RELAZIONE FINALE IL BULLISMO: UN FENOMENO CHE CI RIGUARDA MA CHE NON CI APPARTIENE

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1 RELAZIONE FINALE IL BULLISMO: UN FENOMENO CHE CI RIGUARDA MA CHE NON CI APPARTIENE Introduzione: Il progetto Il Bullismo: un fenomeno che ci riguarda ma che non deve appartenerci è stato presentato, coerentemente alle linee ministeriali, per aumentare la consapevolezza circa i fenomeni di bullismo e cyberbullismo in un ottica preventiva. Inizialmente il progetto è stato rivolto alle classi quinte della scuola primaria e prime della scuola secondaria di primo grado, coinvolgendo una fascia d età che statisticamente è più rappresentativa di quella maggiormente coinvolta nei fenomeni presi in esame. Tuttavia, il Preside ha rilevato la necessità di coinvolgere un numero maggiore di studenti e insegnanti allargando il progetto anche alle classi quarte della scuola primaria e seconde della scuola secondaria di primo grado per garantire una migliore presa di consapevolezza del bullismo e del cyberbullismo ad un numero maggiore di studenti e docenti in linea con l obiettivo di prevenire il fenomeno all interno e all esterno della comunità scolastica; non solo, a determinare il coinvolgimento di altre classi oltre a quelle individuate dalla sottoscritta, è stata anche l attualità e la frequenza dei fenomeni presi in esame. L obiettivo generale del progetto è stato, dunque, la prevenzione del bullismo e la promozione della pro-socialità educando alla cooperazione e al rispetto. Le attività proposte sono state pertanto volte ad aumentare e migliorare la conoscenza del fenomeno da parte di famiglie e insegnanti, affinché siano in grado di cogliere i segnali di disagio dentro e fuori la scuola; a creare un clima pro-sociale potenziando le abilità sociali degli alunni; a predisporre un sistema di denuncia che consenta ai ragazzi di segnalare episodi di bullismo; nonché ad intervenire su eventuali casi individuati creando una rete sociale di riferimento. Le attività sono state svolte in orario curriculare con gli alunni (assecondando le esigenze organizzative interne alla scuola) in quattro incontri della durata di due ore ciascuno a cadenza quindicinale. Il progetto ha previsto incontri differenziati per le diverse classi coinvolte, nello specifico: quattro incontro con tutti gli alunni delle classi quarte della scuola primaria, quattro per le classi quinte della scuola primaria e così per le classi prime e seconde della scuola secondaria di primo grado. Ad insegnanti e genitori sono state dedicate quattro ore pomeridiane complessive. Il progetto si è così svolto da fine gennaio ad inizio aprile. Le fasi del progetto:

2 la prima fase del progetto, articolata in tre diverse assemblee della durata di due ore ciascuna, ha previsto la presentazione del progetto ad insegnanti, genitori e alunni. Il coinvolgimento delle famiglie è stato imprescindibile poiché è essenziale che anche all interno del contesto familiare, come in quello sociale extra-familiare, si crei un clima pro-sociale basato sul dialogo, sul rispetto reciproco delle regole e sulla condivisione. Alle famiglie, come agli insegnanti, sono stati quindi illustrati obiettivi e metodologia del progetto e fornite le principali nozioni sul fenomeno individuando le strategie preventive, coerentemente al ruolo delle due istituzioni formative ed educative. Anche ai ragazzi, nel corso delle prime due ore è stato presentato il progetto, mettendo in pratica sin dall inizio le strategie proprie della metodologia individuata per il progetto che ha proposto un approccio integrato tra psicologia socio-affettiva e peer education. È stato altresì necessario somministrare a tutte le parti coinvolte (insegnanti, alunni e genitori) un questionario che indagasse la conoscenza del bullismo e del cyberbullismo e ottenere dati sulla diffusione del fenomeno tra i ragazzi. A tal proposito, i dati sulla diffusione del fenomeno sono i seguenti: - 9 insegnanti su 49 hanno confermato la presenza di bulli e vittime nelle loro classi; - 11 genitori su 48 presenti denunciano la presenza del fenomeno; - 15 alunni su 20 temono di poter subire atti di bullismo a scuola e 13 sostengono che a scuola ci siano dei bulli. 1 In un secondo momento sono state avviate le attività con gli alunni. I ragazzi sono stimolati ad assumere un ruolo attivo, a collaborare e ad aiutarsi reciprocamente; per apprendere e rinforzare abilità sociali e di problem-solving sono stati utilizzati giochi, disegni, cartelloni, simulazioni e altro materiale interattivo (video storie, articoli, spot pubblicitari, cortometraggi). Si è proceduto poi all alfabetizzazione emotiva mediante il role-play e l utilizzo del circle-time, al fine di favorire l espressione e il controllo delle emozioni e sviluppare un atteggiamento empatico. Va tuttavia precisato che le attività svolte con i due gradi di scuola sono state differenziate, anche per una questione organizzativa. I ragazzi della scuola secondaria di primo grado hanno svolto le attività in piccoli gruppi: un ora delle due dedicate a ciascun incontro è stata dedicata al confronto e alla presentazione delle attività con i compagni delle altre classi nonché alla discussione di quelle svolte nel corso del progetto mentre, durante la seconda ora, 11 Si allegano al presente documento i questionari somministrati e i relativi scorings

3 ciascun gruppo classe con il docente di riferimento rientrava nella propria classe dove, secondo le indicazioni fornite, l insegnante svolgeva l attività con la supervisione dell esperto. Tale organizzazione ha permesso un maggiore coinvolgimento tanto degli alunni che lavorando per sottogruppi all interno di ciascuna classe hanno potuto beneficiare maggiormente degli interventi proposti, quanto degli insegnanti che hanno potuto adottare le metodologie illustrate nella precedente fase del progetto. Ciò ha consentito di effettuare un lavoro più incentrato sui vissuti personali dei ragazzi e di coinvolgere in modo più efficace i docenti che, interfacciandosi in prima persona con quanto emergeva dagli alunni, in alcuni casi hanno ritenuto necessario approfondire quanto emerso dalle attività che, inevitabilmente, per la loro valenza socio-affettiva, hanno indagato aspetti emotivi di ciascuno di essi. Diverso è stato per gli alunni della scuola primaria che hanno adottato le medesime strategie lavorando, per questioni legate a spazi e organizzazioni interne alla scuola, tutti insieme nello stesso ambiente. Chiaramente ciò ha reso necessaria una maggiore strutturazione delle attività e compromesso l efficacia degli interventi che richiedevano un minor grado di strutturazione. Tuttavia, la copresenza di diverse classi contemporaneamente è stata sfruttata, nei limiti del possibile, come una ricchezza consentendo non solo un confronto più ampio tra gli alunni ma anche la possibilità di sperimentare l importanza dei legami anche tra alunni appartenenti a classi e plessi diversi, ciò per sottolineare l importanza di appartenenza ad un gruppo (nella fattispecie il gruppo classe) senza screditare gli altri ma, anzi, nel loro rispetto. Poiché non si trattava di un progetto volto ad intervenire sui casi ma alla prevenzione, ogni attività è stata volta ad una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni, dei ruoli di insegnante, figlio e genitore; di bullo, vittima e spettatore; sulla chiarificazione della differenza tra gioco, scherzo e bullismo, sull importanza dei rapporti amicali, del dialogo, e del sistema di denuncia poiché il bullismo è un fenomeno sociale. Di volta in volta il progetto si è flessibilmente adeguato ai contenuti emersi dagli stessi ragazzi, alle esigenze e alle domande poste dagli insegnanti e agli attuali fatti di cronaca per favorire la riflessione critica. Anche i genitori sono stati coinvolti nelle attività. L attività Un racconto in famiglia di raccontare ai propri familiari una giornata trascorsa a scuola e di annotare le emozioni provate durante il racconto; ai genitori è stato chiesto di fare altrettanto con i figli annotando le emozioni che secondo loro stava provando il proprio figlio. L attività Mi presento ma sei tu chiedeva invece agli alunni di descrivere in prima persona un compagno, mentre ai genitori il figlio. È stato interessante non solo il confronto tra compagni di classe ma anche quello tra genitori e figli. Come si nota dallo scoring del Questionario finale genitori, infatti, c è stata una notevole partecipazione ed entusiasmo da parte dei genitori

4 (soprattutto della scuola primaria) che propongono di essere interpellati dai docenti in più attività e che hanno considerato una valida opportunità di dialogo e riflessione i suddetti compiti. Emerge dunque l importanza imprescindibile di un rapporto di corresponsabilità tra scuola e famiglia che consenta di creare il clima ideale per il corretto sviluppo psicosociale degli alunni. Punti di forza e punti di debolezza Un punto di forza del progetto è stata certamente l attualità dell argomento e la predisposizione di alunni, genitori ed insegnanti a cogliere quante più informazioni possibili per prevenire il bullismo e il cyberbullismo. Il materiale interattivo ha consentito di attirare l attenzione dei ragazzi seppure concentrati in troppi in uno spazio troppo piccolo. Il coinvolgimento dei genitori ha consentito di rendere le famiglie parte attiva consentendo anche ai docenti di cogliere ancor meglio i vissuti dei loro alunni all interno del contesto familiare, sia pur solamente notando quali e quanti genitori si sono lasciati coinvolgere attivamente da un fenomeno tanto grave quanto diffuso. In alcuni casi la valenza psico-sociale degli interventi ha consentito l emergere di vissuti personali che alcuni docenti hanno colto e deciso di indagare ulteriormente seguendo l approccio interdisciplinare presentato durante la prima assemblea. Le attività di role-play, circle-time e problem-solving hanno rilevato la loro importanza metodologica permettendo l emergere di strategie condivise o meno in un contesto non giudicante e aperto al dialogo. La numerosità degli alunni coinvolti contemporaneamente nello stesso luogo ha compromesso l efficacia di molti interventi impedendo l utilizzo del circle-time e costringendo ad interventi più nozionistici che esperienziali riducendo inoltre la capacità attentiva degli alunni rendendo minima la loro ricettività, che l esperta con gli insegnanti cercavano costantemente di richiamare. Nonostante ciò, come emerso dai questionari finali, gli insegnanti e gli alunni coinvolti dal progetto possiedono nozioni e conoscenze sul bullismo e il cyberbullismo, si ritengono capaci di distinguerli da altri fenomeni sociali diffusi tra i giovani e in grado di discriminare le strategie per fronteggiarli. Prodotti finali

5 Alcune classi sia della scuola primaria che della scuola secondaria di primo grado hanno deciso di realizzare dei cartelloni raccogliendo informazioni e slogan sul bullismo e il cyberbullismo coinvolgendo anche le famiglie. Tutti gli alunni hanno contribuito alla realizzazione di un opuscolo informativo 2 : una raccolta scritta e illustrata di riflessioni personali, strategie e consigli per prevenire il bullismo e il cyberbullismo considerando il ruolo di tutti gli attori coinvolti (vittime, bulli, spettatori, adulti di riferimento). Dot.ssa Sabatina Balice 2 Il prodotto finale è allegato

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