cimiteriali, illuminazione pubblica, rifiuti. ENTI GESTORI SERVIZI ESSENZIALI Elettricità ENEL POZZUOLI Via Monteruscello Gas NAPOLETANA NAPOLI Via G.Ferraris 66/F GAS Acqua COMUNE POZZUOLI Via Levi 1 Di Procolo carlo.diprocolo@ comune.pozzuoli.na.it Telecomu nicazioni TELECOM NAPOLI Centro Direzionale IF

31 Fornitori materiali e mezzi Il Comune di Pozzuoli ha demandato all esterno la maggior parte dei servizi di manutenzione, limitando al massimo il parco comunale di mezzi e materiali. Si è riportato in apposita cartella contenuta nel DVD di Piano, l elenco delle Ditte di fiducia dell Ente. Sono stati tabellate invece, e vengono riportate in appendice, così come nell insieme dei file excel riportati in apposita cartella del DVD, le risorse in termini di mezzi, e le risorse umane, proprie del Comune, della Polizia Locale, dell UOPC, nonché l elenco dei distributori di carburante presenti sul territorio comunale, questi ultimi tematizzati nel GIS. Sono altresì stati individuati Serbatoi e Depuratori. Si riportano di seguito risorse e mezzi di immediata utilità e disponibilità di proprietà dell ente, nonché i riferimenti della ditta cui è affidata la refezione scolastica, di rilevanza strategica per la gestione dell assistenza alla popolazione in emergenza. Il Comune di Pozzuoli dispone inoltre di proprio servizio di pullman scolastici, con un parco mezzi costituito da 15 unità di cui 10 da 35 posti e 5 da 24. Ufficio UCPC Polizia Locale UOC Pubblica Istruzione MATERIALI, MEZZI E RISORSE UMANE (COMUNE) - F4A1 Responsabi le Indirizzo telefono Cellulare Fax Materiali Mezzi Arch.Franco Alberto De Simone Com. Carlo Pubblico Luigi Zeno Via Elio Vittorini Via Luciano Via Ragnisco c/o Biblioteca Comunale prot.civile@pe c2.comune.poz zuoli.na.it info@pec2.co mune.pozzuoli. na.it info@pec2.co mune.pozzuoli. na.it radio portatili Radio portatili e stazione radio 2 autovett ure 26 autovett ure 3 auto civetta 1 stazione mobile 4 motovei coli 10 pullman 35 ps 5 pullman 24 ps Risorse Umane 1 autista 4 impiega ti 126 agenti Per quanto concerne i servizi di mensa scolastica è stata individuata la ditta seguente: EP SpA Salvatore Esposito Via Terracina 188 Napoli - tel in grado di assicurare in emergenza fino a pasti/g. 31

32 I Rischi sul territorio e la Definizione degli Scenari Si definisce Pericolo o Pericolosità, la probabilità (statistica) che un evento di assegnata severità accada in un determinato luogo in un periodo di tempo assegnato. Si definisce Rischio, la combinazione di tale probabilità con alcuni parametri che definisco il territorio sul quale si prevede che l evento possa accadere. Tali parametri sono la Vulnerabilità del territorio e di ciò che lo costituisce (elementi naturali ed antropici) rispetto alla tipologia di pericolo, e l Esposizione, che definisce in termini quantitativi la distribuzione sul territorio degli elementi a rischio. Lo Scenario di Evento, simula l estensione e i parametri caratterizzanti l evento calamitoso. Ovvero definisce l area interessata dall evento di severità prescelta e include la valutazione dei parametri che descrivono la dinamica e la severità del fenomeno in riferimento al tempo e allo spazio. Lo Scenario di Impatto o di Danno simula la distribuzione sul territorio dell impatto determinato da un evento calamitoso assegnato sugli elementi esposti. Rappresenta la distribuzione nello spazio, su base probabilistica, delle quantità di elementi esposti danneggiati secondo una prefissata scala di gravità. Si definisce Scenario di Riferimento lo scenario di evento e/o di danno atteso particolarmente significativo per la pianificazione della gestione dell emergenza. Esso può coincidere con l Evento Massimo Atteso (EMA) se, su base probabilistica tale evento ha una accettabile possibilità di accadere. 32

33 Rischio Idrogeologico Per rischio idrogeologico si intende il rischio da inondazione, frane ed eventi meteorologici pericolosi di forte intensità e breve durata. Questa tipologia di rischio può essere prodotto da: movimento incontrollato di masse d'acqua sul territorio, a seguito di precipitazioni abbondanti o rilascio di grandi quantitativi d'acqua da bacini di ritenuta (alluvioni); instabilità dei versanti (frane), anch'essi spesso innescati dalle precipitazioni o da eventi sismici; nonché da eventi meteorologici pericolosi quali forti mareggiate, nevicate, trombe d'aria. Scenari differenziati sono stati definiti in modo particolareggiato relativamente alle due tipologie prevalenti di rischio idrogeologico, rischio idraulico e rischio frane, nello studio finalizzato alla definizione degli scenari di evento e di impatto, commissionato in seno alla presente pianificazione all Università degli Studi di Napoli, DICEA. Il RISCHIO IDRAULICO è definito dal D.Lgsl. 49/2010 come l allagamento temporaneo, anche con trasporto ovvero mobilitazione di sedimenti anche ad alta densità, di aree che abitualmente non sono coperte d acqua. Ciò include le inondazioni causate da laghi, fiumi, torrenti, eventualmente reti di drenaggio artificiale, ogni altro corpo idrico superficiale anche a regime temporaneo, naturale o artificiale, le inondazioni marine delle zone costiere ed esclude allagamenti non direttamente imputabili ad eventi meteorologici Il RISCHIO FRANE va inteso come rischio legato al movimento e / o alla caduta di materiale roccioso o sciolto causati dall azione esercitata dalla forza di gravità. 33

34 Rischio idraulico Sulla base di quanto rilevato nel PSAI (Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico) 2015 e nelle mappe ad esso allegate dell Autorità di Bacino della Campania Centrale, bacino nel quale ricade il territorio del Comune di Pozzuoli, ricadono, all interno dei confini comunali, diverse aree a pericolosità bassa (la maggior parte) ed alcune aree a pericolosità elevata, nonostante il Comune di Pozzuoli, sia situato a notevole distanza dai principali corpi idrici superficiali: l alveo più vicino è quello di Quarto, situato immediatamente a Nord del Comune, con sbocco all estremità Nord-Ovest dell area. Il territorio del Comune risulta per lo più interessato da una rete di drenaggio superficiale a Nord-Ovest, in prossimità dello sbocco dell Alveo di Quarto, e da un sistema di impluvi naturali, spesso innestati su strade, nell area Sud- Est. 34

35 Per quanto riguarda le aree a bassa pericolosità, queste interessano una zona di falda subaffiorante a Nord-Ovest, il lago d Averno e quello di Lucrino, le conche endoreiche rappresentate dal Monte Nuovo e dai crateri Campiglione e Astroni e dalla zona di esondazione circostante il tratto terminale dell Alveo di Quarto. Per quanto riguarda le aree a pericolosità elevata, si tratta di zone di crisi idraulica situate al piede di impluvi, laddove si verifica una brusca variazione di pendenza. Il PSAI 2015 indica 28 Aree di Attenzione Idraulica (nel seguito indicate come AAI e individuate nel GIS nello shape di riferimento). Di queste, la quasi totalità (27) presenta un rischio legato alla presenza di uno o più impluvi insistenti sulla rete viaria o su zone edificate. L AAI3, invece, insiste su di una zona il cui rischio è legato alla presenza di una falda affiorante ed è quindi legata ad un possibile fenomeno di allagamento. Per ciascuna delle 27 Aree il gruppo di studio preposto alla definizione dello scenario per il Rischio Idraulico ha affrontato uno studio di dettaglio volto alla caratterizzazione idraulica del sistema; in particolare per ciascuna di esse è stato individuato un punto critico da considerare come sezione di chiusura di un bacino idrografico, valutando quale fosse, all interno di ciascuna area, il punto più gravoso in termini di brusca riduzione delle pendenze, contemplando in suddetta valutazione anche l eventuale presenza di edifici o strade. Tutte le sezioni di chiusura individuate sottendono un impluvio naturale o stradale e sono posizionate in corrispondenza di strade e autostrade o di zone abitate. Si è resa dunque necessaria una caratterizzazione di tali bacini al fine di quantificare i tempi di risposta ai fini dell allertamento e delle azioni di Protezione Civile volte alla salvaguardia della popolazione, valutando, nel contempo, il possibile impatto che un evento produrrebbe sul territorio. Lo studio individua inoltre due sistemi, corrispondenti ad insiemi di aree di attenzione per i quali la valutazione viene di seguito specificata. Sistema Cigliano Comprende l insieme delle AAI 6, 7, 8, 9, 16, 18 e 25. I bacini formano un sistema di drenaggio alquanto complesso, la cui valutazione non è immediata. La presenza del viadotto di Via Campana, infatti, determina l impossibilità di ottenere bacini idrografici realistici a valle del viadotto stesso mediante la sola elaborazione di un DTM, che non riesce a cogliere tale complessità morfologica. In particolare, è opportuno precisare che il reticolo idrografico afferente le sezioni 6 e 7 prosegue sotto il viadotto fino alla sezione 25; di conseguenza, i bacini 6 e 7 sono sottobacini rispetto al bacino individuato dalla sezione 25. Il tempo di risposta del bacino 25 deve essere dunque inteso come somma del tempo calcolato nella tabella a seguire e il maggiore tra tempi di risposta del bacino 6 e 7 (T= 21,05 min). I restanti bacini sono invece rappresentati in tabella in maniera corretta. Ciò è legato al fatto che gli impluvi naturali paralleli al reticolo 6 e 7, pur attraversando il viadotto, pervengono non direttamente 35

36 alla sezione 16, bensì sversano in una vasca di laminazione a valle del viadotto. Infine, si segnala la presenza di una ulteriore sezione di interesse, evidenziata in rosso nella mappa di pericolosità idraulica Tale area, pur non essendo riportata nel PSAI come area di attenzione idraulica, è una possibile zona di crisi, poiché rappresenta la sezione di chiusura di un bacino idrografico di grandi dimensioni che comprende tutti i bacini evidenziati. Sistema Pisciarelli Comprende l insieme delle AAI 2 e 13. Tali bacini formano un sistema di drenaggio, poiché in corrispondenza della sezione 2 è presente un sottopasso, che mette in comunicazione i due bacini. Di conseguenza, il bacino 13 è da considerarsi come sola area di drenaggio diretto, e il tempo di risposta del bacino 13 è pari alla somma del tempo di risposta calcolato più il tempo di risposta del bacino 2 (T= 24,5 min). AAI x (m) sezione y (m) sezione area (m 2 ) Tempo risposta min min min min min min min min min min min min min min min min min min min min min min min min min min min 36

37 Lo scenario del danno atteso, che evidenzia gli edifici e quindi la popolazione che vi risiede, realizzato in via speditiva sulla base dei dati ISTAT 2011, è riportato nella tabella a seguire, per singola area di rischio. La tabella riporta un totale che è da considerarsi puramente indicativo: raramente un evento meteorologico avverso mette in crisi contemporaneamente tutti i punti di attenzione presenti su un territorio. AAI x (m) centroide y (m) centroide area (m 2 ) no. edifici no. edifici pubblici abitanti TOTALI

38 Rischio frane Le tipologie di instabilità di versante proposte nel PSAI redatto dall Autorità di Bacino della Campania Centrale per il territorio comunale di Pozzuoli si possono ricondurre a: - mobilizzazione, per trasporto in massa, di depositi superficiali, in genere di natura piroclastica, presenti sui versanti di rilievi montuosi. Questi franamenti evolvono in colate fango se rapide che si incanalano negli impluvi dei versanti e raggiungono i fondovalle con elevata capacità distruttiva; - frane in roccia e crolli che interessano in prevalenza le aree di affioramento di formazioni tufacee e laviche nelle zone fratturate e acclivi. Si tratta di frane meno prevedibili delle precedenti in quanto caratterizzate da delicatissimi equilibri che evolvono nel tempo, sia per fattori naturali (pioggia, erosione costiera, alterazione, clastesi, bioturbazioni, incendi, ecc.) che antropici. In queste aree sono possibili anche trasporti in massa di detriti grossolani che hanno una mobilità minore rispetto alle colate di fango; Dal momento che le cartografie fornite dalle Autorità di Bacino (tranne qualche rara eccezione) non distinguono se il rischio derivi dall insorgenza di colate rapide o crolli, il gruppo di studio preposto alla redazione degli scenari per rischio idrogeologico frane, ha provveduto ad evidenziare, le aree potenzialmente interessate da fenomenologia, sulla base di indizi geomorfologici quali: presenza di cornici di morfoselezione, versanti di faglia ad elevata acclività, stato di fratturazione, giacitura dei sistemi di discontinuità, etc. Per la definizione delle possibili aree-sorgenti, ha ritenuto di dover fare riferimento a criteri esclusivamente geomorfologici, integrati però da dati di sopralluoghi e sulla base di esperienze già maturate. La perimetrazione delle aree suscettibili di invasione per caduta massi, ha richiesto l allestimento di profili che fossero rappresentativi dei caratteri topografici, morfologici e litologici delle aree studiate. Nella scelta delle aree, si è tenuto conto della presenza dell urbanizzato, prediligendo le zone che sovrastano i centri abitati o i nuclei abitativi di una certa consistenza; non sono state prese in considerazione le strade e le scarpate su di esse incombenti. Tutti i profili analizzati, terminano in corrispondenza del primo edificio a valle o di opere di sostegno lungo il versante. Una delle difficoltà maggiori, incontrate nella definizione delle aree di possibile invasione, è stata quella di stabilire il volume del crollo di riferimento, dal momento che esso rappresenta una delle incognite più importanti, in grado di influenzare sensibilmente i risultati delle elaborazioni. Il volume della massa potenziale in frana, come noto, costituisce un importante indice dell intensità del fenomeno atteso (Hungr et al., 1999). 38

39 Sulla base di esperienze pregresse, maturate in ambiti regionali interessati da crolli, il gruppo di studio dell Università degli Studi di Napoli DICEA ha scelto di adottare un volume costante per tutte le elaborazioni e pari a 1 m3, dal momento che le informazioni disponibili da Catalogo relative ad eventi pregressi, mostrano che esso è certamente un dato tra i più ricorrenti (Cascini e Ferlisi, 2002; Budetta, de Riso e Santo, 2005). Naturalmente, non possono escludersi eventi di maggior magnitudo (volumetrie dell ordine delle decine o centinaia di metri cubi) ma, le informazioni disponibili, dimostrano che essi sono rari e, laddove presenti, assumono caratteri non riconducibili a crolli, quanto piuttosto a veri e propri rock-avalanches che non possono essere analizzati con la metodologia adottata, ampiamente descritta nello specifico elaborato. Lo studio sulla franosità del comune di Pozzuoli ha dunque tenuto conto di quanto redatto dall Autorità di bacino della Campania Centrale attraverso la redazione del PSAI 2015 da un lato e dall altro da un precedente studio dell Amra scarl nell ambito del Protocollo integrativo di attuazione dell attività a.1 (Art. 3 della Convenzione quadro stipulata in data 24 febbraio 2004 e repertoriata al n. 11) tra il Dirigente del Settore Programmazione Interventi di Protezione Civile (SPC) della Regione Campania e il Coordinatore Scientifico del Centro Regionale di Competenza Analisi e Monitoraggio del Rischio Ambientale (AMRA) per la realizzazione del Prodotto 4.5 Data-base degli scenari di evento e da dati recenti del Comune, nonchè di alcuni sopralluoghi effettuati specificamente per la redazione dell elaborato di studio. Elaborato di sintesi con le aree a pericolosità elevata e molto elevata suddivise per differenti settori del comune di Pozzuoli 39

40 Una sintesi delle aree più suscettibili a fenomeni rapidi che per tale motivo possono creare situazioni locali di criticità è uno degli elaborati scaturiti dalle analisi e gli studi condotti. Per quanto riguarda le aree interessate da colata rapida di fango sono da segnalare gli areali della Montagna Spaccata, il versante esterno meridionale del cratere degli Astroni, o le case sparse in località Monte Nuovo e Monte Barbaro; particolare attenzione deve essere posta sia per alcuni tratti della Tangenziale che per la zona di via Napoli e del Lago di Averno poiché sono zone del territorio caratterizzate da notevoli flussi di traffico, e intensamente interessate da attività commerciali. Per altre zone, quali ad esempio la Contrada Cigliano ed alcuni tratti di via San Gennaro Agnano, sono in corso interventi di sistemazioni dei versanti che contribuiranno alla mitigazione dei fenomeni anzidetti; per essi una valutazione puntuale delle criticità residue potranno essere effettuate solo al termine dei relativi valori di sistemazione. Per i crolli sono meritevoli di attenzione le pareti del terrazzo della Starza che incombe sulla ferrovia cumana e su alcuni fabbricati, quelle di M. Olibano (zona accademia) che interessa alcune abitazioni. Ulteriori criticità sono state riscontrate lungo l orlo della caldera del Lago d Averno, sul M.te Barbaro (dove già in passato si sono verificati eventi che hanno in qualche caso raggiunto la Tangenziale di Napoli) e lungo le pareti che si affacciano su Via Napoli. Da sottolineare che in questi ultimi due siti sono già stati effettuati interventi per la mitigazione del rischio da frana. Eventuali ulteriori criticità rispetto ai fenomeni franosi individuati e descritti innanzi potranno essere implementate nel piano alla luce di indagini specifiche sviluppate dalla Struttura Comunale, sulla base delle più puntuali conoscenze del territorio di interesse. Al fine di effettuare una sintesi dello studio fatto sono state intersecati gli areali classificati a pericolosità elevata e molto elevata con le strutture pubbliche (scuole, palestre, chiese ) e i principali assi viari segnalateci dal Comune. Da tale elaborazione è possibile osservare che solo 5 edifici classificati come pubblici ricadono nelle aree a pericolosità, e precisamente l Oasi di Monte Nuovo, gli uffici della N.U. di via Fascione e tre edifici ecclesiastici. Situazione invece un po più complessa riguarda gli assi viari, in quanto questi costituisco le possibili vie di fuga nel caso di eventi critici. Come è possibile osservare entrambe gli assi principali (Tangenziale, SS7Quater e SS7Quater bis) attraversano aree a pericolosità elevata. In particolare la Tangenziale potrebbe essere interessata da fenomeni di crollo che potrebbero innescarsi in località Monte Barbaro, mentre fenomeni di colata rapida potrebbero interessare il settore della Tangenziale in località Cigliano. Analogamente situazioni critiche si potrebbe verificare sia lungo la statale SS7Quater dove un tratto di quest ultima in località Monterusso potrebbe essere interessata dall invasione di materiale a seguito di fenomeni di frana per colata rapida e lungo tratti della SS/Quater bis in località Lago di Averno. Infine criticità sono state riscontrate in tratti di via Fascione che potrebbero essere interessati da fenomeni di invasione a seguito dell innescarsi di frane. 40

41 L intero territorio classificato a pericolosità elevata e/o molto elevata è stata suddiviso, come illustrato nella prima mappa, in 12 settori, per i quali è stato possibile individuare il numero di edifici presenti e soprattutto stimare la popolazione presente. A tal proposito è possibile osservare come i settori 11 e 12 (via Napoli) presentino il maggior numero di abitanti ed edifici, mentre il settore 4 (Cratere degli Astroni) presenti un numero esiguo sia di abitanti che di edifici. Ulteriori considerazioni sono state fatte sulla presenza di edifici di interesse pubblico che potrebbero essere coinvolti durante la fase di crisi. Infatti si è potuto notare come solo i settori 1, 3, 6 e 12 abbiano fatto registrare la presenza di edifici pubblici. 41

42 Numero di abitanti ricadenti nei settori a pericolosità elevata e molto elevata. La sottostante tabella riassume, in relazione ai dodici settori individuati a pericolosità elevata, l impatto di eventi su tali aree del territorio, in termini di edifici e popolazione coinvolta. A titolo puramente indicativo, in quanto è altamente improbabile che raramente un evento meteorologico avverso metta in crisi contemporaneamente tutti i punti di attenzione presenti su un territorio, la somma degli edifici ricadenti in aree a possibile impatto da fenomeno franoso è pari a 1217, con un numero di residenti pari a

43 Zone di Allerta Il comune di Pozzuoli ricade all interno della Zona di Allerta di tipo I (Piana Campana, Napoli e Isole e Area Vesuviana). Si nota che la scala spaziale di riferimento per le Zone di Allerta è la mesoscala beta ( km); scale spaziali più piccole non sono infatti ritenute significative in fase di previsione meteorologica, tenuto conto dell incertezza dei modelli meteorologici numerici ad area limitata nella previsione della localizzazione spaziale dei fenomeni, soprattutto a carattere temporalesco. Per quanto riguarda l analisi dell evento in atto, in Campania si possono distinguere sei classi di eventi pluviometrici critici (v. tabella). Ad ognuna di tali classi è stato associata una categoria di scenario (classe di rischio) pervenendo a una classificazione territoriale, a scala comunale, basata sul diverso grado di propensione al dissesto; in altre parole, ad ogni comune della Campania è stata attribuita la classe di rischio di appartenenza. A tutti i comuni è stato attribuito l indice di classe I, ossia si assume che in ogni comune si possa potenzialmente verificare una situazione di crisi per un evento di piena in un piccolo bacino (incluso i bacini urbani). Gli indici di classe II, III, IV e V sono stati attribuiti ai comuni sulla base dei limiti di bacini idrografici di estensione superiore a 100 kmq. L indice di classe VI è stato attribuito ai 212 comuni a rischio di colata rapida di fango e ai comuni in aree collinari e montane per i quali risulta registrato almeno un evento di frana nella banca dati AVI del CNR-GNDCI. Classe Evento Durata Ambito tipologico-spaziale di dissesto I da 0 a 6 ore Bacini con superficie <100 km 2 II da 3 a 12 ore Bacini con superficie da 100 a 500 km 2 III da 6 a 24 ore Bacini con superficie da 500 a 2000 km 2 IV da 12 a 48 ore Bacini con superficie da 2000 a 5000 km 2 V da 24 a 48 ore Bacini con superficie >5000 km 2 (Volturno) VI da 24 a 72 ore Frane superficiali e colate rapide di fango Al Comune di Pozzuoli è assegnato l indice di classe di rischio I (durata dell evento da 0 a 6 ore) e VI (durata dell evento da 24 a 72 ore). Per ciascuna di queste classi, è fornito il valore di soglia di precipitazione, in [mm], da confrontarsi con i valori registrati dai precursori. Nella fattispecie, per la classe I sono forniti i valori di soglia per precipitazioni con durata 1, 3 e 6 ore, mentre per la classe VI sono considerate precipitazioni con durata 24, 48 e 72 ore. Per ognuna di queste categorie, inoltre, sono forniti tre diversi valori di soglia corrispondenti a tre diversi livelli di criticità, ovvero a tre diversi valori del periodo di ritorno, pari a 2 anni (criticità ordinaria), 5 anni (criticità moderata) e 10 anni (criticità elevata). 43

44 Precursori di evento Si assume quale precursore degli eventi di piena relativi a bacini inferiori a 100 km2 e per eventi di frana che si possono verificare nell ambito di ciascun territorio comunale la precipitazione osservata in uno o più pluviometri presi singolarmente. In particolare, si assumono come precursori le precipitazioni osservate ai pluviometri più prossimi al territorio comunale stesso. Il metodo dei topoieti viene adottato per la misura della prossimità. Nel caso in cui un solo pluviometro presenti con il comune un intersezione del rispettivo topoieto non nulla, verrò fornita anche indicazione del primo pluviometro, escluso quello già considerato, più prossimo al comune. Per il comune di Pozzuoli, l Allegato 8 del D.P.G.R. 299/2005 indica il pluviografo di Pozzuoli come precursore principale, e quello di Napoli - Camaldoli come precursore di riserva. Valori di Soglia I valori di soglia dei precursori pluviometrici puntuali sono adoperati in fase di monitoraggio per l attivazione degli stati di allerta previsti dal modello di intervento per le tipologie di rischio di classe I e VI. I valori di soglia scelti per l attivazione degli stati di attenzione, preallarme e allarme sono costituiti dai valori dei precursori puntuali stimati per periodi di ritorno, rispettivamente, di 2, 5 e 10 anni. La stima di questi valori è stata eseguita su base probabilistica. Per i precursori puntuali con scala di aggregazione temporale di un ora, si adotta esclusivamente il valore relativo al periodo di ritorno di 10 anni, per l attivazione di un possibile stato di allarme. Questo precursore viene infatti adottato esclusivamente per il riconoscimento di possibili situazioni di crisi idraulica in ambito urbano; in questo ambito i fenomeni di piena hanno dinamiche così veloci da rendere superflua la definizione di stati di attenzione e preallarme. L Allegato 9 del D.P.G.R. 299/2005 fornisce i valori delle soglie pluviometriche per il Comune di Pozzuoli (v. Tabella). 44

45 Rischio incendi boschivi Con Delibera della Giunta Regionale n. 330 del 08/08/2014, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania numero 58 del 11/08/2014, è stato approvato il Piano regionale triennale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi. Il piano costituisce l aggiornamento del precedente approvato nel luglio 2012 e tiene conto dell evoluzione del fenomeno degli incendi boschivi e delle sue conseguenze sulle aree urbanizzate che ha condotto alla emanazione di una serie di Ordinanze per far fronte agli incendi di interfaccia. Molteplici sono i fattori che interagiscono e determinano l elevato numero di incendi boschivi rilevati nelle statistiche nazionali per la Regione Campania. Un primo aspetto e certamente l andamento climatico, caratterizzato, durante il periodo estivo, da prolungate siccità accompagnate ad alte temperature e notevole ventosità. Sebbene non sia possibile, se non in minima parte, attribuire a tale aspetto l origine degli eventi, sicuramente esso rappresenta un fattore altamente predisponente connesso alle altre variabili che intervengono. Al riguardo la notevole urbanizzazione di quasi tutto il territorio regionale e il relativo carico antropico, amplificato durante la stagione estiva da considerevoli flussi turistici, richiede una particolare e continua condizione di allerta per la crescente pericolosità degli eventi in termini di tutela della popolazione ma anche delle strutture e delle infrastrutture presenti. L esposizione territoriale al fenomeno è inoltre da attribuire al continuo incremento dei terreni agricoli abbandonati e alla non perfetta manutenzione stradale che comporta la disponibilità di combustibile rapidamente infiammabile e pertanto facile innesco di incendi di ben maggiore importanza. Oltre al periodo estivo una discreta presenza di incendi si registra anche nel periodo tardo invernale (febbraio marzo). Essa e legata al verificarsi di scarse precipitazioni e vento in presenza di accumulo nei terreni di residui vegetali, rami morti ed erba secca che risultano molto infiammabili in corrispondenza di periodi di siccità. Tanto premesso la propagazione del fuoco dipende essenzialmente dalla composizione vegetazionale presente, dalle caratteristiche del combustibile (le foglie sono più infiammabili dei rami a loro volta piu infiammabili dei tronchi) e della composizione chimica delle piante. La superficie media annua percorsa dal fuoco negli ultimi dieci anni è stata circa ettari, con forti oscillazioni (massimo ettari nel 1993). 45

46 Dalle tavole dell Uso Agricolo e dell Uso Antropico del Suolo disponibili e facenti parte degli elaborati del Piano Regolatore del 2003 del Comune di Pozzuoli, dato abbastanza recente pertanto ritenuto attendibile ad oggi, è stato possibile ricavare le superfici complessive destinate a verde, distinguendole in funzione delle specie vegetative prevalenti. TIPO N aree Superficie complessiva (ha) % Area Sterile 33 63,59 1,46% Bacino Artificiale 1 0,07 0,00% Bacino Naturale 4 63,96 1,47% Bosco Misto 8 13,90 0,32% Bosco di Conifere 14 20,83 0,48% Bosco di Latifoglie ,32 16,07% Cave 3 4,79 0,11% Centro Urbano ,00 22,36% Cespuglieto e/o Arboreto ,04 7,63% Frutteto ,61 18,23% Incolto ,00 5,82% Incolto Produttivo 25 21,56 0,49% Industriale ,65 4,32% Macchia Sempreverde 20 56,77 1,30% Misto 24 38,37 0,88% Oliveto 5 4,60 0,11% Ortivo 45 44,87 1,03% Prato e Pascolo 26 23,75 0,54% Residenziale ,71 2,17% Seminativo Arborato 48 66,86 1,53% Seminativo Asciutto ,42 4,06% Seminativo Irriguo 6 8,88 0,20% Svincoli Stradali ,36 3,40% Vegetazione Ripariale 17 27,40 0,63% Verde Urbano ,44 3,31% Vigneto ,67 1,94% Zona Archeologica 5 6,45 0,15% 4.364,88 100,00% Dalla tabella si evince che oltre il 60% del territorio del comune è occupato da aree verdi di diversa natura, ricomprendendo tra queste il verde attrezzato urbano, i terreni coltivati e tenuti a prato o pascolo, gli incolti, la vegetazione ripariale e le aree propriamente boschive tra le quali si distinguono diverse aree di Macchia Sempreverde, numerosi cespuglietti ed arboreti, numerosi boschi di latifoglie e diversi boschi misti e di conifere. 46

47 Nel Comune di Pozzuoli sono presenti aree protette quali Parchi, nazionali e regionali, aree di protezione definite dall Unione Europea quali Siti di Interesse Comunitario (SIC) e Zone a Protezione Speciali (ZPS); dal Piano urbanistico strategico si rilevano aree di Tutela Boschi derivante da Decreti di vincoli per una superficie di oltre Ha. Il territorio del comune ricade per intero nella zona fitoclimatica del Lauretum caldo che costituisce la fascia dal livello del mare fino a 300 metri di altitudine, sostanzialmente lungo le coste mediterranee meridionali fino al basso Lazio ed oltre il Gargano. L area è caratterizzata dal sistema vegetazionale della macchia mediterranea. A tale sistema è assegnato un grado di rischio pari a 100 (piano AIB Regione Campania). Il Comune di Pozzuoli ha solo da qualche mese istituito il catasto incendi. I dati ritraibili dal Geoportale della Regione Campania in merito agli incendi pregressi che hanno investito il territorio comunale e alle aree percorse dal fuoco si fermano al 2007, questo in virtù del trasferimento dello competenze in capo ai comuni della trascrizione degli eventi occorsi sul territorio agli atti del Catasto e della Regione. I piani AIB 2013 e redatto dalla Regione Campania riportano rispettivamente 54 eventi nel 2012 e 34 nel Si riportano di seguito, in tabella i dati ricavati dal Geoportale della Regione Campania, che riguardano gli eventi occorsi sul territorio dal 2000 al

48 Località Comune Data Incendio Area Incendiata (ha) Area Particella (ha) C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. MONACI POZZUOLI 19/08/ S. ANGELO POZZUOLI 12/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. MONACI POZZUOLI 19/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A FIOCCA POZZUOLI 21/08/ MASS.A RICETTONE POZZUOLI 24/07/ MASS.A SARDO POZZUOLI 11/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. MONACI POZZUOLI 19/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. MONACI POZZUOLI 19/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ Percentuale 48

49 S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. MONACI POZZUOLI 19/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. MONACI POZZUOLI 19/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A FIOCCA POZZUOLI 21/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. MONACI POZZUOLI 19/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A FIOCCA POZZUOLI 21/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ MASS.A RICETTONE POZZUOLI 24/07/ S. ANGELO POZZUOLI 12/08/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ MASS.A RICETTONE POZZUOLI 24/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ M. S. ANGELO ALLA POZZUOLI 15/09/

50 CORVARA MASS.A RICETTONE POZZUOLI 24/07/ MASS.A RICETTONE POZZUOLI 24/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A FIOCCA POZZUOLI 21/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A FIOCCA POZZUOLI 21/08/ MASS.A NAPPO POZZUOLI 02/09/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ TEMPIO DI GIOVE POZZUOLI 12/09/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ MASS.A RICETTONE POZZUOLI 24/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ MASS.A RICETTONE POZZUOLI 24/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/

51 S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ TEMPIO DI GIOVE POZZUOLI 12/09/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ MASS.A RICETTONE POZZUOLI 24/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ TEMPIO DI GIOVE POZZUOLI 12/09/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ TEMPIO DI GIOVE POZZUOLI 12/09/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ TEMPIO DI GIOVE POZZUOLI 12/09/ S. ANGELO POZZUOLI 12/08/

52 S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ TEMPIO DI GIOVE POZZUOLI 12/09/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ MASS.A RICETTONE POZZUOLI 24/07/ MASS.A SARDO POZZUOLI 11/08/ GROTTA DELLA SIBILLA POZZUOLI 04/10/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ TEMPIO DI GIOVE POZZUOLI 12/09/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ TEMPIO DI GIOVE POZZUOLI 12/09/ GROTTA DELLA SIBILLA POZZUOLI 04/10/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A GIUSTINO POZZUOLI 01/09/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ C. CAPUANO POZZUOLI 05/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A FIOCCA POZZUOLI 21/08/ GROTTA DELLA SIBILLA POZZUOLI 04/10/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/

53 S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ C. CAPUANO POZZUOLI 05/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A GIUSTINO POZZUOLI 01/09/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ C. CAPUANO POZZUOLI 05/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/

54 S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ S. ANGELO POZZUOLI 12/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ C. CAPUANO POZZUOLI 05/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ C. CAPUANO POZZUOLI 05/08/ S. ANGELO POZZUOLI 12/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ C. CAPUANO POZZUOLI 05/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ MASS.A GIUSTINO POZZUOLI 01/09/ C. CAPUANO POZZUOLI 05/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ C. CAPUANO POZZUOLI 05/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A RICETTONE POZZUOLI 24/07/ MASS.A SARDO POZZUOLI 11/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A SARDO POZZUOLI 11/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/

55 S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ GROTTA DELLA SIBILLA POZZUOLI 04/10/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ GROTTA DELLA SIBILLA POZZUOLI 04/10/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. ANGELO POZZUOLI 12/08/ S. ANGELO POZZUOLI 12/08/ S. ANGELO POZZUOLI 12/08/ S. ANGELO POZZUOLI 12/08/ S. ANGELO POZZUOLI 12/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/

56 S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A GIUSTINO POZZUOLI 01/09/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A GIUSTINO POZZUOLI 01/09/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A GIUSTINO POZZUOLI 01/09/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ C. CAPUANO POZZUOLI 05/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ MASS.A GIUSTINO POZZUOLI 01/09/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ C. CAPUANO POZZUOLI 05/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ C. CAPUANO POZZUOLI 05/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/

57 S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A GIUSTINO POZZUOLI 01/09/ MASS.A RICETTONE POZZUOLI 24/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A RICETTONE POZZUOLI 24/07/ MASS.A SARDO POZZUOLI 11/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A SARDO POZZUOLI 11/08/

58 S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ GROTTA DELLA SIBILLA POZZUOLI 04/10/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A GIUSTINO POZZUOLI 01/09/

59 S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. ANGELO POZZUOLI 12/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ GROTTA DELLA SIBILLA POZZUOLI 04/10/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/

60 S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 21/06/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ MASS.A SARDO POZZUOLI 11/08/ MASS.A SARDO POZZUOLI 11/08/ MASS.A SARDO POZZUOLI 11/08/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A SARDO POZZUOLI 11/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ MASS.A SARDO POZZUOLI 11/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ MASS.A SARDO POZZUOLI 11/08/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ MASS.A RICETTONE POZZUOLI 24/07/ MASS.A SARDO POZZUOLI 11/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/

61 MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A SARDO POZZUOLI 11/08/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ M. S. ANGELO ALLA CORVARA POZZUOLI 15/09/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 28/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/

62 CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ C. CAPUANO POZZUOLI 05/08/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ PREVENTORIO POZZUOLI 05/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. MONACI POZZUOLI 19/08/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. MONACI POZZUOLI 19/08/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. MONACI POZZUOLI 19/08/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. MONACI POZZUOLI 19/08/ C. CAPUANO POZZUOLI 05/08/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. MONACI POZZUOLI 21/06/ C. CAPUANO POZZUOLI 05/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ MASS.A NAPPO POZZUOLI 02/09/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/

63 MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ C. CAPUANO POZZUOLI 05/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ MASS.A FALVELLA POZZUOLI 04/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ I PISCIARELLI POZZUOLI 18/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ CAMPANOLA POZZUOLI 18/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ FONDI DI CIGLIANO POZZUOLI 09/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 02/07/ S. SALVATORE (DIR.) POZZUOLI 01/08/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 05/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/ MASS.A DRESDA POZZUOLI 06/07/

64 Si tratta di oltre 800 eventi in sette anni (837) per una media pari quasi a 120 eventi/anno. L immagine a seguire (nel Gis rappresentata in apposito shapefile) riporta le aree percorse dal fuoco) come tratto dal Geoportale- Catasto Incendi, della Regione Campania. Sebbene il territorio del Comune di Pozzuoli sia classificato nel piano AIB della Regione Campania come un comune a basso rischio di innesco incendi in relazione ai parametri vegetazionali, la lunga storia delle aree incendiate dice evidentemente altro, e cioè che, come spesso accade, ciò che non avviene in natura avviene per mano dell uomo, e solo un attento controllo del territorio, insieme alla manutenzione e pulizia costante delle aree verdi e boscate, può ovviare al rischio di nuovi e altrettanto numerosi eventi, che possono assumere, fuori controllo, dimensioni e conseguenze disastrose. Le aree in grigio sulla mappa rappresentano infatti gli abitati. Riservando ad apposito paragrafo la trattazione del rischio incendi di interfaccia, che è poi la conseguenza più grave di un incendio boschivo in un ambiente urbanizzato, si evidenzia qui che la diffusa presenza di strutture residenziali, seppure isolate e di consistenze poco significative, anche all interno delle aree boscate, innalza inevitabilmente il livello della pericolosità da incendi boschivi e di rischio quindi presente sul territorio. Le mappe utili alla stima del rischio a livello locale, così come alla gestione del territorio sia in termini di prevenzione che di gestione delle emergenza sono le stesse utilizzate per la definizione del 64

65 Rischio Incendi di Interfaccia, strettamente connesso al Rischio Incendi Boschivi. Anche la raccolta dei dati territoriali resta la stessa, almeno relativamente alle aree colpite dal fuoco e ai dati fitoclimatici. Il periodo di allerta, tipico per le regioni centro-meridionali e insulari, e quindi relativo al Comune di Pozzuoli, è generalmente quello coincidente con il terzo trimestre dell anno, pur dovendosi considerare situazioni di particolari condizioni climatiche di caldo secco che possono avvicendarsi sul territorio anche fuori stagione. Temperature medie di riferimento del Lauretum Caldo media dell'anno media del mese più freddo media del mese più caldo media dei minimi C maggiore di 7 C fino a 30 C maggiore di -4 C Mese T min T max Precip. Umidità Vento Eliofania Gennaio 4 C 13 C 104 mm 75 % ENE 9 km/h 4 ore Febbraio 4 C 13 C 98 mm 73 % SSW 16 km/h 4 ore Marzo 6 C 15 C 86 mm 71 % SSW 16 km/h 5 ore Aprile 8 C 18 C 76 mm 70 % SSW 16 km/h 6 ore Maggio 12 C 23 C 50 mm 70 % SSW 16 km/h 8 ore Giugno 16 C 26 C 34 mm 71 % SSW 16 km/h 9 ore Luglio 18 C 29 C 24 mm 70 % SSW 16 km/h 10 ore Agosto 18 C 30 C 42 mm 69 % SSW 16 km/h 10 ore Settembre 15 C 26 C 80 mm 73 % SSW 9 km/h 8 ore Ottobre 12 C 22 C 130 mm 74 % SSW 9 km/h 6 ore Novembre 8 C 17 C 162 mm 76 % SSW 9 km/h 4 ore Dicembre 5 C 14 C 121 mm 75 % ENE 9 km/h 3 ore Dati climatici nel Comune di Pozzuoli (Meteoweb) 65

66 Rischio incendi di interfaccia Con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28/08/07 n 3606, emessa al fine di fronteggiare lo stato di emergenza in atto nelle regioni Campania, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, in relazione ad eventi calamitosi dovuti alla diffusione di incendi e fenomeni di combustione, è stato disposto che i comuni delle predette regioni redigano un apposito piano di emergenza al fine di pianificare le attività da porre in essere nel caso di una eventuale stato di emergenza. Ai sensi dell art.1 c.8 della predetta OPCM 3606, gli UTG e la Regione hanno provveduto alla elaborazione, perimetrazione e classificazione delle aree esposte ai rischi derivanti dal manifestarsi di possibili incendi di interfaccia, nonché all organizzazione dei modelli di intervento. Il comma 9 del medesimo articolo prevede che i comuni redigano, sulla base degli indirizzi regionali, i piani comunali di emergenza che dovranno tener conto prioritariamente delle strutture maggiormente esposte al rischio di incendi di interfaccia, al fine della salvaguardia e dell assistenza della popolazione. Con il Decreto n 2 del 18/10/07 del Commissario delegato ai sensi dell art.1 dell OPCM 3606, è stato fornito un Manuale Operativo contenente gli elementi per l elaborazione speditiva degli scenari di rischio e dei corrispondenti modelli di intervento. La Regione Campania ha messo a disposizione una serie di strati cartografici in formato shape file dei principali tematismi relativi alla pianificazione in oggetto; tali tematismi sono stati utilizzati per la definizione del livello si rischio nelle fasce di interfaccia per la successiva definizione degli scenari di impatto sul territorio, applicando per la definizione del rischio valutazioni di carattere speditivo, per quella degli scenari di impatto i data base ISTAT Si definiscono zone di interfaccia urbano-rurale quelle aree o fasce, nelle quali l interconnessione tra strutture antropiche e aree naturali è molto stretta; cioè sono quei luoghi geografici dove il sistema urbano e quello rurale si incontrano ed interagiscono, così da considerarsi a rischio d incendio di interfaccia, potendo venire rapidamente in contatto con la possibile propagazione di un incendio originato da vegetazione combustibile. Tale incendio, infatti, può avere origine sia in prossimità dell insediamento (ad es. dovuto all abbruciamento di residui vegetali o all accensione di fuochi durante attività ricreative in parchi urbani e/o periurbani, ecc.), sia come incendio propriamente boschivo per poi interessare le zone di interfaccia. Le zone di interfaccia sono suddivise in base alla contiguità e contatto tra aree con dominante presenza vegetale ed aree antropizzate: interfaccia classica: frammistione fra strutture ravvicinate tra loro e la vegetazione; 66

67 interfaccia mista: presenza di molte strutture isolate e sparse nell ambito di territorio ricoperto da vegetazione combustibile; interfaccia occlusa: zone con vegetazione combustibile limitate e circondate da strutture prevalentemente urbane Per interfaccia in senso stretto si intende la fascia di contiguità tra le strutture antropiche e la vegetazione ad essa adiacente, avente una profondità di 25 metri. Come già indicato nel paragrafo relativo al Rischio Incendi Boschivi, i piani AIB 2013 e redatti dalla Regione Campania riportano rispettivamente 54 eventi nel 2012 e 34 nel Di tali eventi, sempre a quanto riportato nei piani, almeno il 20% è da considerarsi incendio di interfaccia. Per valutare il rischio conseguente agli incendi di interfaccia è prioritariamente necessario definire la pericolosità nella porzione di territorio ritenuta potenzialmente interessata dai possibili eventi calamitosi ed esterna al perimetro della fascia di interfaccia in senso stretto e la vulnerabilità degli esposti presenti in tale fascia. Le elaborazioni relative agli aggregati, riportate in appositi tematismi, sono state fornite dalla Regione, e sono: tematismo relativo agli aggregati nel quale risultano raggruppate tutte le strutture la cui distanza relativa non sia superiore a 50 metri; fascia perimetrale di 200 mt intorno alle aree aggregate; tale fascia sarà utilizzata per la valutazione della pericolosità. 67

68 In assenza di dati di dettaglio, la stima della pericolosità nella fascia perimetrale è stata effettuata in via speditiva, sovrapponendo la stessa alla carta tecnica regionale, alla mappa dell uso del suolo e alle ortofoto, ottenendo una discretizzazione pesata della suddetta fascia in base alle caratteristiche vegetazionali specie e densità -, alle pendenze, al tipo di contatto con attigue aree vegetazionali, agli incendi pregressi e alla classificazione AIB, tenuto conto che tale ultimo parametro, nell'ambito del Piano per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, valuta per il Comune di Pozzuoli un rischio vegetazionale pari a 0. 68

69 Mappa degli incendi pregressi (Geoportale Regione Campania) La somma dei pesi valutati speditivamente per aree, determina per il comune di Pozzuoli una Pericolosità al Rischio Incendi di Interfaccia media - bassa. Ciò che determina però il valore attribuito al rischio è la stima della vulnerabilità e del valore esposto lungo la fascia di interfaccia propriamente detta e cioè quella interna alla fascia perimetrale e di profondità pari a mt. Nella fattispecie, sebbene anche l indagine relativa sia stata realizzata per via speditiva e su base cartografica, il numero degli esposti per tratto su segmenti longitudinali a pericolosità omogenea, e la sensibilità degli stessi ha determinato, numerose aree a rischio medio-alto (R3) e alto (R4). Lo scenario di evento, derivato dall intersezione dai tratti della fascia di interfaccia a rischio più elevato con il raster degli edifici, il vettoriale degli edifici pubblici e il grafo strade, è riportato nella tabella che segue e, in apposito tematismo nel GIS. E più che palese che nessuno dei dati può essere sommato, non potendosi prevedere il punto di innesco di un incendio, la sua estensione verso la fascia perimetrale, sino all interessamento dell interfaccia. I dati di area servono a stimare, man mano, durante la progressione del fronte del fuoco e delle conseguenti azioni di Protezione Civile quali possono essere i tratti interessati e quindi l esposto da mettere in sicurezza. L incrocio con il dato numerico riferito alla popolazione deve essere fatto puntualmente sul posto o, per aree più vaste, può essere applicato il criterio statistico. 69

70 Si riporta per completezza anche la mappa tratta dal GIS, che tuttavia, per ovvi motivi di dimensioni ha ben poca resa, sia visiva che pratica. RISCHIO INCENDI DI INTERFACCIA Pericolosita Sensibilita Vulnerabila Rischio_R NEdifici NEdPubblici NScuole

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83 Rischio Sismico Il rischio sismico, determinato dalla combinazione di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione è la misura dei danni attesi in un dato intervallo di tempo in base a tipo di sismicità, resistenza delle costruzioni ed antropizzazione del territorio. Il Comune di Pozzuoli era già stato classificato con i Decreti Ministeriali del 1983, sulla base dei nuovi criteri emanati successivamente al sisma del nov.80, come zona sismica di 2 categoria (allora denominata S=9). Nel 2003 furono emanati i criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale, O.P.C.M 3274 del 20/03/2003, basati sugli studi e le elaborazioni più recenti relative alla pericolosità sismica del territorio, ossia sull analisi della probabilità che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) da un evento che superi una determinata soglia di intensità o magnitudo. La nuova classificazione confermava la precedente. In particolare, con questa classificazione, veniva assegnato a ciascuna zona, un valore dell azione sismica utile per la progettazione, espresso in termini di accelerazione massima su roccia. Per la zona sismica 2 tale valore si assumeva pari a 0,25. Un aggiornamento dello studio di pericolosità di riferimento nazionale (Gruppo di Lavoro, 2004), è stato adottato con l Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n del 28 aprile Il nuovo studio di pericolosità, allegato all O.P.C.M. n. 3519, ha fornito alle Regioni uno strumento aggiornato per la classificazione del proprio territorio, introducendo degli intervalli di accelerazione (ag), con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni, da attribuire alle 4 zone sismiche. Per la zona sismica 2 lo studio proponeva un intervallo pari a 0.15 <ag Con delibera 5447 del 7 novembre 2002 la Giunta Regionale della Campania ha approvato l'aggiornamento della classificazione sismica del territorio regionale, confermando la classificazione sismica operata dal DPCN e riportata in seguito nell O.P.C.M. 3274, della quale viene considerata atto di recepimento, lasciando di fatto invariata la classificazione per il comune di Pozzuoli. 83

84 Questa classificazione dovrebbe essere trasferita per studi a scala di dettaglio definendo la Risposta Sismica Locale, che è legata a specifiche condizioni geomorfologiche dei siti che possono influenzare significativamente la risposta sismica, attraverso gli studi di Microzonazione Sismica (MS). Ai fini della valutazione della pericolosità e della valutazione del rischio sismico, la microzonazione sismica è uno strumento molto utile per la progettazione e per la pianificazione per l emergenza; la microzonazione sismica ha lo scopo di identificare ad una scala comunale o sub comunale le condizioni locali che possono modificare sensibilmente le caratteristiche del moto sismico atteso o possono produrre deformazioni permanenti rilevanti per le costruzioni e le infrastrutture. Nell ambito della pianificazione territoriale, gli studi di MS integrano la conoscenza delle componenti che determinano il rischio sismico, nonché forniscono alcuni criteri di scelta finalizzati alla prevenzione e alla riduzione dello stesso, secondo un approccio graduale e programmatico alle varie scale e ai vari livelli di pianificazione. Allo stato non esistono studi di microzonazione del territorio comunale non almeno ai sensi e con le metodologie disposte nelle normative seguenti la riclassificazione sismica del territorio - fatte salve indagini locali legate a singole progettazioni che pertanto non possono essere utilizzate ai fini di una discretizzazione del territorio per zone. 84

85 Il comune di Pozzuoli ricade nella zona sismogenetica 928 (ZS9), derivata da un allungamento verso la zona 927 appenninica della zona 56 del precedente studio (ZS4). La zona 56 veniva catalogata come zona vulcanica (Area Flegrea, Ischia, Etna, Vesuvio) nelle quali si presentano terremoti molto superficiali, differenziandosi però la Campania per l incidenza di terremoti più profondi soprattutto correlati con l attivazione di sorgenti nella zona 927. Il particolare, Pozzuoli risente di una sismicità connessa sia agli effetti dei terremoti appenninici che di quelli locali: i primi di origine più profonda dei secondi (circa 20 km contro qualche km) e di energia di gran lunga più elevata che nell area flegrea, anche se la distanza può attutirne gli effetti molto più che negli eventi sismici locali. Le mappe di pericolosità fornite dall INGV forniscono la pericolosità del territorio espressa in MCS e in PGA (picco di accelerazione al suolo). Esse illustrano il valore dell'indicatore di pericolosità che si prevede non venga superato nel 90% dei casi in 50 anni. I risultati possono anche essere interpretati come quel valore di scuotimento che nel 10% dei casi si prevede verrà superato in 50 anni, oppure la vibrazione che mediamente si verifica ogni 475 anni (cosiddetto periodo di ritorno). Si tratta 85

86 di una scelta convenzionale utilizzata nel mondo ed in particolare in campo europeo è il valore di riferimento per l'eurocodice sismico. Non corrisponde pertanto nè al massimo valore possibile per la regione, nè al massimo valore osservato storicamente, ma è un ragionevole compromesso legato alla presunta vita media delle strutture abitative per un periodo di ritorno pari a 475 anni. Con riferimento all O.P.C.M è la mappa della pericolosità associata all accelerazione massima del sottosuolo con probabilità di eccedenza pari al 10% in 50 anni (al 50 percentile) la mappa che definisce la pericolosità sismica del territorio. Sempre sul sito dell INGV è possibile attraverso un applicativo webgis con mappe interattive modificare i parametri di inserimento dei dati (percentuale di eccedenza-periodo di ritorno) ottenendo valori diversi dell accelerazione prevista e delle intensità macrosismiche. 86

87 Dai dati di dettaglio forniti dal Servizio Sismico Nazionale - INGV si rileva che la massima intensità macrosismica per il Comune è indicata in Imax= 8. 87

88 Dal sito dell Osservatorio Vesuviano, Progetto SisCam si ricava invece la mappa delle massime accelerazioni al suolo che risulta pari a 0,15-0,17 g. 88

89 Un altra mappa, dallo stesso sito, rappresenta ancora l elevata sismicità dell area con più di 500 eventi occorsi nel periodo di osservazione considerato (dal 1980 al 2008). Gli studi sulla pericolosità si basano sulla probabilità che un evento accada e in tal senso non possono prescindere dai cataloghi storici degli eventi occorsi in passato. Da detti cataloghi è possibile estrarre, oltre alla storia sismica recente ( come sopra citato) tutta la storia sismica di un determinato territorio. Per il comune di Pozzuoli è stata estratta la seguente tabella dal catalogo dei forti terremoti: 89

90 Effects Seismic history of Pozzuoli Total number of earthquakes: 19 Earthquake occurred: Is Anno Me Gi Or Area epicentrale Studio nmdp Io Mw MOLISE DOM POZZUOLI DOM POZZUOLI DOM Irpinia-Basilicata CFTI Irpinia CFTI Molise CFTI F Basilicata CFTI Basilicata CFTI Casamicciola Terme CFTI BENEVENTANO DOM Irpinia-Basilicata CFTI MATESE DOM AVEZZANO DOM Irpinia CFTI Irpinia CFTI Irpinia-Basilicata CFTI BAIANO BMING Appennino abruzzese CFTI POTENTINO BMING this file has been downloaded from INGV - DBMI04 90

91 Gli scenari relativi al rischio sismico sul territorio del Comune di Pozzuoli, sono stati elaborati nello specifico ambito dello studio redatto dall Università degli studi di Napoli, Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale. A partire delle due tipologie di Evento Massimo Atteso fissate nelle Linee Guida redatte dalla Regione Campania (valori di intensità al comune fissati dalla carta di pericolosità ufficiale pubblicata sulla GU 108/2006; gli scenari di evento da assumersi per tarare il piano sono quello corrispondente ad uno scuotimento al sito atteso per un periodo di ritorno di 98 anni, generalmente associabile ad una emergenza di rilevanza locale, e quello corrispondente ad un periodo di ritorno di 475 anni, generalmente associabile ad una emergenza di rilevanza nazionale) i valori di a g sono stati opportunamente corretti, sia pure approssimativamente in mancanza di studi di microzonazione puntuali, attraverso parametri di amplificazione stratigrafica e topografica, ottenendo in tal modo la distribuzione territoriale su Unità Territoriale definita (sezione censuaria e comparto) dello scuotimento atteso (definizione della pericolosità). Mappa di IMCS per scuotimento sismico corrispondente a TR=98 anni 91

92 Mappa di IMCS per scuotimento sismico corrispondente a TR=475 anni Per la definizione della vulnerabilità è stato stilato un inventario degli edifici, sempre in riferimento alla UT, attraverso i dati resi disponibile dal censimento ISTAT 2011 in particolare in riferimento alle consistenze, integrati da elaborazioni dei LIDAR finalizzate a desumere quote e quindi piani degli edifici, e da interviste realizzate con tecnici locali in riferimento alle strutture - secondo l approccio Cartis (Progetto DPC-Reluis ); i dati ottenuti hanno consentito la classificazione in classi di vulnerabilità degli edifici presenti sul territorio secondo la metodologia stabilita nel progetto SAVE (INGV-GNDT, PQ ; Zuccaro 2004) e la valutazione della distribuzione degli stessi nelle UT. 92

93 Inventario degli edifici secondo comparti Considerando quale esposto l intero territorio comunale, è stato valutato l impatto sulla popolazione in termini di numero atteso di morti, feriti e senzatetto, secondo il modello proposto in (Zuccaro e Cacace 2011), in funzione della presenza di questa negli edifici nelle diverse classi di vulnerabilità, essendo il danno alle abitazioni la causa diretta dell impatto del sisma sulla popolazione. Per la stima del danno al patrimonio abitativo, in termini di numero atteso di crolli e numero atteso di edifici danneggiati, si fa riferimento alla classificazione di danno introdotta nella scala macrosismica europea EMS-98 (Grünthal, 1998), che individua 5+1 livelli di danno, a partire da D0, danno nullo, fino ad arrivare a D5, collasso, collegati alle diverse tipologia costruttive e classi di vulnerabilità. La tabella, di seguito riportata, che riassume per i due eventi analizzati gli scenari di rischio ipotizzati, precisando che si tratta di stime probabilistiche, basate sull utilizzo di modelli non deterministici per la caratterizzazione della pericolosità al sito, della vulnerabilità sismica dell edificato e della esposizione degli elementi a rischio (inventario edifici e abitanti) è stata dunque la base di lavoro per la pianificazione dell emergenza rischio sismico, definendo di fatto da 93

94 un lato il fabbisogno abitativo ed assistenziale atteso al prodursi dell evento atteso, dall altro le aree del territorio che saranno maggiormente colpite dagli eventi. La distribuzione sul territorio dei diversi livelli di impatto è ampiamente rappresentata nelle tavole relative al rischio sismico allegate al piano, nello shape relativo presente nel GIS e nelle tavole allegate agli elaborati di studio. Tabella scenari di rischio sismico. Evento Ev. 1 (98 anni) Ev. 2 (475 anni) PGA max,ampl (g) I MCSmax Nc Nd Ni M F ST Crolli (Nc), edifici danneggiati (Nd), edifici inagibili (Ni), morti (M), feriti (F) e senzatetto (ST). Il primo evento ha una probabilità di accadimento del 39% in 50 anni, mentre il secondo del 10%. 94

95 Bradisismo Nei periodi di tempo compresi tra il ed il gli abitanti dell area flegrea, e di Pozzuoli in particolare, sono stati testimoni e vittime di un fenomeno di sollevamento del suolo che, in pochi mesi, ha portato quest ultimo ad un livello, complessivamente, di circa 3.5 m più alto. Questo fenomeno, noto con il nome di bradisismo (letteralmente movimento lento del suolo, in contrapposizione con il movimento veloce che si realizza nel corso di un terremoto) è stato di recente interpretato come parte di un fenomeno più complesso che ha determinato un sollevamento del suolo, nell area puteolana, di circa 90 m negli ultimi 10 ka. In realtà tutto il fondo della caldera del Tufo Giallo Napoletano è stato deformato negli ultimi 10 ka a seguito dell'instaurarsi di un fenomeno di risorgenza tutt'ora in corso. Numerose caldere mondiali attive e/o recenti mostrano il fenomeno della cosiddetta risorgenza. Il fenomeno della risorgenza consiste nel sollevamento cupoliforme del tufo intracalderico (duomo risorgente), fino a centinaia di metri di altezza sul fondo calderico. I duomi risorgenti sono di norma limitati da gradinate di faglie dirette. Un ulteriore elemento che pare caratterizzare le caldere risorgenti è il fatto che è il fatto che il sollevamento si manifesta in tempi relativamente brevi dopo l accadimento dell eruzione caldera-forming. In Italia esistono due caldere che presentano in modo indiscusso il fenomeno della risorgenza così come definito nelle strutture tipo. I due esempi sono la caldera di Pantelleria e il Monte Epomeo nell Isola di Ischia, che sollevano in modo cospicuo rispettivamente il deposito intracalderico dall eruzione del Tufo Verde di Pantelleria e il deposito di Tufo Verde del Monte Epomeo dell omonima eruzione. In entrambi i casi l entità del sollevamento intracalderico è dell ordine delle centinaia di metri e il materiale sollevato presenta notevolissimo spessore (tufo intra- calderico). La caldera dei Campi Flegrei mostra fenomeni di sollevamento della parte centrale della struttura; tali fenomeni sembrano tuttavia essere di entità contenuta, non hanno portato all esposizione in superficie della massa del tufo intra-calderico e avvengono in tempi diversi da quelli tipici per le caldere risorgenti. In questo senso è quantomeno dubbia la legittimità di definire i Campi Flegrei come una tipica caldera risorgente. Ciò nondimeno è un fatto accertato che la caldera mostri fenomeni di sollevamento della zona centrale, coincidente con la città di Pozzuoli, dove un piccolo ammasso di Tufo Giallo è esposto nel Rione Terra e dove si riscontrano sedimenti marini di circa anni sollevati di alcune decine di metri sopra il livello mare (terrazzo della Starza). Fenomeni di sollevamento permanente sembrano essere avvenuti, con geometria simile, anche prima dell inizio di epoche eruttive più antiche. I rilievi batimetrici di dettaglio del Golfo di Pozzuoli, recentemente eseguiti all interno delle attività di ricerca coordinate dal progetto CARG, hanno evidenziato la presenza di una struttura cupoliforme, perfettamente visibile di fronte alla città di Pozzuoli e sollevata rispetto ai fondali 95

96 circostanti di un centinaio di metri e con un diametro di base di circa 3 km con centro nella città di Pozzuoli. La struttura di sollevamento appare inoltre tagliata da un terrazzo di abrasione marina ubicato a una profondità di 40 metri, evidentemente prodotto a seguito della successiva stasi del sollevamento. Il quadro che emerge è dunque quello di ripetuti episodi di sollevamento che si sono cumulati nel tempo producendo come risultato finale un centro della caldera sensibilmente sollevato, per lo meno a partire dalla situazione lasciata dopo l'eruzione del Tufo Giallo Napoletano (ca anni BP). L entità totale di questo sollevamento potrebbe essere di circa metri. L ultimo episodio in ordine temporale, dell entità di almeno 25 m, sarebbe quello che ha portato all emersione del terrazzo della Starza. Oltre ai fenomeni di sollevamento per così dire discreti, ovvero che si sono manifestati con movimento verticali almeno dell ordine delle decine di metri in archi temporali relativamente brevi (ordine dei secoli), devono essere anche segnalati i fenomeni di abbassamento del suolo con geometria della deformazione sostanzialmente simile a quella dei sollevamenti. Episodi di rapido abbassamento sembrano invece riconducibili all accadimento di importanti episodi eruttivi. Isaia et al. (2009) hanno riscontrato evidenze geologiche di ingressione marina in prossimità di Pozzuoli la cui età si pone immediatamente dopo l eruzione di Agnano Monte Spina (4800 BP), a testimonianza di un importante abbassamento del centro della caldera dopo l eruzione. Oltre ai fenomeni che potremmo definire di rapido abbassamento, esistono altre tipologie di abbassamento del suolo di scala nettamente inferiore (metri) che in qualche modo possono essere ricondotti a ciò che viene normalmente indicato con il termine di bradisismo flegreo. Il fenomeno dell abbassamento lento del suolo presenta caratteristiche piuttosto ben definite: si tratta di un abbassamento che, in assenza di altri fenomeni (sollevamenti) che ne disturbino il corso, avrebbe carattere dominante con un valore medio dell'ordine di centimetri/anno. La sua origine sembra riconducibile a fenomeni di compattazione e addensamento dei tufi che costituiscono il riempimento della caldera, possibilmente favorito dai processi di alterazione dei materiali vulcanici ad opera dei fluidi idrotermali che circolano nel sottosuolo. Per quello che ad oggi si conosce, il sollevamento del suolo si manifesta con velocità assai maggiori e le opinioni sulle possibili cause sono controverse. Alcuni (e.g., Bonafede, 1990, 1991; De Natale et al., 1991, 2001; Gaeta et al., 1998; Orsi et al., 1999; Chiodini et al., 2003; Battaglia et al., 2006; Hurwitz et al., 2007; Hutnak et al., 2009; Troiano et al., 2011) considerano le variazioni di regime del sistema idrotermale (incremento delle temperature e della pressione dei fluidi) come possibili responsabili del processo di sollevamento, in risposta ad eventi di degassamento anche dovuti a risalite di magma, altri ritengono che vi siano fondate ragioni per considerare il fenomeno come 96

97 direttamente relazionato, in toto o in parte, ad apporti magmatici a livelli della camera magmatica superficiale (e.g., Gottsmann et al., 2006; Troise et al., 2007; Amoruso et al., 2008; Woo and Kilburn, 2010; Trasatti et al., 2011). La presenza di faglie e la dislocazione di blocchi sono evidenze di deformazioni a lungo termine, mentre le due crisi bradisismiche verificatesi nel e nel , sono la testimonianza di defomazioni a breve termine, così come le deformazioni del suolo verificatesi prima dell'eruzione del Monte Nuovo (Parascandola, 1947). Tutti i dati relativi alle crisi bradisismiche più recenti hanno consentito di indagare sulle relazioni esistenti tra deformazioni a lungo termine e deformazioni a breve termine. Deformazioni a lungo termine La risorgenza all'interno della caldera del Tufo Giallo Napoletano è cominciata tra 10.5 e 8.0 ka b.p. (Giudicepietro, 1993). L'inizio del fenomeno potrebbe essere messo in relazione con l'eruzione trachibasaltica di Minopoli, quando, cioè, nuovo magma, più caldo e meno differenziato rispetto al magma residente (Civetta et al., 1991), si è intruso nella camera magmatica superficiale. L'acme della risorgenza è stato raggiunto circa 5.0 ka b.p. ed è immediatamente precedente al secondo periodo della attività vulcanica recente. Sezione geologica schematica della Caldera Flegrea (Orsi et al., 1996) 97

98 Carta strutturale schematica dei campi Flegrei (Orsi et al., 1996) Deformazioni a breve termine Deformazioni verticali a breve termine sono quelle invece evidenziate in tempi geologicamente recenti ai Campi Flegrei. La presenza della linea di costa di età romana ad una profondità di 10 m sotto il livello del mare, e di numerose rovine di età romana e medievale a profondità variabili al di sotto del livello del mare è una evidenza della generale subsidenza subita dall'area dei Campi Flegrei negli ultimi anni (Günter, 1931; De Pippo et al., 1984). 98

99 Dall inizio degli anni Cinquanta i Campi Flegrei mostrano fenomenologie che non si manifestavano nei decenni e secoli precedenti, e che perdurano tuttora. L attività è dominata da una serie di episodi deformativi, accompagnati da una sismicità che si manifesta, in prevalenza, sotto forma di sciami concentrati nel tempo, ed una variazione, sia in termini di flusso che di composizione, dei gas emessi dal suolo e dalle aree fumaroliche a ridosso della Solfatara. Il rilievo sistematico dei parametri quantitativi associati ai fenomeni osservati ai Campi Flegrei è iniziato in epoche diverse e, nel corso egli anni, con l evoluzione delle reti strumentali installate e le tecnologie adottate per il rilevamento, le capacità di monitoraggio sono andate migliorando sia in termini quantitativi che qualitativi. La variazione altimetrica del suolo è stato uno dei primi parametri controllati strumentalmente. Dopo un periodo di osservazioni risalenti agli inizi del 1800, con misure del livello del mare rispetto alle colonne del Serapeo (A. Niccolini, Descrizione della gran terma puteolana Napoli 1846), con l istituzione di una rete di livellazione di precisione, realizzata inizialmente dall IGM nel 1905 collegando Napoli con Pozzuoli, è stato possibile ricostruire, con un dettaglio crescente nel tempo, le recenti fasi deformative che hanno caratterizzato i Campi Flegrei. A partire dagli anni 70, a seguito della crisi bradisismica all epoca in atto, questa rete è stata integrata con nuovi capisaldi e con una rete mareografica, fornendo con quest ultima anche una registrazione continua degli spostamenti verticali del suolo. In epoca più recente, alla fine degli anni 90, la realizzazione di una rete GPS ha consentito il rilievo sistematico e continuo del campo delle deformazioni sia verticali che orizzontali. Nello stesso periodo, sempre per il controllo delle deformazioni, sono stati anche installati alcuni clinometri automatici. A partire dal 1992 è stato possibile confrontare i dati deformativi rilevati al suolo con quelli ottenuti tramite Interferometria Satellitare (InSAR). La rete sismica, piuttosto ridotta in concomitanza della crisi bradisimica del 1970, è stata progressivamente ampliata a partire dagli anni 80. Alla fine degli anni 90 la rete è stata progressivamente integrata anche da stazioni con acquisitori digitali e sismometri a larga banda, con un ampliamento della dinamica sia in ampiezza che in frequenza dei segnali rilevabili. Infine il monitoraggio dei gas, iniziato negli anni 80 con campagne di misure, è stato potenziato solo in epoca successiva, dopo gli anni '90, installando anche sistemi automatici per il rilevamento dei flussi di CO2. I primi dati forniti della rete di livellazione mostrano che tra il 1905 ed il 1945 l area dei Campi Flegrei è stata caratterizzata da un continuo abbassamento, pari circa ad un metro misurato al caposaldo di massima deformazione prossimo al Serapeo, quindi con un velocità media di circa -25 mm/anno. Da questi dati è stata anche evidenziata una inversione dell andamento della deformazione tra il 1945 ed il 1953, con un valore di sollevamento relativo superiore a 0,5 m (Del Gaudio et al, 2010). 99

100 La crisi bradisismica avvenuta tra il 1968 ed il 1972 è stata caratterizzata da un sollevamento complessivo di circa 1,77 metri (livello di massima deformazione rilevata al caposaldo CS25 nel novembre 1972, rispetto ai valori del maggio 1968), con una velocità massima di sollevamento di +62 mm/mese rilevata nel maggio del L attività sismica che ha accompagnato il sollevamento è stata caratterizzata da sciami di bassa magnitudo. L attività seguente la crisi è stata caratterizzata da un fenomeno di lenta subsidenza, con un abbassamento complessivo, rilevato dalla livellazione del gennaio 1982, di circa -21 cm rispetto al massimo sollevamento. La velocità massima di subsidenza rilevata è stata di -14 mm/mese. Durante tale periodo si è verificato un solo episodio di breve inversione della deformazione (dalle livellazioni di novembre 1976-maggio 1977), con un sollevamento relativo di circa 10 cm. La successiva crisi bradisismica ( ), inizialmente evidenziata dalla livellazione del gennaio 1982, ha raggiunto un sollevamento relativo massimo di 1,79 m nel gennaio 1985, per un totale di 3,34 m rispetto al La velocità massima rilevata è stata di +145 mm/mese, nell ottobre del Il sollevamento è stato accompagnato da intensi sciami sismici, con due eventi di magnitudo 4.0. Lo sciame sismico del 4 ottobre 1983 è stato oggetto di un rilievo macrosismico con una intensità massima Io=VII a Pozzuoli (Marturano et al., 1988). Interpretazioni successive suggeriscono che il sollevamento dell area flegrea sia stato dovuto alla messa in posto, ad una profondità tra 4 e 6 km, di un corpo magmatico di volume da centinaia (Bodnar et al., 2007) a decine (Trasatti et al., 2011) fino a pochi (Amoruso et al., 2007) milioni di metri cubi. Altre interpretazioni suggeriscono tuttavia un ruolo preponderante del sistema idrotermale, interessato da flussi di gas e calore provenienti da magma più profondo (p.es., Chiodini et al., 2003; Lima et al., 2009). L attività seguente è stata caratterizzata nuovamente da subsidenza, con un abbassamento complessivo al novembre 2004 di circa 94 cm rispetto al sollevamento massimo del La velocità massima di subsidenza è stata di -16 mm/mese. Durante tale periodo si sono verificati tre brevi episodi di sollevamento, nel 1989, nel 1994 e nel 2000, tutti inferiori ai 10 cm, accompagnati da sciami sismici di bassa magnitudo. 100

101 Andamento complessivo delle deformazioni verticali a partire dal 1905 (da Del Gaudio et al., 2010). Dopo un breve periodo di stasi tra il 2004 e 2005, a partire dalla seconda metà del 2005 è iniziata una nuova fase di lento sollevamento, ancora in corso, con un incremento complessivo di circa 11 cm fino al maggio 2012 ed una velocità massima di sollevamento pari a +5 mm/mese nel settembre La sismicità manifestatasi nello stesso periodo, sempre di bassa energia (M < 2.0), mostra una frequenza di accadimento bassa e maggiormente distribuita nel tempo rispetto a quanto rilevato negli anni precedenti. Deformazioni del suolo rilevate a patire dal 2000 tramite la rete GPS (componente verticale stazione RITE Rione Terra a Pozzuoli). Il pannello di destra riporta il dettaglio del 2012, comprensivo del periodo fino al 18 dicembre 2012 (da: Bollettini di Sorveglianza Campi Flegrei INGV-OV, da settembre a dicembre 2012). 101

102 Sismicità a partire dal A) Frequenza di accadimento e rilascio di strain (scala log)- B) Distribuzione delle Magnitudo nel tempo. (da: Bollettini di Sorveglianza Campi Flegrei INGV-OV, anno 2010). Dal è iniziato lo studio sistematico delle fumarole della Solfatara di Pozzuoli che, secondo le interpretazioni più recenti (Caliro et al., 2007), sono alimentate da una miscela fra fluidi idrotermali ed una componente magmatica con un alto contenuto in CO2 (65-70% in peso). La componente magmatica delle emissioni gassose, evidenziata dal rapporto CO2/H2O, ha avuto picchi che hanno sistematicamente seguito gli eventi bradisismici e che sono stati interpretati, simulandoli numericamente, come la manifestazione superficiale di immissioni di gas magmatici nel sistema idrotermale che alimenta le fumarole. Dopo il 2000 questi rilievi geochimici mostrano un cambiamento nell andamento osservato in precedenza. Infatti dopo l ultimo episodio di temporanea inversione del bradisismo del 2000, all epoca ancora in fase discendente, la frazione di fluidi magmatici delle fumarole della Solfatara ha iniziato un lento processo di crescita, tuttora in corso. Tale andamento ha anticipato l altrettanto lento processo di sollevamento, già descritto, iniziato nel 2005 e divenuto sistematico dal 2008 in poi. Sempre dal 2000, l andamento del degassamento diffuso della CO2 dal suolo, rilevato con campagne periodiche in un area che comprende la Solfatara, mostra una progressiva estensione spaziale, interessando maggiormente alcuni settori esterni alla Solfatara, tra cui l area di Pisciarelli dove è stato rilevato, a partire dal 2006, un incremento della temperatura e dei flussi nelle emissioni fumaroliche. 102

103 Andamento della composizione chimica delle fumarole, della deformazione, e della sismicità (Chiodini et al. 2012, ridisegnato). La fenomenologia in corso è stata recentemente interpretata come dovuta, almeno in parte, a ripetuti episodi di iniezione di fluidi magmatici nel sistema idrotermale con frequenza che aumenta nel tempo. Questo avrebbe prodotto anche un significativo aumento della pressione delle parti più superficiali del sistema, con i conseguenti fenomeni sismici e deformativi osservati. L inversione dei dati deformativi ottenuti sia a terra che dalla interferometria satellitare InSAR ha consentito, nel periodo , l individuazione di una sorgente delle deformazioni estesa e variabile nel tempo, in grado di giustificare le osservazioni realizzate. Per il periodo analizzato sono state distinte almeno due sorgenti localizzate a diversa profondità. Una più superficiale, che risulta attivata in un secondo tempo rispetto all inizio agli episodi di sollevamento rilevati, ed una più profonda, più immediata ed associabile alla parte del sistema geotermico profondo, che si espande nella fase iniziale del sollevamento, verosimilmente in risposta ad un input di massa e/o calore dalla sorgete magmatica sottostante. Una interpretazione (D Auria et al., 2011) suggerisce che la migrazione verso la sorgente più superficiale, che si attiva espandendosi, avviene solo quando la pressione dei fluidi della sorgente profonda eccede una determinata soglia. In questa fase di trasferimento si genererebbero alcuni 103

104 particolari fenomeni rilevati, come alcuni eventi sismici di tipo LP, associabili a una migrazione di fluidi in fratture, e la microsismicità superficiale, quest ultima associabile alla graduale diffusione dei fluidi nelle rocce circostanti che abbasserebbe la resistenza di un sistema di fratture pervasivo. Infine i fluidi, raggiungendo la superficie, darebbero origine alle variazioni geochimiche rilevate e ad alcuni fenomeni macroscopici osservati, quale il notevole incremento dell attività fumarolica nell area di Pisciarelli, manifestatosi a partire dal A partire dal luglio - agosto 2012 si osservava un incremento della velocità di sollevamento del suolo, seguita dal picco di sismicità culminato negli sciami del 7 settembre A tali eventi, nel dicembre dello stesso anno si aggiungeva un nuovo incremento della velocità di sollevamento che dopo lo sciame pareva avere rallentato, che si attestava su valori pari a circa 2 3 cm al mese. Al nuovo incremento corrispondeva una ripresa della sismicità di bassa magnitudo con epicentri localizzati intorno ai 3 Km di profondità. A seguito di questi eventi e del concomitante incremento dei flussi di gas nelle emissioni fumaroliche della Conca di Agnano, Pisciarelli e Solfatara, fu concordato, di concerto tra il Dipartimento della Protezione Civile e l Assessorato alla Protezione Civile della Regione Campania, il passaggio del livello di allerta vulcanico dalla fase bianca o di base a quella gialla di Attenzione, aumentando di conseguenza il livello e la costanza del monitoraggio della caldera e l emissione da parte dell OV-INGV dei relativi bollettini di stato a una cadenza settimanale anziché mensile. A dicembre 2012 in soli sei mesi il suolo si era sollevato di ulteriori 9 cm, misurati al Rione Terra. Nel corso del 2013 la velocità tornava a diminuire: nell anno il sollevamento totale misurato a dicembre 2013 fu pari a 3 cm. Una nuova impennata nella velocità di sollevamento si ebbe tra aprile e maggio 2015, con conseguente aumento della sismicità. Il nuovo trend, che si attesta oggi su una velocità pari a ,5 cm mese, ha provocato un sollevamento del suolo da marzo 2015 ad oggi pari a 4,5 cm sugli 11 cm totali misurati da gennaio Dal marzo 2015 anche la sismicità si è innalzata. Lo sciame sismico più significativo, con un evento di magnitudo 2,5 e profondità epicentrali tra 1,1 e 2,1 Km è stato quello del 7 ottobre scorso. (Fonte: Bollettini OV-INGV) 104

105 Sismicita dei Campi Flegrei In epoca storica e in tempi recenti l area flegrea è stata più volte interessata da fenomeni sismici significativi legati al fenomeno bradisismico e in generale all attività vulcanica della caldera. Di seguito sono riportate, in primo luogo, sintetiche informazioni sulla sismicità storica, ossia relative a terremoti del passato avvertiti dalla popolazione e agli effetti da essi prodotti riportati dalle cronache del tempo, con una documentazione essenzialmente concentrata nel periodo che precede e segue l eruzione del Monte Nuovo. Sono, poi, riportate informazioni sulla sismicità più recente, ricavate dalle osservazioni strumentali che iniziano a partire dal 1970, in occasione della prima crisi di bradisismo che ha comportato l evacuazione di parte dell abitato di Pozzuoli. Da allora in poi la rete sismica dei Campi Flegrei ha visto un costante sviluppo anche in relazione ai fenomeni bradisismici più recenti. Sismicità Storica I fenomeni sismici macroscopici riportati dalle cronache passate e la distribuzione dei danni da essi prodotti vanno valutati sulla base del livello di urbanizzazione che caratterizzava il territorio all epoca degli eventi. Per il periodo di maggiore attività sismica storica, la concentrazione delle abitazioni era localizzata nel Rione Terra di Pozzuoli, il cui nucleo originario è stato fondato circa 530 anni A.C., e, fuori dall area flegrea propriamente detta, nel Centro Storico di Napoli, quest ultimo posto ad una distanza di circa 12 km dal primo. Le cronache si hanno a partire dal VIII secolo e nel XI-XII. In questo ultimo periodo è segnalato il manifestarsi di un attività sismica nell area, messa in relazione con l attività freatica della Solfatara del 1198 (Scipione Mazzella, 1591). Studi recenti (Guidoboni e Ciuccarelli, 2011) considerano un errore la datazione di questi fenomeni sismici, riferendosi in realtà al 1498, quando si ebbero diversi terremoti, tutti associati alle fasi pre-eruttive del M.Nuovo. Dopo l eruzione l attività sismica riprende nel 1564 con terremoti avvertiti anche a Napoli, dove però non sono riportati danni alle abitazioni (Mercalli, 1891). Nel 1570, il 17 giugno, è riportato un terremoto che produce molti danneggiamenti. Tale periodo di attività, durante il quale l andamento delle deformazioni del suolo è poco noto, si conclude nel 1582 con la descrizione di terremoti a Pozzuoli, con possibili distruzioni e morti, alcuni avvertiti anche a Napoli. Per l evento maggiore è riporta un intensità VIII MCS a Pozzuoli e V a Napoli (Guidoboni e Ciuccarelli, 2011). Dopo gli eventi del XV-XVI secolo, è riportato un sisma nel 1832 (Baratta, 1901) che sembra abbia causato alcuni danni locali a Pozzuoli, anche se l intensità massima attribuita all evento è del V grado MCS. All epoca l architetto Niccolini effettuava misure settimanali del livello marino sulle colonne del Serapeo (dal 1822 al 1838). 105

106 Nel corso dell 1800 la subsidenza rilevata era, in media, di circa 14 mm/anno. Questo sembrerebbe l unico caso di evento sismico significativo,in grado di danneggiare edifici, riportato in una fase accertata di assenza di sollevamento. Altri eventi sismici tra il 1908 ed il 1913 sono riportati da de Fiore (1917) come avvertiti (Dvorak e Gasparini, 1991) In sintesi le informazioni ricavabili dalla sismicità storica indicano che: Terremoti locali, anche distruttivi, non solo per il livello di intensità ma anche per l effetto cumulativo sulle abitazioni, si sono verificati nel corso di intensa attività deformativa, raggiungendo l VIII grado MCS a Pozzuoli. Gli eventi sismici maggiori sono associati al periodo pre-eruttivo del Alcuni degli eventi maggiori sono stati avvertiti anche a Napoli, senza particolari danni segnalati, al massimo con grande spavento. L intensità raggiunta a Napoli è stata stimata non superiore al V-VI grado MCS. Dopo l eruzione del Monte Nuovo si sono verificati, a partire dal 1564, una serie di eventi sismici culminati con quello del 1582, assimilabile agli eventi maggiori dell area, con un grado pari all VIII. Non è chiaro se abbia prodotto reali danni a Napoli e quale sia stato l andamento del moto del suolo nell area flegrea all epoca. In fase di accertato abbassamento del suolo, è riportato un evento sismico isolato nel 1832, avvertito Pozzuoli, con qualche danno locale (V-VI grado MCS). Sismicità Strumentale A seguito della crisi bradisismica del , venne installata una rete sismica permanente di 3 stazioni (Pozzuoli, Lago d Averno e Baia) che, a partire dal , fu affiancata da una rete mobile di 8 stazioni del Geolab CNR-Milano, di cui tre collocate in siti stabili (Accademia Aeronautica, Anfiteatro Pozzuoli e Castello di Baia). Furono registrate circa 2600 scosse nel periodo , tutte di bassa magnitudo (inferiori a 2.0), concentrate nella zona centrale di massimo sollevamento della caldera, con una distribuzione epicentrale a nuvola, ed in prossimità della costa Baia-Miseno, con un allungamento NW- SE. Successivamente, nel corso della crisi bradisismica del furono registrati circa eventi sismici, concentrati nella zona centrale di massimo sollevamento (Fig ), sempre con distribuzione epicentrale simile a quella del 1970 nella parte centrale dei Campi Flegrei, e con allungamento NW-SE in prossimità della costa Baia-Miseno, solo in parte simile al , epoca in cui le localizzazioni risentivano di forte contaminazione per la presenza di frequenti eventi artificiali imputabili ad esplosioni a mare a causa di una intensa attività di pesca di frodo. 106

107 Nel corso del furono registrati diversi eventi con magnitudo prossima a 4.0. Questi i maggiori 4 Ottobre 1983 Md=4.0; l intensità massima, pari al VII grado MCS è stata rilevata in un area molto ristretta a Pozzuoli 8 Dicembre 1984, con una magnitudo stimata pari a Md=4.2. Successivamente alla crisi bradisismica terminata nel 1985, nel 1989, 1994 e 2000, in concomitanza della temporanea inversione del generale andamento discendente del suolo, si sono verificati brevi sciami sismici, tutti di bassa magnitudo. Dopo il 2000 inizia ed è tuttora presente un attività sismica di magnitudo molta bassa (Md< 2.0) che, pur manifestandosi sotto forma di sequenze a sciami, è più diffusa nel corso del tempo rispetto al passato. In alcune sequenze sismiche registrate dal 2000 in poi sono stati evidenziati anche degli eventi sismici, localizzati in aree prossime alla Solfatara, la cui genesi è associabile alla presenza di fluidi del sistema idrotermale. Anche se agli eventi sismici dell area Flegrea sono assegnati i seguenti valori di Magnitudo Momento (Mw) : 1198 Mw=5.17, 1538 Mw=5.37, 1582 Mw=5.37, 1832 Mw=4.83 (vedi Convertito e Zollo, 2011), selezionati dal catalogo CPTI04 (Gruppo di Lavoro CPTI 2004), dal confronto dei dati strumentali con quelli storici si rileva che, considerando la valutazione di intensità massima VII MCS attribuita all evento sismico del 3 Ottobre 1983 Md=4.0, l attività sismica storica, valutata di intensità massima pari a VIII, ha mostrato una magnitudo certamente non superiore a 5.0, molto verosimilmente prossima a 4.5. Inoltre, dal confronto con la distribuzione delle intensità tra Pozzuoli e Napoli Centro Storico del terremoto 3 Ottobre 1983 Md=4.0, è da ritenere che tutti gli eventi storici di maggiore intensità abbiano interessato l area centrale della caldera, che permane l area di maggiore concentrazione della sismicità. Per questo è anche da escludere che il movimento di faglie maggiori, localizzabili per motivi strutturali lungo in bordi del collasso calderico, siano state le sorgenti degli eventi sismici di maggiore energia. Definizione degli scenari Secondo quanto precisato nelle Linee Guida della Regione Campania in caso di evento sismico verificatosi nella fase di risveglio pre-eruttiva, qualora non sia scattato il livello di Allerta vulcanico, Allarme (rosso), il Sindaco dovrà mettere in atto tutte le azioni previste dalla pianificazione connessa ad emergenze di tipo sismico. Tutto quanto sopra osservato, delinea con sufficiente precisione lo scenario di evento che può verificarsi con buona probabilità sul territorio ad un eventuale incrudirsi del fenomeno bradisismico in atto. 107

108 Nell ambito della Convenzione Quadro annuale DPC- PLINIVS Approfondimento degli scenari di danno per eruzioni al Vesuvio e ai Campi Flegrei (Zuccaro et al., 2011), Zollo e Convertito (in Zuccaro et al., 2011) hanno studiato un probabile scenario di pericolosità sismica per l area dei Campi Flegrei. Per le analisi di scenario, sono stati adottati due eventi sismici di riferimento di magnitudo 4 e 4.5. Di entrambi gli eventi è stata ricavata una mappa che esprime gli effetti in termini di intensità. Mappa di pericolosità sismica, in termini di intensità, per un evento sismico di magnitudo M=4 (da Zuccaro et al., 2011). Mappa di pericolosità sismica, in termini di intensità, per un evento sismico di magnitudo M=4.5 (da Zuccaro et al., 2011). 108

109 Con riferimento alle curve di vulnerabilità sismica (nello stesso studio), è stato stimato il numero di collassi per cella, con riferimento ai due eventi di magnitudo 4 e 4,5. Mappa del numero di collassi per cella causati da un evento sismico di magnitudo M=4 (da Zuccaro et al., 2011). Mappa del numero di collassi per cella causati da un evento sismico di magnitudo M=4.5 (da Zuccaro et al., 2011). 109

110 Complessivamente le analisi sopra riportate confermano, per i terremoti di origine vulcanica, strettamente connessi tra l altro ai periodi di deformazione del suolo (bradisismo), un Intensità su scala macrosismica pari o inferiore a quella assunta, secondo indicazioni della Regione Campania, per la definizione degli scenari di rischio sismico, e, in via teorica, analogo impatto o scenario di danno sul territorio. In tal senso l applicazione del modello operativo di intervento per tale rischio appare congrua agli eventi attesi. Tuttavia tre fattori vanno attentamente considerati: a) Le crisi bradisismiche e in generale le fasi di deformazione con sollevamento del suolo sono accompagnate storicamente da numerosi eventi sismici che assumono propriamente la definizione di sciame che tendono a riprodursi sul territorio con un carattere di frequenza che, sebbene non sia misurabile e quindi non possa indurre a previsioni, pure giustifica un certo concetto di allerta sismico. b) Nonostante la maggior parte degli eventi che si manifestano abbiano picchi di accelerazione al suolo (PGA) e magnitudo molto basse, raramente superiori a 2-2,5, più spesso si tratta di terremoti strumentali, tuttavia, a causa della scarsa profondità epicentrale, l effetto in superficie può avere una maggiore percettibilità nella popolazione, generando allarmismi non del tutto ingiustificabili. c) La ripetizione nel tempo degli eventi induce inevitabilmente una serie di fattori di stress sull esposto, che sia esso tessuto urbano, edilizio, umano: se per questi ultimi sarà lo stress emotivo a creare condizioni di forte disagio che bisognerà affrontare, la reiterazione dello stress su strutture eventualmente già danneggiate, o comunque in condizioni di manutenzione non ottimali potrebbe amplificare gli effetti del sisma, come il sollevamento potrebbe indurre problemi al sistema infrastrutturale, sia esso quello di collegamento viario o quello della distribuzione dei servizi essenziali. 110

111 Rischio Vulcanico I Campi Flegrei sono una caldera vulcanica di oltre dieci chilometri di diametro centrata sulla città di Pozzuoli. La parte settentrionale e occidentale della caldera si trova al di sopra del livello mare ed è caratterizzata dalla presenza di numerosi coni e crateri vulcanici. La parte meridionale si estende principalmente nel golfo di Pozzuoli. Rispetto ai vulcani centrali spesso caratterizzarti da eruzioni frequenti che avvengono da un unico cratere, e dalla deposizione di materiali vulcanici (colate di lava e prodotti piroclastici) che portano all edificazione di coni, le caldere mostrano struttura e comportamenti significativamente diversi. La grande maggioranza delle caldere produce eruzioni difficilmente riconducibili a pattern regolari, originate da bocche sparse. In generale prevalgono nelle caldere eruzioni esplosive di scala variabile, alcune o molte delle quali possono essere anche di intensità e violenza molto forte. Le caldere sono inoltre contrassegnate da anomalie termiche del sottosuolo e presenza di abbondanti manifestazioni idrotermali. 111

112 La difficoltà nel riconoscere semplici modelli comportamentali rende difficile la previsione; l anomalia termica del sottosuolo e l abbondante circolazione idrotermale complicano la capacità di prevedere a breve termine le eruzioni elevando in modo sensibile il rischio di falsi allarmi. La conoscenza del sistema vulcanico dei Campi Flegrei è stata progressivamente ampliata da una serie di studi iniziati a partire dagli anni 50 quando A. Rittmann coordinò il primo rilevamento finalizzato alla redazione della prima carta geologica dell area (Rittmann, 1950). Dopo il lavoro di Rittmann e dei suoi collaboratori, una seconda importante tappa di ampliamento delle conoscenze si avviò negli anni 70 con l inizio degli studi tefro-stratigrafici, e poco più tardi negli anni 80 con la pubblicazione di una nuova carta geologica in scala 1: prodotta in collaborazione da Agip e Progetto Geodinamica. All interno della carta geologica confluirono dati sulla natura del sottosuolo conseguiti mediante sondaggi geotermici profondi ( m) eseguiti dalla Joint-Venture Agip- Enel. Gli studi pluriennali promossi dal Gruppo Nazionale per la Vulcanologia e successivamente sviluppati nell ambito delle Convenzioni INGV-DPC con fondi erogati dalla Protezione Civile, e la recente realizzazione di una nuova carta geologica 1: eseguita nell ambito del progetto CARG finanziato dalla Regione Campania, hanno infine apportato nuovi importanti contributi alla conoscenza del sistema vulcanico flegreo. Oltre ai classici rilievi di superficie, le azioni scientifiche coordinate nel progetto CARG hanno compreso l esecuzione di carotaggi a media profondità e la realizzazione di indagini di geologia marina (batimetria di dettaglio e sismica a riflessione) nel Golfo di Pozzuoli e nel Golfo di Napoli a ridosso della collina di Posillipo. I contributi offerti dalle ricerche connesse alla nuova carta geologica hanno fornito nuovi e importanti informazioni sulla storia eruttiva, sulla struttura della caldera, sulla dinamica dei movimenti verticali del suolo (bradisismo) e sulla relazione temporale tra fenomeni di sollevamento del centro della caldera e fenomeni vulcanici. Gli studi condotti hanno coinvolto una comunità scientifica ampia afferente a numerose istituzioni nazionali. Rilevante è stata anche la partecipazione di ricercatori stranieri che hanno collaborato con i gruppi di lavoro italiani ad approfondire tematiche specifiche. In sintesi le conoscenze acquisite negli ultimi trenta anni hanno messo in evidenza una serie di elementi strutturali e comportamentali che concorrono in modo importante alla definizione del sistema vulcanico e del suo funzionamento. Gli elementi essenziali emersi sono: la presenza di una vasta caldera di collasso prodotta da due grandi eruzioni esplosive (Ignimbrite Campana e Tufo Giallo), caratterizzata da una intensa attività idrotermale; il verificarsi di periodi di attività vulcanica della durata di secoli (epoche eruttive) alternati a periodi di riposo della durata di millenni; il verificarsi di eruzioni prevalentemente di tipo esplosivo; l accadimento nel corso degli ultimi anni di eruzioni da bocche eruttive sparse 112

113 all interno della caldera; il verificarsi di fenomenologie connesse ad interazione del magma con acqua sotterranea e/o superficiale, di rilevanza variabile. Sistema Magmatico I Campi Flegrei sono stati oggetto nell ultimo decennio di numerosi studi geochimici, petrologici, mineralogici, studi sulle inclusioni vetrose all interno dei minerali, studi di petrologia sperimentale, e applicazioni di modelli fisici, che nell insieme concorrono a definire un quadro del sistema magmatico che ha operato nel corso delle eruzioni passate. La visione d insieme mostra un reservoir di grandi dimensioni a circa 7-9 km di profondità, dove risiedono magmi a composizione variabile da shoshonite a trachite, e numerosi reservoirs di più piccole dimensioni messisi in posto a profondità variabili fino a meno di 2 km, dove magmi più profondi periodicamente giungono mescolandosi col magma residente e in via di differenziazione. I dati suggeriscono che processi di mixing tra magmi composizionalmente diversi siano continuamente avvenuti a varie profondità nel corso della storia magmatica dei Campi Flegrei, e che in numerose occasioni l arrivo di magma profondo in una camera magmatica abbia preceduto anche di pochi giorni il verificarsi di una eruzione. In tale visione, la magnitudo dell eruzione non necessariamente riflette il volume della camera magmatica più superficiale, in quanto più reservoirs a diversa profondità possono essere interessati. Questo sembra essere avvenuto, ad esempio, per l eruzione di Agnano Monte Spina, la maggiore dell ultima epoca di attività per intensità e magnitudo. Le conoscenze acquisite attraverso lo studio delle inclusioni vetrose suggeriscono che l anidride carbonica sia la specie gassosa dominante,e che a causa della sua bassa solubilità in fusi silicatici, una fase gassosa sia presente, in proporzioni che diminuiscono con la profondità, nell intero sistema magmatico. Il Sistema Idrotermale dei Campi Flegrei L area occupata dalla caldera dei Campi Flegrei, comprendente sia la parte emersa sia quella sommersa situata nel Golfo di Pozzuoli, è caratterizzata dalla presenza di numerose manifestazioni idrotermali, da cui il nome assegnato dai latini. L estensione delle manifestazioni investe la parte interna della struttura con un picco massimo (numero e intensità dei fenomeni) collocato nelle aree limitrofe rispetto alla città di Pozzuoli (centro della caldera). Procedendo verso le aree periferiche le manifestazioni termali si attenuano in numero e in intensità fino a scomparire completamente fuori dalla struttura stessa. 113

114 Dati quantitativi prodotti dall attività di monitoraggio, raccolti nel corso degli anni da ricercatori dell Osservatorio Vesuviano, indicano che nell area termale della Solfatara-Pisciarelli si verifica un flusso termico medio di 100 MW e un flusso medio di CO2 dell ordine di 1500 tonnellate al giorno (Chiodini et al., 2001). Valori molto elevati di rilascio di calore e di gas sono stati riscontrati da parte degli stessi ricercatori nelle sorgenti termali poste a mare pochi chilometri a ovest di Pozzuoli. Complessivamente i valori di flusso termico e di quantità di fluidi emessi sono molto elevati, simili a quelli di aree vulcaniche comunemente ritenute caratterizzate da forti emissioni gassose come ad esempio il sistema vulcanico della Fossa (Isola di Vulcano). La presenza di un importante anomalia geotermale costituisce una caratteristica comune alle strutture calderiche giovani. Tale caratteristica è interpretata come prodotta dal rilascio di calore e di fluidi da corpi magmatici (camere magmatiche) posti a livelli superficiali. In effetti i gradienti geotermici riscontrati portano a ipotizzare, per estrapolazione lineare del gradiente misurato nei sondaggi, temperature magmatiche a profondità di 4-5 chilometri. Una tale profondità si accorda bene con la massima profondità di accadimento dei terremoti avvenuti durante le recenti crisi di sollevamento, ove si attesterebbe, secondo i sismologi, la transizione fragile/duttile delle rocce prodotta dall incremento della temperatura. L esistenza di un alto gradiente geotermale abbinato alla presenza di fluidi, promuove lo sviluppo di fenomeni di alterazione delle rocce che formano il sottosuolo della caldera con fenomeni di dissoluzione/precipitazione, e formazione di minerali secondari di tipo idrotermale e termo- metamorfico. Alle trasformazioni mineralogiche sono associate modifiche delle proprietà fisiche delle rocce. Le perforazioni della Joint Venture Agip-Enel hanno inequivocabilmente mostrato l effettivo manifestarsi di questi fenomeni, ovvero la presenza di una zoneografia di minerali idrotermali che segue, principalmente, la distribuzione delle isoterme. La zoneografia idrotermale dei minerali è accompagnata da gradi diversi di trasformazione delle rocce con incremento con la profondità della densità media dei corpi rocciosi e un progressivo passaggio da una permeabilità per porosità dei tufi a una permeabilità per fratturazione (Rosi e Sbrana, 1987, De Vivo et al., 1989, Barberi et al. 1991). In sintesi possiamo quindi visualizzare la struttura fisica degli ammassi rocciosi del sottosuolo flegreo come una successione dal basso verso l altro che prevede: a) Una zona profonda a temperatura molto elevata posta a contatto con un sistema magmatico e avente un comportamento duttile; b) Una zona fragile di rocce dense formata da rocce vulcaniche (tufi e lave) fortemente trasformate dall azione idrotermale; c) Una zona superficiale costituita in larga prevalenza da tufi vulcanici porosi a bassa 114

115 densità, debolmente alterati dall azione idrotermale e avente un comportamento da mediamente a debolmente fragile. La storia eruttiva dei Campi Flegrei La storia eruttiva dei Campi Flegrei ha iniziato ad essere studiata in modo sistematico a partire dagli anni '70, quando le tecniche stratigrafiche di correlazione tra strati di ceneri vulcaniche (tefrostratigrafia) hanno cominciato ad essere applicate in modo sistematico (Lirer e Gargiulo, 1968; Delibrias et al., 1979; Rosi et al., 1983). Grazie all impiego di queste metodologie è stato possibile censire i principali eventi esplosivi verificatisi negli ultimi anni. Il riconoscimento dei principali eventi è stato affiancato da datazioni radiometriche eseguite su residui carboniosi intrappolati nei depositi vulcanici, e in modo subordinato su gusci di conchiglie contenute in sedimenti marini intercalati ai depositi vulcanici. La datazione dei principali strati, nonché lo studio delle relazioni tra gli strati vesuviani e flegrei, hanno permesso una prima stesura della storia eruttiva dei Campi Flegrei grazie alla quale è stato possibile operare un censimento dei principali episodi eruttivi (Rosi et al., 1987). Gli studi sopra descritti hanno mostrato che l attività vulcanica dei Campi Flegrei si è manifestata attraverso una serie di eruzioni prevalentemente esplosive avvenute da bocche sparse all interno della caldera. Un ulteriore concetto da tempo riconosciuto, le cui caratteristiche si sono progressivamente dettagliate nel tempo, è il fatto che l attività vulcanica si è manifestata come insiemi di eruzioni che si sono susseguite a ritmo piuttosto serrato. Secondo la più recente letteratura questi periodi di eruzioni ripetute sono definiti con il termine di periodi o, più recentemente, di epoche (Di Vito et al., 1999). Tra un epoca e la successiva si verificano periodi di quiescenza vulcanica, della durata di diverse migliaia di anni, durante i quali i materiali vulcanici si alterano formando dei veri e propri suoli. Complessivamente la durata di ciascuna epoca si attesterebbe invece sull ordine di vari secoli fino intorno al millennio. La storia eruttiva degli ultimi 60 ka è segnata da due eruzioni di scala molto grande e di impatto cataclismico, l'eruzione dell'ignimbrite Campana (39 ka) e quella del Tufo Giallo Napoletano (ca. 15 ka), che hanno prodotto volumi di magma dell'ordine dei 200 e 50 km 3, rispettivamente. E' probabile che entrambe queste eruzioni, ciascuna delle quali in grado di devastare il territorio su aree dell'ordine delle centinaia o migliaia di km 2, abbiano contribuito alla formazione della caldera dei Campi Flegrei (Rittmann, 1950; Rosi et al. 1996; Di Vito et al., 1999). Ad oggi sono state identificate tre epoche principali nel corso degli ultimi anni seguenti l'eruzione del Tufo Giallo Napoletano. Le bocche eruttive che si sono attivate per produrre le eruzioni 115

116 che concorrono a formare ciascuna epoca sono situate principalmente nella zona centrale dei Campi Flegrei (area compresa tra il M. Gauro, il Piano di Quarto, la Collina dei Camaldoli, la Collina di Posillipo e la città di Pozzuoli). Una seconda area di apertura di bocche eruttive si trova nella parte occidentale della caldera flegrea. In questo caso le bocche sembrano allinearsi lungo una direttrice che si sviluppa da Capo Miseno verso settentrione fino a oltrepassare il Lago d Averno. Per quanto riguarda la tempistica di attivazione di queste bocche (tra le quali può essere fatto ricadere il Monte Nuovo, formatosi durante l ultima eruzione dei Campi Flegrei nel 1538) non è chiaro se sussista un sincronismo con le bocche attive nella zona centrale della caldera. In un caso (l eruzione di Averno) tale sincronismo c è sicuramente stato. Viceversa, almeno in altri due casi, ovvero per le eruzioni di Monte Nuovo e di Baia- Fondi di Baia, l attività non è stata accompagnata da omologa attività al centro della caldera. Per altre eruzioni più antiche avvenute in questa stessa zona il dato si mantiene al momento incerto. E da ricordare che non solo la zona occidentale appare, almeno in alcuni casi, avere avuto eruzioni non collegate temporalmente a eruzioni della zona centrale ma esiste anche una diversa impronta composizionale dei prodotti emessi. Numerosi autori si sono trovati d accordo nel ritenere che l'attività eruttiva verificatasi nel corso della terza epoca ( ka) possa essere considerata maggiormente rappresentativa per la definizione di possibili scenari in caso di riattivazione dei Campi Flegrei (Orsi et al., 2009) (vd Capitolo 7.2). Secondo Orsi et al. (2009) nella terza epoca si sono verificate 24 eruzioni di cui 21 a carattere esplosivo e 3 effusivo, che per la maggior parte hanno emesso volumi di magma contenuti.per circa il 60% dei casi tale volume risulta minore o molto minore di 0.1 km 3. Attivita recente Dall inizio degli anni Cinquanta i Campi Flegrei mostrano fenomenologie che non si manifestavano nei decenni e secoli precedenti, e che perdurano tuttora. L attività è dominata da una serie di episodi deformativi, accompagnati da una sismicità che si manifesta, in prevalenza, sotto forma di sciami concentrati nel tempo, ed una variazione, sia in termini di flusso che di composizione, dei gas emessi dal suolo e dalle aree fumaroliche a ridosso della Solfatara. Negli ultimi mesi del 2012 il sistema di monitoraggio dei Campi Flegrei gestito dall INGV ha registrato ulteriori variazioni dei parametri relativi alla sismicità, alle deformazioni del suolo e alle caratteristiche fisico-chimiche delle fumarole. Su richiesta del Dipartimento della Protezione Civile, i ricercatori dell INGV hanno presentato i dati rilevati e i documenti prodotti alla Commissione Grandi Rischi Settore Rischio Vulcanico, affinché esprimesse le proprie valutazioni sullo stato del vulcano. La Commissione ha suggerito la necessità di innalzare il livello di allerta per i Campi Flegrei, passando dal livello base, che corrisponde all attività ordinaria del vulcano, al livello di attenzione, 116

117 determinato dalla variazione, rispetto all ordinario, di alcuni dei parametri monitorati (sono quattro i livelli di allerta previsti per i Campi Flegrei dal piano preliminare adottato dal DPC nel 2001: ai primi due livelli, base e attenzione, seguono il livello di preallarme e il livello di allarme). Su tale base il Dipartimento della Protezione Civile ha quindi stabilito, d'intesa con la Regione Campania, il passaggio alla fase di attenzione, che determina il rafforzamento del sistema di monitoraggio del vulcano e l attivazione di un raccordo informativo costante tra la comunità scientifica e le altre componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile. Il rilievo sistematico dei parametri quantitativi associati ai fenomeni osservati ai Campi Flegrei è iniziato in epoche diverse e, nel corso egli anni, con l evoluzione delle reti strumentali installate e le tecnologie adottate per il rilevamento, le capacità di monitoraggio sono andate migliorando sia in termini quantitativi che qualitativi. La variazione altimetrica del suolo è stato uno dei primi parametri controllati strumentalmente. Dopo un periodo di osservazioni risalenti agli inizi del 1800, con misure del livello del mare rispetto alle colonne del Serapeo (A. Niccolini, Descrizione della gran terma puteolana Napoli 1846), con l istituzione di una rete di livellazione di precisione, realizzata inizialmente dall IGM nel 1905 collegando Napoli con Pozzuoli, è stato possibile ricostruire, con un dettaglio crescente nel tempo, le recenti fasi deformative che hanno caratterizzato i Campi Flegrei. A partire dagli anni 70, a seguito della crisi bradisismica all epoca in atto, questa rete è stata integrata con nuovi capisaldi e con una rete mareografica, fornendo con quest ultima anche una registrazione continua degli spostamenti verticali del suolo. In epoca più recente, alla fine degli anni 90, la realizzazione di una rete GPS ha consentito il rilievo sistematico e continuo del campo delle deformazioni sia verticali che orizzontali. Nello stesso periodo, sempre per il controllo delle deformazioni, sono stati anche installati alcuni clinometri automatici. A partire dal 1992 è stato possibile confrontare i dati deformativi rilevati al suolo con quelli ottenuti tramite Interferometria Satellitare (InSAR). La rete sismica, piuttosto ridotta in concomitanza della crisi bradisimica del 1970, è stata progressivamente ampliata a partire dagli anni 80. Alla fine degli anni 90 la rete è stata progressivamente integrata anche da stazioni con acquisitori digitali e sismometri a larga banda, con un ampliamento della dinamica sia in ampiezza che in frequenza dei segnali rilevabili. Infine il monitoraggio dei gas, iniziato negli anni 80 con campagne di misure, è stato potenziato solo in epoca successiva, dopo gli anni '90, installando anche sistemi automatici per il rilevamento dei flussi di CO2. 117

118 Scenari Pre-Eruttivi I Campi Flegrei sono tra i vulcani più monitorati al mondo. I principali parametri monitorati possono essere raggruppati in: parametri sismici (numero degli eventi sismici e loro localizzazione epi- e ipocentrale, meccanismi di sorgente, forme d onda e spettro di frequenze, etc.); parametri geodetici (livellazioni, tiltmetri, GPS, InSAR, variazioni gravimetriche attraverso survey periodici, etc.); parametri geochimici (temperatura, composizione, estensione, e stima dei flussi dei campi fumarolici della Solfatara e di Pisciarelli). A queste misure si aggiungono ulteriori campagne periodiche durante le quali vengono effettuate misure di potenziali elettromagnetici, sebbene tali misure siano ad oggi troppo saltuarie per costituire un valido strumento di monitoraggio. Per la gestione di una futura crisi vulcanica è necessario riconoscere prontamente i segnali anomali e relazionarli ai processi fisici in corso, nonché fornire rapide risposte a possibili eventi inattesi. Una scala di livelli di allerta analoga a quella già prevista nel Piano di Emergenza del Vesuvio è stata prevista nello strumento di Pianificazione Nazionale curato dal DPC e oggi in corso di aggiornamento. Tali livelli, come precedentemente anticipato, sono: BASE (VERDE) ATTENZIONE (GIALLO) PREALLARME (ARANCIONE) ALLARME (ROSSO) I livelli di attenzione, preallarme e allarme corrispondono ad un aumento progressivo delle probabilità di riattivazione eruttiva del vulcano e implicano una risposta crescente del sistema osservativo del vulcano e del sistema di Protezione Civile. Va osservato che solo per il passaggio dal livello base al livello di attenzione lo stato delle conoscenze permetta valutazioni robuste, in quanto esiste una significativa esperienza al proposito determinata dai dati e analisi del monitoraggio vulcanico ai Campi Flegrei nel corso degli ultimi decenni, durante i quali più volte il vulcano ha manifestato comportamenti che si discostavano sensibilmente da uno stato di background. Durante tali fasi vengono normalmente attivate procedure di vigilanza straordinaria, durante le quali si procede ad un analisi di dettaglio dei parametri che hanno mostrato delle variazioni, anche con l ausilio di strumentazioni aggiuntive e campagne di misura dedicate. In ogni caso il passaggio a livelli di 118

119 allerta superiori richiede valutazioni che possono essere effettuate solo durante la crisi, attraverso un processo decisionale che dovrebbe coinvolgere esperti in discipline che spaziano dalla vulcanologia alle scienze sociali, e che includano opportune valutazioni sui modi, i tempi, e le problematiche specifiche associati a ciascun intervento operativo corrispondente a ciascun successivo livello di allerta. Scenari Eruttivi La definizione dei possibili scenari eruttivi ai Campi Flegrei, finalizzata alla stesura del piano nazionale di emergenza, da recepire ed integrare nella pianificazione comunale, si basa sulla definizione sei tre seguenti punti: definire il luogo dove l eruzione si verificherà definire il tipo di eruzione attesa (classe di evento eruttivo) definire l ordine e l entità dei fenomeni attesi. In riconoscimento delle incertezze associate alla definizione delle caratteristiche attese, la definizione degli scenari attesi non può che essere probabilistica, e tendere per quanto possibile alla quantificazione delle probabilità e associate incertezze alla luce delle conoscenze oggi disponibili. Localizzazione della bocca eruttiva L analisi prende in considerazione la distribuzione spaziale della probabilità di medio-lungo termine relativa all apertura di una bocca eruttiva ai Campi Flegrei. La probabilità di breve termine si riferisce invece alla localizzazione della futura bocca eruttiva in funzione delle osservazioni in tempo reale effettuate durante una eventuale crisi ai Campi Flegrei. Distribuzione media della probabilità di apertura bocche secondo Bevilacqua et al. (2012). La densità è espressa in probabilità di apertura bocche per km

120 Le stime di probabilità derivate dai numerosi studi assunti alla base della definizione degli scenari di evento atteso forniscono un quadro sostanzialmente consistente, seppur con differenze non trascurabili. In tutti i casi vengono identificate all interno della caldera flegrea due aree principali a maggiore probabilità di apertura di future bocche eruttive. L area a massima probabilità è localizzata grossomodo nella zona di Astroni-Agnano, mentre la seconda area per valori di probabilità è localizzata in corrispondenza di Averno Monte Nuovo. Tuttavia, in questo quadro vi sono altre aree caratterizzate da elevata probabilità di apertura di bocche eruttive, lasciando quindi una elevata incertezza complessiva. Ad oggi sembra quindi necessario tenere conto del fatto che una futura bocca eruttiva ai Campi Flegrei potrà aprirsi in un area complessivamente vasta, sebbene la zona Astroni-Agnano, e secondariamente la zona Averno-Monte Nuovo, emergano come quelle a maggiore probabilità. Scala eruttiva attesa La base conoscitiva di partenza è rappresentata largamente dagli studi di terreno pluri- decennali compiuti soprattutto dal gruppo di vulcanologi dell INGV-OV. Scala eruttiva Probabilità condizionata Frequenza Frequenza (Orsi et al., 2009) (ultimi 5 ka) (ultimi 15 ka) Media in % in % in % Effusiva Piccola Media Grande Come evidenziato nella tabella sopra riportata l evento più frequente (più probabile) è una eruzione di piccola scala, seguito da una eruzione di media scala, e l insieme delle eruzioni di scala inferiore o uguale a quella media copre circa il 96% di probabilità. Allo stesso modo, è possibile valutare la frequenza annua media per ciascuna scala eruttiva nell arco degli ultimi 15 ka. Scala eruttiva Effusiva Piccola Media Grande TOTALE Frequenza Frequenza ( ultimi 5 ka) ( ultimi 15 ka) in eventi per anno in eventi per anno 6.0 x x x x x x x x x x

121 Le frequenze annue riferite agli ultimi 5 ka o agli ultimi 15 ka non sono sostanzialmente diverse, le ultime mostrando valori solo leggermente più bassi in quanto comprendenti i periodi quiescenti tra le varie epoche. Sembra legittimo pensare che il quadro non si modificherebbe sostanzialmente estendendosi ancora più indietro nel tempo. In tal caso diventerebbe necessario tenere conto nell analisi anche di eruzioni di scala ancora maggiore, quali quelle del Tufo Giallo (ca. 15 ka) e dell Ignimbrite Campana (ca. 39 ka). I volumi di magma emessi in tali eruzioni sono di 2-3 ordini di grandezza maggiori di quelli che hanno caratterizzato le eruzioni sopra definite come grande, e conducono ad una definizione molto grande per tali eruzioni. La frequenza media per le eruzioni di scala molto grande risulta essere 3.3 x 10-5 eventi per anno, quasi un ordine di grandezza inferiore a quella degli eventi di scala grande. Un idea della rilevanza per tale frequenza temporale si può avere confrontandola con la probabilità massima accettata secondo la pratica internazionale per la fusione del nucleo nei reattori nucleari, dell'ordine di 10-5 eventi per anno ( Utilizzando dunque la frequenza temporale media insieme a quelle relative alle altre scale eruttive, si ottiene una stima delle probabilità condizionate per una futura eruzione ai Campi Flegrei includendo le eruzioni di scala "molto grande". Scala eruttiva Effusiva 11.9 Piccola 59.6 Media 23.8 Grande 4.0 Molto grande 0.7 Probabilità condizionata in % L'analisi suggerisce quindi che una prossima eruzione ai Campi Flegrei sia (valore medio) al 95% circa di probabilità di scala minore o uguale a quella media. 121

122 Fenomeni attesi I fenomeni attesi in caso di ripresa dell attività eruttiva ai Campi Flegrei sono di intensità e impatto diversi a seconda della tipologia e della scala dell evento. Al fine di fornire all operatore di protezione civile il quadro delle possibilità sono stati esaminati quattro diverse tipologie di scenari. Scenario n.1: eruzione esplosiva (evento eruttivo magmatico di scala: piccola, media, grande e molto grande); Scenario n.2: eruzione multipla (attività eruttiva contemporanea da diverse bocche); Scenario n.3: esplosione freatica in aree idrotermali; Scenario n.4: eruzione effusiva. Eruzione esplosiva Si fa riferimento alle classi eruttive da "piccola" a "molto grande", come discusse nel capitolo precedente. In aggiunta al fattore di scala dell'eruzione, fenomeni di tipo particolare, derivanti dal coinvolgimento di acqua esterna, possono verificarsi per eventi eruttivi le cui bocche si aprano in aree che sono sede di intensa attività idrotermale (area Solfatara/Pisciarelli), o dove esistono attualmente disponibilità significative o rilevanti di acqua superficiale, quali zone umide residuo di ambienti lacustri (Conca di Agnano), laghi intra-craterici (Averno), e mare (Golfo di Pozzuoli). Per eventi eruttivi prodotti dalla risalita di una massa magmatica dell ordine di milioni di metri cubi (ovvero dell'ordine dei volumi eruttati durante la maggior parte delle eruzioni della terza epoca dei Campi Flegrei), contenente una quantità di gas magmatici dell ordine di alcuni percento in peso (valori comunemente riscontrati in eventi avvenuti in passato ai Campi Flegrei), i fenomeni attesi consistono in una serie di fasi (fasi eruttive) che si manifestano tipicamente secondo la seguente sequenza idealizzata: a) fase di apertura; b) fase di emissione esplosiva sostenuta, con sviluppo di una colonna eruttiva convettiva; c) fase pulsante con formazione di correnti di densità piroclastica (surge e flussi piroclastici); d) fase prolungata di emissione di ceneri e vapore acqueo (deposizione di fango e possibile formazione di lahar); e) eventuale emissione di lava degassata. Durante la fase 1 si possono avere esplosioni che lanciano blocchi e bombe, anche di grosse dimensioni (decimetri/metri), fino a distanze di 1,5-2 km di distanza, accumuli di spessori significativi (decimetri) di ceneri e lapilli entro 1 km dalla bocca, e rilevanti (metri) entro 500 m dalla bocca. Le esplosioni possono essere accompagnate dalla formazione di onde di shock. Limitati fenomeni di flusso piroclastico / surge piroclastico possono verificarsi entro 2 km di distanza dalla bocca eruttiva. La fase 1 ha generalmente durata breve (da decine di minuti a poche ore) e la colonna eruttiva convettiva si mantiene nell ordine dei chilometri. L esistenza in tutta l area flegrea di acquiferi sotterranei rende 122

123 possibile/probabile in questa fase la vaporizzazione di acqua esterna e la deposizione di limitate quantità di ceneri umide. Durante la fase 2 si ha il pieno sviluppo di una colonna convettiva sostenuta che può raggiungere altezze da alcuni chilometri fino a oltre 30 km a seconda dell intensità eruttiva ovvero della scala dell evento (con i valori massimi associati ad eruzioni di tipo "Pliniano"). Lo sviluppo della colonna eruttiva e della sovrastante nube a forma di ombrello, che si allarga normalmente in tutte le direzioni espandendosi in maniera preponderante lungo la direzione dei venti dominanti in alta quota, producono oscuramento. Quando l oscuramento si accompagna alla caduta di cenere dalla colonna stessa, le condizioni divengono fortemente stressanti per la popolazione in un raggio di alcune decine di chilometri dalla bocca. Dai margini della colonna e dalla nube a forma di ombrello si attiva una continua pioggia (caduta) di lapilli per lo più freddi. Il tasso di accumulo al suolo varia in funzione della scala dell eruzione. Per gli eventi di grande scala il tasso può essere relativamente elevato (da centimetri a decimetri per ora) in funzione della distanza, direzione del vento e intensità dell eruzione. L accumulo al suolo di ceneri e lapilli limita in modo rilevante l agibilità delle strade, e il sovraccarico sui tetti può causare il collasso delle coperture. La caduta di bombe calde (incandescenti all interno) può causare l innesco di incendi entro i primi chilometri di distanza dalla bocca. Le ceneri che ricadono al suolo sono tipicamente secche e investono are molto vaste sottovento (anche centinaia di km dalla bocca). La colonna convettiva si mantiene attiva mediamente per 5-10 ore e può essere replicata più volte. Durante le fasi eruttive sostenute si verifica un continuo tremore del suolo la cui ampiezza decresce rapidamente allontanandosi dalla bocca. Durante la fase 3 l attività tende a divenire pulsante, con ripetuti collassi della colonna eruttiva e generazione di correnti di densità piroclastica (flussi piroclastici) che possono irradiarsi a 360 intorno alla bocca eruttiva o preferenzialmente lungo specifici settori. La distanza che i flussi possono percorrere dipende dall intensità dell eruzione, dal regime di collasso della colonna (incipiente, parziale o totale) che a sua volta controlla il flusso di massa che alimenta le correnti, e dalla posizione della bocca rispetto al contesto topografico. I rilievi limitano e/o deviano la corsa dei flussi, i bassi topografici ne favoriscono lo scorrimento. Nell'area di propagazione dei flussi la possibilità di sopravvivenza è molto scarsa, le strutture sono danneggiate in modo grave fino alla totale distruzione, le temperature elevate possono causare incendi anche di vaste proporzioni. L ingresso in mare dei flussi può produrre vaporizzazioni di acqua su vasta scala con successive piogge di lapilli accrezionali (palline umide di cenere fine aggregata) e piogge fangose sottovento. La fase 3 può avere una durata da parecchie ore a giorni. Va rimarcato che nel caso di eruzioni di scala grande, durante questa fase si possono verificare collassi della struttura circostante la bocca eruttiva, fino a diametri della struttura in sprofondamento di alcuni chilometri, e dislivelli finali dell ordine delle centinaia di metri. 123

124 Durante la fase 4 l intensità eruttiva diminuisce in modo sostanziale. Il fenomeno principale consiste nell emissione di gas e ceneri con formazione di una colonna eruttiva di altezza di pochi chilometri. Sottovento rispetto alla bocca l atmosfera può essere carica di cenere fine e polveri, con visibilità ridotta; la permanenza all esterno delle strutture può essere resa difficile a causa di difficoltà respiratorie e irritazione degli occhi (necessità di indossare maschere antipolvere e occhiali chiusi) Con il passare delle ore si possono depositare strati di ceneri umide contenenti lapilli accrezionali. L accumulo delle ceneri umide al suolo ostacola utilizzo delle strade; l uso dei tergicristalli per la pulizia dei vetri ne causa l abrasione ostacolando o impedendo la visibilità. Il peso delle ceneri umide, eventualmente aggiunto a quello dei lapilli, può causare ulteriore sovraccarico ed eventuale collasso delle coperture. La deposizione di strati di ceneri umide può causare interruzione della corrente per corto circuito prodotto sugli isolatori delle linee aeree. Le ceneri umide possono infine contenere quantità significative di sostanze acide in grado di attaccare i metalli (corrosione). Il verificarsi di una eruzione in aree idrotermali o in aree caratterizzate dalla presenza di acqua può presentare caratteristiche significativamente diverse da quelle sopra descritte. L eventuale riattivazione di bocche in zone soggette a forte risalita di fluidi idrotermali può infatti essere preceduta dal verificarsi di esplosioni freatiche che immettono nell atmosfera nubi cariche di vapore acqueo e ceneri ricche di minerali di alterazione idrotermale. Esplosioni di vapore e/o gas in sistemi rocciosi alterati dall azione idrotermale determinano lo sbriciolamento di rocce friabili che tendono a rilasciare una grande quantità di materiali fini (soprattutto minerali argillosi). La deposizione sottovento di queste ceneri accentua i problemi di agibilità della rete stradale a causa del forte effetto sapone dei minerali argillosi umidi. Se la bocca eruttiva si apre a mare, a ridosso della costa o in un lago (Averno), la vaporizzazione dell acqua superficiale porta a caduta precoce della cenere umida in conseguenza della condensazione del vapore. In caso di attività a mare o in prossimità della costa, un ulteriore problema è rappresentato dalla possibile generazione di onde di maremoto. Nel caso di forte vaporizzazione dell acqua superficiale sono plausibili precipitazioni intense di pioggia fangosa con attivazione quasi contemporanea di colate di fango la cui importanza è legata all estensione del bacino idrografico e all intensità della precipitazione. Poiché il fenomeno della caduta di ceneri umide e fango comporta anche l impermeabilizzazione del suolo, sono da attendersi anche importanti fenomeni di alluvionamento dei bassi topografici a causa della ridotta capacità di infiltrazione dell acqua nel sottosuolo. La fase eruttiva 4 può avere durate da giorni a settimane, fino a mesi. I fenomeni sismici sono tipicamente sporadici e in fase di forte attenuazione, tipicamente profondi alcuni chilometri e di magnitudo bassa-intermedia. 124

125 La fase eruttiva 5 non è una costante nelle eruzioni flegree. L emissione di lava, di solito in quantità modesta, si verifica quando l apporto di magma verso la superficie prosegue a ritmo ridotto dando modo al gas di separarsi dal liquido magmatico. Questo processo di separazione della fase gas può portare alla formazione di un piccolo ammasso di lava viscosa (duomo) all interno del cratere, o una piccola colata. Durante l emissione di magma degassato si possono verificare occlusioni del condotto e accumuli di pressione che causano fasi esplosive molto violente. Un fenomeno simile si verificò nella parte finale dell eruzione del Monte Nuovo nel 1538, alcuni giorni dopo l apparente conclusione dei fenomeni esplosivi, e costò la vita a un gruppo che si era avventurato sul cono per una ispezione visiva del cratere. Pur non esistendo una sostanziale differenza nei fenomeni attesi e nella loro successione temporale tra gli eventi di scala bassa, media e grande, le differenze sono ovviamente rilevanti in termini di impatto prodotto sul territorio. Nel caso di eruzione di scala molto grande, la cui probabilità è circa 5 volte più bassa di quella per un evento grande, e minore dell 1% la sequenza di eventi attesi può non differire sostanzialmente da quella per eventi di scala grande per quanto riguarda le fasi da 1 a 3 sopra descritte; tuttavia, a tale scala eruttiva si associa la possibilità di generare collassi calderici di grandi dimensioni, confrontabili con quelli che hanno generato la stessa caldera dei Campi Flegrei. Durante tali collassi è ipotizzabile l attività eruttiva contemporanea da numerose bocche lungo il sistema di faglie che bordano la struttura di collasso, e la formazione di flussi piroclastici fortemente alimentati e in grado di percorrere distanze dell ordine delle decine di chilometri. Va infine ricordata l eventualità della formazione di onde di tsunami, che possono generarsi a seguito di collassi calderici o anche nel caso in cui flussi piroclastici particolarmente energetici penetrino in mare. Eruzione multipla La possibilità di apertura di più bocche in contemporanea, o in un breve lasso di tempo, in siti anche lontani tra loro alcuni chilometri non è remota per le strutture calderiche. Ai Campi Flegrei, è stata accertata la contemporaneità eruttiva tra i centri di Solfatara e Averno situati a 5,4 km di distanza, 3800 anni fa (Isaia et al., 2009). Un secondo caso quantomeno sospetto di quasi contemporaneità o contemporaneità è costituito dalle eruzioni di Montagna Spaccata, Fondo Riccio e Concola i cui crateri sono allineati lungo la stessa frattura e i cui prodotti presentano età stratigrafiche coeve (Rosi e Sbrana, 1987). Esplosione freatica in aree idrotermali Le aree di forte attività idrotermale costituiscono luoghi ad elevata concentrazione di fluidi (in fase liquida e/o gas). Durante le fasi di cosiddetto unrest i sistemi vulcanici attivi rilasciano maggiori 125

126 quantità di fluidi, e tale incremento può comportare un corrispondente aumento della pressione sotterranea. Laddove la pressione dei fluidi superi la resistenza della copertura rocciosa, possono verificarsi fenomeni esplosivi che vengono in vulcanologia definiti freatici, ad indicare che il componente principale responsabile dell energia esplosiva è il vapore acqueo prodotto dalla vaporizzazione della falda freatica. Le eruzioni freatiche possono precedere un evento eruttivo magmatico, tuttavia in generale il numero di esplosioni freatiche non seguite da eruzione magmatica è largamente prevalente (Barberi et al 1992). Le esplosioni freatiche possono essere di scala diversa, da piccoli eventi che producono crateri metrici a grandi eventi in grado di generare crateri di diverse centinaia di metri e fino al chilometro di diametro. Nei casi più energetici le esplosioni possono lanciare blocchi di roccia fino a distanze notevoli (da centinaia di metri a chilometri) insieme a grandi quantità di materiali fini in gran parte composti da minerali di alterazione (argille e altri minerali prodotti dall alterazione idrotermale superficiale). Oltre al lancio di blocchi di roccia le esplosioni freatiche possono produrre piccole correnti di densità piroclastica che si disperdono ad anello intorno alla bocca (base surge). I pennacchi convettivi di ceneri, gas e vapore prodotti da attività esplosiva freatica sono bassi (normalmente < 1 km) e producono la caduta al suolo di ceneri umide particolarmente scivolose. E opportuno sottolineare come alcuni eventi esplosivi freatici avvenuti in passato in altre aree idrotermali siano stati accompagnati dall improvvisa emissione di grandi quantità di gas tossici (in prevalenza CO2) in superficie, e che in alcune circostanze tali emissioni hanno causato l accumulo locale di tale gas e la morte di persone e animali per asfissia (Le Guern et al., 1982). La possibilità di accumulo al suolo di CO2 è legata alla densità relativa tra il gas e l atmosfera: se la CO2 emessa è fredda essa tende a concentrarsi al suolo, se è calda tende a disperdersi in atmosfera. Il comportamento dei due gas (CO2 e atmosfera) è quindi legato alla temperatura relativa, ma anche le condizioni di ventilazione al momento dell esplosione possono giocare un ruolo rilevante, complicando la valutazione dell esistenza di condizioni favorevoli all accumulo. Molte esplosioni freatiche hanno durata breve (ore/giorni); sono tuttavia noti casi di eruzioni che hanno avuto durate di settimane e in casi particolare anche di mesi. Gli eventi più violenti e pericolosi si collocano solitamente all inizio della sequenza eruttiva e sono seguiti da una fase di progressiva attenuazione. E doveroso segnalare come le esplosioni freatiche possano essere più difficili da prevedere delle eruzioni prodotte dalla risalita di magma, e il loro verificarsi possa essere del tutto improvviso. In un numero significativo di casi esse non sono state infatti precedute da alcun fenomeno precursore rilevabile dalle normali reti di sorveglianza. Non è un caso che un gran numero di incidenti anche mortali che hanno coinvolto vulcanologi siano stati causati proprio da esplosioni freatiche. 126

127 Il sistema della Solfatara-Pisciarelli costituisce il sistema idrotermale più importante dell area flegrea e quello dove possono, con maggiore probabilità, verificarsi fenomenologie esplosive di tipo freatico in caso di incremento dell attività idrotermale. Il consistente aumento di flusso di gas e vapore verificatosi negli anni passati nell area dei Pisciarelli rende già oggi possibile che improvvise risalite di masse di gas (ad esempio in coincidenza con prolungati sciami sismici locali) possano essere accompagnate/seguite da eventi esplosivi di tipo freatico e da improvvisi rilasci di CO2. Eruzione effusiva Eventi effusivi ai Campi Flegrei sono rari e una parte di essi consistono nell emissione di piccole quantità di lava nelle fasi finali di eruzioni esplosive, all interno di strutture crateriche. Esistono tuttavia alcuni ammassi di lava (duomi lavici) che hanno ricoperto estensioni considerevoli e che non sono stati accompagnati o sono stati accompagnati solo in modo accessorio da attività esplosiva. L estrusione di masse di lava costituisce di norma un pericolo locale intorno all area di emissione, tuttavia durante il processo di messa in posto non è da escludere il possibili verificarsi di fenomeni esplosivi improvvisi, anche di tipo laterale. Come emerge dalle descrizioni qualitative sopra riportate, le fenomenologie in grado di costituire elementi di pericolosità sono molteplici, e vanno dall accumulo di gas tossici e dal verificarsi di esplosioni freatiche, anche senza concomitanza con un evento eruttivo, fino alla varietà di fenomenologie connesse con le grandi eruzioni di tipo esplosivo sopra descritte. Lo studio commissionato dal DPC al Gruppo di Lavoro incaricato della definizione dello scenario di riferimento per il Piano di Emergenza dei Campi Flegrei per il Rischio Vulcanico, cui si è largamente attinto per le osservazioni qui riportate, prosegue analizzando in dettaglio la pericolosità associata alla propagazione di flussi piroclastici, alla ricaduta di ceneri e, e in misura minore, alla formazione di colate di fango (lahar). Queste sono infatti le fenomenologie cui si fa solitamente riferimento nell analisi della pericolosità da eruzioni di tipo esplosivo, fermo restando che esistono ulteriori possibili sorgenti di pericolosità quali il verificarsi di collassi calderici di diversa entità, o la generazione di onde di tsunami a seguito degli stessi collassi o della propagazione di flussi piroclastici nel golfo di Pozzuoli. Quest ultimo elemento è particolarmente critico, in quanto potrebbe investire aree esterne all area flegrea tra le quali, in principio, il golfo di Napoli. Per quanto concerne il territorio del Comune di Pozzuoli, interamente ricadente in area rossa come da recente ridefinizione e perimetrazione, è la pericolosità derivante dai flussi piroclastici quella che direttamente interessa il territorio e ne determina le risposte in termini di Protezione Civile. 127

128 Pericolosita' da flussi piroclastici Come descritto nelle precedenti sezioni, i Campi Flegrei sono caratterizzati da attività eruttiva a carattere prevalentemente esplosivo. Questa attività si manifesta nell area flegrea e in gran parte della regione campana attraverso importanti depositi piroclastici da ricaduta o di flusso piroclastico. Quest ultimo fenomeno rappresenta la principale sorgente di rischio associata a questo sistema vulcanico. A causa della loro velocità, temperatura e concentrazione di particelle, i flussi piroclastici possono infatti produrre ingenti danni alle strutture urbane coinvolte nonché condizioni letali per le persone investite. E per questo motivo che assume ed ha assunto quindi fondamentale importanza definire le aree potenzialmente interessate da questo fenomeno al fine di operare i necessari interventi preventivi. In linea di principio, la pericolosità da flussi piroclastici può essere rappresentata come la probabilità che determinate condizioni pericolose associate ai flussi (ad esempio in termini di pressione dinamica, temperatura, concentrazione di cenere, spessore del deposito, ecc.) possano verificarsi in una determinata località e in un determinato intervallo temporale. Numerosi studi sono stati considerati per la valutazione del fenomeno che utilizzano diverse metodologie quali la ricostruzione dei depositi prodotti e/o l utilizzo di modelli teorici di simulazione del fenomeno. La maggior parte di essi fa riferimento a specifici eventi passati o a una specifica categoria eruttiva (espressa ad esempio in termini di Volcanic Explosivity Index VEI). Considerazioni generali derivanti da tutti gli studi esaminati per la definizione di una mappa di invasione da flussi piroclastici sono state: - Tutte le analisi fin qui realizzate considerano la stima della pericolosità da flussi piroclastici indipendente dalle informazioni che provengono dalle reti di monitoraggio. Tale assunzione riflette l attuale impossibilità di definire sia la tipologia (o anche la sola scala) dell eruzione attesa che la posizione della bocca eruttiva in funzione dei dati di monitoraggio. Nel primo caso infatti, non esiste ad oggi un sistema sufficientemente accurato per ipotizzare la taglia dell eruzione in funzione dei dati registrati. Nel secondo caso, l esperienza derivante da altri sistemi calderici evidenzia chiaramente l estrema complessità nel determinare la posizione della bocca (o delle bocche) dai segnali precursori. La presenza contemporanea di due o più bocche, localizzate anche a diversi chilometri di distanza, è stata inoltre osservata in diversi sistemi calderici inclusi i Campi Flegrei. - La natura calderica del vulcano fa sì che la funzione probabilità di apertura della bocca eruttiva sia distribuita su un area significativamente vasta. In particolare la variabilità spaziale della localizzazione della bocca eruttiva è confrontabile, se non in alcuni casi maggiore, alla stessa scala spaziale su cui può avvenire la propagazione dei flussi piroclastici. 128

129 - Dalle due suddette considerazioni segue una importante implicazione. Stimare l area di invasione dei flussi come l area interessata dai flussi prodotti dall evento di tipologia (o scala) più probabile assumendo una bocca localizzata nell area a più elevata probabilità di apertura produce una sostanziale sottostima dell area potenzialmente interessata dai flussi. E quindi necessario che la stima della pericolosità da flussi piroclastici tenga conto, almeno in prima approssimazione, della variabilità sia della tipologia (scala) eruttiva che della localizzazione della bocca eruttiva. Sulla base dei suddetti studi è stato dunque possibile trarre una prima zonazione a terra della pericolosità da flussi piroclastici ai Campi Flegrei che tenga conto della variabilità della scala dell evento e della localizzazione della bocca eruttiva. In particolare, la mappa sottostante riporta una sintesi rappresentativa della pericolosità da flussi prodotti da eventi esplosivi di scala piccola, media e grande con riferimento ancora agli ultimi 15 ka. La mappa riporta sia le curve associate al valore medio di isoprobabilità sia quelle associate al 5 e 95 percentile a seguito dell incertezza associata alla probabilità di apertura bocche. Si evidenzia inoltre che la mappa si riferisce solo a eventi esplosivi con bocca eruttiva localizzata a terra. In questa mappa è possibile individuare le seguenti due zone:. - Una zona a più alta probabilità di invasione, con valori che variano tra oltre il 50% e il 10%, che comprende la regione indicativamente delimitata (da est a ovest) dalle aree di Posillipo, Vomero, 129

130 Arenella, Soccavo, Verdolino, Camaldoli, Pianura, parte del territorio di Marano e Quarto, Monteruscello, Cuma, Fusaro, Monte di Procida e Bacoli. I valori più alti di probabilità di invasione, stimati intorno al 50%, sono localizzati nell area di Astroni-Agnano. Si evidenzia che la grande maggioranza degli eventi eruttivi avvenuti nella terza epoca hanno prodotto flussi piroclastici i cui depositi sono compresi in questa zona. In particolare, flussi piroclastici prodotti da eruzioni di scala piccola e media dovrebbero prevalentemente essere circoscritti in questa area. - Una zona a più bassa probabilità di invasione, con valori indicativamente compresi tra il 10% e l 1%, che è rappresentata da una fascia, di circa 4-5 chilometri di spessore, che circoscrive la suddetta zona a più alta probabilità di invasione. Questa fascia esterna comprende indicativamente (da est a ovest) il Vomero, Arenella, parte dei quartieri centrali e settentrionali di Napoli, Marano, e gran parte dei territori di Mugnano, Calvizzano, Villaricca, Qualiano e Giugliano. Flussi piroclastici prodotti da eruzioni di scala piccola e media, ma con bocca eruttiva situata in prossimità del bordo della caldera potrebbero interessare parte di questa zona a più bassa probabilità di invasione. Si evidenzia inoltre come l evento di Agnano Monte Spina nella terza epoca, e gli eventi di Pomici Principali, Soccavo e Minopoli 2 nella prima epoca, abbiano prodotto flussi piroclastici che si sono propagati significativamente oltre i bordi della caldera Flegrea. In particolare, sebbene i meccanismi di trasporto dei flussi siano ancora oggetto di discussione e di approfondimento, appare accertata la presenza di significativi depositi di cenere correlati alla dinamica dei flussi prodotti dall eruzione di Agnano Monte Spina fino a distanze di circa 20 km dalla sorgente. Considerazioni conclusive I flussi piroclastici rappresentano la fenomenologia vulcanica di più alto rischio per le persone. Di conseguenza, le aree interessate da questo fenomeno coincidono con le aree che è necessario evacuare preventivamente. Preventivamente significa prima che l evento eruttivo abbia inizio. Indipendentemente da dove si aprirà dunque la bocca eruttiva, da quella che sarà la scala dell evento eruttivo, la fenomenologia e lo scenario dello stesso, le incertezze connesse con la definizione dei singoli aspetti diramabili solo ad evento in atto, non possono e non devono in alcun modo interferire con la necessità di mettere in sicurezza l intera popolazione ricadente nelle aree eventualmente interessate da questo fenomeno, in relazione al massimo evento atteso tra quelli con probabilità di accadimento stimate come prospettabili. E da questa considerazione che deriva la nuova perimetrazione proposta per l area flegrea, che definisce la nuova zona rossa, assunta con delibera della Giunta della Regione Campania n. 669 del 23/12/

131 La nuova zona rossa nasce dunque dallo studio delle aree di inviluppo dei depositi piroclastici delle eruzioni degli ultimi cinquemila anni e si estende ad una curva probabilistica che inviluppa per eruzioni medio-piccole - le possibilità di evento prevedibili con una probabilità di eccedenza del 5%. E infine da tale perimetrazione che deriva l unico scenario possibile per il Comune di Pozzuoli, almeno fino al cessato allarme o al post evento, che potrà eventualmente delineare uno scenario di danno diverso se questo sarà stato di ordine inferiore a quello prospettato, ed è uno scenario che investe l intero territorio comunale, per il quale, la strategia di Protezione Civile prevista e unica è la messa in salvo preventiva. 131

132 Rischio Urbano Si parla di rischio urbano quando si verifica un un evento, naturale o antropico, anche di limitate dimensioni per ampiezza del territorio, magnitudo dell evento o durata, caratterizzato da una amplificazione degli effetti dovuto appunto alla struttura urbana del territorio e/o dalla elevata concentrazione di persone in zone o ambienti circoscritti per un determinato periodo di tempo. Tra tali fenomeni sono riconducibili: crollo di abitazioni, fughe di gas, incidenti stradali, sprofondamenti stradali, inagibilità di ponti e viadotti, incidenti che causino inquinamento ambientale, eventi che causino uno straordinario afflusso di persone. La particolare struttura urbana del Comune di Pozzuoli, legata alla dinamicità dei flussi di traffico che interessano il sistema infrastrutturale, strade statali e svincoli autostradali, il porto, le stazioni ferroviarie, nonché la presenza di elementi aggregativi caratterizzati da notevoli flussi di persone quali il centro storico, il lungomare, le mete turistiche ed i siti archeologici e naturalistici, insieme con i caratteri particolari del territorio naturale e della struttura urbana, rende evidente per questo territorio una particolare vulnerabilità a quella tipologia di rischio che è definibile come Rischio Urbano. Scenari di rischio Lo scenario di rischio per il Rischio Urbano non può essere definito a priori, né per gravità dell evento né per estensione dell area colpita, ma viene caratterizzato dalla possibilità che un episodio, con un ambito reale particolarmente circoscritto, in area fortemente urbanizzata, possa produrre notevoli danni alle persone ed al tessuto urbano, con prevedibile difficoltà di gestione delle operazioni in loco. Nel caso del Comune di Pozzuoli, aree particolarmente vulnerabili a tale tipologia di rischio risultano il centro storico e quelle aree, evidenziate dagli studi, nell ambito del presente progetto, restituiti dall Università degli Studi di Napoli, DICEA, sul rischio edilizio, nelle quali si evidenzia una vulnerabilità intrinseca indipendente eventualmente da eventi esterni - alla qualità dell edificato, alla sua manutenzione, alla tipologia, alle finiture, al rapporto edifici/assi stradali. 132

133 Risultano altresì a rischio le aree attraversate da assi viari a scorrimento veloce quali la Tangenziale di Napoli e la SS7Quater, da ferrovie, le aree delle stesse stazioni ferroviarie; sebbene queste strutture siano dotate di piani interni e la pianificazione esterna sia coordinata in genere dalla Prefettura di competenza che coordina anche l eventuale intervento in emergenza, tuttavia il primo intervento, almeno per quello che concerne l informazione e l assistenza alla popolazione, nonché il supporto alle operazioni, ricade tra le competenze della struttura comunale preposta. Ancora sono da considerarsi sensibili tutti quei luoghi nei quali è prevedibile un intenso affollamento in virtù della funzione che assolvono. Oltre ai luoghi e le strutture già individuate nel piano per le funzioni tradizionali di aggregazione che svolgono, vanno presi in considerazione tutti quei luoghi che possono esprimere una particolare attrattiva in determinati periodi dell anno o del giorno e che non sono di per sé vulnerabili, ma esprimono maggior vulnerabilità all evento perché possono amplificarne gli effetti. E il caso ad esempio del Porto di Pozzuoli, dei siti archeologici, del lungomare anche, dove la concentrazione di locali, la movida, possono raggiungere livelli tali da rendere molto complessi gli interventi in caso di evento se non si prevede una programmazione degli stessi quanto più efficace possibile. 133

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