SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

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1 SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CONFCOOPERATIVE - CONFEDERAZIONE COOPERATIVE ITALIANE. Confcooperative è la principale organizzazione, giuridicamente riconosciuta, di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento cooperativo e delle imprese sociali. Si ispira ai principi cooperativi, fissati e periodicamente aggiornati dall ICA (International Cooperative Alliance) e, in ragione della funzione sociale costituzionalmente riconosciuta (art. 45) alla cooperazione, ne promuove lo sviluppo, la crescita e la diffusione attraverso le azioni di volta in volta più adeguate. L articolo 1 dello Statuto riconosce altresì che l azione di Confcooperative si ricollega ai principi ed alla tradizione della dottrina sociale della Chiesa. La risoluzione Onu che ha proclamato il 2012 Anno Internazionale della Cooperazione riconosce a questo modello imprenditoriale pari dignità rispetto ai modelli tradizionali, attribuendo ad esso un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e sociale futuro. Confcooperative ha una presenza capillare su tutto il territorio nazionale, con un organizzazione che si articola orizzontalmente in 22 Unioni regionali, 81 Unioni provinciali e 7 Unioni interprovinciali. Confcooperative si struttura settorialmente in 9 Federazioni nazionali e nel Segretariato Mutue. Confcooperative ha affidato, già dal 1989, la gestione del Servizio Civile - prima come Obiezione di Coscienza e dal 2001 su base volontaria a Federsolidarietà. Federsolidarietà è l organizzazione di rappresentanza politico-sindacale delle cooperative sociali, mutue ed imprese sociali aderenti a Confcooperative. Federsolidarietà rappresenta le proprie associate sul piano istituzionale e le assiste sul piano sindacale, giuridico e legislativo, tecnico ed economico. Cura, inoltre, la promozione e il potenziamento degli enti aderenti anche attraverso un articolato e diffuso sistema consortile. La cooperazione sociale di Federsolidarietà, nata spontaneamente in molteplici aree per rispondere alle esigenze delle comunità, ha sviluppato un identità democratica, partecipata e multistakeholder che persegue un progetto di impresa sociale per e con il territorio, principi incardinati nel Codice Etico. Nel corso degli anni quella spontaneità sociale, regolamentata dalla Legge 381 del 1991 di cui quest anno ricorre il ventennale, ha saputo ben richiamare i valori costituzionali che enfatizzano la formula cooperativa e perché, al contempo, ha promosso e strutturato reti sussidiarie di assistenza, solidarietà e tenuta della coesione sociale in tutto il territorio nazionale. Partendo proprio da questi valori, Federsolidarietà organizza il servizio civile volontario per offrire ai giovani un'esperienza formativa finalizzata alla condivisione degli ideali di uguaglianza e cittadinanza attiva. La presenza capillare - articolata in 20 federazioni regionali e 70 federazioni provinciali fa di Federsolidarietà la più importante organizzazione di rappresentanza politico sindacale della cooperazione sociale in Italia; oggi, infatti, c è una cooperativa di Federsolidarietà ogni abitanti e la loro attività spazia nei settori sociali, sanitari ed educativi ed in innovativi percorsi di inserimento lavorativo in molte attività produttive di beni e servizi. Numero associati: al 31/12/2013, cooperative sociali, mutue ed imprese sociali, di cui 256 consorzi. Le cooperative sociali aderenti contavano nel 2012 oltre soci, di cui volontari, circa lavoratori e inserivano nel mondo del lavoro oltre soggetti svantaggiati, il fatturato aggregato superava i 6 miliardi di euro. Inoltre Federsolidarietà organizza il servizio civile per circa giovani all anno, offrendo loro un'esperienza formativa finalizzata alla condivisione degli ideali di uguaglianza e cittadinanza attiva. Numeri di significato. Federsolidarietà, infatti, rappresenta circa il 55% dell occupazione totale della cooperazione sociale in Italia e pressoché il 17% dell occupazione dell intero settore non profit. Non solo. Le cooperative sociali della Federazione hanno una capacità di inserimento lavorativo dei disabili ben 25 volte superiore rispetto al resto del sistema economico. 2) Codice di accreditamento: NZ ) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE 1

2 CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: VERDE SPERANZA 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Codifica: A02 Settore: ASSISTENZA Area d Intervento: MINORI 6) Descrizione dell area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: - Introduzione Nel Comune di Forlì, in questi ultimi anni, è emersa l attenzione verso i servizi tesi a sviluppare contesti idonei per uno sviluppo psicofisico e relazionale equilibrato dei minori, privilegiando la connessione tra le diverse agenzie educative in campo, quali famiglia, scuola, strutture di aggregazione del tempo libero. Analizzando le situazioni familiari presenti nel territorio forlivese infatti si osserva una tendenza all aumento della conflittualità e delle problematiche familiari che portano spesso ad una presa in carico dei minori da parte dei servizi sociali. Inoltre i genitori, spesso impegnati entrambi al lavoro, delegano ad altre agenzie socio-educative la cura e la formazione dei figli. Il progetto vuole offrire in maniera originale e diversificata una risposta innovativa alle problematiche familiari e sociali non solo attraverso servizi personalizzati che possano coprire l intera fascia del bisogno dall infanzia alla preadolescenza ed adolescenza ma soprattutto sostenendo la coesione sociale. - IL COMUNE DI FORLI: DATI SOCIO-DEMOGRAFICI RILEVANTI Al 31 dicembre 2013 la popolazione residente in provincia è risultata pari a abitanti e le famiglie residenti , con un aumento dell 1,4% rispetto all anno precedente. Continua tuttavia la lenta diminuzione del numero medio di componenti per famiglia, registrata costantemente negli ultimi quindici anni: dai 2,43 componenti per nucleo familiare del 2010 si è passati ai 2,40 del 2011e ai 2,38 del 2012, fino ad arrivare ai 2,35 del Un analisi sintetica dei principali indici demografici relativi all intera provincia evidenzia la seguente situazione: età media = 44,2 (anni); tasso generico di natalità = 9,6 (nati vivi ogni 1000 abitanti); tasso generico di fecondità = 42,5 (nati ogni 1000 femmine in età feconda); tasso di nuzialità = 3,3 (matrimoni ogni 1000 abitanti); tasso di crescita naturale = -1,0 (differenza nati - morti su 1000 abitanti); Si evidenziano i caratteri demografici provinciali, di tipo strutturale, ribaditi dagli indici: il tasso di variazione naturale della popolazione è negativo; il tasso di mortalità è più alto di quello di natalità; la componente femminile della popolazione è leggermente maggioritaria rispetto a quella maschile; la popolazione anziana è notevolmente maggiore di quella giovane, anche se l indice di vecchiaia risulta in diminuzione. A questi dati aggiungiamo quelli raccolti dal Centro Famiglie del Comune di Forlì che ha avuto in questi anni un incremento costante negli accessi passando dai a fine 2012 ai di fine 2013; in particolare tra i servizi maggiormente richiesti sono state le consulenze familiari 25%, i Gruppi Aperti di confronto e sostegno 18% e la Scuola genitori 12%. Se a questi dati aggiungiamo quelli forniti dall Azienda USL di Forlì rispetto alle richieste di sostegno economico, in aumento del 34% rispetto all anno precedente e di presa in carico dell intero nucleo familiare (n 2.153) con un aumento del 12% rispetto all anno precedente, abbiamo di fronte un quadro di forte crisi che investe tutta l area della famiglia e che va conseguentemente a ricaduta su tutta la fascia dell infanzia 0-6 anni e della pre-adolescenza e dell adolescenza I MINORI E LE FAMIGLIE, I TRE ASPETTI DELL INTERVENTO Il progetto Verde Speranza si fonda sull analisi su 3 aspetti di intervento particolarmente colpite da questa situazione di crisi della famiglia che investe il contesto territoriale del comune di Forlì precedentemente descritto Responsabilità educativa diffusa: Il forte cambiamento della istituzione famiglia, evidenzia una minore potenzialità di cura a fronte di un aumento dei bisogni: le famiglie sono molto più piccole che in passato, assumono forme nuove e diverse, hanno meno figli e meno generazioni comprese nello stesso nucleo, non possono quindi, contare su di una rete parentale allargata e sono complessivamente più a rischio. Inoltre, il complesso di tali mutamenti si intreccia con altri processi di trasformazione degli assetti sociali, in particolare del mercato del lavoro e delle famiglie. La famiglia e il matrimonio rimangono il modello prevalente ma progressivamente si fanno spazio forme familiari diverse. Cambiano i modi e i tempi di fare famiglia. Le separazioni sono in aumento e nella maggior parte dei casi, le coppie hanno figli nella fascia di età 0-11 anni, con la conseguente difficoltà nella gestione dei bambini e un aumento della conflittualità di coppia. Nel 2013 i minori in

3 carico al servizio sociale sono stati più di 3000 su un totale di nuclei familiari seguiti. Nel 50% dei casi i nuclei familiari in carico hanno prevalentemente problematiche legate alla povertà economico-abitativa, ma sono sempre di più i nuclei in carico per conflittualità familiare (14% del totale). Il nuovo assetto dei nuclei familiari appare sempre più ridotto, con reti parentali meno forti e, contemporaneamente, esiguità delle reti sociali nei centri urbani, precarietà del lavoro; le nascite sono in aumento e, tra queste, sono in aumento le nascite di bambini stranieri (1/8). A fronte di questo aumento è necessario valutare le ricadute nei servizi anche alla luce dell'accresciuta eterogeneità delle madri per età, cittadinanza, costumi, lingua, cultura. Emerge infine una situazione di particolare fragilità dei nuclei monogenitoriali e, più in generale, il disagio familiare che vede in crescita i casi con problematiche di tipo economico ed abitativo ed anche quelli legati a conflittualità familiare, mamme sole, donne straniere, che più difficilmente accedono ai servizi ed alle opportunità del territorio. Per far fronte a questi cambiamenti, il sistema delle strutture educative 0-6 (pubbliche e private) ha implementato soluzioni che rispondono alle necessità delle famiglie, ma le veloci e consistenti trasformazioni sociali hanno messo a dura prova il sistema presentando nuove esigenze: 1. la crescente precarietà lavorativa richiede una più alta accoglienza di bambini piccolissimi e di servizi semiresidenziali (sono arrivate in Comune ben 652 domande per i nidi di cui 428 non sono state soddisfatte, in particolare per i piccoli sotto l'anno e mezzo: 130 famiglie sulle 428 richiedenti sono rimaste escluse). 2. l aumento delle nascite ha prodotto in taluni territori liste d attesa anche nella fascia 3-6 (153 bambini rimasti senza posto nelle scuole materne del territorio) 3. l aumento di criticità familiari e disagi infantili con conseguente richieste di contenimento e di intervento (1867 accessi agli sportelli di consulenza e accessi ai centri di ascolto gestiti dalle Caritas parrocchiali) Emerge quindi, la necessità di accogliere/comprendere le nuove fragilità, presenti anche nelle situazioni di normalità di queste famiglie e lavorare sulla promozione del benessere e la creazione di reti di sostegno e punti di riferimento stabili, al fine di promuovere il sostegno delle competenze genitoriali. E' necessario pensare ad un sostegno alla genitorialità che si realizzi in servizi rivolti alla normalità, e che venga considerato una tematica trasversale (di cui tutti si occupano, non solo servizi specialistici) che impegni i servizi in un lavoro multidisciplinare che li metta in rete e li coinvolga in un dialogo e confronto volto a condividere e socializzare contenuti, linguaggi e modalità di lavoro. Il sostegno alle competenze genitoriali diventa un bisogno forte soprattutto nelle situazioni di affido e di adozione dal momento che, in queste famiglie, le criticità e problematicità, se presenti, sono amplificate. In generale, quanti operano nel mondo della scuola, dei servizi educativi e sanitari, rilevano un generalizzato bisogno di sostegno e di rassicurazione da parte delle famiglie con figli. E' forte e diffuso il bisogno, dei genitori, di affidarsi (alle insegnanti, al pediatra, ecc...). E' necessario, dunque, rispondere al bisogno dei genitori di mettere a disposizione una rete di servizi e competenze affinché, il genitore, non si debba preoccupare di avere tutte le competenze potendo contare sulle risorse del territorio. Sappiamo, infatti, che le fragilità presenti nelle situazioni di normalità se non accolte, rischiano poi di degenerare. Vengono al riguardo individuati i seguenti indicatori: INDICATORI INDIVIDUATI su: Responsabilità educativa diffusa n posti disponibili nei servizi per l infanzia n di prese in carico n servizi offerti alle famiglie per i figli minori 2 Valore sociale del territorio: Rispetto alla coesione sociale, altro tema estremamente importante dato questo periodo storico, il Profilo di Comunità nel Comprensorio di Forlì ha evidenziato come, accanto alle consistenti risorse presenti nel territorio, cominciano ad evidenziarsi alcuni segnali di sofferenza del clima sociale: aumento della chiusura rispetto all esterno, cambiata sensibilità al rischio e contrasto tra sicurezza reale e percepita. L individuazione di un esplicito obiettivo di sostegno alla coesione sociale nell ambito del piano di zona per la salute e il benessere testimonia la consapevolezza che i beni comuni, quali la coesione sociale, non sono stabili e sicuri, ma devono nutrirsi quotidianamente di valori condivisi, esperienze di responsabilità e fiducia. Affrontare in senso positivo la coesione sociale vuol dire incamminarsi decisamente verso un Welfare di Comunità che superi alcuni attuali rischi del sistema: aumento continuo di richieste e certezza di risposta, offerta costruita esclusivamente su disagi/stati personali/povertà, interventi di sostegno economico che faticano a far evolvere le situazioni di vita, scarsa dialettica tra chi offre e chi riceve, prevalenza di interventi di sicurezza su quelli di sviluppo di competenze e partecipazione, poco investimento sui giovani adulti, che al contrario sopporta forti responsabilità e azioni di cura. Una scelta che può essere tradotta nell abbandono della logica di aiuto sociale, come circoscritto e specifico professionale, verso la logica sociale di aiuto come risultato congiunto e corresponsabile di competenze formali e informali, saperi tecnici e relazionali, prossimità e specializzazioni. Sintetizzando sono state messe in evidenza alcune dimensioni di bisogno: rivitalizzare le dinamiche familiari (ruolo paterno, equilibrio materno-paterno, qualità delle relazioni intergenerazionali) e favorire l integrazione sociale delle famiglie con figli in particolare quelle monogenitoriali; valorizzare il valore aggiunto dato dall incontro e dallo scambio tra genitori migliorare le capacità dell individuo di adattamento critico/responsabile alla realtà e di costruttiva relazionalità: conoscere proprie potenzialità/limiti, assumere stili di vita sani e operare scelte di benessere, esercitare la dialettica delle differenze, riflettere e condividere il significato di eventi e comportamenti, sapere elaborare mediazioni e costruire accordi; sperimentare progetti concreti di responsabilizzazione verso il proprio contesto di vita da parte di adolescenti e

4 giovani, portatori di specifici interessi ecc migliorare la capacità di autocura della comunità e la capacità di agire per il bene comune. Tuttora i cittadini mostrano difficoltà ad accedere ad informazioni sull articolata ed inevitabilmente complessa offerta di servizi, richiedono contesti relazionali di ascolto empatico, contestualmente si evidenzia la necessità delle istituzioni di raccogliere bisogni, domande, disagi per migliorare la connessione bisogno-risposta e superare l esclusivo riferimento conoscitivo ai soli utenti dei servizi. Vengono al riguardo individuati i seguenti indicatori: INDICATORI INDIVIDUATI su: Valore sociale del territorio presenza di strutture aggregative stabili per famiglie luoghi di incontro per famiglie momenti di confronto e sostegno reciproco per genitori partecipazione a iniziative di famiglie monogenitoriali iniziative messe in atto da adolescenti e giovani rivolte alla comunità 3 Ambiti di cura per bambini/ragazzi a rischio evolutivo ed adulti fragili: All interno di tale ambito troviamo monitorate una serie di situazioni precedentemente rilevate: i grandi cambiamenti negli assetti dei nuclei familiari determinano il fenomeno della transizione sociale che evidenzia la contrazione dei nuclei, il rischio di emarginazione/esclusione sociale, la minore potenzialità di cura a fronte di un aumento dei bisogni, notevoli disuguaglianze socio-economiche (i dati rilevano una scarsa partecipazione ai servizi di sostegno alla famiglia, appena il 13% della copertura dei posti disponibili) l aumento della tendenza alla conflittualità familiare e una scarsa capacità di gestione delle relazioni interpersonali a seguito di separazioni si riflettono negativamente sullo sviluppo e sulla condizione affettivo relazionali dei minori anche a lungo termine, portando ad un aumento dei ragazzi con problematiche borderline, con difficoltà di inserimento sociale e un aumento della presenza dei ragazzi in strada a forte rischio di devianza (dalle 87 segnalazioni del 2012 alle 135 del 2013) la progressiva recente presenza di situazioni in carico ai servizi di nuclei con prevalente difficoltà economica e abitativa ha fatto emergere anche situazioni di grave trascuratezza e abbandono che hanno determinato l allontanamento dei minori dalla famiglia con conseguente inserimento in strutture protette (aumento in percentuale del 17% delle richieste di inserimento in strutture protette) la particolare fragilità dei nuclei monogenitoriali (1 su 5 nel territorio forlivese) con grave rischio di fragilità nella gestione della vita quotidiana e nell affrontare spese impreviste e progettare a medio/lungo termine. Anche dal punto di vista della cura dei figli la condizione di monogenitorialità espone a solitudine, rischio di accondiscendenza educativa o estrema severità/irritabilità, in generale stress ed estrema difficoltà di conciliazione. Rispetto a tali difficoltà il Welfare locale ma ancor più una diffusa sensibilità sociale possono essere determinanti. Vengono al riguardo individuati i seguenti indicatori: INDICATORI INDIVIDUATI su: Ambiti di cura per bambini/ragazzi a rischio evolutivo ed adulti fragili n segnalazioni di prese in carico di minori a rischio di devianza n richieste di inserimento di minori in strutture protette n offerte di servizi di sostegno e non sostitutivi alla famiglia *dati forniti dall ufficio statistica della Camera di Commercio di Forlì Cesena; dal Comune di Forlì, Azienda USL provincia di Forlì Cesena; Caritas Diocesana, Centro famiglie del comune di Forlì. CRITICITÀ RISCONTRATE* - aumento di situazioni di devianza collegata a una forte discrepanza di esigenze e problematiche tra i minori inseriti - solitudine e rischio di emarginazione delle famiglie e dei minori, presenza di famiglie mono genitoriali spesso a causa di separazioni e divorzi, mancanza di una rete collettiva di sostegno RIASSUMENDO: BISOGNI CORRELATI - personalizzare i percorsi dei minori con bisogni di cura e a rischio evolutivo - potenziare l apprendimento delle abilità di base e delle competenze relazionali - favorire momenti e luoghi di socializzazione, scambio e costruzione di relazioni tra famiglie/genitori - aiutare le persone accolte a sviluppare percorsi di autonomia e a costruire una rete di relazioni significative sul territorio - fragilità del ruolo educativo della famiglia incrementare la responsabilità educativa diffusa dei vari attori del welfare locale in particolare l alleanza famigliascuola nella fascia 0-3anni

5 -DOMANDA DI SERVIZI PER MINORI NEL COMUNE DI FORLI Nell ambito della tutela dei bambini e ragazzi e del sostegno alla genitorialità, i servizi offerti ai minori nelle strutture socio-residenziali del territorio, assieme alle offerte dei nidi 0-3 anni, è certamente l intervento principale. Tali strutture, dette case famiglia o comunità educative, sono infatti destinate a minori che siano temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo; sono quindi finalizzate ad integrare o sostituire temporaneamente le funzioni familiari compromesse e ad offrire al bambino e all adolescente un ambiente educativo relazionale in cui rielaborare un progetto per il futuro. La casa famiglia, o comunità educativa, si configura come luogo di accoglienza residenziale per minori italiani o stranieri che si trovino in una delle seguenti situazioni: stato di allontanamento dalla famiglia di origine, con l'ipotesi di affido familiare; stato di allontanamento, in attesa di definizione del progetto o fino alla maggiore età; stato di allontanamento per periodi brevi e definiti, a causa di situazioni di emergenza; minori portatori di deficit in situazione di allontanamento o in appoggio alle famiglie di origine. Queste strutture perseguono obiettivi e adottano metodi educativi fondati sul rispetto dei diritti del minore, sull ascolto e la partecipazione dello stesso al progetto che lo riguarda; favoriscono relazioni significative tra i ragazzi e tra essi e i genitori; favoriscono il rapporto degli ospiti con il contesto sociale attraverso l uso dei servizi scolastici, socio sanitari, del tempo libero e di ogni altra risorsa presente all interno del territorio; collaborano coi servizi sociali territoriali preposti alle funzioni di tutela e vigilanza dell infanzia e dell età evolutiva e con le autorità giudiziarie competenti. (da D.L.n564 del 12/05/2000). Le risorse utilizzate rispetto alle strutture residenziali nel comune di Forlì sono tutte appartenenti al Terzo Settore, per un totale di n.10 organizzazioni tra cooperative sociali, associazioni e enti religiosi, e vengono gestite attraverso convenzioni con l amministrazione comunale. Queste comunità educative di pronta accoglienza e case famiglia ammontano ad un totale di 24 strutture autorizzate: 10 case famiglia (Ass.ne Comunità Papa Giovanni XXIII) 2 comunità familiare (Coop. Sociale Paolo Babini) 2 comunità familiari (Lega Suore Sacra Famiglia) 1 comunità familiare (Associazione Emmanuel) 1 comunità familiare (Centro di Aiuto alla Vita) 1 comunità familiare (Associazione Adamantina) 2 comunità educative (Coop. Sociale Domus Coop) 3 comunità educative (Coop. Sociale Paolo Babini) 1 comunità educativa (Maria Immacolata) 1 comunità educativa (Madonnina del Grappa) Accanto a queste troviamo le offerte dei servizi per l infanzia 37 scuole per l infanzia 3-6 anni di cui 15 tra statali e comunali e 22 parificate convenzionate 13 asili nido 0-3 anni di cui 6 comunali e 7 privati in convenzione (di cui 2 sap Paolo Babini) 8 strutture non educative definite come spazio bimbo Le strutture comunali e statali unite assieme hanno promosso negli ultimi 3 anni coordinati dal Centro Famiglia del Comune di Forlì un percorso per genitori che prevede 7 incontri serali all anno su vari temi di interesse educativo comune e 5 momenti di gruppo di auto-aiuto per famiglie. La proposta rimane però ancora scarsa e il numero ridotto degli incontri non garantisce la creazione di legami stabili e reti di rapporto durature. Rispetto alle strutture aggregative e luoghi d incontro troviamo luoghi pubblici informali come aree verdi 3 sedi delle circoscrizioni 2 centri di aggregazione 2 biblioteche ed altre realtà che possono avere una funzione sociale come 6 oratori 9 palestre 5 case del popolo 21 parrocchie ma che per la loro specificità non riescono a soddisfare appieno, o comunque da sole, la necessità di promozione del valore sociale di vivere il territorio. Proprio a questo scopo sono sorti due progetti denominati ancora in fase di consolidamento: - Villaggio della Gioia gestito dalla Ass.ne Comunità Papa Giovanni XXIII che mira alla costruzione di un complesso residenziale, composto da quattro case famiglia che potranno accogliere 9 minori ciascuna e 13 mini alloggi indipendenti, destinato all accoglienza di 13 nuclei famigliari con problematiche relazionali e un edificio polivalente con spazi dedicati ai momenti di socializzazione, al counselling, alla formazione e all incontro sia degli ospiti del Villaggio che dei membri dell Associazione.

6 Il complesso residenziale una volta terminato potrà accogliere 84 persone in difficoltà tra cui 36 bambini e ragazzi Il villaggio edificato nella periferia di Forlì vuole essere punto di riferimento per le persone del territorio e luogo di incontro dei cittadini soprattutto di quelli che vivono più lontani dall offerta dei servizi della città. - Villaggio Mafalda su iniziativa della Cooperativa Paolo Babini, che aderisce con le sue Sap al presente progetto. Il Villaggio rappresenta un progetto complesso le cui azioni si sviluppano dal lavoro integrato tra area minori e sviluppo di comunità. II progetto nasce da un gruppo di famiglie volontarie all'interno dell' Associazione Paolo Babini, che da anni vivono l esperienza della famiglia d appoggio dentro le comunità o desiderano aprirsi all accoglienza di persone in difficoltà. Nel 2001 si crea una piccola rete di famiglie volontarie per confrontarsi sui bisogni della comunità locale, le difficoltà dell accoglienza e per operare in modo più organizzato e strutturato a supporto dei progetti della coop.va. sul territorio. Nel corso degli anni si rafforza l'idea di realizzare un progetto formato da più unità abitative, in cui alcune famiglie d'appoggio vivono vicine e offrono accoglienza e supporto a madri in difficoltà, neo maggiorenni o persone in situazione di bisogno, ospitati presso alcuni mini appartamenti; l intenzione iniziale si sviluppa ed articola ulteriormente e parallelamente alla lettura dei crescenti bisogni del territorio, fino ad assumere la connotazione di un vero e proprio Villaggio, il VILLAGGIO MAFALDA. Il villaggio, oltre ad essere abitato da nuclei familiari stabili, motivati dai valori dell accoglienza e della solidarietà, offre al suo interno servizi rivolti a diverse fasce della popolazione: 10 mini appartamenti per nuclei monogenitoriali e giovani in situazione di disagio; un asilo nido, una comunità educativa per minori; un centro polifunzionale. - LE SEDI COINVOLTE NEL PROGETTO: STATO DELLE ATTIVITA E E DESTINATARI E BENEFICIARI Le strutture coinvolte nel progetto possono dare una risposta efficace alle problematiche appena evidenziate in quanto coinvolte a pieno titolo nei 3 aspetti dell area di intervento individuata: responsabilità educativa diffusa, valore sociale del territorio e ambiti di cura per bambini e ragazzi a rischio evolutivo. Riguardo all aspetto ambiti di cura troviamo coinvolte le seguenti SAP: Domus 3 cod. Helios Helios Domus 5 cod. Helios Helios La Comunità socio-educativa Casa Santa Chiara Sap Domus 3 cod. Helios accoglie minori pre-adolescenti e adolescenti compresi tra i 6 e i 17 anni, allontanati dalla famiglia con decreto del Tribunale per i Minori, privi di famiglia o per i quali non sia possibile la permanenza nel nucleo d origine. E composta di due nuclei abitativi con una recettività di 6 e di 8 utenti per nucleo. L obiettivo è far vivere un esperienza educativa attraverso figure significative che, come in una famiglia, accolgono il minore ospite e lo conducono, attraverso la relazione e la condivisione della vita quotidiana, alla scoperta di sè e della realtà. L appartenenza a qualcuno che ti vuole bene, la scoperta della bellezza della vita, la cura di sé, sono gli elementi che dentro una relazione stabile, ne costituiscono il metodo di intervento fino all attenzione per l ordine e il bello degli ambienti e la cura del cibo, che hanno grande valore educativo e terapeutico. Gli educatori lavorano in modo unitario per la costruzione e lo sviluppo di un progetto individuale che guidi il minore a superare il disagio sociale e psicologico verso il rientro in famiglia o in famiglia affidataria o verso un autonomia. Proponiamo progetti che prevedono, secondo i bisogni e le necessità, la realizzazione di inserimenti lavorativi, la partecipazione a percorsi formativi, l attivazione di borse lavoro, il sostegno scolastico attraverso percorsi di recupero individualizzati e/o di piccoli gruppi. All interno della comunità è previsto uno Spazio di Ascolto settimanale gestito dallo psicologo e connotato come uno spazio di scambio e di relazione a cui i ragazzi si possono rivolgere liberamente. L azione educativa è sostenuta nel lavoro di Equipe, dove gli educatori mettono in gioco la loro personale esperienza e attraverso la riflessione, lo scambio, le diversità ricercano e propongono il percorso educativo più adeguato. - Casa Santa Margherita Sap Domus 5 cod. Helios e il Progetti Sant Anna e Casa di Doroty che trovano applicazione nella sap Paolo Babini (appartamento di transizione) cod. Helios sono due realtà simili che si strutturano attraverso due proposte di servizi/progetti integrati ma autonomi uno dall altro: la Comunità per gestante e per madre con bimbo che accolgono mamme gestanti e nuclei mamma con bimbo/i, anche in regime di protezione assicurare la tutela dei minori nati o che stanno per nascere, investendo, a tale scopo, sul sostegno e sullo sviluppo delle capacità genitoriali, e bimbi rimasti soli in Comunità per l allontanamento della madre e in attesa di un nuovo progetto di vita, i bambini hanno un età compresa fra 0 e 8 anni. La struttura ospita fino a 10 utenti, fra adulti e minori, fino a un massimo di 12 in caso di fratelli. L obiettivo è assicurare la tutela dei minori attraverso il sostegno alle capacità genitoriali. Per ogni nucleo familiare o singolo viene redatto il Progetto di Vita, condiviso con l Ente inviante, dove sono individuate la durata e le modalità di sostegno alle esigenze psicologiche, materiali e di autonomia. Attraverso la relazione educativa e la condivisione della quotidianità, guidiamo gli ospiti al compimento del loro progetto di vita, in particolare verso una reintegrazione sociale che realizzi una vita autonoma e tutelante per i figli. Offriamo sostegno relazionale e pratico alle mamme e ai loro bambini, promuoviamo condizioni di positiva convivenza tra gli ospiti adulti, promuoviamo percorsi di ricerca attiva del lavoro. Accogliamo anche nuclei mamma-bimbo per un periodo di osservazione, su richiesta dei Servizi Sociali o del Tribunale per i Minori, disponendo di operatori qualificati per svolgere gli incontri protetti, vigilati e osservati, anche con altri membri del nucleo di origine. Paolo Babini 3 Comunità residenziale socio-educativa per minori San Giuseppe cod. Helios Paolo Babini Comunità residenziale socio-educativa per minori San Michele cod. Helios Paolo Babini Comunità sperimentale con famiglie accoglienti in rete Santa Cecilia cod. Helios in quanto trattasi di comunità residenziali socio-educative in risposta alla necessità di inserimento protetto di bambini e

7 adolescenti a rischio di devianza; si propone di creare per essi un clima familiare, indispensabile per la crescita e la maturazione dei minori stessi, in cui figure adulte di educatori offrano ai ragazzi uno stabile punto di riferimento, condividendo con loro la vita quotidiana. La finalità di queste strutture è costruire un rapporto stabile con precisi riferimenti educativi, relazionali ed affettivi, che sappiano comunicare ai minori i valori del rispetto di sé e degli altri, la capacità di scoprire le proprie risorse e potenzialità positive e di sperimentarle attraverso una relazione significativa con l'adulto, in un'esperienza di vita rispettosa delle regole necessarie a qualsiasi convivenza. Attualmente ogni comunità accoglie 10 minori dai 6 ai 17 anni di entrambi i sessi ad eccezione della sap Paolo Babini Comunità sperimentale con famiglie accoglienti in rete Santa Cecilia cod. Helios che si rivolge a minori 0-6 anni e attualmente ne ospita 5. Ogni equipe educativa è composta da una psicologa (consulente), una sociologa (resp. area minori e gestione risorse umane), un coordinatore, sei educatori e un operatore con funzioni di assistente di base. Alle riunioni è presente regolarmente la responsabile d area e responsabile delle risorse umane, per il lavoro di supervisione del gruppo educatori; a cadenza quindicinale è presente la psicologa per la supervisione sui minori. L equipe si riunisce settimanalmente per: - elaborare i progetti individuali e verificarli periodicamente; - analizzare le dinamiche relazionali che si sviluppano all interno del gruppo (sia dei ragazzi che degli operatori ); - informarsi ed aggiornarsi rispetto alle situazioni dei ragazzi; - riflettere sul metodo educativo e sulle strategie da adottare. L equipe educativa elabora con la supervisione di una psicologa psicoterapeuta un progetto educativo individualizzato entro due mesi dall ingresso del minore in comunità dopo un attenta osservazione del minore. Il P.E.I. per tutto il percorso verrà verificato e modificato in base al cammino di crescita del ragazzo e alle verifiche con i servizi di competenza. Una volta all anno viene fatto il monitoraggio sul PEI e sull accrescimento delle competenze relazionali di ogni singolo minore a seguito del quale vengono modificati obiettivi e ricalibrate le attività proposte (indicatore di partenza 3.2) Gli educatori si succedono nell'arco della giornata secondo turni stabili, che consentono loro di essere presenti ai diversi momenti di vita dei minori, con periodi di compresenza di più figure nei momenti più impegnativi della giornata. In base alle necessità del servizio vengono inseriti nell équipe educatori professionali che si occupano del sostegno a minori disabili o di interventi specifici su ragazzi difficili. Sono presenti anche figure di supporto, come volontari (n.8), volontari europei (n.1) e tirocinanti dell università (n.2). E previsto inoltre un supporto psicologico individualizzato per i minori per i quali se ne evidenzi la necessità, secondo modalità definite con i referenti del servizio sociale. Durante il periodo scolastico la giornata è scandita soprattutto dai tempi della scuola e dello studio secondo questa scansione: ORE 7: sveglia, colazione, riordino delle camere, preparazione per la scuola ORE 7,45: partenza in pulmino, in autobus o con mezzi propri (bicicletta), per chi deve percorrere un breve tragitto ed è autonomo. ORE 8,30-13: permanenza a scuola o al lavoro. ORE 13,30: rientro e pranzo insieme. ORE 14,30: tempo libero o riordino cucina secondo turni stabiliti. ORE 15: studio e svolgimento dei compiti. Durante questa fase i ragazzi vengono affiancati da un educatore o volontario, che sostiene, incoraggia e vigila sulla realizzazione accurata del lavoro scolastico. Quando è necessario, si strutturano attività connesse con il recupero scolastico. ORE 17,30: attività sportive o attività varie. ORE 19: cena e organizzazione della serata. ORE 20,30: giochi di società o di gruppo, visione di film, racconto di storie o avvenimenti, uscite, attività varie ORE 21,30/22,30 : riposo. Durante la domenica e i giorni di vacanza l orario prevede ovvie modifiche. I ragazzi sono coinvolti nelle attività di riordino delle proprie camere, nell apparecchiare, sparecchiare e riordinare la cucina dopo i pasti e in altri piccoli lavori domestici o di manutenzione, in base all età, al tempo libero e alle capacità, sempre supportati dagli educatori. Settimanalmente si svolge una riunione tra gli educatori e i ragazzi, per verificare l'esperienza vissuta quotidianamente nella casa, per dialogare sulle relazioni tra le persone e programmare insieme alcuni aspetti della vita comune: attività, uscite, spese. Durante il fine settimana si organizzano attività diverse, possibilmente fuori dalla struttura: gite al mare o in collina; uscite a cavalcare o a pattinare; passeggiate in bicicletta, uscite in treno; uscite al cinema, allo stadio, al bowling, in sala giochi o in altri luoghi di ritrovo; feste con amici. I ragazzi sono sollecitati ad organizzare anche attività o uscite autonome con amici, in base all età e all autonomia personale, in accordo con gli educatori Rapporti con le famiglie: L'obiettivo principale nel rapporto con la famiglia di origine è quello di facilitare la comunicazione genitore-figlio, mantenendo come priorità assoluta la tutela del minore. In alcuni casi i ragazzi possono rientrare in famiglia, di solito durante i fine settimana o la domenica, in base ad una regolamentazione dei rapporti stabilita in accordo con i servizi sociali. In altre situazioni, quando non è possibile il rientro a casa, i minori possono ricevere visita dai familiari nella struttura, sempre in accordo con i servizi, oppure incontrarli in luogo protetto. Gli operatori sono disponibili ad incontrare i genitori, conoscerli, metterli al corrente delle linee educative e delle attività del centro, al fine di ottenere la loro collaborazione e rendere più efficace il lavoro educativo svolto con i ragazzi. E' importante fare attenzione alle risorse della famiglia per aiutarla a sviluppare le proprie e ad utilizzare quelle del territorio. Rapporti con la scuola: Il coordinatore prende contatti con i direttori e i presidi delle scuole frequentate dai singoli ragazzi, per presentare la situazione del minore e curare l'inserimento. L educatore di riferimento del minore incontra

8 regolarmente gli insegnanti per:- conoscere l'andamento scolastico;- scambiarsi valutazioni e suggerimenti;- concordare obiettivi comuni rispetto al comportamento e all apprendimento;- organizzare attività di recupero individuali per migliorare l'inserimento scolastico e colmare eventuali lacune. Per i bambini con difficoltà particolari viene utilizzato un quaderno per le comunicazioni quotidiane con la scuola. Nelle situazioni in cui la famiglia non è in grado di farsene carico, sono gli stessi educatori a partecipare ai momenti istituzionali organizzati dalla scuola, come assemblee di classe, colloqui individuali con gli insegnanti, consegna delle schede. Rapporti con i servizi sociali: La coop.va collabora con i servizi sociali, in un rapporto di condivisione degli obiettivi e di reciproca fiducia. Gli operatori dei servizi sociali segnalano le situazioni dei minori per i quali richiedono l inserimento e predispongono un progetto personalizzato. Dopo un periodo di osservazione del minore, l equipe della struttura predispone un progetto educativo individuale, nel rispetto di quanto proposto dagli operatori dei servizi. Mensilmente o come da progetto gli operatori incontrano i servizi per verificare il progetto individuale e valutare il percorso di ogni minore. L equipe presenta ai servizi le relazioni semestrali relative ai minori accolti. Rapporti con il territorio:strumento importante per la riuscita degli interventi è il costante collegamento con il tessuto sociale in cui i minori sono inseriti. Viene favorito il raccordo con i servizi scolastici, socio-sanitari e le altre risorse presenti sul territorio. Tutti i ragazzi sono stimolati a frequentare un attività sportiva, scelta liberamente; si propone inoltre la partecipazione ad attività di tipo associativo o ricreativo, per aumentare le occasioni di socializzazione esterne alla casa e favorire relazioni sane con i coetanei. Durante il periodo estivo la comunità organizza periodi di vacanza in località marittime o montane, a cui partecipano tutti i minori e tutti gli educatori, compresa la famiglia d appoggio. La situazione attuale complessiva delle sedi coinvolte nell area ambiti di cura delle sedi vede l ideazione di interventi educativi personalizzati per ogni utente inserito a cui viene destinato un tempo/affiancamento minore operatore uguale per tutti nonostante si rilevi la necessità di operare un investimento più specifico e particolareggiato per quei minori inseriti che rilevano una particolare criticità o problematicità (indicatore di partenza 1.1) Vengono inoltre proposte alcune attività strutturate alla settimana all interno dei centri, solitamente 2 che risultano insufficienti rispetto al bisogno di potenziamento delle abilità di base e di aumenti delle competenze relazionali (indicatore di partenza 3.1) Paolo Babini - Comunità semiresidenziale socio-educativa Diapason cod. Helios 75418: è un nuovo e innovativo servizio di prevenzione dell allontanamento del minore dal nucleo famigliare e di supporto alla famiglia, in quanto opera in un ottica di prevenzione e recupero del disagio dei bambini e dei genitori. Si prevede la presa in carico sia del minore che della famiglia, al fine di favorire un miglioramento delle situazione di vita del minore anche all interno del suo nucleo familiare. La finalità ultima del centro è infatti quella di restituire alla famiglia la piena titolarità delle sue funzioni. La comunità semiresidenziale, non proponendo relazioni di tipo familiare è più facilmente accettata dalle famiglie come luogo nel quale i figli possono essere aiutati nella crescita da altri adulti, gli educatori, con i quali è possibile costruire una relazione impostata sul dialogo, il confronto e la collaborazione; inoltre, permette al minore di costruire legami affettivi significativi, non vissuti come alternativi e/o squalificanti a quelli con i genitori. Le caratteristiche fondamentali delle comunità semiresidenziali sono la flessibilità di tempi, i programmi e un costante e forte rapporto con le opportunità che il territorio offre a favore dei bambini e dei ragazzi. La Comunità semiresidenziale socioeducativa è: - risorsa per le famiglie, in quanto i genitori trovano un luogo dove si sentono ascoltati e accolti senza giudizio e di conseguenza si rendono disponibili alla collaborazione con gli educatori per aiutare se stessi e i figli. Gli operatori supportano le famiglie nelle difficoltà relazionali con i figli attraverso colloqui individuali e momenti d incontro (assemblee, gruppo di auto - mutuo aiuto); le sostengono costruendo interventi mirati attraverso la rete di volontariato della cooperativa e dell associazione omonima (pacchi alimentari, indumenti ) e le aiutano ad uscire dal proprio isolamento creando momenti di confronto con le altre famiglie e momenti di convivialità; attivano reti di relazioni tra famiglia scuola - servizio sociale - servizio di neuropsichiatria infantile- associazioni sportive e gruppi parrocchiali. - opportunità di crescita per i bambini che incontrano educatori capaci di accoglierli, di accettarli per quello che sono, di ascoltarli e sostenerli nelle difficoltà della quotidianità scolastica e familiare. La comunità semiresidenziale contribuisce alla costruzione dell identità e dell autostima sia attraverso un miglioramento delle prestazioni scolastiche, sia attraverso la valorizzazione delle capacità personali, scoperte e sostenute nelle attività ludiche e laboratoriali, sia attraverso la costruzione di relazioni significative con coetanei e adulti. - risorsa per la scuola, in quanto collabora con gli insegnanti per la definizione di interventi educativi e didattici funzionali alla crescita e in alcuni casi al contenimento dei bambini difficili, contribuendo sia al recupero dello svantaggio scolastico, sia alla costruzione di reti relazionali tra scuola-famiglia e servizi territoriali. - promotore di una comunità educante, poiché essendo radicata nel territorio è capace di attivare reti di relazioni tra gli adulti e le istituzioni vicini al minore (famiglia, scuola, servizio sociale, neuropsichiatria infantile, associazioni sportive, gruppi parrocchiali) e di sensibilizzare il quartiere, insieme agli altri servizi socio-educativi della coop.va, ai temi dell educazione e della solidarietà come responsabilità civile. La comunità si rivolge potenzialmente a 12 minori dai 6 ai 17 anni di entrambi i sessi da inserire gradualmente partendo con una prima fase di accoglienza di 6 minori con problematiche familiari di vario genere che è quella attualmente in atto (indicatore di partenza 1.2) ; verrà previsto il rientro in famiglia e una stretta collaborazione con le figure genitoriali,

9 a tal fine accoglierà prioritariamente un utenza proveniente da ambito distrettuale o sovra distrettuale. La Cooperativa Paolo Babini promuove e costituisce questa nuova tipologia di comunità dopo un attenta analisi dei nuovi bisogni della nostra città effettuata in collaborazione con i servizi del territorio. L équipe educativa è composta da una coordinatrice - responsabile, laureata in scienze della formazione come educatrice professionale con esperienza decennale e diplomata in consulenza professionale e da 3 educatori qualificati sia nel lavoro con i ragazzi che per quello con le famiglie; il numero degli educatori è in relazione alla nuova direttiva regionale che prevede un educatore ogni quattro ragazzi. (In base alle necessità del servizio vengono inseriti nell équipe educatori professionali che si occupano del sostegno a minori disabili o di interventi specifici su ragazzi difficili.) Sono presenti anche figure di supporto, come servizi civilisti, volontari e tirocinanti dell università. L équipe si riunisce settimanalmente per: - elaborare i progetti individuali e verificarli periodicamente; - analizzare le dinamiche relazionali che si sviluppano all interno del gruppo (sia dei ragazzi che degli operatori); - informarsi ed aggiornarsi rispetto alle situazioni dei ragazzi; - riflettere sul metodo educativo e sulle strategie da adottare; - programmare ed organizzare le attività educative e di animazione. Alle riunioni d equipe sono presenti mensilmente:una psicoterapeuta per la supervisione sulle situazioni dei minori e per alcuni momenti di formazione e al bisogno la responsabile delle risorse umane della cooperativa. Altre figure come volontari, tirocinanti, servizi civili e volontari europei fanno parte delle attività quotidiane che si svolgono con i ragazzi e si occupano in particolare delle attività ludico ricreative. La giovane età di questi ultimi permette una facile relazione con i ragazzi e spesso un esempio da imitare, un modello da osservare e con cui condividere attività teatrali, musicali ecc. Laddove c è l incontro con ragazzi che fanno esperienza di volontariato europeo c è la possibilità di scambio rispetto a culture, abitudini alimentari, lingua e religione sulle quali differenze vengono impostate attività formative. L equipe educativa elabora, con la supervisione della psicoterapeuta, un progetto educativo individualizzato entro due mesi dall ingresso del minore in comunità dopo un attenta osservazione del minore. Il P.E.I. per tutto il percorso verrà verificato e modificato in base al percorso di crescita del ragazzo e alle verifiche con i servizi di competenza L apertura della comunità nel periodo invernale è dal lunedì al venerdì dalle ore 7,30 alle 9,00 e dalle 12,30 alle ore 19,30 e nel periodo estivo dalle ore 7,30 alle ore 19,30. Il centro dispone di una mensa interna e del servizio di trasporto. I giorni e gli orari di frequenza sono modificabili in base al progetto educativo personale di ciascun minore. SCANSIONE GIORNALIERA ipotetica DELLE ATTIVITA trasporto scolastico ( al bisogno ) pranzo e relax assemblea e condivisione delle attività (una volta alla settimana si effettua un incontro di condivisione delle emozioni e delle problematiche del gruppo) attività didattiche merenda attività di laboratorio, giochi, sport, uscite chiusura I bambini e i ragazzi inseriti nella comunità possono usufruire delle attività del centro educativo e partecipano ad attività esterne al servizio in base al progetto educativo personalizzato, che prevede la costruzione e realizzazione di percorsi individualizzati sia all interno che all esterno della coop.va. Il lavoro con le famiglie: I genitori che accedono alla comunità hanno una bassa consapevolezza delle dinamiche relazionali che non facilitano lo sviluppo dei bambini, il problema dei figli sembra sempre essere esterno al genitore. L inserimento diurno implica la necessità di lavorare con la famiglia affinché essa migliori le proprie modalità relazionali, educative e di accudimento, al fine di evitare un successivo allontanamento del minore. Sono compresi quindi nel progetto momenti di confronto fra il genitore e l educatore di riferimento e colloqui fra il coordinatore e il genitore. Compito del coordinatore della comunità è l accompagnamento della famiglia nel prendere consapevolezza di quali sentimenti si vivono nel fare i genitori e nell affrontare le situazioni di difficoltà che si presentano nella quotidianità dell inserimento. Per alcuni genitori si potrebbe riscontra la necessità di iniziare un percorso di consulenza individuale rispetto ad uno specifico problema emerso, pertanto si rende necessario un percorso di crescita personale da realizzarsi attraverso colloqui di consulenza individuale, finalizzati alla crescita di una maggiore disponibilità interna nei confronti dei figli, e allo sviluppo di una maggiore consapevolezza dei vissuti emotivi e dei comportamenti sollecitati dalla relazione educativa. In una seconda fase quando il genitore ha riconosciuto di avere delle difficoltà personali ed è maggiormente disponibile alla collaborazione e all aiuto reciproco è possibile proporre al genitore l inserimento nel gruppo di automutuo aiuto per genitori, finalizzato sia alla creazione di nuove relazioni sociali e all attuazione del loro potenziale umano, sia alla crescita dell autoconsapevolezza dei genitori rispetto alle proprie modalità educative e relazionali nei confronti dei figli (l intervento è positivamente sperimentato nella convenzione con il Comune di Forlì all interno del progetto di Sostegno alla genitorialità ) La situazione attuale vede coinvolte 5 famiglie monogenitoriali a fronte dei 6 minori inseriti nella struttura e dei potenziali 12 posti disponibili (indicatore di partenza 2.2). I miglioramenti nelle capacità genitoriali potranno essere osservate direttamente dagli operatori del centro ai quali è richiesta una collaborazione quotidiana con la famiglia. Tra l equipe e consulenti ci potranno essere al bisogno momenti di confronto, pertanto, il percorso di sostegno alla genitorialità, effettuato dal personale della coop.va, attraverso le modalità del colloquio individuale o del gruppo di auto-mutuo aiuto, diventa un elemento da condividere con i genitori in

10 sede di contratto iniziale in presenza del servizio. Le SAP coinvolte nell area : responsabilità educativa diffusa Paolo Babini Comunità sperimentale con famiglie accoglienti in rete Santa Cecilia cod. Helios 25016, già precedentemente descritta e impegnata durante l orario diurno e in un servizio educativo rivolto alla prima infanzia Paolo Babini 2 Asilo nido Ambarabaciccicoccò cod. Helios e Paolo Babini Asilo nido Nido di Sofia cod. Helios sono servizi educativi rivolti alla primissima infanzia, il primo posizionato nel centro di Forlì capace di ospitare 20 bambini di età compresa tra i 12 e i 36 mesi nelle fasce orarie 7,30-15,00 mentre il secondo situato nei nuovissimi locali del Villaggio Mafalda può ospitare fino a 39 bambini di età compresa tra i 3 e i 36 mesi nella fascia oraria 7,30-16,30; l equipe è formata rispettivamente da 1 coordinatore pedagogico e 2 educatrici di nido e da 3 educatrici di nido per la seconda struttura. Le attività didattiche che si propongono ai bambini cambiano secondo la loro età e sono meramente ludiche in quanto il gioco è indispensabile per una crescita affettiva, relazionale e cognitiva del bambino. Le attività proposte si ripartiscono in: Attività pittoriche e grafiche (utilizzo di diverse tecniche e materiali) Attività motorie (manipolazione di diversi materiali, coordinazione motoria attraverso percorsi guidati,ecc) Attività percettive (riconoscimento dei colori, prime basi sulla numerazione, ecc.) Attività linguistiche (favole, filastrocche, canzoni, ecc...anche in lingua inglese) Attività sociali (giochi di gruppo guidati e liberi); attualmente nell arco dell anno vengono proposte 5 attività educative (indicatore di partenza). Alcune di queste attività prevedono un momento di svolgimento coi bambini e un altro momento di proposta delle stesse attività con le famiglie, al pomeriggio assieme ai propri figli o serale solo per genitori, l intento di far sperimentare e condividere con le figure genitoriali il percorso didattico sensoriale che i bambini stanno svolgendo viene così agito e inserito in un progetto condiviso e di partecipazione libera del babbo o della mamma o di entrambi. Affianco a questi momenti vengono proposti laboratori pratici rivolti ai genitori su alcune tematiche legate allo sviluppo evolutivo dei bambini o educative che permettano un confronto tra genitori ed il crearsi di relazioni e legami di reciproco sostegno e vicinanza (es. Il caffè delle mamme; laboratorio di apprendimento musicale, laboratorio esperienziale sulle emozioni, gruppi di confronto, laboratorio di costruzione di giocattoli, laboratorio di cucina genitori e figli, ecc). Attualmente le famiglie partecipanti a questi servizi offerti sono in media 9 (indicatore di partenza) Rispetto all ambito: valore sociale del territorio troviamo le seguenti SAP già precedentemente descritte della Cooperativa Paolo Babini e inserite all interno del Villaggio Mafalda, progetto precedentemente citato:paolo Babini Comunità residenziale socio-educativa per minori San Michele cod. Helios helios 7006, Paolo Babini (appartamento di transizione) cod. Helios 75422, Paolo Babini Comunità sperimentale con famiglie accoglienti in rete Santa Cecilia cod. Helios 25016, Paolo Babini, Asilo nido Nido di Sofia cod. Helios 70054, Paolo Babini Comunità semiresid. socio-educativa Diapason cod. Helios 75418, a cui fanno riferimento le attività già precedentemente citate relative al sostegno e supporto alle famiglie. Vengono inoltre promossi attualmente 2 momenti all anno di confronto sulle tematiche genitoriali (indicatore di partenza 2.1) rivolti principalmente ai genitori dei bimbi inseriti nei servizi dell infanzia ma a cui accedono poi anche famiglie del territorio come occasione di confronto, di stimolo che possano aprire ad una mentalità educante ; i riscontri fatti attraverso questionari di verifica e colloqui coi genitori che hanno partecipato denotano un altissimo indice di gradimento e Si risottolinea quindi l attuale servizio di gruppi di mutuo auto-aiuto rivolti a famiglie monogenitoriali con minori in situazione di difficoltà e disagio seguiti dalla comunità Diapason, attualmente partecipato da 5 famiglie monogenitoriali (indicatore di partenza 2.2). RIASSUMENDO: i destinatari (target primario) e beneficiari (target secondario) dell intervento a cui il progetto si rivolge sono: - 15 dei 50 bambini e ragazzi a rischio evolutivo inseriti nelle strutture residenziali presenti nel progetto (Domus 3 cod. Helios 25004, Paolo Babini 3 Comunità residenziale socio-educativa per minori San Giuseppe cod. Helios 25018, Paolo Babini Comunità residenziale socio-educativa per minori San Michele cod. Helios 7006, Paolo Babini Comunità sperimentale con famiglie accoglienti in rete Santa Cecilia cod. Helios 25016) che già vengono seguiti dalle realtà coinvolte ma che necessitano di interventi personalizzati (target primario) e le famiglie d origine o future famiglie affidatarie saranno i beneficiari (target secondario) - tutti i minori presenti nelle SAP Domus 3 cod. Helios 25004, Paolo Babini 3 Comunità residenziale socio-educativa per minori San Giuseppe cod. Helios 25018, Paolo Babini Comunità residenziale socio-educativa per minori San Michele cod. Helios 7006, Paolo Babini Comunità sperimentale con famiglie accoglienti in rete Santa Cecilia cod. Helios su cui si vuole investire in termini di sviluppo delle autonomie e abilità di base potenziando le competenze relazionali - 6 nuovi utenti della SAP Paolo Babini Comunità semiresidenziale socio-educativa Diapason cod. Helios e le rispettive famiglie(target primario) e beneficiaria dell intervento (target secondario) sarà la comunità locale di appartenenza degli utenti - 10 famiglie monogenitoriali (target primario) coinvolte nei progetti delle SAP Domus 5 cod. Helios e Paolo Babini (appartamento di transizione) cod. Helios e beneficiari (target secondario) saranno i rispettivi figli e la

11 comunità sociale - 15 famiglie e bambini inserite nelle SAP Paolo Babini 2 Asilo nido Ambarabaciccicoccò cod. Helios 25017, Paolo Babini Asilo nido Nido di Sofia cod. Helios che usufruiranno dei servizi per l infanzia proposti (target primario) e beneficiario (target secondario) sarà il territorio in cui sono ubicate le strutture ovvero il Comune di Forlì 7) Obiettivi del progetto: - Finalità/scopo del progetto Finalità del progetto Verde Speranza è quella di intervenire sulle dinamiche del territorio sviluppandone le risorse interne affinché diventi a pieno titolo e consapevolmente comunità educante, come dice un noto proverbio africano per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio ed è proprio di questo villaggio metaforico nel proverbio ma da noi individuato concretamente nel VILLAGGIO MAFALDA, ciò di cui la città di Forlì ha bisogno in questo periodo di difficoltà e crisi complessiva ma in particolare dell istituto familiare per ritessere la rete di relazioni, di sistemi e di servizi indispensabili per una dignitosa qualità della vita. - Obiettivi generali del progetto 1 Promuovere e incrementare la responsabilità educativa diffusa dei vari attori del welfare locale 2 Promuovere il valore sociale del territorio 3 Personalizzare i percorsi di cura per bambini/ragazzi a rischio evolutivo 4 Aiutare le persone accolte a sviluppare percorsi di autonomia e la costruzione di reti di relazioni validi - Obiettivi specifici del progetto Servizio: comunità residenziali Domus 3 cod. Helios Domus 5 cod. Helios Paolo Babini 3 Comunità residenziale socio-educativa per minori San Giuseppe cod. Helios Paolo Babini Comunità residenziale socio-educativa per minori San Michele cod. Helios Paolo Babini Comunità sperimentale con famiglie accoglienti in rete Santa Cecilia cod. Helios Paolo Babini (appartamento di transizione) cod. Helios Paolo Babini Comunità semiresidenziale socio-educativa Diapason cod. Helios Bisogno/criticità/potenzialità di Obiettivo specifico Risultato atteso Indicatore di risultato miglioramento (indicato alla voce 6) beneficiari/destinatari/territorio Personalizzare i percorsi di cura Obiettivo.1: migliorare i processi di indicatore 1.1: interventi educativi per bambini/ragazzi a rischio realizzare interventi integrazione e ridurre il personalizzati con un affiancamento specifico e evolutivo mirati sulle rischio evolutivo dei minori individualizzato per 15 utenti con particolari e problematiche evolutive inseriti rilevanti problematiche destinatari: bambini/ragazzi a di minori accolti in sperimentazione del nuovo indicatore 1.2: completamento dei posti rischio evolutivo struttura servizio semiresidenziale potenziali con l inserimento di ulteriori n. 6 beneficiari: famiglie d origine e utenti comunità territoriale d appartenenza Promuovere il valore sociale del territorio in favore e a supporto delle famiglie destinatari: coppie di genitori e famiglie monogenitoriali beneficiari: figli e comunità territoriale di appartenenza Aiutare le persone accolte a sviluppare percorsi di autonomia e la costruzione di reti di relazioni validi Obiettivo 2: incentivare le occasioni di incontro tra genitori Obiettivo 3: apprendimento delle abilità di base e delle competenze relazionali maggiori occasioni di incontro per i genitori e incremento della partecipazione da parte di famiglie monogenitoriali aumento delle attività strutturate in cui vengono esercitate le attività di base e le competenze relazionali e rapporto individualizzato alcuni utenti particolarmente indicatore 2.1: incremento dei momenti di confronto e sostegno reciproco per genitori dai 2 attuali annui a n.5 incontri indicatore 2.2: n. 10 famiglie monogenitoriali che partecipano ai gruppi di mutuo auto-aiuto (il 50% in più rispetto alle 5 attuali) indicatore 3.1: aumento delle attività strutturate alla settimana da 2 a 5 indicatore 3.2: incremento dei monitoraggi sull accrescimento delle competenze relazionali di ogni singolo utente portato da 1 all anno a n 3 problematici Servizio: strutture per l infanzia SAP: Paolo Babini Comunità sperimentale con famiglie accoglienti in rete Santa Cecilia cod. Helios Paolo Babini 2 Asilo nido Ambarabaciccicoccò cod. Helios Paolo Babini Asilo nido Nido di Sofia cod. Helios Promuovere e incrementare la Obiettivo 4: aumento delle attività offerti indicatore 4.1: incremento delle attività educative d

12 responsabilità educativa diffusa dei vari attori del welfare locale destinatari: bimbi 0-6 anni e che usufruiscono dei servizi e loro famiglie beneficiari: comunità territoriale che vede arricchire il proprio parco di offerte incremento delle attività educative interne ai nidi dalle strutture per l infanzia elle strutture per l infanzia per gli utenti proposte da 5 a n 8 indicatore 4.2: n 15 famiglie partecipanti ai servizi/attività educativi proposti (dato iniziale 9) Obiettivi generali per il volontario in servizio civile Confcooperative-Federsolidarietà, in generale,con la sua proposta di servizio civile, persegue, nei confronti dei giovani che intendono partecipare, obiettivi comuni a tutto il territorio nazionale che qui di seguito sono descritti, ossia: offrire al giovane in servizio civile un esperienza formativa valida umanamente e qualificante professionalmente. Ossia, un esperienza significativa di conoscenza, sperimentazione, scambio, educazione e formazione ai valori della solidarietà, della nonviolenza, della promozione umana e integrazione sociale, della cultura del lavoro, coniugati con le esigenze di organizzazione dei fattori produttivi tipici dell impresa cooperativa sociale. essere al servizio della comunità e del territorio. Il giovane in servizio civile, attraverso il progetto, imparerà a mettersi al servizio della comunità locale nel suo complesso per garantire un concreto lavoro per il miglioramento dei fattori di contesto e realizzare un continuo lavoro di manutenzione delle relazioni con il territorio ed i suoi diversi attori vivere un esperienza all interno dell impresa sociale. Trattandosi di realtà che coniugano gli aspetti e le motivazioni sociali e solidaristiche all esperienza concreta, il giovane avrà modo di acquisire specifiche conoscenze e competenze in alcuni ambiti professionali. testimoniare attraverso l azione quotidiana i valori della l. 64/2001. Il giovane avrà modo di acquisire, da un lato, la proposta di approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà e, dall altro, vivrà l esperienza concreta che gli mostrerà come tali valori si possano declinare operativamente nella quotidianità della vita di ciascuno. pertanto, vivrà anche un esperienza utile e coinvolgente con cui è doveroso per il giovane confrontarsi in vista di intraprendere le proprie scelte di vita future. infine, il giovane avrà modo di sperimentare l impegno per la difesa della patria con mezzi non armati e nonviolenti in termini di: o gestione positiva del conflitto o riduzione o superamento della violenza o acquisizione o riconoscimento dei diritti In sintesi, l esperienza di servizio civile nelle realtà accreditate Confcooperative-Federsolidarietà può essere definita, per i giovani in servizio civile nazionale, una esperienza di educazione alla cittadinanza attiva e solidale, dove il servizio offerto costituisce una crescita per tutti gli attori coinvolti. 8) Descrizione del progetto e tipologia dell intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: 8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi - Introduzione Il progetto Verde Speranza sarà articolato attraverso una serie complessa di azioni che vedranno coinvolte da una parte le singole sap al loro interno per un lavoro capillare di intervento sui destinatari principali del progetto e dall altra vedrà il coinvolgimento e il raccordo tra le diverse sap per la promozione congiunta di iniziative concrete a favore del territorio circostante con ripercussioni sull intera comunità locale, coerentemente la filosofia che sta dietro al progetto e che vuole promuovere il ruolo dei diversi attori del territorio per poter essere comunità educante. - Azioni-attività-tempi di realizzazione SERVIZIO: comunità residenziali SAP: - Domus 3 cod. Helios Domus 5 cod. Helios Paolo Babini (appartamento di transizione) cod. Helios Paolo Babini 3 Comunità residenziale socio-educativa per minori San Giuseppe cod. Helios Paolo Babini Comunità residenziale socio-educativa per minori San Michele cod. Helios Paolo Babini Comunità sperimentale con famiglie accoglienti in rete Santa Cecilia cod. Helios Paolo Babini Comunità semiresidenziale socio-educativa Diapason cod. Helios Obiettivo 1 realizzare interventi mirati sulle problematiche evolutive di minori accolti in struttura

13 Azione 1.1: intervento educativo individualizzato su n. 15 utenti Attività individuazione minori con particolari problematiche a cui destinare gli interventi educativi individuali tempi primo mese del progetto Attività stesura dell intervento individualizzato assieme al minore, assistente sociale e coordinatore struttura e psicologo/psicoterapeuta* tempi 1 e 2 mese Attività laboratori artistici: corso di teatro con spettacolo, laboratori manuali di composizione, riciclaggio, costruzione giocattoli e oggettistica per la casa o il divertimento, tempi: dal 2 al 11 mese Attività inserimento in associazioni sportive e promozione dell attività sportiva come momento altamente educativo realizzazione in PARTNERSHIP con INCONTRO SENZA BARRIERE - tempi dal 5 al 10à mese Attività momenti di aggregazione e socializzazione come giochi, animazioni e feste, uscite alla scoperta della città, gite dal 2 al 10 mese Attività attività di recupero scolastico, studio e svolgimento compiti tempi: dal 2 al 10 mese Attività laboratorio innovativo sperimentale ideato assieme agli utenti attraverso la metodologia del brainstorm e tenendo conto dei progetti individuali di ogni minore inserito tempi: dal 2 al 10 mese Attività verifica dell intervento educativo con tutti gli attori coinvolti tempi: 4, 8, 12 mese Azione 1.2: sperimentazione servizio semiresidenziale Attività contatto coi servizi sociali e conoscenza dei casi, inserimento utenti in regime semiresidenziale attraverso la stesura di un progetto individualizzato e accoglienza in struttura - tempi: primi 2 mesi del progetto Attività incontri con le famiglie d origine - tempi: dal 2 al 10 mese Attività laboratori: gioco-sport con attività sportive e motorie, laboratori artistici: corso di teatro con spettacolo, laboratori manuali di composizione, riciclaggio, costruzione giocattoli e oggettistica per la casa o il divertimento, tempi: dal 2 al 11 mese Attività inserimento in associazioni sportive e promozione dell attività sportiva come momento altamente educativo realizzazione in PARTNERSHIP con INCONTRO SENZA BARRIERE - tempi dal 5 al 10à mese Attività momenti di aggregazione e socializzazione come giochi, animazioni e feste, uscite alla scoperta della città, gite dal 2 al 10 mese Attività attività di recupero scolastico, studio e svolgimento compiti tempi: dal 2 al 10 mese Attività laboratorio innovativo sperimentale ideato assieme agli utenti attraverso la metodologia del brainstorm e tenendo conto dei progetti individuali di ogni minore inserito tempi: dal 2 al 10 mese Attività verifica dell inserimento del minore e del percorso di accompagnamento alla famiglia d origine tempi 4, 8 12 mese - Paolo Babini 3 Comunità residenziale socio-educativa per minori San Giuseppe cod. Helios Paolo Babini Comunità residenziale socio-educativa per minori San Michele cod. Helios Paolo Babini Comunità sperimentale con famiglie accoglienti in rete Santa Cecilia cod. Helios Paolo Babini (appartamento di transizione) cod. Helios attività e Partner: ASS. INCONTRO SENZA BARRIERE (ente non profit) In qualità di associazione sportiva contribuirà alla realizzazione di tutte quelle attività sportive rivolte ai minori, attraverso l inserimento degli utenti nelle attività ludico-sportive dando loro la possibilità di entrare in un ambiente sano e a vivere relazioni e interazioni in un contesto non totalmente protetto come la struttura residenziale ma con un attenzione specifica ai ragazzi segnalati e con un osservazione e una guida verso le loro interazioni e comportamenti Obiettivo 2 incentivare le occasioni di incontro tra genitori

14 Azione 2.1: incontri bimestrali per genitori Attività individuazione dei temi di interesse comune da proporre agli incontri tempi 1 mese Attività organizzazione di incontri bimestrali aperti alle famiglie del territorio tempi 1 e 2 mese Attività scelta e contatto dei relatori tempi 2 mese Attività promozione e diffusione tramite volantini e brochure tempi Attività realizzazione degli incontri tempi Azione 2.2: gruppi di mutuo-autoaiuto Attività individuazione dei gruppi di mutuo-auto aiuto tempi 1 mese Attività raccolta segnalazioni di famiglie monogenitoriali (da Az.USL, Comune, consultorio, centro famiglia, reti di relazione informali.) tempi dal 1 al 3 mese Attività contatto con le famiglie individuate e invito alla partecipazione dei genitori single tempi dal 2 al 5 mese del progetto Attività incontro gruppi di mutuo-autoaiuto tempi dal 2 al 12 mese Attività servizio di babysitter/spazio bimbi durante i gruppi dal 2 al 12 mese - Domus 3 cod. Helios Domus 5 cod. Helios Paolo Babini (appartamento di transizione) cod. Helios Paolo Babini 3 Comunità residenziale socio-educativa per minori San Giuseppe cod. Helios Paolo Babini Comunità residenziale socio-educativa per minori San Michele cod. Helios Paolo Babini Comunità sperimentale con famiglie accoglienti in rete Santa Cecilia cod. Helios Azione 3.1: sviluppo abilità di base Attività rilevazione delle competenze di base degli utenti tempi 1 mese Attività organizzazione e strutturazione delle attività necessarie a sviluppare le abilità mancanti o non giudicate sufficienti tempi 1 e 2 mese Attività cura di sé e dei propri oggetti personali (dall igiene all organizzazione spazio temporale di sé e delle proprie cose) tempi da 2 mese al 12 mese Attività gestione dello studio e dei compiti (dall organizzazione e preparazione del materiale al riordino) tempi da 2 mese al 12 mese Attività cura e riordino dei propri spazi personali tempi da 2 mese al 12 mese Azione 3.2: sviluppo competenze relazionali Attività predisposizione monitoraggio sulla valutazione delle competenze relazionali tempi 1 mese Attività osservazione degli utenti e realizzazione 1 monitoraggio- tempi dal 1 al 2 mese Attività sperimentazione degli utenti in una serie di rapporti interpersonali strutturati e non (attività sportive, di gioco guidato, attività ricreative, attività ludico ricreative, momenti di socializzazione libera, momenti di contatto con l eventuale famiglia di origine, momenti di colloquio e relazione con gli educatori, dinamiche nel grande gruppo e nel piccolo gruppo, relazioni nel contesto scuola e informale) - tempi dal 2 al 12 mese Attività osservazione degli utenti e realizzazione 2 monitoraggio tempi dal 2 al 6 mese Attività osservazione degli utenti in situazioni protette e non (in particolare attraverso la partecipazione a momenti pubblici, iniziative culturali, sportive, artistiche anche attraverso uscite e visite didattiche a luoghi del territorio) dal 6 al 10 mese in PARTNERSHIP con UNIVERSITA VILLA AURORA Attività realizzazione 3 monitoraggio e bilancio finale delle competenze dal 11 al 12 mese SERVIZIO: servizi per l infanzia SAP: - Paolo Babini Comunità sperimentale con famiglie accoglienti in rete Santa Cecilia cod. Helios Paolo Babini 2 Asilo nido Ambarabaciccicoccò cod. Helios Paolo Babini Asilo nido Nido di Sofia cod. Helios Azione 4.1: laboratorio educativo sensoriale Attività musica in culla, formazione per gli operatori e organizzazione laboratorio- tempi 1-2 mese Attività ascolto e produzione musicale- tempi 3 mese Attività realizzazione di canzoni autoprodotte tempi 4 mese Attività esercizi con la musica tempi dal 5 al 8 mese Azione 4.2: percorso educativo sulle autonomie: Attività attività di cura personale dei bimbi e di gioco guidato per tutto il periodo del progetto attività Partner AXTERISCO (ente Profit) L impresa è un agenzia affermata nel campo della comunicazione e della pubblicità che supervisionerà gratuitamente tutto l aspetto legato alla ideazione, promozione e diffusione del materiale informativo sugli incontri per genitori, attraverso l ideazione di un pieghevole accattivante e funzionale. Obiettivo 3: apprendimento delle abilità di base e delle competenze relazionali attività UNIVERSITA Istituto Avventista di Cultura Biblica Facoltà di Teologia e Dipartimento di Lingua, cultura e arte italiana (ente Università) il Dipartimento di lingua, cultura e arte italiana organizzerà e proporrà al gruppo di utenti coinvolti nel progetto una serie di iniziative aperte al pubblico con un alta valenza culturale che vedranno la realizzazione di 3 incontri sulla cultura biblica, un corso di approfondimento della lingua italiana e alcune visite guidate, su richiesta, per conoscere più a fondo l arte e la cultura italiana. Obiettivo 4 incremento delle attività educative interne ai nidi

15 Attività giocando a testa in giù : psicomotricità guidata per consente al bambino di esprimersi in modo globale spontaneo- tempi dal 4 all 8 mese Attività orientamento nel tempo e nello spazio attraverso giochi e momenti strutturati con materiali di uso quotidiano tempi dal 2 al 12 mese Attività laboratorio innovativo sperimentale da ideare seguendo gli stimoli e l età evolutiva dei bimbi inseriti tempi dal 4 all 8 mese Azione 4.3 laboratorio educativo integrato per genitori e bambini Attività corso di formazione sulla lettura e il racconto storie tempi: 2 mese Attività lettura animata di favole e racconti tempi dal 3 al 4 mese Attività drammatizzazione di favole e racconti tempi dal 5 al 10 mese Azione 4.4 ciclo di incontri di sostegno alla genitorialità Attività realizzazione di n 6 incontri tra gennaio e maggio per riflettere sulla crescita del bambino da 0 a 3 anni tenute da una psicologa/psicoterapeuta tempi dal 3 al 7 mese Attività presentazione e discussione sul libro mille carezze tempi 2 mese - Azioni a latere Il periodo di accoglienza coprirà indicativamente il primo mese di servizio; durante la prima settimana di servizio partirà il primo modulo della formazione specifica attraverso il quale il volontario potrà iniziare a comprendere l identità e la specificità della struttura in cui svolge servizio e il suo funzionamento, nonché conoscere tutti i servizi che questa svolge e progetti in atto e venire in contatto con tutto il personale. Per tutto il primo periodo verrà affiancato durante tutto l orario di servizio dal suo OLP o dal coordinatore del servizio che gli mostrerà nel dettaglio le mansioni e le attività che dovrà svolgere avendo cura di verificare la sua comprensione e il progressivo apprendimento delle nozioni necessarie per svolgere i compiti assegnatogli. Il formatore specifico si preoccuperà di fornire tutto il materiale e la documentazione necessaria per supportare il processo di apprendimento e farà momenti di verifica e supporto individuale con ciascun volontario per valutare assieme le aree di conoscenza su cui è necessario soffermarsi maggiormente. Durante il periodo di accoglienza l olp farà una verifica settimanale sull andamento dell inserimento attraverso un colloquio e monitorando le reazioni e le dinamiche relazionali del giovane durante i primi contatti con persone straniere Per la descrizione delle attività della Formazione generale e specifica si rinvia rispettivamente alle voci: 29/34 e 35/41. Per la descrizione delle attività di Monitoraggio si rinvia alle voci 21) e 42). Per le attività di Promozione e sensibilizzazione del Servizio civile nazionale si rinvia alla voce 17). Altre attività (oltre a quelle descritte sopra) che permetteranno ai volontari di acquisire le competenze e le professionalità indicate alla voce 28) e certificate e riconosciute dall ente formativo IRECOOP EMILIA ROMAGNA e dal Consorzio di Solidarietà Sociale di Forlì. Mesi 10/ 11 Azioni Avvio ed accoglienza volontari X Formazione generale (voci 29/34) X X X X X X Formazione specifica (voci 35/41) X X X X X X X X X Attività di promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile (voce 17) X X X X X a livello locale - a livello nazionale X X X X X X X X X X X X Obiettivo 1 realizzare interventi mirati sulle problematiche evolutive di minori accolti in struttura (hp temporale di raggiungimento) Azione 1.1: intervento educativo individualizzato su n. 15 utenti Attività individuazione minori con particolari problematiche a cui X destinare gli interventi educativi individuali tempi primo mese del progetto Attività stesura dell intervento individualizzato X X assieme al minore, assistente sociale e coordinatore struttura tempi 1 e 2 mese Attività laboratori artistici: corso di teatro con spettacolo, X X X X X X X X X X laboratori manuali di composizione, riciclaggio, costruzione giocattoli e oggettistica per la casa o il divertimento, tempi: dal 2 al 11 mese Attività inserimento in associazioni sportive e promozione X X X X X X dell attività sportiva come momento altamente educativo realizzazione in PARTNERSHIP con INCONTRO SENZA BARRIERE tempi dal 5 al 10à mese Attività momenti di aggregazione e socializzazione X X X X X X X X X come giochi, animazioni e feste, uscite alla scoperta della città, gite dal 2 al 10 mese Attività attività di recupero scolastico, studio e svolgimento X X X X X X X X X compiti tempi: dal 2 al 10 mese Attività laboratorio innovativo sperimentale ideato assieme agli X X X X X X X X X utenti attraverso la metodologia del brainstorm e tenendo conto dei progetti individuali di ogni minore inserito tempi: dal 2 al 10 mese Attività verifica dell intervento educativo con tutti gli attori coinvolti tempi: 4, 8, 12 mese X X X

16 Azione 1.2: sperimentazione servizio semiresidenziale Attività contatto coi servizi sociali e conoscenza dei casi, inserimento utenti in regime semiresidenziale attraverso la stesura di un progetto individualizzato e accoglienza in struttura tempi: primi 2 mesi del progetto Attività incontri con le famiglie d origine tempi: dal 2 al 10 mese Attività laboratori: gioco-sport con attività sportive e motorie, laboratori artistici: corso di teatro con spettacolo, laboratori manuali di composizione, riciclaggio, costruzione giocattoli e oggettistica per la casa o il divertimento, tempi: dal 2 al 11 mese Attività inserimento in associazioni sportive e promozione dell attività sportiva come momento altamente educativo realizzazione in PARTNERSHIP con INCONTRO SENZA BARRIERE - tempi dal 5 al 10à mese Attività momenti di aggregazione e socializzazione come giochi, animazioni e feste, uscite alla scoperta della città, gite dal 2 al 10 mese Attività attività di recupero scolastico, studio e svolgimento compiti tempi: dal 2 al 10 mese Attività laboratorio innovativo sperimentale ideato assieme agli utenti attraverso la metodologia del brainstorm e tenendo conto dei progetti individuali di ogni minore inserito tempi: dal 2 al 10 mese Obiettivo 2 incentivare le occasioni di incontro tra genitori (hp temporale di raggiungimento) Azione 2.1: incontri bimestrali per genitori Attività individuazione dei temi di interesse comune da proporre agli incontri tempi 1 mese Attività organizzazione di incontri bimestrali aperti alle famiglie del territorio tempi 1 e 2 mese Attività scelta e contatto dei relatori tempi 2 mese Attività promozione e diffusione tramite ideazione grafica e pubblicitaria a cura di GRAFIKAMENTE, del calendario degli incontri tempi X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X Attività realizzazione degli incontri tempi X X X X X Azione 2.2: gruppi di mutuo-autoaiuto Attività individuazione dei gruppi di mutuo-auto aiuto tempi X 1 mese Attività raccolta segnalazioni di famiglie monogenitoriali (da Az.USL, Comune, consultorio, centro famiglia, reti di relazione informali.) tempi dal 1 al 3 mese Attività contatto con le famiglie individuate e invito alla partecipazione dei genitori single tempi dal 2 al 5 mese del progetto Attività incontro gruppi di mutuo-autoaiuto tempi dal 2 al 12 mese Attività servizio di babysitter/spazio bimbi durante i gruppi dal 2 al 12 mese Obiettivo 3 apprendimento delle abilità di base e delle competenze relazionali (hp temporale di raggiungimento) Azione 3.1: sviluppo abilità di base Attività rilevazione delle competenze di base degli utenti tempi 1 mese Attività organizzazione e strutturazione delle attività necessarie a sviluppare le abilità mancanti o non giudicate sufficienti tempi 1 e 2 mese Attività cura di sé e dei propri oggetti personali (dall igiene all organizzazione spazio temporale di sé e delle proprie cose) tempi da 2 mese al 12 mese Attività gestione dello studio e dei compiti (dall organizzazione e preparazione del materiale al riordino) tempi da 2 mese al 12 mese X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X Attività cura e riordino dei propri spazi personali tempi da 2 mese al 12 mese Azione 3.2: sviluppo competenze relazionali X X X X X X X X X X X Attività predisposizione monitoraggio sulla valutazione delle X competenze relazionali tempi 1 mese Attività osservazione degli utenti e realizzazione 1 monitoraggio- X X tempi dal 1 al 2 mese Attività sperimentazione degli utenti in una serie di rapporti X X X X X X X X X X X interpersonali strutturati e non (attività sportive, di gioco guidato, attività ricreative, attività ludico ricreative, momenti di socializzazione libera, momenti di contatto con l eventuale famiglia di origine, momenti di colloquio e relazione con gli educatori, dinamiche nel grande gruppo e nel piccolo gruppo, relazioni nel contesto scuola e informale) - tempi dal 2 al 12 mese Attività osservazione degli utenti e realizzazione 2 monitoraggio X X X X X

17 tempi dal 2 al 6 mese Attività osservazione degli utenti in situazioni protette e non (in particolare attraverso la partecipazione a momenti pubblici, iniziative culturali, sportive, artistiche anche attraverso uscite e visite didattiche a luoghi del territorio) dal 6 al 10 mese in PARTNERSHIP con UNIVERSITA VILLA AURORA X X X X X Attività realizzazione 3 monitoraggio e bilancio finale delle X X competenze dal 11 al 12 mese Obiettivo 4 incremento delle attività educative interne ai nidi (hp temporale di raggiungimento) Azione 4.1: laboratorio educativo sensoriale X X X X X X X X X X Attività musica in culla, formazione per gli operatori e X X organizzazione laboratorio- tempi 1-2 mese Attività ascolto e produzione musicale- tempi 3 mese X Attività realizzazione di canzoni autoprodotte tempi 4 mese X Attività esercizi con la musica tempi dal 5 al 8 mese X X X X Azione 4.2: percorso educativo sulle autonomie: Attività attività di cura personale dei bimbi e di gioco guidato per X X X X X X X X X X X X tutto il periodo del progetto Attività giocando a testa in giù : psicomotricità guidata per X X X X X consente al bambino di esprimersi in modo globale spontaneo- tempi dal 4 all 8 mese Attività orientamento nel tempo e nello spazio attraverso giochi e X X X X X X X X X X X momenti strutturati con materiali di uso quotidiano tempi dal 2 al 12 mese Attività laboratorio innovativo sperimentale da ideare seguendo gli X X X X X stimoli e l età evolutiva dei bimbi inseriti tempi dal 4 all 8 mese Azione 4.3 laboratorio educativo integrato per genitori e bambini Attività corso di formazione sulla lettura e il racconto X storie tempi: 2 mese Attività lettura animata di favole e racconti tempi X X dal 3 al 4 mese Attività drammatizzazione di favole e racconti tempi dal 5 al X X X X X X 10 mese Azione 4.4 ciclo di incontri di sostegno alla genitorialità Attività realizzazione di n 6 incontri tra gennaio e maggio per X X X X X riflettere sulla crescita del bambino da 0 a 3 anni tenute da una psicologa/psicoterapeuta tempi dal 3 al 7 mese Attività presentazione e discussione sul libro mille carezze - tempi X 2 mese Monitoraggio interno (voce 20) X X Monitoraggio formazione (voce 42) X X 8.2 Risorse umane complessive necessarie per l espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività Per la realizzazione del presente progetto sono coinvolte complessivamente 104 persone con diversi ruoli e gradi di responsabilità per la conduzione delle varie azioni ed attività indicate alla voce 8.1. Nello specifico, con riferimento alle attività da svolgere, in funzione delle professionalità e del ruolo ricoperto da ciascuno, la situazione può essere descritta come segue: SERVIZIO: comunità residenziali SAP: - Domus 3 cod. Helios Domus 5 cod. Helios Paolo Babini (appartamento di transizione) cod. Helios Paolo Babini 3 Comunità residenziale socio-educativa per minori San Giuseppe cod. Helios Paolo Babini Comunità residenziale socio-educativa per minori San Michele cod. Helios Paolo Babini Comunità semiresidenziale socio-educativa Diapason cod. Helios ATTIVITA NEL PROGETTO: Azione 1.1: intervento educativo individualizzato su n. 15 utenti Attività individuazione minori con particolari problematiche a cui destinare gli interventi educativi individuali tempi primo mese del progetto Attività stesura dell intervento individualizzato assieme al minore, assistente sociale e coordinatore struttura tempi 1 e 2 mese Attività laboratori artistici: corso di teatro con spettacolo, laboratori manuali di composizione, riciclaggio, costruzione giocattoli e oggettistica per la casa o il divertimento, tempi: dal 2 al 11 mese Attività inserimento in associazioni sportive e promozione dell attività sportiva come momento altamente educativo realizzazione in PARTNERSHIP con INCONTRO SENZA BARRIERE tempi dal 5 al 10à mese Attività momenti di aggregazione e socializzazione come giochi, animazioni e feste, uscite alla scoperta della città, gite dal 2 al 10 mese Attività attività di recupero scolastico, studio e svolgimento compiti tempi: dal 2 al 10 mese

18 Attività laboratorio innovativo sperimentale ideato assieme agli utenti attraverso la metodologia del brainstorm e tenendo conto dei progetti individuali di ogni minore inserito tempi: dal 2 al 10 mese Attività verifica dell intervento educativo con tutti gli attori coinvolti tempi: 4, 8, 12 mese Azione 1.2: sperimentazione servizio semiresidenziale Attività contatto coi servizi sociali e conoscenza dei casi, inserimento utenti in regime semiresidenziale attraverso la stesura di un progetto individualizzato e accoglienza in struttura tempi: primi 2 mesi del progetto Attività incontri con le famiglie d origine tempi: dal 2 al 10 mese Attività laboratori: gioco-sport con attività sportive e motorie, laboratori artistici: corso di teatro con spettacolo, laboratori manuali di composizione, riciclaggio, costruzione giocattoli e oggettistica per la casa o il divertimento, tempi: dal 2 al 11 mese Attività inserimento in associazioni sportive e promozione dell attività sportiva come momento altamente educativo realizzazione in PARTNERSHIP con INCONTRO SENZA BARRIERE - tempi dal 5 al 10à mese Attività momenti di aggregazione e socializzazione come giochi, animazioni e feste, uscite alla scoperta della città, gite dal 2 al 10 mese Attività attività di recupero scolastico, studio e svolgimento compiti tempi: dal 2 al 10 mese Attività laboratorio innovativo sperimentale ideato assieme agli utenti attraverso la metodologia del brainstorm e tenendo conto dei progetti individuali di ogni minore inserito tempi: dal 2 al 10 mese Attività verifica dell inserimento del minore e del percorso di accompagnamento alla famiglia d origine tempi 4, 8 12 mese Azione 2.1: incontri bimestrali per genitori Attività individuazione dei temi di interesse comune da proporre agli incontri tempi 1 mese Attività organizzazione di incontri bimestrali aperti alle famiglie del territorio tempi 1 e 2 mese Attività scelta e contatto dei relatori tempi 2 mese Attività promozione e diffusione tramite ideazione grafica e pubblicitaria a cura di GRAFIKAMENTE, del calendario degli incontri tempi Attività realizzazione degli incontri tempi Azione 2.2: gruppi di mutuo-autoaiuto Attività individuazione dei gruppi di mutuo-auto aiuto tempi 1 mese Attività raccolta segnalazioni di famiglie monogenitoriali (da Az.USL, Comune, consultorio, centro famiglia, reti di relazione informali.) tempi dal 1 al 3 mese Attività contatto con le famiglie individuate e invito alla partecipazione dei genitori single tempi dal 2 al 5 mese del progetto Attività incontro gruppi di mutuo-autoaiuto tempi dal 2 al 12 mese Attività servizio di babysitter/spazio bimbi durante i gruppi dal 2 al 12 mese Azione 3.1: sviluppo abilità di base Attività rilevazione delle competenze di base degli utenti tempi 1 mese Attività organizzazione e strutturazione delle attività necessarie a sviluppare le abilità mancanti o non giudicate sufficienti tempi 1 e 2 mese Attività cura di sé e dei propri oggetti personali (dall igiene all organizzazione spazio temporale di sé e delle proprie cose) tempi da 2 mese al 12 mese Attività gestione dello studio e dei compiti (dall organizzazione e preparazione del materiale al riordino) tempi da 2 mese al 12 mese Attività cura e riordino dei propri spazi personali tempi da 2 mese al 12 mese Azione 3.2: sviluppo competenze relazionali Attività predisposizione monitoraggio sulla valutazione delle competenze relazionali tempi 1 mese Attività osservazione degli utenti e realizzazione 1 monitoraggio- tempi dal 1 al 2 mese Attività sperimentazione degli utenti in una serie di rapporti interpersonali strutturati e non (attività sportive, di gioco guidato, attività ricreative, attività ludico ricreative, momenti di socializzazione libera, momenti di contatto con l eventuale famiglia di origine, momenti di colloquio e relazione con gli educatori, dinamiche nel grande gruppo e nel piccolo gruppo, relazioni nel contesto scuola e informale) - tempi dal 2 al 12 mese Attività osservazione degli utenti e realizzazione 2 monitoraggio tempi dal 2 al 6 mese Attività osservazione degli utenti in situazioni protette e non (in particolare attraverso la partecipazione a momenti pubblici, iniziative culturali, sportive, artistiche anche attraverso uscite e visite didattiche a luoghi del territorio) dal 6 al 10 mese in PARTNERSHIP con UNIVERSITA VILLA AURORA Attività realizzazione 3 monitoraggio e bilancio finale delle competenze dal 11 al 12 mese N e PROFESSIONALITA : 4 coordinatori pedagogici con laurea in sociologia 8 responsabile di servizio con titolo di educatore professionale 57 educatori con laurea in scienze della formazione o titolo equipollente rilasciato da Regione 5 Operatore socio sanitario con qualifica OSS 3 Operatore sociale con qualifica regionale 2 Animatori con qualifica regionale 5 esperto sportivo laureato ISEF 3 esperti d arte diplomati istituto d arte 2 designer tecnici grafici 1 psicologa/psicoterapeuta RUOLO SPECIFICO DA SVOLGERE (IN RELAZIONE AD ATTIVITA E OBBIETTIVI): Coordinatore pedagogico: ha il compito di supervisionare sul progetto di ogni struttura e sugli obiettivi decisi, collabora alla ricerca, seleziona e sceglie il personale da assumere e/o da inserire come volontario; cura l accoglienza delle nuove risorse umane, anche volontarie; realizza colloqui individuali o di gruppo con le risorse umane; è punto di riferimento per le attività formative della Cooperativa; cura le registrazioni del Sistema di Governo Qualità circa le sue competenze e aggiorna le registrazioni relative alla formazione; partecipa all organizzazione (progettazione, monitoraggio e verifica) dei corsi di formazione rivolti alle risorse umane, anche volontarie; mantiene e cura i rapporti tra la propria organizzazione e le altre organizzazioni del territorio Responsabile di servizio: ha responsabilità diretta per tutto quello che accade nella struttura, si occuperà della stesura, monitoraggio, adattamento e verifica del piano educativo individualizzato dei minori inseriti assieme all assistente sociale di competenza, tiene i rapporti coi servizi sociali e altre realtà esterne come scuola e comunità territoriale, elabora

19 il programma annuale del servizio ed il sistema di valutazione dello stesso, in collaborazione con il coordinamento operativo elabora e propone modifiche al servizio, coerentemente all evoluzione di bisogni compatibili con le risorse disponibili, per migliorare il servizio stesso e la condizione degli utenti, organizza e gestisce, in particolare, le risorse umane, le attività, per garantire una adeguata risposta agli utenti, in coerenza con la politica e strategia di assistenza della cooperativa., elabora e definisce le prassi del lavoro all interno del servizio in relazione con gli altri servizi della Cooperativa., definisce i metodi e i sistemi informativi per garantire una corretta documentazione delle attività di servizio, assicura lo sviluppo della qualità del servizio della vita dell utente attraverso: la corretta gestione della presa in carico dell utente e la gestione dei rapporti con i familiari degli utenti., gestisce il piano di valutazione del servizio attraverso sistemi di controllo e processi di valutazione e soddisfazione degli utenti, mantiene i rapporti con i servizi sociali Assistente sociale si occuperà della stesura, monitoraggio, adattamento e verifica del piano educativo individualizzato dei minori inseriti Educatore: si occuperà della realizzazione del piano educativo personalizzato dei minori, seguirà gli interventi individuali volti all integrazione sociale e allo sviluppo delle capacità personali attraverso il coinvolgimento diretto e continuativo nel rapporto con il minore, partecipa attivamente ai lavori dell equipe, ha responsabilità specifiche sulla gestione dell utente e dell ambiente, utilizza gli strumenti per l osservazione, partecipa all elaborazione, alla compilazione e alla verifica del progetto specifico in collaborazione con l equipe, gestisce le attività quotidiane (ludiche, didattiche, educative, laboratoriali, cura dell ambiente, preparazione pasti, ecc.) Operatore socio sanitario: si occuperanno di tutti gli aspetti di cura legati all assistenza dei minori Operatore sociale: svolgerà mansioni attinenti alla vita della casa compresi i trasporti e le attività di riordino mirate al sostegno e all educazione dei minori Animatore: si occuperà della gestione e organizzazione di tutti i momenti animativi e ludici dei minori Psicologo/psicoterapeuta: svolgerà interventi di consulenza all equipe, supervisione dei casi e incontri di terapia o consulenza coi minori che necessitano di un intervento mirato Esperto sportivo: si occuperà di coordinare e gestire tutte le attività sportive Esperto d arte: si occuperà di coordinare e gestire tutti gli interventi laboratoriali e percorsi artistici Designer: si occuperà dell ideazione grafica e promozione degli opuscoli informativi SERVIZIO: servizi per l infanzia SAP: - Paolo Babini Comunità sperimentale con famiglie accoglienti in rete Santa Cecilia cod. Helios Paolo Babini Asilo nido Nido di Sofia cod. Helios Paolo Babini 2 Asilo nido Ambarabaciccicoccò cod. Helios ATTIVITA NEL PROGETTO: Azione 4.1: laboratorio educativo sensoriale Attività musica in culla, formazione per gli operatori e organizzazione laboratorio- tempi 1-2 mese Attività ascolto e produzione musicale- tempi 3 mese Attività realizzazione di canzoni autoprodotte tempi 4 mese Attività esercizi con la musica tempi dal 5 al 8 mese Azione 4.2: percorso educativo sulle autonomie: Attività attività di cura personale dei bimbi e di gioco guidato per tutto il periodo del progetto Attività giocando a testa in giù : psicomotricità guidata per consente al bambino di esprimersi in modo globale spontaneo- tempi dal 4 all 8 mese Attività orientamento nel tempo e nello spazio attraverso giochi e momenti strutturati con materiali di uso quotidiano tempi dal 2 al 12 mese Attività laboratorio innovativo sperimentale da ideare seguendo gli stimoli e l età evolutiva dei bimbi inseriti tempi dal 4 all 8 mese Azione 4.3 laboratorio educativo integrato per genitori e bambini Attività corso di formazione sulla lettura e il racconto storie tempi: 2 mese Attività lettura animata di favole e racconti tempi dal 3 al 4 mese Attività drammatizzazione di favole e racconti tempi dal 5 al 10 mese Azione 4.4 ciclo di incontri di sostegno alla genitorialità Attività realizzazione di n 6 incontri tra gennaio e maggio per riflettere sulla crescita del bambino da 0 a 3 anni tenute da una psicologa/psicoterapeuta tempi dal 3 al 7 mese Attività presentazione e discussione sul libro mille carezze tempi 2 mese N e PROFESSIONALITA : 1 coordinatore pedagogico con laurea 1 responsabile di servizio con laurea 4 educatori con laurea in scienze dell educazione 5 insegnante di nido con laurea in scienze della formazione primaria 1 esperto di educazione musicale laureato in pianoforte 1 esperto di drammatizzazione 1 psicologa/psicoterapeuta RUOLO SPECIFICO DA SVOLGERE (IN RELAZIONE AD ATTIVITA E OBBIETTIVI): - coordinatore pedagogico con laurea: ha il compito di supervisionare sul progetto di ogni struttura e sugli obiettivi decisi, collabora alla ricerca, seleziona e sceglie il personale da assumere e/o da inserire come volontario; cura l accoglienza delle nuove risorse umane, anche volontarie; realizza colloqui individuali o di gruppo con le risorse umane; è punto di riferimento per le attività formative della Cooperativa; cura le registrazioni del Sistema di Governo Qualità circa le sue competenze e aggiorna le registrazioni relative alla formazione; partecipa all organizzazione (progettazione, monitoraggio e verifica) dei corsi di formazione rivolti alle risorse umane, anche volontarie; mantiene e cura i rapporti tra la propria organizzazione e le altre organizzazioni del territorio - responsabile di servizio con laurea: ha responsabilità diretta per tutto quello che accade nei centri, si occuperà della stesura, monitoraggio, adattamento e verifica del piano educativo individualizzato dei minori inseriti assieme ai genitori, tiene i rapporti coi, elabora il programma annuale del servizio ed il sistema di valutazione dello stesso, in collaborazione con il coordinamento operativo elabora e propone modifiche al servizio, coerentemente all evoluzione di bisogni compatibili con le risorse disponibili, per migliorare il servizio stesso e la condizione degli utenti, organizza e gestisce, in particolare, le risorse umane, le attività, per garantire una adeguata risposta agli utenti, in coerenza con la politica e strategia di assistenza della cooperativa., elabora e definisce le prassi del lavoro all interno del servizio in relazione con gli altri servizi della Cooperativa.,

20 definisce i metodi e i sistemi informativi per garantire una corretta documentazione delle attività di servizio, assicura lo sviluppo della qualità del servizio della vita dell utente attraverso: la corretta gestione della presa in carico del bimbo e la gestione dei rapporti con i familiari, gestisce il piano di valutazione del servizio attraverso sistemi di controllo e processi di valutazione e soddisfazione delle famiglie - educatori con laurea in scienze dell educazione: si occuperà della realizzazione del piano educativo personalizzato dei minori, seguirà gli interventi individuali volti all integrazione sociale e allo sviluppo delle capacità personali attraverso il coinvolgimento diretto e continuativo nel rapporto con il minore, partecipa attivamente ai lavori dell equipe, ha responsabilità specifiche sulla gestione dell utente e dell ambiente, utilizza gli strumenti per l osservazione, partecipa all elaborazione, alla compilazione e alla verifica del progetto specifico in collaborazione con l equipe, gestisce le attività quotidiane (ludiche, didattiche, educative, laboratoriali, cura dell ambiente, preparazione pasti, ecc.) - insegnante di nido con laurea in scienze della formazione primaria: gestisce tutte le attività quotidiane coi bimbi, si occupa della loro cura e igiene personale e degli spazi in cui stanno, fornisce stimoli relazionali, didattici ed educativi; organizza laboratori e cura il rapporto con le famiglie - esperto di educazione musicale laureato in pianoforte: curerà tutte le attività musicali proposte - esperto di drammatizzazione: curerà tutte le attività di drammatizzazione e lettura animata - psicologa/psicoterapeuta: preparerà e condurrà gli incontri di sostegno alla genitorialità 8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell ambito del progetto - Fase dell accoglienza Il periodo di accoglienza coprirà indicativamente il primo mese di servizio; durante la prima settimana di servizio partirà il primo modulo della formazione specifica attraverso il quale il volontario potrà iniziare a comprendere l identità e la specificità della struttura in cui svolge servizio e il suo funzionamento, nonché conoscere tutti i servizi che questa svolge e progetti in atto e venire in contatto con tutto il personale. Per tutto il primo periodo verrà affiancato durante tutto l orario di servizio dal suo OLP o dal coordinatore del servizio che gli mostrerà nel dettaglio le mansioni e le attività che dovrà svolgere avendo cura di verificare la sua comprensione e il progressivo apprendimento delle nozioni necessarie per svolgere i compiti assegnatogli. Il formatore specifico si preoccuperà di fornire tutto il materiale e la documentazione necessaria per supportare il processo di apprendimento e farà momenti di verifica e supporto individuale con ciascun volontario per valutare assieme le aree di conoscenza su cui è necessario soffermarsi maggiormente. Durante il periodo di accoglienza l olp farà una verifica settimanale sull andamento dell inserimento attraverso un colloquio e monitorando le reazioni e le dinamiche relazionali del giovane durante i primi contatti con i minori destinatari del progetto. - Ruolo e compiti assegnati ai volontari in servizio civile nel presente progetto Si riporta nel dettaglio i compiti assegnati ai volontari in servizio civile nel presente progetto. Tali compiti saranno diversi e specifici all interno delle due tipologie di SAP, si riporta nel dettaglio quanto previsto per la realizzazione del progetto. Il giovane all interno delle SAP: Domus 5 cod. Helios 25006, Domus 3 cod. Helios 25004, Paolo Babini (appartamento di transizione) cod. Helios 75422, Paolo Babini 3 Comunità residenziale socio-educativa per minori San Giuseppe cod. Helios 25018, Paolo Babini Comunità residenziale socio-educativa per minori San Michele cod. Helios 70061, Paolo Babini Comunità semiresidenziale socio-educativa Diapason cod. Helios si occuperà di: Azione 1.1: intervento educativo individualizzato su n. 15 utenti Attività supporterà gli operatori nei laboratori artistici aiutando e stimolando i minori inseriti nella partecipazione alle attività, collaborerà alla realizzazione dei laboratori manuali di composizione, riciclaggio, costruzione giocattoli e oggettistica per la casa o il divertimento, tempi: dal 2 al 11 mese Attività accompagnerà i minori nello svolgimento delle attività sportive presso le sedi delle associazioni/società a cui sono iscritti e raccoglierà dagli istrutturi elementi di confronti e stimolo educativo da riferire agli educatori tempi dal 5 al 10à mese Attività organizzerà, proporrà e supporterà i momenti di aggregazione e socializzazione attraverso la proposta di giochi, attività animative e feste, predisporrà i materiali necessari, spiegherà le regole e coordinerà la partecipazione tra i diversi minori, accompagnerà inoltre il gruppo dei ragazzi o singoli utenti in uscite alla scoperta della città, in momenti di gita supervisionando le modalità di relazione e scambi con le persone conoscenti o estranee del territorio dal 2 al 10 mese Attività Aiuterà i minori nello svolgimento dei compiti e predisporrà assieme agli educatori attività di recupero scolastico, li sosterrà nello studio favorendo metodologie che facilitino l apprendimento e l organizzazione scolastica, cercherà di supportare i minori senza sostituirsi ad essi favorendo un graduale processo di autonoma dal 2 al 10 mese Attività il volontario parteciperà al laboratorio innovativo sperimentale ideato assieme agli utenti attraverso la metodologia del brainstorm e tenendo conto dei progetti individuali di ogni minore inserito, sarà parte integrante del gruppo intervenendo assieme agli educatori nella progettazione e realizzazione di quanto concordato. tempi: dal 2 al 10 mese Azione 1.2: sperimentazione servizio semiresidenziale Attività Parteciperà attraverso l organizzazione e promozione di laboratori come il gioco-sport con attività sportive e motorie, dei laboratori artistici:attraverso la realizzaizone di piccoli performance teatrali con eventuale spettacolo per i genitori, di laboratori manuali di composizione, riciclaggio, costruzione oggettistica per la casa o il divertimento, lavorazione del legno, delle biciclette, riparazione di biciclette e altri accessori. tempi: dal 2 al 11 mese Attività favorirà la partecipazione e l inserimento del minore in associazioni e società sportive accompagnandolo attraverso l incoraggiamento e il supporto logistico- tempi dal 5 al 10à mese Attività organizzerà, proporrà e supporterà i momenti di aggregazione e socializzazione attraverso la proposta di giochi, attività animative e feste, predisporrà i materiali necessari, spiegherà le regole e coordinerà la partecipazione tra i diversi minori, accompagnerà inoltre il gruppo dei ragazzi o singoli utenti in uscite alla scoperta della città, in momenti di gita supervisionando le modalità di relazione e scambi con le persone conoscenti o estranee del territorio dal 2 al 10 mese Attività Aiuterà i minori nello svolgimento dei compiti e predisporrà assieme agli educatori attività di recupero scolastico, li

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