9 LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA LA LIBERTA DI CONCORRENZA

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1 9 LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA LA LIBERTA DI CONCORRENZA LA COSTITUZIONE ALL ART. 41 SANCISCE IL PRINCIPIO DELLA LIBERTA DI INIZIATIVA ECONOMICA A TALE PRINCIPIO è STRETTAMENTE CORRELATO QUELLO DELLA LIBERTA DI CONCORRENZA CHE HA, PER IL SISTEMA ECONOMICO NEL SUO COMPLESSO, UN RUOLO ESTREMAMENTE POSITIVO. 1

2 9 LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA LA LIBERTA DI CONCORRENZA CONTRIBUISCE INFATTI A MIGLIORARE LA QUALITA E L EFFICIENZA DEL MERCATO, E, INOLTRE UN EFFICACIE STRUMENTO DI REGOLAZIONE DEI PREZZI IL MONOPOLIO AL CONTRARIO, SI CARATTERIZZA PER LA PRESENZA DI UN UNICO PRODUTTORE, CHE NON TEMENDO LA CONCORRENZA DI ALTRE IMPRESE PUO IMPORRE LE PROPRIE CONDIZIONI IN TERMINI DI PREZZI E QUALITA, CHE NON SONO NECESSARIAMENTE LE MIGLIORI POSSIBILI PER IL MERCATO. 2

3 9 LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA PER FAVORIRE LA LIBERA CONCORRENZA MOLTI STATI HANNO EMANATO NORMATIVE ANTIMONOPOLISTICHE (O ANTITRUST) VOLTE A IMPEDIRE CHE LE IMPRESE ATTRAVERSO ACCORDI DI VARIO GENERE O COMPORTAMENTI SCORRETTI FALSINO LE REGOLE DEL LIBERO MERCATO. LE PRIME NORMATIVE ANTITRUST VENNERO EMANANATE DA ALCUNI STATI USA A PARTIRE DAL FURONO POI RIUNITE NEL 1890 NELLO SHERMAN ACT. 3

4 9 LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA DEFINIZIONE DI TRUST IL TRUST È UNA COALIZIONE DI IMPRESE E SOCIETÀ SIMILARI CHE SI FONDONO INSIEME IN UN COMPLESSO ECONOMICO A DIREZIONE UNITARIA, AL FINE DI RIDURRE I COSTI DI PRODUZIONE E BATTERE LA CONCORRENZA, CON UN LARGO AUMENTO DEL PROFITTO E UN CONTROLLO PARZIALE O TOTALE DEL MERCATI. 4

5 9 LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA DEFINIZIONE DI CARTELLO Un cartello è un accordo tra più produttori indipendenti di un bene o un servizio per porre in essere delle misure che tendono a limitare la concorrenza sul proprio mercato, impegnandosi a fissarne alcuni parametri quali le condizioni di vendita, il livello dei prezzi, l'entità della produzione, le zone di distribuzione, ecc.. A differenza del trust non comporta integrazione. 5

6 9 LIMITI ALLA CONCORRENZA IL PRINCIPIO DI LIBERTA DI CONCORRENZA NON è ASSOLUTO, TROVA DEI LIMITI NELLA STESSA COSTITUZIONE L ART 41, INFATTI, DOPO AVER AFFERMATO IL PRINCIPIO DELLA LIBERTA DI INIZIATIVA ECONOMICA, PRECISA CHE ESSA NON PUO SVOLGERSI IN CONTRASTO CON L UTILITA SOCIALE, O IN MODO DA ARRECARE DANNO ALLA SICUREZZA, ALLA LIBERTA, ALLA DIGNITA UMANA E AUTORIZZA LA LEGGE A INTRODURRE PARTICOLARI LIMITI A TALE LIBERTA IN CONSIDERAZIONE DELL UTILITA SOCIALE. 6

7 9 LIMITI ALLA CONCORRENZA IN TALE PROSPETTIVA VA INTERPRETATO L ART. 43 DELLA COSTITUZIONE CHE PREVEDE LA POSSIBILITA CHE L ESERCIZIO DI PARTICOLARI CATEGORIE DI IMPRESE VENGA RISERVATO ORIGINARIAMENTE DALLA LEGGE, O TRASFERITO SUCCESSIVAMENTE, ALLO STATO, A ENTI PUBBLICI, PER MOTIVI DI PREMINENTE INTERESSE GENERALE, E QUANDO SI RIFERISCA A SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI, A FONTI DI ENERGIA O A SITUAZIONI DI MONOPOLIO. SI PREVEDE IN QUESTO CASO PIU CHE UN LIMITE L ESCLUSIONE DELLA CONCORRENZA IN DETERMINATI SETTORI. E LA POSSIBILITA CHE DETERMINATE ATTIVITA VENGANO SVOLTE IN REGIME DI MONOPOLIO LEGALE. IN QUESTO CASO IL MONOPOLISTA E GRAVATO DA UN OBBLIGO DI CONTRARRE. 7

8 9 LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA NORMATIVA ITALIANA L ITALIA SI È DOTATA DI UNA DISCIPLINA ANTITRUST CON LA LEGGE 10/10/90 N 287, CONCERNENTE NORME PER LA TUTELA DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO, E HA ISTITUITO UN AUTORITA GARANTE, DOTATA DI POTERI DI SANZIONE, PREPOSTA AL CONTROLLO DEL RISPETTO DELLA NORMATIVA. 8

9 9 LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA LA NORMATIVA ITALIANA DISCIPLINA IN PARTICOLARE TRE FATTISPECIE INTESE CONCENTRAZIONI ABUSI DI POSIZIONE DOMINANTE 9

10 9 LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA INTESE SONO VIETATE LE INTESE CHE IN QUALSIASI FORMA, HANNO PER OGGETTO QUELLO DI IMPEDIRE, RESTRINGERE, O FALSARE IN MANIERA CONSISTENTE IL GIOCO DELLA CONCORRENZA ALL INTERNO DEL MERCATO NAZIONALE O IN UNA SUA PARTE RILEVANTE. TALI INTESE SONO NULLE A TUTTI GLI EFFETTI 10

11 9 LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE LA LEGGE PRENDE IN CONSIDERAZIONE DIVERSE IPOTESI: 1)IMPOSIZIONE DI PREZZI O ALTRE CONDIZIONI CONTRATTUALI INGIUSTIFICATAMENTE TROPPO GRAVOSE; 2) LE LIMITAZIONI O GLI IMPEDIMENTI ALLA PRODUZIONE, AGLI SBOCCHI, O AGLI ACCESSI AL MERCATO, ALLO SVILUPPO TECNICO O AL PROGRESSO TECNOLOGICO; 3)LA DISCRIMINAZIONE NEI PREZZI O NELLE FORNITURE; 11

12 9 LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA CONCENTRAZIONE DI IMPRESE LA LEGGE INTENDE OGNI FENOMENO PER CUI UN IMPRESA PERDE LA PROPRIA INDIPENDENZA FINENDO SOTTO IL CONTROLLO DI UN ALTRA 12

13 9 PATTI DI NON CONCORRENZA IL CODICE CIVILE ALL ART AMMETTE CHE CONTRATTUALMENTE SIANO PREVISTE DELLE LIMITAZIONI ALLA CONCORRENZA PURCHE : IL PATTO SIA PROVATO PER ISCRITTO, E PREVEDA UN LIMITE CIRCOSCRITTO AD UNA DETERMINATA ZONA O AD UNA DETERMINATA ATTIVITA E NON SUPERI I 5 ANNI. 13

14 9 I DIVIETI LEGALI DI CONCORRENZA CI SONO CASI IN CUI è PROPRIO PREVISTO DAL CODICE CIVILE IL DIVIETO DI CONCORRENZA 1) CESSIONE D AZIENDA 2) DIVIETO DI CONCORRENZA RELATIVO AL LAVORATORE SUBORDINATO 3) AL SOCIO A RESPONSABILITÀ ILLIMITATA DELLE SOCIETA DI PERSONE O ALL AMMINISTRATORE DELLE SOCIETA DI CAPITALI 14

15 9 CONCORRENZA SLEALE IL LEGISLATORE, PROPRIO perché AMMETTE E GARANTISCE LA COMPETIZIONE ECONOMICA, CERCA DI TUTELARNE IL CORRETTO SVOLGIMENTO, ATTRAVERSO LE REGOLE CHE SANZIONANO I COMPORTANENTI «SLEALI». SONO CONSIDERATI ATTI DI CONCORRENZA SLEALE E PERTANTO ILLECITI GLI ATTI: DI CONFUSIONE DI DENIGRAZIONE CONTRARI ALLA CORRETTEZZA PROFESSIONALE 15

16 9 CONCORRENZA SLEALE PER ATTI DI CONFUSIONE SI INTENDONO QUEI COMPORTAMENTI CHE SONO DIRETTI A SUSCITARE MALINTESI ED EQUIVOCI NEI CONSUMATORI: COME AD ESEMPIO L IMITAZIONE SERVILE, L USO DI SEGNI DISTINTIVI SIMILI A QUELLO DI UN CONCORRENTE. 16

17 9 CONCORRENZA SLEALE PER ATTI DI DENIGRAZIONE SI INTENDONO QUEI COMPORTAMENTI CHE HANNO PER SCOPO DI SCREDITARE L ATTIVITA DEL CONCORRENTE O I SUOI PRODOTTI, O ALL OPPOSTO DI APPROPRIARSI DEI PREGI DELLA PRODUZIONE ALTRUI. RIENTRA TRA QUESTI LA C.D. PUBBLICITA NEGATIVA CON LA QUALE SI EVIDENZIANO I DIFETTI O LA MANCANZA DI QUALITA DEI PRODOTTI DELLA CONCORRENZA 17

18 9 CONCORRENZA SLEALE GLI ATTI CONTRARI ALLA CORRETTEZZA PROFESSIONALE SONO VIETATI IN QUANTO IDONEI A DANNEGGIARE L ALTRUI AZIENDA. RIENTRANO IN QUESTA CATEGORIA VARIE PRATICHE TRA LE QUALI RICORDIAMO: LO SPIONAGGIO INDUSTRIALE, IL DUMPING (VENDITA SOTTO COSTO), LO STORNO DEI DIPENDENTI (iniziativa mediante la quale un imprenditore tende ad assicurarsi le prestazioni lavorative di uno o più dipendenti di una impresa concorrente). 18

19 9 CONCORRENZA SLEALE LA CONCORRENZA SLEALE VIENE ATTUATA SOPRATTUTTO ATTRAVERSO LA PUBBLICITA E STATA IN PARTICOLARE DEFINITA PUBBLICITA INGANNEVOLE QUALSIASI PUBBLICITA CHE IN QUALUNQUE MODO INDUCA IN ERRORELE PERSONE FISICHE O GIURIDICHE ALLE QUALI È RIVOLTA 19

20 9 CONCORRENZA SLEALE PUBBLICITA COMPARATIVA PUBBLICITA CHE IDENTIFICA IN MODO ESPLICITO O IMPLICITO UN CONCORRENTEO. TALE FORMA PUBBLICITARIA NON DEVE, TUTTAVIA ESSERE INGANNEVOLE, DEVE ESSERE RELATIVA A CARATTERISTICHE ESSENZIALI E RILEVANTI DEI PRODOTTI; NON DEVE CAUSARE DISCREDITO O DENIGRAZIONE DEI SEGNI DISTINTIVI ALTRUI. 20

21 9 CONCORRENZA SLEALE CONCORRENZA SLEALE CONTRO GLI ATTI DI CONCORRENZA SLEALE L IMPRENDITORE PUO RICORRERE ALL AUTORITA GIUDIZIARIA PER CHIEDERNE L ACCERTAMENTO, L INIBIZIONE, LA RIMOZIONE DEGLI EFFETTI, IL RISARCIMENTO DEL DANNO (ARTT C.C.)Ù 21

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