L ILM nelle soluzioni per la continuità di servizio ed il disaster recovery

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1 L ILM nelle soluzioni per la continuità di servizio ed il disaster recovery Versione Data emissione Società Autore 1.0 Giugno 2006 EMC Computer Systems Italia S.p.A. Pierluigi Grassi Autore: Ing. Pierluigi Grassi

2 INDICE 1. INTRODUZIONE OBBIETTIVI DELLA CLASSIFICAZIONE E DEL TIERING SOLUZIONI PER LA CONTINUITA OPERATIVA LIVELLI DI SERVIZIO TIPOLOGIA DI EVENTO E SUA GESTIONE LE SOLUZIONI EMC TIERING CON DISKEXTENDER E DBEXTENDER CONCLUSIONI Pag. 2 di 12

3 1. INTRODUZIONE Con il dilagare di Internet e la crescita di applicazioni on-line per il supporto dell e- business e dei servizi all utenza, le società stanno sempre più cercando soluzioni per garantire la continua disponibilità dei dati, riducendo se non eliminando i fermi pianificati e non, al fine di eliminare qualsiasi impatto negativo sulle applicazioni vitali. In altri termini si cerca di garantire la continua operatività del servizio al verificarsi di eventi pianificati e non, che possono compromettere il servizio. Dall altra parte i costi associati alle soluzioni sono spesso tali da richiedere uno studio dettagliato volto a classificare i dati e le applicazioni in modo da associare ad essi il livello di servizio adeguato attraverso la soluzione che ne ottimizza anche i costi. E stato coniato quindi il termine ILM (Information LifeCycle Management) basata sul concetto di allineamento dell infrastruttura IT con il business in relazione all evoluzione nel tempo del valore assegnato a specifiche informazioni. Fino ad oggi con ILM si intendeva esclusivamente la Industrial Light and Magic di George Lucas, creatore del mitico Guerre Stellari, oppure poteva essere tradotto in I love Mainframe. L attuale concetto associato all ILM è basato sul fatto che il dato generalmente segue un ciclo che lo vede molto vitale (dal punto di vista degli accessi) e critico durante il periodo giovanile ed adulto per poi divenire meno importante e richiesto nei periodi successivi (invecchiamento). Da questo punto di vista è facile il parallelismo con il ciclo di vita degli esseri umani, anche se è auspicabile un trattamento migliore per gli anziani. La figura seguente rappresenta sinteticamente i concetti espressi. Pag. 3 di 12

4 Tornando ai nostri dati, un obbiettivo importante dell IT è quello di poterli allocare sul supporto idoneo a fornire i livelli di servizio richiesti. Ne consegue la necessità di classificare i dati sia a livello spaziale che temporale. In un derterminato periodo temporale, non tutti i dati di un azienda possono essere considerati di uguale importanza ed è fondamentale riuscire a classificarli al fine di assegnar loro il giusto livello di servizio. In genere si tende a suddividere i dati nella seguenti tipologie: - vitali: indispensabili alla sopravvivenza stessa dell azienda - critici: necessari per lo svolgimento di tutti gli aspetti del business aziendale - non critici: di supporto ad indagini statistiche, storici, etc... Nel corso del tempo anche il valore dei dati cambia, per cui un dato considerato vitale in un determinato periodo, può non esserlo più successivamente. Ne deriva quindi la necessità di spostare il dato su supporti più idonei cl passare del tempo ed al diminuire della sua importanza. 2. OBBIETTIVI DELLA CLASSIFICAZIONE E DEL TIERING Attraverso la classificazione dei dati è quindi possibile realizzare un infrastruttura di storage differenziata che permette di fornire i livelli di servizio richiesti in un determinato periodo temporale. I livelli di servizio possono essere di diverso tipo: prestazionale, disponibilità, sicurezza, etc.. Ne consegue anche una riduzione dei rischi operativi, dei costi di gestione, etc...attraverso l applicazione del tiering o stratificazione dello storage. Pag. 4 di 12

5 Ad esempio i dati vitali andranno allocati su unità di tipologia high end con l adozione di soluzioni che garantiscano elevati livelli di servizio, quali bassissimi tempi di risposta, salvagurdia dei dati attraverso la replica locale e remota, tempi di ripartenza molto bassi, etc... Nel caso di dati critici, potrebbe essere previsto l utilizzo di analoghe unità high end, ma con livelli diversi di servizio. Infine per i dati non critici, potrebbe essere prevista l allocazione su unità di livello intermedio. Entrando più in dettaglio sui livelli di servizio, ognuno dei componenti del livello ha diversi parametri che possono caratterizzarlo. Di seguito vengono descritte sinteticamente le principali voci che contribuiscono alla definizione del livello stesso: Disponibilità: Finestra del servizio; durata dei fermi non programmati per guasto sul tempo totale di servizio (Reliabilty); Backup; Ridondanza dello Storage Primario; Disaster Recovery Prestazioni: Response Time, Throughput, I/O /sec. (online), MB/sec (batch) Capacity Planning: Volune dei Dati, Percentuali di cresicta e variazione nel tempo Information Recovery: RPO (recovery objective time perdita dati tollerata), RTO (recovery time objective - tempo di ripristino del servizio) Conformità legale delle informazioni e Ciclo di Vita: Requisiti Legali, Conformità con le normative, Variazione del Valore del dato nel tempo Attributi di Business: Tipo di applicazione, Confidenzialità, Integrità In base quindi ai livelli di servizio che un dato deve ricevere in un determinato istante temporale, gli verrà assegnato un determinato strato ( tier ) di storage. Al salire del livello di tiering (tier IV), diminuiscono i costi associati e viceversa. Nel tempo, i dati possono muoversi in modo automatico o manuale, da uno strato all altro in relazione ai requisiti di servizio richiesti nel tempo. La figura seguente illustra la relazione tra il valore dell informazione ed il costo associato alla sua allocazione e gestione Pag. 5 di 12

6 3. SOLUZIONI PER LA CONTINUITA OPERATIVA Focalizzando l attenzione sulla disponibilità dei dati, di seguito, si indicherà con il termine continuità operativa, sia la continuità di servizio, ottenibile attraverso copie locali, che il disaster recovery, ottenuto attraverswo repliche remote, al fine di semplificare il discorso. Resta inteso che quello che contraddistingue i due termini è essenzialmente rappresentato dai diversi livelli di servizio che si vuole associare ai dati. Il bilanciamento dell importanza dei dati in relazione ai livelli di servizio richiesti è forse la più importante ragione per la stratificazione dello storage. Specificatamente alla protezione dei dati l identificazione della giusta soluzione è basata non solo sui costi, ma anche e soprattutto sui requisiti di business. In altri termini la soluzione si traduce in un bilanciamento di costi, rischi, tempo e risorse. Passando dal livello più basso a quello più alto, la continuità operativa viene garantita localmente attraverso l impiego di nastri, backup su disco, snapshot, copie totali (o golden copy). A livello remoto, può essere realizzata attraverso mirroring asincrono e/o sincrono in relazione ai definiti obbiettivi di RTO, RPO e RGO di cui si parlerà in dettaglio nel prossimo paragrafo. Come accennato in precedenza, la scelta della soluzione opportuna per la continuità operativa è basata sul giusto equilibrio tra I requisiti di prestazioni, funzionalità, disponibilità ed economici verso quelli di capacità, dimensionamento delle linee, e soprattutto di TCO (Total Cost of ownership). Quindi non esiste a priori la soluzione perfetta in assoluto, ma quella che meglio di altre riesce a bilanciare tutti I fattori sopra descritti, fissati determinati livelli di servizio.. Pag. 6 di 12

7 3.1 LIVELLI DI SERVIZIO I principali livelli che caratterizzano la continuità operativa sono essenzialmente rappresentati da RPO, RTO e RGO. In dettaglio: RPO (Recovery Point Objective) rappresenta il punto di ripartenza al momento del recovery. In relazione ai risultati derivanti dalla classificazione dei dati, si potranno avere requisiti di non perdere alcun dato, piuttosto che accettare la perdita di un prefissato ammontare di dati che viene tradotto in misura temporale (secondi, minuti, ore o giorni). RTO (Recovery Time Objective) indica in quanto tempo si è in grado di far ripartire un determinato servizio. Anche in questo caso, più i dati sono vitali, minore sarà la finestra temporale ammessa per la ripartenza. In generale questo parametro è strettamente correlato con l RPO in quanto, se non si accetta alcuna perdita dati, si è in grado anche di ripartire in un minor tempo. RGO (Recovery Geographycal Objective) indica la distanza da dove si vuole ripartire. Questo parametro è in relazione alle tipologie di disastro da cui ci si vuole proteggere (locali, metropolitani o geografici). Pag. 7 di 12

8 Ai precedenti obbiettivi va infine aggiunto l NRO (Network Recovery Objective) legato alla ripartenza dell infrastruttura di rete, senza la quale non è possibile fornire servizio verso l esterno. L insieme di questi livelli di servizio condiziona i requisiti tecnologici a supporto della soluzione in termini di distanza massima cui si vuole arrivare, di tipo di banda trasmissiva richiesta (OC-3, OC-12, etc...), di numero di siti attraverso i quali garantire la continuità operativa (copia locale, su due o tre siti), etc... Ad esempio è possibile salvaguardare la continuità operativa attarverso la replica in ambito campus (centinaia di metri) in caso si voglia far fronte ad eventi di piccola entità o se la tipologia di servizio offerto dalla società non è tale da richiedere protezioni più elevate. Sul fronte opposto, sono ipotizzabili architetture a tre siti con replica sincrona tra i primi due, in ambito metropolitano, e verso il terzo, remoto a livello geografico. Le soluzioni offerte dal mercato sono di due tipologie a seconda che si scelgano soluzioni software based o hardware based. Le prime sono raggrupate con il termine di host level mirroring, in genere sono molto legate al sistema operativo su cui girano, richiedono un maggiore consumo di risorse a livello di CPU e sono di più recente realizzazione. Le seconde sono legate all architettura storage, maggiormente consolidate nel tempo, generalmente indipendenti dal sistema operativo e non hanno impatto sulle risorse di CPU; permettono sia copie locali che remote ed in alcuni casi, garantiscono la possibilità di replica contemporanea su più siti. Pag. 8 di 12

9 3.1.1 TIPOLOGIA DI EVENTO E SUA GESTIONE Che cosa si intende per disastro e quali sono le cause di interruzione di servizio da prendere in considerazione? Per disastro comunemente s' intende un evento con effetti letali e nocivi, ma non necessariamente deve essere di grandi proporzioni. Di seguito sono riportati alcuni degli eventi in ordine di gravità: - interruzione dell alimentazione elettrica, tranciamento di cavi, perdita di fluidi; - corruzione di dati, errori umani, errori HW e/o SW virus informatici; - epidemie, terremoti, inondazioni, esplosioni di vario tipo, sabotaggio, atti terroristici; A questi eventi, vanno poi aggiunte le attività di manutenzione hardware, aggiornamenti applicativi, backup periodici, etc che, sebbene non disastrose, comportano dei disservizi. Per questi ultimi, si deve bilanciare il costo legato a posticipare l attività prevista con il costo legato al fermo, mentre per i primi va confrontato il costo dell infrastuttura da realizzare per evitare un impatto sulle applicazioni, con il costo o mancato guadagno associato all indisponibilità di servizio creata dal disastro. Alcune società, ad esempio, non possono tollerare nessun downtime e devono arrivare a dei compromessi per trovare la finestra temporale ottimale per i fermi pianificati. Dall altra parte però, ritardare l introduzione di cambiamenti migliorativi negli ambienti IT può avere degli effetti negativi sul business della società stessa. Come spesso accade, la tempestività nell apportare i miglioramenti è in contrasto con i requisiti di alta disponibilità dei dati. Per quanto riguarda gli eventi non pianificati, sulla loro tipologia, esiste anche il rischio di ulteriori ritardi o danni provocati da errori umani a causa del panico che prende le persone durante il verificarsi di situazioni non previste, anche le più banali quali l interruzione di corrente. Qual è il costo legato al mancato guadagno per l interruzione, ad esempio, dell attività di fatturazione di una compagnia telefonica, oppure quale può essere il costo legato a delle risorse tenute ferme solo in attesa del verificarsi di un disastro? Sono stati definiti diversi livelli, comunemente denominati Tier che identificano i tre obiettivi (oltre quello della rete) sopra menzionati. Si parte dal livello più basso con il trasporto giornaliero dei nastri su camion verso un ipotetico caveau, per arrivare ai due livelli più alti dove si prevede una remotizzazione continua dei dati tra due o tre centri perfettamente attrezzati, senza alcuna perdita dei dati, con la possibilità di automatizzare la ripartenza delle applicazioni sul sito di recovery o quello di contuinità di servizio in relazione all evento che si è verificato. Si comprende bene come, il tempo di ripartenza può passare da alcune settimane necessarie per rimettere in piedi l infrastruttura, ad alcuni minuti. La scelta della soluzione che meglio risponde alle esigenze di ciascuna società, va ponderata con attenzione in quanto può influire sulla rimanenza in vita della società stessa. Pag. 9 di 12

10 Da qui l importanza della scelta di una soluzione che consenta la massima flessibilità architetturale in termini di modalità operative, semplicità di realizzazione, facilità gestionale e la possibilità di interoperare con I principali software di automazione presenti sul mercato. 3.2 LE SOLUZIONI EMC In relazione quindi ai livelli di servizio associati sarà possibile utilizzare all interno della suite di soluzioni di continuità operativa di EMC, quella che meglio risponde ai requisiti, con la consapevolezza di potersi spostare all interno dei diversi strati al mutare delle esigenze. La seguente tabella cerca di riassumere e mappare le diverse soluzioni in relazione alle esigenze di continuità operativa illustrate in precedenza. In relazione poi alla classificazione del dato ed al livello di tiering associato, nelle soluzioni proposte da EMC è anche possibile spostare il dato da una piattaforma DMX che replica su altri due siti via SRDF ad una Clariion che replica su un sito solo attraverso Mirrorview, al cambiare dei livelli di servizio associati. Come si può vedere dalla precedente figura, le soluzioni si dividono essenzialmente in replica SW e HW, locale e remota. Senza descrivere in dettaglio le soluzioni, per le quali si rimanda alla documentazione tecnica specializzata, di seguito viene data una breve panoramica al riguardo: Pag. 10 di 12

11 Replica SW: Open Migrator e LDMF per la replica dei dati (filesistem o data set) per i rispettivi ambienti Open e MF. Essenzialmente sono repliche di tipo locale; Replistor e OnCourse per la replica dei dati a livello remoto; Replica HW SRDF per la replica remota in ambiente HiEnd. Può essere sincrono, asincrono o combinazione dei due. Nelle repliche a più siti permette anche l allineamento differenziale tra i siti superstiti in caso di caduta del sito primario (SRDF/Star). Mirrorview per la replica remota dei dati per ambienti intermedi TimeFinder per la replica locale sia fisica che virtuale in ambienti HiEnd; Snapview per la replica locale per ambienti middlerange; TIERING CON DISKEXTENDER E DBEXTENDER In precedenza si è parlato della capacità di movimentazione dei dati tra i diversi strati dello storage. DiskExtender è ad esempio una delle possibili soluzioni per realizzare lo spostamento da un livello all altro in relazione alla data di creazione, ultimo aggiornamento, ultima referenza, etc...in base quindi a delle politiche predefinite di gestione ed associati livelli di servizio, il dato si sposta all interno dei vari strati dell architettura. Questo concetto tra l altro è stato realizzato per gli ambienti MF da IBM fin dai primi anni 90 attraverso l introduzione dell SMS (System Managed Storage), in cui, attraverso la definizione di politiche di gestione e di una naming convention associata ai singoli dataset è possibile associare una determinata classe di servizio in relazione al nome del data set stesso. Un analogo discorso può essere fatto per DatabaseXtender che permette agli utenti di monitorizzare e gestire la crescita dei propri dati all interno di un database. Soprattutto in ambienti ERP, la crescita dei dati comporta un impatto non indifferente sulla dimensione della finestra temporale necessaria per effettuare il backup. Ancora una volta la continuità di servizio può essere migliorata riallocando I dati inattivi su livelli diversi di storage, senza alterare logicamente la struttura del db. Pag. 11 di 12

12 4. CONCLUSIONI In conclusione, garantire la disponibilità dei dati associata a quella delle applicazioni, permette di garantire la continuità operativa del servizio offerto. Al fine di ottimizzare le risorse è stato introdotto il concetto di ILM per garantire il livello di servizio adeguato al dato in relazione al suo ciclo di vita. Prerequisito per l applicazione dell ILM, è la classificazione dei dati nello spazio e nel tempo. A questo punto è possibile garantire il corretto livello di servizio in termini di continuità operativa utilizzando la soluzione che meglio di altre risponde alle specifiche necesssità. Le soluzioni presenti sul mercato sono molteplici: EMC ha una esperienza decennale al riguardo. Pag. 12 di 12

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