Mantova, Palazzo Te apre al contemporaneo: Stefano Arienti trasforma l'esposizione in opera d'arte

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Barbara Rosso
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1 4 maggio 2016 Repubblica.it Pag 1/21 Mantova, Palazzo Te apre al contemporaneo: Stefano Arienti trasforma l'esposizione in opera d'arte Nel luogo di svago dei Gonzaga l'artista crea un'installazione di opere recuperate dal magazzino dell'edificio stesso. Opere di autori locali, frutto di donazioni, che vanno dai primi del Novecento ai giorni nostri Palazzo Te, alle porte di Mantova, scrigno di tesori rinascimentali unici come la Sala dei Giganti di Giulio Romano, nato come luogo di svago e dimora di campagna dei Gonzaga, mantiene il fascino di spazio distaccato dall'urbe e dalla sua centralità, permettendo la contemplazione di panorami diversi, più allargati. Sarà per questa vocazione a guardare all'orizzonte con ampie vedute, che l'idea di aprire le Fruttiere, suo spazio già utilizzato per esposizioni temporanee, a progetti di arte contemporanea sembra innestarsi perfettamente nella natura stessa di questo ambiente. Ad aprire il nuovo ciclo di mostre è stato chiamato Stefano Arienti, artista mantovano tra i più importanti nel panorama contemporaneo, che ha deciso di allestire una mostra omaggio alla sua città e all'arte del '900. LE IMMAGINI Il progetto nasce dalla suggestione delle antiche quadrerie che diventano il punto di partenza per un'unica grande installazione artistica. I quadri appesi alle pareti sono tessere di un gioco che prolifera sui muri in forme che crescono e mutano, costruendo una sorta di pittura murale fatta di quadri e cornici. Questa la spiegazione che Arienti stesso ha dato al suo intervento, che ha visto la vera e propria "riesumazione" di circa 300 lavori donati al Comune e depositati nei sotterranei di Palazzo Te, esposti per la prima volta in questa operazione artistica titolata Quadri da un esposizione. Stefano Arienti interpreta l arte a Mantova nel Novecento, che rimarrà aperta fino al 26 giugno, nell'ambito delle iniziative per Mantova Capitale Italiana della Cultura. sono dipinti di 147 artisti mantovani del Novecento, da Guindani a Lomini, da Defendi Semeghini a Nodari Pesenti, Giorgi e Bergonzoni.

2 4 maggio 2016 Repubblica.it Pag 2/21 Quindi, l'allestimento è di fatto un'installazione artistitica creata da Arienti che ha disposto sulle pareti, con soluzioni giocose a volte dall'equilibio instabile, una quantità notevole di lavori di tipologie e periodi diversi. Guidato dal suo abituale approccio poetico, ha realizzato un percorso espositivo in cui le opere sono sistemate su linee inusuali e costringono lo sguardo del visitatore a cogliere come corpi unici insiemi separati. L'artista, che parte sempre dall'esplorazione della realtà a lui più vicina come in questo caso, dà vita a compisizioni seriali, e la quotidianità è la sua principale fonte d'ispirazione, da cui prende spunti, opportunità e che con semplici variazioni trasferisce in forme innovative. "Il Centro internazionale di Palazzo Te torna ad autoprodurre arte - ha spiegato poi il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, inaugurando l'esposizione - Ora studieremo il modo per esporre quelle opere in modo permanente". Da segnalare è una guida alla mostra, in cui di ogni opera si trovano autore, anno, tecnica, con pagine disegnate da Arienti che schematicamente riproducono le pareti. L'esibizione è affiancata da una ricerca svolta da Teatro Magro, che raccoglie e presenta racconti della trasformazione conosciuta da Mantova nel Novecento, e da concerti offerti dal Conservatorio di Mantova nei fine settimana. Informazioni utili qui: Palazzo Te (04 maggio 2016)

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