I VANGELI DELL'INFANZIA DI CRISTO
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- Albana Di Martino
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1 PARROCCHIE di Santa Maria di Sala e di Veternigo Scuola della Parola I VANGELI DELL'INFANZIA DI CRISTO 1. Che cosa si intende? Si dicono anche "I vangeli dell'origine di Gesù". Gesù" I vangeli delle origini di Gesù sono presenti nei Vangeli di Matteo e Luca. Questi racconti non hanno lo scopo di riferire circostan circostanze della nascita dell'uomo Gesù. Vogliono V rispondere, a modo di narrazioni narrazioni, alla domanda di carattere cristologico: c "Da dove proviene Gesù? Qual è la sua vera origine?" Sono gli interrogativi che c venivano enivano rivolte dai giudei alle comunità cristiane della Palestina. Il loro scopo è introdurre sulla scena della storia umana il Cristo Salvatore, la cui missione è descritta poi nel resto del Vangelo che culmina nella passione, passione morte e risurrezione. L'evento pasquale e è centrale nel n Vangelo. Questi vangeli dimostrano la vera identità di Gesù e la sua sorprendente continuità con le Scritture: S Anche se chiamato Nazzareno, il Messia è in realtà nato a Betlemme, discendente di Davide. Ma la sua origine decisiva è altrove: viene dall'alto, la sua nascita è opera dello Spirito pirito Santo ed è F Figlio di Dio. 1
2 Matteo racconta così - Nascita di Gesù c.1, Visita dei Magi c.2, Fuga in Egitto c.2, Strage degli innocenti c.2, Ritorno dall'egitto c.2, Luca racconta così 2. Struttura dei Vangeli 1. Annuncio della nascita di Giovanni Battista c.1, Annuncio della nascita di Gesù c.1, Visita di Maria a Elisabetta e Magnificat c.1, Nascita e circoncisione di Giovanni Batt. e Benedictus c.1, Nascita di Gesù c.2, Circoncisione e presentazione al tempio c.2, Manifestazione di Gesù al tempio. Nazareth c.2, Un settenario di scene. È come se entrassimo in una cattedrale e vedessimo un complesso visivo di quadri disposti con un certo criterio: - Ci sono due annunciazioni (a Zaccaria e a Maria); - Una specie di legame (la Visitazione) tra i due episodi; - Due nascite: Quella di Giovanni Battista e quella di Gesù; - Due quadri collocati entrambi nel tempio di Gerusalemme; - La purificazione della madre e la presentazione al tempio del primogenito Gesù; - Gesù a dodici anni nel tempio; - L'ultima discesa a Nazareth; Sembra che Luca si sia ispirato a modelli biografici ellenistici delle vite parallele presentando questo interessante confronto tra Giovanni battista e Gesù. 2
3 Sono due diverse narrazioni. Ciò significa che non provengono dalla grande predicazione apostolica. I due vangeli hanno avuto origine da tradizioni particolari, sviluppandosi in modo autonomo in qualche comunità cristiana. Gli evangelisti hanno narrato i fatti secondo la loro visione cristologica. Il Vangelo si formò dalla proclamazione di Cristo morto e risorto, cioè dall'annuncio Pasquale. In un secondo momento dalla riflessione sul ministero di Gesù, a partire dal battesimo predicato da Giovanni (vedi At. 1, 21-22; 10, 37). Le narrazioni dell'infanzia rappresentano quindi lo stadio finale della formazione dei vangeli. 3. Le fonti alle quali Luca attinge Dopo la sua solenne affermazione di fedeltà storica, enunciata nel prologo, sembra inverosimile che Luca abbia inteso descrivere l'ingresso del Messia nel mondo con una serie di aneddoti fittizi. Egli si è rifatto a fonti orali e/o scritte, derivate da ricordi trasmessi in ambiente cristiano. Luca poi hai levato questo materiale secondo la sua visione cristologica in funzione del suo messaggio. Non è facile individuare le esatti fonti alle quali attinto. Tutta via Luca ha tessuto il suo Vangelo con abbondanti narrazioni scritturistiche. La Bibbia si spiega con se stessa data la unicità della Parola anche se detta in tempi e modi diversi. Leggiamo in Lc 2, 19-51: Che Maria custodiva con cura questi eventi nel suo cuore. Lo ripete due volte. Da ciò, molti esegeti hanno concluso che Luca ha raccolto le confidenze di Maria stessa. Altri esegeti dicono che questi versetti vengono interpretati come indizio di una tradizione orale risalente fino a Maria e trasmessa all'interno della famiglia e dell'ambiente di Nazareth. La famiglia di Gesù ha svolto un ruolo importante nella comunità primitiva. 3
4 Seguendo quest'ipotesi della fonte mariana sottolineiamo i verbi con i quali Luca riferisce lo stato d'animo di Maria. Questi verbi aiutano a capire la sua attenzione e la sua riflessione sui fatti dell'infanzia di Gesù. Luca parla di Maria: Turbata all'annuncio dell' Angelo Lc 1, 29; "Riflessione" e timore Lc 1, 30; Meraviglia Lc 2, 33; Emozione Lc 2, 48; Angoscia Lc 2, 28; Incomprensione di fronte a Gesù Lc 2, 50 Questa lunga ed elaborata meditazione, segnata dalla parola, Maria la continua anche dopo la risurrezione e la Pentecoste. Maria si trova nel cenacolo con gli apostoli e la comunità di Gerusalemme. Nel giorno della Pentecoste, nel giorno della effusione dello Spirito. Con molta probabilità Luca riceve le notizie sull'infanzia di Gesù. Attraverso la comunità nella quale Maria era vissuta. La sua meditazione profonda è descritta nel verbo greco che vuol dire "comporre le due parti" cioè, Maria crea accostamenti tra i fatti e la Parola di Dio; tra i fatti della nascita e dell'infanzia e quelli della morte e risurrezione di Gesù; tra le novità operate dallo Spirito in quei primi anni e le novità che lo Spirito andava operando nella Chiesa. Inoltre i verbi che descrivono l'animo di Maria (custodire - confrontare...) sono presenti anche nell'antico Testamento e perciò danno ancora più significato alla interiorità di Maria, la quale conserva la memoria di ciò che accade e trasmette la memoria conservata. A questo lei pervenne alla luce di Cristo risorto e della Pentecoste, animata dallo Spirito Santo. È necessario che i fedeli vengano introdotti a capire meglio il legame tra Maria di Nazareth e l'ascolto credente della divina parola. Maria, nella parola di Dio veramente a casa sua unisce evidenza con naturalezza. (Verbum Domini 28) 4
5 4. Il Vangelo della nascita In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama». Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. (Lc 2, 1-20) 20/11/2015 Don Lino Regazzo 5
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