SPAZIO DIBATTITO Primo intervento Secondo intervento Terzo intervento Quarto intervento Quinto intervento Sesto intervento

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1 SPAZIO DIBATTITO Primo intervento Grazie, pace e bene, ringrazio tutti per le cose interessanti che ho ascoltato. Io opero a Milano al Rosetum, un Centro culturale francescano con una sala di 350 posti. Faccio una domanda: il Dvd theatrical, introdotto da Medusa e che consente di proiettare i film con dvd dopo 4 mesi dall uscita in prima visione non può essere per la gente in condizioni come la mia una sostituzione economica del digitale? Voglio dire, io non uso più la pellicola però uso il dvd, con un proiettore dvd che ho già, attraverso il quale si vede benissimo e faccio dei film molto belli che sono usciti un anno fa. Sono una sala della comunità, così mi intendo, con uno scopo culturale, ho proiettato Uomini di Dio due domeniche fa, in ritardo rispetto agli altri però la sala era sufficientemente occupata. Ho appena finito di proiettare, anzi proietterò domani sera ancora Andrej Rublev, che è un film meraviglioso che nessuno ha visto, evidentemente vecchio, del Adesso ho mandato la pellicola, potremmo farlo vedere in Dvd senza alcun problema e così tanti altri. Chiudo, chiedendo come invece non posso fare Zorba il greco perché non esiste nessuna casa che ha comprato i diritti, pur esistendo il dvd in commercio. Ha senso questo? Penso di no. Ultima cosa: se faccio un film gratuito il diritto Siae è in percentuale sul numero dei posti disponibili e non sui posti occupati. Questo secondo me è iniquo. Grazie. Secondo intervento Sante Perondini, Acec Padova. Volevo sapere, se possibile, in base alla vostra esperienza, che differenze ci sono tra il 2K della Microcinema e il 2K delle altre case dal punto di vista tecnico. Terzo intervento Salve, io rappresento il cinema di Campagnola Emilia. Volevamo fare qualche domanda tecnica sui costi dei proiettori 2K e avere qualche precisazione sul contributo conto capitale. E ancora: qui quale sistema è stato montato? Si tratta di Microcinema? Conviene quindi andare su qualche altra realtà che non sia Microcinema? Grazie. Quarto intervento Buongiorno, Alberto Baroni per il cinema teatro Nuovo di Magenta. Aspettando la digitalizzazione, è impossibile pensare che le nostre associazioni - visto che le copie non ci sono - acquistino delle copie, facciano stampare delle copie ad hoc da far circuitare nel nostro giro? Quinto intervento Sono don Luca del cinema di Zanica. Provo ad essere concisissimo. Uno: la possibilità della creazione di un consorzio tra sale per l acquisto di proiettori digitali quanto potere contrattuale ha? E la seconda domanda è sull obsolescenza delle macchine: mi sembra che il responsabile di Spazio Cinema abbia creato un po di terrore quando ha detto che il fattore obsolescenza scende a 5 anni mentre Andrea Roscigno prima diceva anni. Vale la pena precisare che forse la tecnologia attuale non è più quella degli anni precedenti, perché c è proprio un altro mondo. E la terza cosa: nel passaggio al digitale mi domando che senso ha la storia del minimo garantito, non c è un costo pellicola da sostenere, c è una riduzione dei costi del 90%, io mi chiedo che senso ha chiedere per un film 1.500, 2.000, euro quando un hard disk da Mediaworld ne costa 40. Grazie. Sesto intervento Bertolini, cinema Gloria, Montichiari. Faccio una domanda che forse mi evita un lavoro successivo: per due anni ho fatto domanda al fondo regionale, non per digitalizzare ma per altri 1

2 interventi. Vorrei chiedere se qualche cinema in Lombardia ha ottenuto questo finanziamento, perché son stato scartato entrambe le volte e ogni volta è piuttosto complicato compilare questa documentazione. Grazie. Andrea Rescigno Tecnico di post-produzione digitale Per quel che riguarda i costi io posso dirvi poco perché quelli hanno dietro accordi commerciali, politici, etc., per cui non posso aiutarvi. Per quel che riguarda l obsolescenza delle macchine voi prendete l anno 2010, tirate una bella riga a metà, più o meno ad agosto, tutto quello che è successo prima non lo considerate perché la tecnologia è cambiata moltissimo in un periodo di tempo molto ridotto. Quindi tutto quello che è successo con i proiettori 1,3K, con i primi server, con i primi DCP, con i sistemi 3D che non facevano il triplo flash ecc non è più da considerare. La situazione attuale è questa: un sistema D-cinema comprato oggi, che sia 2K o 4K che abbia o no il 3D, è fatto e progettato in modo da far riprodurre correttamente tutti i DCP presenti e futuri. Ci sono alcuni server che non sono più prodotti, per esempio i Kodak, e non sono quindi più aggiornabili. Questi server più vecchi hanno tra l altro un sistema operativo diverso da tutti gli altri. I server che comprate nuovi oggi invece sono fatti per poter funzionare veramente con qualsiasi DCP e se si presentano dei problemi vengono risolti immediatamente dal produttore con un aggiornamento del firmware (il programma che fa funzionare il server). Lo stesso vale per il 3D. I proiettori più vecchi (diciamo fino al 2009) non erano in grado di proiettare in 3D con quello che si chiama il triplo flash. Il risultato è che o ci si limitava al doppio flash (in questo caso gli oggetti in movimento si vedevano però con movimenti a scatti) oppure bisognava ridurre la risoluzione dell immagine perdendo qualità. I proiettori di oggi invece sono tutti in grado di proiettare in triplo flash, il che significa che la qualità di proiezione 3D non può ulteriormente migliorare in futuro. Quindi se comprate un sistema oggi siete sicuri che quel sistema manterrà la sua funzionalità per un tempo che è limitato solamente dalla vita fisica delle macchine, cioè dal momento in cui il proiettore o il server vi si rompono e non è più possibile ripararli. Tutto ciò perché si è deciso che la risoluzione della proiezione specifica DCI è 2K, cioè punti, oppure 4K, punti. Se altre risoluzioni dovessero essere aggiunte in futuro, i sistemi attuali sarebbero comunque in grado di supportarle perché verrebbero aggiunte in modo da mantenere la compatibilità con il passato. Il motivo per cui i proiettori 1,3 K non lo fanno è che quei sistemi non avevano niente a che fare con i sistemi a specifiche DCI se non il fatto di usare la stessa tecnologia della Texas Instruments. Uno dei motivi per cui i sistemi D- cinema costano tanto è proprio questo, che mantengono la compatibilità col futuro. Quello che conta non è infatti il singolo modello di proiettore o di server, ma è l immagine proiettata. Che significa questo? Che se voi avete un sistema che rispetta le specifiche DCI, l immagine proiettata sarà identica a quella proiettata da qualsiasi proiettore costruito nei prossimi anni. Il proiettore di nuova generazione potrà avere una lampada più piccola, consumare meno corrente, essere più piccolo, produrre meno calore, ma dal punto di vista della qualità d immagine non avrà vantaggi rispetto a quello più vecchio. Ripeto, è stato fatto intenzionalmente, questo sistema è stato progettato proprio per questo. Altrimenti se non fosse così, ci sarebbe un altro problema. Se in laboratorio lavoro e correggo un DCP devo essere sicuro che questo file sia proiettabile anche 3/4 anni dopo e che l immagine proiettata sia la stessa di quella lavorata in laboratorio. È lo stesso discorso per cui nella pellicola 35 millimetri la distanza tra il fotogramma e il sonoro è fissa da sempre, altrimenti andrebbe fuori sincro. E questo, ripeto ancora una volta, vale solo per i sistemi D-cinema, e non per tutti i sistemi di video proiezione, che hanno le loro caratteristiche e le loro specifiche e 2

3 non hanno nulla a che fare con il D-cinema. Matteo Bertolotti Responsabile della programmazione, Sas di Bergamo Cerco di condensare, perché le domande da fare sono ancora tante. La prima cosa riguarda i circuiti. Le sale della comunità sono state il primo circuito nazionale nel mondo industriale 50 anni fa. Le sale legate ai diversi Sas formavano un circuito che ha un determinato peso in fase di contrattazione e che i diversi programmisti fanno pesare anche oggi nei confronti della distribuzione. Per quel che riguarda i costi dei proiettori, io trovo abbastanza sconveniente parlare qui precisamente di cifre. Tendo invece a sottolineare che ieri sera ho ricevuto la telefonata di un tecnico Cinemeccanica che chiedeva come mai la sua azienda non era stata interpellata per questo convegno. Ciò vuol dire che le aziende ci guardano, ci tengono d occhio, si interessano alle nostre realtà. Queste persone si sono rese conto che non siamo né avanti né indietro ma siamo esattamente allineati con quello che sta succedendo nel mercato nazionale. Hanno chiesto di incontrarci e vedremo se si potranno negoziare degli accordi. Sicuramente i Sas seguiranno questo processo. Sui Dvd theatrical e i relativi diritti devo precisare che Medusa si è mossa in questo modo, stampando dei Dvd da proiettare dopo quattro mesi dall uscita e da ritirare esclusivamente presso la sede Medusa a Cologno Monzese. Possibilità di accorciare questa finestra non ci sono. Alcune piccole case di distribuzione, ad esempio Cinecittà Luce, concedono le liberatorie per le proiezioni Dvd in sala ma i costi sono alti, il doppio della pellicola. Liberatorie di altre piccole case vanno chieste di volta in volta. È necessario ogni volta sondare il terreno perché le distribuzioni si muovono ognuna alla sua maniera. So che Sermide è riuscita addirittura a farsi dare liberatoria per un prodotto Rai tempo fa. Salvatore Indino Direttore Sala della Comunità Cristallo di Cesano Boscone (MI) Io sono dovuto rimanere con Microcinema perché era l unico che mi dava la possibilità di mettere il 2K, cioè il DCI. Alcune volte ci sono delle carenze, non è ancora possibile proiettare in 2K tutta la produzione europea. Speriamo che in futuro il prodotto europeo venga digitalizzato. Matteo Pacchioni Direttore della sala della comunità Capitol di Sermide (BG) Il discorso dvd theatrical è stato per noi una parentesi, perché è stato utilizzato in un occasione particolare per un evento con l amministrazione comunale. C era la necessità di recuperare un contenuto di cui era introvabile la sorgente, un contenuto del con soli diritti televisivi Rai. Il film era Il cuore nel pozzo, un film sulle foibe. Muovendoci direttamente con l amministrazione e la Rai, anche con l aiuto dell assessore comunale, siamo riusciti ad avere questa autorizzazione e a proiettarlo. Andrea Rescigno C era stata una domanda prima sul minimo garantito. Dal punto di vista tecnico il costo di realizzazione di un DCP è infinitesimale rispetto alla stampa dei positivi in pellicola perché è un lavoro che si fa una volta sola, poi per il resto sono copie di hard disk o trasmissione via satellite. Una volta creato il DCP si possono fare un numero infinito di copie. Quindi dal punto di vista tecnico non c è nessun motivo per cui si debba chiedere un minimo. Tra l altro gli hard disk si riutilizzano, non sono come le copie 35 millimetri che in realtà non si riciclano. Il fatto 3

4 che venga richiesto il minimo garantito è solo una decisione puramente commerciale. Pierluigi Mayer Sas di Bergamo Per quanto riguarda i contributi regionali, l uscita del bando era prevista lo scorso novembre, poi è slittata. L ultimo bando del 2009 a cui il Conca Verde ha partecipato per il digitale e per lo schermo, è una graduatoria caratterizzata da una lunga serie di parametri, e da un modello molto difficile da compilare. In linea generale se verrà mantenuto lo schema precedente, su 100 mila euro di spesa il 30%, resta a carico della sala. Del restante 70%, il 25% a fondo perduto, il 75% con un mutuo a 10 anni (0,50% annuo più una garanzia fideiussoria a cui vi prego di fare attenzione, perché a volte è più onerosa del mutuo che richiede la Finlombarda). Don Davide Milani Responsabile Ufficio Comunicazioni Sociali dell Arcidiocesi di Milano Delegato Acec per la Lombardia Grazie, molto chiaro. Mentre chiamo don Gianluca Bernardini che ci presenta un iniziativa editoriale dell Acec, ci sono altre domande rimaste sul tavolo che non hanno immediata risposta. Penso ad esempio alla questione dei posti delle proiezioni gratuite o del perché non si stampano più copie, o dei minimi garantiti. Ecco a queste domande c è una risposta, la risposta è le sale che stanno insieme, che si muovono insieme, le sale della comunità che insieme all Acec, insieme ai Sas, si muovono insieme e fanno valere il loro potere contrattuale, cercano di farlo valere e le volte in cui questo è avvenuto, almeno a livello lombardo, ad esempio sui minimi garantiti, la storia ci insegna che le sale insieme hanno vinto. Don Gianluca Bernardini Pastorale delle Sale della Comunità, Ufficio Comunicazioni Sociali dell Arcidiocesi di Milano Avete nella vostra cartelletta la presentazione della rivista. Credo che tutti voi abbiate ricevuto il primo numero. La rivista è nata per rispondere a due finalità. La prima sicuramente a quella di essere a diretto contatto con le nostre sale, quindi parlare di quello che avviene nelle sale, delle nostre realtà e della loro polifunzionalità, quindi non soltanto cinema e teatro ma anche eventi culturali. E la seconda finalità è quella di non dimenticare la finalità pastorale. Sulla rivista troverete infatti una scheda per la formazione degli operatori della comunicazione, dei volontari che operano nelle nostre sale. Credo inoltre che tutti voi abbiate visto che il sito dell Acec è stato rinnovato all indirizzo Questo sito e la rivista sono strettamente collegati. Troverete per esempio per le schede formative degli operatori un Power Point legato proprio al numero della rivista corrispondente. Sono sei numeri all anno, è possibile abbonarsi a 10 euro per i sei numeri (se si superano le 20 copie per sala c è un 20% di sconto). Dal sito è possibile scaricare la scheda, per abbonarsi. Un avviso ancora: abbiamo intenzione di mettere in copertina le foto delle nostre sale, quindi mandate fotografie. Don Davide Milani Può darsi che l ascolto delle esperienze, l ascolto di chi ci ha aiutato a riflettere, di chi ci ha portato la teoria, il vocabolario sul digitale ci abbia un po spaventato. Ci fa vedere questa sfida un po come ardua, lontana da noi. Può darsi che alcuni siano scoraggiati, ma non deve essere questo l atteggiamento. Andiamo a casa questo pomeriggio con le testimonianze di chi ce l ha fatta, di chi ha superato tante difficoltà. C è un dato positivo che emerge oggi: che l associazione c è, che l Acec c è ad accompagnare le sale, che è una rete pronta ad essere 4

5 intercettata e non tanto l Acec in quanto tale ma l Acec fatta da sale che portano la loro esperienza, la loro competenza. Sicuramente emerge una nota di metodo, mettiamoci insieme, lavoriamo insieme, scambiamoci le esperienze. Avete visto come l esperienza sta da questa parte del tavolo ma sta anche dall altra. Grazie per essere venuti, grazie al Conca Verde che ci ha ospitato, grazie a tutte le persone che hanno lavorato, ad Angelo Chirico dietro le quinte e grazie anche a chi ha preparato il pranzo che ci viene ora offerto. Buon appetito e buon lavoro, e un saluto a tutte le vostre comunità e alle vostre sale. Grazie ai nostri relatori. 5