La metodologia V.I.S.P.O. nel quadro degli Orientamenti Comunitari
|
|
- Giuditta Castellano
- 6 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Il Mainstreaming di genere nelle Politiche di Governo Locale Rovigo 16 settembre 2005 La metodologia V.I.S.P.O. nel quadro degli Orientamenti Comunitari Giovanna Indiretto - Isfol Perché mainstreaming di genere?! Riconoscimento che le donne e gli uomini non dispongono delle medesime risorse e non hanno le stesse necessità! Riconoscimento che le strutture, i sistemi, le politiche non sono neutre rispetto al genere, ma assumono l esperienza maschile a modello generale
2 Perché valutazione! Strumento di analisi ed indirizzo delle attività di riferimento! Occasione per apprendere, adattare e meglio indirizzare obiettivi, attività, comportamenti, strumenti e risultati I Fondi Strutturali come occasione Individuazione dell oggetto Un intervento o un complesso di interventi Finalità Un giudizio sull oggetto (gli/l intervento, gli autori: decisori o attuatori, i destinatari o beneficiari) Le procedure Le modalità attraverso cui si sviluppa all interno il processo secondo logiche condivise
3 Mainstreaming di genere e valutazione Coniugare il tema della valutazione con la politica di pari opportunità con l obiettivo di Qualificare e quantificare la parità di genere nella valutazione dei programmi cofinanziati Valutare in un contesto di mainstreaming " Approccio olistico alla valutazione # Ex ante, interim, ex post " Parte integrante del processo valutativo # Non solo valutazioni tematiche " Su tutte le politiche/interventi " Doppio mandato: efficacia del processo e effetti/impatti
4 Valutare in un contesto di mainstreaming Blocchi d azione per costruire una policy Decisione Implementazione Valutazione Valutare in un contesto di mainstreaming Il ciclo del programma Obiettivi generali Bisogni Questioni Problemi Impatti attesi Obiettivi specifici Risultati attesi Obiettivi operativi Realizzazioni attese Risorse Sistema di implementazione
5 Integrazione del mainstreaming di genere nel ciclo del programma Sistemi di gestione Selezione e attuazione degli interventi Diagnosi e strategie Degli interventi Mainstreaming di genere Sistemi di monitoraggio e rilevazione Integrazione del mainstreaming nelle policies Effetti degli Interventi (realizzazioni, risultati, Impatti) Il quadro di riferimento V.I.S.P.O. Obiettivi globali Obiettivi specifici Esempi di azioni Miglioramento delle pari opportunità E della Partecipazione Di uomini e Donne ad uno Sviluppo equilibrato Miglioramento delle condizioni di vita al fine di rispondere meglio ai bisogni delle donne Miglioramento dell accessibilità delle donne al mercato del lavoro e della formazione Promozione della partecipazione delle donne alla creazione di attività socioeconomiche Miglioramento della situazione lavorativa delle donne sul posto di lavoro e redistribuzione del lavoro di cura Adeguamento del sistema di welfare territoriale, infrastrutturazione civile e culturale adeguata ai bisogni delle persone, piani degli Orari e dei tempi delle città Occupabilità femminile, Adeguamento dell offerta di Impiego, riconoscimento del Sistema delle competenze, ecc. Riduzione dei divari nei percorsi professisonali e di carriera, Nelle retribuzioni Del lavoro di cura Favorire la creazione di Imprese e lavoro autonomo e di reti Creare una rete di infrastrutture civili e culturali Adeguate ai bisogni delle persone Favorire la ricerca, l innovazione e il trasferimento di conoscenze applicate ai servizi di prossimità (a famiglie, persone e comunità) e all ampliamento e miglioramento delle strutture sociali e civili Favorire l integrazione fra istruzione, formazione e ricerca con le necessità del mercato del lavoro E i bisogni di vita di donne e uomini Incentivare i settori produttivi ad alta Concentrazione di presenza femminile (ad es. Servizi, segmenti del manifatturiero, agricolo, Settori innovativi ad alta base conoscitiva, Turismo, beni culturali ed ambientali) Operazioni tese a definire e formare nuove Figure professisonali
6 Il percorso intrapreso: L azione di sistema V.I.S.P.O. 1^Fase ( ) # Rivisitare dell analisi di contesto finalizzata ad una lettura del proprio territorio pertinente in chiave di genere # Individuare e definire criteri di pari opportunità per la selezione dei progetti, validi per le diverse tipologie d azione finanziabili, che consentano di attribuire una preferenza e di individuare quelle maggiormente rappresentative # Individuare indicatori di realizzazione e di risultato che consentano una valutazione in itinere mirata in termini di pari opportunità L azione di sistema V.I.S.P.O. Finalità Individuare elementi che arricchiscono, in chiavi di pari opportunità (V.I.S.P.O.), la valutazione delle realizzazioni e dei risultati riferiti agli interventi previsti nella programmazione
7 ANALISI di CONTESTO Le variabili Demografiche Economiche Demografiche Sociali Culturali Ambiti di analisi Sistema persona Sistema territorio Sistema famiglia INTEGRAZIONI PARI OPPORTUNITA nella REDAZIONE dei BANDI Quantitativa n donne coinvolte nella progettazione n donne destinatarie n organismi/istituz. di parità coinvolti Qualitativa coinvolgimento di donne con ruolo ruolo di linguaggio non neutro promozione di azioni legate a VISPO
8 LA SELEZIONE dei Progetti " Rispondenza alle prescrizioni del Bando " Significatività rispetto al genere " Coerenza rispetto a VISPO " Neutralità/Non neutralità: Neutri Aperti alla prospettiva di genere Impostati sulla differenza " Premi/Gender tax/revisione x Migliorare INDIRIZZI di MAINSTREAMING per la VALUTAZIONE in itinere Il metodo di lavoro intrapreso " Riclassificazione delle azioni previste " Individuazione di azioni tipo " Individuazione per ogni azione tipo di indicatori e di informazioni qualificanti in termini di p.o.
9 Sono stati resi accessibili strumenti di incentivazione e sostegno alla creazione di impresa? In connessione con la promozione dell imprenditorialità femminile sono stati previsti interventi di conciliazione? Sono migliorati i servizi finanziari? Si è favorito un riorientamento dei servizi di supporto alle PMI? Sono stati incentivati network e supportati quelli già esistenti? Sono state supportate le attività imprenditoriali femminili nei settori innovativi ad elevata base conoscitiva? Incrementare l occupabilità femminile E stata incrementata l occupazione femminile? E stato promosso un approccio di genere nell insieme dei soggetti istituzionali e del parttenariato economico e sociale? E migliorata la partecipazione delle donne nei settori in crescita? E migliorata la flessibilità in termini di localizzazione? Sono state costruite azioni di supporto al lavoro di cura per incrementare l occupazione? Contrastare la segregazione orizzontale e verticale nel MdL E stata favorita la partecipazione delle donne a settori tradizionalmente maschili? Si è promossa la partecipazione delle donne nei settori della ricerca e sviluppo, tecnologia ed innovazione? E stata promossa la partecipazione di uomini nei settori dei servizi?
10 Sono state ridotte le disparità tra uomini e donne nei tassi di partecipazione alle attività di formazione continua e lungo tutto l arco della vita? Sono stati favoriti interventi volti allo sviluppo delle carriere per le donne? E la loro partecipazione a posizione di vertice nelle organizzazioni del partenariato economico e sociale? Sono state sensibilizzate le parti sociali al fine di eliminare i divari retributivi? Sono state incrementate le dotazioni di strutture di servizio e di supporto alla cura? Sono stati adottati da aziende orari, tempi e organizzazione del lavoro family friendly? Sono stati resi accessibili strumenti di incentivazione e sostegno alla creazione di impresa? In connessione con la promozione dell imprenditorialità femminile sono stati previsti interventi di conciliazione? Sono migliorati i servizi finanziari? Si è favorito un riorientamento dei servizi di supporto alle PMI? Sono stati incentivati network e supportati quelli già esistenti? Sono state supportate le attività imprenditoriali femminili nei settori innovativi ad elevata base conoscitiva?
11 L Azione di sistema VISPO Obiettivo Individuare e definire un modello per la valutazione d impatto delle politiche in chiave di genere La VALUTAZIONE d IMPATTO 2^ FASE ( ) Integrazione della dimensione di genere all interno delle polices attraverso chiavi di lettura nuove, tra cui:! Lo sviluppo di sinergie tra le politiche attive del lavoro e quelle dello sviluppo regionale. La dimensione della conciliazione tra integrazione di politiche e problemi di valutazione! L analisi di genere dei bilanci pubblici! L analisi degli esiti occupazionali! L analisi del processo di implementazione delle politiche di genere
12 Lo sviluppo di sinergie tra le politiche attive del lavoro e quelle dello sviluppo regionale. La dimensione della conciliazione tra integrazione di politiche e problemi di valutazione Conciliazione: una dimensione complessa trovare un equilibrio al meglio tra diversi ambiti, di vita e di lavoro, pubblici e privati; pertanto è un problema che riguarda sia le donne che gli uomini
13 Integrazione di politiche per la conciliazione Lavoro Sociale Attori Fiscale Territorio Asilo nido Scuole materne Ludoteche Erogazione flessibile servizi di cura Part time Rimodulazione flessibile orario di lavoro Telelavoro Congedi parentali Erogazione flessibile dei servizi di cura Ludoteche Tempi e orari delle città Part time Rimodulazione flessibile orario di lavoro Telelavoro Congedi parentali Erogazione flessibile dei servizi di cura Strutture di svago socializzazione, assistenza Part time Rimodulazione flessibile dell orario di lavoro Telelavoro Congedi familiari Minori da 6 a 15 anni Minori da 0 a 5 anni Anziani in famiglia Persone non autosufficienti autosufficienti Donne occupate ed in cerca di occupazione Tempo libero Bisogni formativi Part-time Erogazione flessibile dei servizi di cura Redistribuzione dei lavori di cura Flessibilità dell orario di lavoro Telelavoro Congedi formativi TRASPORTI
14 Set minimo di indicatori Vengono proposti n.9 indicatori comuni n. 6 indicatori meglio utilizzabili a livello locale L analisi di genere dei bilanci pubblici Obiettivo Elaborare ipotesi e modelli di gender budgeting per le politiche pubbliche rivolte alla formazione e al lavoro Ambiti di sperimetazione: Genova, Modena, Siena
15 L analisi di genere dei bilanci pubblici 1. analisi della popolazione maschile e femminile che interessa diversi ambiti, finalizzata ad evidenziare i gender gap formazione Utilizzo dei servizi Utilizzo del tempo mobilità Lavoro, compreso quello non pagato 2. Analisi di come le politiche di spesa rafforzino o indeboliscano il gender gap evidenziati 3.Analisi della programmazione finanziaria e delle decisioni di spesa delle Amministrazioni provinciali 4.Analisi dell impatto e delle ricadute, anche in termini di costi sostenuti, delle politiche intraprese sui due generi 5.Individuazione di una batteria minima di indicatori di efficacia della spesa 6.Riclassificazione gender sensitive dei capitoli e delle voci di bilancio legati alla formazione e al lavoro L analisi di genere dei bilanci pubblici Raggruppamento delle variabili specifiche in 5 famiglie di variabili 1. Variabili di base provincia, sesso, età, stato civile, cittadinanza, titolo di studio 2. Variabili riferite al mdl livelli professionali posseduti, professione, tipologia di contratto. 3. Variabili riferite al c.d. capitale umano che descrivono indirizzi formativi e istruzione posseduti 4. Variabili riferite al reddito utili a disegnare il livello di ricchezza su cui intervengono le politiche 5. Variabili demografiche e di conciliazione volte alla ricostruzione dei carichi familiari e la rete di servizi formali ed informali
16 Esiti dell applicazione della politica di mainstreaming Obiettivo Costruire un modello metodologico dell analisi degli esiti che derivano dalle tre tipologie di azioni, il quale metta in evidenza le implicazioni e gli elementi che li qualificano come effetti dell applicazione della politica di pari opportunità e del mainstreaming di genere Esiti dell applicazione della politica di mainstreaming Individuare gli esiti che derivano dall attuazione delle tre tipologie di azioni quali strumenti delle politiche espresse Identificare le implicazioni di pari opportunità e di mainstreaming di genere negli esiti individuati Definire metodologie e strumentazione operativa degli esiti diretti ed indiretti delle azioni capaci di integrare l approccio quantitativo ad un approccio qualitativo Avviare delle sperimentazioni coi territori al fine di validare l impianto proposto.
17 Processi di implementazione delle politiche di pari opportunità Obiettivo Proporre il manistreaming di genere come elemento costitutivo e non aggiuntivo delle politiche al fine di creare un sistema gender friendly che dia prestigio r visibilità alle politiche di pari opportunità Processi di implementazione delle politiche di pari opportunità 1. Analisi dei poteri, delle funzioni, delle competenze dei vari organismi e delle figure di pari opportunità 2. Analisi degli assetti organizzativi delle pubbliche amministrazioni locali 3. Sensibilizzazione e animazione sui territori 4. Analisi di poteri, funzioni e compiti alla luce della sensibilizzazione realizzata.
18 Obiettivo strategico Far diventare la valutazione in chiave di genere delle politiche patrimonio culturale nel processo di policy making tra attori interni ed esterni alle istituzioni
AIUTI AGLI INVESTIMENTI IN RICERCA E SVILUPPO PER LE PMI DELLA BASILICATA
AIUTI AGLI INVESTIMENTI IN RICERCA E SVILUPPO PER LE PMI DELLA BASILICATA Finalità L obiettivo del presente Avviso è sostenere programmi di ricerca afferenti alle seguenti tipologie di progetto: ricerca
DettagliPOLITICHE ED ESPERIENZE ITALIANE DI CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY
POLITICHE ED ESPERIENZE ITALIANE DI CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY Gli obiettivi della ricerca fornire uno scenario delle Policy in materia di Corporate Social Responsibility, a partire dall analisi
DettagliFondi di sostegno ai genitori
Bari 7 maggio 2015 Fondi di sostegno ai genitori Francesca Zampano Servizio Politiche di Benessere sociale e pari opportunità Regione Puglia Programma Introduce e coordina i lavori Serenella Molendini,
DettagliGreen Economy e occupazione: esperienze sul territorio senese
Crescita dell'occupazione in un'economia sostenibile. Ruolo delle PA Green Economy e occupazione: esperienze sul territorio senese Miriana BUCALOSSI Provincia di Siena SETTORE Formazione, Lavoro, Sviluppo
DettagliPolitiche sanitarie e medicina di genere in Regione Lombardia
LA MEDICINA DI GENERE: QUALI SCENARI EVOLUTIVI? Politiche sanitarie e medicina di genere in Regione Lombardia Monza 29 novembre 2014 Maria Antonietta Banchero LA SALUTE «Uno stato di completo benessere
DettagliPERCORSO DI TECNICO DEI SERVIZI DI ANIMAZIONE TURISTICO SPORTIVA IeFP - ISIS MAMOLI BERGAMO
PERCORSO DI TECNICO DEI SERVIZI DI ANIMAZIONE TURISTICO SPORTIVA IeFP - ISIS MAMOLI BERGAMO AMBITO COMPETENZE DI BASE N. Abilità del triennio 1A Comprendere testi di diversa tipologia e complessità N.1
DettagliL analisi preliminare
1 5 2 L analisi preliminare 4 3 1 Unità Didattiche 1, 2 Alla fine del modulo sarai in grado di Elaborare un documento di analisi preliminare del piano formativo OBIETTIVI DIDATTICI Descrivere le variabili
Dettaglietica, economia e lavoro
etica, economia e lavoro Marina Brollo Prof. ordinario di diritto del lavoro Dipartimento di Scienze Giuridiche A.A. 2007-2008 ambiti di azione Valorizzazione del capitale umano Gestione delle risorse
DettagliMANUALE DELLA QUALITA' Rif. norma UNI EN ISO 9004:2009 TAVOLO DI BENCHMARKING
MANUALE DELLA QUALITA' Rif. norma UNI EN ISO 9004:2009 TAVOLO DI BENCHMARKING ISTITUTO COMPRENSIVO Emanuele Falcetti Apice (Benevento) a. s. 2009/2010 MANUALE DELLA QUALITA' Rif. norma UNI EN ISO 9004:2009
DettagliL ORGANIZZAZIONE ZONALE DI ASSOLOMBARDA per una presenza capillare sui 189 Comuni. 26 comuni 482 imprese 26.115 dipendenti
LA COLLABORAZIONE TRA ISTITUZIONI E IMPRESE PER LA SICUREZZA URBANA DELLE AREE PRODUTTIVE DEL SUD MILANO Paolo Maria Montalbetti Presidente di zona Sud Assolombarda 23 marzo 2007 L ORGANIZZAZIONE ZONALE
DettagliIl Piano Strategico di Sviluppo del Turismo in Italia
Il Piano Strategico di Sviluppo del Turismo in Italia Primi Orientamenti Comitato permanente di promozione del turismo in Italia Riunione del 13 gennaio 2016, Roma Il Piano Strategico di Sviluppo del Turismo
Dettagli1 - CODICE PROGETTO 1.1.3 - FORMAZIONE OPERATORI SERVIZI IMMIGRAZIONE 2 - TIPOLOGIA DI INTERVENTO/AREA FUNZIONALE DEL PPL
1 - CODICE PROGETTO 1.1.3 - FORMAZIONE OPERATORI SERVIZI IMMIGRAZIONE 2 - TIPOLOGIA DI INTERVENTO/AREA FUNZIONALE DEL PPL Il progetto è riconducibile a quella che il Piano Provinciale del Lavoro definisce
DettagliSCHEDA PROGETTO. 1.1 Denominazione progetto Indicare denominazione del progetto. 1.2 Responsabile del progetto Indicare il responsabile del progetto.
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE G.CIMA di Scuola Materna, Elementare e Media Via Raimondo Scintu Tel.070/986015 Fax 070/9837226 09040 GUASILA (Cagliari) SCHEDA PROGETTO 1.1 Denominazione progetto Indicare
DettagliLA PARTECIPAZIONE DEGLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E/O DISABILITÀ ALL ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE SINTESI DELLA POLITICA
LA PARTECIPAZIONE DEGLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E/O DISABILITÀ ALL ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE SINTESI DELLA POLITICA Contesto della politica Dati internazionali mostrano che le
DettagliInterventi integrati a supporto delle imprese venete Alte professionalità Politiche attive per il contrasto alla crisi
Interventi integrati a supporto delle imprese venete Alte professionalità Politiche attive per il contrasto alla crisi Linea 3 - II Fase anno 2010 Cos è il Fondo Sociale Europeo Il Fondo Sociale Europeo
DettagliConsiderazioni di carattere ambientale e appalti pubblici nel diritto interno: TUTELA AMBIENTALE A LIVELLO NAZIONALE
TUTELA AMBIENTALE A LIVELLO NAZIONALE L. n. 296/2006: art. 1, comma 1126: l attuazione e il monitoraggio di un Piano d azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione.
DettagliLa pianificazione delle politiche e della progettazione europea
La pianificazione delle politiche e della progettazione europea Il contesto organizzativo Modello basato su: un ufficio di coordinamento centrale della Direzione Pianificazione e Sviluppo Organizzativo
Dettaglile Famiglie Protagoniste 2010-2011
Progetto Sperimentale le Famiglie Protagoniste 2010-2011 Obiettivi, azioni, processi, esiti. L autovalutazione del Servizio Politiche per la Famiglia A cura di M. Vanin e F. Vingiani Venezia, 28 gennaio
DettagliACCORDO QUADRO DI SVILUPPO TERRITORIALE PER LA PROMOZIONE DI POLITICHE DI PARITA
ACCORDO QUADRO DI SVILUPPO TERRITORIALE PER LA PROMOZIONE DI POLITICHE DI PARITA TRA LA CONSIGLIERA DI PARITA DELLA PROVINCIA DI CREMONA LA PROVINCIA DI CREMONA IL COMUNE DI CREMONA E GLI ENTI PUBBLICI
DettagliPROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DI SPERIMENTAZIONI PER L APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE
PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DI SPERIMENTAZIONI PER L APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE NEI SETTORI DEL TERZIARIO, DELLA DISTRIBUZIONE E DEI SERVIZI (in applicazione della DGR 19432 del 19.11.04)
DettagliBando per la presentazione di candidature per. Progetti Semplici
I. Contenuti Bando per la presentazione di candidature per Progetti Semplici Il Programma europeo di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Marittimo 2007-2013 approvato con decisione della Commissione,
DettagliCOMUNE DI MONTECORICE
Questionario n. 1 Imprese e professionisti 1 COMUNE DI MONTECORICE PIANO URBANISTICO COMUNALE CONSULTAZIONI PER LA DEFINIZIONE CONDIVISA DEGLI OBIETTIVI E DELLE SCELTE STRATEGICHE DELLA PIANIFICAZIONE
DettagliProgetto per l attuazione del PNSD nel PTOF 2016-2019
Premessa Progetto per l attuazione del PNSD nel PTOF 2016-2019 Il Piano nazionale scuola Digitale (PNSD) (D.M. n.851 del 27/10/2015) si pone nell ottica di scuola non più unicamente trasmissiva e di scuola
DettagliAlbano Laziale, 6 maggio 2015
Il progetto Open Data e l'agenda Digitale Regionale Luisa Romano Programmazione strategica, armonizzazione delle basi dati e agenda digitale Regione Lazio Albano Laziale, 6 maggio 2015 L Agenda Digitale
DettagliPROGETTO PILOTA A VIVA VOCE. Storie di infortunati sul LAVORO. Sensibilizzare per Prevenire
PROGETTO PILOTA A VIVA VOCE Storie di infortunati sul LAVORO Sensibilizzare per Prevenire 1 Titolo del Progetto: A VIVA VOCE storie di infortunati sul Lavoro Soggetto Proponente: SiscuVE Gruppo didattica
DettagliFare impresa nel turismo. a cura di Prof. Matteo Caroli mcaroli@luiss.it
Fare impresa nel turismo a cura di Prof. Matteo Caroli mcaroli@luiss.it Il tavolo ha l obiettivo di identificare le strategie e gli strumenti per accrescere la competitività, qualità e produttività del
DettagliInfoday Programma Spazio Alpino 2014-2020
Infoday Programma Spazio Alpino 2014-2020 Il Programma e le sue Priorità Milano 04 marzo 2016 Leonardo La Rocca Italian National Contact Point This programme is co- financed by the European Regional Development
DettagliPiano generale 2007-2013 PON GAS FSE 2007-2013
Dipartimento per le Pari Opportunità Piano generale 2007-2013 PON GAS FSE 2007-2013 ASSE D PARI OPPORTUNITA E NON DISCRIMINAZIONE Obiettivo specifico 4.1 Proseguire ed ampliare i processi di sostegno all
DettagliREGIONE PUGLIA. Area Politiche per l Ambiente, le Reti e la Qualità Urbana SERVIZIO ATTIVITA ESTRATTIVE PROGETTO ESECUTIVO
REGIONE PUGLIA Area Politiche per l Ambiente, le Reti e la Qualità Urbana SERVIZIO ATTIVITA ESTRATTIVE PROGETTO ESECUTIVO IMPLEMENTAZIONE DEL MARCHIO REGIONALE E ASSISTENZA TECNICA ALLO SPORTELLO UNICO
DettagliEconomia e Organizzazione aziendale. L analisi funzionale delle attività interne all impresa. Funzioni gestionali
Economia e Organizzazione aziendale L analisi funzionale delle attività interne all impresa Funzioni gestionali 1 Attività in gruppi omogenei DIREZIONALI: attuate dai componenti della direzione dell impresa.
DettagliLE POLITICHE SUL BENESSERE FAMILIARE LP 1/2011 del 2/3/2011
LE POLITICHE SUL BENESSERE FAMILIARE LP 1/2011 del 2/3/2011 SISTEMA INTEGRATO DI POLITICHE STRUTTURALI PER IL BENESSERE FAMILIARE E LA NATALITÀVALORIZZANDO IL PROPRIO CAPITALE TERRITORIALE VULNERABILITÀ
DettagliPIANO DELLA PERFORMANCE [2013/2015]
MACRO AREA PROGRAMMA/OBIETTIVO STRATEGICO SETTORE 1 Politiche sociali e della famiglia P01 P02 P03 Sviluppo di un sistema integrato (con A.S.P.) dei Servizi Socio Sanitari. Interventi a sostegno della
DettagliDELIBERAZIONE N. DEL FORM., RICE. E INNOV., SCUOLA UNIVER., DIR. STUDIO FORMAZIONE, RICERCA, SCUOLA, UNIVERSITA
REGIONE LAZIO DELIBERAZIONE N. DEL 383 12/11/2013 GIUNTA REGIONALE PROPOSTA N. 17884 DEL 12/11/2013 STRUTTURA PROPONENTE Direzione Regionale: Area: FORM., RICE. E INNOV., SCUOLA UNIVER., DIR. STUDIO Prot.
DettagliCOMUNE DI TAVULLIA (Provincia di Pesaro e Urbino) PIANO AZIONI POSITIVE 2012-2014
COMUNE DI TAVULLIA (Provincia di Pesaro e Urbino) PIANO AZIONI POSITIVE 2012-2014 APPROVATO CON DELIBERA G.C. N. 8 del 24.01.2012 Premesso che: - Ai sensi dell'art. 48 del D.Lgs. 11.04.2006 n. 198 e s.m.i.
DettagliUna Rete di solidarietà Alzheimer. a sostegno del paziente con Alzheimer e della sua Famiglia nelle Gestione di Cura OBIETTIVO GENERALE
Una Rete di solidarietà Alzheimer a sostegno del paziente con Alzheimer e della sua Famiglia nelle Gestione di Cura OBIETTIVO GENERALE Attivazione di UNA RETE DI SOLIDARIETA ALZHEIMER per il miglioramento
DettagliPATRIZIA SPINA. Data di nascita: 26 maggio 1970 Luogo di nascita: Novara. Dati personali. Esperienze professionali
Ufficio: COMUNE DI NOVARA Assessorato alle Politiche Sociali Corso Cavallotti, 23 28100 NOVARA Tel. 0321-3703582 e-mail: spina.patrizia@comune.no vara.it PATRIZIA SPINA Dati personali Data di nascita:
DettagliMISURA 111. Azioni nel campo della formazione professionale e dell informazione
1. Titolo della misura MISURA 111 Azioni nel campo della formazione professionale e dell informazione 2. Articoli di riferimento Titolo IV, Capo I, sezione 1, Articolo 20 lettera a) punto i e sottosezione
DettagliLe aziende e la gestione delle risorse senior: AGeMap50+ e AGeMap50+ HealthCare
Convegno: LAVORO E FORMAZIONE PER TUTTE LE ETA Le aziende e la gestione delle risorse senior: AGeMap50+ e AGeMap50+ HealthCare Brescia, 11 maggio 2016 Benessere Organizzativo: di cosa si tratta? Definito
DettagliMANUALE DEL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE E DELL ENERGIA RUOLO DELLA DIREZIONE
RUOLO DELLA DIREZIONE 1 RUOLO DELLA DIREZIONE INDICE: 2 > 3 4 > 8 LEADERSHIP E COMMITMENT POLITICA DELLA SALUTE E SICUREZZA, AMBIENTALE ED ENERGETICA (EHS&En) 2 RUOLO DELLA DIREZIONE LEADERSHIP E COMMITMENT
DettagliFORMATO EUROPEO PER IL CURRICULUM VITAE
FORMATO EUROPEO PER IL CURRICULUM VITAE INFORMAZIONI PERSONALI Nome Codice fiscale De Socio Fulvio DSCFLV73P26A509E ESPERIENZA LAVORATIVA Famiglia professionale Profilo professionale 11/2009 - in corso
DettagliLeadership e Meritocrazia nelle Aziende Italiane 2016
Leadership e Meritocrazia nelle Aziende Italiane 2016 Studio condotto da Great Place to Work, il Forum della Meritocrazia e l Associazione Italiana per la Direzione del Personale Leadership e competitività
DettagliTorino, 18/10/2014 Avvio attività operative di SCM Academy
SCM Academy Avvio attività operative Torino, 18/10/2014 Domenico Netti Torino, 18/10/2014 Avvio attività operative di SCM Academy 1 Costituzione di SCM Academy I Prinicipii e gli obiettivi (1/4) E' stata
DettagliLE POLITICHE EUROPEE PER L ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE. Valentina Curzi Roma 5 novembre 2015 Seminario per gli operatori dei CPI
LE POLITICHE EUROPEE PER L ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE Valentina Curzi Roma 5 novembre 2015 Seminario per gli operatori dei CPI CONTESTO GIURIDICO Trattato FUE (artt. 165 e 166) principio di
DettagliCRITERI PER LA VALORIZZAZIONE DEL MERITO DEI DOCENTI
Allegato Verb 2 del 5/5/2016 CRITERI PER LA VALORIZZAZIONE DEL MERITO DEI DOCENTI PREREQUISITI - contratto a tempo indeterminato; - assenza di azioni disciplinari con sanzioni erogate nel corso dell a.s.
DettagliGESTIONE DELLE ATTIVITA DI EDUCAZIONE AMBIENTALE
GESTIONE DELLE ATTIVITA DI EDUCAZIONE AMBIENTALE Indice 1. SCOPO 2. CAMPO DI APPLICAZIONE 3. RIFERIMENTI 4. RESPONSABILITA' 5. PROCEDURA 5.1 Individuazione dei problemi ambientali 5.2 Predisposizione Piano
DettagliIl Progetto CCM SOCIAL NET SKILLS Il contributo della Regione Lazio
Il Progetto CCM SOCIAL NET SKILLS Il contributo della Regione Lazio Dott.ssa Amalia Vitagliano Dirigente Area SanitàPubblica, Promozione della Salute, Sicurezza Alimentare e Screening Regione Lazio, 23
DettagliProvincia della Spezia
Regolamento Consulta provinciale delle elette Il Consiglio Comunale adotta la deliberazione n. 40 del 13.05.2004 ad oggetto: Presa d atto dell istituzione delle Elette della Provincia di La Spezia esecutiva
DettagliProgetto BES. Sulla qualità della vita. Giornata della trasparenza 2015. Lia Coniglio. Brescia, 27 Ottobre 2015
Progetto BES Sulla qualità della vita Giornata della trasparenza 2015 Lia Coniglio Brescia, 27 Ottobre 2015 Indice 1. Premessa 2. Oltre il PIL 3. BES e i suoi domini 4. La qualità dei servizi 5. Utilizzo
DettagliMetodologia per la programmazione, il monitoraggio e la valutazione della formazione nelle PPAA
Metodologia per la programmazione, il monitoraggio e la valutazione della formazione nelle PPAA Prof. Guido CAPALDO Roma, 21 maggio 2013 Sala Polifunzionale PCM Come è stata costruita la metodologia Messa
DettagliImplementazione e ottimizzazione dei processi e dell assetto organizzativo
Divisione Organizzazione Aziendale L insieme di uomini, mezzi e tecnologie, dev essere orchestrato in logiche di efficienza L ottimizzazione dei processi aziendali responsabilità, procedure di governo
DettagliSociologia del Lavoro
Corsi di Laurea L-16 L-40 Sociologia del Lavoro L8 Il Mercato del lavoro italiano 4 aprile 2016 Matteo Villa matteo.villa@unipi.it Università di Pisa Dipartimento di Scienze Politiche Research LAB - LaRISS
DettagliALTERNANZA SCUOLA LAVORO IN AUTOGRILL. Allegato a) 1. TITOLO DEL PROGETTO 2. DATI DELL ISTITUTO CHE PRESENTA IL PROGETTO
Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema
DettagliF ORMATO EUROPEO PER IL CURRICULUM VITAE
F ORMATO EUROPEO PER IL CURRICULUM VITAE INFORMAZIONI PERSONALI Nome Indirizzo MAZZA EMANUELA VIALE PICENO, 60 20129 MILANO Telefono 02/77402450 Fax 02/77404205 E-mail e.mazza@provincia.milano.it Nazionalità
DettagliPrimo Rapporto Randstad sul Mercato del Lavoro in Italia
Primo Rapporto Randstad sul Mercato del Lavoro in Italia Primo Rapporto Randstad sul Mercato del Lavoro in Italia presentato da Randstad Italia in collaborazione con la Scuola di Alta Formazione in Relazioni
DettagliINTRAPRENDERE UN PERCORSO PER DIVENTARE UNA DESTINAZIONE TURISTICA ACCESSIBILE
TRENTINO ACCESSIBILE INTRAPRENDERE UN PERCORSO PER DIVENTARE UNA DESTINAZIONE TURISTICA ACCESSIBILE LINEE GUIDA DELLA POLITICA TURISTICA PROVINCIALE 2 Obiettivo: un turista come ospite e come persona Il
DettagliDELIBERAZIONE N. 5/53 DEL 11.2.2014
Oggetto: Formazione di un gruppo di lavoro interassessoriale per la progettazione e realizzazione di prodotti multimediali e fotografici da utilizzare nei diversi canali istituzionali a supporto dell'attività
DettagliDESCRIZIONE SINTETICA
TECNICO DEL MARKETING TURISTICO DESCRIZIONE SINTETICA Il Tecnico del marketing turistico è in grado di analizzare il mercato turistico, progettare un servizio sulla base della valutazione della domanda
DettagliALLEGATOB alla Dgr n. 827 del 31 maggio 2016 pag. 1/5
giunta regionale 10^ legislatura ALLEGATOB alla Dgr n. 827 del 31 maggio 2016 pag. 1/5 POR, parte FESR, 2014-2020 ASSE 1 RICERCA, SVILUPPO TECNOLOGICO E INNOVAZIONE OBIETTIVO SPECIFICO AUMENTO DELL INCIDENZA
DettagliSARDINIA. LAND OF INNOVATION LA REGIONE SARDEGNA E LE POLITICHE DI SOSTEGNO ALLE IMPRESE INNOVATIVE
SARDINIA. LAND OF INNOVATION LA REGIONE SARDEGNA E LE POLITICHE DI SOSTEGNO ALLE IMPRESE INNOVATIVE Fondo europeo di sviluppo regionale Progettare il futuro STRATEGIA EUROPA 2020 La strategia di crescita
DettagliLINEE GUIDA PER LA GESTIONE DELLA CONTINUITÀ
LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DELLA CONTINUITÀ Uno degli obiettivi principali della nostra Scuola è garantire la gradualità e la personalizzazione del percorso formativo di ogni bambino. La scuola dell infanzia,
DettagliSTATI GENERALI DEL WELFARE LOCALE DI TRADATE
1 STATI GENERALI DEL WELFARE LOCALE DI TRADATE Assessore ai servizi sociali dott. Luigi Luce Responsabile del servizio dott.ssa Mariella Luciani WELFARE LOCALE Riteniamo che il BENESSERE SOCIALE dipenda
DettagliOSSERVATORIO NAZIONALE BILATERALE SUI FONDI PENSIONE
PROTOCOLLO D INTESA TRA ARAN E CGIL CISL UIL CONFSAL CISAL CONFEDIR CIDA COSMED USAE CGU CONFINTESA (con riserva) PER LA COSTITUZIONE DI UN OSSERVATORIO NAZIONALE BILATERALE SUI FONDI PENSIONE mdegiacomo\xsottoscrizione_protocollo
DettagliPOR SARDEGNA FESR 2007-2013 RAPPORTO ANNUALE DI ESECUZIONE AL 31.12.2007. Estratto
REPUBBLICA ITALIANA REGIONE SARDEGNA UNIONE EUROPEA POR SARDEGNA FESR 2007-2013 RAPPORTO ANNUALE DI ESECUZIONE AL 31.12.2007 Estratto Giugno 2008 5. INFORMAZIONE E PUBBLICITA Nel corso del 2007 è stata
DettagliMinistero della Salute
Ministero della Salute PASQ EXCHANGE MECHANISM - Incident reporting and learning systems - Different Experiences Roma 14.4.2014 The Recommendation Monitoring System Quinto Tozzi QT 2014 1 Organo tecnico-scientifico
DettagliSCHEMA DI PROTOCOLLO D INTESA TRA
SCHEMA DI PROTOCOLLO D INTESA TRA LA REGIONE LAZIO, con sede e domicilio legale in Roma, viale Cristoforo Colombo.., C.F.., rappresentata dal Presidente della Regione.. Nato a il E L AGENZIA SPAZIALE EUROPEA
DettagliIl problema delle risorse ed il ruolo della regione.
7 PQ e Salute - ARTI 08.03.07 Il problema delle risorse ed il ruolo della regione. Ambrogio Aquilino, ARES Puglia Il contesto di riferimento Federalismo e politiche regionali Diritto alla salute Ospedale
DettagliFORUM BANCHE E PA 2014. Le priorità dell Agenda Digitale. Rita Camporeale Responsabile Ufficio Sistemi e Servizi di Pagamento
FORUM BANCHE E PA 2014 Le priorità dell Agenda Digitale Rita Camporeale Responsabile Ufficio Sistemi e Servizi di Pagamento Roma, 30 ottobre 2014 L Agenda italiana: il quadro normativo 2014 2013 Legge
DettagliPROTOCOLLO PER LA CONTINUITÀ TRA I DIVERSI ORDINI
PROTOCOLLO PER LA CONTINUITÀ TRA I DIVERSI ORDINI Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo
DettagliSIGNIFICATO E STORIA DELLE PARI OPPORTUNITA : EVOLUZIONE DEGLI ASPETTI NORMATIVI Bologna, 22 gennaio 2016
SIGNIFICATO E STORIA DELLE PARI OPPORTUNITA : EVOLUZIONE DEGLI ASPETTI NORMATIVI Bologna, 22 gennaio 2016 Alexander Calder scultore (1898 1976) FATTORI DI INFLUENZA CONTESTO SOCIALE EUROPA RUOLO DELLA
DettagliPROPOSTA REGOLATIVA DEL DIPARTIMENTO SVILUPPO ECONOMICO - SERVIZIO COMMERCIO E COOPERAZIONE
PROPOSTA REGOLATIVA DEL DIPARTIMENTO SVILUPPO ECONOMICO - SERVIZIO COMMERCIO E COOPERAZIONE REGOLE DI AMMODERNAMENTO DELLA RETE DI DISTRIBUZIONE DEI CARBURANTI Il processo di razionalizzazione e di riqualificazione
DettagliProtocollo d intesa: Osservatorio sulle situazioni di disagio nel territorio del comune di Civitella in val di chiana
ISTITUTO COMPRENSIVO DI CIVITELLA IN VAL DI CHIANA Civitella in val di chiana Protocollo d intesa: Osservatorio sulle situazioni di disagio nel territorio del comune di Civitella in val di chiana CONTRAENTI
DettagliLe Cure Palliative erogate in Rete
Le Cure Palliative erogate in Rete La normativa nazionale e regionale Codigoro - 29 settembre 2012 Mauro Manfredini Focus sulla Rete No Terapia del dolore No Cure Palliative Pediatriche LEGGE n. 39 26
DettagliConferenza dei Servizi di Prevenzione della Regione Piemonte
Conferenza dei Servizi di Prevenzione della Regione Piemonte Villa Gualino, Torino, 9 dicembre 2009 Area della sicurezza: prevenzione incidenti Laura Marinaro Rosa D Ambrosio Piano Regionale della Prevenzione
DettagliProgramma Operativo Nazionale Settore Trasporti Periodo di programmazione 2000-2006
4 PIANO FINANZIARIO 4.1 ORGANIZZAZIONE DELLE FONTI DI FINANZIAMENTO Il Costo Totale del Programma Trasporti per il periodo 2000 2006, sulla base della Decisione C(2001) 2162 del 14.09.01, è pari a 4.280,548
DettagliAREA PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO 14. TECNICO AGRICOLO. Nomenclatura delle Unità Professionali (NUP/ISTAT):
AREA PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO Denominazione della figura 14. TECNICO AGRICOLO Referenziazioni della figura Nomenclatura delle Unità Professionali (NUP/ISTAT): 6. Artigiani, operai specializzati e agricoltori.
DettagliDOCUMENTI PO FORMAZIONE PER SVILUPPO SITO P.I.T. SAPALP
DOCUMENTI PO FORMAZIONE PER SVILUPPO SITO P.I.T. SAPALP Progetto INTERREG - P.O. Formazione partecipata: Saper imparare a vivere sostenibile id. 13773993 Pagina 1 di 5 P.I.T SAPALP - Progetto P.O. Formazione
DettagliLe competenze curriculari di sicurezza nelle scuole: i risultati
La scuola sicura Lo sviluppo delle competenze di sicurezza nei curricula scolastici Le competenze curriculari di sicurezza nelle scuole: i risultati Bruna Baggio Dirigente scolastico - Referente Rete SPS
DettagliPIANO FORMATIVO INDIVIDUALE. PFI relativo all assunzione del/la Sig./ra:
PIANO FORMATIVO INDIVIDUALE PFI relativo all assunzione del/la Sig./ra: 1. Azienda Ragione sociale Sede (indirizzo) CAP (Comune) Partita IVA Codice Fiscale Telefono Fax e-mail Legale rappresentante (nome
DettagliPrevenzione e cura, cura e prevenzione: un servizio con e per gli adolescenti. Dr.ssa Federica Ronchetti
Prevenzione e cura, cura e prevenzione: un servizio con e per gli adolescenti. Dr.ssa Federica Ronchetti Responsabile U.O. Psicologa Adolescenza Dipartimento Salute M entale ASL di Modena Dr. Federica
DettagliRicerca di marketing 2. Ricerca di marketing 3. Ricerca di marketing 4
Ricerca di marketing 2 Il piano I compiti e le responsabilità realizzativi Individuazione dati primari e secondari Definizione modalità raccolta dati primari Procedure di analisi Presentazione dei risultati
DettagliLA NUOVA STAGIONE DEL FONDO SOCIALE 2014-2020. Lea Battistoni Napoli,16 novembre 2011
LA NUOVA STAGIONE DEL FONDO SOCIALE 2014-2020 Lea Battistoni Napoli,16 novembre 2011 Dalla Strategia di Lisbona alla crisi perfetta Strategia di Lisbona dopo crisi 94, sviluppo di una Europa dell euro
DettagliLinee di Indirizzo per la riorganizzazione del sistema di Servizi e Strutture per le Dipendenze Normativa di riferimento
Linee di Indirizzo per la riorganizzazione del sistema di Servizi e Strutture per le Dipendenze Normativa di riferimento D.P.R. 309/90 D.M. 444/90 L. n.45/99 D.M. del 14/06/02 L. n.328/00 L. n.125/01 Atto
DettagliAVVISO ALLE ORGANIZZAZIONI Avvio della sperimentazione su base nazionale dello standard Family Audit
AVVISO ALLE ORGANIZZAZIONI Avvio della sperimentazione su base nazionale dello standard Family Audit IL CAPO DEL DIPARTIMENTO PREMESSO - che il tema della conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura
DettagliI risultati dei focus group. Andrea Ganzaroli DEMM Dip. di Economia, Management e Metodi Quantitativi Università di Milano Venezia 15 Aprile 2014
I risultati dei focus group Andrea Ganzaroli DEMM Dip. di Economia, Management e Metodi Quantitativi Università di Milano Venezia 15 Aprile 2014 Outline Obiettivi dei focus group; Struttura del campione;
DettagliCOMUNICATO STAMPA RAPPORTO ANNUALE SICUREZZA LAVORO: IMPEGNO PER LA SICUREZZA SUL E DEL LAVORO
COMUNICATO STAMPA RAPPORTO ANNUALE SICUREZZA LAVORO: IMPEGNO PER LA SICUREZZA SUL E DEL LAVORO Viene presentata oggi, mercoledì 1 giugno 2011, la nuova edizione del Rapporto sulla Sicurezza e Salute nei
DettagliCodice Piano AVT/094/14 Avviso 4/2014
Organismo formativo accreditato presso la Regione Puglia D.D.729/14 DIFFUSIONE DEI RISULTATI Piano Formativo Codice Piano AVT/094/14 Avviso 4/2014 RICERCA / ORIENTAMENTO / CONSULENZA / FORMAZIONE AL LAVORO
DettagliEDUCAZIONE ALLA CONVIVENZA CIVILE
EDUCAZIONE ALLA CONVIVENZA CIVILE QUANTE EDUCAZIONI NELLA SCUOLA ITALIANA? Alla legalità Alle pari opportunità Alla differenza di genere Alla pace Alla salute (droghe, fumo ) Alla mondialità Alla cooperazione
DettagliACCORDO DI COLLABORAZIONE TRA REGIONE CALABRIA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA PER LO SVILUPPO DELLA SOCIETA DELL INFORMAZIONE
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA REGIONE CALABRIA ACCORDO DI COLLABORAZIONE TRA REGIONE CALABRIA E REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA PER LO SVILUPPO DELLA SOCIETA DELL INFORMAZIONE La Regione Calabria, nella
DettagliIntroduzione. Il Dirigente Scolastico
Introduzione La L.107/2015, cosiddetta della Buona scuola, prevede che, ogni Istituzione scolastica, entro il 16 gennaio 2016, approvi il P.t.o.f. (Piano triennale dell offerta formativa), contenente le
DettagliFormazione e sensibilizzazione
Formazione e sensibilizzazione La Casa delle donne per non subire violenza, uno dei centri di più lunga esperienza in Italia, ha da sempre curato l aspetto formativo come strumento fondamentale per sviluppare
DettagliProgrammi di Finanziamento dell Unione Europea Le Politiche Comunitarie di interesse per il Consiglio dell Ordine degli Psicologi dell Abruzzo
Programmi di Finanziamento dell Unione Europea Le Politiche Comunitarie di interesse per il Consiglio dell Ordine degli Psicologi dell Abruzzo Il Consiglio degli Psicologi dell Abruzzo - organizza il corso
DettagliLa pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo territoriale PIT
Università di Pisa Facoltà di Ingegneria AA 2014/2015 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA Luisa Santini TECNICA URBANISTICA I La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo
DettagliWelfare Locale. Pianificazione e progettazione condivisa sullo sviluppo dell area comune dei Piani di Zona 2012 2014. Bologna, 20 marzo 2013
IL RUOLO E LA PARTECIPAZIONE DEL TERZO SETTORE ALLA PROGRAMMAZIONE LOCALE IN PROVINCIA DI LECCO Verso un patto territoriale per il Welfare Locale Pianificazione e progettazione condivisa sullo sviluppo
DettagliDIDATTICA PER PROGETTI
DIDATTICA PER PROGETTI La vera novità per la scuola: compito di individuare accertare una competenza certificare provarne l esistenza e documentarla. ( Nuove Indicazioni Nazionali Primo Ciclo - Obbligo
DettagliLINEE GUIDA DI EUROPROGETTAZIONE
3 CENTRO DI FORMAZIONE IN EUROPROGETTAZIONE ISOLA DI SAN SERVOLO - VENEZIA www.europelago.it LINEE GUIDA DI EUROPROGETTAZIONE FONDI COMUNITARI DIRETTI di Ivan Sgandurra 4 Prima edizione: giugno 2012 Copyright
DettagliAVVISO PUBBLICO Centri Diurni per Anziani Interventi per la Realizzazione, potenziamento e riqualificazione di Centri Diurni per Anziani
UNIONE EUROPEA REGIONE CALABRIA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE CALABRIA Dipartimento n.10 Lavoro, Politiche della Famiglia, Formazione Professionale, Cooperazione e Volontariato POR CALABRIA FONDO EUROPEO
DettagliPOLI TECNICO PROFESSIONALI
POLI TECNICO PROFESSIONALI sul territorio ligure. Genova, 17 luglio 2014 1 I POLI TECNICO PROFESSIONALI Interconnessione funzionale, formalizzata attraverso un accordo di rete, tra i soggetti della filiera
DettagliL appropriatezza dei servizi sanitari e l opzione per la non autosufficienza di fronte ai tagli di risorse finanziarie
Genova, 23 ottobre 2012 Anziani e disabili: per un approccio riabilitativo alla non autosufficienza L appropriatezza dei servizi sanitari e l opzione per la non autosufficienza di fronte ai tagli di risorse
DettagliREGOLAMENTO DELL UFFICIO DI PIANO
REGOLAMENTO DELL UFFICIO DI PIANO Novembre 2003 Art. 1 Oggetto Il presente regolamento disciplina la composizione, le attribuzioni e le modalità di funzionamento dell Ufficio di Piano, costituito a norma
DettagliPROGRAMMA OPERATIVO RICERCA E SVILUPPO BANDI ATTUALMENTE PUBBLICATI
PROGRAMMA OPERATIVO RICERCA E SVILUPPO BANDI ATTUALMENTE PUBBLICATI MISURA ATTIVITÀ LEGITTIME BENEFICIARI INIZIO E SCADENZA RICEZIONE DOMANDE Misura 2.2. Trasferimento sviluppo Creazione dei centri integrati
Dettagli