TAVOLO TECNICO DEL PIANO MIRATO DI PREVENZIONE Provincia di Treviso IL PROBLEMA
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1 Argomento: TAVOLO TECNICO DEL PIANO MIRATO DI PREVENZIONE Protezione della macchina per il rivestimento di profili di legno nelle fasi di produzione e registrazione. Ver 1.6 del 06/06/2017 Parole chiave: rivestimento, profili, pressori. IL PROBLEMA La macchina in questione, messa in esercizio prima del recepimento di direttive comunitarie e non marcata CE, viene utilizzata per applicare materiale di rivestimento sui profili di legno che vengono fatti scorrere lungo la linea; il materiale di rivestimento è fornito sotto forma di bobine di nastro la cui faccia interna viene trattata con adesivo a caldo e poi fatta aderire ai profili mediante pressatura effettuata da ruote metalliche o gommate e riscaldamento con getti di aria calda. Non è disponibile una norma tecnica EN di tipo C. La figura sottostante rappresenta una macchina simile secondo quanto indicato dall azienda. Criticità presentate in regime di produzione: 1. mancanza di protezione della zona di carico del profilo (fig. 1). In questa zona è possibile raggiungere con le mani i punti di contatto tra il profilo in lavorazione e i rulli di traino e di guida (schiacciamento) nonché i riscaldatori (ustione); 2. mancanza di protezione della zona del gruppo fusore (lampade) dove avviene la spalmatura della colla e l applicazione del rivestimento (fig. 2). In questa zona è possibile raggiungere una serie di parti di macchina calde (ustione) nonché il punto di adesione del materiale di rivestimento con il profilo ed i relativi rulli di traino e guida (schiacciamento); 3. mancanza di protezione della zona di sagomatura del materiale di rivestimento (fig. 3). In questa zona è possibile raggiungere con le mani i punti di contatto tra il profilo in lavorazione e i rulli di traino, sagomatura e pressatura (schiacciamento) nonché i riscaldatori (ustione). Criticità presentate in regime di sostituzione bobina di materiale per il rivestimento: 1. mancanza di protezione della zona di imbocco del materiale di rivestimento tra il rullo pressore e il profilo in lavorazione. L operazione di sostituzione della bobina e l imbocco del materiale di rivestimento avviene manualmente con macchina in moto (fig.2 dettaglio). Pag. 1
2 Criticità presentate in regime di configurazione per cambio prodotto: 1. mancanza di protezione della zona di sagomatura del materiale di rivestimento (fig. 3). In questa zona è possibile raggiungere con le mani i punti di contatto tra il profilo in lavorazione e i rulli di traino, sagomatura e pressatura (schiacciamento) e le parti calde. L operazione di cambio prodotto prevede l attrezzaggio consistente nella regolazione dei rulli pressori. Tale operazione presenta una fase da effettuarsi a macchina ferma e una a macchina in moto. Figura 1 visione del profilo nella fase di carico ad inizio linea Pag. 2
3 Figura 2 fase di accoppiamento rivestimento con il profilo di legno Figura 3 fase di pressatura mediante ruote gommate e metalliche Pag. 3
4 Principale normativa applicabile: TAVOLO TECNICO DEL PIANO MIRATO DI PREVENZIONE - Allegato V - PARTE I - punti 6 - Rischi dovuti agli elementi mobili, 8 - Temperature estreme e 11 - Manutenzione, riparazione, regolazione del DLgs 81/08. - norma UNI EN relativa alle distanze di sicurezza Considerazioni tecniche: L Azienda sottopone al tavolo tecnico la soluzione progettata in quanto, in assenza di una norma tecnica di tipo C applicabile, desidera verificare di aver ottemperato ai precetti generici contenuti nell allegato V. La soluzione proposta prevede: informazione mediante segnaletica, formazione dei lavoratori secondo procedura e misure tecniche: fune di guardia in zona pressatura e inserimento di pulsantiera jog da utilizzare nelle operazioni di regolazione per cambio formato. Esaminata la situazione proposta (e le caratteristiche di macchine simili marcate CE), SI RITIENE CHE: sia tecnicamente possibile proteggere gli organi in movimento e le parti calde durante la normale produzione (vedi soluzioni). sia tecnicamente possibile effettuare l operazione di sostituzione bobina di materiale per il rivestimento a macchina ferma e successivamente avviarla senza necessità di operare con macchina in moto, adottando misure che impediscano l avviamento o il funzionamento della macchina in questa fase. sia tecnicamente possibile effettuare la configurazione per cambio prodotto eseguendo la regolazione dei pressori a macchina ferma (vedi soluzioni). Pertanto non si approva la proposta dell azienda in quanto sono possibili soluzioni che garantiscono un maggior grado di protezione. Pag. 4
5 LE SOLUZIONI Di seguito si elencano le soluzioni ipotizzabili, da valutare in funzione della fattibilità e dell ambiente in cui si opera. Non si esclude la possibilità di adottare soluzioni combinate. FASE DI PRODUZIONE: la sicurezza può essere migliorata con una delle seguenti misure alternative: ripari di tipo fisso o mobile interbloccato protezione perimetrale laser scanner (o altre barriere immateriali ESPE) che impedisca di raggiungere tutte le parti pericolose. Soluzione 1. Protezioni con ripari fissi o mobili interbloccati Questa soluzione consiste nell installazione di una serie di ripari fissi o mobili interbloccati a protezione di tutte le zone di pericolo: 1. zona di carico dei profili compresi i riscaldatori (fig. 1); 2. zona di accoppiamento (gruppo fusore) dove avviene la spalmatura della colla e l applicazione del rivestimento (fig. 2). 3. zona di sagomatura/pressatura del materiale di rivestimento (fig. 3). Questa soluzione è da privilegiare per la protezione delle zone di carico e accoppiamento. Soluzione 2. Protezione perimetrale dell intera area Questa soluzione prevede l installazione di una recinzione che delimiti l area di pericolo presente nelle vicinanze della macchina/impianto rendendola inaccessibile. Esistono numerose combinazioni degli elementi per la protezione delle diverse aree, in base alle varie necessità. È un sistema Pag. 5
6 modulare, adattabile ad ogni area, di facile montaggio e modificabile. Deve essere dotato di porte di accesso associate ad interruttore di interblocco elettrico che opera la disconnessione elettrica del macchinario in caso di apertura. Le garanzie date da questo tipo di soluzione possono essere vanificate dalla possibilità di introdurre persone all interno dell area pericolosa e successivamente chiudere le porte ed avviare la macchina. Soluzione 3. Laser Scanner di sicurezza (o altre barriere immateriali ESPE) Questa soluzione consiste nell installazione di una serie di laser scanner di sicurezza che effettuano la scansione dell ambiente circostante mediante raggi laser infrarossi; è applicabile soltanto se la zona circostante presenta spazi liberi sufficienti (UNI EN ISO 13855). Con questo sistema si riesce ad adattare con facilità l area sorvegliata all area di pericolo della macchina. Questi strumenti sono talvolta configurabili con set di campi quali, ad esempio, campo protetto e campo di allerta. Il campo protetto protegge l area di pericolo della macchina e, appena lo scanner rileva un oggetto all interno del campo provoca lo spegnimento della macchina e l arresto degli organi pericolosi in movimento. Il campo di allerta può essere definito allo scopo di rilevare un oggetto già prima di penetrare nell area di pericolo facendo scattare un segnale di allerta senza provocare l arresto della macchina. Inoltre si possono definire diversi casi di sorveglianza adattando i campi protetti e di allerta alla situazione della macchina per sorvegliare le aree di pericolo sottomesse a cambiamenti come nel caso di differenti fasi di produzione. Pag. 6
7 FASE DI CAMBIO BOBINA: Se la macchina non è dotata di cambio automatico della bobina, effettuare l operazione di sostituzione bobina di materiale per il rivestimento a macchina ferma e successivamente avviarla senza necessità di operare con macchina in moto, adottando misure che impediscano l avviamento o il funzionamento della macchina in questa fase. FASE DI REGOLAZIONE CAMBIO PRODOTTO: Effettuare la configurazione per cambio prodotto eseguendo la regolazione dei pressori a macchina ferma; durante tali operazioni, per poter intervenire sui pressori, dovranno essere rimosse le protezioni che saranno adottate. Tale operazione di rimozione delle protezioni dovrà impedire il funzionamento automatico. Per effettuare l avanzamento del profilo a cui adeguare i pressori, potrà essere adottata la soluzione proposta consistente nell utilizzo di una pulsantiera jog alle seguenti condizioni: 1. impossibilità di azionare il funzionamento automatico 2. presenza di un solo operatore 3. il dispositivo di consenso dovrà essere di tipo ad azione mantenuta (con funzionamento a condizioni di sicurezza migliorate: velocità sicura, potenza ridotta, ad intermittenza, spostamenti limitati, ecc. vedi norma UNI EN ISO 11161) OPPURE comando a due mani installato secondo UNI EN ISO EVENTUALI REGOLAZIONI CON LA MACCHINA IN FUNZIONE: Se l operazione si può effettuare con una sola mano, le regolazioni vanno effettuate solo alle condizioni del paragrafo precedente. Se la regolazione deve essere effettuata con due mani, l accesso alla zona pericolosa deve essere limitato nel tempo (temporizzatore, massimo 180 sec.), con organi in movimento a velocità sicura (vedi punto precedente) e presenza di fune/funi di guardia facilmente azionabili dall operatore in caso di pericolo. Gestione dei rischi residui: Da valutare caso per caso, da parte del datore di lavoro, in funzione della soluzione attuata e delle condizioni preesistenti. Il sistema adottato deve tenere conto del tempo necessario per ottenere l arresto degli organi in movimento. Il sistema di arresto della macchina deve includere lo spegnimento dei riscaldatori o raffreddatori ad aria e delle lampade; inoltre, deve tenere conto dell inerzia termica. Le operazioni da svolgere dovranno essere descritte in procedura con successivo addestramento dei lavoratori. Dovrà essere predisposta opportuna segnaletica e pittogrammi di avvertenza sui rischi residui. Dovrà essere prevista l aspirazione localizzata di emissioni di fumi e vapori derivanti dal riscaldamento della colla applicata. Pag. 7
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